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Autore: SilkyeAnders    26/01/2021    1 recensioni
"Sparizioni nel mondo atletico: ricercato il colpevole".
Sta accadendo qualcosa di strano a Jump City, e non solo lì, i Titans si trovano di fronte ad una nuova sfida.
Riusciranno a sventare questa minaccia o sarà la fine per loro?
(Questa fanfiction contiene personaggi da me creati abbinati ai personaggi della serie animata, si incentrerà sulle coppie RobStar e BBRae).
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 14 TEAMMATES Battuta finale Capitolo 14: Battuta finale.




La cima della montagna era come un'altra dimensione per i tre compagni di squadra, il paesaggio che si ergeva di fronte a loro era qualcosa di mai visto prima e non lasciava spazio al dubbio: erano nel luogo giusto.
Raven sentiva che mancava davvero poco, lo scontro finale con quel criminale sarebbe stato inevitabile e, doveva ammetterlo, la cosa non le piaceva per niente.
L'energia vitale di Starfire si faceva sempre più debole e questo fatto metteva in allarme i tre eroi più di qualsiasi altro pericolo ma Raven non aveva intenzione di perdere le speranze, ora che si erano avvicinati al covo del criminale riusciva anche a percepire una forza di volontà fuori dal comune. Starfire e BeastBoy ce la stavano mettendo tutta per non cedere alle torture di quel maledetto pazzo.
Robin scandagliò rapidamente la zona con lo sguardo, non c'era nulla di rilevante se non per il paesaggio completamente congelato dinanzi a loro.
-Cyborg, rilevi niente?- chiese apprensivo.
Il mezzo robot controllò freneticamente sul suo braccio meccanico, faceva così freddo che i suoi circuiti stavano iniziando a fare cilecca.
-Non vedo niente sui miei radar- rispose secco.
Raven scosse il capo con energia :-Deve esserci qualcosa! Posso sentire Star e BeastBoy, sono vicini...-.
-Tu potrai anche sentirli ma io qui non vedo un bel niente- esordì seccato il mezzo robot.
Robin sollevò un sopracciglio, la situazione gli stava sfuggendo di mano... La frustrazione di esserci così vicini era palpabile fra ogni membro del gruppo così come era palpabile l'inizio di una litigata clamorosa fra Raven e Cyborg.
Il ragazzo si disse che fosse meglio calmare gli animi prima di perdere totalmente il controllo della situazione.
-Su ora non mettetevi a litigare fra voi! Non serve proprio a niente!-.
-Robin ha ragione...- mormorò Cyborg guardandosi attorno.
-Sento qualcosa- esclamò Raven.
I due ragazzi rivolsero la loro totale attenzione alla giovane maga, la ragazza era concentrata su un punto di fronte a lei. Apparentemente, sembrava non esserci nulla di interessante: una enorme distesa di ghiaccio che soffocava il terreno sottostante e qualche avvallamento che rovinava il suolo increspandolo in alcuni punti.
-C'è qualcosa lì- disse la maga con convinzione.
-Sei sicura? Io non vedo niente...- commentò Cyborg.
Robin avanzò cautamente con una mano tesa di fronte a sé, se ci fosse stato qualcosa lì avrebbe sicuramente potuto toccarla. Effettivamente, poco dopo, la sua mano venne a contatto con qualcosa di duro e metallico.
-C'è una barriera magica- commentò la maga.
Robin annuì deciso.
-Spostati, provo ad annullarne l'effetto- esordì Raven.
Robin fece quanto detto senza ribattere mentre osservava la sua amica lanciare il suo famoso incantesimo.
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BeastBoy iniziava a sentire il suo corpo cedere allo stress di quella situazione incresciosa, tutto quel cercare di tenere sotto controllo le sue emozioni lo aveva stancato. Non era certo abituato a farlo, anzi!
Improvvisamente il suo pensiero si rivolse a Raven, si chiese come facesse lei a sopportare così tanto ogni giorno. Il fatto che riuscisse a contenere le sue emozioni come faceva lo affascinava, non riusciva davvero a spiegarsi come potesse renderlo così semplice!
Per quanto quel pensiero lo meravigliasse riusciva anche a tranquillizzarlo, riusciva a percepirla. Era vicina. Avrebbe dovuto sopportare ancora un po'.
Starfire sembrava stare un pochino meglio e la cosa lo faceva sentire calmo anche se era davvero complicato rimanere sereno in un ambiente simile.
Il suo istinto animale gli suggeriva che di lì a poco sarebbe successo qualcosa di grosso e doveva tenersi pronto, non sapeva bene a che cosa ma sapeva che non poteva essere colto impreparato.
Sembrava che anche l'aliena si sentisse come lui perché riuscì a vederla stringere i pugni in maniera impercettibile.
-Manca poco, lo so... Me lo sento- borbottò il mutaforma.
-Sì...- mormorò la giovane principessa.
In entrambi ardeva un fuoco totalmente nuovo, il fuoco della speranza.
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-La barriera è sparita- sospirò la maga.
Raven cadde sulle ginocchia, esausta.
Robin l'aiutò ad alzarsi e la sostenne stringendola forte a sé.
-Guardate- esclamò Cyborg.
I tre ragazzi rimasero a bocca aperta: un enorme laboratorio ghiacciato si parò di fronte ai loro occhi increduli, era una specie di vecchia fabbrica in disuso che si ergeva su un qualcosa come tre piani... Sembrava parecchio grande ma a ben guardarla si notava che sotto a quel ghiaccio c'erano pareti metalliche colme di ruggine, tendendo l'orecchio si potevano anche sentire lo stridio delle vecchie tubature anch'esse ormai consunte dal tempo.
-Questo posto mette i brividi- borbottò Raven.
-Esattamente come tutti i luoghi dove è stato questo tizio...- convenne Cyborg.
-E' come un tetro film dell'orrore... Bè, che dire? Non ci resta che entrare-.
Robin annuì silenziosamente, non lo avrebbe ammesso ma l'idea di essere finalmente giunto a una possibile conclusione per tutta quella storia lo faceva sentire elettrico. Solo di una cosa aveva tremendamente paura: arrivare troppo tardi.
Se fosse successo qualcosa ai suoi amici non se lo sarebbe mai perdonato, specialmente a Starfire. Aveva promesso tempi addietro che non l'avrebbe mai lasciata sola e non aveva intenzione di farlo ora.
L'incubo della morte era rinchiuso in un angolo della sua mente, era terrorizzato all'idea di perderla come aveva perso i suoi genitori. Come aveva perso le persone a lui più care.
-Smettila di pensarci, non ti aiuti così- mormorò Raven posandogli una mano sulla spalla con dolcezza.
-Hai ragione... Entriamo forza-.


I tre arrivarono ad un corridoio stretto che permetteva il passaggio solamente in fila indiana, le pareti erano congelate esattamente come il resto dell'edificio ma in alcuni punti si poteva benissimo notare che qualcuno o qualcosa le aveva graffiate fino a romperne il ghiaccio che le imprigionava.
Cyborg decise di andare avanti e fare luce dato che il posto era buio pesto.
-Riesci a vedere qualcosa?- chiese Robin dalla fine della fila.
Cyborg aguzzò la vista :-C'è una luce in fondo al corridoio-.
-Raven?- incalzò il leader.
-Riesco a sentire Starfire e BeastBoy, sono vicini-.
-Forse ci sono loro alla fine del corridoio- tentò Cyborg.
-O forse c'è il pazzo che li ha rapiti- aggiunse Raven.
-O forse, e speriamo sia così, non c'è niente di cui preoccuparsi- borbottò Robin alzando gli occhi al cielo.
Era sempre con la guardia alta, Bruce gli aveva insegnato che era sempre la cosa migliore dopotutto, eppure sentiva di potersi calmare per almeno cinque minuti.
Robin si costrinse a mantenere il focus su ciò che stava accadendo, non poteva permettersi di divagare e non importava quanto avrebbe voluto trovarsi ovunque meno che lì. I suoi amici erano così vicini e avevano bisogno del suo aiuto, non si sarebbe tirato indietro. Avrebbe fatto di tutto per aiutarli e per portarli fuori di lì sani e salvi.
Sperava di potersi mettere tutta quella storia alle spalle ben presto.
-Ci siamo, è il momento della verità- mormorò Cyborg.
Robin sentì i muscoli del suo corpo irrigidirsi quasi immediatamente, era la resa dei conti.
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Camminava avanti e indietro, impaziente.
Le sue vittime sarebbero presto arrivate e aveva intenzione di riservare loro un gelido benvenuto, sapeva che non sarebbero arrivati in tempo. Era ora che il mondo capisse chi era l'unico a meritare attenzioni e riconoscimenti.
Era l'ora che lui brillasse proprio come un tempo. Nessuno avrebbe potuto togliergli la gloria stavolta, la fama lo attendeva.
Tutti dovevano parlare di colui che aveva battuto i potenti Teen Titans lasciando di loro nient'altro che gelidi trofei posti su un ripiano impolverato.
Lì, in mezzo a tutti gli altri premi che aveva guadagnato.
Era tutto così perfetto, così come lo aveva sempre voluto.
Ben presto tutto il mondo avrebbe iniziato a parlare di lui e delle sue imprese, dopotutto era arrivato alla battuta finale e non si sarebbe arreso ora.
Il suo obbiettivo era chiaro nella sua mente e non vedeva l'ora di toccare con mano i frutti del suo duro lavoro.
Avrebbe lasciato un'impronta indelebile che non avrebbe potuto cancellarsi, sarebbe stato ricordato negli annali per ogni cosa che aveva fatto, per ogni impresa realizzata, per ogni cuore che aveva cessato di battere per merito suo.
Sarebbe stato grande, unico... Temuto. Nessuno si sarebbe più permesso di rubargli ciò che era suo di diritto: le luci della ribalta.
Aveva sacrificato così tanto per raggiungerle e non si sarebbe fermato ora. No! Era così vicino...
Poteva annusare il profumo della gloria, poteva sentire gli applausi e le grida delle persone che lo santificavano come fosse un dio.
Avrebbe avuto tutto, tutto ciò che gli spettava e molto di più. L'unico ostacolo che lo separava da tutto ciò era solo la molesta presenza di quei maledetti ragazzini impiccioni.
I Titans sarebbero caduti e lui sarebbe stato l'artefice di questo. Lui e nessun altro!
Era ora di agire!

   
 
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