Mylash
Aprii lentamente le palpebre, la luce che inondava la
stanza mi abbagliò. Le tempie mi pulsavano.
Dopo qualche istante misi a fuoco un volto familiare e
sgranai gli occhi. “Myles?”
Il ragazzo stava seduto sul bracciolo del divano; ridacchiò
e mi scrutò, una scintilla divertita nelle iridi azzurre. I capelli leggermente
disordinati che gli piovevano intorno al volto gli conferivano un’aria sbarazzina
e ancora più dolce. “Buongiorno!”
“Ma che cazzo…” biascicai, guardandomi attorno.
Dove cazzo mi trovavo?
“Sei a casa mia. Ieri sera hai alzato parecchio il
gomito, così ti ho portato qui e ti sei addormentato sul mio divano. Ricordi?”
Mi portai una mano tra i capelli, le dita si impigliarono
tra le ciocche ricce e scompigliate. Sicuramente ero in condizioni pietose,
mentre Myles era sempre così bello…
“Ero troppo ubriaco per potermelo ricordare, a quanto
pare” affermai, per poi sbadigliare. “Che ore sono?”
“L’una e un quarto.”
“Cazzo.”
Myles ridacchiò e prese posto accanto a me.
“Che fottutissimo mal di testa… davvero ho bevuto così
tanto?” bofonchiai. Mi sembrava di avere una guerra nucleare in testa, faticavo
a tenere gli occhi aperti.
Un brivido mi investii all’improvviso, facendomi
sussultare; mi strinsi le braccia al petto e le sfregai coi palmi. Solo allora
mi accorsi che non c’era nessuna coperta nei dintorni: avevo trascorso tutta la
notte con addosso soltanto un paio di miseri jeans e una maglia in cotone.
“Ehi, hai freddo?” mormorò Myles, sporgendosi appena
verso di me per osservarmi meglio in volto. Potevo percepire il suo profumo e
il suo calore sulla pelle, e tutto ciò mi stordiva più di quanto già non fossi.
“Beh…” biascicai, cercando di mettere in ordine i
pensieri. Intanto continuavo a tremare, come se le folate di vento che sibilavano
tramite la finestra chiusa stessero scuotendo anche me.
Senza aggiungere una parola, Myles si alzò e qualche
istante dopo tornò con un plaid tra le braccia. Si sedette nuovamente accanto a
me e me lo avvolse attorno alle spalle, poi mi scrutò con attenzione. “Va
meglio?”
In realtà no, continuavo a essere scosso dai brividi.
Abbandonai il capo contro lo schienale e socchiusi le palpebre.
Lui si accigliò, mi scostò alcune ciocche dalla fronte e
vi posò con leggerezza la mano.
Mi sarei voluto godere quel momento di vicinanza col
ragazzo dei miei sogni, non fosse che la sua pelle era ghiacciata. Scattai
all’indietro e seppellii il viso nel plaid. “Ma sei scemo?”
Myles scoppiò a ridere di gusto. “Volevo solo capire se
avevi la febbre.”
“Hai le mani congelate!”
“Già, hai ragione. Le ho sempre fredde da ottobre ad
aprile” commentò, soffiandoci sopra con l’intento di scaldarle. “E adesso come
faccio a capire se hai la febbre?”
Lo osservai. Poteva sempre posarmi le labbra sulla
fronte come una madre amorevole…
Mi astenni dall’esprimere quel pensiero ad alta voce.
“Forse è meglio che vada a prendere il termometro…”
“Non ho la febbre, me ne accorgerei” obiettai,
stringendomi meglio nella coperta.
“Ma stai tremando!”
“Normali sintomi post sbornia, mi succede sempre.”
Myles mise su un’adorabile smorfia scettica e piegò
appena il capo di lato. Poi i suoi occhi si illuminarono e schioccò le dita.
“Ho trovato un ottimo modo per farti stare meglio e riscaldarti un po’!”
Battei le palpebre. “Un’aspirina?”
Lui sorrise. “Se vuoi ho anche quella, ma intendevo
qualcos’altro.”
“Cosa?”
Si alzò dal divano e scomparve dal mio campo visivo.
“Aspettami qui!”
Storsi il naso quando Myles, dopo una decina di minuti,
fece nuovamente il suo ingresso nel piccolo soggiorno con le dita affusolate
strette attorno a una tazza fumante. Me ne pentii immediatamente quando posai
lo sguardo sull’adorabile sorriso che gli increspava le labbra: qualsiasi cosa
avesse preparato per me, l’aveva fatto con le migliori intenzioni.
Me lo sarei dovuto aspettare: la prima volta che ero
stato a casa sua e mi aveva offerto qualcosa di caldo da bere, ci aveva
impiegato almeno cinque minuti a elencare il suo vasto assortimento di tè,
tisane e bevande calde di ogni genere.
“Eh no! Non osare lamentarti: questo lo devi bere tutto!”
attaccò subito, notando la mia espressione. Prese posto sul divano e mi porse
la tazza, che conteneva un liquido dall’odore non proprio invitante.
“Ma è l’una e mezza, a quest’ora si pranza!”
“Tu ti sei appena svegliato, quindi per te è colazione.”
“Cos’è questa roba?” indagai, mentre liberavo le braccia
dal bozzolo di coperte in cui ero avvolto per poterla afferrare.
“Tè caldo con limone. Ma, siccome sono buono e so che ti
piacciono le cose dolci, ci ho messo due cucchiaini di miele!” annunciò con
soddisfazione.
Non potei fare a meno di sorridere. Il modo in cui sapeva
sempre prendersi cura di chiunque, la sua attenzione per i dettagli, la sua
gentilezza, erano qualcosa che mi scioglieva il cuore nel petto ogni volta che
ci avevo a che fare.
Con la tazza tra le mani, lo fissai per diversi istanti
negli occhi, senza trovare – come al solito – le giuste parole da dire; lui
ricambiava con quell’immensa dolcezza che gli inondava le iridi celesti.
Lo amavo da morire.
Mi portai il recipiente in ceramica alle labbra e
assaggiai il tè, trovandolo del tutto insignificante. Come diamine faceva Myles
ad apprezzarlo così tanto?
Lui ridacchiò. “Hai una faccia…”
“Non potevi offrirmi una birra o qualcos’altro di forte
per darmi una svegliata?”
Myles si imbronciò, ma i suoi occhi ridevano. “Sei
pessimo! Sei in pieno hangover e vuoi già ubriacarti di nuovo!”
“Una birra, che sarà mai.”
“Ah, stai zitto e bevi: idratarti è la soluzione migliore
per far passare gli effetti collaterali.”
Sbuffai e presi un altro sorso. “Ha un sapore orribile. E
com’è che tu sei tanto esperto di post sbornia?”
Myles si strinse nelle spalle. “Pensi davvero che io non
mi sia mai ubriacato?”
“Non si direbbe, con quel faccino innocente.”
Lui aggrottò le sopracciglia. “Occhio a quello che dici,
ora che sei lucido e nuovamente in te non ti farò passare niente.”
Sgranai gli occhi. “Ho detto qualcosa di compromettente
ieri notte?”
“No, niente di che. Parlavi solo di una certa Rose con
cui sei stato a letto tempo addietro, e di quanto fosse brava in determinati
giochetti a luci rosse…” ghignò.
Oh cazzo.
Non c’era niente di più umiliante che rivelare dettagli
della mia vita erotica davanti al ragazzo di cui ero innamorato.
Per dissimulare l’imbarazzo, mi portai nuovamente la
tazza davanti al viso e vi seppellii lo sguardo.
“Hai visto? Sapevo che avrebbe funzionato: hai smesso di
tremare.”
Mi immobilizzai per un istante. “Ehi… è vero” dovetti
ammettere. Ora sentivo molto più caldo – non sapevo se per la coperta sulle
spalle, la bevanda calda o la vicinanza di Myles.
Lui mi strizzò l’occhio e si lasciò andare contro la
spalliera. “Dai retta al tuo amico!” Poi allungò una mano verso il mio viso e
posò le dita, ora decisamente più calde, sulla mia fronte. “No, non hai la
febbre.”
Desiderai tanto di rimanere così, pelle contro pelle,
mentre il mio cuore e la mia anima andavano a fuoco per quel contatto così
dolce ed elettrico.
E desiderai davvero trovare le parole per dirgli quanto
tenessi a lui, quanto gli fossi grato per essere sempre così spontaneamente
dolce e accogliente nei miei confronti; mi aveva ospitato a casa sua nonostante
fossi ubriaco marcio e ora si stava prendendo cura di me come mai nessuno aveva
fatto prima.
Desiderai davvero mettere insieme un discorso o trovare
il giusto gesto per dimostrargli tutto ciò.
“Myles…”
“Sì?”
“Avresti dei biscotti per accompagnare questa brodaglia?”
♥ ♥ ♥
Prompt utilizzato per la challenge “Seasons Die One After
Another”:
[Autunno] Tè caldo - Fluff / Brividi
Prompt utilizzati per la challenge “Just stop for a
minute and smile”:
27. "Ero troppo ubriaco per potermelo
ricordare."
45. "Ha un sapore orribile!"
AUGURI MYYYYYYLES *_________________*
Ma cioè, ora voi ditemi: questo pandoro di Myles compie
gli anni, e secondo voi io potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di scrivere
una Mylash, anche se tanto piccola e tanto cliché? MA CERTO CHE NO! E non
potevo nemmeno evitare di scriverla dal pov Slash, che lo guarda con gli occhi
dell’amore – e vabbè, diamogli pure ragione, è impossibile non innamorarsi di
Myles :3
Questa piccola shot può essere considerata un missing moment
della mia long “Ten friends, one big mess”; non fa riferimento a un episodio
particolare, ma chi segue la storia sa che, soprattutto nel primo periodo in
cui si sono conosciuti (che guarda caso era autunno), i due hanno condiviso
insieme un sacco di cose, di serate, di uscite… erano davvero molto legati, e dunque
non risulta così difficile immsginare che una scena del genere potesse accadere
^^
Il fatto che Myles sia così tanto appassionato di tisane
e tè è un dettaglio di mia invenzione (anche se lo trovo piuttosto realistico
XD), così come la passione di Slash per le cose dolci! In realtà, a parte il
fatto che si conoscono e suonano assieme, è TUTTO una mia invenzione, anche se
io sto cominciando a credere che Slash sia davvero innamorato di Myles…
E niente, forse è il caso che la smetta di sproloquiare
XD mi scuso per questa storiellina così tanto banale e ANCORA TANTISSIMI AUGURI
MYLES, continua a deliziarci con la tua meravigliosa voce e la tua dolcezza
*__________*
Alla prossima!!! ♥
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