La bambina e le pozzanghere

di crazy lion
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LA BAMBINA E LE POZZANGHERE

 
Katerina e Stefan erano seduti sul divano. Lui era diventato suo marito pochi mesi prima. Dopo la nascita della piccola Nadia, che alla fine Katerina aveva potuto tenere con sé, i genitori le avevano proposto un matrimonio riparatore per evitare che lo scandalo si diffondesse. Molti, nel paese, la additavano come megera, puttana, sgualdrina e molti altri termini poco lusinghieri. All'inizio la ragazza si era rifiutata, ma quando le avevano presentato Stefan lei aveva cambiato idea. Era stato molto dolce con Nadia e gentile con lei, anche nei loro successivi incontri, fino al matrimonio.
Ora Nadia aveva quasi un anno e Stefan era suo padre da sei mesi.
Davanti a loro, la bambina giocava con alcuni giochini di legno.
"Guarda come si diverte!" esclamò Katerina.
"Già, nostra figlia è meravigliosa."
"Sì, lo è. E tu sei un padre fantastico."
Si davano del tu se erano da soli o con la bambina, del voi in altri contesti.
"Perché non facciamo una passeggiata?" propose Stefan, dopo aver ringraziato la moglie con un bacio su una guancia.
Avrebbe voluto darglielo sulla bocca, ma con la bambina lì vicino non se la sentiva.
"Perché no?"
Ora avevano una casa tutta loro, molto grande e spaziosa. Katerina fece indossare alla figlia un giubbotto leggero, perché pur essendo maggio fuori faceva fresco.
Una volta all'aperto, i tre cominciarono a camminare. Stefan aveva difeso, mesi prima, Katerina dagli insulti che un gruppo di persone le aveva rivolto.
"Siete assurdi e non la comprendete. Che cos'avrebbe dovuto fare? Dare la sua bambina a qualcun altro solo perché illegittima?"
"Sì" avevano risposto in tanti e lui le aveva sussurrato:
"Ignorali, Katerina."
Ma da dopo il matrimonio, quelle voci si erano acquietate e ora tutti li guardavano sorridendo.
"Avete una bellissima bambina" disse una ragazza che passava per il prato che stavano attraversando.
"Vi ringraziamo" risposero i genitori.
Nadia sapeva già camminare, anche se non da sola. Poco dopo i tre sentirono un rombo lontano. Si stava alzando un vento freddo e quel tuono non prometteva bene.
"Dobbiamo rien…" tentò la ragazza, ma la prima goccia di pioggia la fermò a metà pafrola.
Poco dopo un vero e proprio diluvio li investì e la bambina, lasciata la mano della madre, si divertì a saltare nelle pozzanghere che l'acqua creava. Era bello. Le scarpette facevano clash clash nell'acqua.
"A quale bambino non piace?" disse Stefan.
"Sì, ma ora dovremo farle il bagno."
La portarono a casa, presero  un catino di legno, lo riempirono d'acqua che avevano scaldato sul fuoco e le fecero un bagno.
"Sei tutta sporca di fango" disse Katerina  ridendo.
"Ah, ah, ah" fece la piccola, muovendo le manine nell’acqua.
Stefan le osservava e sorrideva. Le amava così tanto!
Schizzò un po' d'acqua sul viso di Nadia facendola scoppiare a ridere e lei fece la stessa cosa, bagnandogli i pantaloni.
"Nadia!" la rimproverò bonariamente la mamma.
"Tranquilla, sono solo gocce d'acqua, non mi fanno niente."
Quando la bambina fu asciutta e vestita, i due genitori si augurarono che in futuro si sarebbe divertita in modo più asciutto e di non ritrovarsi più sotto un acquazzone.
 
 
 
NOTA:
è vero, nel Medioevo marito e moglie si davano del tu se erano da soli, del voi se erano con altri. In questo caso si trattava di una bambina, quindi ho preferito lasciare il tu.




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