Dealor
Quella scintilla nei
suoi occhi
Got a thing about you
And it won't go away, no
It won't go away
Mi richiusi la porta alle spalle e sbuffai, facendo scorrere
lo sguardo tra gli innumerevoli e polverosi volumi ammassati sugli scaffali in
metallo. “Io non so da dove cazzo cominciare!”
Senza fiatare, John avanzò di qualche passo fino a
ritrovarsi al centro della stanza e si guardò attorno a sua volta. Per uno
studente modello come lui, quella che ai miei occhi appariva come una noiosa
aula adibita a biblioteca doveva essere una miniera d’oro.
“Allora, su che argomento facciamo la ricerca?” domandai,
incrociando le braccia al petto.
Il mio amico ci pensò su, una smorfia di concentrazione sul
viso delicato. “Pensavo a qualcosa sulla riproduzione delle cellule animali”
propose, avvicinandosi al ripiano su cui erano stipati i libri di scienze.
Presi posto a un banco. “Cellule? Cazzo… io ricordo soltanto
quel tizio che aveva studiato i piselli, che a volte uscivano gialli e altre
volte verdi…” bofonchiai, sforzandomi di riportare alla mente quella manciata
di pagine che avevo studiato insieme a Brian qualche mese prima.
John si illuminò e schioccò le dita. “Oh, Mendel! D’accordo,
anche la genetica è molto interessante, possiamo presentare quell’argomento
allora!”
Mi strinsi nelle spalle e presi a osservarlo mentre
rovistava tra i libri, facendo scorrere le dita e lo sguardo sulle copertine
colorate. Non potei fare a meno di pensare che fosse davvero adorabile con
quell’espressione affascinata e le ciocche ribelli che di tanto in tanto gli
piovevano sul viso arrotondato.
Dopotutto ero grato alla professoressa Rochester di avermi
messo in coppia con lui per quella stupida ricerca di biologia. Inizialmente,
quando aveva parlato di lavoro in due, avevo sperato di capitare insieme a
Brian – non solo perché il mio migliore amico aveva i voti più alti della
classe, semplicemente io e lui facevamo tutto insieme – ma mi ero dovuto
ricredere quando avevo scoperto con chi avrei dovuto lavorare.
John era uno studente in gamba, oltre che uno dei miei
migliori amici.
E poi, anche se cercavo di negarlo, la sola idea di
trascorrere un po’ di tempo da solo con lui mi stuzzicava parecchio. Non avrei
mai dovuto formulare quei pensieri, dal momento che il castano era impegnato da
quasi un anno in una storia, ma non potevo nemmeno impedirmelo.
“Credo che in questi tre libri dovremmo trovare il materiale
che ci serve per mettere su una relazione” ruppe il silenzio John, riportandomi
alla realtà; posò alcuni volumi sul piano in formica e si sedette proprio di
fronte a me.
Presi un manuale e lo guardai con fare scettico. “Come si
chiamava il tizio?”
“Mendel. L’argomento è la genetica.” John intanto aveva
aperto un quaderno, pronto a prendere appunti, e già sfogliava con movimenti
veloci il tomo più grande.
Sbuffai e cominciai a consultare svogliatamente l’indice, ma
di tanto in tanto il mio sguardo fuggiva nella direzione di John.
Dovevo assolutamente trovare un modo per togliermelo dalla
testa: sapevo di non avere speranze con lui. Quasi un anno prima mi ero
invaghito di lui, e quasi un anno prima lui si era fidanzato con Freddie; era
stato difficile per me dissimulare i miei sentimenti per tutto quel tempo, ma
reprimerli lo era altrettanto. Io, Brian, Freddie e lui avevamo formato un
quartetto molto unito, eravamo amici ed ero costretto a vederlo tutti i giorni.
Per alcuni minuti fummo circondati soltanto dal silenzio,
interrotto soltanto dal fruscio delle pagine e i miei sospiri annoiati.
Stavo ancora tentando di districarmi tra strani nomi di
scienziati e biologi quando mi accorsi che John mi osservava di sottecchi.
All’inizio non ci feci troppo caso, convinto che si trattasse solo di una mia
impressione, ma secondo dopo secondo le sue occhiate si facevano sempre più
insistenti.
Sollevai un sopracciglio e mi schiarii la gola. “Deaky?”
“Sì?”
“Perché mi stai fissando?”
Lui abbassò lo sguardo e arrossì. “No, è che…”
Il mio cuore perse un battito: era così tremendamente carino
quando si lasciava prendere dall’imbarazzo in quel modo.
Lo scrutai curioso, piegando appena il capo.
“Hai qualcosa sulla felpa e stavo cercando di capire cosa
fosse” spiegò tutto d’un fiato dopo qualche secondo.
Abbassai lo sguardo. “Dove?”
“Sul braccio sinistro” specificò, accennando a un punto poco
sopra il gomito.
“Oh, questo intendi?” chiesi conferma, posando il polpastrello
su un piccolo buchetto che offendeva la stoffa scura. “Lo sapevo già.”
Lui mi guardò interrogativo. “Hai una felpa rotta e continui
a usarla?”
“Non è proprio rotta, ci è solo finita sopra una
scintilla. Un giorno l’ho messa ad asciugare vicino al caminetto, il fuoco
scoppiettava un po’ troppo e questo è il risultato” spiegai con una scrollata
di spalle, per poi accennare un sorriso.
John si sporse per esaminare la piccola bruciatura,
puntellando i gomiti sul banco.
“Ho pensato di buttarla via, ma non ne ho il coraggio: è il
primissimo regalo che Brian mi fece, poco dopo esserci conosciuti.”
John sgranò gli occhi. “Sul serio?”
Annuii. “È solo una stupidissima felpa blu notte con un
leoncino bianco.” Passai due dita sul piccolo stemma all’altezza del petto,
sulla sinistra. “Ma ehi, avevamo tredici anni, ancora non ci conoscevamo bene…
eppure lui mi fece questa sorpresa per Natale. Ci sono molto affezionato.”
Sorrisi nostalgico al ricordo delle prime festività natalizie trascorse con
Brian.
Era incredibile: eravamo amici da poco più di cinque anni,
eppure mi sembrava di non aver passato neanche un secondo della mia vita senza
di lui. Eravamo come fratelli.
John sorrise a sua volta, ma subito dopo il suo sguardo si
rabbuiò. “Avresti preferito fare la ricerca con lui, vero?”
“Ma non dire stronzate!” Scoppiai a ridere e gli battei una
pacca sul braccio, poi presi a frugarmi nelle tasche dei jeans.
Non poteva nemmeno immaginare quanto fossi felice per il
compagno che mi era stato assegnato.
“Che fai?” indagò, vedendomi armeggiare col cellulare.
“Metto su un po’ di musica. Mi rompe i coglioni stare qui a
lavorare in silenzio” spiegai con ovvietà, facendo partire la mia playlist dei
brani preferiti su Spotify.
Il mio compagno si allarmò subito. “Sei impazzito? E se un
professore passa di qui e ci scopre?”
“Sei troppo paranoico, Deaky.” Posai il cellulare sul banco
e, canticchiando tra me, continuai a spulciare il libro di scienze.
Qualche secondo dopo sentii il castano ridacchiare e
sollevai lo sguardo.
“Quindi ti stanno ancora gli stessi vestiti di quando avevi
tredici anni?”
Mi strinsi nelle spalle. “Non è che io sia cresciuto poi
tanto nel frattempo.”
Continuammo a lavorare per alcuni minuti, ma entrambi
eravamo ormai distratti: non perdevamo occasione di chiacchierare, commentare
le canzoni che si susseguivano, puntare la nostra attenzione altrove.
Dal canto mio, sentivo ancora lo sguardo di John addosso e
la cosa mi stava mandando fuori di testa. Non sapevo se fosse solo una mia
impressione, ma ogni volta che scambiavo un’occhiata con lui trovavo le sue
iridi calde e complici.
Certo, eravamo sempre andati d’accordo, ma sotto lo sguardo
vigile di Freddie.
Freddie, che era così geloso e possessivo nei confronti del
suo ragazzo.
“Basta, io mi arrendo! Ma questo fottutissimo Mendel non
poteva semplicemente piantare delle patate, farsi il suo orticello e lasciarci
in pace?” sbottai a un certo punto in preda all’esasperazione, lasciando la
matita tra le pagine.
“Ehi Rog, tranquillo” tentò di rassicurarmi John col suo
solito fare pacato. “Cosa non capisci?”
“Veramente non ci sto capendo un cazzo in generale. Cosa
c’entra il colore col fatto che i piselli fossero lisci o rugosi?”
Lui ridacchiò e si mise in piedi. “Okay, fammi vedere.”
Mi affiancò, chinò appena il capo per poter leggere e
riprese la matita tra le dita.
Avrei dovuto tenere gli occhi sull’inchiostro che riempiva
la carta, avrei dovuto almeno tentare di darmi un contegno, e invece non potei
fare a meno di scrutare John, che si trovava col viso a pochi centimetri dal
mio.
Non avrei mai e poi mai dovuto incrociare il suo sguardo,
eppure lo feci.
E ciò che trovai nelle sue iridi quando si scontrarono con
le mie mi lasciò senza fiato.
La vidi, la scorsi: era una scintilla, come se qualcosa fosse
scattato in lui in quel momento – assomigliava alla scintilla che mi stava
incendiando il cuore.
Fu in quel momento che smisi di riflettere e agii d’istinto:
azzerai la distanza tra i nostri visi e posai le labbra sulle sue, mi lasciai
solleticare la pelle del viso dalle sue ciocche lunghe e castane, assaporai ciò
che per troppo tempo mi era stato negato.
Prima ancora di averne la conferma, realizzai di star
commettendo la più grande stronzata della mia vita, ma in quel momento non mi
importava: tramite quello sguardo complice John aveva dato il via libera.
Forse dopotutto un briciolo di speranza c’era. Forse lui non
mi avrebbe rifiutato.
Fu un bacio delicato perché, anche se avrei voluto molto di
più, non avevo il coraggio di prendermelo. Durò pochi istanti, forse meno di un
secondo, poi John si allontanò di scatto da me.
Lo osservai mentre, barcollante e con gli occhi sgranati, si
portava una mano sulle labbra.
Allora capii di essere stato un enorme coglione, di aver
frainteso tutto. Ma quale scintilla mi ero illuso di vedere?
Avevo rovinato tutto, l’avevo sconvolto.
“Roger, io…” balbettò, le guance in fiamme.
Sospirai e spostai lo sguardo sulle punte delle mie scarpe.
“Non dire niente, lo so già. Scusami.”
Volevo sotterrarmi.
“Io sto con Freddie” sussurrò qualche istante dopo,
sovrastando appena la musica.
Solo in quel momento ci feci caso: nell’aria si stavano
diffondendo le note di Real Love Song, brano di un gruppo niente male
che avevo scoperto per caso. Una canzone che parlava di amore non corrisposto.
Certo. Dovevo accorgermene prima di farmi prendere
dall’istinto, come al solito.
“So anche questo. Deaky, mi dispiace, non avrei dovuto” mi
scusai nuovamente, sforzandomi di sollevare lo sguardo.
Lui ricambiava quasi spaventato.
Accennai un sorriso. “Ehi, non ti faccio niente, stai
tranquillo. Ho capito che devo stare al mio posto, non capiterà mai più.”
“Perché… perché l’hai fatto?”
Sospirai e mi presi la testa tra le mani. “C’è solo un
motivo per cui qualcuno fa una cosa del genere.”
Perché mi piaci, Deaky. Mi piaci talmente tanto che non
riesco nemmeno a dirtelo.
“Perché sono una testa di cazzo” dissi.
“Rog…”
“Ce l’hai con me?” gli chiesi.
“No. È che… non me lo aspettavo.” Si passò una mano tra i
capelli, in difficoltà, e mosse un piccolo passo verso di me. “Noi due siamo
amici, io ti voglio molto bene, ma… sto con Freddie, sono davvero felice con
lui.”
Sapevo anche questo, ma la mia impulsività mi aveva portato
a ignorarlo del tutto.
E allora che diritto avevo di essere triste e buttarmi giù in
quel modo? Se mi ero cacciato in quella pessima situazione era soltanto colpa
mia, dunque spettava a me rimediare.
Sollevai il capo e mi sforzai di sorridere. “Sono felice per
voi. Senti, se sei d’accordo possiamo dimenticare tutto, fingiamo che nulla di
tutto ciò sia successo! Ci stai?”
Lui annuì appena.
Sollevai un sopracciglio. “Ne sei sicuro?”
“Sì.”
Mi misi in piedi e mi feci estremamente serio. “Ti giuro che
non si ripeterà mai più. Non voglio che tu abbia paura di me o che la nostra
amicizia si rovini per questa… stronzata. D’accordo?”
John annuì di nuovo, stavolta con più decisione.
“D’accordo.”
Dio, quanto avrei voluto abbracciarlo. Ma ormai l’avevo
combinata grossa e non potevo permettermi un gesto del genere.
“Non lo dirò nemmeno a Freddie, okay? Dopo tutta la fatica
che avete fatto per andare d’accordo, non voglio che litighiate di nuovo a
causa mia” aggiunse.
Sorrisi. “Tutto quello che è successo nell’ultima ora non è
mai esistito! Comprese le coltivazioni di piselli di quel deficiente!”
John ridacchiò e la tensione cominciò a scivolar via anche
da lui.
Con la scusa di tornare sui libri, distolsi lo sguardo;
qualche secondo più tardi, tuttavia, la campanella annunciò l’inizio
dell’intervallo, il che significava che la nostra ora in biblioteca era giunta
al termine.
“Siamo lontani anni luce dal concludere questa ricerca”
brontolai, richiudendo i libri e spegnendo la musica.
“Non importa, posso lavorarci anche questo pomeriggio.”
Ci scambiammo un sorriso complice.
Mentre uscivamo dall’aula, poco prima che varcassi la
soglia, John mi posò una mano sul braccio per attirare la mia attenzione – le
sue dita indugiarono appena su quel piccolo buchetto nato da una scintilla in
una sera invernale.
Mi voltai verso di lui e attesi che parlasse.
“Roger, perché l’hai fatto?”
Oh, Deaky…
“Te l’ho detto: perché sono una testa di cazzo!” lo liquidai
in fretta, interrompendo quel contatto e procedendo a passo spedito lungo il
corridoio, in direzione della nostra aula.
Per quanto mi sforzassi di sorridere e apparire solare come
al solito, quel giorno il mio umore era sotto la suola delle scarpe. Mi ero
illuso, avevo frainteso, avevo sperato e alla fine il mio cuore era stato preso
a pugni, e la colpa era tutta mia.
John stava con Freddie, punto.
Sicuramente quegli
sguardi complici non volevano dire niente.
E nemmeno il fatto che John, anche se solo per una frazione
di secondo, si era abbandonato a quel bacio e aveva ricambiato non significava
niente.
Scossi il capo e mi morsi appena il labbro inferiore prima
di entrare in classe, canticchiando e facendo finta di niente.
Non importava, davvero. Avrei incassato in silenzio, avrei
raccolto i cocci del mio cuore e sarei andato avanti: lo stesso Roger
raggiante, esuberante e allegro di sempre.
Did it slide into your
heart?
I guess not
I still want your love a whole lot
[Nothing But Thieves – Real
Love Song]
♣ ♣ ♣
T______T
Io non lo faccio apposta, ve lo giuro! Voglio un sacco bene
a Roger, non voglio farlo soffrire, ma proprio di Deaky (che sta con Freddie)
si doveva invaghire????
Ragazzi, non ci credo nemmeno io che sono nuovamente tornata
in quest’AU e in questa serie a distanza di un anno dalla prima shot! Alla fine,
ogni tanto, cedo alla tentazione e mando avanti le vicende di questi scapestrati
liceali che ormai mi hanno rubato il cuore ^^
Per chi non avesse letto Play the Game e non
conoscesse gli antefatti, spero di aver reso la storia comprensibile! Vi basti
sapere che in questo modern!AU i Queen sono quattro adolescenti alle prese con
la scuola e le piccole grandi avventure di tutti i giorni. Il quartetto di
amici si è formato a seguito di un acceso torneo scolastico di tennis, in cui
Deaky&Freddie sfidavano Brian&Roger; inizialmente tra le due coppie di
amici vi era una rivalità anche a livello personale, ma alla fine l’occasione
ha dato ai ragazzi la possibilità di conoscersi meglio, andare d’accordo,
stringere amicizia… e anche innamorarsi!
Per questi difficili trascorsi John accenna al fatto che Rog
e Fred abbiano fatto molta fatica a seppellire l’ascia di guerra ^^
Entrambe le citazioni (inizio e fine storia) appartengono al
testo di Real Love Song, brano dei Nothing But Thieves che ho nominato
anche durante la storia – mi piace troppo immaginarla come colonna sonora della
scena *-*
E niente, dovrebbe essere tutto! So già che i fan della Dealor
(Kim, Carmaux, voi ne sapete qualcosa?) mi odieranno e adesso staranno venendo
a cercarmi per picchiarmi, quindi meglio se mi defilo e vado a cercare un angolino
sicuro in cui nascondermi AHAHAHAHA!
Grazie a tutti coloro che sono giunti fin qui e alla
prossimaaa! ♥
P.s: chi se lo ricorda l'esperimento di Mendel, padre della
genetica moderna, sulle varietà di pisello? Devo ammettere che
lo amai quando lo studiai a scuola, per questo ho deciso di inserirlo
^^ e quindi, Rog, non rompere XD
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