Pelle serica, seni
rotondi, gambe nude e labbra gonfie di sbadigli. Natasha stira
braccia in alto, si tende.
Clint l’ammira
vestendosi. Addosso l’odore di notti bagnate, sul collo un cimitero
di morsi: lo scotto da pagare per far schiudere le cosce alla Vedova
Nera.
«Dovremo rimandare la
colazione.»
«Coulson?»
Annuisce. «E.T. rivuole
il martello.»
«Portagli i miei
saluti.»
«A Coulson o a E.T.?»
Natasha solleva occhi
striati di cremisi.
Clint sorride, le
scosta ciocche scarmigliate e mira alla bocca; ma è un bersaglio
arduo: le basta l’indice per fermarlo. «Non farti uccidere.»
Lui s’accontenta, bacia
il polpastrello. «Non l’hai fatto tu, non ci riuscirà un alieno
pompato precipitato dal cielo.»
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