Capitolo 1
Disclaimer: i personaggi
contenuti appartengono a J.K. Rowling.
N.B.
Questa è una
traduzione. La versione originale la potete trovare al seguente link:
https://www.fanfiction.net/s/7290423/1/Gryffindor-s-Golden-Girl-to-Slytherin-s-Princess
Capitolo 1
Hermione
sorrise, mentre si guardava attorno nella Sala Grande. Erano tornati ad
Hogwarts da ormai un mese e provava un immenso ma semplice piacere a compiere
la solita routine. Lo stress di essere sempre in fuga, per cercare gli Horcrux,
e la battaglia finale, erano stati sostituiti dalla semplicità di studiare per
i M.A.G.O. Quell’anno, Hermione era più che felice di starsene nelle retrovie
ed aveva rifiutato l’opportunità di diventare Caposcuola. Prima degli ultimi e
pazzi avvenimenti, diventarlo era stata la sua più grande ambizione; ora, non
voleva altro che crogiolarsi nella mancanza di responsabilità. Comunque,
Hogwarts non poteva che averne scelti altri due, assolutamente imbattibili:
Neville Paciock e Hannah Abbott. Era bello vedere qualcun altro sotto i
riflettori una volta tanto, una qualcosa che i tre amici avevano allegramente
allontanato.
Hermione osservò
il tavolo dei Grifondoro. Ron ed Harry, come al solito, si stavano scervellando
con le strategie di Quidditch per vincere anche quell’anno. Ginny era occupata
a condurre una conversazione piuttosto espressiva con Luna, che si trovava al
tavolo opposto, dalla parte dei Corvonero. Non molto tempo dopo la battaglia
finale, i quattro avevano deciso che rimanere amici fosse una priorità maggiore
rispetto ad una possibile relazione e, comunque, avevano tutti compreso che
andare ognuno per la propria stata l’idea migliore, nonostante la comunità
magica premesse per il contrario. Nessuno di loro voleva portare avanti una
relazione solo perché sarebbe stata una bella storia per i giornali.
La McGranitt
si schiarì la voce. “Per favore, potrebbero rimanere solo i ragazzi del settimo
anno?”.
Nella Sala
Grande esplosero le chiacchiere, mentre i ragazzi più piccoli osservavano i più
grandi, chiedendosi quale fosse il problema. Ginny lanciò uno sguardo ad
Hermione, che scrollò le spalle.
Le panche si
svuotarono lentamente, con grande irritazione della McGranitt, mentre
sorvegliava gli studenti notando le assenze di quelli caduti in battaglia solo
pochi mesi prima. Un estraneo non avrebbe mai creduto che fossero studenti,
quei ragazzi con una tale vecchiaia e consapevolezza che traspariva dagli
occhi. Nessuno attaccava più l’altro come negli anni precedenti. Non c’era più
nemmeno l’animosità inevitabile tra le case di Grifondoro e Serpeverde, il che
faceva stupire, dato il cattivo sangue che era sempre scorso, soprattutto tra
Harry Potter e Draco Malfoy.
In quel
momento, entrambi sedevano composti e pazienti, come non lo erano mai stati.
Potter non percepiva più il senso di ingiustizia come negli anni precedenti ed
il ghigno arrogante e perpetuo di Malfoy era scomparso. In effetti, la
McGranitt era contenta di quella piccolo tregua tra i “capi” delle due case,
poi presa ad esempio dagli amici. Non c’era niente di più che un piccolo cenno
d’assenso, ma era più di ciò che avesse mai potuto sperare un paio d’anni prima.
Era un
peccato che lo stesso comportamento non fosse seguito dai ragazzi più piccoli.
Nulla, come sembrava, poteva dissipare i piccoli litigi che continuavano a
scoppiare tra quelli del quinto anno in giù. La McGranitt aveva raggiunto il
limite proprio il giorno prima, quando una rissa di gruppo era scoppiata nel
corridoio di Incantesimi e diversi studenti erano finiti in infermeria. Era
stato in quel momento che le era venuta in mente un’idea drastica, che sperava
fosse accettata da quelli del settimo anno con modica grazia, così da sedare
anche i più piccoli. Beh, era arrivato il momento di procedure.
“Sono sicura
sia arrivato alla vostra attenzione che, nonostante l’eccellente esempio che
avete voi stessi portato, il resto della scuola ha ancora problemi a lasciar
perdere il passato”, iniziò la McGranitt.
Hermione
sentì un brivido di disagio, mentre gli occhi della Professoressa scattavano
verso di lei. Vi trovò impresso un leggero senso di colpa. Scosse appena la
testa, sicura di starselo immaginando.
“È per
questo che ho preso questa decisione, un po’ melodrammatica ma necessaria, per
promuovere l’unità tra Case anche tra il resto della scuola”. La McGranitt
percepì i borbottii tra gli studenti, che iniziavano a capire sarebbe successo
qualcosa di poco piacevole.
“Sarebbe di
grande aiuto se sia un membro di Serpeverde che uno di Grifondoro si
scambiassero di Casa per il resto del semestre". La McGranitt bloccò sul
nascere tutti i sussulti e le esclamazioni sottovoce, per continuare.
“Perciò
Signorina Granger e Signorina Parkinson, per favore, seguitemi per altri
dettagli”. Con queste parole, la Professoressa si incamminò per uscire dalla
Sala, gesticolando ad entrambe di seguirla.
Ad Hermione
tutto sembrava muoversi più lentamente del normale, mentre assorbiva le
reazioni dei suoi amici e raccoglieva maldestra le sue cose. Ron ed Harry
avevano entrambi espressioni incredule dipinte in faccia. Osservò la Sala
Grande e vide Pansy Parkinson fare le sue stesse mosse. Si avviarono dietro la
McGranitt, entrambe troppo sconvolte per fare altro.
L’ufficio
della McGranitt.
In quelli
che parvero secondi, Hermione e Pansy si trovarono nell’ufficio, ad affrontare
la Professoressa, mentre i quadri mormoravano tra loro. Hermione alzò lo
sguardo e vide gli occhi di Albus Silente osservarla. Fu in quel momento che si
rese conto chi ci fosse in realtà dietro quell’idea. Di fianco a Silente c’era
anche un altro ritratto, tutt’altro che felice. L’espressione di Severus Piton
indicava esattamente cosa ne pensasse della questione.
Pansy
balbettò di fianco a lei. “Ma Professoressa, non capisco”.
La McGranitt
sospirò. “Sentite, so che si tratta di una cosa ingiusta per entrambe ma,
francamente, la situazione tra gli studenti più piccoli sta sfuggendo di mano.
Dobbiamo mandare un messaggio forte che tale comportamento non è accettabile.
Non mi viene in mente niente di meglio che incoraggiare l’unità tra Case grazie
alla sostituzione di un paio di membri”.
Dietro la
sua testa, Silente annuiva concorde. “Per quanto possa sembrare difficile,
Signorina Parkinson e Signorina Granger, crediamo che voi due abbiate una
mentalità sufficientemente aperta per affrontare la situazione. Entrambe siete
arrivate lontano in un paio di mesi e necessitiamo di due persone dalla mente
fredda e abbastanza tattica da arrivare in fondo”.
A quelle
parole, Piton fece una smorfia. Hermione si ritrovò a dover dare ragione al
vecchio professore di pozioni. Inoltre, non concordava con l’immagine di
apertura mentale affibbiata alla Parkinson. Le venne in mente la sua indecisione
durante la battaglia finale.
Come se
stesse leggendo i suoi pensieri, Piton la guardò e fece un’altra smorfia. “Non
parla, Signorina Granger. Una volta tanto non ha nulla da dire?”.
Hermione
distolse lo sguardo da lui e lo posò sulla McGranitt. “Immagino non ci siano
alternative?”.
La McGranitt
scosse la testa e le fece un piccolo sorriso. Sapeva di poter contare su di lei
e che avrebbe appreso la situazione scegliendo la soluzione migliore. “Mi
spiace, Signorina Granger, ma ormai ho deciso. Lei e la Signorina Parkinson vi
scambierete domani. Diventerà una Serpeverde a tutti gli effetti, avrà un letto
nel dormitorio, siederà alla tavola e guadagnerà o perderà punti per la sua
nuova Casa. Lo stesso vale per lei, Signorina Parkinson”.
Hermione
sospirò e si voltò a guardare Pansy, che era ancora molto scossa.
“Vi
suggerisco di andare a fare i bagagli ed a passare l’ultima sera con i vostri
amici. Da domani dovrete passare il tempo con quelli della vostra nuova Casa.
Non vi permetterò di svignarvela nelle vostre vecchie sale comuni. Vi chiedo
anche di sedere con i vostri compagni durante tutte le lezioni. Compreso?”. Sia
Hermione che Pansy annuirono.
“Molto bene,
allora andate”, disse la McGranitt, affrettandole.
Quando la
porta si richiuse, si permise di rilassarsi, sollevata. Guardò Silente e disse:
“Beh, Albus, devi ancora convincermi che la tua idea possa funzionare”.
Albus
sorrise. “Dai tempo al tempo, Minerva. Sono sicuro ci saranno fuochi
d’artificio per un po’ ma anche che, alla fine, questo settimo anno ci
sorprenderà”.
Piton fece
l’ennesima smorfia e lasciò il quadro, per poi comparire in quello nelle
Segrete.
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