capitolo 2
Premessa.
Ciao
a miei vecchi
e nuovi lettori.
Mi chiamo Sokew86 è
questa fan fiction appartiene alla serie Beware
the Southern Isles. Una serie che racconta la famiglia di
Hans senza
seguire il romanzo ufficiale A frozen Heart. La prima storia
della serie
“Dodici
lettere” racconta che cosa succede a Hans in
ritorno ad Arendelle e
cosa sceglie di fare suo fratello Peter. È una storia di cui
sono
particolarmente soddisfatta e che ad aprile di quest’anno ho
dato una ripulita.
Spero che le darete un’occhiata.
Il
sangue non unisce
San
Nicola era il
Santo protettore delle Isole del Sud perché difendeva i
marinai e per questo era
stato scelto come difensore di una nazione marittima. Ogni anno il re e
i primi
cinque principi regnanti partecipavano alla celebrazione ufficiale del
Santo
nel duomo della capitale. In questo specifico caso, toccava a Re Peter
e i suoi
primi quattro fratelli minori a prendere parte a suddetta cerimonia,
perché il
precedente sovrano era venuto a mancare undici anni prima. La
celebrazione
avveniva ogni anno seguendo rigide tradizioni secolari eppure quella
volta fu
molto diversa, soprattutto agli occhi del tredicesimo principe Hans,
che aveva
poco più di undici anni. Grazie al suo intuito da bambino si
accorse molto presto
della confusione funesta che si era generata improvvisamente nel
castello, quando
un soldato venne a bussare istericamente al portone chiedendo di
parlare
immediatamente con la regina consorte Ada, che non aveva partecipato
alle
celebrazioni perché sua figlia Caterina si era sentita poco
bene nella
mattinata.
Hans era un bambino sveglio, capace di
leggere l’aria di una stanza che da calma e tranquilla, quasi
festosa e impregnata
anche di spirito natalizio, era diventata tesa.
All’improvviso ci fu un grande
viavai di soldati e servitori e Hans incominciò a camminare
nel castello per capire
che cosa stesse succedendo. Vide alcune guardie dirigersi verso le
stanze della
Regina madre, mentre Ada era scomparsa dai corridoi principali. Hans
ebbe un’intuizione
e decise di nascondersi nella stanza dove vi era l’ingresso
secondario del
castello e can passo svelto si avviò. Una volta
lì senti rumori sordi di passi,
seguiti da deboli voci che Hans riconobbe, appartenevano ai fratelli
maggiore Jakob
e Andreas. Contemporaneamente udì poi che la porta
secondaria veniva aperta.
Hans non era in grado di vedere cosa stesse succedendo, i rumori dei
passi
erano più vicini e le voci più chiare. Hans
sporse la testa fuori dal suo
nascondiglio e capì che i passi non appartenevano solo ai
suoi fratelli ma anche
a dei soldati che trasportavano il Re Peter incosciente su una barella.
Il
bambino percepì il forte e pungente odore di sangue, che lo
turbò e finì istintivamente
ad inginocchiarsi e nascondersi ancora di più, incapace di
trovare il coraggio
di sporgere nuovamente la testa e di vedere cosa stesse succedendo con
i suoi
occhi.
Quando i rumori cessarono, Hans uscì dal
nascondiglio con il cuore in gola e indeciso sul da farsi, la sua mente
immaginava gli scenari più atroci e una parte di lui lo
supplicava di non
cercare conferma. Poiché Ada era scomparsa poco prima,
decise di cercare suo
fratello Matthæus, un giovane ventunenne dal carattere dolce
e amabile che
sarebbe stato forse in grado di fornirgli più dettagli, ma
soprattutto, di
rincuorarlo. Lo cercò nel posto più ovvio di
tutti, la biblioteca, però non
trovandolo, decise di cercarlo nel suo studio. Una volta entrato Hans
notò che
sembrava essere stato lasciato da poco: sulla scrivania giaceva un
foglio
scritto in cui una parola era stata interrotta a metà. Hans
da quel dettaglio
immaginò che il fratello fosse stato avvertito e che avesse
probabilmente
raggiunto le camere del Re. Il giovanissimo principe uscì
dallo studio e
s’incamminò verso quelle stanze, più si
avvicinava e più aumentavano i brusii
di voci sommesse.
Era quasi arrivato
a destinazione quando un servitore del castello lo notò e
gli chiese di andare
nelle sue stanze, alle proteste di Hans che esigeva una spiegazione,
gliene fu
data un’insoddisfacente “Il re si era sentito poco
bene durante la
manifestazione”. Il servo accompagnò Hans nella
sua stanza, davanti alla porta
si era piazzata una guardia. Hans era in collera perché
sapeva che gli avevano
mentito: avrebbe potuto accettare di rimanere nella sua stanza se gli
avessero
detto che cosa effettivamente fosse successo. Decise di aspettare un
po’
leggendo un libro d’avventura, che era stato appoggiato in
precedenza al
tavolino di notte, facendo molti sforzi a concentrarsi. Dopo aver
aspettato
quello che gli sembrava un tempo ragionevole uscì dalla
finestra della stanza
per evitare la guardia.
Quando suo fratello
maggiore Filip era partito per il Medio Oriente per un viaggio di Stato
durato
due anni, i gemelli Thaddæus e Simon e il collaborativo
Matthias avevano
isolato Hans per “gioco”. Erano stati due anni
lunghi e dolorosi ma soprattutto
noiosi, Hans privato della compagnia di bambini della sua
età, si era spinto ad
esplorare quasi maniacalmente il castello scoprendo scorciatoie e
passaggi
segreti: ormai conosceva l’edificio come il palmo della sua
mano. Era sul
cornicione della finestra della sua camera e si arrampicò al
piano superiore
infilandosi in corridoio poco illuminato a causa del buio serale in
arrivo,
Hans controllò se nel corridoio c’erano eventuali
guardie e, quando costatò che
la via era libera, scattò verso un muro. La parete era scura
e poco illuminata
e Hans la tastò finché non fece scattare il
meccanismo di una piccola porta
nascosta. La aprì lentamente e s’infilò
dentro l’entrata.
Era buio ma Hans
procedeva sicuro ma cauto, con una punta del piede cercò il
gradino che si
aspettava e tenendosi attaccato al muro cominciò a scendere
le scale nascoste.
Camminò contando nella mente 1 … 2 …
14 … 18 gradini. Al diciottesimo gradino
si fermò e allungò le mani davanti a
sé finché non tastò il pomo di
un’altra
porta. Uscì da quest’ultima ritrovandosi nelle
anticamere delle stanze del re e
vide vicino alla porta della camera da letto reale una donna seduta ad
uno
sgabello. La donna era nervosa e dondolava il tronco del corpo mentre
batteva ritmicamente
i piedi sotto di sé. Sotto a quest’ultimi sembrano
esserci delle strane ombre,
dall’aspetto molto simile alle radici di una pianta, che
sembravano seguire il
movimento ritmato dei piedi della donna.
Prima che Hans
potesse dire qualcosa o avvicinarsi per capire che cosa
stesse guardando, la donna alzò lo sguardo e
sussultando
disse-Che cosa ci fa qui, Hans?-. Si alzò in piedi e le
strane radici che Hans
pensava di aver visto si dissolsero, lasciandolo confuso …
forse era stata un
semplice gioco di ombre ma poco importava perché il giovane
principe andò
incontro alla donna. La donna non era altro che la regina Ada, la
consorte di
Re Peter, ma per Hans era sempre stata solo Ada: la sorella maggiore
che non
aveva mai avuto e la madre che a volte aveva desiderato avere. Non che
Hans
avesse espresso queste considerazioni ad alta voce, dopotutto sapeva
bene che
quella donna era solo sua cognata. Non era il sangue del suo sangue
come gli
ripeteva in continuazione sua madre.
Hans osservò il suo
volto che un tempo aveva trovato bellissimo, ma che adesso, con
l’occhio
critico di un pre-adolescente e con le continue critiche della
regina-madre in
mente, lo osservava più oggettivamente. Ada era donna
trentenne con capelli
castano chiaro e occhi del colore della terra, i suoi lineamenti non
erano sgradevoli
ma privi di quel fascino che Hans ormai aveva imparato a osservare, e
lo poteva
osservare già nella bellezza stupefacente della
regina-madre, ormai
cinquantenne. Nonostante questi pensieri, Hans considerava ancora sua
cognata
bellissima, perché era incantato dal calore dei suoi occhi,
dalla quiete della
sua voce e dal suo carattere gentile e fermo. Per Hans, elogiare la
cognata
davanti alla regina madre, però, sarebbe stato un guaio e
quindi non diceva mai
nulla. Di conseguenza, neanche quando era solo con Ada, riusciva a
esprimere la
sua ammirazione e il suo sincero affetto ma sembrava che questa
comprendesse i
suoi sentimenti, nonostante tutto.
-Ho visto Peter
svenuto, che cosa è successo?Voglio vederlo!- le ultime
parole furono
pronunciate con ansia e Ada si voltò turbata verso la porta
chiusa. Si sedette
sulle ginocchia e i suoi occhi furono ad altezza dello sguardo di Hans.
-Peter…-, iniziò cautamente
la donna pronunciando il nome del marito con un leggero accento del
regno di
Corona- Non è cosciente al momento-, gli occhi di Hans si
allargarono per la
paura e Ada gli mise una mano sulla spalla e lo avvicinò a
sé.
- Non è grave come
suona. È stato sedato per mettere dei punti-. Ada fece una
pausa per osservare
la reazione del giovane principe e decise che era capace di accettare e
capire
la verità- C’è stato un attentato, un
folle l’ha attaccato ma per fortuna gli
ha solo ferito il viso e non gli ha danneggiato gli occhi-, quegli
occhi così
simili a quelli del bambino di fronte a sé: in quella
famiglia tutti i fratelli
condividevano il colore verde prato dell’iride. Ada
accarezzò la guancia di
Hans a quel pensiero e quest’ultimo riconobbe
l’odore della donna che sapeva di
primavera anche in pieno inverno.
-Posso vederlo?-
Hans domandò con un filo di voce mentre tratteneva un
singhiozzo che
sfacciatamente gli voleva uscire dalla gola, chiuse i pugni sapendo che
non
aveva senso … suo fratello stava bene … Ada non
gli mentiva. Non aveva senso
piangere e non doveva piangere. Strinse ancora di più i
pugni mentre la voce
della regina madre gli riecheggiava nella testa – Per quale
ragione piangi, smettila!
Sei ridicolo!Sei drammatico!-
- Non è in un bello
stato Hans, ha perso molto sangue ed è molto pallido -,
quelle parole
aumentarono la tensione di Hans che combatté ancora
più duramente con la voglia
di piangere. Era comunque grato della franchezza di Ada, lei gli diceva
le cose
come stavano, non giocava, era onesta. Hans ci rifletté,
l’idea di vedere suo
fratello inerme lo rattristava e spaventava allo stesso tempo, forse
non voleva
veramente vederlo. La mano di Ada continuava ad accarezzare la guancia
del
bambino riuscendo così a calmarlo un pochino.
- Se vuoi questa
sera puoi dormire nella camera di Caterina, così domani
mattina per prima cosa
ti porto a vedere tuo fratello-, Hans annuì e
girò la testa di lato per
asciugarsi rapidamente le lacrime che non era riuscito a trattenere.
Dopo essersi reso
“presentabile” domandò alla cognata
perché non fosse accanto al marito e questa
fu colpita dalla domanda sagace e rispose semplicemente - Jakob aveva
bisogno
di vederlo più di me, quando ha finito vado io-. Quelle
semplici parole furono
elaborate da Hans con un’intelligenza precoce per la sua
età: Jakob era il
secondogenito della famiglia ed era la guardia del corpo del re che
aveva
subito un attento, aveva fallito sia come soldato e sia come fratello.
Ada si
alzò in piedi e rivolgendosi a Hans gli disse -Ti accompagno
nelle mie camere,
dovresti essere già a letto-, Hans annuì e la
cognata gli prese la mano durante
il percorso.
Quando
arrivarono, trovarono Caterina,
la figlia di Ada e Peter e nipote di Hans, addormentata nella sua
culla, con
accanto una tata che si dondolava su una sedia vicina. La tata doveva
avere
avuto già qualche notizia perché appena
udì i loro passi, scattò in piedi con
un’agilità
insospettabile, accennò un inchino e poi balbettò.
-Maestà!Tutto bene
… -, Ada la interruppe con un gesto della mano e con un
sorriso gentile ma non
allegro- Mio marito è stato attaccato durante la funzione ma
sta bene. Adesso
riposa nelle sue stanze- disse rapidamente anticipando la domanda della
tata,
la quale tirò un sospirò di sollievo e
mormorò qualcosa alzando gli occhi al
cielo, forse un ringraziamento. Ada continuò e indicando
Hans - Oggi il
principe dorme in questa stanza, la prego di prepararlo per la notte-.
La tata
annuì felice di poter sfogare il suo nervosismo attraverso
azioni pratiche.
-Vai già da Peter?-
domandò agitato Hans, non sapendo neanche lui da cosa
scaturisse quel moto di
ansia che sentiva nascere nel petto, ma Ada lo notò
immediatamente e gli disse:
-Posso aspettare che ti addormenti- ma Hans scosse la testa, sorrise
timidamente e le disse lentamente: - Quando sono qui, sono
più tranquillo- poi
si voltò per guardare la culla della nipote- E poi
c’è lei che mi fa
compagnia-, Ada sorrise e gli accarezzò nuovamente il viso e
poi gli pizzicò la
guancia- Buona notte allora- lo abbracciò stretto e gli
disse a bassa voce-
Andrà tutto bene- ma sembrò che Ada si rivolgesse
più a se stessa piuttosto che
a Hans. Poco dopo tornò la tata e la regina andò
via mentre Hans fu preparato per
andare a letto.
Hans
non seppe mai che cosa provò Ada
nel vedere suo marito incosciente, non seppe se lei e Jakob discussero
dell’accaduto e se quest’ultimo le avesse chiesto
il suo perdono per quel
chiaro fallimento. Seppe soltanto che Ada, ancora una volta, fu di
parola e la
mattina seguente lo portò a vedere Peter. Mentre i due si
avvicinavano sempre
di più a destinazione, Hans prese istintivamente la mano di
Ada e la strinse
con forza, quel gesto fu accolto da un sorriso dolce e una rassicurante
carezza
sulla testa. Alla porta della camera reale, Hans ispirò e
quando sua cognata
aprì la porta chiuse per un attimo gli occhi, preparandosi
al peggio.
Peter era sveglio,
semi sdraiato sul letto. L’occhio sinistro era stato fasciato
e il suo viso era
pallido , anzi pallidissimo agli occhi di Hans che nel sorriso
rassicurante del
fratello vi lesse soltanto tanto dolore. Lasciò bruscamente
la mano di Ada e si
precipitò dal fratello, si arrampicò sul letto e
lo abbracciò con tutte le sue
forze mentre tratteneva le lacrime. Peter gli passò una mano
sulla guancia e la
sua pelle apparve tiepida ad Hans: suo fratello aveva sempre avuto le
mani
calde … stava così male? Hans sciolse
l’abbraccio e si accomodò meglio sul
letto, ci fu silenzio e Hans era rimasto muto ad ispezionare
l’altro.
-Non è nulla Hans,
è solo un graffio- disse Peter che enfatizzò
indicando la garza ma Hans prese
le mani del fratello tra le sue e le trovò dannatamente
fredde.
-Perché sei
pallido, allora?Perché le tue mani sono così
fredde?- domandò il bambino con
una certa veemenza mentre sentimenti di impotenza e rabbia offuscavano
il suo
cuore. Non voleva vedere suo fratello ferito o ammalato o peggio. Peter
lanciò
un’occhiata alla moglie che si mise a sedere accanto al
marito, Ada guardò Hans
con dolcezza e preoccupazione.
-Ho avuto paura ed
è per questo che ho il viso pallido e le mani un
po’ meno calde- Peterr estrasse
una delle mani dalla stretta di Hans e la porse alla moglie come per
chiedere
conferma.
-Sono solo tiepide-
Ada confermò con un sorriso mentre scherzosamente
posò un bacio delicato sulle
nocche della mano di Peter. Hans abbassò la testa frustato e
incapace di
guardare il fratello allettato, dall’altra parte qualche
lacrima di sollievo
gli scese dalla guancia.
-Se ti sei
spaventato, posso esserlo anche io- disse con un filo di voce mentre
Peter lo
riaccoglieva tra la braccia, seguito dalla moglie: Hans nel calore di
quell’abbraccio di gruppo si sentì rassicurato.
-È normale che tua
abbia paura Hans - disse Ada con dolcezza mentre cullava tra le braccia
quei
due fratelli così diversi ma nello stesso tempo
così simili. In cuor suo anche
lei aveva avuto bisogno di quell’abbraccio, non solo Hans.
Adesso poteva
finalmente respirare perché il suo amato marito era fuori
pericolo.
Note
dell’autrice
In
questo periodo
sto scrivendo un continuo di Dodici lettere che si svolge nei tre anni
che
separano gli eventi di Frozen I e II. Mentre lavoravo sul continuo, ho
scritto quest’one-shot
e spero che sia sta gradevole anche per chi non conosce i miei
personaggi. Per
i miei vecchi lettori invece … wow è la prima
volta che descrivo Ada "così"
(non uso l'aggettivo giusto per evitare spoiler).
Sì, l’ho sempre immaginata che fosse
di
Corona e non particolarmente bella. È stato inoltre bello
descrivere un giovane
Peter quando ancora si concedeva di essere più affettuoso
con Hans e gli
mostrava il suo lato paterno, anche se poi quest’ultimo
aspetto ha incasinato i
rapporti tra loro da adulti.
Se volete leggere le
altre storie delle serie ecco il link
. Vi sto mettendo tutti i link possibile perchè a
oggi novmbre 2020, c'è un bug e la tag del personaggio di
Hans non funziana. Queste storie escono solo se si sceglie la
tag "Fratelli di Hans".
Se volete potete
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Con molto orgoglio, condivido il mio racconto "Gioia è socialmente accettabile", una favola contemporanea nera. Acquistabile su Amazon:
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