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Autore: SignorinaEffe87    01/09/2009    2 recensioni
[Life on Mars (BBC)] "Capisco" asserì Sam Tyler, osservando di sottecchi l'espressione disorientata dell'ispettore capo Gene Hunt, la declinazione della sua eloquente mimica facciale che ancora mancava all'appello. Riusciva a comprenderne il disagio: quello sgangherato Wyatt Earp metropolitano era abituato a riempire di pallottole puttanieri, trafficanti e allibratori, non a sfidare in complicati giochi d'intelligenza uno sfuggente Arsenio Lupin.
"Quello che ti serve è un Pinkerton," sentenziò allora, in tono autoreferenziale, "e uno maledettamente bravo, per giunta." [Gene/Sam]
POSTATO IL QUINTO ATTO
Genere: Commedia, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Martian Chronicles'
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Act Five

Epiphany

"(...) Lo direi un viaggio, lungo o breve, senza uno scopo,
Regolato dalla sola necessità di ritornare entro un certo tempo
Al punto da cui si è partiti."
J. K. Jerome



"In ospedale. Di nuovo."
Disteso supino su un lettaccio dell'astanteria affollata del St. James, Sam torturava fra le dita un lembo del lenzuolo ruvido per ripristinare la regolare funzionalità degli arti, dopo la lavanda gastrica, chiedendosi per quanto ancora la sua vita sarebbe stata un letale miscuglio fra un episodio di Mike Hammer ed uno di E.R., e, soprattutto, per quanto ancora sarebbe riuscito a sopravvivere a tutto questo.
Avrebbe tanto desiderato poter scivolare in un sonno asettico ed ovattato, senza sogni, lontano da quella camera chiassosa, ma la gracchiante caposala, la gemella perfida di Phyllis dalla quale era stata separata alla nascita per tutelare l'incolumità dell'intera galassia, glielo aveva proibito categoricamente. Pena la morte era l'inespressa clausola dell'imposizione, aleggiante nelle parole dell'infermiera, taglienti e fastidiose come lo stridio di una fresatrice elettrica.
Quindi, si rigirò stancamente su un fianco e sbirciò oltre la sagoma del proprio vicino di letto, un muratore taciturno e abbastanza brillo, rivolgendo un'occhiata assente allo squallido panorama fuori dalla finestra socchiusa: appena al di sopra dei palazzoni squadrati, frustuli di un cielo nero pece, privo di stelle, cominciavano ad intravvedersi fra le nubi grigastre, le quali erano state disperse dallo stesso vento tumultuoso che le aveva accumulate su Manchester.
Un subitaneo crampo all'altezza dello sterno lo costrinse a riassumere la posizione precedente, visto e considerato che aveva trascorso l'ultima ora e mezza abbarbicato alla tazza del gabinetto, a salutare vestigia di remoti pranzi di Capodanno a cui neppure si ricordava di aver partecipato, e non intendeva ripetere l'esperienza entro breve.
Certo, il trattamento disintossicante aveva avuto anche il non trascurabile risultato di tranquillizzare i coboldi che gli avevano martellato incessantemente il cervello alla ricerca di diamanti, e di fare in modo che il suo stomaco non si contorcesse più, alla stregua dell'otre di una cornamusa maneggiato da un suonatore incompetente. Tuttavia, ora si trovava in uno stato di spossatezza tale da non essere pressochè in grado di puntellarsi sui gomiti o sedersi contro la spalliera del letto per incontrare la propria immagine nello specchio crepato, appeso sulla parete dirimpetto.
Ma perchè, poi? Sapeva già cosa avrebbe visto: sguardo inebetito, colorito terreo, occhiaie chilometriche, il volto rozzo del boss che lo scrutava con un laido sorriso al rovescio...
"Ben svegliato, pulcino mio."
"Oh, Santo Iddio!" trasalì Tyler, scattando in piedi come se il materasso fosse diventato rovente all'improvviso, e le sue gambe, per quanto malferme, miracolosamente lo assecondarono.
"Tu mi lusinghi, Sammy boy, non sono ancora così importante" si schermì con finta modestia l'ispettore capo, addossato al muro alla maniera di un pingue pistolero solitario accanto alla porta di un saloon, pronto a crivellare di colpi i più spietati flagelli del selvaggio West. "Devo ammettere che i tuoi gridolini da checca in calore cominciavano a mancarmi..."
Mentre un fiotto di sangue ribollente riprendeva ad affluirgli verso il viso verdognolo, il sottoposto ebbe la sgradevole sensazione che i malati alle sue spalle stessero sommessamente ridendo di lui, ma preferì ignorarli e replicare: "Davvero spassoso: comunque, nel caso ti interessi saperlo, ho abbandonato la SV Grimalkin con una scialuppa di salvataggio, boss."
All'oscuro del triste destino cui sarebbe andato incontro lo yacht suddetto durante la funesta Fastnet Race del '79, e, di conseguenza, del significato della metafora marinaresca usata dall'altro, Hunt sbattè le palpebre, più irritato che perplesso, prima di tracannare un sorso di liquido giallastro da una tazza posata sul comodino e, subito dopo, spruzzarlo diritto in faccia all'ispettore, insieme ad un'abbondante dose di saliva, con una smorfia di assoluta repulsione: "Che cazzo è, piscio di vacca?"
"Camomilla, boss" scandì Sam, livido, dominandosi a fatica dinanzi ai grassi sghignazzamenti dei presenti, i quali si stavano convincendo di assistere ad un metodo innovativo per ingannare la snervante attesa in pronto soccorso. "Niente di alcolico, per tua sfortuna."
"Niente di potabile, vorrai dire" ribattè Gene, indignato, quindi, incurante della voluminosa medicazione che gli era stata applicata sullo zigomo ferito, stappò una bottiglia di soluzione salina e se la versò in testa, liberando i capelli biondo cenere dalla collosa prigionia della brillantina per poi scrollarsi di dosso l'acqua in eccesso dimenando il capo, alla stregua di un grosso cane appena riemerso dalla nuotata in un fosso.
Meditando allettanti pensieri suicidi, il sottoposto si ripulì con la manica della camicia, poi s'informò, quasi che la calma ilare scesa sulla scena lo mettesse a disagio più delle uscite estemporanee del collega: "Non ti vedo particolarmente soddisfatto, boss: qualcosa non va?"
C'era sempre di che pentirsi, a rivolgere domande del genere al despota lardoso, il quale, infatti, non deluse le aspettative, sentenziando: "La conclusione di questo caso è stata inappagante come una sveltina in un cesso pubblico."
"Perchè tutti gli stramaledetti fricchettoni che bazzicano questa Piccola Bottega degli Orrori cittadina devolvono fior di sterline a dei bastardi poco raccomandabili, quando potrebbero avere te come allucinogeno gratuito?" tuonò l'altro poliziotto, ai limiti della sopportazione civile, prima che il superiore lo gelasse: "Sai che non tollero simili cazzate su questo fottuto argomento, blatta smidollata e supponente."
Accortosi di essere incorso in un madornale errore, Tyler impallidì più di quanto fosse possibile per il suo viso già scolorito, si ritirò in un mutismo colpevole ed attese il doloroso castigo ad occhi bassi, domandandosi a quale osso portante sarebbe toccato, stavolta... ma la punizione tanto temuta non arrivò: Hunt lo squadrò per qualche secondo con aria torva, quindi, placato dalla sua contrizione e più provato dallo scontro finale con Bonnie & Clyde di quanto avrebbe mai ammesso, si limitò a strepitare, seccato: "Trevelyan sarà arrestato, la Kenyon pure, la fatua puttanella diventerà cibo per i vermi e quella zietta schizzata scoprirà il fantastico mondo delle docce promiscue, senza la preoccupazione di doversi lavare a secco nel caso il sapone gli cadesse accidentalmente di mano... Ed io, che ruolo ho avuto in questo troiaio solenne, a parte salvare il culo ad uno scassacazzi saputello ed irriconoscente, a rischio della mia unica, fottuta vita, quando avevo l'irripetibile occasione di sbarazzarmene una volta per sempre servita su un vassoio d'argento?"
Oh, a quanto pareva, anche il dittatore smisurato aveva qualche problema a gestire i silenzi significativi; pertanto, recuperata un po' della propria modica sfrontatezza, il sottoposto controbattè: "Se è un tentativo di farmi sentire in colpa, non sta molto in piedi, boss..."
"Anche tu non starai molto in piedi, quando ti avrò fracassato le fottute rotule a calci, Tyler!" ringhiò di rimando l'ispettore capo, senza tuttavia dare l'impressione di voler tradurre in atto il malefico proposito. Allora, il collega riprese, flemmatico: "Non puoi uccidere tutte le mosche che capitano sulla tua strada con il lanciafiamme, boss."
"Già" fu costretto ad assentire Gene, prima di passeggiare nervosamente fino alla porta e commentare, in un fischio ammirato: "Gran bel culo!"
Fraintendendo quell'esclamazione, l'ispettore osservò: "Beh, considerando che ci siamo trovati entrambi a meno di un passo da morte certa, cavarsela con un ricamo sulla guancia, qualche contusione superficiale ed una nausea da sbornia dei giorni festivi è quantomeno miracoloso..."
"Veramente" lo contraddisse il superiore, un ghigno derisorio che gli arricciava le labbra carnose, "mi stavo riferendo a quell'infermierina tutto sesso che sta cercando di impedire ad un coglione con la faccia di Skelton di correre per..."
Non terminò mai la frase, poichè in quel preciso istante il giovane agente apparve dinanzi alle loro facce interrogative, dopo aver concluso la propria corsa forsennata con un rovinoso scivolone sul pavimento incerato, degno dell'entrata in casa-base di un consumato giocatore di baseball; a quella vista, il superiore rettificò, in tono spassionato: "Mi correggo, è quel coglione di Skelton."
"Oh, Chris!" sospirò Annie, in atteggiamento di materna rassegnazione, raggiungendolo ed aiutandolo a rialzarsi, mentre il collega balbettava: "Non dovrebbero spargere così tanta cera: è pericoloso, qualcuno potrebbe farsi male!"
"Chris, siamo in un ospedale, tutti si sono più o meno fatti male, se si trovano qui dentro" gli fece notare Ray, laconico, dopo aver aspirato una lunga boccata di fumo dalla sigaretta proprio al di sotto dell'imperioso segnale No smoking.
"Ragazzi, come mai siete qui?" si stupì Sam: lui ed il boss avevano stretto il tacito accordo di tenerli fuori da quell'inchiesta compromettente, pertanto non riusciva a capacitarsi di come avessero fatto a rintracciarli, e in così breve tempo, perdipiù.
"I bambini si preoccupano, quando mamma e papà spariscono per un po' senza dare notizie e li lasciano soli soletti" affermò sventatamente Chris, prima che Hunt lo trapassasse con una sciabolata furente: "Certo, e i tre porcellini dovrebbero fare altrettanto, quando il grosso mastino cattivo s'incazza all'udire stronzate di tali proporzioni!"
Sospettando che non sarebbe stato prudente sottolineare come si trattasse di un lupo, e non di un mastino, l'agente riassunse un'aria professionale ed esordì: "Al dipartimento circolavano strane voci su una vostra operazione sotto copertura e, siccome volevamo vederci chiaro, abbiamo cominciato a spremere le nostre meningi..."
"Spero non ti sia venuta l'emicrania, Skelton, perchè non te lo firmo, un giorno di malattia" lo avvertì Gene, quindi Annie chiarì, al posto del collega: "Ho cominciato a sospettare che voi due steste architettando qualche azione avventata a nostra insaputa, sin dalla sera in cui il capo mi ha chiesto di recuperare i suoi appunti; così, è bastato fare le domande giuste alle persone giuste per scoprire dove avremmo potuto trovarvi: quell'arzilla vecchietta è molto meno sorda di quanto tu pensi, Sam."
"Immagino che l'informazione ti sia costata un'indigestione di porridge, come minimo..." ironizzò Tyler, con una rilassata spontaneità che non caratterizzava più le loro conversazioni da alcuni mesi a quella parte, mentre Chris aggiungeva, in tono compunto: "Però, prima di venire qui, abbiamo fatto i compiti: Annie ha perquisito l'abitazione di Oldham Road, invece io e Ray ci siamo occupati della villa a Canal Street; se a qualcuno interessa, ho anche rischiato di cadere nella fontana... Purtroppo, non abbiamo rinvenuto la benchè minima traccia dei libri trafugati da quei due."
"Il tutto senza un regolare mandato, suppongo: è così che vi ho insegnato a rispettare la procedura, bambini?" li rimproverò bonariamente l'ispettore, prima che il superiore decretasse, sbrigativo: "In culo la procedura, Tyler: tanto quelle cartacce buone per i ratti non ci servono, il pederasta esaltato ha firmato di suo pugno la condanna all'ergastolo nel momento in cui ha deciso di aprire a suon di pallottole una presa d'aria nel bel pancino della sua dolce sposina."
Non condividendo del tutto la cruda disinvoltura con la quale il collega si riferiva alle circostanze della morte di Hart, Sam stava per ribattere a tono, quando il sergente, gettando il mozzicone spento nel terriccio di una pianta poco distante, assunse un'espressione cupa che non lasciava presagire nulla di piacevole: "Forse, ragazzi, dovremmo riferire loro anche le brutte notizie."
"Quali, Carling?" sibilò Hunt, algido quanto i gagliardi venti invernali che battono le distese biancheggianti dei ghiacci artici; ciò, tuttavia, non dissuase Annie dal comunicare: "Innanzitutto, Rathbone esige che domattina vi presentiate nel suo ufficio a fornire una valida giustificazione riguardo al motivo per cui vi siete introdotti alla Chetham's Library con false generalità, senza che lui fosse stato precedentemente avvisato delle vostre intenzioni e vi avesse dato l'autorizzazione a procedere."
"Avevamo fretta" fu la telegrafica dichiarazione di Gene, che, ad ogni modo, non avrebbe risparmiato loro una lavata di capo leggendaria, ma il risvolto peggiore della vicenda non era ancora giunto, e toccò a Chris l'ingrato compito di occuparsene: "Sono arrivate delle telefonate, boss: telefonate dai piani alti. Parlavano di quel Maugham, lo lodavano per i formidabili servigi resi alla patria, sottolineavano quanto l'incarico presso il Centro potesse aver provato il suo equilibrio psicologico e..." deglutì sonoramente, poi rivelò, in un mormorio impaurito: "Gli concederanno l'infermità mentale."
Non esplose subito: dopotutto, anche il Vesuvio, prima di seppellire Pompei sotto una coltre letale di cenere e lapilli incandescenti, aveva avvertito gli ignari abitanti della cittadina con qualche brontolio possente ed alcune scosse di terremoto; nel caso di Hunt, le avvisaglie della sua imminente eruzione furono lo spasmodico aggrottarsi delle folte sopracciglia, finchè non divennero simili ad una linea continua pelosa, ed uno sfavillio fanatico che arse ad un tratto nelle sue iridi verdi.
Nonostante ciò, restò muto e immoto, fino a quando Annie non osò capitolare, in tono affranto: "Credo che lo stiano portando via dall'ospedale proprio adesso: non siamo in grado di opporci, boss, è la burocrazia."
"IN CULO LA BUROCRAZIA!"
Ci vollero la ragazza, Chris, Ray, un quartetto di nerborute infermiere ed anche un discreto numero di parenti e pazienti non così acciaccati per bloccargli braccia, gambe e qualsiasi altra parte del corpo potesse essergli utile per arrancare fino alla camera in cui era ricoverato il violinista, mentre berciava un dettagliato elenco di tutte le donne di malaffare che la famiglia Maugham aveva annoverato nei suoi rami dai tempi della conquista romana della Britannia, nel quale l'invettiva più morigerata fu: "Infame bastardo, lurido figlio di una puttana sifilitica, finocchio psicolabile, avresti potuto essere un uomo dinanzi al quale mi sarei fermato per togliermi il cappello e cedere il passo, e invece adesso mi rifiuto di sputarti addosso perchè darebbe al tuo ributtante muso da serpe una dignità che non merita!"
Dal canto proprio, Sam abbandonò di corsa il teatro di quella drammatica sceneggiata, zigzagò per i corridoi del pronto soccorso dribblando medici e malati, per quanto concessogli dal fisico debilitato, e rallentò l'andatura solo nel momento in cui scorse la sagoma familiare del musicista, in piedi presso l'ingresso di una stanza, fiancheggiato da due agenti in divisa e da un ometto barbuto e segaligno, dal sorriso viscido.
"Maugham, aspetti, devo parlarle!" gridò, avvicinandosi a loro, ma l'ultimo membro dell'esiguo drappello gli si parò dinanzi, affrontandolo in uno scostante avvocatese: "Si fermi, ispettore investigativo Tyler: il mio cliente è sotto la custodia del suo superiore, il sovrintendente Rathbone; inoltre, ci risulta che lei sia stato estromesso dall'indagine, pertanto il succitato non è tenuto in alcun modo a comunicare con lei, nè tantomento ad asserire qualcosa che potrebbe essere adoperato contro di lui nell'opportuna sede legale!"
"Faccia silenzio, Scofield" interloquì una voce stentata, ma ancora autoritaria, sebbene avesse irrimediabilmente smarrito il seducente carisma che l'aveva animata fino a quella notte: scostando gli agenti di guardia con un gesto composto, il violinista avanzò per fronteggiare il poliziotto, con il consueto passo dondolante: "Desidera, mio sagace Tyler?"
Non vi era arroganza nelle sue parole, nè timore, solo una posata stima per un avversario che, comunque, stava per essere sgominato, in quella disonesta partita a scacchi; Sam lo osservò per qualche attimo, stentando a riconoscere in quello sguardo spento, in quel volto invecchiato di colpo, in quei modi gentili senza secondi fini il delinquente serpentino che lui ed Hunt avevano, invano, cercato di incastrare: "Dove ha nascosto la refurtiva, anzi, gli antichi volumi sottratti ai loro illegittimi proprietari?"
"In che lingua glielo devo sillabare, ispettore investigativo Tyler, perchè capisca che il mio cliente non ha sottratto alcunchè ad alcuno?" squittì il nevrotico legale, prima che Maugham lo zittisse di nuovo con un più freddo: "Faccia silenzio, Scofield" e si rivolgesse all'investigatore, l'ombra della nota sicurezza ambigua che guizzava nei suoi opachi occhietti da rettile: "Crede che non abbia intuito le sue intenzioni? Lei è un libro aperto per chiunque, mio sagace Tyler, tranne che per se stesso: in nome di che cosa si ostina a perseguitare un vecchio, stanco assassino storpio, che trascorrerà i pochi anni di vita che gli rimangono in un Inferno terreno, lacerato dal rimorso di aver rapito al mondo la sua più radiosa creatura, la sola cosa che avessi mai amato senza risparmio all'infuori del mio smodato ego?"
Parzialmente immune all'ipnotica eloquenza dell'altro, l'ispettore si tenne sulla difensiva, poichè sospettava che quell'inquietante individuo non fosse ancora così inerme come voleva apparire: "In nome della giustizia, Maugham, una virtù che lei si è sempre premurato di rimodellare secondo la sua morale deviata, e che anche ora sta calpestando con deprecabile noncuranza. E, comunque, se stravedeva davvero per il povero Hadrian, perchè non gli ha mai confidato il luogo in cui conserva il bottino? Non si affanni a negare, è stato lui stesso a dirmelo e non ho motivo di dubitare delle parole di un morto, anche se attore."
Ad un tratto, il violinista ribaltò a bruciapelo i loro ruoli, passando da inquisito ad inquisitore, mentre lo interrogava con un'espressione insondabile, e perciò sinistra: "Mi dica un po', mio sagace Tyler, perchè Ulisse, navigando presso lo scoglio delle Sirene, tappò le orecchie dei compagni, ma non le proprie?"
Preso in contropiede da quell'imprevista piega della conversazione, l'ispettore rimase imbambolato, come gli era capitato spesso, ai tempi del liceo, quando il professore di letteratura lo sorprendeva assorto nella risoluzione di una complessa reazione chimica o nella contemplazione dei passerotti saltellanti sul davanzale della finestra dell'aula; conscio di dover balbettare una risposta all'altezza della domanda e dell'interlocutore, azzardò, esitante: "Lord Alfred Tennyson non lo dice, ma suppongo fosse perchè la sua avida sete di conoscenza non gli avrebbe permesso di privarsi di una simile esperienza, preclusa a qualsiasi altro uomo, al contrario dei..."
"Al contrario dei suoi marinai, i quali, per quanto leali, non avrebbero fatto altro che lasciarsi avvincere dalla fascinazione distruttiva di quelle prodigiose creature e gettarsi in mare, affogando miseramente" concluse il musicista al suo posto, prima di sentenziare, con altezzosa serietà: "Il sapere non è per tutti, mio sagace Tyler, come dimostra lo spregevole balordo alle dipendenze del quale spreca la sua non comune arguzia..."
"Se mai dovessi rinascere, preferirei mille volte essere Hunt che Maugham" fu la dura, istintiva replica dell'ispettore, che riascoltò stupefatto le proprie parole, accolte dall'avversario con un gioioso ed enigmatico: "Oh, allora era vero."
Sam non seppe mai quale fosse il senso dell'allusione del ladro, o meglio, nell'occasione in cui lo comprese era impegnato a curarsi di altro, poichè, in quel momento, i due agenti cinsero gli avambracci del violinista e lo invitarono a seguirli fuori dall'edificio, ordine al quale costui si sottomise senza opporre la benchè minima resistenza, dopo aver scoccato all'indirizzo del contendente piegato un'irridente occhiata di congedo, rincarata dalle querule minacce dell'avvocato: "Il sovrintendente Rathbone sarà informato anche di questo suo abuso, ispettore investigativo Tyler, non si illuda di restare impunito!"
Il poliziotto stette al centro del corridoio, impotente, a guardare il gruppetto che si allontanava sempre più, finchè non divenne altro che un puntino distante e indistinto, disperso nella folla rumoreggiante ed affannata dell'astanteria. Allora la frustrazione, la tensione e i dubbi che aveva represso nel corso di quella massacrante indagine sul filo del rasoio lo aggredirono, franandogli addosso con la potenza annichilatoria di una slavina: tutto si era concluso secondo le sue più lugubri previsioni, l'espediente dell'infermità mentale avrebbe messo a tacere l'opinione pubblica e permesso agli influenti angeli custodi di Maugham di insabbiare la faccenda, presto o tardi, e lui e Hunt non avevano uno straccio di prova a suo carico per impedire questa ingiustizia, a parte un biglietto di sola andata per il cimitero della loro professione.   
Si sarebbe accasciato su quel pavimento gelido, per prenderlo selvaggiamente a pugni, oppure si sarebbe arreso ad una crisi di pianto isterico, se una mano muscolosa non gli avesse agguantato la spalla, dissipando solo grazie a quel tocco rude ogni suo insensato desiderio di crogiolarsi nella disperazione della sconfitta: "Sai cosa significa tutto questo, boss?"
"Certo, Sammy boy" stabilì Gene, dando fondo a tutto il proprio micidiale repertorio di volgarità per rincuorarlo, nella maniera spiccia in cui il tremendo individuo in questione era in grado di assumere atteggiamenti compassionevoli di quel tipo: "Che stiamo annaspando nella merda, che l'abbiamo preso in culo e che abbiamo rischiato di farci ammazzare per un cazzo, ma cancelleremo quel ghigno presuntuoso dal suo fottuto grugno entro domattina, insieme, parola di Hunt il mastino!"



*-*



"Analizziamo i fatti."
Recuperato il proprio inespugnabile raziocinio, necessario per tentare il salvataggio delle loro carriere pericolanti, Sam smise di sbocconcellare una croccante fetta di pane tostato e spostò uno sguardo stizzito sul superiore, intento a grufolare al di sopra della quarta scodella di porridge, dopo averlo reso immangiabile per qualsiasi altro essere vivente ad eccezione di uno struzzo privo di papille gustative, tagliandolo con tre dita di scotch dozzinale e spolverandolo con una manciata di pepe nero.
Almeno, era riuscito ad impedire che si fiondasse a sbevazzare fino al coma etilico al pub di Nelson, sebbene ciò costituisse una magra consolazione; Delilah Purdy, invece, non condivideva affatto il suo pessimismo, mentre veleggiava con leggiadria elfina da un lato all'altro del cucinino, le piccole orecchie ben tese per non lasciarsi sfuggire il minimo dettaglio: adorava avere ospiti giovani per la casa, soprattutto se svolgevano un lavoro avventuroso e intendevano spazzolare tutte le scorte del suo piatto migliore.
"Chiamate Nexus: un replicante suino ha preso il posto dell'ispettore capo Gene Hunt!" sbottò ad un tratto Tyler, in un tono di velata ironia che il compagno non parve gradire, nè capire, granchè: "Che cazzo vai blaterando, insopportabile tarma?"
Esalato un sospiro paziente, il sottoposto sottolineò: "Sai, sto cercando di mettere insieme un piano che impedisca a due persone di nostra conoscenza di essere spedite a far viabilità ai pinguini sul più romito scoglio delle Falkland vita natural durante, ma mi riesce alquanto difficoltoso concentrarmi, a fianco di un roditore ipertrofico dal risucchio raccapricciante. Pertanto, se sei affezionato al tuo studio puzzolente di fumo e tappezzato di locandine di film western, smettila di abbuffarti di schifezze e dammi retta!"
"Non è una schifezza, è zuppa d'avena" puntualizzò Gene, in un risibile amor di precisione che l'altro non potè non stuzzicare: "Già, e tu non sei un coglione, sei un testicolo!"
"Hai fegato, Tyler, ed anche qualche altro organo interno in esubero" bofonchiò a denti stretti l'ispettore capo, come se non volesse farsi sentire dalla loro indiscreta inquilina: "La prossima volta che vai in una fottuta chiesa, di' una preghiera perchè l'Altissimo conservi la salute di quella vecchiarda: è solo perchè non voglio che s'impressioni che non mi mangerò il tuo cuore a morsi innaffiandolo di salsa Worchester, stasera!"
Le quotazioni dello sbracato tiranno presso il borsino della dea bendata erano in ribasso, in quel periodo, poichè persino i più impensati moscerini si permettevano di punzecchiarlo e passarla liscia: infatti, ebbe a malapena il tempo di terminare la frase, prima che la ballerina, materializzatasi dietro di lui, gli torcesse l'orecchio in un crudele scappellotto, rimproverandolo con la severità affettuosa di una maestrina elementare: "Sarebbe opportuno che adoperasse la locuzione persona anziana per descrivere la sottoscritta, la quale concupiva principi ereditari del Siam e ambasciatori russi di sangue blu, quando lei rodava i suoi dentini da latte appena spuntati su un tintinnante sonaglino colorato, giovanotto."
Sam temette di finire strozzato dalla propria stessa saliva, o di ritrovarsi a sanguinare copiosamente dal naso, mentre si sforzava di non prorompere in un riso sguaiato dinanzi all'indescrivibile espressione che distorse le fattezze del collega, troppo basito persino per pensare di riaggiustare in modo barbaro la vecchia carcassa dell'impudente avversaria: se ne stette per un interminabile istante senza proferire parola, la bocca semispalancata, la mano che reggeva il cucchiaio a mezz'aria e l'altra a tastare la cartilagine lesa, poi approvò, in un borbottio offeso: "Analizziamo i fatti."
Memore del brutto tiro giocatogli da Trevelyan, l'ispettore rifiutò con gentile fermezza la tazza di Earl Grey bollente che l'ospite gli aveva porto e cominciò ad esporre gli indizi a loro disposizione: "Dunque, Roger Maugham ha l'ossessione del controllo: ruba celebri manoscritti di valore ai proprietari che non ritiene idonei, si guarda bene dal condividere il segreto della loro ubicazione con il suo amante, per il quale pure nutre un sentimento possessivo, ai limiti della morbosità, tanto da ucciderlo nel momento in cui quest'ultimo, per scampare alla galera, gli fa credere di non aver mai ricambiato il suo amore malato ed esclusivo. Questo ci porta a concludere, quasi con certezza, che il nascondiglio dei libri non può trovarsi molto lontano da una delle loro due residenze, poichè il violinista non accetterebbe mai di occultare la refurtiva in un luogo dove non può costantemente averla sott'occhio. Individuiamo questo posto, dimostriamo la sua lucida premeditazione e neppure Rathbone, un MP e il suo maledetto Call Me God messi assieme potranno salvarlo dalla gattabuia."
"Ma, comunque, dopo questo fottuto giro del mondo in ottanta secondi, siamo ancora inchiodati al punto di partenza, mio geniale Phileas Fogg da strapazzo!" si spazientì Hunt, scaraventando il cucchiaino sul fondo della scodella vuota, senza però proseguire nel proprio ruggente sfogo, anzi, assumendo un tono insolitamente dimesso, mentre gli chiedeva: "A proposito di viaggi, dimmi un po', quel sodomita pazzoide ha fatto anche con te il giochetto delle Sirene?"
"C'è qualcosa che devo sapere sulla vostra conversazione in solitaria, l'altra sera, nel salotto della villa, boss?" lo incalzò il sottoposto, sperando di potergli scucire qualsiasi cosa che somigliasse anche da lontano ad un salvifico appiglio; benchè trattenuto da un'improbabile reticenza, il superiore si decise a raccontare: "Dopo avermi imbeccato quella battuta per Trevelyan, manco fossi la sua cocorita ammaestrata, Maugham mi ha domandato perchè quel tizio con il nome del botolo spompato che mi ha convinto a non sputtanarmi mai più lo stipendio alle corse dei cani, ha impedito al suo equipaggio di ascoltare il loro canto. Io, ovviamente, l'ho ignorato, pensando che fosse un suo modo perverso di prendermi per il culo... E' importante?"
"Ancora non lo so" ammise Tyler, pacato, poichè non era dell'umore adatto per pavoneggiarsi della propria indubitabile superiorità culturale, nè intendeva scoprire a spese della propria incolumità se l'altro avrebbe tollerato una tale sfacciataggine. "Comunque, dovresti mostrare maggior rispetto per un epico guerriero che ha impiegato dieci anni per fare ritorno a casa."
"Per la puttana, se la sbronza lo riduceva così da schifo, avrebbe dovuto andare ad ubriacarsi in un pub più vicino!" osservò Gene, critico, strappando un sofferto mugugno di sconforto all'interlocutore: "Potrei sprecare il fiato spiegandoti che il suo viaggio decennale è stato un travagliato cammino di purificazione dagli orrori della guerra di cui era stato partecipe, una tragica discesa agli inferi e l'inevitabile sacrificio dei fedeli compagni ricompensati solo dalla messe di molteplici esperienze maturate durante l'itinerario verso la sua isola natale, Itaca, ma a che pro logorare i miei nervi e la mia pazienza con te, che non contempli alcuna attività formativa che esuli dalla frequentazione di femmine di piccola virtù, di localacci famigerati e di bische clandestine?"
"Finito il sermone, reverendo Tyler? Muoio dalla voglia di fare una partitina a dadi con i tuoi molari!" lo trafisse in tono feroce l'ispettore capo, stavolta deciso a passare a malevole vie di fatto, ma, di nuovo, il collega si ritrovò debitore nei confronti della vicina impicciona, la quale s'intromise nel loro diverbio, miagolando: "Ho ancora quel ninnolo che mi ha affidato, Sam: crede che potrebbe servirvi, adesso?"
"Di che parla?" domandò Hunt, abbastanza confuso, ricevendo in risposta dal sottoposto un sibillino: "Di qualcosa di perduto che è stato ritrovato, qualcosa di nostro che non ci appartiene e qualcosa di indispensabile che non possiamo usare.".
Quindi, rivolse un cenno d'intesa a Delilah e costei, prontamente, rovesciò sul tavolo il contenuto di un barattolo di farina, affinchè, fra gli sbuffi di polvere candida ed odorosa, spuntasse una bustina di plastica trasparente contenente l'anello collegiale del defunto fratello di Maugham.
"Credevo si trovasse nel nostro deposito degli oggetti smarriti, oppure nell'ufficio di quel porcello lindo e pinto di Litton" dichiarò Gene, un'inflessione di contenuta sorpresa e segreta delizia per la constatazione di essere riuscito a traviare anche quel rigoroso effeminato del suo più fidato scagnozzo. Quest'ultimo, lusingato da quell'implicito apprezzamento, asserì, evasivo: "Stiamo parlando dello sgabuzzino lercio in cui transita la peggior feccia della città, nonchè del detestato collega che venderebbe sua madre su una bancarella di Market Street, se ciò gli permettesse di avere in cambio un'onorificenza dal sindaco?"
"Ma perchè proprio in mezzo alla farina?" insistette il superiore, subito pungolato dall'irriducibile vecchietta: "Mi stupisco che sia proprio un esperto persecutore di criminali come lei a domandarmelo: in tanti anni di onorato servizio, non ha ancora capito che ai delinquenti non piace sporcarsi le mani, giovanotto?"
Sam aveva sempre avuto un rapporto conflittuale con gli scritti di James Joyce.
Forse perchè, quando era stato costretto a studiarli dal pignolo insegnante di letteratura inglese, era un adolescente schivo e diffidente, figlio unico maschio di madre separata apprensiva, affetto da misantropia precoce, la sua vita sociale era pressochè irrilevante e la matematica un'opinione non condivisibile. Di conseguenza, l'ultima preoccupazione della sua non invidiabile esistenza era provare empatica partecipazione alle stucchevoli disgrazie dei Dubliners, i quali parevano fastidiosamente inclini a lasciarsi cogliere, nei momenti meno indicati, da quella dannata epifania, un'inservibile presa di coscienza di quanto la loro condizione fosse miserevole e priva di attrattive. Certo, il professor Fowler aveva spiegato ai suoi svogliati allievi che poteva verificarsi anche in senso positivo, cioè permettere ad un individuo di focalizzare l'illuminante punto di svolta della propria vita, ma non era questo il caso della malinconica gente di Dublino.
Pertanto, ben oltre il fondo della lista di persone in cui si sarebbe aspettato di riscontrare un tale fenomeno si piazzava il bieco autocrate per cui lavorava, dal momento che quel tipo di cervellotica consapevolezza era più affine al proprio intellettualismo masturbatorio che alla prosaica animalità di Hunt. Eppure, non poteva essere altro che un'epifania, quel brillio sanguigno che scintillò nei suoi occhi strabuzzati e, soprattutto, quella risata gustosa, di pancia, che gli fece contrarre ogni singolo muscolo facciale, secondo quel suo modo inconfondibile, come se fosse piuttosto sul punto di tempestarti di sputi.
La conferma inequivocabile giunse un istante dopo, quando l'ispettore capo, sotto gli sguardi allibiti di Sam e Delilah, afferrò quest'ultima per i fianchi esili, la sollevò con la felicità incontenibile di un bambino che tolga dalla cesta il cucciolo ricevuto in dono per il compleanno, le stampò un bacio schioccante sulla punta del nasino alla francese e la rimise a terra, prima di piroettare goffamente fuori dall'appartamento fischiettando Jerusalem.
"Signorina Purdy" farfugliò Tyler, non appena si riebbe da quella visione sconcertante, "se ha ancora qualche amico altolocato, gli telefoni immediatamente: un giorno come questo non può che essere dichiarato festa nazionale!"
Quindi, fece per trotterellare sulle tracce del superiore, ma la vicina lo bloccò, posandogli una mano rugosa sul braccio: "Posso almeno sapere dove state andando?"
Risposero all'unisono, l'uno ancora al centro del cucinino, l'altro affacciandosi dallo stipite della porta d'ingresso, entrambi galvanizzati e concordi: "Ad Itaca!"



*-*



"Che lavoro di merda!"
Infangato dalla cintola in giù e inzuppato di acqua torbida fino al midollo, Hunt proruppe in quell'accesa esternazione di dissenso, non appena l'ultimo pesciolino rosso ancora guizzante nello stagno di villa Maugham gli sgusciò fra le gambe divaricate con un agile colpo di coda, salvo finire catturato dal retino impugnato da Sam, che si era strategicamente appostato alle spalle del superiore: "Coraggio, boss, abbiamo affrontato cimenti peggiori, e poi, non lo sai che in Giappone la caccia al pesce è un passatempo assai gettonato, nelle sagre di paese?"
"Da quegli odiosi mostriciattoli itterici con il cazzo piccolo non mi aspettavo niente di meglio!" brontolò l'ispettore capo, mentre si stravaccava a peso morto su uno sfortunato cespuglio dell'aiuola accanto, in attesa che la vasca al centro del giardino si prosciugasse del tutto. Frattanto, il sottoposto aveva gettato la bestiola insieme ai suoi compagni, in un secchio recuperato dal capiente e confusionario bagagliaio della Ford Cortina, quindi si era messo a raspare a mani nude sul fondo melmoso della fontana, all'impaziente ricerca della loro ultima possibilità di non essere degradati e impacchettati per qualche improbabile destinazione nella vastità planetaria dei possedimenti della Corona britannica, perchè avevano mosso accuse mendaci e tendenziose all'indirizzo di un venerato, e spostato, eroe nazionale.
Ad un tratto, dopo aver rimirato per qualche tempo in una sonnecchiante semincoscienza la limpida volta celeste trapunta di stelle che sovrastava le loro teste, Gene si riscosse dal torpore postprandiale e protestò, all'indirizzo del collega: "E' ancora lunga questa caccia al tesoro, Tyler, per la puttana? Non abbiamo tutta la fottuta notte a disposizione!"
Per tutta risposta, l'altro poliziotto gli scoccò una velenosa occhiata in tralice, prima di ribattere, spazientito: "Potrebbe terminare anche adesso, se lo sconcio leviatano che mi comanda a bacchetta smettesse di ronfare sul prato all'inglese come un pitone in digestione e si degnasse di aiutarmi, invece di strillare lamentiadi sconnesse alla stregua di un maiale al macello!"
"Rimangiati sedutastante ciò che hai detto, Sammy boy, o ti toccherà farlo con la dentatura che ti estirperò a mani nude!" ululò il superiore di rimando, avventandoglisi addosso con tale irruenza turbolenta da mandarlo a ruzzolare a gambe all'aria in quei pochi centimetri di fanghiglia pastosa. Nella caduta, la colonna vertebrale del malcapitato ispettore cozzò contro un'invisibile sporgenza del fondo, la quale, invece di strappargli un mugolio dolente, lo fece trillare di gioia insopprimibile: "Boss, sei un genio!"
"Lo so, e tu sei un uomo morto che spara un sacco di stronzate al solo scopo di sottrarsi ad un destino ineluttabile!" gli soffiò contro Hunt, seppellendo però l'ascia di guerra nel momento in cui il collega gli mostrò l'oggetto che aveva colpito, uno spesso anello cordonato di metallo, il quale aveva tutta l'aria di essere la maniglia di una botola.
"E bravo il mio segugetto ringhioso" si lasciò sfuggire il superiore, in uno strascicato slancio di approvazione, dopo averlo allontanato rudemente con uno spintone per chinarsi a ripulire dal fango i contorni del pannello segreto. "Cosa credi che troveremo, qui sotto?"
"Tenderei ad escludere la tana del Bianconiglio, la tomba di Tutankhamon e il giardino segreto della dolce Mary, boss" scherzò Sam, investito poi da uno sbuffo affaticato da bufalo inferocito, mentre l'ispettore capo svelleva a viva forza la copertura della botola, mettendo allo scoperto una sorta di pozzetto quadrangolare di ragguardevoli dimensioni, dal quale si dipartiva una stretta scalinata che si perdeva nella fitta oscurità del passaggio sotterraneo.
"Come infallibile metodo per stabilire chi di noi due scenderà per primo, preferisci testa o croce o morra cinese?" propose allora al collega, che, sfoderando un sorrisetto canzonatorio molto poco rassicurante, controbattè, in maniera serrata: "Rispondi a questi semplici quesiti, Sammy boy: chi è il più vecchio? Chi è il più alto in grado? Chi ce l'ha più lungo?"
"Che domanda del cazzo è, boss?" si lamentò il sottoposto, già subodorando che quella conversazione non lo avrebbe condotto ad una vittoria verbale, non quella volta. Infatti, Gene non mancò di obiettare, con quel suo umorismo becero da bassifondi malfrequentati: "No, Sammy boy, questa è una domanda sul cazzo: non credevo che mi sarebbe mai capitato di dover correggere l'ortografia ad un'impettita maestrina del tuo calibro; comunque, come si dice, prima le signore, Dorothy!"
Ciò sghignazzato, gli sferrò una sonora pacca fra le scapole; colto alla sprovvista, Tyler vacillò, inarcò il corpo snello in avanti agitando in modo scomposto braccia e gambe allo scopo di non perdere l'equilibrio, ma fu tutto inutile, ed umiliante: entro pochi minuti, si stava massaggiando le ossa ammaccate, acciambellato sul pavimento polveroso della camera interrata, maledicendo mentalmente la propria incrollabile fiducia in un comportamento meno antisportivo da parte del grassone recidivo.
Costui, subito dopo, percorse la breve scalinata con il passo scenografico e pomposo di una debordante diva d'avanspettacolo sul viale del tramonto, prima di puntare la torcia verso l'interno della stanzetta ed osservare, in un tono controllato che però lasciava trasparire una soddisfazione viscerale, a quella vista: "Mi toccherà proprio farti avere un fottuto encomio, Sammy boy: ci hai salvato le chiappe, di nuovo."
Accelerando il battito delle ciglia per abituare gli occhi al buio circostante, Sam seguì con lo sguardo il fascio di luce proiettato dal superiore, comprendendo il significato della sua asserzione, e rimase senza fiato: dinanzi a loro, stipati sulle innumerabili mensole di un labirintico intrico di scaffali, vi erano almeno cinquecento fra codici ed incunaboli di incalcolabile valore, piccoli scrigni traboccanti di gioielli di foggia antica, delicati carillon francesi del XVII secolo, orologi da taschino di alto artigianato artistico, icone bizantine incrostate dall'inclemenza del tempo, pergamene ingiallite diligentemente imbustate sulle quali erano stati tratteggiati dalla mano degli autori studi dei maggiori dipinti rinascimentali italiani, dittici romani d'avorio incernierati e vasi dipinti greci che era sicuro di aver visto, prima di quel momento, soltanto dietro le vetrine del British Museum, nonchè un quintetto di statuine dagli occhi sgranati e malinconici, riconoscibili come i misteriosi, pregevoli scacchi dell'isola di Lewis.
"Questo dovrebbe essere il frutto della rapina alla Midland Bank, il salterio di San Columba" ipotizzò l'ispettore, dopo aver indicato un volume aperto dalle peculiari iniziali di capoverso miniate. Al suo fianco, Hunt frugò in uno dei portagioie ricolmi fino all'orlo di preziosi e ne estrasse un'elegante collana di rubini rosso sangue, sentenziando: "Uhm, penso di aver appena deciso cosa regalare alla mia orchessa del focolare per il nostro prossimo anniversario di matrimonio."
"Zampe in tasca, boss: quella graziosa cianfrusaglia ha un costo esorbitante, neanche paragonabile alla statuina di cristallo che hai sfracellato nel salotto buono di casa Maugham" lo avvisò il collega, prima di scorgere un gruppetto di fogli a stampa dai margini carbonizzati e constatare, emozionato: "Per la miseria: quelle sono pagine originali della perduta Bibbia di William Tyndale. Gli esemplari superstiti si contano sulle dita di una mano sola, da Christie's non li batterebbero per meno di una base d'asta di trecentomila sterline!"
"Non userei quelle scartoffie ammuffite neanche per pulirmi il culo" fu lo sconsiderato epitaffio di Gene al riguardo, il quale liquidò anche alcune carte coperte da una grafia illeggibile e inframmezzate da schizzi di arti umani in uno stile prossimo a quello del celebre Codice Atlantico, affascinato piuttosto dalle raffigurazioni spinte sul fondo di una coppa attica a figure rosse: "Hai capito, i grechetti invertiti: pensavo trascorressero la maggior parte del tempo libero ad incularsi vicendevolmente in allegria, e invece..."
Il sottoposto si concesse di ignorare la restante parte della battuta triviale, che sospettava sarebbe stata assai cruda ed assai sciovinista, quando il suo sguardo incuriosito si fermò su un'opera letteraria carica di reminescenze scolastiche, descritta dal diligente professor Fowler come il Santo Graal della letteratura mondiale: "Boss, questo potrebbe piacerti: si chiama Fiore, ed è una scopata lunga duecentotrentadue sonetti."
"Segaioli principianti!" ghignò l'ispettore capo, tamburellandosi l'ampio torace con espressione vanagloriosa: "La mia prima volta è durata molto di più, e non ho dubbi che quel fortunato uccellino ancora ricordi il mio instancabile vigore sessuale con nostalgico rimpianto!"
Giunse inattesa, in sordina, al termine di quella nottata rocambolesca ed infinita, in uno scantinato opprimente e gremito di tesori che non avrebbero sfigurato nei sotterranei di qualsiasi edificio museale di ragguardevole fama e dimensioni, uno scenario tutt'altro che consono ad una vicenda apocrifa dei tetri Dublinesi.
Nient'altro che la sua personale, ormai ineludibile, epifania.
Dapprima, si manifestò in modo bizzarro, una sorta di formicolio progressivo, simile a quello che precede l'indolenzirsi di qualche parte del corpo nella quale la circolazione sia rallentata, limitato però al tratto dell'apparato digerente dall'esofago allo stomaco.
Poi, assunse l'aspetto di un deludente deja-vu, alla stessa maniera in cui si abbozza un'aria di modesta sorpresa dinanzi alla spiegazione di un trucco da prestigiatore, così mirabolante nel mistero del suo svolgimento quanto banale nel disvelamento del suo meccanismo. Era come avere la risposta pronta ad una domanda sulla punta della lingua, e non essere in grado di rammentarsela, finchè qualcuno non dava la soluzione al tuo posto.
Infine, subentrò la fase della ridarella nevrotica, perchè quella consapevolezza, nella sua totale aberrazione, nella sua naturale ovvietà, aveva sempre infestato qualche pertugio polveroso del suo cervello intricato, solo che lui aveva ostinatamente continuato a non vederla, mentre tutti, attorno a lui, se n'erano accorti da tempo.
Lo aveva compreso Frank Morgan ed aveva cercato di sgretolarla a proprio vantaggio, per farlo sentire smarrito, privo di punti di riferimento, e ritrascinarlo nel mondo futuro cui aveva bramato di fare ritorno fin dal primo momento di prigionia in quel vivido delirio, ma al quale, in fondo, non era mai appartenuto davvero, anche se aveva faticato ad accettarlo.
Lo aveva compreso Roger Maugham, forse troppo tardi per potersene servire per ostacolarlo più di quanto non fosse egregiamente stata capace di fare la sua razionale pazzia, e qualche ora prima, al St. James, aveva cercato di aprirgli gli occhi, in un inusuale atto di grazia nei confronti di un nemico che reputava annientato in via definitiva.
Ed era alquanto probabile che lo avessero compreso molte altre persone più o meno vicine a lui, come Hart, che non aveva mai mancato di rimarcare la propria gelosa riprovazione al riguardo, o Annie, il cui violento schiaffo al termine della loro breve, tempestosa relazione, nascondeva ciò che, allora, non era ancora pronto ad ammettere, nè a realizzare.
Forse, lo aveva compreso anche lui?
Non osava sperarlo, non osava pensarlo: in ogni caso, dal momento che era ancora parte integrante del mondo dei meno e non aveva alcuna frattura multipla, la risposta non doveva essere molto distante dal No.
Oscillando fra l'ebbrezza e l'orrore, si domandò in che modo potesse rivelarglielo, o almeno lasciarglielo intuire: perchè con le ragazze, nonostante tutto, era facile; al massimo della loro furia, potevano sciacquarti la faccia con il contenuto di un calice di champagne, o defenestrarti in compagnia del mazzo di fiori e dei cioccolatini non graditi. L'irascibile soggetto sottinteso, come minimo, poteva ficcarti i suddetti in un certo orifizio poco onorevole del corpo umano, se quella mattina non si era svegliato con la luna di traverso, la fiaschetta prosciugata ed il pacchetto di sigarette vuoto.
Sarebbe stato inutilmente pericoloso e notevolmente dissennato quanto dare una grattatina dietro l'orecchio di un Cerbero idrofobo dalle unghie incarnite.
Già, perchè, per quanto Sam Tyler potesse vantare una sfolgorante carriera di parolaio a vanvera, di logorroico a corrente alternata, nonchè di sputasentenze a piede libero, era certo che non sarebbe stato in grado di escogitare un modo indolore e perspicuo per confessare a quell'elefantiaco, flatulento, rissoso, panciuto, omofobico, lisergico paladino della legge della giungla metropolitana, il quale, ad ogni fottuto sorgere del sole, lo coinvolgeva in una versione sbirresca, riveduta e scorretta del Punch & Judy Show, strapazzandolo e malmenandolo finchè non riusciva a renderlo vivo e combattivo quant'altri mai, che si era inesorabilmente innamorato di lui.
Secondo un copione consolidato, quello squinternato juke-box che era la sua testa, nei momenti di confronto con la sua aggrovigliata emotività, selezionò la più scialba frase d'esordio cui avrebbe potuto far ricorso in quella situazione: "Boss, c'è qualcosa di cui dovrei parlarti... Cristiddio, ho ascoltato ammissioni di colpevolezza da parte di cinquenni sorpresi a rubare la marmellata dalla dispensa ben più incisive di questo abominio!"
Non del tutto conscio dei dissidi interiori fra l'intelletto stringente e la schizofrenia latente del proprio sottoposto, Hunt gli piantò il fascio di luce in piena faccia e buttò lì, in tono di sarcastica leggerezza: "Intendi il fatto che sei più gaio del Natale, provi un'attrazione devastante per la conturbante mascolinità ferina del sottoscritto e non vedi l'ora che ti svergini a sangue sulla prima superficie piana disponibile? Dimmi qualcosa che non so, Tyler."
In uno strabiliante tripudio intimo di sudori gelidi, sfarfallii gastrici ed acrobazie ghiandolari, degni della trepidante protagonista da romanzetto d'appendice che stava avendo il sopravvento sulla sua personalità di poliziotto intellettualoide e sentimentalmente assopito, Sam fece il debole tentativo di alzare una mano per schermarsi gli occhi abbagliati, quando la bestiale anaconda bipede lo stritolò senza pietà nelle proprie desiderabili spire, accorciando la distanza fra i loro volti, finchè il suo respiro pesante da fumatore incallito ed efferato bevitore si raffreddò a stento sulle labbra dell'altro, dischiuse in una monosillabica esclamazione esterrefatta: "Ah!"
"Per favore, niente gemiti da segretaria illibata sbattuta sulla scrivania dal principale arrapato: mi danno ai nervi!" gl'intimò il superiore, uno scintillio d'irresistibile, criminosa malizia che gli riluceva nelle iridi chiare, la trionfale nota d'inizio del requiem in onore dell'agonizzante eterosessualità del sottoposto, il quale, seppur ostacolato dalla spessa penombra e dalla stordente eccitazione del momento, non potè fare a meno di avvedersene con sguardo incredulo, mentre si afflosciava, docile, contro il fisico taurino del compagno.
"Coglione avvisato, mezzo salvato, Sammy boy" lo mise in guardia Gene, in un roco bisbiglio complice, prima di deporre l'inopportuna cavalleria ed infierire con passionale implacabilità su di lui. "Nel tempo che ci separa dall'alba, sei autorizzato ad usare la tua linguaccia pedante e bifida solo per svolgere attività estremamente stimolanti!"



FINE



Soddisfatti?
Avete appena finito di leggere la più disfunzionalmente antiromantica non-dichiarazione d'amore della storia della scrittura amatoriale!
E, qualsiasi cosa voglia dire ciò che ho appena scritto, non è poco.
Beh, prima di ogni altra cosa, mi scuso con quanti, in fondo, avevano sperato di leggere qualcosa di più... ahem, acceso fra i due, ma a che ciò avvenisse ostavano due problemi nient'affatto trascurabili, ovvero la mia congenita incapacità nel descrivere quelle scene (non che non ci abbia provato, tuttavia i risultati sono agghiaccianti ed antierotici in modo a dir poco imbarazzante), ed il preoccupante pensiero dei livelli stratosferici di perversione e/o turpiloquio cui potrebbero giungere questi due nel corso dell'atto, soprattutto un certo ispettore capo di nostra conoscenza...
Comunque, il rating basso avrebbe dovuto evitare di farvi nutrire false speranze.
*-*
Tornando a noi, iniziamo con l'ultima rassegna delle informazioni di servizio:
A) Il sovrintendente Rathbone (ep.01x07) è stato da me recuperato per evitare di inventare un nuovo personaggio apposito, che comunque sarebbe stato solo citato. Tutti gli altri che non sono mai comparsi nel telefilm, lo ripeto a scanso di orecchi da mercante in circolazione, sono di mia esclusiva proprietà, quindi appropriatevene e giuro che incorrerete in una sorte orrenda *inserire occhiata omicida qui*.
B) Avrete di certo avuto una sensazione di deja-vu nel corso della scenetta fra Hunt e Delilah alla fine del secondo spezzone, dal momento che ricorda molto da vicino quella presente nell'ep.02x07; non è stata pigrizia intellettuale: avevo in mente questo particolare passaggio sin dalla prima stesura della fiction, e allora non avevo ancora visto l'episodio incriminato. Comunque, se non posso vantare l'originalità, mi consolo con il pensiero di essere stata inconsciamente più canon del canon.
C) Epiphany è il termine con cui sia la mia insegnante d'inglese del liceo, sia il mio libro di letteratura definivano il momento topico nei racconti dei Dubliners (vedi nota apposita); non essendo io una particolare estimatrice e/o esperta degli scritti di Joyce, mi attengo a questa etichetta. Ovviamente, critiche e rettifiche sono sempre ben accette.
*-*
Ora, le finali, dolenti note:
1) Mike Hammer, serie televisiva statunitense dalla storia pluridecennale e travagliata, qui citata in riferimento alla versione degli anni '80 con Stacy Keach nelle vesti del personaggio principale, ha come protagonista un investigatore privato rude, misogino e un po' sopra le righe, secondo la paradigmatica atmosfera hard-boiled.
2) E.R., altra serie televisiva statunitense, ambientata nel pronto soccorso del County General Hospital di Chicago e famosa per il fascinoso pediatra interpretato da George Clooney.
3) I coboldi sono follettini del folklore germanico, che infestano le miniere allo scopo di disturbare il lavoro dei minatori con innumerevoli dispetti.
4) L'otre della cornamusa è, in parole povere, il sacco che viene compresso dal suonatore.
5) La Fastnet Race è una competizione velistica britannica, passata tristemente alla storia per la furiosa tempesta che travolse i concorrenti nel 1979, all'altezza dell'English Channel, causando quindici vittime e la distruzione di un gran numero di imbarcazioni; la SV Grimalkin qui citata è al centro di due libri sull'argomento, "Fastnet, Force 10" (John Rousmaniere) e "Left for Dead" (Nick Ward).
6) "La Piccola Bottega degli Orrori" è un film americano del 1960, incentrato sulla surreale vicenda di una pianta carnivora e del suo creatore.
7) I primi tentativi di penetrazione romana in Britannia risalgono alla metà del I sec. a.C., sotto il comando di Cesare, giusto per dare un'idea di quanto potesse essere lungo l'infame elenco ululato da Hunt.
8) Alfred, Lord Tennyson, poeta laureato e autore, fra le altre opere, del poema in blank verse "Ulysses", in cui l'eroe eponimo, invecchiato e riunitosi ai propri cari, continua a struggersi nel desiderio di ricominciare i propri viaggi per mare. La motivazione del perchè, nella versione omerica della vicenda, Ulisse non tappò anche le proprie orecchie durante la navigazione nei pressi dello scoglio delle Sirene venne data dalla mia insegnante di greco del liceo e, siccome mi è sempre parsa alquanto convincente, non ho esitato a servirmene, soprattutto perchè in bocca ad un personaggio come Maugham...
9) Per chi non fosse un conoscitore del film di Ridley Scott (grazie, Ariel!) "Blade Runner", Nexus è uno spietato cacciatore di replicanti (macchine in tutto e per tutto simili all'uomo, schiavizzate dagli umani, che si ribellano sostituendosi a loro), che lascia sul luogo delle proprie azioni un origami a forma di cavallo. E sì, proprio quello utilizzato dall'omonima casa cinematografica.
10) Le isole Falkland sono un possedimento della Corona inglese dirimpetto all'Argentina, che infatti ne rivendica il possesso; la guerra fra inglesi ed argentini combattuta in quell'arcipelago fa da sfondo alla seconda stagione di "Ashes to Ashes".
11) Siam è stato il nome della Thailandia prima del 1939 e, in seguito, fra il 1945 e il 1949.   
12) MP è la sigla con cui si indica un membro del parlamento inglese; Call Me God è l'acrostico scherzoso affibbiato all'onorificenza rifiutata da Maugham (CMG) nella sit-com britannica degli anni '80 "Yes, Minster!".
13) Phileas Fogg è il gentiluomo inglese protagonista del celeberrimo "Il Giro del Mondo in Ottanta Giorni" di Jules Verne.
14) The Dubliners è il titolo originale della raccolta di racconti di James Joyce "Gente di Dublino"; inutile sottolineare che condivido l'avversione di Sam per questo scritto.
15) Jerusalem, inno britannico scritto da Hubert Parry ed ispirato ad un componimento di William Blake, è considerato una canzone assai patriottica. L'idea mi è stata data dal meraviglioso "Calendar Girls", il quale, oltre ad essere meritevole di per sè, ha, nel ruolo del fotografo, il nostro noto Philip Glenister.
16) Chi di voi non ha mai visto un anime in cui, almeno in un episodio, i/le protagonisti/e non si sono cimentati nella caccia al pesce rosso con il retino durante una qualche festa tradizionale, alzi la mano!
17) La (non tanto) dolce Mary è la protagonista del romanzo per ragazzi "The Secret Garden" di Frances Hodgson Burnett, autrice degli altrettanto famosi "A Little Princess" e "Little Lord Fauntleroy".
18) Gli scacchi dell'isola di Lewis, rinvenuti nell'omonima isola delle Ebridi, costituiscono un set da gioco medievale in avorio e sono conservati in parte al British Museum (Londra) e in parte al Museum of Scotland (Edinburgo).
19) La Bibbia di William Tyndale è davvero un'opera d'inestimabile valore, poichè si tratta della prima traduzione in volgare inglese messa in circolazione ed eseguita a partire dai testi originali in ebraico, aramaico e greco. Sebbene sia poi stata in parte riutilizzata per la versioni ufficiali approvate dalla Corona, le traduzioni originali vennero bruciate al tempo della condanna a morte del loro autore, pertanto si tratta di pezzi rarissimi e quasi leggendari (come insegna l'episodio di "Midsomer Murders" The Magician's Nephew).
20) Christie's è la nota casa d'aste londinese.
21) Il Codice Atlantico è la messe di scritti miscellanei di Leonardo da Vinci, un corpus smembrato in tutto il pianeta fra musei e collezionisti privati.
22) Il meticoloso professor Fowler, oltre ad essere un estimatore di James Joyce, è anche un dantologo all'ennesima potenza come la sottoscritta, poichè conoscere l'esistenza del Fiore, opera giovanile e vituperata del Sommo Dante Alighieri, è da veri intenditori!
Tuttavia, dopo aver scoperto che era noto anche ad un insegnante della High School hawaiana (sì, avete letto bene) in cui una mia ex-compagna di scuola ha svolto uno scambio culturale, non mi sembrava così campato in aria citarlo... e poi, non potevo perdermi la battutaccia di Geney al riguardo!
23) Il Punch & Judy Show è uno spettacolo di marionette molto in voga in Inghilterra, in cui i due pupazzi protagonisti passano la maggior parte del tempo a sbeffeggiarsi e pestarsi di santa ragione.
*-*
Che dire? Non credevo sarei arrivata viva a questo punto!
Scherzi a parte, penso che mi prenderò una pausa dalle vicissitudini di questi due soggetti pericolosi, perchè sono fantastici, ma anche tanto, tanto impegnativi, e io voglio dare sempre il meglio, nelle mie opere...
Ciò non significa che io non possa tornare sul luogo del delitto, prima o poi, esami e tesi incombente permettendo!
Quindi, ogni tanto, date un'occhiata al mio profilo autore, potreste trovare delle sorprese...
*-*
Ringrazio di cuore Bluesmoke ed arielerial, mie fedeli lettrici e recensitrici (ok, non è il termine tecnico corretto, ma va bene lo stesso): probabilmente, quando leggerete questo capitolo, io sarò in viaggio per la terra nemica (leggi: in vacanza in Francia), perciò risponderò alle vostre recensioni (perchè ci saranno, vero?) una volta tornata, via messaggio privato.
P. S. per ariel: hai ricevuto la mia mail? Se no, fammi un fischio (informatico) ed appena torno te la rimando.
Un ringraziamento anche a chi ha letto soltanto e a chi leggerà, nella speranza che anche voi lasciate una piccola traccia del vostro passaggio in questi lidi...
Siccome sono una frana con i congedi (non è un addio, ma un arrivederci), vi lascio con la parte finale della citazione usata per questo capitolo, molto adatta alla circostanza:
"(...) Ci siamo interessati a tante cose, e spesso ci siamo sentiti un po' stanchi. Ma, dopotutto, ci siamo divertiti, e ci rincresce che il viaggio sia finito."

Alla prossima!^^*
   
 
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