3 - La Porta di Pietra
Ian sussultò quando la voce della donna gli chiese in modo brusco di spostarsi, doveva essere rimasto immobile per ore e afissare cosa? Una porta finta sormontata da una finestra sbarrata. Era uscito come sempre dalla sua facoltà, aveva camminato sovrappensiero per finire come sempre in quel punto. Quella porta dipinta lo attraeva come una calamita. Vedeva la sua vita in quel dipinto in rilievo su muro… Una porta fittizia che non si sarebbe mai aperta, non aveva un vero scopo, mera decorazione. Ian non vedeva una soluzione a quella sua indolenza. Così tornava a fissare quella porta.
Suo padre aveva ragione, quel percorso era una strada senza sbocco, alla fine sarebbe dovuto tornare da lui e supplicarlo di riprenderlo in azienda. Così sarebbe entrato in uno dei suoi negozzi a vedere scarpe. Il che non era poi così male come prospettiva, era bravo a ammaliare le persone. Eppure, nonostante il buonsenso, aveva scelto di inseguire il suo stupido sogno, ma poi si era dovuto scontrare contro la relatà. Non aveva gli agganci necessari per poter diventare un vero architetto, suo padre avrebbe potuto fornirglieli ma non lo avrebbe mai fatto e Ian comunque non avrebbe accettato e così la sua vita non avrebbe mai avuto un senso, come quella porta di pietra, che non si sarebba mai aperta.
Ian stava per voltarsi quando una scintilla di luce entrò nei suoi occhi. Ian rimase senza parole. Il pomello improvvisamente riluceva, come di vero ottone. Dalla toppa filtrava una luce splendente che fendeva il grigiore innanzi a sè. Cosa poteva celarsi oltre?
Con mano tremante Ian si avvicinò, attorno a sè tutto parve rallentare fino a fermarsi e quanto le sue dita si serrarono sul pomello freddo, lo sentì muoversi e la serratura scattò.
La porta di pietra si stava aprendo.
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