Oggi
voglio arrivare al sodo. Quindi un ringraziamento e un saluto veloce a tutti
quanti, soprattutto a chi commenta, e a chi ha messo questa storia tra i
preferiti e nelle seguite, naturalmente i ringraziamenti vanno anche a chi si
limita a leggere… un commentino non farebbe male però… sembrate una banda di Uchiha.
E fatevi quattro risate!!! Hihihi Ciao a tutti. XDXD.
La
storia di reika hutomi.
Deidara
padre (cap.3)
Inizio Secondo Tempo.
Anche
io poi tornai a casa. Raccontai a mia madre di Debhora.
Io ero
entusiasto mentre le raccontavo della ragazza.
Dovevate vedermi: sembravo un bambino felice di vedere il suo aquilone volare.
Mia
madre notò subito la mia felicità e senza indugi mi disse che potevo uscire con
lei. Io invece credevo che quella sera stessa Debhi
non sarebbe venuta perciò sperai in cuor mio di rivederla.
Tutta
la giornata passò presto e divenuta sera salutai mia madre e la mia sorellina
per raggiungere il fiume. Mi vestii più carino delle altre volte ma arrivato al
fiume lei non c’era, o almeno non ancora.
Mi
sedetti sull’erba e fissai l’acqua che scrosciava dolce nel canale; mi vennero
in mente i suoi occhi, il suo viso, il suo corpo, la sua voce e volendo anche
il suo profumo, un profumo di gigli, rari nel mio villaggio.
Mi stesi
sull’erba, rilassandomi; chiusi gli occhi e mi lasciai avvolgere dal profumo
della natura.
Passò
più di un’ora, e di lei neanche l’ombra. Avevo ormai perso tutte le speranze
quando sentii dei passi incerti calpestare l’erba dietro di me. Io mi misi composto
e mi girai quando la rividi: era magnifica, il suo kimono lilla con gigli
disegnati sopra era davvero un incanto.
-Ciao
Deidara-san- mi salutò.
E io
rimasi ancora una volta incantato da Madre Natura.
Si
sedette al mio fianco e timidamente mi toccò una mano…
sentivo i suoi gesti incerti così gliela presi e me la portai alle labbra
baciandola, così forse si sarebbe sentita più sicura.
-Ciao
Debhora-chan, scusami, sono proprio un maleducato…-
-Perché
mai?-
-Perché
non ti ho salutato-
-Non
ti preoccupare- mi sorrise di nuovo.
-Come
hai fatto a venire?- le chiesi curioso.
-Ho
detto a mio padre di aver conosciuto una ragazza e siamo diventate subito
amiche. Mi spiace ma non potevo dirgli di un ragazzo altrimenti non mi avrebbe
fatto uscire-
-Capisco… tuo padre è molto severo-
-Già…-
Successivamente
sopraggiunse un silenzio imbarazzante e nessuno dei due si decideva a proferire
parola così iniziai a falre domande personali per
conoscerla più a fondo; anche lei mi fece le sue domande senza paura e io
felice di quella serata in sua compagnia le rispondevo con garbo.
Osservammo
poi il cielo, la luna e le stelle… uno spettacolo
senza confini.
Mi
girai verso di lei e notai che guardava le stelle con sguardo malinconico,
perciò le strinsi una mano per farla tornare alla realtà.
-Debhi-chan che hai?-
-Nulla
di che…-
-Di
me puoi fidarti.
-Nulla
è che da quando mia madre è morta mio padre mi ha sempre detto che la mamma era
diventata una stella così ogni sera poteva guardarmi da lassù. Non sapevo però,
che ci fossero così tante stelle e mi domandavo se tra le tante questa sera ci
fosse anche lei a guardarmi in tua compagnia…-
-Capisco,
mi dispiace per tua madre, sono sicuro che ora ci sta osservando e ci starà
anche sorridendo pensando che la sua bambina ora è cresciuta, pensando che si è
trovata un bravo ragazzo, e spera tanto di vedere i suoi nipotini da sopra una
di quelle bellissime stelle…-
-Grazie!-
-Ma
no, figurati! Non voglio vederti infelice e farò di tutto perché tu sorrida
sempre- lei arrossì per le mie parole e sorrise.
I
nostri occhi si guardarono a lungo e lei rimase immobile come in attesa di
qualcosa, mentre io volevo baciarla.
Le sue
labbra rosa erano così invitanti; mi avvicinai piano piano
e la vidi socchiudere gli occhi, ecco cosa voleva. Voleva che la baciassi e
quando sentii le mie labbra premere contro le sue mi sentii in estasi e
dolcemente socchiusi la bocca per far posto a una lingua assetata di lei;
rimanemmo per un bel po’ a baciarci… sentivo di
volerla, possederla, renderla mia e di nessun altro, ma mente e cuore mi
suggerirono di non andare di fretta così dal bacio tolsi la lingua che si era
intrecciata con la sua separandomi dalle sue labbra.
-Quanto
mi piaci!- le dissi preda di strane sensazioni.
-Anche
tu mi piaci e mi sei piaciuto dal primo istante; pensai subito eccolo… il mio principe azzurro, biondo dagli occhi
blu marino-
-Che
dolce che sei-
-Tu
lo sei più di me…- mi disse a bassa voce arrossendo e
guardando altrove, e sorrise con una luce languida negli occhi, sembrava un
cerbiatto.
Io con
due dita le presi il mento e la girai verso di me…
lei mi guardò e io le accarezzai il viso: la fronte, il contorno delle guance,
del mento… le mie dita seguirono gli zigomi del suo
volto così perfetto: le sopracciglia sottili, gli occhi, il naso e le labbra… volevo mettere a fuoco il suo viso per non
dimenticarlo mai più.
Lei si
fece accarezzare dai miei gesti, senza obiettare e forse nel suo cuore non
vedeva l’ora di essere mia.
Ma non
volevo metterle fretta, era passata solo un’ora da quando ci siamo rincontrati.
A mia
grande sorpresa lei con una mano mi fermò quella con cui la stavo accarezzando
le guance, mi si avvicina e mi bacia di nuovo.
Ora
era un bacio più passionale e sentivo il suo kimono premere sui miei abiti, le
sue braccia cingermi il collo. Ero talmente rilassato che caddi all’indietro
sull’erba; rimasi steso e continuammo a baciarci.
Mi
sembrava fin troppo ovvio che entrambi volevamo la stessa cosa così continuai
ad accarezzarle una guancia, poi l’altra, poi insaziato rimisi seduto mentre
lei era a cavalcioni su di me; scesi più giù a baciarle il collo, lei invece
fece spazio alla mia bocca spostandosi gli adorabili capelli dietro la schiena
tenendo il collo teso all’indietro e gli occhi chiusa.
Una
mia mano navigò sotto il suo kimono accarezzandole glutei e cosce. L’altra mano
invece era impegnata a scioglierle il fiocco dietro la schiena che in breve
tempo raggiunse l’erba e io potei ammirare al meglio la sua pelle nuda che fino
a poco fa era nascosta. Il suo seno, nonostante fosse piccolo, mi ricordava due
frutti maturi pronti per essere raccolti e assaporati…
mi deliziavo della sua visione e lentamente sentii qualcosa fremermi tra le
gambe e un calore immenso invadermi tutto.
Lei
stufa di vedermi ancora vestito mi tolse la camicia che mi scopriva un po’ il
petto e una volta tolta quella, si strinse a me abbracciandomi forte.
-Deidara-kun?-
-Si?-
-Ho
paura…- mi disse tremando e io ricambiai l’abbraccio.
Non
volevo privarla di qualcosa di così importante se non fosse stata lei a
chiedermi di voler fare l’amore, perciò glielo spiegai tenendola tra le mie
braccia, rassicurandola. Lei annuì lievemente, poi mi disse di volermi. Io
allora capii che si stava fidando di me, e non avrei di certo ingannato un
angelo come lei.
Così,
privati dei nostri indumenti, la stesi al suolo e la baciai ancora: le mie
labbra contro le sue e le nostre lingue rintrecciarsi,
la mia bocca gustare il suo mento per poi scendere sul suo caldo collo, e
infine ancora più giù sul suo seno, piccolo, sodo…
Piccole carni per un piccolo predatore.
Il mio
corpo sul suo cercava di farsi spazio tra le sue piccole e graziose gambe alla
ricerca della tanta attesa purezza… Che poi da
premettere, nonostante anche per me fosse la prima volta lavoravo d’istinto e riuscivo
a sentirla gemere sotto di me e bearsi di ogni mio minimo tocco o assaggio.
Le
nostre anime poi si unirono e complici, volammo sino in Paradiso.
Entrambi
fummo scossi dal dolore che si tramutò in estremo piacere e vidi la sua purezza
perdersi sull’erba in una piccola pozza di sangue.
Successivamente
ci staccammo l’uno dall’altro e lei si appoggiò sul mio petto; i nostri corpi
ansimavano e entrambi eravamo molto sudati. Io ero compiaciuto della mia prima
volta e sentivo nel mio cuore di amare profondamente quella donna.
-Wow… fantastico!- dissi a bassa voce guardando
il cielo.
-Deidara-kun?-
-Dimmi
pulcina-
-So
che è ancora presto, ma… io ti amo!-
-Non
ci crederai piccola mia ma anche io ti amo-
Sorridemmo
e dopo esserci riposati ci lavammo nel ruscello. Ci abbracciammo e continuammo
a baciarsi.
-Deidara-kun sai che ore sono?- mi chiese
all’improvviso.
-Certo!-
mi allungai sul prato per afferrare il mio orologio da polso. –Cazzo! Quanto è tardi!!- fu tutto quello che riuscii a
dire quando vidi l’orario: era mezzanotte circa.
-Perché?
Che ore sono?- mi domandò insistente e preoccupata della mia reazione e io la
informai.
Di
fretta e furia uscimmo dal fiume per asciugarci e rivestirci.
Per
fortuna lei si era legata i capelli e non se li era bagnati, così il padre non
avrebbe potuto insospettirsi e io l’avrei rivista nei giorni a venire.
Una
volta rivestiti ci baciammo per l’ennesima volta.
-Angelo,
quando ci rivedremo?- le chiesi.
-Non
saprei, questa sera è stata bellissima e io ti amo tanto. Voglio rimanere con
te, non voglio tornare a casa-
-Si
amore capisco, anche io lascerei tutto per te, lo sai…
ma non possiamo. Le nostre famiglie ci aspettano-
-E
allora quando ci potremo rivedere??-
-Spero
il più presto possibile. Ora ti do il mio numero così potrai chiamarmi quando
vuoi e metterci d’accordo per vederci con più calma- le scrissi il mio numero
su un foglietto che lei nascose nel petto.
Ci
baciammo ancora, infine ci salutammo e tornammo ognuno a casa propria.
Col
passare dei giorni non seppi più nulla di lei e iniziai a sentirmi male, vuoto
senza il mio angelo.
Fine Secondo Tempo.
Che
ne dite di quest’altro capitolo? Bhè lo so che c’è
del sesso ma non ho voluto raccontarlo volgarmente perciò mi sono espressa
romanticamente e soprattutto sotto il punto di vista di Deidara.
So anche che forse la storia di Deidara è un po’
noiosa sotto certi aspetti, ma fate come quel bravo ragazzo di Tobi (NdTobi Tobi is a good boy. Io sono un bravo
ragazzo!) (NdA si certo…)
dovete solo pazientare 1 po’ e poi… vi conviene
seguirmi sempre per non rimanere indietro, anche perché dal prossimo capitolo
per Deidara inizieranno i veri problemi.
Ciao
e grazie a tutti. Al prossimo capituoloOoOoOoOuOoLoOoOoOo..