-si vede chiaramente che non sopporti le persone che vengono da Mussasur. Visto che non credo tu odi alla follia quel ragazzo- disse Yasuo osservando Elar mentre si allenava nella palestra che se non fosse stato per loro sarebbe stata completamente vuota.
-si non li sopporto e non sto cercando di nascondere la cosa- rispose Elar con il fiatone. Orami erano ore che si trovava in quella palestra e non aveva preso nemmeno un secondo di pausa.
-ma perché? Sembra come se qualcuno ti abbia fatto un torto e tu li odi tutti quanti per questo- continuò il re di Aleppo scrutando il suo amico in attesa di una sua qualunque reazione.
-infatti è così-
-e cos’è successo-
-niente di importante Yasuo. Credevo di aver trovato una persona della quale fidarmi ma non era così- spiegò Elar fermandosi a riprendere fiato.
-non mi dirai quello che è successo vero?- chiese il re sapendo perfettamente che il rosso non gli avrebbe detto di più.
-non ho voglia di parlarne. Nonostante siano passati anni la ferita è ancora aperta- sospirò Elar. Yuri lo aveva illuso nel peggior modo possibile e la cosa più odiosa era stato il fatto che gli si era affidato completamente. Non credeva sarebbe mai riuscito a perdonare l’uomo che lo aveva fatto innamorare. A volte, ma solo quando il senso di malinconia lo assaliva, avvertiva i sensi di colpa per aver lasciato suo figlio da solo. Quella povera creatura non aveva fatto niente di male e lui si era comportato da vero stronzo. La paura di quello che poteva essere successo al figlio ma non aveva mai avuto il coraggio di tornare a Mussasur per vedere cosa fosse successo.
Aveva paura di incrociare nuovamente Yuri e perdersi nei suoi bellissimi occhi e quindi perdere completamente la testa visto che era ancora innamorato di quello stronzo.
-mi fa male vederti con quello sguardo- gli disse Yasuo sospirando.
-quale sguardo?- chiese Elar riprendendosi dai suoi pensieri.
-quello che ogni tanto hai, sembra come se ti stessi distruggendo da solo- spiegò il re di Aleppo sorridendo triste all’amico che sospirò.
-sono successe cose che nemmeno puoi immaginare e che sono il motivo per il quale mi vedi così in alcuni momenti. Dov’è tuo figlio?- chiese poi Elar che stava aspettando da un po’ il principe anche se Garen non si era presentato.
-in giro con il marito ovviamente. Garen è preso davvero molto da Riwan e devo ammettere che la cosa non mi dispiace, mi piace vederli così vicini-
-si è un bene che siano molto vicini, ma comunque mi è sembrata una decisione troppo affrettata quella di rivelare a Riwan della magia. Capisco l’esigenza di avvisarlo nel caso la bambina mostrasse i suoi poteri ma non credevo potesse farlo così presto-
-ha sorpreso anche me la cosa e devo dirti che ero del tuo stesso avviso ma se Garen si fida di lui noi non possiamo fare altro che assecondarlo e fidarci di lui- disse Yasuo sospirando. -spero solo che Rell abbia dei poteri-
-è un ibrido. Li avrà per forza, forse minori, ma comunque li avrà- disse Elar mordendosi il labbro. Era sicuro della cosa perché sapeva perfettamente che anche suo figlio aveva i poteri. E per impedire che uscissero allo scoperto aveva fatto un incantesimo per bloccare i suoi poteri. Incantesimo che non poteva essere spezzato se non con la morte del ragazzo che era sotto incantesimo quindi non ci sarebbero stati problemi.
-oh siete ancora qui- disse Garen entrando nella palestra e attirando su di se l’attenzione dei due uomini presenti.
-potevi avvisare che non saresti venuto al solito orario-
-mi dispiace Elar, è solo che non ci avevo pensato- si scusò il biondo che davvero non aveva pensato veramente al fatto che doveva allenarsi, si era fermato un attimo a guardare gli occhi di Riwan e non aveva resistito a baciarlo e ovviamente farci sesso anche quella mattina. Ormai era diventato una droga vera e propria quel ragazzo.
-almeno quando c’era Fanchou veniva qui con te e non ti distraeva- borbottò il rosso ritornando al centro della palestra segno che era arrivato il momento di allenarsi nonostante ELar non si fosse riposato per niente.
-quindi in caso posso far venire qui Riwan? Non l’ho fatto solo perché non sapevo se a te andasse bene- spiegò Garen che sperava davvero di poter portare il marito in palestra. Voleva fargli vedere cosa poteva fare con la magia e non solo le piccole cose che orami faceva tranquillamente come chiudere la porta oppure farsi potare il cibo senza troppi problemi.
-se proprio vuoi si, ma deve stare molto attendo e soprattutto ben distante da noi non essendo dotato di magia e quindi non potendo proteggersi da solo- Elar sospirò -lo sai meglio di me che ogni tanto partono colpi che vanno in giro per la palestra-
-non ti preoccupare, nel caso gli farò un incantesimo di protezione io stesso- rispose Garen felice di poter portare finalmente Riwan con lui anche li.
-ma se vedo che ti distrae troppo, perché so perfettamente come ragiona la tua testa in questo momento, lo caccio immediatamente da qui- lo minacciò Elar e la minaccia funzionò visto che l’unica cosa che fece il principe di Aleppo fu annuire e mettersi perfettamente difronte al suo maestro pronto a combattere con lui anche se la sua testa ovviamente stava pensando a Riwan come stava succedendo da quando gli aveva rivelato di amarlo. La cosa non aiutava tanto a concentrarsi, ma ormai Garen poteva dire di conoscere perfettamente tutte le mosse di Elar da non essere in serio pericolo in caso di un attacco non sarebbe stato preso alla sprovvista.
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