Capitolo 14 TEAMMATES Battuta finale
Capitolo 14: Battuta finale.
La cima della montagna era
come un'altra dimensione per i tre compagni di squadra, il paesaggio
che si ergeva di fronte a loro era qualcosa di mai visto prima e non
lasciava spazio al dubbio: erano nel luogo giusto.
Raven sentiva che mancava davvero poco, lo scontro finale con quel
criminale sarebbe stato inevitabile e, doveva ammetterlo, la cosa non
le piaceva per niente.
L'energia vitale di Starfire si faceva sempre più debole e
questo fatto metteva in allarme i tre eroi più di qualsiasi
altro pericolo ma Raven non aveva intenzione di perdere le speranze,
ora che si erano avvicinati al covo del criminale riusciva anche a
percepire una forza di volontà fuori dal comune. Starfire e
BeastBoy ce la stavano mettendo tutta per non cedere alle torture di
quel maledetto pazzo.
Robin scandagliò rapidamente la zona con lo sguardo, non c'era
nulla di rilevante se non per il paesaggio completamente congelato
dinanzi a loro.
-Cyborg, rilevi niente?- chiese apprensivo.
Il mezzo robot controllò freneticamente sul suo braccio
meccanico, faceva così freddo che i suoi circuiti stavano
iniziando a fare cilecca.
-Non vedo niente sui miei radar- rispose secco.
Raven scosse il capo con energia :-Deve esserci qualcosa! Posso sentire Star e BeastBoy, sono vicini...-.
-Tu potrai anche sentirli ma io qui non vedo un bel niente- esordì seccato il mezzo robot.
Robin sollevò un sopracciglio, la situazione gli stava sfuggendo
di mano... La frustrazione di esserci così vicini era palpabile
fra ogni membro del gruppo così come era palpabile l'inizio di
una litigata clamorosa fra Raven e Cyborg.
Il ragazzo si disse che fosse meglio calmare gli animi prima di perdere totalmente il controllo della situazione.
-Su ora non mettetevi a litigare fra voi! Non serve proprio a niente!-.
-Robin ha ragione...- mormorò Cyborg guardandosi attorno.
-Sento qualcosa- esclamò Raven.
I due ragazzi rivolsero la loro totale attenzione alla giovane maga, la
ragazza era concentrata su un punto di fronte a lei. Apparentemente,
sembrava non esserci nulla di interessante: una enorme distesa di
ghiaccio che soffocava il terreno sottostante e qualche avvallamento
che rovinava il suolo increspandolo in alcuni punti.
-C'è qualcosa lì- disse la maga con convinzione.
-Sei sicura? Io non vedo niente...- commentò Cyborg.
Robin avanzò cautamente con una mano tesa di fronte a sé,
se ci fosse stato qualcosa lì avrebbe sicuramente potuto
toccarla. Effettivamente, poco dopo, la sua mano venne a contatto con
qualcosa di duro e metallico.
-C'è una barriera magica- commentò la maga.
Robin annuì deciso.
-Spostati, provo ad annullarne l'effetto- esordì Raven.
Robin fece quanto detto senza ribattere mentre osservava la sua amica lanciare il suo famoso incantesimo.
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BeastBoy iniziava a sentire il suo corpo cedere allo stress di quella
situazione incresciosa, tutto quel cercare di tenere sotto controllo le
sue emozioni lo aveva stancato. Non era certo abituato a farlo, anzi!
Improvvisamente il suo pensiero si rivolse a Raven, si chiese come
facesse lei a sopportare così tanto ogni giorno. Il fatto che
riuscisse a contenere le sue emozioni come faceva lo affascinava, non
riusciva davvero a spiegarsi come potesse renderlo così semplice!
Per quanto quel pensiero lo meravigliasse riusciva anche a
tranquillizzarlo, riusciva a percepirla. Era vicina. Avrebbe dovuto
sopportare ancora un po'.
Starfire sembrava stare un pochino meglio e la cosa lo faceva sentire
calmo anche se era davvero complicato rimanere sereno in un ambiente
simile.
Il suo istinto animale gli suggeriva che di lì a poco sarebbe
successo qualcosa di grosso e doveva tenersi pronto, non sapeva bene a
che cosa ma sapeva che non poteva essere colto impreparato.
Sembrava che anche l'aliena si sentisse come lui perché
riuscì a vederla stringere i pugni in maniera impercettibile.
-Manca poco, lo so... Me lo sento- borbottò il mutaforma.
-Sì...- mormorò la giovane principessa.
In entrambi ardeva un fuoco totalmente nuovo, il fuoco della speranza.
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-La barriera è sparita- sospirò la maga.
Raven cadde sulle ginocchia, esausta.
Robin l'aiutò ad alzarsi e la sostenne stringendola forte a sé.
-Guardate- esclamò Cyborg.
I tre ragazzi rimasero a bocca aperta: un enorme laboratorio ghiacciato
si parò di fronte ai loro occhi increduli, era una specie di
vecchia fabbrica in disuso che si ergeva su un qualcosa come tre
piani... Sembrava parecchio grande ma a ben guardarla si notava che
sotto a quel ghiaccio c'erano pareti metalliche colme di ruggine,
tendendo l'orecchio si potevano anche sentire lo stridio delle vecchie
tubature anch'esse ormai consunte dal tempo.
-Questo posto mette i brividi- borbottò Raven.
-Esattamente come tutti i luoghi dove è stato questo tizio...- convenne Cyborg.
-E' come un tetro film dell'orrore... Bè, che dire? Non ci resta che entrare-.
Robin annuì silenziosamente, non lo avrebbe ammesso ma l'idea di
essere finalmente giunto a una possibile conclusione per tutta quella
storia lo faceva sentire elettrico. Solo di una cosa aveva
tremendamente paura: arrivare troppo tardi.
Se fosse successo qualcosa ai suoi amici non se lo sarebbe mai
perdonato, specialmente a Starfire. Aveva promesso tempi addietro che
non l'avrebbe mai lasciata sola e non aveva intenzione di farlo ora.
L'incubo della morte era rinchiuso in un angolo della sua mente, era
terrorizzato all'idea di perderla come aveva perso i suoi genitori.
Come aveva perso le persone a lui più care.
-Smettila di pensarci, non ti aiuti così- mormorò Raven posandogli una mano sulla spalla con dolcezza.
-Hai ragione... Entriamo forza-.
I tre arrivarono ad un corridoio stretto che permetteva il passaggio
solamente in fila indiana, le pareti erano congelate esattamente come
il resto dell'edificio ma in alcuni punti si poteva benissimo notare
che qualcuno o qualcosa le aveva graffiate fino a romperne il ghiaccio
che le imprigionava.
Cyborg decise di andare avanti e fare luce dato che il posto era buio pesto.
-Riesci a vedere qualcosa?- chiese Robin dalla fine della fila.
Cyborg aguzzò la vista :-C'è una luce in fondo al corridoio-.
-Raven?- incalzò il leader.
-Riesco a sentire Starfire e BeastBoy, sono vicini-.
-Forse ci sono loro alla fine del corridoio- tentò Cyborg.
-O forse c'è il pazzo che li ha rapiti- aggiunse Raven.
-O forse, e speriamo sia così, non c'è niente di cui
preoccuparsi- borbottò Robin alzando gli occhi al cielo.
Era sempre con la guardia alta, Bruce gli aveva insegnato che era
sempre la cosa migliore dopotutto, eppure sentiva di potersi calmare
per almeno cinque minuti.
Robin si costrinse a mantenere il focus su ciò che stava
accadendo, non poteva permettersi di divagare e non importava quanto
avrebbe voluto trovarsi ovunque meno che lì. I suoi amici erano
così vicini e avevano bisogno del suo aiuto, non si sarebbe
tirato indietro. Avrebbe fatto di tutto per aiutarli e per portarli
fuori di lì sani e salvi.
Sperava di potersi mettere tutta quella storia alle spalle ben presto.
-Ci siamo, è il momento della verità- mormorò Cyborg.
Robin sentì i muscoli del suo corpo irrigidirsi quasi immediatamente, era la resa dei conti.
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Camminava avanti e indietro, impaziente.
Le sue vittime sarebbero presto arrivate e aveva intenzione di
riservare loro un gelido benvenuto, sapeva che non sarebbero arrivati
in tempo. Era ora che il mondo capisse chi era l'unico a meritare
attenzioni e riconoscimenti.
Era l'ora che lui brillasse proprio come un tempo. Nessuno avrebbe potuto togliergli la gloria stavolta, la fama lo attendeva.
Tutti dovevano parlare di colui che aveva battuto i potenti Teen Titans
lasciando di loro nient'altro che gelidi trofei posti su un ripiano
impolverato.
Lì, in mezzo a tutti gli altri premi che aveva guadagnato.
Era tutto così perfetto, così come lo aveva sempre voluto.
Ben presto tutto il mondo avrebbe iniziato a parlare di lui e delle sue
imprese, dopotutto era arrivato alla battuta finale e non si sarebbe
arreso ora.
Il suo obbiettivo era chiaro nella sua mente e non vedeva l'ora di toccare con mano i frutti del suo duro lavoro.
Avrebbe lasciato un'impronta indelebile che non avrebbe potuto
cancellarsi, sarebbe stato ricordato negli annali per ogni cosa che
aveva fatto, per ogni impresa realizzata, per ogni cuore che aveva
cessato di battere per merito suo.
Sarebbe stato grande, unico... Temuto. Nessuno si sarebbe più
permesso di rubargli ciò che era suo di diritto: le luci della
ribalta.
Aveva sacrificato così tanto per raggiungerle e non si sarebbe fermato ora. No! Era così vicino...
Poteva annusare il profumo della gloria, poteva sentire gli applausi e
le grida delle persone che lo santificavano come fosse un dio.
Avrebbe avuto tutto, tutto ciò che gli spettava e molto di
più. L'unico ostacolo che lo separava da tutto ciò era
solo la molesta presenza di quei maledetti ragazzini impiccioni.
I Titans sarebbero caduti e lui sarebbe stato l'artefice di questo. Lui e nessun altro!
Era ora di agire!
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