Insonnia
Scritta per la #adventcalendarchallenge edizione 2020
Prompt: rimpianto
Insonnia
“Un giorno rimpiangerai di esserti ribellato”
Queste erano le parole, pregne di veleno, che Arthur gli aveva rivolto poco dopo l’Indipendenza.
Alfred non gli aveva dato ascolto, carico di buoni propositi ed euforia per l’appena ottenuta autonomia.
Non era più una colonia, era una Nazione indipendente adesso, e
avrebbe fatto tutto il possibile per diventare grande e potente, anche
più di Inghilterra stesso.
Si era impegnato, si era espanso, aveva combattuto.
Ma nonostante la sua giovane età e l’entusiasmo, le cose avevano cominciato ad andare storte molto presto.
La guerra del 1812, proprio contro Inghilterra e il suo stesso fratello, Canada.
La guerra di secessione.
Le due guerre mondiali.
E da lì era stata una lunga discesa fra guerre e sangue, non
aveva avuto letteralmente nemmeno un anno di pace dal 1945 in poi.
E più guardava le altre ex-colonie di Arthur, e più si
rendeva conto di quanto lui fosse quello messo peggio da molti punti di
vista.
Certo, economicamente era diventato la prima potenza mondiale, ma era
una vittoria effimera quando tutto il resto andava in rovina.
Era proprio a casa di Inghilterra, aveva dormito da lui e si era
svegliato nel bel mezzo della notte con quelle parole in testa, Arthur
ancora sopito al suo fianco.
Si girò a guardarlo, aveva un’espressione tranquilla che
da sveglio non gli aveva mai visto, in fondo anche lui aveva le sue
gatte da pelare.
Stava veramente rimpiangendo di non essere rimasto suo più a lungo?
Canada stava conoscendo la prosperità, Australia e Nuova Zelanda
avevano molti meno problemi di lui, ed era sicuro che se non fosse
tornato da Cina, anche Hong Kong se la starebbe cavando egregiamente.
Certo, erano tutte colonie in cui aveva commesso atrocità, ma quale Impero della storia non lo aveva fatto?
Letteralmente nessuno.
Quindi forse, tutto sommato, gli sarebbe convenuto di più stare
ancora un po’ sotto il dominio britannico, piuttosto che fare
quel colpo di testa e dichiararsi indipendente.
Sospirò, girandosi a guardare il soffitto.
Inghilterra sbatté le palpebre, svegliandosi.
-Mh…che succede?-
-Oh, scusa, non volevo svegliarti…-
-Sono le tre di notte America…cosa c’è che non va?-
-No…niente…-
L’inglese si giro verso di lui, mettendosi in modo da guardarlo meglio, per quanto il buio glielo permettesse.
-Sputa il rospo, sono troppo assonnato per le tue stronzate-
Ed eccolo, il solito vecchio Inghilterra.
-Sai…stavo pensando…se ribellarmi a te non sia stato uno sbaglio…-
L’altro sbatté le palpebre, guardandolo incredulo.
-Mi prendi per il culo?-
-No…dico sul serio…-
L’inglese sospirò, abbandonandosi sul cuscino.
-Perché tiri fuori questo discorso dopo 200 anni?-
-Stavo pensando all’attuale situazione…a come me la passo
io rispetto alle altre tue ex colonie…- si girò a
guardarlo -sono quello messo peggio-
-America, sei la prima potenza mondiale-
-Oh andiamo, sai cosa intendo!- gesticolò, irritato -a che serve
essere la prima potenza mondiale se il tuo popolo muore di fame? Se il
razzismo dilaga? Se molti miei cittadini non hanno ancora diritto ad
essere curati? Noi siamo il nostro popolo, sei stato tu ad
insegnarmelo, e il mio popolo se la sta passando malissimo!- si mise
seduto, continuando ad agitarsi -mentre Canada e altre tue ex colonie
sono messi molto meglio!-
Inghilterra lo lasciava sfogare in silenzio.
-Mi dicesti che mi sarei pentito di essermi ribellato, ebbene quel
momento è arrivato! Sono sicuro che sarei migliore se fossi
rimasto tuo!- abbassò lo sguardo, giocherellando con un lembo di
lenzuolo -avevi ragione…rimpiango di averlo fatto…e
considerando come stanno andando le cose, non rimarrò la prima
potenza mondiale ancora a lungo…-
Arthur lo attirò a sé, facendogli appoggiare la testa sul suo cuore.
-Pensarci adesso è un po’ tardi, non credi?-
Alfred si limitò ad annuire, abbracciandolo e affondando la testa nel suo petto.
-Non possiamo cambiare ciò che è stato, certo, le cose
sarebbero state molto diverse se tu fossi rimasto mio più a
lungo, ma potevano essere diverse in meglio come in peggio, non lo
sapremo mai…ricordo bene ciò che ti dissi, ero guidato
dalla rabbia e dalla disperazione…ma ciò non significa
che nonostante tutto io non sia fiero di te-
America alzò lo sguardo, guardandolo stupito.
-Fiero di me? E perché mai?-
-Perché ancora ti importa, sei ancora legato alla tua
umanità e al tuo popolo…mentre io invece sto diventando
sempre più insofferente a ciò che ci circonda…-
-Bhe io sono più giovane, può anche darsi che fra qualche secolo sarò come te-
-Non è da escludere in effetti- gli accarezzò i capelli,
cercando di confortarlo -c’è anche da dire che il tipo di
rapporto che ho con te non ce l’ho con nessuna delle altre
colonie- sogghignò leggermente, chinandosi a baciarlo.
America rispose molto volentieri al bacio, stringendosi a lui ancora di
più, come se volesse tornare a far parte di lui anche
fisicamente.
Era vero, ciò che si era creato con Inghilterra era speciale, e
non pensava che il loro rapporto si sarebbe evoluto in quel modo se lui
fosse rimasto una sua colonia.
Stava un po’ rimpiangendo di non essere stato suo più a
lungo, ma paradossalmente era Inghilterra stesso a consolarlo,
coccolandolo e confortandolo.
E considerando che il passato non si poteva cambiare, andava bene così.
Buonasera a tutte!
Anche questo nuovo capitolo è approdato, il giorno dopo l'uscita della settimana stagione <3
Spero che questa raccolta continui a piacervi, alla prossima!
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