-"Buongiorno,
mademoiselle! Colazione a letto!" esclamò contento
Jean-Yves, entrando nella camera di Chloé con in mano un
vassoio con sopra tè e croissants. Erano quasi le 9, il
balcone era ancora chiuso, ma i raggi del sole sbucavano dalle persiane
ancora un po' abbassate, e illuminavano il letto dove dormiva
Chloé da sola. La ragazza si girò nelle coperte e
si svegliò completamente, avvolta dal profumo della
colazione. Nonostante lo stress dei giorni precedenti, Jean-Yves era
riuscito a non farsi prendere dalle negatività: era felice
quando lavorava, anche se lavorare per Chloé era sicuramente
faticoso, ma quando la guardava si illuminava sempre! La testolina
della ragazza spuntò da sotto le coperte: il viso era ancora
assonnato, la coda di capelli sfatta, ed era ancora truccata dalla sera
precedente! Le lunghe ciglia finte non bastavano a distrarre
l'attenzione dalle sue occhiaie, eppure era bellissima anche
così! -"Avete fatto tardi ieri sera, mademoiselle?" dedusse
Jean-Yves osservandola con dolcezza, abbozzando un sorrisetto sghembo
sotto i baffi. Chloé mugugnò :-"Dov'è
mia madre?"-"E' scesa già da un po', mademoiselle!"le
rispose risoluto il maggiordomo. Lei rimase delusa, ma c'era da
aspettarselo! Guardò il vassoio che le aveva portato
lui, allungò le braccia,e, affamata,
incominciò a mangiucchiare. -"Mmmh,
si..."continuò lei, "ieri ci siamo trattenute a mangiare
insieme a critici e a stilisti...la festa è finita tardi.
Bleah! Questi croissants sono orribili! Sono più grassi di
quelli che mangio a Parigi!"sentenziò Chloé
disgustata. Il povero Jean-Yves alzò un sopracciglio,
mortificato. Così la giovane balzò dal letto, e
andò a spalancare tende, persiane e balcone!
Entrò una forte luce calda, che le illuminò il
viso stanco, e sbuffò. Improvvisamente le squillò
il cellulare: era Sabrina! -"Chloé, Chloé!"
diceva quella con voce entusiasta dall'altra parte del telefono:
-"Stasera il mio fidanzato mi porta al concerto di Clara Nightingale!!"
-"TI PORTA DOVE?!" esclamò Chloé invidiosa e
agitata, pensando a cosa poteva inventarsi! Intanto Jean-Yves era
rimasto nella stanza, aveva sollevato il vassoio, e si osservava
intorno. Mentre Chloé era distratta, posò il
cofanetto col miraculous dell'ape sul comò, tra le sue
cianfrusaglie. Poi sentì la ragazza dire al
telefono:-"INVECE JEAN-PASCAL MI PORTERA' IN DISCOTECA, STASERA!"
L'uomo strabuzzò gli occhi. Oh no!
-"Dobbiamo
fare shopping, Jean-Marc! Non vorrai mica venire in discoteca vestito
così!" ordinava Chloé mentre passeggiavano per
negozi. -"Ma mademoiselle, io..."Jean-Yves avrebbe voluto farle
cambiare idea. La discoteca non sarebbe stata un posto sicuro,
soprattutto a New York! Purtroppo non riuscì a replicare
altro, se non :-"N-non le piaccio così?", disse preoccupato
riferendosi ai suoi vestiti: indossava un completo elegante, simile a
quello che usava quando era in servizio in hotel a Parigi. -"Ma cosa
dici, Jean-Marc! Sembri un vecchio!" Beh, in fin dei conti
Jean-Yves non era più un ragazzo già da un po'.
Quanto poteva avere più di lei? 15 anni? "Forse
mademoiselle ha vergogna", pensava Jean-Yves. Alla fine entrarono in un
negozio di un brand famoso, che apparteneva a uno stilista che era un
amico di Audrey. Mentre Chloé misurava una dozzina di abiti
in camerino, il povero maggiordomo aspettava preoccupato
fuori, cercando di assumere un atteggiamento compìto, non
riuscendo a smettere di pensare che cosa avesse mai fatto per meritarsi
tutto ciò. All'improvviso la tenda si aprì.
-"Come sto?" chiese Chloé sorridente. Indossava un top
scollato giallo, una gonna a palloncino nera e delle
décolleté nere scamosciate. Jean-Yves rimase
incantato per qualche secondo. Era bellissima. Incominciò ad
arrossire e i suoi occhi divennero lucidi. Poi tornò in
sè :-"Mademoiselle, non le sembra troppo..."-"Bello? Lo so!"
lo interruppe Chloé inorgoglita. -"Allora è
deciso. E tu, Jean-Baptiste? Mmh...fammi vedere..."Chloé
dette un occhio alle mensole nel reparto maschile, poi si
rigirò verso il suo maggiordomo, e notò alla luce
che i suoi capelli avevano dei riflessi viola. Così
catturò la sua attenzione una camicia elegante, sempre
gialla, abbinata a cravatta e a pantaloni neri, con scarpe a punta
nere, anch'esse scamosciate. -"Questo! Ti starà benissimo!"
affermò lei risoluta dando il completo che aveva appena
visto al suo maggiordomo. "-M-ma mademoiselle, io sono più
un tipo da viola...!"balbettò imbarazzato Jean-Yves. -"Ma
no, cosa dici, Jean-Luc! Guarda che bel contrasto che fa il giallo con
i tuoi riflessi viola!" disse lei frivola. "Forse vuole diventare
stilista o critica di moda come la madre", pensò Jean-Yves,
sospirando.
Era
abbastanza buio. Giunsero all'ingresso della discoteca,una delle
più famose di New York. La musica era assordante, e c'era un
sacco di gente! Il vestito di Jean-Yves faceva pendant con quello di
Chloé. Quest'ultima aveva un'espressione soddisfatta, e, a
passi di danza, si buttò nella mischia! Jean rimase a
controllarla vicino il bancone del lato bar. Era poco distante da lui,
non l'avrebbe mai persa di vista! La ragazza incominciò a
ballare divertita: saltava, faceva pirouettes, era bravissima! Una
perfetta ballerina! In poco tempo catturò gli sguardi di
tutti, che incominciarono a riconoscerla: -"Quella è la
figlia del sindaco di Parigi! E' QUEEN BEE!", dicevano. Jean-Yves
osservava la scena preoccupato. Intanto, una figura oscura tramava
nell'ombra:-"E' il momento!" Così, un ragazzo biondo si
avvicinò a lei: era vestito elegante, aveva un sorriso furbo
e uno sguardo poco raccomandabile. -"Ehilà,
Chloé! Sei sola?" Chloé sussultò:
-"FELIX!" -"In persona!"rispose quello. Jean avvertì il
pericolo, e si diresse verso i due ragazzi. Chloé non sapeva
cosa rispondere: avrebbe voluto dire che era sola, per darsi
importanza, ma Félix non le piaceva per niente! -"E' con
me!" La voce dura e decisa di Jean-Yves li fece voltare di scatto, e
attirò l'attenzione anche di altre persone. -"Oh
Chloé! Non sapevo ti piacessero i vecchi!", disse in maniera
indisponente Félix, che la tirò a sè
con violenza, e sibilò al maggiordomo: -"Balla con me, la
signorina!" In quel momento sì che Jean-Yves perse le
staffe: -"Ridammi la
mia signorina!"
Chloé era molto spaventata, ma rimase molto sorpresa della
reazione del suo maggiordomo! Allora quel ragazzo impertinente la
strattonò e la fece cadere per terra. Jean-Yves
ribollì d'ira, e stava per dargli addosso, quando
Chloé urlò:-"MA BASTA!" Si portò le
mani sugli occhi, indignata, il viso era arrossato. Félix si
dileguò nella folla, e Jean-Yves sollevò con cura
la ragazza, ed uscì dalla discoteca portandola in braccio.
Arrivato
al piano, fuori la porta d'ingresso della camera, Jean-Yves fece
scendere Chloé dalle sue braccia. -"Perchè ti sei
intromesso?? Perchè mi hai portata via?" si irritava
Chloé. -"Mademoiselle, è inappropriato!"rispose
l'uomo con tono freddo e alterato e a testa bassa. -"Perchè
non mi hai lasciata ballare con lui?" continuava lei. -"Lui non voleva
ballare, mademoiselle! Voleva solo farle del male!" ribattè
lui. -"So difendermi benissimo da sola! Io sono..."Jean- Yves
si irrigidì. Non voleva più sentire quel nome. Queen Bee. Forse
se lei non fosse stata in passato Queen Bee, e se lui non si fosse
ritrovato in quella dannata situazione, tutto quello non sarebbe
successo. Così
la interruppe :-"E' proprio per lei che
siamo dovuti andare via, mademoiselle! La stavano riconoscendo tutti!" Allora
Chloé si sentì ferita nel profondo. Allora non
era vero che l'aveva fatto per lei. Allora non l'aveva fatto
perchè le voleva bene. Allora l'aveva fatto solo per Queen Bee. Le stava dando la colpa di tutto. Tutto
ciò le stava facendo salire il sangue alla testa. -"La
prego, mademoiselle, sia ragionevole!"le disse Jean-Yves con dolcezza
senza innervosirsi, e porgendole Mr. Cuddly. Ma quella uscì
fuori di sè. Gli tirò contro l'orsacchiotto di
peluche e gli urlò :-" Ma tienitelo questo stupido
orsacchiotto! Mademoiselle
di qua...mademoiselle di là...Sono sempre e solo
mademoiselle eh?! Sai che ti dico Jean-Marc? Non sono più
una bambina, è chiaro?! Non servi a nulla! Lasciami sola!" E chiuse la porta
dietro di sè. Jean-Yves rimase senza parole. Il suo cuore
era a pezzi. Strinse i denti. Riprese il suo orsacchiotto da terra. Era
visibilmente pallido, gli occhi abbassati, quasi sull'orlo di una crisi
di nervi. Entrò in ascensore in stato catatonico. Si diresse
in giardino: aveva bisogno di un po' d'aria. L'hotel sembrava vuoto.
Barcollò ed ebbe un giramento di testa. Aveva ancora
l'orsacchiotto in mano. Intanto un'akuma svolazzò su di lui,
e si impossessò di Mr Cuddly. Sentì una voce
femminile che gli parlò telepaticamente:"Ciao, Orsaccio, sono
Lady Butterfly! E' stata di nuovo Chloé a farti innervosire,
vero? Ti ha trattato di nuovo male! Oh, ma non preoccuparti! Ho per te
un sentimostro che fa al caso tuo! Potrai di nuovo avere il pieno
controllo su di lei, e farle fare ciò che vuoi, ma non sarai
più minuscolo, e non guiderai più un piccolo
orsacchiotto di peluche! Ne guiderai uno enorme, mantenendo le tue
dimensioni. Ora entra nel sentimostro, e torna da lei! Vai a
riprendertela! Falle vedere chi sei!" -"Lei
può ballare solo
con me!"disse Jean-Yves con sguardo malefico, sotto
incantesimo.
Chloé
era in ginocchio, per terra, e piangeva. Era davanti al balcone, con le
ante spalancate. Un venticello freddo le accarezzava il viso, rigato
dalle sue lacrime. Non sapeva se piangeva di più per quello
che era accaduto in discoteca o per quello che era successo con
Jean-Yves. Sua madre non era ancora rientrata. Era sola. Le era rimasto soltanto lui. Eppure
lo aveva trattato di nuovo male! I pensieri le affollavano la testa,
quando udì da fuori dei forti passi. Alzò lo
sguardo, e vide i rami degli alti alberi spostarsi. Nel buio, a pochi
metri del suo balcone, si illuminarono due grandi luci verdi e rotonde.
Sentì le mura tremare, come se stesse venendo un forte
terremoto. Rabbrividì. Allora si palesò di fronte
a lei un orso giallo gigantesco, quasi come un dinosauro, dagli occhi
di gioiello, ma per niente teneri, che stava per allungare il suo
braccio enorme e possente verso di lei. Un grido di terrore le si
strozzò in gola. Si alzò prontamente da terra, ma
inciampò nella lunga tenda, e si ritrovò stesa
sul pavimento. Con forza e agilità, sperando di essere
più veloce di quell'essere, gattonò verso il
comò. Purtroppo il gigante la acchiappò per le
gambe, e lei si aggrappò con le braccia alla lastra di marmo
del mobile. Fortunatamente riuscì a vedere il cofanetto del
suo miraculous di fronte a lei! Allora Ladybug glielo aveva
lasciato,pensò. Non c'era tempo da perdere! Con le sole
forze che le rimanevano, allungò un braccio verso il
cofanetto, mantenendosi stretta con l'altra mano. Riuscì ad
afferrarlo. Mentre il braccio del mostro la tirava via,
urlò:-"Pollen, trasformami!"
La
trasformazione andò a buon fine, ma mentre il mostro la
estraeva con violenza dalla stanza, la ragazza urtò con la
tempia un'anta del balcone, e perse i sensi.
Ciao! Vi è piaciuto
questo capitolo? E' tosto e diverso dagli altri. E' stata dura
scriverlo. Volevo farvi riflettere. So che sembra successo tutto molto
in fretta, in realtà non è finita qui. Ci
sarà dell'altro. Se siete fans di Chloé e se vi
piacciono i supereroi in generale, vi consiglio di continuare a
seguirmi! Ne accadranno delle belle! Lasciatemi qualche commento, se vi
va, e se volete farmi qualche domanda chiedete pure!
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