Childish Desire
Titolo:
Childish Desire
Autore: My Pride
Fandom: Batman
& Robin: Reborn
Tipologia: One-shot
[ 1013 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Damian
Bruce Wayne, Richard John Grayson
Rating: Verde
Genere:
Generale, Slice of life
Avvertimenti:
What if?, Missing Moment
Solo i fiori sanno:
18. Giacinto: gioco, divertimento
Just stop for a minute and smile: 24. "Cosa
ci fai lassù?"
BATMAN
© 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
Seduto sul
tetto con i piedi penzoloni e le mani poggiate sul bordo, Damian si era
perso a
contemplare il parco che si estendeva a vista d'occhio davanti a lui,
dove una moltitudine di bambini, accompagnati dai genitori, ridevano e
scherzavano divertiti, giocando o rincorrendosi. I più
piccoli
giocavano nella sabbia e costruivano ridicoli castelli con i
secchielli,
scavando buche tutt'intorno come a voler creare un fossato; altri,
invece, giocavano a baseball o a football con i loro padri, che
sorridevano e li invogliavano a tirare più forte; c'era
persino
chi lanciava la palla al proprio cane, e Damian aveva cominciato a
provare una strana sensazione a quella vista.
Nei dieci anni precedenti al suo arrivo
a Gotham, non aveva mai
fatto
niente del
genere. Dal momento in cui era uscito dal bio-tubo, si era
allenato ogni mattina con sua madre finché non aveva
compiuto
sette anni, sia con la spada sia con lanci di diversi oggetti per
affinare la propria mira; poi erano arrivati i maestri, le svariate
arti, l'addestramento con diverse armi da fuoco e le tattiche di
spionaggio, ogni passo atto a far sì che lui diventasse un
giorno l'araldo del Demone. Il suo stesso nome era stato scelto per far
sì che sottomettesse il mondo. Eppure, mentre osservava quei
bambini vivere la loro infanzia come lui non aveva mai potuto fare,
avvertì una strana stretta al petto, stringendo tra le dita
della mano sinistra la
stoffa della felpa che indossava.
«Cosa ci
fai lassù?»
La voce di Richard risuonò improvvisamente nelle sue
orecchie,
ma non fu sorpreso dalla sua presenza. L'aveva sentito arrivare, era
una delle doti che aveva acquisito durante gli anni di addestramento
nella Lega degli Assassini.
«Stavo
guardando», disse
solo, accennando al parco giochi che si vedeva
benissimo da dove si trovavano, tanto che Dick si sporse un po' oltre
il parapetto prima di accennare un sorriso.
«Vorresti
andare a giocare con loro?»
chiese
distrattamente.
Damian scosse immediatamente il capo,
fingendo di guardare altrove con
scarso interesse. «Non ne ho
bisogno, non sono un bambino»,
rimbeccò, e Dick diede vita ad un lungo sospiro,
massaggiandosi la zona in mezzo agli occhi con pollice e medio.
«Damian...
hai dieci anni.
Certo che sei un bambino».
«Sono l'erede del pipistrello e colui che un giorno
governerà il mondo come Testa
del Demone... non trattarmi come un moccioso».
«Sto solo dicendo», cominciò Dick,
raggiungendo il bambino con un balzo per potersi accomodare al suo
fianco, «che
nessuno ti biasimerà se decidessi di andare a giocare anche
tu. Potrei accompagnarti», disse, abbassando lo sguardo su di
lui per fargli l'occhiolino.
Il bambino ricambiò
quell'occhiata e sbatté più volte le palpebre,
come se stesse cercando di capire perché l'altro avesse
detto una cosa del genere. Era stato letteralmente fuori dal mondo e
molte cose non riusciva proprio a comprenderle, come ad esempio il modo
in cui le persone socializzavano e cercavano di vedere il bello in
tutto ciò che li circondava. Lui era stato cresciuto con
pochi e saldi principi: mai avere pietà del proprio nemico e
uccidere tutti coloro che erano d'intralcio. Però...
tornò a guardare in basso, dove molti bambini se ne stavano
tornando a casa o era stato comprato loro qualcosa da mangiare, cose
che alla Lega non aveva mai visto e che conosceva probabilmente
soltanto di nome. Forse avrebbe potuto...
Scosse la testa, cercando di scacciare
quell'idea. «...è
una cosa stupida e infantile».
«Se non fai cose stupide e infantili adesso che puoi
permettertele, quando vorresti farle?» Grayson
gli scompigliò i capelli corti e sbarazzini, ignorando la
lamentela che il bambino si lasciò sfuggire. «Sai,
potremmo prenderci anche un bel gelato»,
ridacchiò.
«Non ne ho mai mangiato uno». Lo disse con un tono
così schietto e sincero che Richard un po' ci
resto.
«Sul serio? Bruce non ha mai...»
«Non abbiamo avuto molto tempo
da passare insieme», gli ricordò, e Dick si
zittì. Per quanto il più delle volte fosse
arrogante e antipatico, quello con cui stava parlando era pur sempre un
bambino di dieci anni. Un bambino che era stato indottrinato da una
Lega millenaria il cui unico scopo era sempre stato conquistare il
mondo. Un bambino di dieci anni che aveva conosciuto il padre solo dopo
ardue battaglie e che gli era stato poi strappato via. «Grayson?»
La voce di Damian lo ridestò dai suoi pensieri, tanto che
dovette sbattere le palpebre più volte prima di abbassare il
viso verso di lui. Lo stava osservando con un'espressione che in quei
mesi non gli aveva mai visto prima, col volto un po' corrucciato e
quegli occhi verdi ingigantiti da quella che parve essere velata
curiosità. «Dimmi», lo
spronò, e Damian tergiversò un po', mordendosi il
labbro inferiore prima di dondolare i piedi oltre il bordo del tetto,
sembrando davvero un bambino della sua età.
«...forse lo voglio, quel gelato».
Con un piccolo sbuffo divertito, Dick gli scompigliò
nuovamente i capelli e si alzò in piedi, invitandolo a fare
lo stesso per potersi dare una mossa e scendere da quel tetto; seppur
non ne fosse ancora del tutto convinto, il bambino annuì e
con un salto scese sul pianerottolo sottostante, usando le scale
antincendio per poter raggiungere il vicolo insieme all'uomo.
Non ci avevano impiegato poi molto a
raggiungere il parco e il chiosco di gelati, dove gli schiamazzi dei
bambini e le loro grida giocose erano state per Damian uno strano
schiaffo in pieno viso. Aveva avuto letteralmente l'aria di un pesce
fuor d'acqua e, anche se si era guardato intorno, se n'era rimasto un
po' sulle sue senza sapere come comportarsi, ma Richard l'aveva
rassicurato dandogli una pacca su una spalla con fare paterno. Avrebbe
potuto staccargli una mano anche solo per aver osato toccarlo, eppure
si stupì nel vederlo rilassarsi un po', prima di indicare
timidamente il gusto di gelato che avrebbe voluto.
Dick sorrise, lasciandosi scappare un piccolo sbuffo simile ad una
risata sollevata. Per una volta, finalmente,
Damian poteva essere semplicemente un bambino.
_Note inconcludenti dell'autrice
Di
tanto in tanto ritorno con storie che hanno come protagonisti solo e
unicamente Dick e Damian... e soprattutto il loro rapporto
fraterno/paterno.
Questa in particolare, è ambientata nel periodo in cui Dick
è diventato Batman dopo la presunta morte di Bruce, e ha
quindi preso Damian come suo Robin (anche per tenerlo d'occhio, visto
il suo temperamento aggressivo). Però, ed è bene
ricordarlo, Damian è pur sempre un bambino di dieci anni e
non ha vissuto un'infanzia, e questo Dick lo sa bene. Motivo per cui
alla fine prova a spronarlo e a far presa sul suo lato bambinesco.
Ciò detto, la storia partecipa alla challenge Just
stop for a minute and smile
indetta da Soul Mancini
Commenti
e critiche, comunque sia, son sempre accetti
A presto! ♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|