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Autore: Reika_Hutomi91    01/09/2009    2 recensioni
Una feroce guerra rade al suolo il villaggio delle Stelle, un pacifico villaggio a nord di Suuna; sembra non essersi salvato nessuno. Il giorno successivo 2 membri dell’Akatsuki arrivano al villaggio distrutto. I due controllano tutto il villaggio per vedere se ci sono superstiti, a un certo punto si fermano perché sentono il piano di un bimbetto o bimbetta.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Oggi voglio arrivare al sodo. Quindi un ringraziamento e un saluto veloce a tutti quanti, soprattutto a chi commenta, e a chi ha messo questa storia tra i preferiti e nelle seguite, naturalmente i ringraziamenti vanno anche a chi si limita a leggere… un commentino non farebbe male però… sembrate una banda di Uchiha. E fatevi quattro risate!!! Hihihi Ciao a tutti. XDXD.

La storia di reika hutomi.

Deidara padre (cap.3)

Inizio Secondo Tempo.

Anche io poi tornai a casa. Raccontai a mia madre di Debhora.

Io ero entusiasto mentre le raccontavo della ragazza. Dovevate vedermi: sembravo un bambino felice di vedere il suo aquilone volare.

Mia madre notò subito la mia felicità e senza indugi mi disse che potevo uscire con lei. Io invece credevo che quella sera stessa Debhi non sarebbe venuta perciò sperai in cuor mio di rivederla.

Tutta la giornata passò presto e divenuta sera salutai mia madre e la mia sorellina per raggiungere il fiume. Mi vestii più carino delle altre volte ma arrivato al fiume lei non c’era, o almeno non ancora.

Mi sedetti sull’erba e fissai l’acqua che scrosciava dolce nel canale; mi vennero in mente i suoi occhi, il suo viso, il suo corpo, la sua voce e volendo anche il suo profumo, un profumo di gigli, rari nel mio villaggio.

Mi stesi sull’erba, rilassandomi; chiusi gli occhi e mi lasciai avvolgere dal profumo della natura.

Passò più di un’ora, e di lei neanche l’ombra. Avevo ormai perso tutte le speranze quando sentii dei passi incerti calpestare l’erba dietro di me. Io mi misi composto e mi girai quando la rividi: era magnifica, il suo kimono lilla con gigli disegnati sopra era davvero un incanto.

-Ciao Deidara-san- mi salutò.

E io rimasi ancora una volta incantato da Madre Natura.

Si sedette al mio fianco e timidamente mi toccò una mano… sentivo i suoi gesti incerti così gliela presi e me la portai alle labbra baciandola, così forse si sarebbe sentita più sicura.

-Ciao Debhora-chan, scusami, sono proprio un maleducato…-

-Perché mai?-

-Perché non ti ho salutato-

-Non ti preoccupare- mi sorrise di nuovo.

-Come hai fatto a venire?- le chiesi curioso.

-Ho detto a mio padre di aver conosciuto una ragazza e siamo diventate subito amiche. Mi spiace ma non potevo dirgli di un ragazzo altrimenti non mi avrebbe fatto uscire-

-Capisco… tuo padre è molto severo-

-Già…-

Successivamente sopraggiunse un silenzio imbarazzante e nessuno dei due si decideva a proferire parola così iniziai a falre domande personali per conoscerla più a fondo; anche lei mi fece le sue domande senza paura e io felice di quella serata in sua compagnia le rispondevo con garbo.

Osservammo poi il cielo, la luna e le stelle… uno spettacolo senza confini.

Mi girai verso di lei e notai che guardava le stelle con sguardo malinconico, perciò le strinsi una mano per farla tornare alla realtà.

-Debhi-chan che hai?-

-Nulla di che…-

-Di me puoi fidarti.

-Nulla è che da quando mia madre è morta mio padre mi ha sempre detto che la mamma era diventata una stella così ogni sera poteva guardarmi da lassù. Non sapevo però, che ci fossero così tante stelle e mi domandavo se tra le tante questa sera ci fosse anche lei a guardarmi in tua compagnia…-

-Capisco, mi dispiace per tua madre, sono sicuro che ora ci sta osservando e ci starà anche sorridendo pensando che la sua bambina ora è cresciuta, pensando che si è trovata un bravo ragazzo, e spera tanto di vedere i suoi nipotini da sopra una di quelle bellissime stelle…-

-Grazie!-

-Ma no, figurati! Non voglio vederti infelice e farò di tutto perché tu sorrida sempre- lei arrossì per le mie parole e sorrise.

I nostri occhi si guardarono a lungo e lei rimase immobile come in attesa di qualcosa, mentre io volevo baciarla.

Le sue labbra rosa erano così invitanti; mi avvicinai piano piano e la vidi socchiudere gli occhi, ecco cosa voleva. Voleva che la baciassi e quando sentii le mie labbra premere contro le sue mi sentii in estasi e dolcemente socchiusi la bocca per far posto a una lingua assetata di lei; rimanemmo per un bel po’ a baciarci… sentivo di volerla, possederla, renderla mia e di nessun altro, ma mente e cuore mi suggerirono di non andare di fretta così dal bacio tolsi la lingua che si era intrecciata con la sua separandomi dalle sue labbra.

-Quanto mi piaci!- le dissi preda di strane sensazioni.

-Anche tu mi piaci e mi sei piaciuto dal primo istante; pensai subito eccolo… il mio principe azzurro, biondo dagli occhi blu marino-

-Che dolce che sei-

-Tu lo sei più di me…- mi disse a bassa voce arrossendo e guardando altrove, e sorrise con una luce languida negli occhi, sembrava un cerbiatto.

Io con due dita le presi il mento e la girai verso di me… lei mi guardò e io le accarezzai il viso: la fronte, il contorno delle guance, del mento… le mie dita seguirono gli zigomi del suo volto così perfetto: le sopracciglia sottili, gli occhi, il naso e le labbra… volevo mettere a fuoco il suo viso per non dimenticarlo mai più.

Lei si fece accarezzare dai miei gesti, senza obiettare e forse nel suo cuore non vedeva l’ora di essere mia.

Ma non volevo metterle fretta, era passata solo un’ora da quando ci siamo rincontrati.

A mia grande sorpresa lei con una mano mi fermò quella con cui la stavo accarezzando le guance, mi si avvicina e mi bacia di nuovo.

Ora era un bacio più passionale e sentivo il suo kimono premere sui miei abiti, le sue braccia cingermi il collo. Ero talmente rilassato che caddi all’indietro sull’erba; rimasi steso e continuammo a baciarci.

Mi sembrava fin troppo ovvio che entrambi volevamo la stessa cosa così continuai ad accarezzarle una guancia, poi l’altra, poi insaziato rimisi seduto mentre lei era a cavalcioni su di me; scesi più giù a baciarle il collo, lei invece fece spazio alla mia bocca spostandosi gli adorabili capelli dietro la schiena tenendo il collo teso all’indietro e gli occhi chiusa.

Una mia mano navigò sotto il suo kimono accarezzandole glutei e cosce. L’altra mano invece era impegnata a scioglierle il fiocco dietro la schiena che in breve tempo raggiunse l’erba e io potei ammirare al meglio la sua pelle nuda che fino a poco fa era nascosta. Il suo seno, nonostante fosse piccolo, mi ricordava due frutti maturi pronti per essere raccolti e assaporati… mi deliziavo della sua visione e lentamente sentii qualcosa fremermi tra le gambe e un calore immenso invadermi tutto.

Lei stufa di vedermi ancora vestito mi tolse la camicia che mi scopriva un po’ il petto e una volta tolta quella, si strinse a me abbracciandomi forte.

-Deidara-kun?-

-Si?-

-Ho paura…- mi disse tremando e io ricambiai l’abbraccio.

Non volevo privarla di qualcosa di così importante se non fosse stata lei a chiedermi di voler fare l’amore, perciò glielo spiegai tenendola tra le mie braccia, rassicurandola. Lei annuì lievemente, poi mi disse di volermi. Io allora capii che si stava fidando di me, e non avrei di certo ingannato un angelo come lei.

Così, privati dei nostri indumenti, la stesi al suolo e la baciai ancora: le mie labbra contro le sue e le nostre lingue rintrecciarsi, la mia bocca gustare il suo mento per poi scendere sul suo caldo collo, e infine ancora più giù sul suo seno, piccolo, sodo… Piccole carni per un piccolo predatore.

Il mio corpo sul suo cercava di farsi spazio tra le sue piccole e graziose gambe alla ricerca della tanta attesa purezza… Che poi da premettere, nonostante anche per me fosse la prima volta lavoravo d’istinto e riuscivo a sentirla gemere sotto di me e bearsi di ogni mio minimo tocco o assaggio.

Le nostre anime poi si unirono e complici, volammo sino in Paradiso.

Entrambi fummo scossi dal dolore che si tramutò in estremo piacere e vidi la sua purezza perdersi sull’erba in una piccola pozza di sangue.

Successivamente ci staccammo l’uno dall’altro e lei si appoggiò sul mio petto; i nostri corpi ansimavano e entrambi eravamo molto sudati. Io ero compiaciuto della mia prima volta e sentivo nel mio cuore di amare profondamente quella donna.

-Wow… fantastico!- dissi a bassa voce guardando il cielo.

-Deidara-kun?-

-Dimmi pulcina-

-So che è ancora presto, ma… io ti amo!-

-Non ci crederai piccola mia ma anche io ti amo-

Sorridemmo e dopo esserci riposati ci lavammo nel ruscello. Ci abbracciammo e continuammo a baciarsi.

-Deidara-kun sai che ore sono?- mi chiese all’improvviso.

-Certo!- mi allungai sul prato per afferrare il mio orologio da polso. –Cazzo! Quanto è tardi!!- fu tutto quello che riuscii a dire quando vidi l’orario: era mezzanotte circa.

-Perché? Che ore sono?- mi domandò insistente e preoccupata della mia reazione e io la informai.

Di fretta e furia uscimmo dal fiume per asciugarci e rivestirci.

Per fortuna lei si era legata i capelli e non se li era bagnati, così il padre non avrebbe potuto insospettirsi e io l’avrei rivista nei giorni a venire.

Una volta rivestiti ci baciammo per l’ennesima volta.

-Angelo, quando ci rivedremo?- le chiesi.

-Non saprei, questa sera è stata bellissima e io ti amo tanto. Voglio rimanere con te, non voglio tornare a casa-

-Si amore capisco, anche io lascerei tutto per te, lo sai… ma non possiamo. Le nostre famiglie ci aspettano-

-E allora quando ci potremo rivedere??-

-Spero il più presto possibile. Ora ti do il mio numero così potrai chiamarmi quando vuoi e metterci d’accordo per vederci con più calma- le scrissi il mio numero su un foglietto che lei nascose nel petto.

Ci baciammo ancora, infine ci salutammo e tornammo ognuno a casa propria.

Col passare dei giorni non seppi più nulla di lei e iniziai a sentirmi male, vuoto senza il mio angelo.

Fine Secondo Tempo.

 

Che ne dite di quest’altro capitolo? Bhè lo so che c’è del sesso ma non ho voluto raccontarlo volgarmente perciò mi sono espressa romanticamente e soprattutto sotto il punto di vista di Deidara. So anche che forse la storia di Deidara è un po’ noiosa sotto certi aspetti, ma fate come quel bravo ragazzo di Tobi (NdTobi  Tobi is a good boy. Io sono un bravo ragazzo!) (NdA si certo…) dovete solo pazientare 1 po’ e poi… vi conviene seguirmi sempre per non rimanere indietro, anche perché dal prossimo capitolo per Deidara inizieranno i veri problemi.

Ciao e grazie a tutti. Al prossimo capituoloOoOoOoOuOoLoOoOoOo..

 

  
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