Behind your gaze 3
POV Alec
Erano quasi quattro ore che stavamo provando alcune scene ma c'era
sempre qualcosa che non andava bene. L'atmosfera sul set era
carica di tensione e stanchezza, di certo non aiutava il fatto che
avevamo l'aria condizionata fuori uso. Andavamo avanti tra bibite
fresche e ventilatori portatili. Forse non si erano ricordati che
avevamo diritto a una pausa. Nessuno fiatava, tutti troppo impegnati
per portare a termine il lavoro. Presi una bottiglietta di tea verde e
lanciai uno sguardo attento a Damon, intento a discutere con la regista
e Claire, la sceneggiatrice, per migliorare la scena in questione. Era
tutta la mattinata che
continuavo ad osservarlo, fin da quando era venuto a prendermi sotto
casa. Aveva detto di non essere riuscito a dormire bene quella notte,
il suo viso gonfio stanco e pallido diceva tutto. Mi ero preoccupato ma
lui aveva insistito dicendo che andava tutto bene e che ci stavano
aspettando. Era un uomo testardo e troppo gentile con chiunque, peccato
che in testardaggine io lo battevo in pieno. Appena lo vidi
massaggiarsi il collo e chiudere gli occhi, mi avvicinai di soppiatto e
gli allungai la bottiglietta aperta. Aprì gli occhi
sorpreso,
poi mi sorrise grato e bevve un lungo sorso. Mi misi alle sue spalle
per massaggiarle e sentii i suoi muscoli rilassarsi sotto le mie dita.
Gemette soddisfatto.
"Dam come ti senti?" mi avvicinai al suo orecchio sussurrando mentre le
due donne si allontanavano di una decina di passi. Ogni volta che ci
avvicinavamo qualcuno si allontanava sempre come a volerci lasciare
soli perchè si sentiva a disagio.
"Bene, non preoccuparti. Grazie per la bibita."
"Non sarebbe meglio fare una pausa? Sei esausto."
"Va tutto bene. Ho ancora energie. Tu hai bisogno di una pausa? Sei
stanco? Parlo con Meg per spostare la nostra scena insieme e andare
avanti con quella mia e di Kevin. Puoi andarti a riposare in camera,
sul letto sarai
più comodo." mi disse tutto ciò in tono
preoccupato
girandosi verso di me per afferrarmi una mano che strinse con
delicatezza. Il calore delle nostre mani strette l'una all'altra era
confortante e creava un legame.
"A volte ti darei tante di quelle craniate sui denti da obbligarti a
fare una dentiera." borbottai infastidito sciogliendo quel legame e
rimettendo le mani in tasca. Sentivo già la mancanza di quel
calore.
"Cos'ho detto di male?" mi chiese lui sorpreso e un
pò offeso dal mio allontanamento.
"Non ti prendi mai cura di te stesso e alla fine ti riduci in questo
stato. Questa volta non vincerai!" scossi la testa e lo superai.
"Che intenzioni hai? Alec!" cercò di fermarmi lui invano
mentre
mi piazzai di fronte alle due donne che smisero di parlare appena mi
videro.
"Meg scusa, possiamo fare una pausa? Tra un pò ci
ritroveremo
Damon svenuto a terra con la faccia spiritata. Poverino, ha una certa
età."
"Hey! Guarda che ti sento!" esclamò lui mettendosi al mio
fianco.
"Almeno l'udito è ancora buono." lo presi in giro facendo
una finta espressione schifata.
"Alec! Vuoi vedere cos'è ancora buono? Avvicinati e te lo
mostro!" mi affrontò lui raddrizzandosi per fare una delle
sue
pose fighe e naturali da super modello. Perchè dannazione
non
funzionava l'aria condizionata? Stavo andando in ebollizione sotto il
suo sguardo scuro.
"Disse il vecchietto della casa di riposo." mi ripresi in fretta
guardando da un'altra parte prima di fare una figuraccia.
"Sempre i soliti voi due! Comunque è vero, non hai una bella
cera." disse la regista mentre la sceneggiatrice annuiva concordando
con lei. Quelle due erano migliori amiche fin dal liceo ed erano
un'accoppiata vincente quando si parlava di trasposizione dalla novel
alla cinepresa. Erano talmente in sintonia che sembravano quasi gemelle.
"Meg io sto bene, posso farcela. Non devi preoccuparti." la regista
ignorò le sue proteste e si girò verso il cast e
la
troupe battendo le mani per richiamare l'attenzione di tutti.
"Ragazzi un'ora e mezza di pausa, il pranzo dovrebbe essere quasi
pronto! Alec è tutto tuo, prenditi cura di lui e non farlo
tornare prima di due ore."
"Agli ordini capo! Adesso sei tutto mio e non osare contraddirmi." gli
afferrai un braccio e lo trascinai via sotto gli occhi divertiti di
tutti. Li ignorai e proseguii per la mia strada senza dar retta a
nessuno.
"Dove mi stai portando? La mensa è da quella parte."
cercò di opporsi Damon strattonando la mia mano per farmi
fermare ma in quel momento tenni duro e continuai a trascinarlo con me
girando per un corridoio.
"Ma la nostra camera è di qua. Tu adesso dormi." aprii la
porta
che dava in una stanza in penombra, con un bel letto matrimoniale molto
invitante
piazzato in mezzo. Era la nostra stanza relax, tra una scena e un'altra
eravamo soliti riposarci la a meno che non fossimo talmente cotti da
addormentarci nei posti più insoliti e scomodi nonostante il
rumore che ci circondava. Lo spinsi dentro senza tante
cerimonie
e chiusi la porta dietro di noi. Almeno avremmo avuto un pò
di
privacy.
"Non ho sonno." cercò di lottare lui contro
l'ovvietà della situazione. In
quel momento sembrava un bambino piccolo che faceva i capricci, di
solito ero io quello a farli.
"Damon non farmi arrabbiare." lo minacciai lanciandogli un'occhiataccia
irritata.
"Non riesco a dormire." a quelle parole sbuffai e mi sdraiai sul letto
mettendomi comodo per poi picchiettare con la mano nel posto vuoto al
mio fianco.
"Vieni qui, sarò il tuo cuscino." dopo un attimo di
esitazione,
saltò sul letto posando il suo capo sul mio stomaco come
faceva
di solito. Era una delle sue posizioni preferite e a me non era mai
dispiaciuta.
"Non sono troppo pesante?" mi chiese con voce assonnata strofinando la
sua testa su di me facendomi lievemente il solletico. Sembrava stesse
facendo le fusa.
"Quando mai ti sei fatto scrupoli in merito? Adesso chiudi gli occhi e
riposati. Devo superare il livello e ho bisogno di concentrazione."
borbottai prendendo il cellulare dalla tasca e selezionando un gioco a
caso. Dopo qualche secondo di silenzio, mi posò una mano
sulla
pancia accarezzandola lentamente.
"Alec grazie. Scusa se sono testardo." lo sentii sorridere mentre
buttava fuori uno sbadiglio.
"La prossima volta ti lego alla testata del letto come punizione!
Dormi."
Quando sentii il suo respiro profondo, allungai la testa verso di lui
per accertarmi che era entrato finalmente nel mondo dei sogni. Dormiva
profondamente come un bambino. Misi da parte il cellulare e osservai il
suo profilo accoccolato a me. Il mio Teddy. Gli accarezzai dolcemente i
capelli, erano sempre soffici e profumati. Adoravo il suo profumo.
Osservai attentamente i suoi lineamenti, come faceva ad essere
così bello? Non mi stupiva che tutte le riviste
più
importanti volessero fare degli scatti con lui. Era bello, aveva
carisma e tutto di lui attirava l'attenzione. Sapeva come vendersi e lo
faceva con intelligenza, non voleva più essere fregato.
Tracciai
con le dita il suo volto, partendo dalle sopracciglia per poi seguire
la forte mascella. Gli sfiorai il naso e fissai quelle labbra carnose e
invitanti che non facevano altro che provocare. Stavo per accarezzarle
quando la vibrazione del mio cellulare mi fermò di colpo.
Come
al solito mi facevo distrarre dall'attrazione che provavo nei suoi
confronti. Dovevo smetterla subito. Presi il cellulare e guardai il
messaggio di Brian, il manager di Damon.
"Alec,
Damon è con te? Non riesco a contattarlo."
"Si,
l'ho portato in camera per riposarsi. Adesso sta dormendo."
"Grazie
Alec. Resta con lui, ne ha bisogno. Farò in modo che nessuno
vi disturbi. A più tardi."
Nel sonno Damon mi circondò la pancia con le sue forti
braccia e
mi strinse a se come se fossi il suo orsacchiotto. Adoravo i suoi caldi
abbracci. Iniziavo ad avere sonno pure io, mi abbandonai sul cuscino
con ancora la mano posata sulla sua testa.
Delle risatine soffocate che si allontanavano mi fecero svegliare
all'improvviso. Cos'era successo? Aprii gli occhi e mi ritrovai a
specchiarmi un due limpidi e profondi occhi azzurri, sembrava che mi
stessero aspettando. Perchè era così splendente
appena
sveglio? Era abbagliante.
"Ciao." mi sorrise lui massaggiandomi delicatamente il lobo di un
orecchio.
"Ciao. Che cos'era?" bofonchiai nascondendo uno sbadiglio con la mano.
Sentivo un'alitosi preoccupante, dovevo immediatamente lavarmi i denti
prima che se ne accorgesse. Mi stiracchiai tra le sue braccia
strofinando la testa sul suo torace. A quanto pareva mentre dormivamo
le
nostre posizioni si erano capovolte.
"E' appena entrato James con il suo dannato cellulare."
"Ha fatto un altro video di noi due che dormiamo insieme?" era inutile
fare quella domanda, non sapevo più nemmeno se ne ero
infastidito oppure no. Ormai circolavano già alcuni video di
noi
che, tra una ripresa e un'altra, ci accoccolavamo da qualche parte per
riposare. Tutti ci vedevano come una coppia e quella per loro era
l'ennesima conferma, un altro video del genere non faceva
più
tanta differenza.
"Si, mi dispiace. Mi sono svegliato tardi. Non ho potuto fermarlo." si
scusò lui massaggiandomi un fianco. Aveva l'espressione
contrita
ma non sembrava tanto dispiaciuto per quello.
"Che palle. E meno male che è nostro amico. Saremo di nuovo
su IG."
"Avrai ancora problemi?" mi tolse i capelli dal viso con attenzione
continuando a guardarmi. Mi sentivo viziato, nemmeno mia madre si
prendeva così cura di me. Sapevo che si stava riferendo a
Veronica e che non voleva minacciare in alcun modo la nostra relazione.
Voleva il meglio per me.
"Non importa, stavamo solo dormendo." minimizzai appoggiando di nuovo
la testa sul suo torace. Volevo tornare a dormire tra le sue braccia e
dimenticarmi del resto.
"Abbracciati."
"Non è la prima volta, finiamo sempre così quando
siamo
insieme. Sono piuttosto comodo." mi avvicinai all'incavo tra il collo e
la spalla e chiusi gli occhi respirando il suo odore. Ero ancora stanco.
"Anche il mio cuscino personale è abbastanza comodo."
mormorò lui massaggiandomi la pancia con un sorriso.
"Stai dicendo che sono grasso?" gli lanciai un'occhiataccia di sbieco
sentendolo ridacchiare.
"Sto dicendo che sei piacevolmente morbido. Grazie a te sono riuscito a
dormire bene."
"Bravo, ricordatelo che mi devi una cena. Sei crollato subito, eri
così tranquillo che avevo paura di disturbarti se mi fossi
mosso. Quanto abbiamo dormito?"
"Circa un'ora e mezza, ci resta giusto il tempo per mangiare qualcosa.
Forza andiamo." si mise a sedere di scatto guardando l'orologio al
polso. Lo vidi sistemarsi meglio la camicia spiegazzata, avrei voluto
dargli una mano ma in quel momento la voglia di restare disteso batteva
tutto.
"No, restiamo ancora un pò qui. Ho sonno."
"Alec alza il culo, ci siamo già riposati a sufficienza.
Dobbiamo andare a girare." cercò di tirarmi su prendendomi
per
un braccio. Resistetti trascinandolo di nuovo a letto con me.
"Uffa Teddy Bear. Nanna!" borbottai schiacciando la faccia sul cuscino.
Un attimo. Lo avevo fatto sul serio? Lo avevo chiamato veramente
così? Oddio! Adesso come avrei fatto ancora a guardarlo in
faccia? Non ne avevo il coraggio.
"Scusa, come mi hai chiamato?" lo sentii irrigidirsi per alcuni secondi
che mi sembrarono anni. Avevo appena commesso un errore.
"Hai sentito male, non ho chiamato proprio nessuno." mi nascosi ancora
di più tra le pieghe del cuscino stringendolo forte.
"Mi hai chiamato Teddy Bear?"
"Chi io? Naaa. Stai ancora dormendo." negai con tutto me stesso
cercando di allontanarmi da lui.
"Alec ammettilo!" l'infame iniziò a farmi il solletico,
faticai
a prendere fiato dal troppo ridere. Conosceva tutti i miei punti deboli
e li sfruttava a suo piacimento come al solito. Non potevo vincere con
lui quando ci si metteva. Fu una lotta impari. Io cercavo di scappare
dalla sua presa, lui mi agguantava nemmeno fosse una piovra. Mi mancava
il respiro.
"Va bene va bene! Basta mi arrendo. Ti ho chiamato Teddy Bear. Tu per
me sei Teddy Bear." sbottai arrendendomi a lui. Mi facevano male le
guance dal troppo ridere.
"Perchè?" aveva smesso di farmi il solletico ma ero stretto
ancora tra le sue braccia. Quella domanda mi solleticò
l'orecchio facendomi venire i brividi.
"Mi ricordi quel grande orso di peluche che avevamo visto al negozio di
giocattoli quando abbiamo preso il regalo per i gemelli. Il cartello
diceva: Ciao mi chiamo
Teddy, amo gli abbracci. Vuoi abbracciarmi?
Sei
coccoloso quanto quell'orso gigante. Ti dà fastidio questo
nome?" gli chiesi titubante azzardandomi a lanciargli uno sguardo.
"A dire la verità no. Mi piace. Quindi sono il tuo orso
coccoloso." sorrise lui sornione. Sembrava un gatto in procinto di
mangiare un topo e quel topo ero io. Mi agitai e distolsi lo sguardo
mettendomi a malincuore seduto. Creai una certa distanza tra di noi
sentendomi in imbarazzo. Mi sconvolgeva sempre con poco. In
realtà lui era il mio punto debole.
"Da oggi in poi ti chiamerò Teddy."
"Ricordati solo di tenerlo tra di noi. Che non salti fuori durante le
interviste, già chiacchierano fin troppo della nostra
relazione. Non alimentiamo ancora di più quel fuoco."
"Lo prometto."
"Beh, allora dovrò trovare io un nomignolo da darti." a
quelle
parole mi allarmai immediatamente. Sapeva come farmela pagare cara.
"Non osare metterti in testa strane idee o nomi assurdi."
"Ci penserò su. Adesso andiamo, non facciamoli aspettare
troppo.
Abbiamo ancora del lavoro da fare." si mise in piedi, pronto per
tornare ad essere professionale.
Sbuffando controvoglia, afferrai la sua mano che mi alzò
letteralmente dal
letto e lo seguii sbadigliando verso la mensa quasi deserta. Prendemmo
i vassoi che ci avevano messo da parte e ci sedemmo a un tavolo
iniziando a mangiare tranquillamente.
"Come va con Veronica? Avete fatto pace?" mi chiese lui prima iniziare
a mangiare il riso.
"Siamo arrivati a un punto in cui è inutile rincorrersi.
Abbiamo
tempi sbagliati, momenti di silenzio assoluto perchè non
abbiamo
più niente da dirci. Forse ci siamo stancati entrambi a
volerci
riprovare. Sono cambiati i nostri interessi." mormorai fiaccamente
mentre spostavo il cibo da una parte all'altra del piatto.
"Cosa vuoi fare?"
"Le ho chiesto un appuntamento per stasera per mettere le carte in
tavola. Tengo ancora a lei, non voglio farla soffrire."
"Qualunque cosa tu faccia, io sarò al tuo fianco. Fai solo
ciò che nel tuo cuore senti che sia giusto e che ti renda
felice. Il resto non conta, lo risolveremo passo dopo passo insieme."
la serietà delle sue parole e del suo sguardo mi fece
battere
forte il cuore. Era sincero, lo sapevo. Mi avrebbe protetto da
qualunque nuvola sarebbe comparsa all'orizzonte. Mi fidavo ciecamente
di lui. Ero sempre stato restio a fidarmi così ciecamente
delle
persone ma con lui era tutta un'altra storia.
"Grazie. Hai sentito più Trevor?" gli chiesi curioso di
sapere
che fine aveva fatto quel tizio che non avevo mai conosciuto. Non
pensavo che fosse stato così importante per Damon altrimenti
avrebbe sbandierato quella relazione di fronte a tutti. Era un tipo che
non riusciva a trattenere i sentimenti specialmente se era molto
coinvolto con l'altra persona.
"Da quando mi ha confessato di aver trovato qualcun altro di cui si
è innamorato non ho sentito più nulla. Mi sono
ritirato
lentamente nel mio angolino. Forse è stato un bene non aver
iniziato una vera relazione con lui. Sarebbe stato soltanto peggio dopo
per il mio cuore. Per
fortuna che non mi ha chiesto di rimanere amici."
"Ci mancava solo questo. Essere amico degli ex è la cosa
più sbagliata in assoluto." esordii io con decisione. Come
faceva quel tizio a preferire un altro a posto suo? Era fuori di testa?
Damon era praticamente perfetto, l'uomo che tutti volevano. Aveva
segatura a posto del cervello? Damon era stato fortunato a lasciarselo
alle spalle senza troppi traumi. Peccato che quella rottura era pur
sempre una tacca alla sua autostima.
"Aspetta, vado a prendere da bere."
Lo vidi allontanarsi all'improvviso come se volesse fuggire. Sentivo
che mi stava nascondendo qualcosa. Perchè si stava
comportando
in quel modo? Speravo fossero soltanto delle mie paranoie visto il
nostro legame e la promessa di dirci tutto senza nascondere niente.
Dovevo cercare di decifrare i suoi pensieri, ma non era sempre facile
con lui. Il cellulare di Damon
vibrò sul tavolo e come al solito diedi un'occhiata al
mittente
del messaggio. Mi si gelò il sangue nelle vene.
"Ciao
Dam, come stai? Posso chiamarti?"
Da quand'è che si sentivano ancora? Con che coraggio
continuava
a contattarlo dopo quello che gli aveva fatto? Come poteva Damon
accettare tutto ciò? Era questo che mi stava tenendo
nascosto?
Non voleva dirmi che sentiva ancora quell'uomo? Mi si chiuse lo
stomaco, ero completamente incazzato. Avrei voluto lanciare quel
dannato cellulare fuori dalla finestra e romperlo in mille pezzi
così come il proprietario di quel disgustoso messaggio. Mi
veniva da vomitare. Lo vidi tornare con in mano due bottigliette
d'acqua e me ne aprì una lasciandomela davanti. Se non stava
attento gliela avrei lanciata in testa maledicendolo di tutto.
"Alec va tutto bene?" mi chiese lui con fare preoccupato. Forse aveva
notato le scosse elettriche irradiate dal mio corpo?
"Meravigliosamente." il mio tono di voce risultò ironico e
acuto
mentre lasciavo le posate sul vassoio ancora pieno evitando il suo
sguardo.
"Perchè non mangi più?"
"Mi è andato qualcosa di traverso. Non credo di riuscire a
ingerire altro. Ti è arrivato un messaggio."
"Ah, grazie. Lo hai letto?" sbaglio o la sua voce sembrava allarmata
dopo aver scorto le notifiche? Adesso basta.
"No. Vado sul set, ci vediamo dopo." mi alzai di scatto buttando il
cibo nella spazzatura. Mi dispiaceva sprecare il cibo in quel modo ma
non
sarei riuscito a mandare giù più niente.
"Alec aspetta, vengo anch'io. Sei sicuro di stare bene?"
"Te l'ho già detto, va tutto bene. Andiamo."
Il mio umore non fece altro che peggiorare nelle ore successive. Lo
stavo evitando come la peste restando in disparte con la scusa di
leggere il copione. In tutto ciò lui era talmente
concentrato
sulle sue battute che nemmeno si era accorto del mio cambiamento. Che
razza di amico era? Solo James aveva avuto il coraggio di sedersi di
fianco per parlare con me.
"Hai litigato con Damon?" esordì lui tastando il terreno.
"No." ringhiai io lanciando mentalmente coltellate alla schiena del mio
partner che
stava parlando al cellulare. Era con lui? Rimpiansi di non aver
distrutto quel dannato cellulare.
"Ok...smettila di ringhiare altrimenti devo metterti una museruola.
Raccontami, ti ascolto."
"Tu conosci bene Chase?" gli chiesi di getto chiudendo il copione.
"Wow...non sento quel nome da un bel pò di tempo. Come mai
è saltato fuori?" mi chiese lui con cautela prendendo
l'argomento con le pinze mentre mi guardava attentamente.
"Gli ha mandato un messaggio."
"Cosa?" esclamò James con tono di voce acuto facendo voltare
alcuni membri della troupe.
"Si sentono ancora?"
"Che io ne sappia no, ma non prendiamo più quel discorso da
quando abbiamo iniziato questa serie. Cosa gli ha chiesto?"
"Se poteva chiamarlo. Com'è Chase?" volevo sapere di
più
di quel tizio. Volevo conoscere meglio la vecchia cotta di Damon,
capire cosa poteva aver visto in lui da fargli provare qualcosa.
"E' un ragazzo simpatico, gli piace giocare e fare lo scemo. Stava
molto sui social insieme a Damon, avevano aperto persino un canale
insieme. Erano molto in sintonia, ad entrambi piaceva la musica e
volevano diventare cantanti. Damon era molto preso da lui,
Chase...sinceramente non so cosa gli passasse per la testa. Era a
conoscenza dei sentimenti di Dam ma finchè lui restava in
silenzio in
merito, la
loro relazione non sarebbe cambiata. Chase non era mai stato chiaro e
tra l'altro era proprio lui a calcare la mano di fronte ai loro fans,
questo ha fatto immedesimare troppo Dam nel personaggio che
interpretava. All'epoca dividevano la stessa stanza nel condominio che
ci aveva affittato l'agenzia, avevano girato molti live li dentro.
Erano sempre appiccicati. Quella piccola cotta è diventata
amore
per Dam, ma in
realtà non penso che lo fosse veramente. Damon aveva trovato
qualcuno che lo accettava e sembrava che gli dimostrasse quell'affetto
che
lui agognava tanto, quindi ha confuso i sentimenti. Almeno secondo il
mio punto di vista. In apparenza Chase
sembrava la persona perfetta accanto a Dam, hanno ancora molti fans
inferociti al seguito che li rivogliono insieme."
"Lo so...ho letto tutti i commenti contro di me." borbottai chiudendo
gli occhi. Ero stanco di tutto ciò, non volevo sentire
altro.
Quelle cattive voci facevano male e non capivo come potessi
meritarmele. Non avevo fatto nulla di male eppure avevo persone che mi
odiavano dicendo che ero solo il rimpiazzo del vero partner di Damon.
Forse dicevano soltanto la verità visto come sembrava
l'intesa
tra di loro secondo il racconto di James.
"Mi dispiace, non riescono ad accettare il fatto che il passato ormai
è passato. Non si può più tornare
indietro e di
certo non credo che lo vogliano pure loro, almeno spero che usino il
cervello. Gran parte di quello che erano era fan service."
"Un pò come lo siamo noi." mormorai sempre più
scocciato.
"E' vero ma io conosco Damon da molto più tempo di te. So
che
dopo quella batosta lui è cambiato profondamente,
è
più cauto su tutto. Ha paura di lasciarsi andare ma con te
sembra diverso." perchè il suo tono convinto non riusciva a
coinvolgermi? Volevo veramente credere a James, ma volevo anche che
quell'idiota non soffrisse più per una cotta passata. Gli
lanciai un'altra occhiata vedendolo rimettere il cellulare in tasca e
tornare a parlare con la sceneggiatrice su alcune battute.
"Diverso in che modo? E' sempre e solo fan service. Nulla di
più."
"Questa è solo la rabbia a parlare, non sei veramente tu.
Fammi
capire bene. Sei arrabbiato per quel singolo messaggio, che
probabilmente non vuol dire niente, o perchè pensi che siano
ancora in
contatto?" quella domanda era subdola e lui lo sapeva bene.
"Perchè lui mi nasconde le cose dannazione! Non vuole
parlarmi
assolutamente di quella storia e ci sono molte cose che ancora non so.
Lui non si fida di me. Prima mi dice che non dobbiamo avere segreti poi
lui è il primo ad averne!" la rabbia mi assalì di
nuovo e
strinsi i pugni mentre la mia gamba aveva aumentato a muoversi con un
ritmo tutto suo. Sembrava posseduta.
"Calmati! Perchè invece di sbuffare qua in solitudine come
un
treno a vapore non vai ad affrontarlo?" si alzò in piedi
stirandosi la maglietta con una mano.
"Perchè dovrei se nemmeno si accorge che sono arrabbiato?"
forse
mi stavo comportando da bambino petulante ma in quel momento mi sentivo
così ed ero sempre più convinto di ogni mia
parola.
"A dire la verità, forse non te ne sei accorto tu, ma
è
da quando siete tornati dalla mensa che continua a lanciarti occhiate
da lontano. Non si è avvicinato perchè sta
lavorando,
però è stato proprio lui a chiedermi di venire da
te per parlarti. E'
turbato dal fatto che lo stai evitando e non ne capisce il motivo. Sii
onesto e sfogati con lui. Puoi dargli anche dell'idiota se serve a
farlo ragionare."
"Non voglio."
"Più tempo fai così più rischi di
perderlo e incrinare il vostro rapporto. Lui ci
tiene a te e la cosa è reciproca. Non fare il bambino e vai
da
lui."
A quelle parole mi bloccai di colpo. James si allontanò per
provare la sua scena con Kevin e l'attrice che interpretava sua cugina.
Come poteva andarsene in quel modo? Ero di nuovo da solo nel mio brodo.
Che palle. Quanto mancava ancora per tornare a casa? La voce di Meg
attirò la mia attenzione.
"Alec sei pronto? Giriamo la vostra scena adesso."
"Solo un minuto, devo prima parlare con Damon di una cosa." mi
avvicinai con calma, era ora di affrontare il toro per le corna e
finirla di mettere il broncio. Avevo bisogno di chiarire con lui, alla
fine James aveva ragione su una cosa. Ci tenevo così tanto a
quel rapporto che avrei fatto di tutto per non perderlo.
"Si va bene, però sbrigatevi che siamo già in
ritardo con
la tabella di marcia." mi disse un pò spazientita Meg mentre
si
organizzava con la troupe. Feci cenno a Dam di seguirmi e ci
allontanammo di qualche metro per avere una parvenza di privacy. Odiavo
dare troppo spettacolo per fatti personali.
"Mi vuoi finalmente dire cosa ti prende?"
"Si tratta di quel messaggio che ti è arrivato prima."
confessai
evitando ancora di guardarlo negli occhi. Misi le mani in tasca
stringendomi nelle spalle con insicurezza.
"Lo hai letto." non sapevo se fosse più sorpreso o mi stesse
accusando in qualche modo.
"Si...non mi vuoi dire niente?"
"Cosa ti devo dire? Era solo un messaggio come tanti altri." quando
azzardai a incrociare i suoi occhi lo vidi infastidito e in procinto di
arrabbiarsi. Dovevo essere io quello arrabbiato, non lui.
"Non mi sembra che Chase mandi messaggi come tanti altri. Lo senti
ancora?"
"Non penso che questi siano affari tuoi Alec." quelle parole mi fecero
male al petto.
"Sono il tuo partner, certo che sono anche affari miei." alzai la voce
con rabbia stringendo i pugni. Molte persone si voltarono verso di noi
ma li ignorai. Mi sentivo un vulcano pronto ad esplodere.
"Di lavoro, solo partner di lavoro. Non credere di poter interferire
con altre questioni. E' la mia vita." non stava urlando ma il suo tono
e il suo sguardo erano glaciali.
"Quindi non valgo proprio niente per te? Si tratta solo di lavoro.
Bene, grazie di avermelo chiarito. Adesso andiamo a lavorare collega,
ci
aspettano." detto ciò gli voltai le spalle per andare verso
Meg e i cameramen.
"Dannazione Alec!" lo sentii imprecare ma mi rifiutai di girarmi verso
di lui. Adesso dovevamo lavorare.
Il resto delle riprese continuarono con un'aria di tensione
palpabile. Se ne erano accorti tutti e nessuno sapeva come gestire
quell'atmosfera. Alcuni membri della troupe cercarono di farci fare
degli esercizi per scioglierci un pò e recuperare la nostra
intesa ma non sembravano dare i
loro frutti. Ci costrinsero a provare il copione tenendoci per mano e
guardandoci negli occhi. Peccato che in quel momento volevo incenerire
i suoi tanto acclamati occhi e mozzargli una mano. Ma quello era lavoro
e lo show doveva
andare avanti. Dovevo concentrarmi. Meg ci rinunciò e disse
che
per quel giorno ci saremmo fermati li e che avremmo ripreso l'indomani,
la prima scena era di nuovo la nostra. Coccole in vista, la scena
giusta in quel momento. La ringraziai con il capo
notando che Damon si alzava, voltando le spalle, ignorandomi
completamente. Questo mi ferì ulteriormente. Adesso faceva
lui l'offeso? James si fece avanti di nuovo ammiccando verso il nostro
collega in comune che stava scherzando con Kevin e Louise, un'altra
attrice del cast principale. Interpretava la mia ex ragazza nella serie
ma si era capito fino dalle audizioni che aveva un debole solo per lui.
Pendeva dalle sue labbra. Chi non lo faceva?
"Ti avevo detto di andare a parlargli non di litigare di fronte a tutti
come una moglie ferita." disse James raggiungendomi.
"E' colpa sua! A quanto pare devo farmi gli affari miei
perchè non sono altro che un collega di lavoro."
"Conosco Damon da anni, so che quello che ha detto non era
ciò
che pensava. Avete caratteri diversi e mentalità diverse,
lui
è anche più grande di te e con più
esperienza. E'
difficile che si apra del tutto ma con te ci sta provando. Non
è
facile per lui parlare di quell'argomento. Io c'ero durante quell'anno
e mezzo e ti dico che a fatica siamo riusciti a portare avanti la
seconda stagione, conta che è stata persino un mezzo flop.
Era difficile farli recitare insieme, hanno dovuto cambiare spesso il
copione e diminuire le scene insieme dei due personaggi. Meglio non
mescolare il lavoro con i sentimenti, l'ho sempre detto. Ormai era
tutto un
casino unico. Quasi tutti si erano schierati da una parte o dall'altra,
sembrava una disputa sportiva. Alec non voglio difenderlo, anche
perchè qui bisognerebbe sentire entrambe le campane e non
giudicare, ma so bene cos'ha passato. Gli erano rimasti pochi veri
amici e ha sofferto molto, tante porte gli si sono chiuse davanti senza
avere nemmeno la possibilità di dimostrare quanto valeva.
Forse
dovresti tentare di nuovo di parlargli senza andare subito con il piede
di guerra. Dovete risolvere la faccenda entro domani altrimenti Meg si
arrabbierà." mi avvisò lui con serietà.
"Come faccio a parlargli se mi sta ignorando? Guardalo! E' come se non
esistessi!" lo indicai con un cenno della testa in modo esasperato e
frustrato.
"Richiedi la sua attenzione come fai di solito, questo lo sai fare
piuttosto bene meglio di chiunque altro. Ha occhi solo per te. Comunque
Alec, secondo me questa è soltanto gelosia. Facci
un pensierino mentre decidi come fare un passo verso lui e porgere un
ramoscello di ulivo."
Io geloso? James stava di certo farneticando. Odiavo quando le persone
manifestavano gelosia e di certo io non ero assolutamente
geloso di
lui. James gli si avvicinò per sussurrargli qualcosa
all'orecchio, Damon annuì dandogli una pacca sulla spalla
come
saluto per poi tornare a parlare con Louise e Kevin. Decisi di alzarmi
per andare a parlargli quando Brian entrò in compagnia di un
altro uomo
che attirò completamente l'attenzione di Damon. Quest'ultimo
sorrise al nuovo arrivato con felicità mentre si chinava
leggermente per stringerlo in un
forte abbraccio ricambiato. E adesso chi diamine era quello? Aveva il
volto familiare ma non riuscivo a riconoscerlo. Vidi che
lo presentava ai due colleghi e la mia rabbia aumentò a
dismisura. Ed io cos'ero? Aria? Mi arrivò un messaggio da
Veronica che chiedeva se potevamo vederci in quel momento. Quella era
la mia via di fuga perfetta. Gli lanciai un'ultima occhiata prima di
superarli e lasciare definitivamente il set. Chiesi a Paul un passaggio
per andare al locale dove avrei poi incontrato la mia ragazza. In
silenzio, continuavo a guardare fuori dal finestrino con la mente
troppo confusa e agitata. La mia gamba non voleva stare ferma dal
nervosismo. Era per l'incontro con Veronica? O per il fatto che Damon
mi
aveva ignorato e trattato in quel modo come se non contassi nulla? Non
capivo più niente. Mandai un messaggio a
Veronica avvertendola di essere arrivato, misi un cappellino scuro con
visiera per cercare di non essere notato e scesi dall'auto. Dissi a
Paul che lo avrei contattato appena finito per farmi venire a prendere.
Ero pronto per affrontare uno dei miei problemi. Appena la vidi ad un
tavolo la raggiunsi guardandomi attorno.
"Potevi trovare un angolo un pò più buio.
Potrebbero
notarci." mi sedetti davanti a lei sentendomi a disagio. Mi calcai di
più il cappellino in testa con fare nervoso e mi incurvai
con le spalle.
"Non importa, ho fans ovunque. Sarebbe impossibile nascondersi con me
anche volendo."
"Ne abbiamo già parlato, eri stata proprio tu a dire di non
volerci far vedere insieme." le ricordai abbassando la voce mentre lei
sorseggiava tranquillamente il suo drink colorato. La vidi sorridere e
salutare qualcuno dietro di me e sperai che non si facessero avanti
fino ad arrivare al nostro tavolo per chiederle un autografo o una foto
insieme.
"Magari adesso ho cambiato idea. Magari voglio mettere in mostra la mia
proprietà."
"Non sono mai stato una tua proprietà, nè tua
nè
di nessuno. Eravamo una coppia...siamo una coppia." mormorai cercando
di correggermi all'ultimo momento. Stavamo ancora insieme.
"Finalmente mettiamo le carte in tavola. Siamo onesti una volta per
tutte, penso che sia arrivato il momento di farlo. Lo so che non sei
mai stato una mia proprietà, scusami per l'espressione. Le
cose
tra noi non vanno bene già da un bel pò, abbiamo
tirato
avanti finchè potevamo. Tu cosa ne pensi?" era la prima
volta
che mi parlava così apertamente del nostro rapporto. Non era
mai
successo. Se voleva l'onestà le avrei tirato fuori tutto,
cercando di non essere cattivo. Dopotutto avevamo avuto anche dei bel
momenti in passato, non potevamo dimenticarli.
"Mi piacevi molto, anche adesso mi piaci ancora. Mi dispiace ogni volta
che finiamo per litigare, ormai sembra che non sappiamo fare altro.
Questo sta
distruggendo il nostro rapporto."
"Ricordo ancora la prima volta che ti vidi in quel locale. Eri come un
pesce fuor d'acqua, ti avevano costretto a uscire i tuoi amici e tu
facevi finta di divertirti ma eri a disagio e continuavi a giocare al
cellulare. Nessuno se ne era accorto, troppo ubriachi per notare
qualcun altro oltre loro stessi che stavano facendo baldoria. Io ti
osservavo da lontano perchè mi
incuriosivi. Molte ragazze avevano provato ad avvicinarsi, ma tu le
mandavi via con qualche scusa senza farti scrupoli. Trovavo la cosa
interessante e poi eri piuttosto carino, quindi mi sono fatta avanti
portandoti un drink. Hai rifiutato persino me senza guardarmi in
faccia. Nessuno mi aveva trattata in quel modo, nessuno mi aveva mai
rifiutato. Ero famosa ma per te
ero come aria." ricordò lei indispettita osservando il
ghiaccio
sciogliersi nel suo bicchiere quasi vuoto. Mi tornò in mente
quella sera, sembravano passati anni.
"Non volevo essere li, ero a disagio. Era stata una giornata da
dimenticare e non ero di compagnia, stavo guardando IG per passare la
serata."
"Lo so, mi ricordo benissimo il servizio fotografico che stavi
guardando. Era di Damon. Ammetto che era piuttosto figo, come al solito
del resto." a quelle parole restai di sasso.
"Come?" mi raddrizzai sulla sedia. Di cosa stava parlando?
Perchè non ricordavo quel momento?
"Mi sembra strano che non te lo ricordi, stavi guardando gli scatti di
Damon. A quanto pare lui attirava già la tua attenzione
più di me fin dal principio. Siccome non volevo perdere, ti
ho incrociato mentre
uscivi dal bagno e ho fatto finta di scontrarti per poi macchiarmi il
vestito e dare la colpa a te. Finalmente mi guardavi. Poco
dopo abbiamo iniziato a frequentarci e adesso eccoci qui a fare il
resoconto della nostra storia. Com'è strano il mondo.
C'è
sempre stato lui fin dall'inizio, non lo sapevo nemmeno ma avevo perso
già in partenza."
"Non so..." ero smarrito.
"Alec, non mentire. Non farlo adesso. Cosa provi per Damon?" quella era
la domanda del secolo. Nemmeno io sapevo più cosa sentivo
per
lui.
"Non lo so. Sul serio...sono confuso. Oggi abbiamo persino litigato e
mi sento agitato. Ogni volta che sono con lui mi sconvolge
completamente." ammisi guardandomi le mani. Solo qualche ora prima ero
sdraiato tra le sue braccia sentendomi a casa, adesso mi sentivo vuoto
e spossato.
"Provi qualcosa di diverso rispetto a quello che provavi per me?
Qualcosa di più profondo?"
"Non lo so. Lui è più di un fratello per me."
perchè voleva sapere tutte quelle cose? Stava
scavando troppo a fondo per delle questioni che non volevo realmente
affrontare. Perchè le cose non potevano restare
così per
sempre? Litigata a parte. Tutti troppo curiosi di sapere qualcosa su
quella relazione, adesso ci si metteva pure lei.
"Dannazione! Come fai a non saperlo? Pensi a lui in continuazione? E'
la prima persona che chiami quando ti svegli? Parli sempre di lui? Ti
batte forte il cuore quando lo vedi? Arrossisci al suo sguardo? Sei in
trepida attesa mentre aspetti un suo messaggio? Ti senti solo quando
lui non è con te? E' la prima persona che vorresti vedere al
mattino e l'ultima che vorresti salutare prima di dormire?"
"Fermati, prendi fiato! Mi sembri una di quelle riviste rosa per donne
single in cerca di trovare qualcuno per accoppiarsi!" ridacchiai in
imbarazzo massaggiandomi un orecchio. Cosa era preso a
Veronica di
punto in bianco? Fino a cinque minuti prima stavamo ancora insieme e
adesso mi chiedeva dei miei sentimenti per Damon. Che strana.
"Alec! Se vuoi lasciarmi almeno fallo per un buon motivo. Le cose tra
di noi non vanno più bene da non so più quanto
tempo.
Più cercavamo di venirci incontro più ci
allontanavamo.
Sono sempre stata gelosa del tuo rapporto con Damon, non avevi tempo
per me ma non facevi altro che parlare di lui. Damon di qua, Damon di
la. Era come una terza persona sempre presente accanto a te anche se in
realtà c'ero solo io. Mi infastidiva solo sentirlo nominare.
Ero
io la tua ragazza o lo era lui? Amavi me o amavi lui? Ho sempre avuto
paura di farti queste domande perchè non volevo sentire la
risposta. Cosa provi per Damon? Non è una di quelle
interviste
che poi viene pubblicata on line, puoi essere sincero. Non rifilarmi la
solita solfa del siamo come fratelli. Detesto mio fratello e di certo
non
ho un rapporto così affettuoso con lui da abbracciarlo ogni
dieci minuti o dal dormire nello stesso letto."
"So solo che mi fa stare bene. Sentire la sua voce, vedere il suo
sorriso e incrociare il suo sguardo...mi fa sentire dannatamente bene.
Rende più colorata la mia giornata. Non so se sia amore o
un'amicizia stretta, so solo che voglio che restiamo così
per
molto tempo. Non voglio perdere quello che c'è tra di noi.
Quando ho letto il messaggio che ha ricevuto da un altro
mi sentivo così male. Non mi era mai successo." finalmente
ammisi anche a me stesso la verità. Era inutile nascondersi
ancora. C'era qualcosa tra di noi e non potevo più negarlo,
qualcosa a cui tenevo più di tutto.
"Finalmente il nostro Alec mostra segni di gelosia. Pensavo che non
l'avresti mai provata per nessuno e invece eccola qua. Tieni davvero a
lui così tanto. Ho provato più volte a farti
ingelosire
facendomi fotografare insieme ad altri ragazzi ma tu non reagivi mai
nel modo che speravo. Invece un solo messaggio ti ha sconvolto
così tanto che non ti da pace. Damon ha fatto centro senza
nemmeno saperlo." fece una risata amara annuendo con il capo. Avevano
ragione, sia lei che James.
"Sono geloso. E' vero. Mi sento strano." continuai a massaggiarmi
l'orecchio lanciando occhiate in tutto il locale. C'erano alcune
persone che ci stavano guardando. Era meglio chiuderla il prima
possibile e tornare a casa.
"Perchè non glielo dici? Hai paura del delirio che potrebbe
scatenarsi tra i fans quando verranno a sapere che la loro ship
immaginaria in verità è reale? Fregatene, questa
è
la tua vita. Non possono condizionare così tanto la vita di
una
persona."
"Lo dici proprio tu che hai migliaia di followers e che ha taciuto a
tutti per mesi la nostra relazione." la presi in giro.
"Ho controllato, i tuoi followers hanno battuto i miei per numero. Sei
diventato famoso piuttosto in fretta. Comunque non stiamo parlando di
me, ma di te e Damon. E' diverso. Noi siamo il passato, voi potreste
essere il futuro. Dipende da come te la giochi. Voi siete sulla bocca
di tutti, io avevo paura di dire che stavo con qualcuno che non era
ancora famoso. Poi quando lo sei diventato avevo paura dei confronti,
non volevo essere criticata."
"Veronica voglio chiarire una cosa. Non ti sto lasciando a causa di
Damon ma perchè tra di noi le cose non funzionavano.
Ciò
che provo per Damon è venuto dopo...è maturato
nel tempo,
un pò alla volta. Ma volevo stare con te. Tenevo molto a noi
ma so di non essermi dedicato abbastanza dopo essere stato scritturato
nella serie. Ho molte colpe se la nostra relazione non è
andata
bene." le chiesi scusa nell'unico modo possibile. Mi sentivo in colpa
nei suoi confronti.
"Non è stata solo colpa tua. Lo sapevo che sarebbe stato
difficile e non ho di certo aiutato a far funzionare le cose. Damon
forse non ne è la causa ma ha messo a dura prova delle basi
che
forse non erano così stabili come credevamo. Adesso voglio
dedicarmi a me stessa e ai nuovi progetti, niente storie clandestine
per un pò. Il mio ego deve rimettersi in sesto dopo che tu
hai
ammesso di provare qualcosa per un'altra persona. Certo, il fatto che
quella persona sia talmente figa per milioni di altre persone un
pò mi mette il cuore in pace. Adesso però tocca a
te
affrontare il drago. Avete litigato, cosa vuoi che sia? Gli innamorati
litigano sempre. Vai da lui e
chiarite la faccenda, digli che sei geloso e che ci siamo lasciati.
Sicuramente ne sarà contento." alzò gli occhi in
alto
facendo una smorfia. Non era facile per lei dire quelle cose lo sapevo.
"Perchè dovrebbe esserne contento?"
"Ti facevo più sveglio Alec. Adesso devo proprio andare, tra
un
pò devo fare una diretta su IG e mi devo preparare.
Accompagnami
fuori."
Mandai un messaggio a Paul e la accompagnai fuori mettendole una mano
dietro lo schiena per guidarla. Era tutto strano, quello era il nostro
addio eppure
non sentivo niente. Avevo creduto che ci saremmo lanciati accuse a
vicenda, arrabbiati l'uno con l'altra per fatti già
accaduti, eppure ero
tranquillo. Avevamo sistemato le cose e sembravamo dei vecchi amici in
partenza verso nuove avventure separate. Era un addio sereno. Di fronte
a noi accostò
la macchina della sua manager, era arrivato il momento di lasciarla
andare.
Veronica si voltò verso di me con un sorriso triste e mi
chiese
un ultimo abbraccio. Volevo ricordarla così. La strinsi tra
le
braccia e le sussurrai parole di incoraggiamento per il futuro. Lei mi
disse di non perdere tempo e prendere ciò che volevo.
L'istante
di un click e di schiamazzi allarmati e tutto quello che ero riuscito a
costruire esplose come una bolla di sapone.
POV Damon
Mark ed io entrammo in casa, lo vidi buttarsi sul divano con fare
stanco trascinando i piedi sul pavimento. Andai a prendere due
bottigliette di acqua nel frigorifero e
gliene lancia una addosso colpendolo in pieno. Borbottò,
lamentandosi dei miei modi
poco gentili, e si massaggiò lo stomaco. Mi appoggiai al
mobile
della cucina e bevvi un sorso, non facevo altro che pensare alla
litigata con Alec. Perchè avevo reagito in quel modo?
Perchè non avevo contato fino a mille prima di aprire bocca?
Avevo
bisogno di sentirlo, non volevo che si creasse troppa distanza tra di
noi. Non sapevo se dargli altro tempo o provare a chiamarlo.
"Finalmente un pò soli."
"Non ti ci abituare. Appena lo dici arriva sempre qualcuno o qualcosa a
disturbare la quiete. Ho bisogno di pensare." mormorai massaggiandomi
la tempia. Era arrivata persino l'emicrania come ciliegina sulla torta.
"E' per questo che mi hai chiamato in aiuto? Pensavo che volessi
finalmente presentarmi Alec eppure ho visto che è fuggito
senza
neanche salutarti. Se è per questo ho anche notato il tuo
sguardo spento e triste mentre lui usciva. Sembravi un cane bastonato."
"Abbiamo litigato."
"La coppia d'oro che litiga? Cos'è successo?" si mise seduto
correttamente dandomi tutta la sua attenzione. Mark era uno dei miei
migliori amici, sapeva quando concordare con me nelle cose giuste e
anche quando
bastonarmi se commettevo degli errori gravi come quello.
"Chase mi ha mandato un messaggio e Alec lo ha letto." ammisi cupamente
ricordando ogni dettaglio di quell'assurda scena.
"Cosa vuole quel coglione adesso?" il tono aggressivo del mio amico mi
fece capire come la pensava. Non era di certo un segreto che detestava
apertamente Chase, lo aveva persino affrontato fuori dal set una volta
dicendogli che si era comportato in modo infantile andando a
sbandierare
la vita privata di un'altra persona sui social media. Specialmente la
vita di una persona che dichiaravi a tutti di essergli amico e forse
qualcosa di più. Quella volta ero
riuscito a stento a portarlo via prima che gli tirasse un pugno in un
occhio. Mark era così, meglio averlo come amico che come
nemico.
Sapeva sempre come consolarmi dopo ogni rottura, insieme a Simon e
Trevis gli altri due amici. Non mi avevano mai lasciato solo e
continuavano
a sostenermi e a incoraggiarmi.
"Voleva chiamarmi ma non ho risposto."
"So che non è la prima volta che ti contatta dopo che sono
finite le riprese. Gli hai mai risposto?"
"Una volta sola, ma mi aveva fatto male sentirlo. Non ero ancora pronto
a lasciare andare quella storia."
"Dam hai intenzione di chiamarlo?" mi si avvicinò
scrutandomi
attentamente. Mi conosceva bene, sapeva che preso dal momento potevo
prendere il telefono e rivangare il passato con una sola chiamata.
Sapeva che una parte di me era tentata di farlo e sapeva che
l'altra
parte di me aveva bisogno di distrazione prima di commettere un'altra
cavolata.
"No...non lo so. L'unica cosa che ho in testa in questo momento
è il viso deluso e arrabbiato di Alec. Gli ho urlato che non
erano affari suoi e che lui è soltanto un partner di
lavoro."
mormorai prendendomi il viso tra le mani con fare sconsolato. Cosa
dovevo fare?
"Ma sei un imbecille? Perchè gli hai detto una cosa del
genere?
Se lo avessi detto a me ti avrei tirato un pugno. Ritieniti fortunato."
potevo credergli sulla parola. Lo avevo già visto in azione.
"Mi sentivo oppresso. Chase che mi voleva parlare, io che ero stanco
morto e Alec che mi chiedeva che intenzioni avevo. Non sapevo cosa
dirgli in quel momento così l'ho aggredito anch'io
verbalmente
di fronte a tutti. Non siamo più riusciti a girare una delle
nostre scene e Meg ci ha rispediti a casa esasperata. La cosa
più difficile per me è stata ignorarlo."
"Alec è un santo! Fratello lo so come sei fatto, che hai
bisogno
di sbollire un pò per paura di mangiartelo vivo ma arrivare
persino a ignorarlo no! Ignoravi lui mentre parlavi con due persone
alle quali evidentemente piacevi? Cosa c'è di sbagliato in
te?
Cosa credi che potesse pensare quel povero ragazzo?" Mark si
accalorò cercando di farmi ragionare. Aveva ragione, come al
solito avevo fatto un'altra cazzata mentre ero arrabbiato. A quanto
sembrava ne stavo accumulando parecchie negli ultimi tempi.
"Lo so, ho sbagliato."
"Damon ti voglio bene, ci conosciamo dal liceo e non ti ho mai visto
così sconvolto per colpa di uno stupido malinteso. Devi
andare a
chiarire subito con lui e a scusarti per tutte le cavolate che ti sono
uscite di bocca. Trova un modo di farti perdonare e poi finalmente
potrai presentarmi mio cognato. Ho bisogno di dirgli giusto due o tre
cose su come gestire il tuo caratteraccio, il più delle
volte
sei talmente adorabile da cariare i denti ma tendi a risultare
parecchio suscettibile in certi casi...e ovviamente minacciarlo di
morte in caso ferisca i tuoi sentimenti. Questa volta però
sono
ottimista." sorrise lui dandomi delle pacche sulla spalla sentendosi
fiero del proprio discorso.
"Cosa te lo fa pensare?" gli chiesi con curiosità
ricambiando tiepidamente il suo sorriso.
"L'adorazione piuttosto palese che mostra quando ti guarda negli occhi.
Se non riesci ad accorgertene mentre sei con lui, ti consiglio di farti
un giretto sul web e rivederti alcune scene. Per lui è come
se
camminassi sull'acqua."
"Se fosse un modo per tenerlo al sicuro da tutto quello che
c'è la fuori camminerei persino sui carboni ardenti per lui."
"Così mi spaventi, non esagerare. E' dannatamente fortunato
quel ragazzo."
"Sono io quello fortunato ad averlo incontrato." ammisi con voce
tremante incrociando lo sguardo del mio amico. Lui annuì
capendo
al volo tante altre cose che non volevo tirare fuori. Sapeva che non
era il momento per altre confessioni più profonde e che
probabilmente non lo sarebbe
mai stato, avevo paura di tirarle fuori e scavare nei miei stessi
sentimenti. Paura di ripetere gli stessi sbagli, paura di
perdere una persona importante. Mi strinse la spalla per confortarmi,
sarebbe sempre stato al mio fianco. All'improvviso arrivò
come
un fulmine a ciel sereno Brian con in mano il cellulare e con
espressione turbata.
Non preannunciava nulla di buono.
"Damon abbiamo un problema." addio momento di tregua.
"Cos'è successo?" mi raddrizzai con fare allarmato mentre il
mio
manager mi allungava il proprio cellulare per mostrarmi foto video e
dei commenti che non avrei mai voluto vedere. Stavano arrivando una
valanga di problemi all'orizzonte ed Alec era il centro del ciclone.
"I paparazzi hanno beccato Alec e Veronica uscire insieme da un locale
e abbracciarsi. Gli haters la stanno insultando sui social, ti stanno
arrivando tanti messaggi." gli restituii il cellulare e presi il mio
digitando nervosamente sul display.
"Dannazione! Chiama Paul e le riviste. Organizzate una conferenza
stampa per domani al più presto. Speriamo che mi risponda."
mormorai selezionando il nome del mio compagno. In un primo momento
risultò libero poi più nulla. Provai a chiamarlo
di nuovo
ma mi rispose la segreteria telefonica. Quanto odiavo sentire il suono
di quella voce metallica.
"Dam?" Mark cercò di attirare la mia attenzione ma avevo la
testa troppo incasinata per parlare con lui. L'unico con cui volevo
parlare non rispondeva ed io stavo cercando di ideare un piano per
risolvere la questione senza causare troppe vittime.
"Niente, forse lo ha staccato. Chiamo sua madre. Mi dispiace Mark ma
devo lasciarti io..." non mi fece nemmeno finire la frase che mi diede
le chiavi dell'auto in mano per poi spingermi verso la porta.
"Damon, va da lui. Resto qui ad aiutare Brian. Ci sentiamo
più tardi."
Non ebbi nemmeno il tempo di ringraziarlo come dovevo che mi precipitai
in macchina uscendo fuori dal garage con attenzione. Va bene la fretta
ma non volevo causare alcun incidente per disattenzione senza nemmeno
essere ancora uscito dalla proprietà. Mi immersi nel
traffico e
feci partire la chiamata con il vivavoce. Nell'attesa tamburellai le
dita con nervosismo sul volante mandando qualche imprecazione alle auto
davanti che stranamente quella sera volevano rispettare i limiti di
velocità in modo estenuante. Di solito sembravano
partecipare a
una gara di formula uno ma quella sera era più veloce un
bradipo
assopito.
"Mary!" esclamai felice mentre sentivo rumori provenienti dall'altro
interfono.
"Damon finalmente! Hai visto le foto?" la sua voce arrabbiata aveva una
vena accusatoria. Aveva ragione, avrei dovuto prendermi più
cura
di suo figlio.
"Si. E' a casa?"
"Si è rifugiato in camera, non risponde a nessuno. Non vuole
nemmeno aprire la porta."
"Com'è la situazione fuori? Ci sono i giornalisti?"
"Non qui sotto perchè fortunatamente non sanno dove abitiamo
ma
Paul li ha visti gironzolare nel quartiere. Ha detto che non dobbiamo
uscire per nessun motivo." per fortuna una cosa intelligente ogni tanto
la fa anche lui.
"Sono per strada, tra un pò vi raggiungo. Questa sera lo
porto
da me, staremo attenti a non farci vedere. Più tardi Brian
ti chiamerà per dirti tutto. Per favore, potresti
passarmelo? Ho bisogno di parlargli."
"Ha bisogno di te al suo fianco in questo momento, sei il suo compagno.
Lo avevi promesso." quelle parole mi fecero male perchè
erano
l'assoluta verità.
"Mantengo sempre le promesse. Devo prendermi cura di lui e della sua
immagine. Non mi tirerò indietro." affermai con sicurezza
credendo in ciò che avevo appena detto. Erano alcune delle
promesse che le avevo fatto la prima volta che l'avevo conosciuta,
aveva bisogno di sapere a chi stava affidando il proprio figlio e che
fosse al
sicuro e guidato da qualcuno di cui potesse fidarsi. Speravo di avere
ancora la sua fiducia. Sentii un pò di trambusto, Mary che
chiamava il figlio dicendo che lo stavo cercando. Non sentii alcuna
risposta da parte sua e pensai il peggio finchè non sentii
un
impercettibile sospiro che mi rincuorò di colpo.
"Pronto." la sua voce era flebile e rauca. Il suo tono senza energie mi
fece male.
"Alec sono io."
"Lo so."
"Probabilmente non vuoi parlare con nessuno adesso, specialmente con
me. Scusami per tutto, a volte mi comporto da perfetto imbecille senza
nemmeno accorgermene. Non ti meritavi quelle parole. Ne parleremo
meglio di persona, voglio chiarire tutto con te. In merito a quelle
foto e quei video non devi preoccuparti, ce ne stiamo occupando Brian
ed io. Tutto si risolverà in fretta. Abbi fede. Mi hai
sentito?
Lo so, può sembrare una frase fatta ma fidati di me. Sei
molto
importante." speravo accogliesse la mia supplica. Speravo che si
fidasse di me ancora una volta, avrei fatto di tutto per non deluderlo.
Lo sentii sospirare di nuovo, sembrava stesse
trattenendo le lacrime ma non potevo esserne certo.
"Teddy ho bisogno di te." sussurrò piano con voce spezzata.
Non
lo avevo mai sentito così. Aveva usato il nomignolo che mi
aveva
dato solo quella mattina. Quando lo avevo sentito la prima volta ne ero
rimasto sorpreso. Avevo adorato il suo tono burbero mentre cercava di
far finta di niente, ma in quel frangente fu agognante. Volevo essere
al suo fianco per confortarlo, fare miei i suoi problemi e aiutarlo ad
andare avanti con sicurezza. Volevo prendermi cura di lui.
"Dammi mezz'ora e sarò sotto casa dei tuoi. Ti mando un
messaggio appena arrivo. Scendi e poi ti porto a casa, non hai bisogno
di nient'altro. Stanotte resterai con me. Non te lo sto chiedendo."
"Va bene, ti aspetto. Stai attento."
Detto ciò, chiuse la chiamata lasciandomi solo con i miei
pensieri. Pensieri che andarono in mille direzioni e quasi nessuna di
quelle era bella. Vedevo scenari futuri per nulla allettanti. Ero
preoccupato per lui. Più ferivano lei
più lui si sarebbe tormentato dai sensi di colpa. Non doveva
andare a finire così. Feci una telefonata a Brian per avere
degli aggiornamenti e mi confermò su un'intervista singola
per
entrambi e una
di coppia. Aveva chiesto alla troupe di posticipare di un'ora le
riprese così da risolvere il problema, promettendo loro che
non
avremo fatto perdere tempo e che saremo stati diligenti come al solito.
Mark aveva cercato di calmare gli animi sui social commentando sul
nostro affiatamento come coppia e postando alcuni video di vecchie
uscite tra amici dove ci prendevamo in giro a vicenda mentre eravamo
vestiti da donne. Stava distraendo i fans dando loro altri scorci della
nostra vita pur di concentrare le loro menti su altro che non fosse il
nuovo scandalo del momento. Li ringraziai di cuore dicendo loro che
avrei portato Alec a casa per restare da soli in
tranquillità.
Giusto per fargli capire a chiare lettere di lasciare il campo libero.
Appena fui nei paraggi, mandai un messaggio dicendogli di farsi trovare
giù che stavo arrivando. Controllai attentamente la strada
ma in
apparenza non sembrava che ci fosse nulla di sospetto. Mi fermai giusto
il tempo di farlo salire in macchina e ripartii immediatamente senza
guardarmi indietro. Lanciai uno sguardo nella sua direzione
preoccupato. Guardava fuori dal finestrino con aria assorta mentre con
una mano stringeva la cintura stretta al suo petto. Chiaro segnale che
non voleva parlare, andava bene. Non volevo forzarlo in alcun modo.
Misi un cd di musica di sole chitarre acustiche per calmare un
pò gli animi. In
quel momento ne avevamo bisogno entrambi. Facemmo tutto il viaggio in
assoluto silenzio rispettando lo spazio personale l'uno dell'altro.
Aprii il cancello con il telecomando e parcheggiai l'auto nel garage.
Lo accompagnai dentro casa togliendomi subito le scarpe e preparando il
suo paio di ciabatte che posizionai vicino ai suoi piedi. Era immobile
e guardava il pavimento. Mi chinai a togliergli le Adidas bianche e le
misi accanto alle mie nel ripostiglio.
"Vai a farti una doccia, ti lascio il cambio in bagno. Qualunque altra
cosa di cui tu abbia bisogno dimmelo e te la procurerò. Non
ho
molto in
frigo, mi restano solo alcune confezioni di noodles istantanei. Dopo
ordiniamo qualcosa da mangiare. La prossima volta farò la
spesa
prima e ti cucinerò qualcosa di buono. Mi dispiace per
l'inconveniente." mi scusai prendendo dei dépliant di cibo
da asporto
che tenevo sul bancone in cucina. Li usavo raramente ma andavano
benissimo per le emergenze.
"Damon io..."
"Non dire niente adesso. Ne parliamo dopo e decideremo insieme come
muoverci. Vai a fare la doccia. Ti aspetto qui."
"Non ordinare. Vanno bene i noodles." mi disse lui tutto d'un fiato
arrossendo alle orecchie. Azzardai un sorriso, era tenero in quel
momento. Lasciai perdere i dépliant e annuii.
"Ok. Vada per i noodles. Adesso vai."
Lo osservai rifugiarsi in bagno e mi sentii più tranquillo.
Adesso era al sicuro, speravo che se ne rendesse conto e che iniziasse
a rilassarsi. Sentii l'acqua scorrere restai per alcuni secondi dietro
la porta chiudendo gli occhi. Perchè stavo iniziando a fare
pensieri assurdi sul mio partner? Pensieri come raggiungerlo sotto la
doccia per lavargli la schiena. No, basta! Non era la prima volta che
si facevano avanti nella mia testa ma ero sempre riuscito ad
accantonarli ritornando con i piedi per terra. Adesso che le cose si
erano complicate rispuntavano come funghi dopo un temporale, non era
proprio il momento ideale per pensare a certe cose. Andai in camera a
prendergli un asciugamano e un cambio per la notte. Bussai alla porta
del bagno, per non spaventarlo, ed entrai posando il tutto sul mobile
vicino allo specchio. Feci di tutto per resistere alla tentazione e
uscii immediatamente senza lanciare alcuna occhiata nel posto che
desideravo. Dovevo andare all'inferno in quel momento.
Perchè
pensavo a certe cose? Andai in cucina e iniziai a trafficare con la
pentola per preparare i noodles. Fortunatamente il frigo non era
completamente vuoto e misi alcuni ingredienti dentro che sapevo avrebbe
apprezzato. Conoscevo i suoi gusti. Quando uscì dal bagno
per
poco non mi scottai la mano con l'acqua calda della pentola. Erano solo
una stramaledetta maglietta vecchia e un paio di boxer grigi, ma era la
mia stramaledetta maglietta preferita e quei boxer erano abbastanza
aderenti da non nascondere nulla. Aveva ancora i capelli umidi che
stava tamponando con l'asciugamano e una gocciolina di acqua gli
scivolò sul collo per finire dentro la mia maglietta.
Perchè doveva essere così sexy in quel momento
con
indosso le mie cose? Se avessimo vissuto insieme sarei morto di infarto
un giorno si e l'altro pure. Come potevo sopravvivere? Si sedette al
bancone e mi affrettai a mettergli davanti la sua ciotola fumante con
le posate e un bicchiere di acqua fresca. Feci lo stesso per me e mi
sedetti di fronte a lui.
"Mangia, sono ancora caldi." lo vidi mescolare i noodles con interesse,
sembrava stesse evitando il mio sguardo.
"Grazie. Hai aggiunto le uova." lo vidi fare un mezzo sorriso e mi
sentii in paradiso.
"Erano le ultime rimaste in frigo, so che ti piacciono e le ho messe.
Però non avremmo niente per la colazione di domani. Mi
dispiace."
"Non fa niente. E' buono." vederlo mangiare con gusto era una
soddisfazione anche se era soltanto del cibo istantaneo. Mangiai pure
io sentendomi pieno quasi subito.
"Forse è ora di parlare."
"Non so da dove iniziare." posò le posate e
allontanò la
ciotola da se. Aveva lo sguardo di nuovo smarrito e mi pentii di aver
tirato fuori l'argomento ma sapevo di doverlo fare quanto prima. Non
potevamo restare in quel modo evitando di parlarne. Dovevo fare
l'adulto e affrontare il problema.
"Sarà una serata lunga. Possiamo iniziare a parlare di come
risolvere il problema principale. Domani mattina avremo delle
interviste singole e di coppia, saremo bombardati di domande su quelle
foto e sulla nostra relazione. Dobbiamo essere preparati a tutto.
Dobbiamo sapere cosa dire e concordare la stessa versione. Cosa
vorresti raccontare?"
"Vorrei essere il più onesto possibile senza entrare nei
dettagli. Glielo devo, l'hanno attaccata virtualmente senza nemmeno
sapere la verità. Non è giusto. Loro non sanno
niente
eppure giudicano appena vedono qualcosa di storto. Perchè?
Noi
stiamo lavorando a una serie televisiva...non possiamo avere una vita
privata al di fuori di quella lavorativa? Non ne capisco il motivo,
stanno distruggendo la vita delle persone solo perchè
mettono in
discussione la loro ship immaginaria. Perchè tutte quelle
parole
di odio? Veronica non ha fatto niente. Se proprio dobbiamo mettere i
puntini sulle i dovrebbero odiare te per aver rovinato la vera coppia."
queste parole mi colpirono in pieno. Ero stato veramente io la causa
della loro rottura? Non mi aveva mai detto niente di tutto
ciò.
Forse adesso mi odiava, non lo avrei sopportato.
"Ho rovinato la vostra coppia?" gli chiesi sentendomi inquieto.
"Damon, non adesso."
"Va bene scusa. Dirai che state ancora insieme?"
"Prima di prendere una decisione ho bisogno di parlarle. Ho bisogno di
sapere se sta bene. Scusami."
Si allontanò prendendo il cellulare e uscì fuori
in
balcone. Nell'attesa del suo ritorno mandai un messaggio a Brian
chiedendogli se poteva portarci la colazione l'indomani mattina.
Controllai le varie notifiche, troppe per guardarle tutte quindi ci
rinunciai. Non riuscivo a concentrarmi su niente che non fosse il
ragazzo che era sparito da troppo tempo. Sembravano secoli eppure erano
trascorsi poco più di dieci minuti. Quanto ancora dovevano
parlare? Appena sentii i suoi passi mi misi in allerta. Il suo volto
non esprimeva nulla mentre si sedeva di nuovo di fronte a me, stava
ancora evitando il mio sguardo.
"Sono riuscito a chiamarla. Era ancora arrabbiata per i commenti
velenosi, doveva fare delle dirette ma la sua manager le ha
sconsigliato di farsi vedere nel web per un pò. Almeno
finchè le acque non si saranno calmate. Mi ha chiesto di
dire la
verità ai giornalisti."
"Va bene, quale verità vuoi raccontare?"
"Che stavamo già insieme mesi prima della nostra audizione.
Che
eravamo felici come ogni altra coppia normale, non volevamo intralciare
il lavoro dell'altro ed è per questo motivo che nessuno
sapeva
di noi. La mancanza di tempo e altri impegni lavorativi ci hanno fatti
allontanare
gradualmente l'uno dall'altra. Abbiamo deciso di lasciarci di comune
accordo ma ci vogliamo ancora molto bene." sembrava tranquillo mentre
mi diceva quello ma la sua gamba raccontava tutta un'altra storia. Si
erano
lasciati, quella notizia non mi sorprese più di tanto
perchè conoscevo tutti i retroscena di quella relazione ma
mi
fece sentire strano.
"Ah...va bene." annuii con calma intrecciando le mani sul tavolo.
"Non dici niente?" finalmente incrociò lo sguardo con il mio
e
mi inchiodò sul posto. Adesso ero io quello che voleva
nascondersi dalla profondità di quegli occhi cioccolato fuso
ma
non ci riuscivo. Erano magnetici.
"Su cosa?"
"Sul fatto che ci siamo lasciati." restai in silenzio per diversi
secondi cercando di raccogliere qualche pensiero di senso compiuto
mentre mi sentivo perso. Cosa dovevo dirgli? Cosa voleva sentirsi dire?
Dove voleva arrivare? Il senso di colpa fece capolino nella mia testa
così come la litigata di quella mattina. Non ero riuscito
ancora
a farmi perdonare da lui.
"Mi dispiace...mi dispiace per tutto. Tu non sei soltanto lavoro per
me, non lo sei mai stato. Non è una scusante, ma ero
arrabbiato
e non sapevo cosa fare. Mi dispiace così tanto averti detto
quelle parole, avrei voluto rimangiarmele appena sono uscite fuori
dalla mia bocca. Vorrei dirti
che non reagirò più così ma non posso.
Posso
soltanto prometterti che farò di tutto per non comportarmi
di
più in questo modo, spero che tu possa ancora fidarti di me.
In
merito a quanto è successo con Veronica mi dispiace che sia
andata a finire in questo modo, ma devi dare la priorità a
te
stesso e al tuo lavoro. E specialmente alla tua felicità.
Non
è stata una decisione facile, ma se è quella che
ti fa
sentire più sereno è decisamente quella giusta.
Come ho
detto prima sarò sempre dalla tua parte. Resterò
al tuo
fianco e affronteremo insieme anche questo problema. Puoi ancora
fidarti di me?" lo supplicai stringendogli una mano con la mia. Avevo
sempre bisogno di avere un contatto con lui, mi faceva sempre sentire
bene.
"Non ho mai smesso di fidarmi di te. Forse tu non ti sei mai fidato
completamente di me per sentire di dovermi tenermi
nascoste alcune cose."
rafforzò la stretta delle nostre mani intrecciandole l'una
all'altra.
"Hai ragione, ho difficoltà a fidarmi delle persone. Ci sto
provando ma non è sempre facile. Non volevo nascondertelo,
non
so neppure io perchè non te l'ho detto. Non è
questo gran
segreto in realtà, non lo reputo di tale importanza. I miei
amici dicono che
è stupido averlo ancora tra i contatti dei social e che
dovrei
eliminarlo dagli amici, il suo nome è rimasto li fino adesso
quasi dimenticato. Non siamo in contatto, ma una volta eravamo amici."
"Forse in realtà è più importante di
quello che
stai dicendo. Il fatto di averlo ancora tra i contatti suggerisce che
non hai ancora superato quella storia. Il passato dovrebbe rimanere nel
passato, dovresti cercare di superarlo se fa ancora male. Vuoi parlarmi
di lui?" prese ad accarezzarmi il dorso della mano con il pollice come
a farmi tranquillizzare. In realtà avevo il cuore che
sembrava
una batteria a un concerto rock. Lo avevo saputo fin dall'inizio che
Alec mi avrebbe messo letteralmente nei casini.
"No. Non me la sento ancora, dammi un pò di tempo e lo
farò. Tu vuoi parlarmi di Veronica?"
"Non c'è molto da aggiungere, vorrei soltanto che superasse
la
nostra relazione in santa pace senza essere additata da tutti come
sfascia famiglie. Vorrei che trovasse un ragazzo migliore di me che le
presti attenzione e che si innamorasse. Le auguro il meglio."
"Sei ancora innamorato di lei?" gli chiesi con una punta di agitazione.
Volevo che non avesse rimorsi per la sua decisione.
"E' ancora importante per me, non posso negarlo. Prima di lasciarci
definitivamente mi ha
aperto gli occhi su qualcos'altro che cercavo di ignorare da tempo.
Nonostante
la stessi lasciando in pubblico lei pensava ancora a me e a un modo per
districare i miei sentimenti parecchio confusi. Ha sempre avuto gli
occhi da falco per
certe situazioni." fece un mezzo sorriso perdendosi al ricordo della
sua ex mentre continuava a massaggiarmi con il pollice.
"Cosa ti ha detto?" non sapevo se ero veramente sicuro di volerlo
sentire.
"Di non perdere tempo e prendere ciò che voglio prima che mi
sfugga di mano." il suo sguardo mi fece tremare. Così
risoluto e
intenso che mi rendeva sempre più confuso. A cosa si stava
riferendo?
"E cosa vorresti?" gli chiesi con un filo di voce fissando le sue
labbra carnose. Rimasi in attesa di una sua risposta. Mi concentrai di
nuovo sul suo sguardo, sembrava anche lui in attesa di qualcosa.
"Per il momento risolvere questo problema...poi forse ti
dirò il
resto. Sii paziente." sorrise arrossendo fino alla punta delle
orecchie. Che carino, mi sciolsi in un secondo. Volevo stringerlo in
un abbraccio.
"Va bene. Brian è in contatto con Paul per organizzare le
interviste di domani e parlare anche con la manager di Veronica. Mark e
gli altri ci stanno aiutando sui social..." gli spiegai cercando di
cambiare discorso e rispettare i suoi spazi.
"Chi è Mark?" mi chiese ritirando la mano dalla mia.
"Mark è uno dei miei migliori amici. Era venuto sul set
questo
pomeriggio perchè volevo presentartelo. Anche lui
è un
modello e partecipa a diversi spettacoli televisivi. Pensavo che lo
avessi riconosciuto."
"No, mi dispiace. Ero troppo preso a scappare per riconoscerlo. Pensavo
fosse un'altra persona della quale non mi hai parlato. Non esci
più con Trevor e quando è arrivato lui sul set
eri
talmente felice di vederlo che ho fatto due più due...nel
modo
errato a quanto pare." mormorò lui mordendosi il labbro. Mi
veniva da ridere alla sua supposizione.
"Non potrà mai succedere nulla tra di noi, è
etero fino
al midollo e
l'unica volta che ci siamo baciati per penitenza dopo una sbronza ha
avuto i conati di vomito per giorni al solo pensiero. E decisamente non
sa baciare bene come qualcun altro. E' di grande supporto arcobaleno e
lo dovresti vedere quando mi porta in certi locali di sua iniziativa
dicendo che è ora di pescare qualche nuovo pesciolino. E'
lui a
fare le selezioni e a scatenarsi in pista come una vera queen
trascinandomi nella mischia. " ridacchiai scuotendo la testa nel
ricordarmi quella
scena.
"Beh...non vuol dire nulla la parola etero. Molti cosidetti etero
cambierebbero sponda se solo ci provassi con loro. Sei piuttosto
affascinante." il mio cuore quella sera non poteva reggere. Era raro
sentirlo dire da lui, era sempre di poche parole ma quella sera
sembrava non volesse smettere di parlare. E quel suo tono morbido di
voce mi rendeva fin troppo ricettivo alla sua vicinanza.
"Grazie, ma non mi interessa nessuno di quei cosiddetti etero. E poi ho
già trovato un gran baciatore molto esigente. Mi piacciono
molto
le sue labbra." mormorai con un sorrisino sfrontato prendendolo in giro
mentre tornavo a fissare le sue labbra leccando le mie un pò
per
provocazione un pò come gesto involontario. Lo vidi
arrossire di nuovo, questa volta sembrava andasse a fuoco. Mi divertiva
prenderlo in giro e metterlo in imbarazzo come in quel momento. Come
volevasi a dimostrare, distolse di nuovo lo sguardo continuando a
spostarlo in tutta la cucina senza avere alcuna meta. Ridacchiai
sornione. Al gioco di flirtare ero imbattibile, non poteva competere
ancora al mio stesso livello.
"Ok...adesso cosa facciamo? Sono stanco ma non del tutto da dormire."
cambiò discorso lui portandolo su un terreno più
neutrale.
"Si potrebbero fare tante cose ma te ne propongo tre. O riproviamo la
scena di domani o passiamo la serata a giocare con i videogiochi oppure
proviamo a imparare delle risposte da rifilare domani ai giornalisti.
Scegli tu."
"Vada per i videogiochi. Ho bisogno di distrarmi, sinceramente
adesso non voglio più parlare delle interviste e il copione
lo
guarderemo domani mattina con gli altri. Credo che adesso siamo pronti
per girare di nuovo insieme."
"E' tutto risolto tra di noi?" gli chiesi per avere delle conferme.
"Fino ai prossimi colpi di testa, siamo entrambi cocciuti e reagiamo in
modo diverso e spesso eccessivo. Dobbiamo imparare a conoscerci meglio."
"Da quando sei diventato così adulto? Comunque hai ragione.
Dobbiamo lavorarci sopra, sulla nostra relazione intendo. Scegli il
gioco, io riordino la cucina e ti raggiungo." mi alzai per prendere
ciotole e posate dal bancone ma lui mi fermò piazzandosi
davanti.
"Aspetta, ti do una mano. Non mi rifilare la solfa che sono tuo ospite.
Come possiamo lavorare sulla nostra relazione se non siamo vicini?"
Lui si mise a lavare i piatti mentre io li asciugavo. Fu tutto portato
a
termine tra uno scherzo e un altro, come schizzarmi l'acqua addosso e
ridere come un bambino di cinque anni dopo aver commesso l'ennesima
marachella. Era adorabilmente dispettoso, come se non avesse alcun
pensiero in mente. Era cambiato radicalmente in un paio d'ore. Sembrava
felice e questo mi rendeva soddisfatto. In qualche modo ero riuscito a
distrarlo. Finito di riordinare la cucina, andammo in sala a scegliere
un videogioco da fare. Da quando faceva parte della mia vita, lo
scaffale dei videogiochi aveva acquistato innumerevoli titoli nuovi
rendendo felice Alec e il proprietario del negozio. Ormai
eravamo
diventati dei clienti abituali e sapeva sempre i gusti di Alec da
proporgli sempre nuovi affari che alla fine pagava il sottoscritto.
Avevo speso una fortuna per quei giochi ma ne era valsa la pena per
averlo così spesso a casa. Non sapevo nemmeno quanto tempo
restammo a pararci le spalle a vicenda per sconfiggere i nemici. Mi
sentivo stanco e, appena vidi i suoi primi sbadigli, riuscii a
convincerlo a chiudere la serata e andare a dormire. Lo lasciai nella
camera degli ospiti dandogli la buona notte e raggiunsi lentamente la
doccia per togliermi tutta la pesantezza di quella strana giornata.
Avevo proprio bisogno di dormirci su. Mi cambiai in fretta e tornai in
camera cercando di asciugare i capelli bagnati con il telo di spugna.
Mi bloccai di colpo appena vidi Alec seduto sul mio letto a gambe
incrociate mentre stringeva tra le braccia uno dei miei cuscini. Avevo
sbagliato stanza? Cos'era quella scena?
"Cosa ci fai qua? Non ti avevo lasciato nella camera degli ospiti?"
"Quando mai ho dormito nella camera degli ospiti?" mi chiese lui con
fare innocente mentre mi sorrideva in modo provocatorio sfidandomi
apertamente a contestarlo.
"Pensavo che dopo oggi volessi avere un pò di spazio."
"Ti ho chiesto spazio? Non mi sembra. Siamo sempre stati noi stessi
Teddy Bear, non cambiare proprio adesso altrimenti potrei pensare che
ti sei imposto certi limiti con me per chissà quale stupido
motivo. Non voglio fare passi indietro nel nostro rapporto, sarebbe
senza senso e io ho bisogno di averti vicino. Non avevamo concordato di
doverci conoscere meglio?" colpito e affondato dal suo sorriso. Lo
ricambiai posando il telo sullo schienale della sedia.
"Come darti torto? Hai vinto su tutti i fronti, mi arrendo piccola
peste. Dovrò trovare anch'io un nomignolo adatto per
chiamarti, ho tante opzioni in testa ma non so quale scegliere."
"Non pensarci adesso e vieni a letto. Ho bisogno di dormire." com'era
tenero in quel momento, sembrava quasi un bambino. Peccato che i miei
pensieri erano altri, dovevo tenerli a bada se voleva passare la notte
con me. Mi sdraiai sul letto prendendo la solita posizione al lato
destro e allungai il braccio per invitarlo.
"Vieni qua." non se lo fece ripetere e mi raggiunse in un lampo
accoccolandosi contro di me nel suo lato preferito, posandomi una mano
sul petto. Speravo non sentisse il battere accelerato del mio cuore.
Maledetto traditore. Lui sembrava troppo tranquillo per i miei gusti,
come se non gli facesse ne caldo ne freddo la mia vicinanza. Dovevo
riuscire a dormire in fretta e sperare di passare una notte indenne
senza troppe preoccupazioni.
"Come mai ogni volta che vengo a casa tua non vedo mai il tuo cane? Lo
nascondi da qualche parte per non farmelo vedere?"
"Il più delle volte se ne occupa mia madre quando sono
impegnato. Vorresti conoscerlo?" mi sembrava strano che lo tirasse in
ballo. Sapevo che aveva un pò di paura ad approcciarsi ai
cani e
questo era il motivo principale del perchè avevo evitato
accuratamente di farli conoscere. Il mio cane era piccolo ma molto
chiassoso ed esuberante, gli avrebbe abbaiato contro finchè
non
avesse instaurato un rapporto con lui. Temevo per le sue dita. Un
pò mi ricordava il carattere introverso e difficoltoso da
approcciare di Alec agli inizi. Forse quella era anche une delle
ragioni
per cui lo avevo approcciato il primo giorno. Volevo vedere cosa
nascondeva dietro a quella barriera che bloccava chiunque cercasse di
avvicinarsi.
"Beh, prima o poi dovrò farlo visto che fa parte della
famiglia." mormorò lui contro il mio collo.
"Mi organizzerò con mia madre per portare qui Choco uno di
questi giorni. Farò le presentazioni ufficiali."
"Morde?" quella domanda titubante mi fece sorridere. Prima voleva
conoscerlo e poi mi chiedeva quanto fosse feroce quel piccolo esserino.
"Dipende...di solito è più il padrone a mordere
rispetto
al cane. Vuoi provare?" lo presi in giro massaggiandogli un orecchio.
"Dormi Damon, quando sei stanco spari tante di quelle cavolate che
potrei scriverci un'enciclopedia. Adesso chiudi gli occhi e dormi."
borbottò lui sfuggendo dalla presa della mia mano.
"Buona notte piccola peste." gli sussurrai chiudendo gli occhi
continuando a sorridere felice.
"Buona notte Teddy Bear."
Finalmente potei chiudere gli occhi stringendo tra le braccia Alec. Ero
a casa, mi era mancato sentire il suo odore e il calore del suo corpo
accanto al mio. L'indomani mi risvegliai nella stessa posizione, con la
differenza che le nostre mani erano intrecciate l'una all'altra senza
volersi separare. Mi sentivo piacevolmente intorpidito e non volevo
districarmi da quella stretta. Nonostante fosse con la schiena contro
il mio torace e non potevo vederlo in faccia sentivo che era sveglio.
Strofinai il naso sul suo collo e ci appoggiai leggermente le labbra,
la tentazione di posare un casto bacio su quella pelle calda era fin
troppo forte. Annusai il suo odore, sapeva di buono. Lo sentii
sospirare profondamente e stringere più forte la mia mano.
La
sveglia del mio cellulare interruppe quel momento prezioso, sciolsi
l'abbraccio e mi stiracchiai mettendomi seduto. Lo vidi strofinarsi gli
occhi e sbadigliare, lo aiutai ad alzarsi e gli dissi di prendere
ciò che voleva dal mio armadio mentre andavo a farmi una
doccia
per
primo. Non era la prima volta che usava i miei vestiti e spesso
stavano meglio addosso a lui. Li rendeva in qualche modo migliori.
Questi scambi di
abbigliamento venivano subito notati dai fans che portavano a galla
foto vecchie rivelando nuovi scoop sulla nostra presunta
intimità. Erano peggio degli investigatori, dovevano
lavorare
per i servizi segreti. Uscii dalla doccia e mi specchiai togliendo lo
strato di condensa. Iniziai a lavarmi i denti quando sentii qualcuno
suonare alla porta. Strano, Brian sapeva la combinazione della casa.
Perchè suonare? Scossi la testa.
"Alec vai tu, dovrebbe essere Brian con la nostra colazione." sentii i
suoi passi sul corridoio mentre apriva la porta. Mi sciacquai la bocca
rimettendo lo spazzolino al suo posto.
"Ciao Brian, cosa..."
"Wow, cosa avete combinato stanotte? Sembra che Damon ti abbia
scaraventato a destra e a sinistra." appena sentii quella voce
rabbrividii di colpo allarmato.
"Dannazione!" esclamai uscendo immediatamente dal bagno prima che
succedesse un'altra catastrofe nell'immediato.
"Fratello potevi andarci più piano. Avete delle interviste
tra
un paio d'ore, non potete andarci con quelle facce stravolte." disse
Mark con un luccichio diabolico negli occhi. Potevo aspettarmi di tutto
da lui.
"Cosa ci fai tu qui? Dov'è Brian?"
"Sta parcheggiando. Volevo beccarvi in atteggiamenti sconci ma mi avete
fatto perdere l'attimo giusto. Avete già concluso. Quella
non
è la maglietta di Damon? Posso scattarvi una foto? Siete
così carini insieme." solo in quel momento mi accorsi del
cellulare nella sua mano, quanti danni aveva già fatto?
"Questo gran chiacchierone è uno dei miei più
vecchi
amici. Alec lui è Mark. Mark scordatelo! Fai una foto e ti
faccio saltare i denti." lo minaccia guardandolo male.
"Già fatto...in realtà era un video appena Alec
ha aperto
la porta. Non si è accorto di niente e nemmeno tu. Sei lento
Bro! Te la invio, puoi archiviarlo nella tua cartella speciale!" il suo
sorrisetto sfacciato mi fece arrabbiare.
"Mark!"
"Vatti a vestire Bro, altrimenti potrei pensare che ci stai provando
anche
con me! Sei mezzo nudo, che scostumato. Solo quell'asciugamano sui
fianchi che non nasconde praticamente niente." scosse la testa
fingendosi oltraggiato.
"Mark...potresti inviare il video anche a me?" si intromise timidamente
Alec guardando direttamente il mio ormai ex migliore amico. Rimasi
esterrefatto.
"Sicuro cognatino. Lasciami il tuo numero e ti aggiungo nei contatti di
Line." Mark allungò il proprio cellulare al mio partner che
prese a digitare il proprio numero.
"Cosa state facendo?" volevo urlare a quella scena, mi sembrava un
incubo.
"Zitto tu, vai a vestirti. Mark ha ragione, sei altamente
imbarazzante." oddio, il gattino stava mostrando gli artigli.
"Lo sai che stai arrossendo? Hai tutte le orecchie rosse. Bro mi stai
mettendo in imbarazzo tuo marito. Così non va proprio bene.
O ti
copri o lo porti in braccio verso il talamo nuziale."
"Oppure ti prendo a calci in culo fino all'infinito e oltre." decisi
che il suo nome era il primo che avrei tolto tra i miei contatti di
tutti i social. Come facevo ad essergli ancora amico?
"Che palle! Vai a vestirti, mi prenderò io cura di Alec."
"Tu ed Alice siete uguali. Non so se fidarmi a lasciarlo nelle vostre
mani. Alec tieni duro, tornerò presto." mi allontanai di
corsa
verso la camera da letto stringendo con una mano il nodo
dell'asciugamano sui fianchi in quanto aveva iniziato ad allentarsi.
Dopo altri battibecchi intimidatori con Mark e l'entrata in scena del
mio manager, finalmente uscimmo di casa entrambi vestiti e truccati a
dovere per
essere torturati dalle mille domande che ci aspettavano. Ci
portò Brian fino a destinazione e li ci riunimmo anche con
Mary,
la madre di Alec. Ovviamente era preoccupata per il suo bambino e
voleva essere presente per dargli tutto il sostegno di una madre. Era
sempre coinvolta negli eventi importanti come tutto il resto della sua
famiglia. Erano molto uniti tra di loro. Abbracciò Alec
sussurrandogli qualche frase di incoraggiamento all'orecchio. Lui
annuì facendo un mezzo sorriso non del tutto convinto
lasciandola andare. Ci fermammo davanti alle stanze, una di fronte
all'altra, dove si sarebbero tenute le interviste singole e aspettammo
che ci dessero il via per entrare. Non vedevo l'ora che tutto questo
finisse in fretta, odiavo l'attesa. Mi voltai verso Alec, aveva le mani
in tasca e si guardava le scarpe letteralmente in ansia e perso nei
suoi pensieri.
"Alec respira, andrà tutto bene." mi avvicinai a lui
afferrandogli le spalle per farlo stare fermo.
"Sono un pò nervoso."
"Lo vedo. Rilassati, rimani concentrato sul tuo obiettivo."
"Se sbagliassi a dire qualcosa?" sembrava un bambino spaventato. Stavo
male per lui.
"Non succederà. Devi essere tu a condurre l'intervista. A
loro
non resterà altro che seguire le notizie che getterai come
esche, sembreranno squali affamati. Ci siamo esercitati prima su cosa
dire, fidati di te stesso."
"Sarò solo." a quelle parole lo abbracciai sentendo i suoi
muscoli rigidi dalla tensione accumulata. Lui restava con le mani
affondate nelle tasche dei pantaloni senza ricambiare la mia stretta.
Volevo rassicurarlo di non essere solo. Volevo che prendesse un
pò della mia forza.
"Io sarò nella sala accanto a ripetere quanto tu sia
eccezionale
e che sarò sempre al tuo fianco qualunque decisione tu
prenda.
Smettila di agitarti, andrà tutto bene. Al massimo se
dovesse
esserci qualche problema improvviserò uno spogliarello per
distrarli. Qualcuno mi ha detto che funzionerebbe piuttosto bene." lo
stuzzicai per
vederlo sorridere. Centrai in pieno il mio obiettivo.
"Non osare fare una cosa del genere!" mi intimò lui cercando
di
trattenere inutilmente il suo sorriso mentre mi spingeva via. Adoravo
le sue labbra.
"Vieni qua piccolo." mormorai riprendendolo tra le braccia
massaggiandogli la schiena con una mano. Qualche secondo dopo lo sentii
rilassarsi e abbandonare la testa sulla mia spalla con un sospiro.
Quando ci separammo, ammiccai un'ultima volta verso di lui per
ricordargli di entrare in quella stanza con un sorriso e lo vidi
sparire inghiottito da una marea di flash. Era arrivato anche il mio
momento. Varcai la soglia e salutai i giornalisti presenti mettendomi
davanti a tutti quei microfoni che avrebbero intimidito chiunque.
"Buongiorno a tutti."
"Damon cosa puoi dirci dello scandalo che è uscito fuori con
Alec e l'influencer Veronica Smith?" come volevasi dimostrare, quella
era la
prima domanda della lista che avevamo messo giù quella
mattina.
Come erano prevedibili.
"Scandalo? In realtà io non lo vedo da nessuna parte."
affermai in tono rilassato scrollando le spalle.
"Sapevi della loro relazione?" altra domanda della lista.
"Certo, si frequentavano già molto tempo prima di fare
l'audizione per la serie televisiva. L'ho conosciuta, è una
ragazza simpatica e piena di followers che l'adorano. Piace a tutti.
Persino mia
madre la segue sui social." annuii sicuro di me con un sorriso. Evitai
di dire che persino mia sorella la seguiva per cercare di capire con
che razza di persona si era messo Alec. Quante volte mi aveva detto che
quei due non centravano niente l'uno con l'altra? Era la prima a
criticare aspramente i suoi balletti su Tik Tok.
"Cosa pensi della loro relazione?" cosa pensavano che avrei detto loro?
Che ero geloso marcio? Se lo sarebbero scordati. Potevano fantasticare
quanto volevano, non gli avrei servito nulla del genere su un piatto
d'argento.
"Non mi esprimerò in merito perchè una relazione
è
soltanto tra due persone che vogliono stare insieme e che si amano. Io
non centro niente con loro. Mi è dispiaciuto apprendere che
si
sono lasciati, non è mai bella una rottura. Spero che
entrambi
riescano ad andare avanti e trovare la felicità."
"Sei tu la felicità per Alec?" che fantasia queste domande.
Quello era il problema di essere un personaggio pubblico.
"Chi lo sa. Io resto qua, se vuole fare un fischio nella mia direzione
sa dove trovarmi." li abbagliai con il mio sorriso dicendo una mezza
verità. Non avrei mai fatto il primo passo anche
perchè
ero stato chiaro fin da subito che non sarebbe mai successo nulla tra
di noi, lo avevo detto per rassicurarlo da qualsiasi voce avrebbe
sentito in merito al mio passato. Ero rimasto in ballo con quella
specie di relazione non relazione con Trevor solo perchè
volevo
avere un motivo per non attaccarmi troppo ad Alec. Nonostante
ciò sapevo che stavo aspettando qualcosa. Maledetti desideri.
"E' per te che ha lasciato Veronica?" quella domanda mi fece restare in
silenzio alcuni secondi a riflettere. Non poteva essere una cosa del
genere. Vero?
"No, io non centro niente. Questa è stata una loro decisione
presa di
comune accordo. Sono cose che capitano ogni giorno a qualunque coppia
attraversi momenti difficili, non c'è
bisogno di parlarne troppo. Una rottura è pur sempre una
rottura, è brutto sparlare su una relazione tra due persone
senza sapere tutti i fatti. Non
è uno scandalo, non è uno scoop da cercare a
qualunque costo. Ci sono altre notizie di
certo più interessanti di cui parlare."
"Non avete mai litigato a causa sua? Non sei mai stato geloso della
loro relazione?" quella era proprio la domanda del secolo. Ero stato
geloso?
"Alec ed io siamo come fratelli, gli voglio bene. Non sono geloso,
auguro il meglio per la sua vita. Stiamo lavorando sodo per questa
serie televisiva, Alec è davvero un bravo attore che da
sempre
il meglio di se. Ha davvero tanta energia che trascina chiunque. E' il
miglior partner che potessi avere per quel ruolo che ha fatto suo."
ecco la mia strategia. Dare altre notizie più succose e
cambiare
la rotta dell'intervista.
"Come sta procedendo la serie?" avevano abboccato all'amo. Pur volendo
continuare a scavare a fondo sulla relazione tra Alec e Veronica non
potevano lasciar andare quelle informazioni.
"Abbiamo un'ottima troupe che ci aiuta per tutto. La regista e la
sceneggiatrice ci hanno dato un ottimo materiale da portare in scena,
abbiamo un buon affiatamento anche con il resto del cast. Stiamo
finendo di girare, tra circa un mese e mezzo uscirà la
seconda
parte della stagione. Speriamo che piacerà a tutti come sta
piacendo a noi."
"Stanno circolando dei video dove vai in giro vestito da donna." ecco
che andavano nella direzione giusta dove volevo portarli.
"Si, ricordo benissimo quella serata. Ero in compagnia dei miei amici,
stavamo festeggiando uno di noi e siamo usciti fuori a divertirci.
Abbiamo giocato a obbligo o verità e ovviamente ci
è
toccata la
penitenza di vestirci da donne. Meno male che l'ideatore della
penitenza non ci ha costretti a indossare anche tacchi e calze a rete,
posso solo
immaginare quanto possano essere fastidiosi. Abbiamo camminato per
strada
per
più di mezzora conciati in quel modo finchè non
ci ha
fermati una pattuglia della polizia per farci l'alcool test. Per
fortuna nessuno di noi aveva ancora bevuto. Abbiamo chiesto scusa e ci
siamo cambiati. Ovviamente chi ha ordito quell'idea geniale ha anche
immortalato la scena con una serie di video e foto al quanto
imbarazzanti. Per
fortuna non li hanno ancora postati tutti, vi sareste fatti due risate.
Il mio rossetto rosso con i brillantini splendeva persino al buio, non
è vero?" i
giornalisti risero al mio racconto come da copione.
"Eri con Mark Bound e Simon Chang?" tirarono in ballo le persone
più conosciute che si vedevano in quel video. Tra i due solo
Mark aveva subito la mia stessa punizione. Simon poteva ritenersi
fortunato.
"Si, loro facevano parte di quella compagnia. Sono due dei miei
migliori amici. Quando possiamo, tra un impegno e l'altro, cerchiamo di
vederci tutti insieme."
"Chiederai anche ad Alec di unirsi al vostro gruppo?"
"Se non è impegnato sarà il benvenuto. Ci
divertiremo di
più. Alec potrà dare qualche nuova idea brillante
per
metterci in imbarazzo." pensai veramente di farlo unire alla nostra
combriccola di fuori di testa, appena rotto il ghiaccio si sarebbe
trovato bene con loro. Una volta glielo avevo proposto ma doveva uscire
con Veronica e poi non era più venuta fuori l'occasione. Il
lavoro prima di tutto. Però volevo veramente che si unisse a
noi, volevo presentarglieli tutti e condividerli con lui.
"Damon, sei veramente sicuro che non sei tu la causa della rottura
della loro relazione? Alec sembra piuttosto preso da te."
"Veramente? Ne sarei più che felice, casa mia è
troppo vuota per restare da solo. Ho bisogno
di qualcuno che mi lavi i piatti e passi l'aspirapolvere. Alec
è
fantastico con il grembiulino addosso. Adesso scusate ma devo andare a
raggiungerlo, abbiamo la giornata piena. Grazie per essere venuti qui."
Dopo quella battuta, li salutai cortesemente con un sorriso e seguii
Brian che mi fece largo per andare a raggiungere l'altra stanza
accerchiata da molti più giornalisti rispetto alla mia.
Sembravano tutti degli avvoltoi che sentivano odore di sangue e carne
morta nell'aria. Per fortuna Alec se la stava cavando
egregiamente, non avevo avuto mai avuto dubbi su di lui. Era tranquillo
e
sicuro di se come desideravo. Feci un cenno a Mary e Paul dalla parte
opposta e attirai immediatamente l'attenzione che volevo. Incrociai lo
sguardo del mio partner e ci scambiammo un sorriso d'intesa. Mi
avvicinai a lui stringendogli una spalla per dirgli che era arrivata la
cavalleria e che andava tutto bene.
"Eccomi qui, sono passato a prenderti."
"Damon cosa pensi adesso che Alec è libero?" che domanda
stupida. Cosa pensavano? Che lo avrei segregato a letto stile 50
sfumature di grigio con tanto di punizioni e gemiti? Ormai la gente non
sapeva
più dove andare a parare.
"Che finalmente possiamo fare maratone di videogiochi. Mi deve
parecchie rivincite questo ragazzo." ammiccai verso di lui.
"Perdente." mormorò lui ridacchiando sotto i baffi.
"Come scusa? Ripetilo se hai il coraggio."
"Non sai giocare."
"Forse è perchè spesso ti lascio
vincere...altrimenti
metti il broncio e hai il cattivo umore." eravamo persi di nuovo nel
nostro mondo di botta e risposta, le provocazioni erano di norma per
noi.
"Non eri geloso della sua relazione?" i giornalisti tornarono alla
carica noncuranti del fastidio che davano.
"Perchè dovrei? Se lui è felice io lo sono per
lui.
Auguro tutto il meglio ad Alec. Lui si merita il meglio. Sostengo ogni
sua scelta perchè so che ci riflette sempre attentamente
prima
di prenderla. Sarò sempre al suo fianco e
appoggerò
chiunque entrerà nel suo cuore perchè
sarà lui a
sceglierlo." questo lo affermai con
sicurezza senza smettere di guardarlo negli occhi. Ero sincero e volevo
che capisse ogni mia singola parola. Non era solo.
"Grazie." mi sorrise lui felice. Leggevo troppe emozioni forti nei suoi
occhi. Era meglio finire li le interviste, non avrebbe retto ancora a
lungo.
"Adesso scusate ma ve lo devo portare via. Ci aspettano sul set per
girare alcune scene. Oggi ci sarà molto caldo sul set, ve lo
posso assicurare. Non è vero?"
"Molto, molto caldo. Oserei dire piccante." mi spalleggiò
Alec
alzando le sopracciglia alla parola piccante ottenendo l'effetto
desiderato con i giornalisti. Era proprio bravo.
"Vuol dire che oggi girerete una scena d'amore?"
"Chi lo sa? Dovrete aspettare ancora un pò per vedere.
Grazie per la vostra disponibilità." li salutai
lasciandoli con mille domande aperte non espresse. Presi il braccio di
Alec e lo trascinai verso l'uscita mentre i nostri manager e Mary ci
facevano da apri fila.
Finalmente eravamo fuori da quel delirio, potevamo respirare un
pò. Arrivati al parcheggio decidemmo di tornare sul set con
l'auto di Brian. Paul riportò Mary a casa dopo che
quest'ultima
parlò in disparte con il figlio per assicurarsi che andasse
tutto bene. Speravo che non ci fossero ancora dei problemi tra di noi,
non volevo farmela nemica. In auto, ci sedemmo nei posti dietro mentre
Brian accendeva la radio per darci un pò di privacy. Brian
mi
capiva sempre al volo, era molto bravo nel suo mestiere.
"Non mi sembra vero di aver finito." sospirò Alec slacciando
i
primi bottoni della camicia che indossava mentre si stravaccava sul
sedile. Era esausto.
"Ci saranno ancora delle voci in giro, le acque si calmeranno con il
tempo. Continuiamo a fare il nostro lavoro e spostiamo la loro
attenzione sulla serie. Possiamo fare soltanto questo."
"Mi dispiace averti creato dei problemi."
"Non dirlo nemmeno. Sono qui per aiutarti. Ero sincero prima,
sarò sempre al tuo fianco." lo osservai attentamente
catturando
ogni minima espressione del suo volto.
"Lo so grazie." sussurrò chiudendo gli occhi con un sorriso
stanco.
"Non pensarci più. Quando arriveranno altri problemi li
affronteremo insieme. Adesso andiamo sul set che devo limonarti un
pò.
Avrai le labbra gonfie prima di stasera." lo presi in giro schioccando
verso di lui un bacio all'aria.
"Si si, come vuoi. Lasciami riposare un pò prima. Un giorno
di
questi dovrei chiederti il rimborso dei danni per le mie labbra."
borbottò lui arrossendo mentre si girava verso il finestrino
per
darmi le spalle. Lo lasciai stare con un sorriso sulle labbra. La
giornata era ancora lunga.
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Eccoci arrivati al capitolo 3!!! Entrano in scena nuovi personaggi e
iniziano i primi screzi.
Spero che la storia vi piaccia. Fatemi sapere, aspetto i vostri
commenti. Al prossimo aggiornamento ;)
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