Capitolo 23 – Neo Freezer
Confidential,
Parte 12 – Anno 2, 41 Pratile/5 Termidoro
Si
voltarono, rispondendo all’invito dell’uomo, che
porse loro una mano: “Unitevi
a noi. Non siamo da soli, nell’Universo.”
Vegeta
si raddrizzò. Un pensiero sconnesso riaffiorò
nella sua mente, l’immagine di un
uomo morto, quasi identico a Hylo, accasciato su una scrivania
finemente
decorata, con un buco nel petto. Vegeta allontanò Mirk, le
lasciò la mano, e
tornò ad essere teso. Un dubbio prese il sopravvento sui
suoi pensieri, la
sequenza disordinata degli eventi a cui aveva assistito lo confondeva.
In cerca
di un pensiero coerente, chiese circospetto all’uomo:
“Perché allora lo hai
ucciso, tuo padre?”
Hylo
trasalì. Corrugò la fronte e in un singolo
istante si fece tetro in volto,
furioso, spalancò la bocca, inspirò, come per
urlare, offeso dalle parole di
Vegeta. Poi si udì un sibilo fendere l’aria
pesante di quella stanza. L’uomo
non parlò più. Portò una mano tremante
al busto, rantoli di dolore traballavano
nella sua gola, si strinse lo petto. Un foro bruno, profondo, si era
incuneato
sul torace di Hylo. Il Cariophilo cadde all’indietro,
trascinato dall’inerzia
dell’attacco appena subito, un invisibile, velocissimo fascio
di energia, e sbatté
contro il muro, vomitando sangue verde sul pavimento. Spirò
un ultimo, acuto
respiro, e morì.
Vegeta
fece giusto in tempo ad ascoltare il proprio istinto: voltò
il capo per cercare
chi, alle sue spalle, aveva assassinato dalla distanza il ribelle. Vide
soltanto un’ombra scattare nella sua direzione.
Alzò le mani, fece per
indietreggiare e rispondere all’aggressione, ma non fu
necessario: non era lui
l’obiettivo della figura. Seguì i suoi movimenti,
ma fu troppo tardi. Mirk
cadde a terra mentre stringeva sofferente il proprio ventre. Gladyolo
si
raddrizzò sopra la compagna ormai svenuta. Il cuore di
Vegeta palpitò incerto,
la vista del saiyan sembrava velare la realtà di nebbia, ma
quello di fronte a
lui era senza dubbio Gladyolo.
“Mi
stai prendendo in giro, vero, Vegeta?” Il ragazzo gli
parlava, senza guardarlo
in volto. Non indossava lo scouter, perché teneva in mano
l’apparecchio.
Passeggiò lentamente per la stanza, esaminando gli scaffali
ancora appesi alle
pareti. Il fruscio dei suoi passi sulla polvere di cemento rimbombava
nella
stanza semivuota.
“Sei
impazzito? Perché hai colpito Mirk?” Il saiyan si
avvicinò alla ragazza stesa
in terra. Vide che respirava, ma non se la sentì di
distogliere lo sguardo dal
ragazzo biondo. Dovette accontentarsi di una prima impressione.
“Adesso
ti metti anche a contrattare con i ribelli?”
Sull’orlo di una risata isterica,
Gladyolo si fermò di fronte al fucile a gluoni. Lo prese dal
ripiano su cui era
stato abbandonato, lo ispezionò accuratamente, passando una
mano lungo il suo
profilo. Notò divertito che l’arma fosse ancora
disattivata. Poi afferrò l’oggetto
per le estremità, strinse forte le mani, e la
piegò come se fosse fatta di gomma.
Si udì il fremito dolente del metallo divelto.
Sbuffò, annoiato, e gettò con
noncuranza il fucile ai piedi di Vegeta.
“Che…
che stai facendo? Hai distrutto il fucile!” Le intenzioni di
Gladyolo non gli
furono per nulla chiare.
“Non
serve più. Ora nessun altro dovrà essere
ucciso.”
“Hai
completamente perso la ragione, idiota?”
“IO?
TU DISOBBEDISCI ANCORA AGLI ORDINI, FAI DI TESTA TUA, E TI METTI A PURE
PATTEGGIARE
CON UNO STUPIDO RIBELLE! QUI, IN CASA DI FREEZER!”
“Sei
impazzito!”
“Ora
bastano le belle parole di una ragazza per distoglierti dalla tua
arroganza,
Vegeta!? Quando sei diventato così debole?”
Vegeta
balzò rabbioso in avanti, attaccò il terreno e
caricò un pugno. Nel giro di un
istante si ritrovò schiacciato contro il muro, completamente
immobile, con una
mano stretta attorno al proprio collo. Gladyolo lo aveva sopraffatto, e
lui non
era nemmeno riuscito a vedere come.
Gli
occhi del principe di Pyaneta brillavano inquietanti, di una pallida
luce
argentata. Un vento inesistente scompigliava i suoi capelli, debolmente
rilucenti in uno spettrale barlume lattiginoso. Vegeta tentò
di divincolarsi,
agitò gli arti con forza, ma non produsse alcun effetto. Una
prigione
invisibile, ineluttabile, indistruttibile, si era cristallizzata
attorno al suo
corpo.
“Io
sono stanco di stare dietro alle tue stronzate, Vegeta. –
lamentò Gladyolo a
denti stretti – Ti ho detto di stare alle regole, di darmi
ascolto, soltanto un
minimo, non ti ho chiesto di fare il bravo ragazzo. Ma tu continui,
imperterrito, a fare di testa tua! Sei solo un giocattolino difettoso,
rimpiazzabile, e francamente non ho più voglia di
ricordartelo.”
Strinse
sempre di più le dita attorno al collo di Vegeta premendolo
contro la parete.
Vegeta cominciò a singhiozzare in cerca di ossigeno.
Gladyolo lo sfidava con lo
sguardo, lo minacciava con la rabbia degna di un saiyan. E poi, nei
suoi occhi,
intravide una nota di paura. Allentò la presa, e Vegeta
cadde al suolo, in
ginocchio, tossì con la gola in pezzi.
“Fai
ancora di testa tua, e verrai rimosso. Io non ti salverò il
culo ancora una
volta.”
Il
suono di una sirena penetrò attraverso le pareti
danneggiate. Gladyolo porto lo
scouter all’orecchio: “Ispettore? Sì,
sono io. Abbiamo eliminato i colpevoli.
Lascio a lei il resto. Sì, grazie.” E se ne
andò senza dire altro, abbandonò la
stanza a un funebre silenzio. Vegeta si rialzò, lentamente
barcollò verso Mirk,
la agitò tentando di risvegliarla. La ragazza emise un
rantolo quando il saiyan
la sollevò per un braccio, e poco a poco riprese coscienza.
Mezzi intorpiditi
si trascinarono fuori dalla casa, ormai ridotta ad un cumulo di macerie.
“Lord
Freezer.”
Una
voce metallica, spezzata dal ritmo elettrico di un filtro,
invocò il nome
dell’imperatore. Un’ombra era apparsa sulla
sommità di un edificio vicino a
quella che, fino a pochi minuti prima, era la villa inabitata dai
ribelli di
Carioph. Protetta da un mantello violaceo, attraversato da ricami
triangolari,
era invisibile nella buia notte del deserto. Si abbassò,
osservando da lontano
i movimenti degli studenti del N.I.S.B.A.. In silenzio, attese una
risposta dal
proprio scouter bianco, unico lume nel suo completo di tenebra
“Su,
su, voi! Qui dobbiamo lavorare, noi!” L’ispettore
Pomfritz, nonostante l’ora
tarda, sprizzava energia da tutti i pori. “Su ragazzi, voi!
Caricate questi
cadaveri, voi! Ehi, rappresentante, lei! Quanti ce ne sono, di
loro?”
Gladyolo
lo superò velocemente. “Nove.” Disse
soltanto, poi si circondò di ki e spiccò
il volo. Pomfritz allora salutò contento la processione dei
coraggiosi soldati
che avevano finalmente sgominato la minaccia rappresentata dai ribelli:
“Ben
fatto, voi, avete davvero compiuto un ottimo lavoro, voi.”
Incontrò di nuovo i
volti compiaciuti di Radish e Pump, che lo salutarono con un sorriso;
Bueno lo
omaggiò con un’energica stretta di mano, e
l’ispettore ricambiò soddisfatto.
“Allora,
agente? Spero che ci siano novità.” La voce
dell’imperatore gracchiò attraverso
lo scouter dell’ombra.
“Sì,
mio signore.”
Forse
per abitudine, il fantasma viola si inchinò di fronte al
nulla. Scrutava gli
studenti mentre abbandonavano la villa devastata dallo scontro:
“La minaccia
ribelle è stata eliminata.”
Nonostante
la voce elettronica, trasparì una nota divertita dalle
parole della tetra
figura.
“Ehilà,
voi! Su con il morale, tu, avete fatto un ottimo servizio
all’Impero, voi.”
Vegeta
non grugnì nemmeno in risposta all’entusiasmo
dell’ispettore. Piano piano
zoppicava per i ruderi, portando Mirk con sé, ancora
intontita.
“Nadiapi,
vieni qui, tu! Qua sotto ce n’è un altro,
lui!”
Entrò
nella stanza dalla quale era appena uscito il principe dei saiyan.
Subito vide
il corpo senza vita del comandante dei ribelli. Per lui non era stato
altro che
il mandante di tutti quegli omicidi. Ora era soltanto
l’ennesimo corpo da
eliminare.
“Fu
fu fu… Eccellente! Alla fine, si è risolto tutto
nel migliore dei modi… O mi
sbaglio?”
“Mio
signore?”
“Che
cosa mi dici… dell’Emblema? Dopotutto, hanno perso
molti dei loro membri
nell’ultimo periodo, non è
così?”
“Sì,
Lord Freezer. Ho ricevuto notizie di una crisi interna. La successione
del
direttore è compromessa. Molti affiliati hanno abbandonato
la propria posizione
nel Silver Emblem.”
“Oh…
È magnifico! Quel covo di dissidenti cominciava a essere una
spina nel fianco!
Avevano sempre fatto di testa loro, dopotutto.”
“Capisco,
mio signore.”
Pomfritz
si avvicinò al nono cadavere. Estrasse dal taschino sul
petto un palmare, e vi
strisciò sopra le dita. Guardò il ribelle
deceduto, poi un’immagine sul palmare,
il fotogramma di una registrazione ripresa da una telecamera:
“Deve essere
questo, lui, quell’Hylo, lui. Portiamolo via e andiamo a
casa, noi!” Aiutò il
collega a sollevare le spoglie dell’uomo. Lo
allontanò dalla parete, una larga
lastra di cemento, attraversata da mille crepe, con un paio di mensole
sporche.
Pomfritz fu troppo distratto e non si curò di esaminare il
luogo, né di
osservare il muro alle spalle della salma; ma al centro della parete
grigia,
coronato da un anello di braci ancora crepitanti, si era formato, in
silenzio,
un nero disco di cenere.
Note
dell’Autore:
Si
conclude così il capitolo più lungo che io abbia
mai scritto, talmente lungo
che si potrebbe considerare una storia a parte. In ogni caso spero che
vi sia
piaciuto, e che non si sia protratto più del necessario.
Nel
capitolo sono state approfondite molte relazioni tra i vari personaggi,
e ho
trovato più volte difficoltà nel far interagire
un ensemble tanto grande. In
particolare spero che sia cambiata la figura di Gladyolo
perché, assieme a
Mirk, fa parte del fulcro della trama di questo secondo libro. Se prima
mi
stava moderatamente antipatico, ora lo detesto un pochetto. E per
fortuna è
proprio questo il ruolo del personaggio: è un antagonista.
Ci
sarebbe molto altro da dire su questo capitolo e su come
proseguirà la storia,
ma immagino che i miei sproloqui non siano particolarmente interessanti.
La
settimana prossima pubblicherò una one-shot inerente a
Dragon Ball Sottozero e
incentrata su Bardack, giusto per spezzare un po’ da questo
capitolone. Il
prossimo capitolo della storia principale invece
riguarderà… il torneo di arti
marziali! Sì, è passato un anno
dall’ultimo torneo. Spero che continuiate a
seguirmi fino alla fine di questo lungo secondo anno, e poi oltre, fino
alla
fine della storia. Grazie mille per avermi seguito fin qui, e mi
raccomando:
non perdetevi assolutamente il seguito!
P.S.:
su consiglio della magnifica e inarrivabile sese87, e per amor Vostro,
visto
che questa fanfiction pare non aver mai fine, ho inserito e
inserirò ogni tanto
dei riassunti nella fanfiction, in puro stile Evergreen Edition. Non ne
metterò
molti, circa uno ogni sei mesi di pubblicazione mi sembra adeguato.
Però è
davvero un’ottima idea!
Ora andate a
leggere le storie di sese87.
|