1
CAPITOLO
2:
"L'arrivo
del nemico"
Camminava
lentamente, in mezzo al chaos attorno a sè, facendo attenzione ai
cadaveri dei guerrieri caduti poco prima. Il terreno era intriso di
sangue, esattamente come lo era il suo mantello; la terra era
squarciata in due, come se anche esse stessa fosse dilaniata al suo
interno e soffrisse per quanto si stesse svolgendo sulla sua
superficie; il vento ululava forte, in balia anche lui stesso
dell'impeto della guerra; Ares, il dio della guerra e degli impeti
violenti, era anche lui sul campo di battaglia ed assieme ad Eris, la
dea della discordia, ed a Kydoimos, il Tumulto, rappresentavano in
tutto e per tutto la Triade divina della guerra.
La
ragazza osservò il tutto attraverso i suoi occhi scarlatti, dello
stesso colore del sangue che insudiciava il terreno e le sue vesti.
Il
suo obiettivo non era la guerra, no, quella l'avrebbe lasciata
volentieri alle altre divinità lì presenti. Il suo obiettivo altro
non era che le anime dei defunti. Per questo continuò a camminare
nel campo di morte, indisturbata, incurante di tutta la situazione
che si stava svolgendo attorno a lei. Come in trance, come in balia
di chissà quale forza superiore ed estranea a lei stessa.
Arrivò
ai piedi di un soldato, un cavaliere, pronto ad esalare il suo ultimo
respiro in quella vita. Si chinò su di lui, accarezzandogli il
volto, facendolo calmare un poco affinché la sua anima trovasse la
pace che tanto agognava, e quando questo spirò, si affrettò a
chiudergli gli occhi e a depositargli due dracme su entrambe le
palpebre.
"Vedrai,
da oggi, troverai la pace che desideri. Non preoccuparti e non
dubitarne, mai. In assoluto. Da oggi... incomincia la tua nuova vita"
Ker
Mi
svegliai di soprassalto, madida di sudore e con il fiato in gola.
Faticavo
ancora a capire che razza di sogno avessi appena fatto, il senso ed
il motivo per cui l'avessi fatto, ma soprattutto: faticavo ancora a
credere a quello che era successo quella mattina. Ero diventata il
nuovo cavaliere d'oro del cancro. Roba da non credere.
"Vedi
di annullare l'incontro!"
"Non
posso fare nulla, Death Mask, smettila di insistere!"
"Sei
il Gran Sacerdote, CERTO che puoi!"
"L'armatura
l'ha scelta! Mi dispiace, amico mio, ma DAVVERO NON POSSO FARE NULLA"
Le
urla del mio tutore, Death Mask, e del Gran Sacerdote, Sion,
risuonarono fino alle pareti della mia stanza, al piano superiore
della quarta casa del cancro. Era chiaro come il sole che il mio
maestro non volesse in alcun modo che diventassi il nuovo cavaliere
del cancro. Come era chiaro il fatto che, a cose fatte, ormai non si
potesse più tornare indietro, o variare la situazione. Il Grande
Sacerdote aveva ragione: l'armatura mi aveva scelta. Non c'era altro
da aggiungere. Quindi non c'era altro che Death Mask potesse fare per
opporsi, se non urlare.
Mi
intristii pensando che non mi reputasse degna di indossare l'armatura
che, fino a qualche mese fa, indossava lui stesso.
Forse
mi reputava una debole; una pappa molle; e non aveva mai avuto la
faccia tosta di dirmelo apertamente. O forse non pensava fossi
all'altezza... come molti altri cavalieri all'interno del Grande
Tempio, d'altronde... Chi può dirlo... fatto sta che non ce la feci
più a sentire le urla dei due cavalieri, così mi girai in direzione
della finestra, la aprii e mi calai dal balcone. Poi, con la notte
come mi alleata, mi defilai dalla quarta casa e mi incamminai verso
l'unico luogo dove potessi sentirmi realmente compresa e capita: il
cimitero dei cavalieri.
Nella
Stanza di Athena...
La
dea Athena passeggiava inquietata, avanti ed indietro, sulla liscia
superficie della sua stanza, senza sosta.
Si
era svegliata nel cuore della notte con una brutta sensazione
addosso. Eppure era strano anche per lei, visto che non aveva fatto
alcun tipo di sogno o incubo di cui preoccuparsi, come invece era
solita in quel periodo. Erano mesi e mesi che gli Oneroi si
divertivano a mandarle brutte visioni. Mesi e mesi in cui i corpi e
le membra dei cavalieri non facevano che martoriarle la testa,
avvilirle l'animo e renderla agitata dalla mattina alla sera. Spesso
accadeva che, mentre parlava con un suo qualsiasi cavaliere, non
faceva che vederlo morto; o privo di alcuni arti; o con le viscere
fuori dal corpo. Una visione da far accapponare la pelle. Per questo
si era convinta che, cambiare i possessori delle armature, fosse una
buona soluzione per preservare le vite dei vecchi cavalieri. E visto
che non aveva avuto più alcuna visione da quando il suo progetto era
incominciato, si era convinta di star procedendo nel migliore dei
modi, dopo aver scongiurato morti non necessarie.
Eppure...
Qualcosa
non quadrava, non quella sera per lo meno.
Fece
dietro front, pronta a camminare con più enfasi, quando un cosmo
estraneo iniziò a spargersi per tutto il Grande Tempio.
Si
voltò di scatto, nella direzione da cui proveniva quel cosmo, sotto
la Statua a lei dedicata e quando si rese conto da chi
provenisse, iniziò a tremare leggermente.
"Non
è possibile... tu...
perché sei qui?"
"Lieto
di incontrarti, Athena. Sai, è da tanto che volevo incontrare una
delle mie nipoti predilette. E visto che sono qui... Che ne dici di
farci una chiacchierata?"
Nella
quarta casa del cancro, Death Mask e Sion si bloccarono all'istante
non appena percepirono un cosmo ostile espandersi per tutto il
Santuario. Si voltarono entrambi in direzione delle stanze della dea
e, prima di lasciare la quarta casa, Sion affermò:
"Devo
andare. Rimanderemo ad un'altra volta la nostra discussione"
"Vengo
con te, più siamo e meglio è" rispose l'ex cavaliere del
cancro, iniziando ad espandere anche lui il suo cosmo. Sion lo
guardò, serio in volto.
"Sei
sicuro? Ormai, non sei più un cavaliere di Athena, non sei costretto
a-"
"Lo
so, ma non posso permettere che qualche bastardo metta a repentaglio
la vita del Grande Tempio" e di Ker, avrebbe voluto aggiungere,
ma si guardò bene dal dirlo.
A
quelle parole Sion gli rivolse un cenno del capo, con fare concitato,
poi iniziò ad espandere anche lui il suo cosmo.
"Va
bene. Andiamo" rispose, dunque, il Grande Sacerdote.
"Sì!"
fu la sola risposta che ottenne da Death Mask, dopodiché si
affrettarono ad uscire dalla quarta casa per raggiungere gli alloggi
della dea.
Al
cimitero dei cavalieri...
Ker
"E
così... tuo padre non vuole che tu sia il nuovo cavaliere del
cancro"
"Leo,
te l'ho già detto: Death Mask non è mio padre"
"Sì,
sì, vabbè, dettagli. Ciò non toglie che non capisco perché non
voglia. Cioè, è assurdo, non trovi?!"
"A
chi lo dici, Leo... A chi lo dici..." sussurrai, infine, più
rivolta a me stessa che non a Leo. Sospirai affranta, mi accasciai al
suolo e mi rannicchiai sulla ginocchia, poggiando la fronte su di
esse ed iniziando a guardare il vuoto.
Era
stata una giornata pesante: il dubbio iniziale prima del
combattimento, l'arena, il duello con Altair, l'investitura... mi
sembrava tutto assurdo, tutto privo di senso. Soprattutto quello
strano sogno che avevo fatto poco prima.
Chissà
cosa voleva dire in realtà,
pensai fra me e me, iniziando a ricordare solo in quel momento ciò
che era successo nel duello con il figlio di Ioria. Corrucciai la
fronte, alla ricerca di risposte che non riuscivo ad ottenere o
tardavano ad arrivare. A quella strana visione che avevo avuto, non
riuscivo proprio a darle un senso. Insomma, un attimo prima mi
trovavo nell'arena, pronta a pestare di botte Altair e l'attimo dopo
mi ritrovavo in quella specie di conca oscura, piena di fuochi fatui.
Senza contare che al risveglio mi ero ritrovata con indosso
l'armatura dorata del cancro.
Davvero
senza senso, non c'era che dire.
L'esplosione
di un cosmo oscuro mi riportò alla realtà. Alzai la testa di scatto
e mi girai in direzione delle stanze della dea Athena.
"Alzati
da terra, la dea necessita della tua presenza"
Mi
voltai di scatto non appena udii quelle parole e mi ritrovai di
fronte una donna, una ragazza forse, ma non riuscivo a distinguerla
bene per via del cappuccio che le copriva il volto. Indossava un
mantello color cremisi e quelli che mi sembrarono degli anfibi neri
lucidi. Ma oltre a ciò non riuscivo a distinguere nient'altro.
Mi
alzai dal suolo ed arretrai leggermente, cauta verso la donna che mi
fissava ostinatamente.
"Chi
sei tu?" domandai con voce flebile, cercando di mantenere una
certa compostezza. Anche se il cosmo ostile che la ragazza produceva
lasciava intendere tutto fuorché fosse un essere affabile.
La
ragazza rimase un attimo in silenzio prima di affermare:
"Non
ha importanza chi sono io. La tua priorità ora è la dea Athena.
Quindi smettila di piangerti addosso e vedi di muoverti"
"Io
non mi piango addos-" tentai di replicare lei, ma fui interrotta
dall'intervento brusco della ragazza.
"NON
MI INTERESSA! MUOVITI E BASTA!"
La
sua voce doppiata mi fece accapponare la pelle ed arretrai ancora,
spaventata.
Chi
era quella donna? E perché mi ordinava di recarmi dalla dea?
Lei
parve leggermi nel pensiero e, cercando di ricomporsi, affermò: "Non
sei tu il nuovo cavaliere del cancro?"
Che
domanda era? Certo che lo ero! Anche se da una manciata di ore, ma lo
ero a tutti gli effetti! L'aveva detto persino Sion, il Grande
Sacerdote, quindi non poteva essere diversamente.
"Sì!"
quindi affermai, più sicura rispetto a prima.
"Allora
corri! La dea ha bisogno di te!"
Stavolta
le sue parole non mi spaventarono, anzi, mi elettrizzarono, facendomi
salire l'adrenalina in corpo. Aveva ragione: ero un cavaliere di
Athena e dovevo smetterla di piangermi addosso.
"Ker..."
sussurrò Leo, cercando di riportarmi ancora alla realtà.
"Dobbiamo
andare, Leo" fu la mia risposta. Ed era vero. Dovevo correre, e
veloce anche.
"Sì"
Mi
voltai ancora una volta in direzione delle stanza della dea, strinsi
i pugni e recuperai tutto il coraggio che avevo dimenticato di
possedere; poi, mi girai in direzione della scalinata ed iniziai a
correre. Sorpassai la ragazza senza esitazione alcuna. La vidi
sorridere appena con la coda dell'occhio, ma non me ne curai troppo.
La dea Athena aveva bisogno d'aiuto.
Ed
il suo cavaliere stava arrivando.
Angolo
Autrice:
Buonasera
a tutti! ^^ chiedo scusa per il ritardo... di nuovo... ma, sempre
causa lavoro, proprio non ce l'ho fatta ad aggiornare prima la
storia. Spero non me ne vogliate. Così come spero che il capitolo vi
sia piaciuto, anche se di passaggio. La storia sta iniziando a
prendere forma e vi anticipo che nel prossimo ne vedremo delle belle.
Vi
avviso che probabilmente lo pubblicherò fra due settimane (visto i
miei impegni lavorativi), tuttavia, nel caso dovessi terminarlo
prima, arriverà fra una settimana, come al solito.
Come
sempre ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito i
precedenti capitoli <3, ma anche chi ha solo letto ed ha dedicato
un po' del proprio tempo a leggere la mia storia.
Grazie
a tutti <3 A presto, baci baci, Freya
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