Di culle, bambini e altre avventure

di crazy lion
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Il secondo dentino

 
Taehyung era a casa con i bambini. Courtney gattonava per il salotto, mentre William si aggrappava alla stoffa del divano e si alzava in piedi. Anche la sorella sapeva farlo, ma era più pigra di lui sotto quell'aspetto e i genitori e Audrey cercavano sempre di stimolarla.
A un certo punto, entrambi scoppiarono a piangere. Red, che era vicino a William, gli sfiorò una guancia con una zampina come per consolarlo. Taehyung trovò estremamente tenero quel gesto.
"Grazie, Red, ora ci penso io. Va' a dormire con Star, d'accordo?"
Il gatto miagolò in risposta e, proprio come se avesse capito, andò nella sua cuccia vicino a quella di Star, che dormiva della grossa.
Nel frattempo, Taehyung aveva preso in braccio prima William e poi Courtney per capire quale fosse il problema. Non  erano né bagnati né sporchi. Provò a dar loro del latte da bere, ma non vollero nemmeno quello e non avevano intenzione di dormire, anzi, strepitavano e strepitavano.
"Che cos'avete? Fatemelo capire, vi prego!"
I due bambini avevano un pugnetto in bocca. Sbavavano visibilmente e avevano gli occhietti lucidi. L'uomo passò la mano sulla fronte dei piccoli e poi ci appoggiò le labbra. Non era fresca come al solito, forse avevano qualche linea di febbre.
"Che facciamo? Andiamo al pronto soccorso?"
Ma andarci da solo, con due bambini, non sarebbe stato facile. D'altra parte, i loro pianti duravano da oltre due ore.
Guardò loro le gengive. I primo dentino c'era già, era spuntato verso i sei mesi, prima che lui e Jungkook conoscessero loro due, mentre il secondo stava venendo fuori, visto che la gengiva era tagliata. Avevano le gengive gonfie e rosse.
"Okay, prima andiamo in farmacia."
Li aveva messi nel passeggino doppio, cosa che sembrava averli calmati un po', quando qualcuno bussò alla porta. Era una vicina con la quale né lui né Jungkook avevano contatti, a parte qualche occasionale saluto.
"Buongiorno" le disse l'uomo, sorridendole cordiale.
"Buongiorno un cazzo" rispose la donna, piccata. "Faccia smettere di piangere quei bambini. Danno fastidio."
"Ci sto provando da due ore, mi creda, ora li porto da qualche parte. E comunque un bambino non si può spegnere come uno stereo, lo sa? Quando mettono i denti è naturale  che piangano. La saluto."
E le chiuse la porta in faccia.
Che stronza! pensò, poi uscì con i bambini.
Per prima cosa andò in farmacia. Sapeva che esistevano delle cose chiamate anelli da dentizione. Ne chiese due confezioni.
"Ce n'è già uno freddo in ognuno dei pacchetti" gli disse la farmacista. "L'altro va messo in frigo."
"Va bene, grazie."
Tornato a casa, con i bambini che stavano ancora piangendo inconsolabili, misurò loro la febbre.
"Trentasette e cinque per entrambi" mormorò.
Chiamò il pediatra che volle vederli e disse che era solo un po' di febbre legata ai dentini. Prescrisse loro comunque la Tachipirina in sciroppo e gli disse quanta darne ai piccoli.
Quando Taehyung rientrò, Jungkook era già a casa.
"Che succede? Dov'eravate?"
E l'altro gli raccontò quello che era accaduto, poi ognuno prese in braccio un bambino e gli mise in bocca l'anello da dentizione freddo. I piccoli lo mossero facendolo andare più in profondità in bocca, provando sollievo.
"Cantiamo loro qualcosa?" chiese Jungkook. "Così si addormentano prima."
"Direi che è una buona soluzione."
Si accordarono su quale ninnananna cantare e cominciarono.
"Twinkle, twinkle, little star,
How I wonder what you are!
Up above the world so high,
Like a diamond in the sky.
Twinkle, twinkle, little star,
How I wonder what you are!
 
When the blazing sun is gone,
When the nothing shines upon,
Then you show your little light,
Twinkle, twinkle, all the night.
Twinkle, twinkle, little star,
How I wonder what you are!
[…]"
"È una canzone molto bella, vero?" domandò Taehyung mentre i bambini sprofondavano nel sonno.
"Sì," disse Jungkook mentre li mettevano sotto le coperte nei loro lettini, "bellissima."
 
 
 
CREDITS:
Twinkle, Twinkle, Little Star è una ninnananna la cui melodia è francese, intitolata Ah! Vous Dirai-Je, Maman, di M. Bouin. Le parole, invece, sono state scritte per la prima volta da Jane Taylor in una poesia intitolata The Star.




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