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Autore: My Pride    22/07/2021    2 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Childish Desire Titolo: Childish Desire
Autore: My Pride
Fandom: Batman & Robin: Reborn
Tipologia: One-shot [ 1013 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Richard John Grayson

Rating: Verde
Genere: Generale, Slice of life

Avvertimenti: What if?, Missing Moment
Solo i fiori sanno: 18. Giacinto: gioco, divertimento

Just stop for a minute and smile: 24. "Cosa ci fai lassù?"


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Seduto sul tetto con i piedi penzoloni e le mani poggiate sul bordo, Damian si era perso a contemplare il parco che si estendeva a vista d'occhio davanti a lui, dove una moltitudine di bambini, accompagnati dai genitori, ridevano e scherzavano divertiti, giocando o rincorrendosi. I più piccoli giocavano nella sabbia e costruivano ridicoli castelli con i secchielli, scavando buche tutt'intorno come a voler creare un fossato; altri, invece, giocavano a baseball o a football con i loro padri, che sorridevano e li invogliavano a tirare più forte; c'era persino chi lanciava la palla al proprio cane, e Damian aveva cominciato a provare una strana sensazione a quella vista.
    Nei dieci anni precedenti al suo arrivo a Gotham, non aveva mai fatto niente del genere. Dal momento in cui era uscito dal bio-tubo, si era allenato ogni mattina con sua madre finché non aveva compiuto sette anni, sia con la spada sia con lanci di diversi oggetti per affinare la propria mira; poi erano arrivati i maestri, le svariate arti, l'addestramento con diverse armi da fuoco e le tattiche di spionaggio, ogni passo atto a far sì che lui diventasse un giorno l'araldo del Demone. Il suo stesso nome era stato scelto per far sì che sottomettesse il mondo. Eppure, mentre osservava quei bambini vivere la loro infanzia come lui non aveva mai potuto fare, avvertì una strana stretta al petto, stringendo tra le dita della mano sinistra la stoffa della felpa che indossava.
    «Cosa ci fai lassù?»
    La voce di Richard risuonò improvvisamente nelle sue orecchie, ma non fu sorpreso dalla sua presenza. L'aveva sentito arrivare, era una delle doti che aveva acquisito durante gli anni di addestramento nella Lega degli Assassini.
    «Stavo guardando», disse solo, accennando al parco giochi che si vedeva benissimo da dove si trovavano, tanto che Dick si sporse un po' oltre il parapetto prima di accennare un sorriso.
    «Vorresti andare a giocare con loro?» chiese distrattamente.
    Damian scosse immediatamente il capo, fingendo di guardare altrove con scarso interesse.
«Non ne ho bisogno, non sono un bambino», rimbeccò, e Dick diede vita ad un lungo sospiro, massaggiandosi la zona in mezzo agli occhi con pollice e medio.
    «Damian... hai dieci anni. Certo che sei un bambino».
    «Sono l'erede del pipistrello e colui che un giorno governerà il mondo come Testa del Demone... non trattarmi come un moccioso».
    «Sto solo dicendo», cominciò Dick, raggiungendo il bambino con un balzo per potersi accomodare al suo fianco, «che nessuno ti biasimerà se decidessi di andare a giocare anche tu. Potrei accompagnarti», disse, abbassando lo sguardo su di lui per fargli l'occhiolino.
    Il bambino ricambiò quell'occhiata e sbatté più volte le palpebre, come se stesse cercando di capire perché l'altro avesse detto una cosa del genere. Era stato letteralmente fuori dal mondo e molte cose non riusciva proprio a comprenderle, come ad esempio il modo in cui le persone socializzavano e cercavano di vedere il bello in tutto ciò che li circondava. Lui era stato cresciuto con pochi e saldi principi: mai avere pietà del proprio nemico e uccidere tutti coloro che erano d'intralcio. Però... tornò a guardare in basso, dove molti bambini se ne stavano tornando a casa o era stato comprato loro qualcosa da mangiare, cose che alla Lega non aveva mai visto e che conosceva probabilmente soltanto di nome. Forse avrebbe potuto...
    Scosse la testa, cercando di scacciare quell'idea. 
«...è una cosa stupida e infantile».
    «Se non fai cose stupide e infantili adesso che puoi permettertele, quando vorresti farle?» Grayson gli scompigliò i capelli corti e sbarazzini, ignorando la lamentela che il bambino si lasciò sfuggire. «Sai, potremmo prenderci anche un bel gelato», ridacchiò.
    «Non ne ho mai mangiato uno». Lo disse con un tono così schietto e sincero che Richard un po' ci resto. 
    «Sul serio? Bruce non ha mai...»
    «Non abbiamo avuto molto tempo da passare insieme», gli ricordò, e Dick si zittì. Per quanto il più delle volte fosse arrogante e antipatico, quello con cui stava parlando era pur sempre un bambino di dieci anni. Un bambino che era stato indottrinato da una Lega millenaria il cui unico scopo era sempre stato conquistare il mondo. Un bambino di dieci anni che aveva conosciuto il padre solo dopo ardue battaglie e che gli era stato poi strappato via. 
«Grayson?»  
    La voce di Damian lo ridestò dai suoi pensieri, tanto che dovette sbattere le palpebre più volte prima di abbassare il viso verso di lui. Lo stava osservando con un'espressione che in quei mesi non gli aveva mai visto prima, col volto un po' corrucciato e quegli occhi verdi ingigantiti da quella che parve essere velata curiosità. «Dimmi», lo spronò, e Damian tergiversò un po', mordendosi il labbro inferiore prima di dondolare i piedi oltre il bordo del tetto, sembrando davvero un bambino della sua età.
    «...forse lo voglio, quel gelato».
    Con un piccolo sbuffo divertito, Dick gli scompigliò nuovamente i capelli e si alzò in piedi, invitandolo a fare lo stesso per potersi dare una mossa e scendere da quel tetto; seppur non ne fosse ancora del tutto convinto, il bambino annuì e con un salto scese sul pianerottolo sottostante, usando le scale antincendio per poter raggiungere il vicolo insieme all'uomo.
    Non ci avevano impiegato poi molto a raggiungere il parco e il chiosco di gelati, dove gli schiamazzi dei bambini e le loro grida giocose erano state per Damian uno strano schiaffo in pieno viso. Aveva avuto letteralmente l'aria di un pesce fuor d'acqua e, anche se si era guardato intorno, se n'era rimasto un po' sulle sue senza sapere come comportarsi, ma Richard l'aveva rassicurato dandogli una pacca su una spalla con fare paterno. Avrebbe potuto staccargli una mano anche solo per aver osato toccarlo, eppure si stupì nel vederlo rilassarsi un po', prima di indicare timidamente il gusto di gelato che avrebbe voluto.

    Dick sorrise, lasciandosi scappare un piccolo sbuffo simile ad una risata sollevata. Per una volta, finalmente, Damian poteva essere semplicemente un bambino.





_Note inconcludenti dell'autrice
Di tanto in tanto ritorno con storie che hanno come protagonisti solo e unicamente Dick e Damian... e soprattutto il loro rapporto fraterno/paterno.
Questa in particolare, è ambientata nel periodo in cui Dick è diventato Batman dopo la presunta morte di Bruce, e ha quindi preso Damian come suo Robin (anche per tenerlo d'occhio, visto il suo temperamento aggressivo). Però, ed è bene ricordarlo, Damian è pur sempre un bambino di dieci anni e non ha vissuto un'infanzia, e questo Dick lo sa bene. Motivo per cui alla fine prova a spronarlo e a far presa sul suo lato bambinesco. Ciò detto, la storia partecipa alla challenge
Just stop for a minute and smile indetta da Soul Mancini
Commenti e critiche, comunque sia, son sempre accetti
A presto! ♥



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