PICVefp
Act Five
Epiphany
"(...) Lo direi un viaggio, lungo o breve, senza uno scopo,
Regolato dalla sola necessità di ritornare entro un certo tempo
Al punto da cui si è partiti."
J. K. Jerome
"In ospedale. Di nuovo."
Disteso supino su un lettaccio dell'astanteria affollata del St. James,
Sam torturava fra le dita un lembo del lenzuolo ruvido per ripristinare
la regolare funzionalità degli arti, dopo la lavanda gastrica,
chiedendosi per quanto ancora la sua vita sarebbe stata un letale
miscuglio fra un episodio di Mike Hammer ed uno di E.R., e, soprattutto, per quanto ancora sarebbe riuscito a sopravvivere a tutto questo.
Avrebbe tanto desiderato poter scivolare in un sonno asettico ed
ovattato, senza sogni, lontano da quella camera chiassosa, ma la
gracchiante caposala, la gemella perfida di Phyllis dalla quale era
stata separata alla nascita per tutelare l'incolumità
dell'intera galassia, glielo aveva proibito categoricamente. Pena la morte
era l'inespressa clausola dell'imposizione, aleggiante nelle parole
dell'infermiera, taglienti e fastidiose come lo stridio di una
fresatrice elettrica.
Quindi, si rigirò stancamente su un fianco e sbirciò
oltre la sagoma del proprio vicino di letto, un muratore taciturno e
abbastanza brillo, rivolgendo un'occhiata assente allo squallido
panorama fuori dalla finestra socchiusa: appena al di sopra dei
palazzoni squadrati, frustuli di un cielo nero pece, privo di stelle,
cominciavano ad intravvedersi fra le nubi grigastre, le quali erano
state disperse dallo stesso vento tumultuoso che le aveva accumulate su
Manchester.
Un subitaneo crampo all'altezza dello sterno lo costrinse a riassumere
la posizione precedente, visto e considerato che aveva trascorso
l'ultima ora e mezza abbarbicato alla tazza del gabinetto, a salutare
vestigia di remoti pranzi di Capodanno a cui neppure si ricordava di
aver partecipato, e non intendeva ripetere l'esperienza entro breve.
Certo, il trattamento disintossicante aveva avuto anche il non
trascurabile risultato di tranquillizzare i coboldi che gli avevano
martellato incessantemente il cervello alla ricerca di diamanti, e di
fare in modo che il suo stomaco non si contorcesse più, alla
stregua dell'otre di una cornamusa maneggiato da un suonatore
incompetente. Tuttavia, ora si trovava in uno stato di spossatezza tale
da non essere pressochè in grado di puntellarsi sui gomiti o
sedersi contro la spalliera del letto per incontrare la propria
immagine nello specchio crepato, appeso sulla parete dirimpetto.
Ma perchè, poi? Sapeva già cosa avrebbe visto: sguardo
inebetito, colorito terreo, occhiaie chilometriche, il volto rozzo del
boss che lo scrutava con un laido sorriso al rovescio...
"Ben svegliato, pulcino mio."
"Oh, Santo Iddio!" trasalì Tyler, scattando in piedi come se il
materasso fosse diventato rovente all'improvviso, e le sue gambe, per
quanto malferme, miracolosamente lo assecondarono.
"Tu mi lusinghi, Sammy boy, non sono ancora così importante" si
schermì con finta modestia l'ispettore capo, addossato al muro
alla maniera di un pingue pistolero
solitario accanto alla porta di un saloon, pronto a crivellare di colpi
i più spietati flagelli del selvaggio West. "Devo ammettere che
i tuoi gridolini da checca in calore cominciavano a mancarmi..."
Mentre un fiotto di sangue ribollente riprendeva ad affluirgli verso il
viso verdognolo, il sottoposto ebbe la sgradevole sensazione che i
malati alle sue spalle stessero sommessamente ridendo di lui, ma
preferì ignorarli e replicare: "Davvero spassoso: comunque, nel
caso ti interessi saperlo, ho abbandonato la SV Grimalkin con una
scialuppa di salvataggio, boss."
All'oscuro del triste destino cui sarebbe andato incontro lo yacht
suddetto durante la funesta Fastnet Race del '79, e, di conseguenza,
del significato della metafora marinaresca usata dall'altro, Hunt
sbattè le palpebre, più irritato che perplesso, prima di
tracannare un sorso di liquido giallastro da una tazza posata sul
comodino e, subito dopo, spruzzarlo diritto in faccia all'ispettore,
insieme ad un'abbondante dose di saliva, con una smorfia di assoluta
repulsione: "Che cazzo è, piscio di vacca?"
"Camomilla, boss" scandì Sam, livido, dominandosi a fatica
dinanzi ai grassi sghignazzamenti dei presenti, i quali si stavano
convincendo di assistere ad un metodo innovativo per ingannare la
snervante attesa in pronto soccorso. "Niente di alcolico, per tua
sfortuna."
"Niente di potabile, vorrai dire" ribattè Gene, indignato,
quindi, incurante della voluminosa medicazione che gli era stata
applicata sullo zigomo ferito, stappò una bottiglia di soluzione
salina e se la versò in testa, liberando i capelli biondo cenere
dalla collosa prigionia della brillantina per poi scrollarsi di dosso
l'acqua in eccesso dimenando il capo, alla stregua di un grosso cane
appena riemerso dalla nuotata in un fosso.
Meditando allettanti pensieri suicidi, il sottoposto si ripulì
con la manica della camicia, poi s'informò, quasi che la calma
ilare scesa sulla scena lo mettesse a disagio più delle uscite
estemporanee del collega: "Non ti vedo particolarmente soddisfatto,
boss: qualcosa non va?"
C'era sempre di che pentirsi, a rivolgere domande del genere al despota
lardoso, il quale, infatti, non deluse le aspettative, sentenziando:
"La conclusione di questo caso è stata inappagante come una
sveltina in un cesso pubblico."
"Perchè tutti gli stramaledetti fricchettoni che bazzicano
questa Piccola Bottega degli Orrori cittadina devolvono fior di
sterline a dei bastardi poco raccomandabili, quando potrebbero avere te
come allucinogeno gratuito?" tuonò l'altro poliziotto, ai limiti
della sopportazione civile, prima che il superiore lo gelasse: "Sai che
non tollero simili cazzate su questo fottuto argomento, blatta
smidollata e supponente."
Accortosi di essere incorso in un madornale errore, Tyler
impallidì più di quanto fosse possibile per il suo viso
già scolorito, si ritirò in un mutismo colpevole ed
attese il doloroso castigo ad occhi bassi, domandandosi a quale osso
portante sarebbe toccato, stavolta... ma la punizione tanto temuta non
arrivò: Hunt lo squadrò per qualche secondo con aria
torva, quindi, placato dalla sua contrizione e più provato dallo
scontro finale con Bonnie & Clyde di quanto avrebbe mai ammesso, si
limitò a strepitare, seccato: "Trevelyan sarà arrestato,
la Kenyon pure, la fatua puttanella diventerà cibo per i vermi e
quella zietta schizzata scoprirà il fantastico mondo delle docce
promiscue, senza la preoccupazione di doversi lavare a secco nel caso
il sapone gli cadesse accidentalmente di mano... Ed io, che ruolo ho
avuto in questo troiaio solenne, a parte salvare il culo ad uno
scassacazzi saputello ed irriconoscente, a rischio della mia unica,
fottuta vita, quando avevo l'irripetibile occasione di sbarazzarmene
una volta per sempre servita su un vassoio d'argento?"
Oh, a quanto pareva, anche il dittatore smisurato aveva qualche
problema a gestire i silenzi significativi; pertanto, recuperata un po'
della propria modica sfrontatezza, il sottoposto controbattè:
"Se è un tentativo di farmi sentire in colpa, non sta molto in
piedi, boss..."
"Anche tu non starai molto in piedi, quando ti avrò fracassato
le fottute rotule a calci, Tyler!" ringhiò di rimando
l'ispettore capo, senza tuttavia dare l'impressione di voler tradurre
in atto il malefico proposito. Allora, il collega riprese, flemmatico:
"Non puoi uccidere tutte le mosche che capitano sulla tua strada con il
lanciafiamme, boss."
"Già" fu costretto ad assentire Gene, prima di passeggiare
nervosamente fino alla porta e commentare, in un fischio ammirato:
"Gran bel culo!"
Fraintendendo quell'esclamazione, l'ispettore osservò: "Beh,
considerando che ci siamo trovati entrambi a meno di un passo da morte
certa, cavarsela con un ricamo sulla guancia, qualche contusione
superficiale ed una nausea da sbornia dei giorni festivi è
quantomeno miracoloso..."
"Veramente" lo contraddisse il superiore, un ghigno derisorio che gli
arricciava le labbra carnose, "mi stavo riferendo a quell'infermierina
tutto sesso che sta cercando di impedire ad un coglione con la faccia
di Skelton di correre per..."
Non terminò mai la frase, poichè in quel preciso istante
il giovane agente apparve dinanzi alle loro facce interrogative, dopo
aver concluso la propria corsa forsennata con un rovinoso scivolone sul
pavimento incerato, degno dell'entrata in casa-base di un consumato
giocatore di baseball; a quella vista, il superiore rettificò,
in tono spassionato: "Mi correggo, è quel coglione di Skelton."
"Oh, Chris!" sospirò Annie, in atteggiamento di materna
rassegnazione, raggiungendolo ed aiutandolo a rialzarsi, mentre il
collega balbettava: "Non dovrebbero spargere così tanta cera:
è pericoloso, qualcuno potrebbe farsi male!"
"Chris, siamo in un ospedale, tutti si sono più o meno fatti male,
se si trovano qui dentro" gli fece notare Ray, laconico, dopo aver
aspirato una lunga boccata di fumo dalla sigaretta proprio al di sotto
dell'imperioso segnale No smoking.
"Ragazzi, come mai siete qui?" si stupì Sam: lui ed il boss
avevano stretto il tacito accordo di tenerli fuori da quell'inchiesta
compromettente, pertanto non riusciva a capacitarsi di come avessero
fatto a rintracciarli, e in così breve tempo, perdipiù.
"I bambini si preoccupano, quando mamma e papà spariscono per un
po' senza dare notizie e li lasciano soli soletti" affermò
sventatamente Chris, prima che Hunt lo trapassasse con una sciabolata
furente: "Certo, e i tre porcellini dovrebbero fare altrettanto, quando
il grosso mastino cattivo s'incazza all'udire stronzate di tali
proporzioni!"
Sospettando che non sarebbe stato prudente sottolineare come si
trattasse di un lupo, e non di un mastino, l'agente riassunse un'aria
professionale ed esordì: "Al dipartimento circolavano strane
voci su una vostra operazione sotto copertura e, siccome volevamo
vederci chiaro, abbiamo cominciato a spremere le nostre meningi..."
"Spero non ti sia venuta l'emicrania, Skelton, perchè non te lo
firmo, un giorno di malattia" lo avvertì Gene, quindi Annie
chiarì, al posto del collega: "Ho cominciato a sospettare che
voi due steste architettando qualche azione avventata a nostra
insaputa, sin dalla sera in cui il capo mi ha chiesto di recuperare i
suoi appunti; così, è bastato fare le domande giuste alle
persone giuste per scoprire dove avremmo potuto trovarvi: quell'arzilla
vecchietta è molto meno sorda di quanto tu pensi, Sam."
"Immagino che l'informazione ti sia costata un'indigestione di porridge,
come minimo..." ironizzò Tyler, con una rilassata
spontaneità che non caratterizzava più le loro
conversazioni da alcuni mesi a quella parte, mentre Chris aggiungeva,
in tono compunto: "Però, prima di venire qui, abbiamo fatto i
compiti: Annie ha perquisito l'abitazione di Oldham Road, invece io e
Ray ci siamo occupati della villa a Canal Street; se a qualcuno
interessa, ho anche rischiato di cadere nella fontana... Purtroppo, non
abbiamo rinvenuto la benchè minima traccia dei libri trafugati
da quei due."
"Il tutto senza un regolare mandato, suppongo: è così che
vi ho insegnato a rispettare la procedura, bambini?" li
rimproverò bonariamente l'ispettore, prima che il superiore
decretasse, sbrigativo: "In culo la procedura, Tyler: tanto quelle
cartacce buone per i ratti non ci servono, il pederasta esaltato ha
firmato di suo pugno la condanna all'ergastolo nel momento in cui ha
deciso di aprire a suon di pallottole una presa d'aria nel bel pancino
della sua dolce sposina."
Non condividendo del tutto la cruda disinvoltura con la quale il
collega si riferiva alle circostanze della morte di Hart, Sam stava per
ribattere a tono, quando il sergente, gettando il mozzicone spento nel
terriccio di una pianta poco distante, assunse un'espressione cupa che
non lasciava presagire nulla di piacevole: "Forse, ragazzi, dovremmo
riferire loro anche le brutte notizie."
"Quali, Carling?" sibilò Hunt, algido quanto i gagliardi venti
invernali che battono le distese biancheggianti dei ghiacci artici;
ciò, tuttavia, non dissuase Annie dal comunicare: "Innanzitutto,
Rathbone esige che domattina vi presentiate nel suo ufficio a fornire
una valida giustificazione riguardo al motivo per cui vi siete
introdotti alla Chetham's Library con false generalità, senza
che lui fosse stato precedentemente avvisato delle vostre intenzioni e
vi avesse dato l'autorizzazione a procedere."
"Avevamo fretta" fu la telegrafica dichiarazione di Gene, che, ad ogni
modo, non avrebbe risparmiato loro una lavata di capo leggendaria, ma
il risvolto peggiore della vicenda non era ancora giunto, e
toccò a Chris l'ingrato compito di occuparsene: "Sono arrivate
delle telefonate, boss: telefonate dai piani alti. Parlavano di quel
Maugham, lo lodavano per i formidabili servigi resi alla patria,
sottolineavano quanto l'incarico presso il Centro
potesse aver provato il suo equilibrio psicologico e..." deglutì
sonoramente, poi rivelò, in un mormorio impaurito: "Gli
concederanno l'infermità mentale."
Non esplose subito: dopotutto, anche il Vesuvio, prima di seppellire
Pompei sotto una coltre letale di cenere e lapilli incandescenti, aveva
avvertito gli ignari abitanti della cittadina con qualche brontolio
possente ed alcune scosse di terremoto; nel caso di Hunt, le avvisaglie
della sua imminente eruzione furono lo spasmodico aggrottarsi delle
folte sopracciglia, finchè non divennero simili ad una linea
continua pelosa, ed uno sfavillio fanatico che arse ad un tratto nelle
sue iridi verdi.
Nonostante ciò, restò muto e immoto, fino a quando Annie
non osò capitolare, in tono affranto: "Credo che lo stiano
portando via dall'ospedale proprio adesso: non siamo in grado di
opporci, boss, è la burocrazia."
"IN CULO LA BUROCRAZIA!"
Ci vollero la ragazza, Chris, Ray, un quartetto di nerborute infermiere
ed anche un discreto numero di parenti e pazienti non così
acciaccati per bloccargli braccia, gambe e qualsiasi altra parte del
corpo potesse essergli utile per arrancare fino alla camera in cui era
ricoverato il violinista, mentre berciava un dettagliato elenco di
tutte le donne di malaffare che la famiglia Maugham aveva annoverato
nei suoi rami dai tempi della conquista romana della Britannia, nel
quale l'invettiva più morigerata fu: "Infame bastardo, lurido
figlio di una puttana sifilitica, finocchio psicolabile, avresti potuto
essere un uomo dinanzi al quale mi sarei fermato per togliermi il
cappello e cedere il passo, e invece adesso mi rifiuto di sputarti
addosso perchè darebbe al tuo ributtante muso da serpe una
dignità che non merita!"
Dal canto proprio, Sam abbandonò di corsa il teatro di quella
drammatica sceneggiata, zigzagò per i corridoi del pronto
soccorso dribblando medici e malati, per quanto concessogli dal fisico
debilitato, e rallentò l'andatura solo nel momento in cui scorse
la sagoma familiare del musicista, in piedi presso l'ingresso di una
stanza, fiancheggiato da due agenti in divisa e da un ometto barbuto e
segaligno, dal sorriso viscido.
"Maugham, aspetti, devo parlarle!" gridò, avvicinandosi a loro,
ma l'ultimo membro dell'esiguo drappello gli si parò dinanzi,
affrontandolo in uno scostante avvocatese: "Si fermi, ispettore
investigativo Tyler: il mio cliente è sotto la custodia del suo
superiore, il sovrintendente Rathbone; inoltre, ci risulta che lei sia
stato estromesso dall'indagine, pertanto il succitato non è
tenuto in alcun modo a comunicare con lei, nè tantomento ad
asserire qualcosa che potrebbe essere adoperato contro di lui
nell'opportuna sede legale!"
"Faccia silenzio, Scofield" interloquì una voce stentata, ma
ancora autoritaria, sebbene avesse irrimediabilmente smarrito il
seducente carisma che l'aveva animata fino a quella notte: scostando
gli agenti di guardia con un gesto composto, il violinista
avanzò per fronteggiare il poliziotto, con il consueto passo
dondolante: "Desidera, mio sagace Tyler?"
Non vi era arroganza nelle sue parole, nè timore, solo una
posata stima per un avversario che, comunque, stava per essere
sgominato, in quella disonesta partita a scacchi; Sam lo osservò
per qualche attimo, stentando a riconoscere in quello sguardo spento,
in quel volto invecchiato di colpo, in quei modi gentili senza secondi
fini il delinquente serpentino che lui ed Hunt avevano, invano, cercato
di incastrare: "Dove ha nascosto la refurtiva, anzi, gli antichi volumi
sottratti ai loro illegittimi proprietari?"
"In che lingua glielo devo sillabare, ispettore investigativo Tyler,
perchè capisca che il mio cliente non ha sottratto
alcunchè ad alcuno?" squittì il nevrotico legale, prima
che Maugham lo zittisse di nuovo con un più freddo: "Faccia
silenzio, Scofield" e si rivolgesse all'investigatore, l'ombra della
nota sicurezza ambigua che guizzava nei suoi opachi occhietti da
rettile: "Crede che non abbia intuito le sue intenzioni? Lei è
un libro aperto per chiunque, mio sagace Tyler, tranne che per se
stesso: in nome di che cosa si ostina a perseguitare un vecchio, stanco
assassino storpio, che trascorrerà i pochi anni di vita che gli
rimangono in un Inferno terreno, lacerato dal rimorso di aver rapito al
mondo la sua più radiosa creatura, la sola cosa che avessi mai
amato senza risparmio all'infuori del mio smodato ego?"
Parzialmente immune all'ipnotica eloquenza dell'altro, l'ispettore si
tenne sulla difensiva, poichè sospettava che quell'inquietante
individuo non fosse ancora così inerme come voleva apparire: "In
nome della giustizia, Maugham, una virtù che lei si è
sempre premurato di rimodellare secondo la sua morale deviata, e che
anche ora sta calpestando con deprecabile noncuranza. E, comunque, se
stravedeva davvero per il povero Hadrian, perchè non gli ha mai
confidato il luogo in cui conserva il bottino? Non si affanni a negare,
è stato lui stesso a dirmelo e non ho motivo di dubitare delle
parole di un morto, anche se attore."
Ad un tratto, il violinista ribaltò a bruciapelo i loro ruoli,
passando da inquisito ad inquisitore, mentre lo interrogava con
un'espressione insondabile, e perciò sinistra: "Mi dica un po',
mio sagace Tyler, perchè Ulisse, navigando presso lo scoglio
delle Sirene, tappò le orecchie dei compagni, ma non le proprie?"
Preso in contropiede da quell'imprevista piega della conversazione,
l'ispettore rimase imbambolato, come gli era capitato spesso, ai tempi
del liceo, quando il professore di letteratura lo sorprendeva assorto
nella risoluzione di una complessa reazione chimica o nella
contemplazione dei passerotti saltellanti sul davanzale della finestra
dell'aula; conscio di dover balbettare una risposta all'altezza della
domanda e dell'interlocutore, azzardò, esitante: "Lord Alfred
Tennyson non lo dice, ma suppongo fosse perchè la sua avida sete
di conoscenza non gli avrebbe permesso di privarsi di una simile
esperienza, preclusa a qualsiasi altro uomo, al contrario dei..."
"Al contrario dei suoi marinai, i quali, per quanto leali, non
avrebbero fatto altro che lasciarsi avvincere dalla fascinazione
distruttiva di quelle prodigiose creature e gettarsi in mare, affogando
miseramente" concluse il musicista al suo posto, prima di sentenziare,
con altezzosa serietà: "Il sapere non è per tutti, mio
sagace Tyler, come dimostra lo spregevole balordo alle dipendenze del
quale spreca la sua non comune arguzia..."
"Se mai dovessi rinascere, preferirei mille volte essere Hunt che
Maugham" fu la dura, istintiva replica dell'ispettore, che
riascoltò stupefatto le proprie parole, accolte dall'avversario
con un gioioso ed enigmatico: "Oh, allora era vero."
Sam non seppe mai quale fosse il senso dell'allusione del ladro, o
meglio, nell'occasione in cui lo comprese era impegnato a curarsi di
altro, poichè, in quel momento, i due agenti cinsero gli
avambracci del violinista e lo invitarono a seguirli fuori
dall'edificio, ordine al quale costui si sottomise senza opporre la
benchè minima resistenza, dopo aver scoccato all'indirizzo del
contendente piegato un'irridente occhiata di congedo, rincarata dalle
querule minacce dell'avvocato: "Il sovrintendente Rathbone sarà
informato anche di questo suo abuso, ispettore investigativo Tyler, non
si illuda di restare impunito!"
Il poliziotto stette al centro del corridoio, impotente, a guardare il
gruppetto che si allontanava sempre più, finchè non
divenne altro che un puntino distante e indistinto, disperso nella
folla rumoreggiante ed affannata dell'astanteria. Allora la
frustrazione, la tensione e i dubbi che aveva represso nel corso di
quella massacrante indagine sul filo del rasoio lo aggredirono,
franandogli addosso con la potenza annichilatoria di una slavina: tutto
si era concluso secondo le sue più lugubri previsioni,
l'espediente dell'infermità mentale avrebbe messo a tacere
l'opinione pubblica e permesso agli influenti angeli custodi di Maugham
di insabbiare la faccenda, presto o tardi, e lui e Hunt non avevano uno
straccio di prova a suo carico per impedire questa ingiustizia, a parte
un biglietto di
sola andata per il cimitero della loro professione.
Si sarebbe accasciato su quel pavimento gelido, per prenderlo
selvaggiamente a pugni, oppure si sarebbe arreso ad una crisi di pianto
isterico, se una mano muscolosa non gli avesse agguantato la spalla,
dissipando solo grazie a quel tocco rude ogni suo insensato desiderio
di crogiolarsi nella disperazione della sconfitta: "Sai cosa significa
tutto questo, boss?"
"Certo, Sammy boy" stabilì Gene, dando fondo a tutto il proprio
micidiale repertorio di volgarità per rincuorarlo, nella maniera
spiccia in cui il tremendo individuo in questione era in grado di
assumere atteggiamenti compassionevoli di quel tipo: "Che stiamo
annaspando nella merda, che l'abbiamo preso in culo e che abbiamo
rischiato di farci ammazzare per un cazzo, ma cancelleremo quel ghigno
presuntuoso dal suo fottuto grugno entro domattina, insieme, parola di
Hunt il mastino!"
*-*
"Analizziamo i fatti."
Recuperato il proprio inespugnabile raziocinio, necessario per tentare
il salvataggio delle loro carriere pericolanti, Sam smise di
sbocconcellare una croccante fetta di pane tostato e spostò uno
sguardo stizzito sul superiore, intento a grufolare al di sopra della
quarta scodella di porridge,
dopo averlo reso immangiabile per qualsiasi altro essere vivente ad
eccezione di uno struzzo privo di papille gustative, tagliandolo con
tre dita di scotch dozzinale e spolverandolo con una manciata di pepe
nero.
Almeno, era riuscito ad impedire che si fiondasse a sbevazzare fino al
coma etilico al pub di Nelson, sebbene ciò costituisse una magra
consolazione; Delilah Purdy, invece, non condivideva affatto il suo
pessimismo, mentre veleggiava con leggiadria elfina da un lato
all'altro del cucinino, le piccole orecchie ben tese per non lasciarsi
sfuggire il minimo dettaglio: adorava avere ospiti giovani per la casa,
soprattutto se svolgevano un lavoro avventuroso e intendevano
spazzolare tutte le scorte del suo piatto migliore.
"Chiamate Nexus: un replicante suino ha preso il posto dell'ispettore
capo Gene Hunt!" sbottò ad un tratto Tyler, in un tono di velata
ironia che il compagno non parve gradire, nè capire,
granchè: "Che cazzo vai blaterando, insopportabile tarma?"
Esalato un sospiro paziente, il sottoposto sottolineò: "Sai, sto
cercando di mettere insieme un piano che impedisca a due persone di
nostra conoscenza di essere spedite a far viabilità ai pinguini
sul più romito scoglio delle Falkland vita natural durante, ma
mi riesce alquanto difficoltoso concentrarmi, a fianco di un roditore
ipertrofico dal risucchio raccapricciante. Pertanto, se sei affezionato
al tuo studio puzzolente di fumo e tappezzato di locandine di film
western, smettila di abbuffarti di schifezze e dammi retta!"
"Non è una schifezza, è zuppa d'avena" puntualizzò
Gene, in un risibile amor di precisione che l'altro non potè non
stuzzicare: "Già, e tu non sei un coglione, sei un testicolo!"
"Hai fegato, Tyler, ed anche qualche altro organo interno in esubero"
bofonchiò a denti stretti l'ispettore capo, come se non volesse
farsi sentire dalla loro indiscreta inquilina: "La prossima volta che
vai in una fottuta chiesa, di' una preghiera perchè l'Altissimo
conservi la salute di quella vecchiarda: è solo perchè
non voglio che s'impressioni che non mi mangerò il tuo cuore a
morsi innaffiandolo di salsa Worchester, stasera!"
Le quotazioni dello sbracato tiranno presso il borsino della dea
bendata erano in ribasso, in quel periodo, poichè persino i
più impensati moscerini si permettevano di punzecchiarlo e
passarla liscia: infatti, ebbe a malapena il tempo di terminare la
frase, prima che la ballerina, materializzatasi dietro di lui, gli
torcesse l'orecchio in un crudele scappellotto, rimproverandolo con la
severità affettuosa di una maestrina elementare: "Sarebbe
opportuno che adoperasse la locuzione persona anziana
per descrivere la sottoscritta, la quale concupiva principi ereditari
del Siam e ambasciatori russi di sangue blu, quando lei rodava i suoi
dentini da latte appena spuntati su un tintinnante sonaglino colorato,
giovanotto."
Sam temette di finire strozzato dalla propria stessa saliva, o di
ritrovarsi a sanguinare copiosamente dal naso, mentre si sforzava di
non prorompere in un riso sguaiato dinanzi all'indescrivibile
espressione che distorse le fattezze del collega, troppo basito persino
per pensare di riaggiustare in modo barbaro la vecchia carcassa
dell'impudente avversaria: se ne stette per un interminabile istante
senza proferire parola, la bocca semispalancata, la mano che reggeva il
cucchiaio a mezz'aria e l'altra a tastare la cartilagine lesa, poi
approvò, in un borbottio offeso: "Analizziamo i fatti."
Memore del brutto tiro giocatogli da Trevelyan, l'ispettore
rifiutò con gentile fermezza la tazza di Earl Grey bollente che
l'ospite gli aveva porto e cominciò ad esporre gli indizi a loro
disposizione: "Dunque, Roger Maugham ha l'ossessione del controllo:
ruba celebri manoscritti di valore ai proprietari che non ritiene
idonei, si guarda bene dal condividere il segreto della loro ubicazione
con il suo amante, per il quale pure nutre un sentimento possessivo, ai
limiti della morbosità, tanto da ucciderlo nel momento in cui
quest'ultimo, per scampare alla galera, gli fa credere di non aver mai
ricambiato il suo amore malato ed esclusivo. Questo ci porta a
concludere, quasi con certezza, che il nascondiglio dei libri non
può trovarsi molto lontano da una delle loro due residenze,
poichè il violinista non accetterebbe mai di occultare la
refurtiva in un luogo dove non può costantemente averla
sott'occhio. Individuiamo questo posto, dimostriamo la sua lucida
premeditazione e neppure Rathbone, un MP e il suo maledetto Call Me God
messi assieme potranno salvarlo dalla gattabuia."
"Ma, comunque, dopo questo fottuto giro del mondo in ottanta secondi,
siamo ancora inchiodati al punto di partenza, mio geniale Phileas Fogg
da strapazzo!" si spazientì Hunt, scaraventando il cucchiaino
sul fondo della scodella vuota, senza però proseguire nel
proprio ruggente sfogo, anzi, assumendo un tono insolitamente dimesso,
mentre gli chiedeva: "A proposito di viaggi, dimmi un po', quel
sodomita pazzoide ha fatto anche con te il giochetto delle Sirene?"
"C'è qualcosa che devo sapere sulla vostra conversazione in
solitaria, l'altra sera, nel salotto della villa, boss?" lo
incalzò il sottoposto, sperando di potergli scucire qualsiasi
cosa che somigliasse anche da lontano ad un salvifico appiglio;
benchè trattenuto da un'improbabile reticenza, il superiore si
decise a raccontare: "Dopo avermi imbeccato quella battuta per
Trevelyan, manco fossi la sua cocorita ammaestrata, Maugham mi ha
domandato perchè quel tizio con il nome del botolo spompato che
mi ha convinto a non sputtanarmi mai più lo stipendio alle corse
dei cani, ha impedito al suo equipaggio di ascoltare il loro canto. Io,
ovviamente, l'ho ignorato, pensando che fosse un suo modo perverso di
prendermi per il culo... E' importante?"
"Ancora non lo so" ammise Tyler, pacato, poichè non era
dell'umore adatto per pavoneggiarsi della propria indubitabile
superiorità culturale, nè intendeva scoprire a spese
della propria incolumità se l'altro avrebbe tollerato una tale
sfacciataggine. "Comunque, dovresti mostrare maggior rispetto per un
epico guerriero che ha impiegato dieci anni per fare ritorno a casa."
"Per la puttana, se la sbronza lo riduceva così da schifo,
avrebbe dovuto andare ad ubriacarsi in un pub più vicino!"
osservò Gene, critico, strappando un sofferto mugugno di
sconforto all'interlocutore: "Potrei sprecare il fiato spiegandoti che
il suo viaggio decennale è stato un travagliato cammino di
purificazione dagli orrori della guerra di cui era stato partecipe, una
tragica discesa agli inferi e l'inevitabile sacrificio dei fedeli
compagni ricompensati solo dalla messe di molteplici esperienze
maturate durante l'itinerario verso la sua isola natale, Itaca, ma a
che pro logorare i miei nervi e la mia pazienza con te, che non
contempli alcuna attività formativa che esuli dalla
frequentazione di femmine di piccola virtù, di localacci
famigerati e di bische clandestine?"
"Finito il sermone, reverendo Tyler? Muoio dalla voglia di fare una
partitina a dadi con i tuoi molari!" lo trafisse in tono feroce
l'ispettore capo, stavolta deciso a passare a malevole vie di fatto,
ma, di nuovo, il collega si ritrovò debitore nei confronti della
vicina impicciona, la quale s'intromise nel loro diverbio, miagolando:
"Ho ancora quel ninnolo che mi ha affidato, Sam: crede che potrebbe
servirvi, adesso?"
"Di che parla?" domandò Hunt, abbastanza confuso, ricevendo in
risposta dal sottoposto un sibillino: "Di qualcosa di perduto che
è stato ritrovato, qualcosa di nostro che non ci appartiene e
qualcosa di indispensabile che non possiamo usare.".
Quindi, rivolse un cenno d'intesa a Delilah e costei, prontamente,
rovesciò sul tavolo il contenuto di un barattolo di farina,
affinchè, fra gli sbuffi di polvere candida ed odorosa,
spuntasse una bustina di plastica trasparente contenente l'anello
collegiale del defunto fratello di Maugham.
"Credevo si trovasse nel nostro deposito degli oggetti smarriti, oppure
nell'ufficio di quel porcello lindo e pinto di Litton" dichiarò
Gene, un'inflessione di contenuta sorpresa e segreta delizia per la
constatazione di essere riuscito a traviare anche quel rigoroso
effeminato del suo più fidato scagnozzo. Quest'ultimo, lusingato
da quell'implicito apprezzamento, asserì, evasivo: "Stiamo
parlando dello sgabuzzino lercio in cui transita la peggior feccia
della città, nonchè del detestato collega che venderebbe
sua madre su una bancarella di Market Street, se ciò gli
permettesse di avere in cambio un'onorificenza dal sindaco?"
"Ma perchè proprio in mezzo alla farina?" insistette il
superiore, subito pungolato dall'irriducibile vecchietta: "Mi stupisco
che sia proprio un esperto persecutore di criminali come lei a
domandarmelo: in tanti anni di onorato servizio, non ha ancora capito
che ai delinquenti non piace sporcarsi le mani, giovanotto?"
Sam aveva sempre avuto un rapporto conflittuale con gli scritti di James Joyce.
Forse perchè, quando era stato costretto a studiarli dal pignolo
insegnante di letteratura inglese, era un adolescente schivo e
diffidente, figlio unico maschio di madre separata apprensiva, affetto
da misantropia precoce, la sua vita sociale era pressochè
irrilevante e la matematica un'opinione non condivisibile. Di
conseguenza, l'ultima preoccupazione della sua non invidiabile
esistenza era provare empatica partecipazione alle stucchevoli
disgrazie dei Dubliners, i quali parevano fastidiosamente inclini a lasciarsi cogliere, nei momenti meno indicati, da quella dannata epifania,
un'inservibile presa di coscienza di quanto la loro condizione fosse
miserevole e priva di attrattive. Certo, il professor Fowler aveva
spiegato ai suoi svogliati allievi che poteva verificarsi anche in
senso positivo, cioè permettere ad un individuo di focalizzare
l'illuminante punto di svolta della propria vita, ma non era questo il
caso della malinconica gente di Dublino.
Pertanto, ben oltre il fondo della lista di persone in cui si sarebbe
aspettato di riscontrare un tale fenomeno si piazzava il bieco
autocrate per cui lavorava, dal momento che quel tipo di cervellotica
consapevolezza era più affine al proprio intellettualismo
masturbatorio che alla prosaica animalità di Hunt. Eppure, non
poteva essere altro che un'epifania, quel brillio sanguigno che
scintillò nei suoi occhi strabuzzati e, soprattutto, quella
risata gustosa, di pancia, che gli fece contrarre ogni singolo muscolo
facciale, secondo quel suo modo inconfondibile, come se fosse piuttosto
sul punto di tempestarti di sputi.
La conferma inequivocabile giunse un istante dopo, quando l'ispettore
capo, sotto gli sguardi allibiti di Sam e Delilah, afferrò
quest'ultima per i fianchi esili, la sollevò con la
felicità incontenibile di un bambino che tolga dalla cesta il
cucciolo ricevuto in dono per il compleanno, le stampò un bacio
schioccante sulla punta del nasino alla francese e la rimise a terra,
prima di piroettare goffamente fuori dall'appartamento fischiettando Jerusalem.
"Signorina Purdy" farfugliò Tyler, non appena si riebbe da
quella visione sconcertante, "se ha ancora qualche amico altolocato,
gli telefoni immediatamente: un giorno come questo non può che
essere dichiarato festa nazionale!"
Quindi, fece per trotterellare sulle tracce del superiore, ma la vicina
lo bloccò, posandogli una mano rugosa sul braccio: "Posso almeno
sapere dove state andando?"
Risposero all'unisono, l'uno ancora al centro del cucinino, l'altro
affacciandosi dallo stipite della porta d'ingresso, entrambi
galvanizzati e concordi: "Ad Itaca!"
*-*
"Che lavoro di merda!"
Infangato dalla cintola in giù e inzuppato di acqua torbida fino
al midollo, Hunt proruppe in quell'accesa esternazione di dissenso, non
appena l'ultimo pesciolino rosso ancora guizzante nello stagno di villa
Maugham gli sgusciò fra le gambe divaricate con un agile colpo
di coda, salvo finire catturato dal retino impugnato da Sam, che si era
strategicamente appostato alle spalle del superiore: "Coraggio, boss,
abbiamo affrontato cimenti peggiori, e poi, non lo sai che in Giappone
la caccia al pesce è un passatempo assai gettonato, nelle sagre
di paese?"
"Da quegli odiosi mostriciattoli itterici con il cazzo piccolo non mi
aspettavo niente di meglio!" brontolò l'ispettore capo, mentre
si stravaccava a peso morto su uno sfortunato cespuglio dell'aiuola
accanto, in attesa che la vasca al centro del giardino si prosciugasse
del tutto. Frattanto, il sottoposto aveva gettato la bestiola insieme
ai suoi compagni, in un secchio recuperato dal capiente e confusionario
bagagliaio della Ford Cortina, quindi si era messo a raspare a mani
nude sul fondo melmoso della fontana, all'impaziente ricerca della loro
ultima possibilità di non essere degradati e impacchettati per
qualche improbabile destinazione nella vastità planetaria dei
possedimenti della Corona britannica, perchè avevano mosso
accuse mendaci e tendenziose all'indirizzo di un venerato, e spostato,
eroe nazionale.
Ad un tratto, dopo aver rimirato per qualche tempo in una sonnecchiante
semincoscienza la limpida volta celeste trapunta di stelle che
sovrastava le loro teste, Gene si riscosse dal torpore postprandiale e
protestò, all'indirizzo del collega: "E' ancora lunga questa
caccia al tesoro, Tyler, per la puttana? Non abbiamo tutta la fottuta
notte a disposizione!"
Per tutta risposta, l'altro poliziotto gli scoccò una velenosa
occhiata in tralice, prima di ribattere, spazientito: "Potrebbe
terminare anche adesso, se lo sconcio leviatano che mi comanda a
bacchetta smettesse di ronfare sul prato all'inglese come un pitone in
digestione e si degnasse di aiutarmi, invece di strillare lamentiadi
sconnesse alla stregua di un maiale al macello!"
"Rimangiati sedutastante ciò che hai detto, Sammy boy, o ti
toccherà farlo con la dentatura che ti estirperò a mani
nude!" ululò il superiore di rimando, avventandoglisi addosso
con tale irruenza turbolenta da mandarlo a ruzzolare a gambe all'aria
in quei pochi centimetri di fanghiglia pastosa. Nella caduta, la
colonna vertebrale del malcapitato ispettore cozzò contro
un'invisibile sporgenza del fondo, la quale, invece di strappargli un
mugolio dolente, lo fece trillare di gioia insopprimibile: "Boss, sei
un genio!"
"Lo so, e tu sei un uomo morto che spara un sacco di stronzate al solo
scopo di sottrarsi ad un destino ineluttabile!" gli soffiò
contro Hunt, seppellendo però l'ascia di guerra nel momento in
cui il collega gli mostrò l'oggetto che aveva colpito, uno
spesso anello cordonato di metallo, il quale aveva tutta l'aria di
essere la maniglia di una botola.
"E bravo il mio segugetto ringhioso" si lasciò sfuggire il
superiore, in uno strascicato slancio di approvazione, dopo averlo
allontanato rudemente con uno spintone per chinarsi a ripulire dal
fango i contorni del pannello segreto. "Cosa credi che troveremo, qui
sotto?"
"Tenderei ad escludere la tana del Bianconiglio, la tomba di
Tutankhamon e il giardino segreto della dolce Mary, boss"
scherzò Sam, investito poi da uno sbuffo affaticato da bufalo
inferocito, mentre l'ispettore capo svelleva a viva forza la copertura
della botola, mettendo allo scoperto una sorta di pozzetto
quadrangolare di ragguardevoli dimensioni, dal quale si dipartiva una
stretta scalinata che si perdeva nella fitta oscurità del
passaggio sotterraneo.
"Come infallibile metodo per stabilire chi di noi due scenderà
per primo, preferisci testa o croce o morra cinese?" propose allora al
collega, che, sfoderando un sorrisetto canzonatorio molto poco
rassicurante, controbattè, in maniera serrata: "Rispondi a
questi semplici quesiti, Sammy boy: chi è il più vecchio?
Chi è il più alto in grado? Chi ce l'ha più lungo?"
"Che domanda del cazzo è, boss?" si lamentò il
sottoposto, già subodorando che quella conversazione non lo
avrebbe condotto ad una vittoria verbale, non quella volta. Infatti,
Gene non mancò di obiettare, con quel suo umorismo becero da
bassifondi malfrequentati: "No, Sammy boy, questa è una domanda sul
cazzo: non credevo che mi sarebbe mai capitato di dover correggere
l'ortografia ad un'impettita maestrina del tuo calibro; comunque, come
si dice, prima le signore, Dorothy!"
Ciò sghignazzato, gli sferrò una sonora pacca fra le
scapole; colto alla sprovvista, Tyler vacillò, inarcò il
corpo snello in avanti agitando in modo scomposto braccia e gambe allo
scopo di non perdere l'equilibrio, ma fu tutto inutile, ed umiliante:
entro pochi minuti, si stava massaggiando le ossa ammaccate,
acciambellato sul pavimento polveroso della camera interrata,
maledicendo mentalmente la propria incrollabile fiducia in un
comportamento meno antisportivo da parte del grassone recidivo.
Costui, subito dopo, percorse la breve scalinata con il passo
scenografico e pomposo di una debordante diva d'avanspettacolo sul
viale del tramonto, prima di puntare la torcia verso l'interno della
stanzetta ed osservare, in un tono controllato che però lasciava
trasparire una soddisfazione viscerale, a quella vista: "Mi
toccherà proprio farti avere un fottuto encomio, Sammy boy: ci
hai salvato le chiappe, di nuovo."
Accelerando il battito delle ciglia per abituare gli occhi al buio
circostante, Sam seguì con lo sguardo il fascio di luce
proiettato dal superiore, comprendendo il significato della sua
asserzione, e rimase senza fiato: dinanzi a loro, stipati sulle
innumerabili mensole di un labirintico intrico di scaffali, vi erano
almeno cinquecento fra codici ed incunaboli di incalcolabile valore,
piccoli scrigni traboccanti di gioielli di foggia antica, delicati carillon
francesi del XVII secolo, orologi da taschino di alto artigianato
artistico, icone bizantine incrostate dall'inclemenza del tempo,
pergamene ingiallite diligentemente imbustate sulle quali erano stati
tratteggiati dalla mano degli autori studi dei maggiori dipinti
rinascimentali italiani, dittici romani d'avorio incernierati e vasi
dipinti greci che era sicuro di aver visto, prima di quel momento,
soltanto dietro le vetrine del British Museum, nonchè un
quintetto di statuine dagli occhi sgranati e malinconici, riconoscibili
come i misteriosi, pregevoli scacchi dell'isola di Lewis.
"Questo dovrebbe essere il frutto della rapina alla Midland Bank, il
salterio di San Columba" ipotizzò l'ispettore, dopo aver
indicato un volume aperto dalle peculiari iniziali di capoverso
miniate. Al suo fianco, Hunt frugò in uno dei portagioie ricolmi
fino all'orlo di preziosi e ne estrasse un'elegante collana di rubini
rosso sangue, sentenziando: "Uhm, penso di aver appena deciso cosa
regalare alla mia orchessa del focolare per il nostro prossimo
anniversario di matrimonio."
"Zampe in tasca, boss: quella graziosa cianfrusaglia ha un costo
esorbitante, neanche paragonabile alla statuina di cristallo che hai
sfracellato nel salotto buono di casa Maugham" lo avvisò il
collega, prima di scorgere un gruppetto di fogli a stampa dai margini
carbonizzati e constatare, emozionato: "Per la miseria: quelle sono
pagine originali della perduta Bibbia di William Tyndale. Gli esemplari
superstiti si contano sulle dita di una mano sola, da Christie's non li
batterebbero per meno di una base d'asta di trecentomila sterline!"
"Non userei quelle scartoffie ammuffite neanche per pulirmi il culo" fu
lo sconsiderato epitaffio di Gene al riguardo, il quale liquidò
anche alcune carte coperte da una grafia illeggibile e inframmezzate da
schizzi di arti umani in uno stile prossimo a quello del celebre Codice
Atlantico, affascinato piuttosto dalle raffigurazioni spinte sul fondo
di una coppa attica a figure rosse: "Hai capito, i grechetti invertiti:
pensavo trascorressero la maggior parte del tempo libero ad incularsi
vicendevolmente in allegria, e invece..."
Il sottoposto si concesse di ignorare la restante parte della battuta
triviale, che sospettava sarebbe stata assai cruda ed assai
sciovinista, quando il suo sguardo incuriosito si fermò su
un'opera letteraria carica di reminescenze scolastiche, descritta dal
diligente professor Fowler come il Santo Graal della letteratura
mondiale: "Boss, questo potrebbe piacerti: si chiama Fiore, ed è una scopata lunga duecentotrentadue sonetti."
"Segaioli principianti!" ghignò l'ispettore capo,
tamburellandosi l'ampio torace con espressione vanagloriosa: "La mia
prima volta è durata molto di più, e non ho dubbi che
quel fortunato uccellino ancora ricordi il mio instancabile vigore
sessuale con nostalgico rimpianto!"
Giunse inattesa, in sordina, al termine di quella nottata rocambolesca
ed infinita, in uno scantinato opprimente e gremito di tesori che non
avrebbero sfigurato nei sotterranei di qualsiasi edificio museale di
ragguardevole fama e dimensioni, uno scenario tutt'altro che consono ad
una vicenda apocrifa dei tetri Dublinesi.
Nient'altro che la sua personale, ormai ineludibile, epifania.
Dapprima, si manifestò in modo bizzarro, una sorta di formicolio
progressivo, simile a quello che precede l'indolenzirsi di qualche
parte del corpo nella quale la circolazione sia rallentata, limitato
però al tratto dell'apparato digerente dall'esofago allo stomaco.
Poi, assunse l'aspetto di un deludente deja-vu,
alla stessa maniera in cui si abbozza un'aria di modesta sorpresa
dinanzi alla spiegazione di un trucco da prestigiatore, così
mirabolante nel mistero del suo svolgimento quanto banale nel
disvelamento del suo meccanismo. Era come avere la risposta pronta ad
una domanda sulla punta della lingua, e non essere in grado di
rammentarsela, finchè qualcuno non dava la soluzione al tuo
posto.
Infine, subentrò la fase della ridarella nevrotica,
perchè quella consapevolezza, nella sua totale aberrazione,
nella sua naturale ovvietà, aveva sempre infestato qualche
pertugio polveroso del suo cervello intricato, solo che lui aveva
ostinatamente continuato a non vederla, mentre tutti, attorno a lui, se
n'erano accorti da tempo.
Lo aveva compreso Frank Morgan ed aveva cercato di sgretolarla a
proprio vantaggio, per farlo sentire smarrito, privo di punti di
riferimento, e ritrascinarlo nel mondo futuro cui aveva bramato di fare
ritorno fin dal primo momento di prigionia in quel vivido delirio, ma
al quale, in fondo, non era mai appartenuto davvero, anche se aveva
faticato ad accettarlo.
Lo aveva compreso Roger Maugham, forse troppo tardi per potersene
servire per ostacolarlo più di quanto non fosse egregiamente
stata capace di fare la sua razionale pazzia, e qualche ora prima, al
St. James, aveva cercato di aprirgli gli occhi, in un inusuale atto di
grazia nei confronti di un nemico che reputava annientato in via
definitiva.
Ed era alquanto probabile che lo avessero compreso molte altre persone
più o meno vicine a lui, come Hart, che non aveva mai mancato di
rimarcare la propria gelosa riprovazione al riguardo, o Annie, il cui
violento schiaffo al termine della loro breve, tempestosa relazione,
nascondeva ciò che, allora, non era ancora pronto ad ammettere,
nè a realizzare.
Forse, lo aveva compreso anche lui?
Non osava sperarlo, non osava pensarlo: in ogni caso, dal momento che
era ancora parte integrante del mondo dei meno e non aveva alcuna
frattura multipla, la risposta non doveva essere molto distante dal No.
Oscillando fra l'ebbrezza e l'orrore, si domandò in che modo
potesse rivelarglielo, o almeno lasciarglielo intuire: perchè
con le ragazze, nonostante tutto, era facile; al massimo della loro
furia, potevano sciacquarti la faccia con il contenuto di un calice di champagne,
o defenestrarti in compagnia del mazzo di fiori e dei cioccolatini non
graditi. L'irascibile soggetto sottinteso, come minimo, poteva ficcarti
i suddetti in un certo orifizio poco onorevole del corpo umano, se
quella mattina non si era svegliato con la luna di traverso, la
fiaschetta prosciugata ed il pacchetto di sigarette vuoto.
Sarebbe stato inutilmente pericoloso e notevolmente dissennato quanto
dare una grattatina dietro l'orecchio di un Cerbero idrofobo dalle
unghie incarnite.
Già, perchè, per quanto Sam Tyler potesse vantare una
sfolgorante carriera di parolaio a vanvera, di logorroico a corrente
alternata, nonchè di sputasentenze a piede libero, era certo che
non sarebbe stato in grado di escogitare un modo indolore e perspicuo
per confessare a quell'elefantiaco, flatulento, rissoso, panciuto,
omofobico, lisergico paladino della legge della giungla metropolitana,
il quale, ad ogni fottuto sorgere del sole, lo coinvolgeva in una
versione sbirresca, riveduta e scorretta del Punch & Judy Show, strapazzandolo e malmenandolo finchè non riusciva a renderlo vivo e combattivo quant'altri mai, che si era inesorabilmente innamorato di lui.
Secondo un copione consolidato, quello squinternato juke-box
che era la sua testa, nei momenti di confronto con la sua aggrovigliata
emotività, selezionò la più scialba frase
d'esordio cui avrebbe potuto far ricorso in quella situazione: "Boss,
c'è qualcosa di cui dovrei parlarti... Cristiddio,
ho ascoltato ammissioni di colpevolezza da parte di cinquenni sorpresi
a rubare la marmellata dalla dispensa ben più incisive di questo
abominio!"
Non del tutto conscio dei dissidi interiori fra l'intelletto stringente
e la schizofrenia latente del proprio sottoposto, Hunt gli
piantò il fascio di luce in piena faccia e buttò
lì, in tono di sarcastica leggerezza: "Intendi il fatto che sei
più gaio del Natale, provi un'attrazione devastante per la
conturbante mascolinità ferina del sottoscritto e non vedi l'ora
che ti svergini a sangue sulla prima superficie piana disponibile?
Dimmi qualcosa che non so, Tyler."
In uno strabiliante tripudio intimo di sudori gelidi, sfarfallii
gastrici ed acrobazie ghiandolari, degni della trepidante protagonista
da romanzetto d'appendice che stava avendo il sopravvento sulla sua
personalità di poliziotto intellettualoide e sentimentalmente
assopito, Sam fece il debole tentativo di alzare una mano per
schermarsi gli occhi abbagliati, quando la bestiale anaconda bipede lo
stritolò senza pietà nelle proprie desiderabili spire,
accorciando la distanza fra i loro volti, finchè il suo respiro
pesante da fumatore incallito ed efferato bevitore si raffreddò
a stento sulle labbra dell'altro, dischiuse in una monosillabica
esclamazione esterrefatta: "Ah!"
"Per favore, niente gemiti da segretaria illibata sbattuta sulla
scrivania dal principale arrapato: mi danno ai nervi!" gl'intimò
il superiore, uno scintillio d'irresistibile, criminosa malizia che gli
riluceva nelle iridi chiare, la trionfale nota d'inizio del requiem in
onore dell'agonizzante eterosessualità del sottoposto, il quale,
seppur ostacolato dalla spessa penombra e dalla stordente eccitazione
del momento, non potè fare a meno di avvedersene con sguardo
incredulo, mentre si afflosciava, docile, contro il fisico taurino del
compagno.
"Coglione avvisato, mezzo salvato, Sammy boy" lo mise in guardia Gene,
in un roco bisbiglio complice, prima di deporre l'inopportuna
cavalleria ed infierire con passionale implacabilità su di lui.
"Nel tempo che ci separa dall'alba, sei autorizzato ad usare la tua
linguaccia pedante e bifida solo per svolgere attività estremamente stimolanti!"
FINE
Soddisfatti?
Avete appena finito di leggere la più disfunzionalmente
antiromantica non-dichiarazione d'amore della storia della scrittura
amatoriale!
E, qualsiasi cosa voglia dire ciò che ho appena scritto, non è poco.
Beh, prima di ogni altra cosa, mi scuso con quanti, in fondo, avevano sperato di leggere qualcosa di più... ahem, acceso
fra i due, ma a che ciò avvenisse ostavano due problemi
nient'affatto trascurabili, ovvero la mia congenita incapacità
nel descrivere quelle scene
(non che non ci abbia provato, tuttavia i risultati sono agghiaccianti
ed antierotici in modo a dir poco imbarazzante), ed il preoccupante
pensiero dei livelli stratosferici di perversione e/o turpiloquio cui
potrebbero giungere questi due nel corso dell'atto, soprattutto un
certo ispettore capo di nostra conoscenza...
Comunque, il rating basso avrebbe dovuto evitare di farvi nutrire false speranze.
*-*
Tornando a noi, iniziamo con l'ultima rassegna delle informazioni di servizio:
A) Il sovrintendente Rathbone (ep.01x07) è stato da me
recuperato per evitare di inventare un nuovo personaggio apposito, che
comunque sarebbe stato solo citato. Tutti gli altri che non sono mai
comparsi nel telefilm, lo ripeto a scanso di orecchi da mercante in
circolazione, sono di mia esclusiva proprietà, quindi
appropriatevene e giuro che incorrerete in una sorte orrenda *inserire
occhiata omicida qui*.
B) Avrete di certo avuto una sensazione di deja-vu
nel corso della scenetta fra Hunt e Delilah alla fine del secondo
spezzone, dal momento che ricorda molto da vicino quella presente
nell'ep.02x07; non è stata pigrizia intellettuale: avevo in
mente questo particolare passaggio sin dalla prima stesura della
fiction, e allora non avevo ancora visto l'episodio incriminato.
Comunque, se non posso vantare l'originalità, mi consolo con il
pensiero di essere stata inconsciamente più canon del canon.
C) Epiphany è il
termine con cui sia la mia insegnante d'inglese del liceo, sia il mio
libro di letteratura definivano il momento topico nei racconti dei Dubliners
(vedi nota apposita); non essendo io una particolare estimatrice e/o
esperta degli scritti di Joyce, mi attengo a questa etichetta.
Ovviamente, critiche e rettifiche sono sempre ben accette.
*-*
Ora, le finali, dolenti note:
1) Mike Hammer, serie
televisiva statunitense dalla storia pluridecennale e travagliata, qui
citata in riferimento alla versione degli anni '80 con Stacy Keach
nelle vesti del personaggio principale, ha come protagonista un
investigatore privato rude, misogino e un po' sopra le righe, secondo
la paradigmatica atmosfera hard-boiled.
2) E.R., altra serie
televisiva statunitense, ambientata nel pronto soccorso del County
General Hospital di Chicago e famosa per il fascinoso pediatra
interpretato da George Clooney.
3) I coboldi sono follettini del folklore germanico, che infestano le
miniere allo scopo di disturbare il lavoro dei minatori con
innumerevoli dispetti.
4) L'otre della cornamusa è, in parole povere, il sacco che viene compresso dal suonatore.
5) La Fastnet Race è una competizione velistica britannica,
passata tristemente alla storia per la furiosa tempesta che travolse i
concorrenti nel 1979, all'altezza dell'English Channel, causando
quindici vittime e la distruzione di un gran numero di imbarcazioni; la
SV Grimalkin qui citata è al centro di due libri sull'argomento,
"Fastnet, Force 10" (John Rousmaniere) e "Left for Dead" (Nick Ward).
6) "La Piccola Bottega degli Orrori" è un film americano del 1960, incentrato sulla surreale vicenda di una pianta carnivora e del suo creatore.
7) I primi tentativi di penetrazione romana in Britannia risalgono alla
metà del I sec. a.C., sotto il comando di Cesare, giusto per
dare un'idea di quanto potesse essere lungo l'infame elenco ululato da
Hunt.
8) Alfred, Lord Tennyson, poeta laureato e autore, fra le altre opere, del poema in blank verse "Ulysses",
in cui l'eroe eponimo, invecchiato e riunitosi ai propri cari, continua
a struggersi nel desiderio di ricominciare i propri viaggi per mare. La
motivazione del perchè, nella versione omerica della vicenda,
Ulisse non tappò anche le proprie orecchie durante la
navigazione nei pressi dello scoglio delle Sirene venne data dalla mia
insegnante di greco del liceo e, siccome mi è sempre parsa
alquanto convincente, non ho esitato a servirmene, soprattutto
perchè in bocca ad un personaggio come Maugham...
9) Per chi non fosse un conoscitore del film di Ridley Scott (grazie, Ariel!) "Blade Runner",
Nexus è uno spietato cacciatore di replicanti (macchine in tutto
e per tutto simili all'uomo, schiavizzate dagli umani, che si ribellano
sostituendosi a loro), che lascia sul luogo delle proprie azioni un
origami a forma di cavallo. E sì, proprio quello utilizzato
dall'omonima casa cinematografica.
10) Le isole Falkland sono un possedimento della Corona inglese
dirimpetto all'Argentina, che infatti ne rivendica il possesso; la
guerra fra inglesi ed argentini combattuta in quell'arcipelago fa da
sfondo alla seconda stagione di "Ashes to Ashes".
11) Siam è stato il nome della Thailandia prima del 1939 e, in seguito, fra il 1945 e il 1949.
12) MP è la sigla con cui si indica un membro del parlamento
inglese; Call Me God è l'acrostico scherzoso affibbiato
all'onorificenza rifiutata da Maugham (CMG) nella sit-com britannica
degli anni '80 "Yes, Minster!".
13) Phileas Fogg è il gentiluomo inglese protagonista del celeberrimo "Il Giro del Mondo in Ottanta Giorni" di Jules Verne.
14) The Dubliners è il titolo originale della raccolta di racconti di James Joyce "Gente di Dublino"; inutile sottolineare che condivido l'avversione di Sam per questo scritto.
15) Jerusalem, inno britannico
scritto da Hubert Parry ed ispirato ad un componimento di William
Blake, è considerato una canzone assai patriottica. L'idea mi
è stata data dal meraviglioso "Calendar Girls", il quale, oltre ad essere meritevole di per sè, ha, nel ruolo del fotografo, il nostro noto Philip Glenister.
16) Chi di voi non ha mai visto un anime
in cui, almeno in un episodio, i/le protagonisti/e non si sono
cimentati nella caccia al pesce rosso con il retino durante una qualche
festa tradizionale, alzi la mano!
17) La (non tanto) dolce Mary è la protagonista del romanzo per ragazzi "The Secret Garden" di Frances Hodgson Burnett, autrice degli altrettanto famosi "A Little Princess" e "Little Lord Fauntleroy".
18) Gli scacchi dell'isola di Lewis, rinvenuti nell'omonima isola delle
Ebridi, costituiscono un set da gioco medievale in avorio e sono
conservati in parte al British Museum (Londra) e in parte al Museum of
Scotland (Edinburgo).
19) La Bibbia di William Tyndale è davvero un'opera
d'inestimabile valore, poichè si tratta della prima traduzione
in volgare inglese messa in circolazione ed eseguita a partire dai
testi originali in ebraico, aramaico e greco. Sebbene sia poi stata in
parte riutilizzata per la versioni ufficiali approvate dalla Corona, le
traduzioni originali vennero bruciate al tempo della condanna a morte
del loro autore, pertanto si tratta di pezzi rarissimi e quasi
leggendari (come insegna l'episodio di "Midsomer Murders" The Magician's Nephew).
20) Christie's è la nota casa d'aste londinese.
21) Il Codice Atlantico è la messe di scritti miscellanei di Leonardo da Vinci, un corpus smembrato in tutto il pianeta fra musei e collezionisti privati.
22) Il meticoloso professor Fowler, oltre ad essere un estimatore di
James Joyce, è anche un dantologo all'ennesima potenza come la
sottoscritta, poichè conoscere l'esistenza del Fiore, opera giovanile e vituperata del Sommo Dante Alighieri, è da veri intenditori!
Tuttavia, dopo aver scoperto che era noto anche ad un insegnante della High School
hawaiana (sì, avete letto bene) in cui una mia ex-compagna di
scuola ha svolto uno scambio culturale, non mi sembrava così
campato in aria citarlo... e poi, non potevo perdermi la battutaccia di
Geney al riguardo!
23) Il Punch & Judy Show
è uno spettacolo di marionette molto in voga in Inghilterra, in
cui i due pupazzi protagonisti passano la maggior parte del tempo a
sbeffeggiarsi e pestarsi di santa ragione.
*-*
Che dire? Non credevo sarei arrivata viva a questo punto!
Scherzi a parte, penso che mi prenderò una pausa dalle
vicissitudini di questi due soggetti pericolosi, perchè sono
fantastici, ma anche tanto, tanto impegnativi, e io voglio dare sempre
il meglio, nelle mie opere...
Ciò non significa che io non possa tornare sul luogo del delitto, prima o poi, esami e tesi incombente permettendo!
Quindi, ogni tanto, date un'occhiata al mio profilo autore, potreste trovare delle sorprese...
*-*
Ringrazio di cuore Bluesmoke ed arielerial,
mie fedeli lettrici e recensitrici (ok, non è il termine tecnico
corretto, ma va bene lo stesso): probabilmente, quando leggerete questo
capitolo, io sarò in viaggio per la terra nemica (leggi: in
vacanza in Francia), perciò risponderò alle vostre
recensioni (perchè ci saranno, vero?) una volta tornata, via
messaggio privato.
P. S. per ariel: hai ricevuto la mia mail? Se no, fammi un fischio (informatico) ed appena torno te la rimando.
Un ringraziamento anche a chi ha letto soltanto e a chi leggerà,
nella speranza che anche voi lasciate una piccola traccia del vostro
passaggio in questi lidi...
Siccome sono una frana con i congedi (non è un addio, ma un
arrivederci), vi lascio con la parte finale della citazione usata per
questo capitolo, molto adatta alla circostanza:
"(...) Ci siamo interessati a tante
cose, e spesso ci siamo sentiti un po' stanchi. Ma, dopotutto, ci siamo
divertiti, e ci rincresce che il viaggio sia finito."
Alla prossima!^^*
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