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Capitolo XIX
La data del
concerto era arrivata: Rossana si trovava nel luogo dove si sarebbe
tenuto dalle otto del mattino ed era riuscita ad uscire solo per cinque
minuti, il tempo di accogliere Kai.
«Rossana, non credo ce la farò».
«Oh avanti, sei un Ootori. Ce la farai e io sarò con te sul palco».
«Se potessi ti sposerei, seriamente».
«Kai…».
«Ma penso che mio cugino non sarebbe particolarmente felice. Non dopo che Kimie ha rotto con lui..».
«Scusa?».
«Ops…non
dovevo dirtelo…» le disse con un sorrisino divertito «Mio cugino mi ha
minacciato di farmi sparire se te lo avessi detto, ma non importa. Tu
mi stai dando un’occasione incredibile e non potevo tenerti nascosta
questa notizia. Kimie ha lasciato mio cugino quattro mesi fa, perché…oh
beh…la tradiva… e non una volta…E mai con la stessa donna».
Rossana lo fissò con tanto d’occhi e, dopo averlo lasciato alle truccatrici, costumiste e il resto, uscì prendendo il cellulare:
«Tamaki,
comprati un biglietto di sola andata per l’Alaska. Se ti trovo ti
uccido» gli disse « so che Kimie ha piantato Kyoya e perché diavolo
nessuno mi ha detto nulla? Avevate paura che potessi saltargli
addosso?».
«No,
Rossana» interruppe la sua sfuriata la voce di Haruhi «Kyoya ci ha
chiesto di farlo. E il perché è evidente. Lo ha fatto per tenerti
lontana: se tu pensi che lui sia prossimo alle nozze non ti
avvicinerai».
«E perché cazzo dovrebbe tenermi lontana?».
«Perché non
riesce ad ammettere di essere innamorato di te dalle superiori. Rossana
tutte le donne con cui ha tradito Kimie avevano lunghi capelli rossi…»
le confessò Haruhi, ma la ragazza non ascoltava più. Riattaccò il
telefono e senza una parola rientrò.
Non aveva tempo per pensare a certe cose in quel momento: aveva un concerto e doveva dare il meglio di sé.
«Sana, mi viene da vomitare» le disse Kai, facendola sorridere.
«È normale,
anche a me succedeva le prime volte. Anzi ogni tanti mi succede ancora,
soprattutto davanti a grandi folle. Fai respiri profondi, concentranti
e andrà tutto bene. Ora salirò sul palco, saluterò, sparerò qualche
cavolata e poi sarà il tuo turno, d’accordo?».
«No, non sono d’accordo, ma ormai sono qui. Spero che andrà tutto bene: ci sono tutti i miei compagni di classe là fuori».
«Sarai magnifico, vedrai».
«Ah,
comunque prima ho visto mio cugino… si è portato una deficiente come
accompagnatrice. Per i cinque minuti che sono stato con loro continuava
a ridere come un’oca».
«Tuo cugino non hai mai avuto un buon gusto in fatto di donne, infatti si è fatto scappare l’unica normale, cioè Kimie».
«Si è fatto scappare anche te…».
«Nah. Mai
stato interessato a me. Ora concentrati. Mancano pochi secondi al tuo
debutto» gli disse, prendendo le scale che portavano al palco.
Quando la
rossa vi salì Kai sentì le urla e il frastuono della folla accoglierla.
La ascoltò parlare e quando sentì il suo nome urlato da Rossana, prese
un bel respiro e salì sul palco.
Si ritrovò
circondato da luci, rumori e un’immensa quantità di persone che
gridavano e lo guardavano: voleva scappare, ma poi intercettò il viso
di Rossana che gli sorrideva e tutto andò a posto.
Imbracciò la chitarra classica che portava con sé e si avvicinò al microfono.
La rossa gli sorrise di nuovo e lui iniziò a suonare.
Intanto, in
una delle prime file, l’Host Club era agitato ed eccitato: Tamaki era
anche lievemente irritato dalla presenza della ragazza che accompagnava
Kyoya.
Aveva
avvisato il suo amico che Rossana sapeva dell’annullamento del suo
matrimonio con Kimie e quell’idiota si era portato una sciacquetta al
concerto.
«Ehi Kyo-chan, quello è tuo cugino?» gli chiese Honey, gridando per farsi sentire
«Esatto» rispose l’altro, prima di rivolgere l’attenzione ai due sul palco.
Rossana
indossava un maglia nera e corta che lasciava scoperta parte della
pancia, un paio di calzoni aderenti bianchi e un paio di scarpe dal
tacco alto.
I capelli
erano legati in una coda elaborata, mentre il viso era truccato in modo
da non risultare lucido sotto le luci: sorrideva a suo cugino come una
sorella maggiore e vide il ragazzo prendere confidenza ed imbracciare
la chitarra.
Quando sentì
le prime note, udì Tamaki ridacchiare: lo sentì dire ad Haruhi che
quella canzone l’avevano composta lui e Rossana, tramite internet ed
era scritta pensando a lei.
Vide la brunetta arrossire completamente e decise di non ascoltare più i loro discorsi: gli facevano venire il diabete.
Si concentrò
su suo cugino, il quale cantava, suonava e flirtava, o almeno così
sembrava, con Rossana, la quale gli riservava sguardi eloquenti, per
farlo smettere.
«Ehi, sembra
che un Ootori alla fine abbia avuto il coraggio di provarci con
Rossana» disse Hikaru, oltremodo divertito dagli sguardi di fuoco di
Kyoya rivolti a suo cugino.
Mentre la canzone proseguiva, il pubblico iniziò a battere le mani a ritmo.
«È davvero bravissimo» disse Honey, una volta che Kai suonò l’ultima nota.
«È un Ootori, non poteva essere altrimenti» disse Kyoya.
«Ed è anche…».
«…più intraprendente del cugino» dissero i gemelli, concludendosi le frasi a vicenda come sempre.
Il concerto durò due ore: tutti si accorsero che Rossana era molto cambiata.
Il suo modo
di muoversi, di cantare e di rapportarsi col pubblico era più maturo e
più sicuro: probabilmente il cambiamento era dovuto sia alla scuola che
aveva frequentato, sia al fatto che fosse cresciuta.
Era giunto il momento dell’ultima canzone.
«Adoro questa canzone…» disse Haruhi, sentendo le prime note.
«Anche io.
Dopotutto ho scritto io la parte del pianoforte» disse Tamaki: la
maggior parte dei suoi amici lo sapeva della sua collaborazione con
Rossana, ma non Kyoya.
Il biondo lo
aveva tenuto all’oscuro perché sembrava che ogni qualvolta si parlasse
di Rossana il suo amico diveniva cupo e intrattabile. Ancora di più di
quanto già non fosse, insomma.
I used to think
I had the answers to everything
But now I know
Life doesn't always
Go my way, yeah...
Feels like I'm caught in the middle
That's when I realize...
I'm not a girl
Not yet a woman
All I need is time
A moment that is mine
While I'm in between
Rossana era in piedi, di fronte al microfono, indossando un bel vestito
nero e guardava verso il pubblico, sapendo che Kyoya era lì, in mezzo
alla folla che brandiva delle barre luminose e le muoveva a tempo.
«Non pensavo
fosse così bella» esordì la ragazza che accompagnava Kyoya, facendo
voltare tutti i membri dell’Host Club «Cioè, l’avevo vista sulle
riviste, ma dal vivo è tutt’altra cosa. Ed è anche brava. Mi hanno
sempre detto che un po’ le somiglio, ma si sbagliavano di grosso».
«Non avrei mai detto…».
«… che una delle ragazze di Kyoya avrebbe mai fatto un complimento a Rossana» dissero i due gemelli.
Il concerto era finito e i membri dell’Host Club e qualche altro fan fortunato, avevano i pass per il backstage.
Tra il
gruppo di ragazzi e ragazze in attesa di incontrare Rossana, Kyoya
riconobbe una vecchia conoscenza: Ikue Goto era lì, e si guardava
intorno, dispersa.
«Sono stupito di vederti qui, Goto-san» le disse il ragazzo, facendola sobbalzare.
«Oh! Ootori-sama! Non avrei mai pensato di vederla qui!».
«C’è anche il resto di quello che fu l’Host Club».
«Davvero? Io
sono stata invitata da Rossana stessa… mi ha detto che era un modo per
ringraziarmi di ciò che ho fatto alle superiori. Non so come abbia
fatto a scoprire che fossi stata io ad aiutarla…».
«Sarà stato
Tamaki, sicuramente. Non è in grado di tenere la bocca chiusa per più
di cinque secondi» disse Kyoya, mentre il biondo era praticamente
saltato addosso alla rossa, che li aveva raggiunti, congratulandosi e
venendo guardato con tanto d’occhi dagli altri fan.
L’Ootori decise di avvicinarsi a Rossana per complimentarsi, quando vide arrivare dal fondo del corridoio suo cugino.
Mentre la
ragazza era impegnata con gli altri fans, decise di avvicinarsi a Kai,
il quale alla vista del suo ombroso cugino, iniziò a sudare freddo:
dopotutto non solo aveva spiattellato a Rossana la verità su Kyoya, ma
aveva anche flirtato con lei davanti a molte persone.
«Kyoya-kun. È un piacere rivederti».
«Chissà se
lo sarà ancora quando ti ucciderò» gli disse senza tanti complimenti
«cosa ti è passato per la testa? Perché hai detto a lei la verità su di
me?».
«Perché
Rossana non merita delle bugie. Se non vuoi stare con lei, se non
riesci ad accettare che qualcuno possa piacerti, allora sii sincero e
dille di starti alla larga per sempre e che tra di voi non ci sarà mai
nulla, perché tu non lo sai, Kyoya, ma lei è seriamente innamorata di
te» gli disse Kai,
«Non ho
intenzioni di farmi dare lezioni di vita da un sedicenne che ci ha
provato con una che ha cinque anni in più e di fronte a una folla».
«Non invidiare il mio coraggio. Vorrei solo essere nato prima. Vorrei essere io suo coetaneo al tuo posto».
«Posso sapere perché tutti vi innamorate di lei?».
«Perché
quando inizi a conoscerla, capisci che è speciale» gli disse Kai,
sorridendo e ricordando a Kyoya un altro ragazzo, il quale stava
abbracciando Rossana in quel momento: Kaito non era venuto all’incontro
privato nell’hotel dove alloggiava la cantante, ma al concerto sì. Ed
ora abbracciava la cantante che piangeva come una fontana alla vista
del suo migliore amico dopo quattro anni.
La vide scusarsi con la fidanzata di questi e presentarsi, iniziando a prendere in giro il ragazzo.
Kyoya decise
di lasciar perdere suo cugino, in vena di prediche non richieste, e di
avvicinarsi a Rossana, la quale sembrava sentisse la sua presenza
avvicinarsi: infatti si voltò poco prima che lui le toccasse la spalla
e lo fissò.
«Direi che sei migliorata con gli anni. Sono riusciti a raddrizzarti un po’ in quella scuola, dopo tutto».
«A me sembra
che nessuno sia riuscito a raddrizzare te, invece. Ti costa tanto dirmi
per una volta che sono stata brava?» gli chiese, prima di aggiungere
«ah, lascia perdere. Non importa più».
Il ragazzo
la fissò voltargli le spalle e capì che dovevano chiarire tutti i
malintesi che c’erano tra di loro prima che lei partisse di nuovo.
«Sana-chan, quanto ti fermerai qui?» le chiese Honey
«Penso un paio di settimane. Mio padre ha detto che sente la mia mancanza e vuole passare un po’ di tempo con me».
«Avrai tempo anche per noi?».
«Certo
Honey. Lasciatemi un paio di giorni per riprendermi del tutto dal
concerto e poi potremo vederci quando volete» assicurò la ragazza,
sorridendo a tutti che accolsero la notizia con felicità.
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