Domenica,
il pranzo
I
tre uomini della famiglia Taisho erano seduti docili sul divano in
attesa della disposizione dei piatti in tavola.
Toga
troneggiava al centro, tra i suoi figli. Sesshomaru aveva poggiato il
gomito sul bracciolo, mentre Inuyasha era letteralmente sprofondato
nello schienale.
Davanti
a loro avevano preso posto Kimi e Izayoi, in piedi di fronte ad un
mobile con sopra una foto del Generale Cane con le tre nipoti ancora
bambine. La foto era stata scattata almeno dieci anni prima e ognuno di
loro ne aveva una copia a casa. Nella fotografia Toga era diventato una
sorta di albero umanoide con le tre bambine aggrappate: Towa che,
tenuta nel braccio sinistro, stava avvicicando la sua bocca a quella
del nonno per mettere a confronti i suoi canini con quelli del
daiyokai; Setsuna, appollaiata sul braccio destro, osservava la scena
con espressione curiosa e attenta; infine Moroha sbucava da dietro la
spalla destra di Toga, afferrandogli il collo con le manine paffute.
-Ho
sempre trovato questa foto buffa- disse Izayoi, portandosi una mano
sulla bocca per soffocare una risatina.
-E
pensare che ha una fama di grande demone cane- rincarò la
dose Kimi, scatenando altre risatine.
Dal
divano, i tre continuavano a guardare la scena.
-Non
hai paura di quelle due?- chiese Inuyasha sottovoce rivolto al padre.
Il
Generale sospirò rasseganto.
-Ascoltate
le mie parole: non divorziate mai dalle vostre mogli. Rischierete
sicuramente di fare la mia fine- e quella risposta rivelava in maniera
inequivocabile la situazione in cui si trovava da qualche anno a quella
parte.
-Dillo
a tuo figlio maggiore! Oggi Rin ha avuto il coraggio di dire...-
Ma
Inuyasha non fece in tempo a finire la frase perchè
Sesshomaru aveva fatto un balzo verso di lui per atterrarlo.
Il
mezzodemone si ritrovò in un secondo ad ammirare il parquet
di casa di suo fratello.
-Maledetto!
Cos'è che non vuoi che dica?- cominciò ad urlare
agitando i pugni per terra.
Toga,
Kimi e Izayoi assistevano alla scena esterrefatti.
Dalla
cucina emersero anche altre teste.
Non
era uno spettacolo inusuale: tante volte quei due avevano iniziato una
lotta tra di loro, però nessuno osava mettersi in mezzo.
Fu
Kimi a stemperare la tensione.
-Che
carini. Mi ricordano i tempi in cui giocavano così da
bambini-
-Oggi
sono di pessimo umore. Prova a dire qualcosa di sbagliato e non
esiterò a piantarti i miei artigli in gola-
ringhiò Sesshomaru.
Rin
alle parole "pessimo umore" sudò freddo. Temeva da morire
che quello fosse dovuto al fatto che si fosse accorto degli orecchini.
Con la mano destra si lisciò la ciocca di capelli che aveva
portato davanti alle orecchie per coprirle ancora di più.
Eppure ogni gesto le sembrava così futile.
Kagome
si portò una mano sulla tempia, tanto era stufa di quei
litigi.
-Papà!
Non puoi farti mettere al tappeto così- esordì
Moroha incoraggiando Inuyasha.
-Oh,
Izayoi, mi dispiace ammetterlo ma tua nipote non ha ereditato la tua
eleganza- aggiunse Kimi sorridendo
Toga,
ancora immobile di fronte a quella scena, fu l'unico che si decise ad
intervenire. Si alzò deciso, prese il braccio di Sesshomaru
e con l'altro alzò Inuyasha.
Con
tono perentorio da padre autoritario disse:- Cerchiamo di comportarci
da esseri civili. Andiamo a tavola-
In
quel momento il temibile Generale era uscito fuori.
Poche
parole ma che bastarono a riportare ordine tra i presenti. Anche
Inuyasha e Sesshomaru misero da parte i loro propositi bellici, tanto
era il rispetto che nutrivano verso il genitore.
E
in maniera più o meno ordinata presero posto a tavola.
Quasi tutti si sedettero. Tutti tranne una persona.
-MOROHA!- urlò Inuyasha, spaccando un timpano a Kagome,
seduta di fianco a lui.
-Ora capisco da chi ha preso la piccola selvaggia- considerò
ad alta voce Kimi.
La ragazzina, nascosta in un angola della cucina, rispose dicendo che
sarebbe arrivata subito. Inginocchiata in un punto nascosto vicino al
frigorifero, armeggiava con un telefono in mano. Digitò
velocemente un messaggio e premette il tasto "invio" con un sorriso
trionfante sul volto.
Quando arrivò la seconda sollecitazione di suo padre, rimise
il cellulare al suo posto, dove lo aveva trovato, afferrò
una bottiglia di vino a caso e si diresse nella sala da pranzo.
-Pensavo mancasse il vino- mentì lei sfoggiando la sua scusa
innocentemente.
A capotavola troneggiava la figura di Toga: nonostante il padrone di
casa fosse Sesshomaru, il rispetto dei ruoli era faccenda seria e lui
non si ribellava a tale manifestazione. Izayoi e Kimi sedevano
rispettivamente alla destra e alla sinistra del demone, l'una di fronte
all'altra.
La yasha, ovviamente, aveva richiesto la vicinanza di Setsuna, la quale
aveva obbedito senza battere ciglio. Towa, capace ormai di non dare
più peso alle manifestazioni di sua nonna, si era seduta di
fianco alla sorella, seguita da sua madre e la zia Kagome.
Naturalmente Sesshomaru non gradì il fatto di dover sedere
tra Inuyasha e il posto vuoto che, ormai era palese, sarebbe stato
occupato da Moroha. Inoltre Rin non era perfettamente di fronte a lui e
questo non lo tranquillizzava perchè aveva notato come si
fosse irrigidita quando aveva steso Iuyasha a terra.
-Oh, vicino allo zietto!- trillò Moroha con tono
canzonatorio mentre spostava la sedia.
Suo padre le lanciò uno sguardo di approvazione. Era fiero
di quella marmocchia. L'aveva educata davvero bene.
Izayoi le poggiò una mano sulla spalla e le
sussurrò all'orecchio:- Per favoro, Moroha, non fare come
tuo padre, altrimenti non arriviamo vivi alla fine del pranzo-
***
Una volta serviti gli antipasti e superato il silenzio iniziale, gli
argomenti di conversazione erano nati da soli.
Toga aveva chiesto ai figli come fosse andato il viaggio di lavoro.
Infatti anche Inuyasha lavorava nello stesso ambito di suo fratello, ma
fortunatamente in due uffici diversi: se Sesshomaru si occupava della
gestione della comunicazione tra umani e demoni, Inuyasha era impiegato
nel reparto che si occupava del controllo delle armi demoniache sul
mercato umano.
-Il problema è quel lurido di Naraku. Lo stiamo tenendo
d'occhio anche noi- disse Inuyasha tra un boccone e l'altro.
-Se non ricordo male avete tentato un dialogo con una delle sue
assistenti... come si chiamava? Kagura, forse?- domandò Toga.
A sentire quel nome, Rin si irrigidì ancora di
più e, quasi come se fosse sotto l'effetto di una crisi
isterica, si lisciò ancora di più la ciocca di
capelli che le copriva l'orecchio destro, cosa che all'occhio attento e
sempre vigile di Sesshomaru non sfuggì.
Nel frattempo, entrambe le povere ginocchia di Toga incassarono due
sonori calci da parte di Kimi e Izayoi. Tante volte gli avevano
ricordato di non nominare le ex dei loro figli davanti alle mogli.
Kimi pensò fosse il caso di intervenire.
Allungò una mano verso il suo calice di vino e disse:- Fossi
in te, Sesshomaru, non mi fiderei a trattare con le assistenti. Credo
che ce lo ricordiamo tutti il disastro diplomatico che ha creato Zero,
la sorella di Kirinmaru nonchè sua assistente. Inoltre il
suo dolore per il tuo amore non ricambiato- e si rivolse verso l'ex
marito, il quale arrossì leggermente- non ha fatto altro che
portare altri problemi-
Bevve un sorso di vino e aggiunse:- Mia cara nuora, devo complimentarmi
con te. Questo pranzo è delizioso, degno di una perfetta
padrona di casa. A volte possedere sangue demoniaco non è
indice di compostezza ed eleganza.-
Towa si sporse sulla tavola.
-Caspita, nonna. Che gran complimento per te-
Kimi bevve ancora un sorso di vino, poi rispose:- Che vuoi farci, anche
io devo aggiornarmi e pensare in maniera più... moderna-
Rin ringraziò con un generoso sorriso.
Sua suocera era sempre stata così distante per lei, una
sorta di modello irraggiungibile che aveva tentato in tutti modi di
ingraziarsi. Aveva sempre temuto il suo giudizio, in particolare per la
sua condizione di umana.
Con il tempo quella distanza sembrava essersi accorciata anche grazie
alla nascita delle gemelle.
Il tempo trascorse abbastanza velocemente tra una portata e l'altra e
una risata generale.
Anche Rin aveva ritrovato la serenità e si era rilassata
godendosi i siparietti delle ragazze. Era intenta a ridere di un
battibecco tra Setsuna e Moroha, quando senza pensarci si
portò la ciocca di capelli dietro l'orecchio, scoprendolo
totalmente.
Lo sguardo di Sesshomaru catturò subito quel dettaglio.
Fu questione di un attimo: Rin si rese subito conto di quello che aveva
fatto e, ancor di più, capì che suo marito
l'aveva vista. Subito si ricoprì l'orecchio.
Poi, meccanicamente, arpionò il polso di Kagome e la fece
alzare. La cognata la guardava spaesata e anche dolorante: la presa di
Rin non aveva niente da invidiare ad uno youkai.
-Scusate... noi due andiamo ad ultimare i preparativi per i dessert.
Ragazze, aiutateci a togliere i piatti- ordinò con voce
leggermente rotta.
Le tre cugine obbedirono senza battere ciglio.
Rin, invece, anzichè dirigersi in cucina, si
precipitò su per le scale, sempre tenendo ben salda Kagome,
e si fiondò nel bagno patronale.
-Si può sapere che ti prende?- le chiese Kagome irritata
mentre si massaggiava il polso.
L'altra la guardava con occhi piene di ansia.
-Sesshomaru... ha visto il mio orecchio e che non indosso il suo
regalo!- ansimò Rin in preda al panico.
Kagome capì all'istante e decise di prendere in mano la
situazione.
Si affacciò sulle scale e poi urlò:- INUYASHA!
VIENI SU UN MOMENTO!-
***
Nel frattempo, mentre le ragazze ancora sparecchiavano e Rin e Kagome
erano chiuse in bagno, qualcuno suonò al campanello.
-Vado io- disse Inuyasha alzandosi. Il vero motivo di tanta solerzia
era dovuto al semplice fatto che suo padre e suo fratello lo avevano
inglobato in una conversazione di lavoro alla quale lui non aveva
alcuna voglia di partecipare.
Si diresse verso la porta e l'aprì, trovandosi di fronte la
figura tremante di Hisui, il figlio di Sango e Miroku.
-E tu che ci fai qui?- gli chiese.
Il ragazzino, che se nell'aspetto assomigliava a suo padre di certo non
lo rispecchiava nel carattere sfacciato, tremante come una foglia
salutò Inuyasha con un cenno della mano.
Il mezzodemone gli fece segno di entrare, non lo avrebbe certo mandato
via. Notò che portava in mano un mazzo di fiori.
-Ecco... ero venuto qui per Setsuna-
-Aaaaah, ho capito! Allora alla fine non sei poi tanto diverso da tuo
padre- disse Inuyasha divertito e scortandolo verso la sala da pranzo
con una mano poggiata sulla spalla in segno di amicizia.
-Guardate chi è arrivato!- annunciò con Hisui di
fianco a lui.
Paonazzo in faccia, intimorito e tremante, Hisui vide una serie di
occhi che lo scrutavano con curiosità.
Toga non ricordava chi fosse, Izayoi lo salutò con un cenno
di mano mentre Sesshomaru lo guardava fisso in faccia, soprattutto dopo
aver visto il mazzo di fiori in mano.
Kimi decise di rompere il silenzio a modo suo:- Sarebbe lui il nostro
dessert?-
A quelle parole Hisui si spaventò sul serio. Inuyasha
avrebbe voluto rassicurarlo su quella battuta ma non fece in tempo
perchè il rumore di piatti rotti per terra attirarono
l'attenzione: Setsuna, sulla soglia della porta e con gli occhi
spalancati, guardava con terrore la figura di Hisui.
-INUYASHA! VIENI SU!- urlò poi Kagome.
Il mezzodemone, non sapendo cosa fare, si limitò a
rispondere a Kagome che forse era meglio se lei e Rin fossero scese in
quel momento. Se lo sentiva che si sarebbe scatenata una scena epica.
Sarebbe andato ad aiutarle di sopra in un secondo momento.
Non del tutto convinte, le due donne fecero quello che Inuyasha aveva
detto. Anche loro avevano sentito il campanello suonare ed erano
curiose di sapere chi fosse il nuovo ospite.
Proprio nel momento in cui le due fecero il loro ingresso in sala,
Moroha esordì riemergendo dalla cucina con un fintissimo:-
Hisui, che sorpresa!-
La scena era di quanto più imbarazzante potesse esserci:
Hisui con il mazzo di fiori in mano tutto tremante e Setsuna che, se
avesse potuto, lo avrebbe strozzato in quel preciso istante.
-Cosa ci fai qui, Hisui?- chiese la ragazza, ponendo particolare enfasi
per fargli capire quanto fosse inopportuna quella visita con tutta la
sua famiglia presente.
-Ecco... mi hai detto tu... di venire- confessò Hisui
guardandosi la punta dei piedi.
Setsuna non ci mise molto a capire che dietro a quello c'era lo zampino
di Moroha, la quale sghignazzava sotto i baffi.
-Sai, Setsuna, dovresti stare più attenta al tuo telefono-
la punzecchiò.
Non ci vide più.
-TU SEI MORTA!- urlò prima di scattare feroce verso la
cugina.
***
Ci era voluto un po' per calmare le acque.
Dopo il suo scatto in avanti, tra Moroha e Setsuna era seguita una
battaglia nel bel mezzo della casa. E se Rin cercava di calmare la
figlia, Sesshomaru la incitò dicendole "Staccale la testa
con un colpo netto".
Inuyasha non la smetteva più di ridere: sua figlia era
davvero simile a lui e quei teatrini gli ricordavano tantissimo quelli
che avevano allestito lui e suo fratello anni addietro.
Kimi era rimasta inorridita dalla perdita di controllo della nipotina
preferita. Si era portata una mano alla bocca e aveva detto:- Setsuna,
questo tuo lato avrei preferito non vederlo-
Furono Kagome e Towa che posero fine a quella scena: Towa
afferrò la sorella da dietro le spalle e la
bloccò; Kagome invece si limitò a raggiungere la
figlia e fermarla con un sonoro pugno sulla testa.
Era davvero furiosa. Possibile che dimostrasse la stessa
immaturità di suo padre?
-Hisui, scusale. Grazie mille dei fiori- disse subito Rin per cambiare
argomento e per evitare altri imbarazzi a quel povero ragazzo che
guardava tutto quello che stava succedendo come se fosse dentro ad una
bolla.
Sapeva perfettamente che il mazzo di fiori era per la figlia, ma dopo
quella litigata non era il caso di dare a Moroha un altro motivo per
provocare Setsuna. Li prese e scomparve in cucina per metterli dentro
ad un vaso.
Quando tornò dagli invitati disse:- Siediti con noi, stavamo
per mangiare il dolce-
Dall'alto del suo posto, Sesshomaru non approvò la proposta
della moglie a quel piccolo umano.
Hisui prese posto e si ritrovò vicino a Setsuna, la quale
ormai aveva ripreso la sua forma da mezzodemone, ma non la smetteva di
lanciare occhiate cariche di odio verso Moroha che, invece, continuava
di massaggiarsi la testa.
-Dimmi, Sesshomaru, come ci si sente a conoscere il fidanzato di tua
figlia?- lo incalzò Inuyasha.
Il demone si irrigidì completamente e Hisui si chiese se
quella sera sarebbe tornato a casa sua tutto intero.
-Invece di fare lo scemo, vieni con noi!- disse stavolta Kagome
prendendolo per un orecchio e trascinandolo di sopra con lei e Rin.
-Torniamo subito- disse Rin.
Hisui supplicò con lo sguardo l'unica persona che in quel
momento poteva aiutarlo: Towa.
Solo che lei era in preda ai suoi pensieri. Aveva ben chiaro cosa
sarebbe successo se avesse portato Riku a casa.
***
-Insomma, cos'è tutto questo mistero?- domandò
scocciato il mezzodemone liberandosi dalla presa della moglie.
E la mattina lo aveva massacrato con tutti gli OSUWARI possibili, ora
gli stava tirando le orecchie. Cosa gli avrebbe fatto a cena?
Le due cognate si scambiarono un'occhiata complice.
-Devi promettere di non dire nulla- lo riprese la moglie con le mani
poggiare sui fianchi in un atto intimidatorio.
-Prometto- disse senza troppa convinzione. Se la sentiva che il motivo
sarebbe stato futile.
-Ecco- prese parola Rin tutta imbarazzata- stamattina ho perso un
orecchino che Sesshomaru mi ha regalato. Mi è
caduto nel lavandino. Kagome ha detto che tu potresti aiutarci-
E infatti era davvero sciocco il motivo di tanta riservatezza.
Ma in qualche modo si inorgoglì del fatto che lo avessero
coinvolto in quella azione segreta. Inoltre capiva il timore di Rin:
Sesshomaru era davvero inquietante quando si arrabbiava e non voleva
che lei finisse nei guai.
Con il petto gonfio disse:- Lasciate fare a me! Lo recupero io il tuo
orecchino-
E, scioccandosi le dita, sfoderò dal suo fianco la sua amata
Tessaiga, che portava sempre dietro, e con un balzo in avanti
colpì il tubo del lavandino.
L'azione fu così rapida che nemmeno Kagome ebbe il tempo di
rimetterlo al suo posto con un OSUWARI.
-INUYASHA, NO!- fu solo capace di urlare Rin, ma invano
perchè subito dopo si ritrovò sotto il getto
costante dell'acqua che fuoriusciva dal tubo ormai spezzato in due.
Il bagno, il suo bagno completamente allagato.
Con i capelli gocciolanti vide la scena che le si presentava davanti
agli occhi: tutti gli altri invitati sulla soglia della porta,
allarmati per il suo urlo di poco prima.
Sesshomaru era quello più irritato di tutti.
Rin si portò le manu sul viso e si maledì per
aver organizzato quel pranzo.
|