Bolle
di sapone
Era un uggioso pomeriggio di ottobre e, come spesso
capitava quando la pioggia disegnava sentieri liquidi sui vetri delle
case,
Giulia era contenta. Le piaceva sdraiarsi sul grande tappeto davanti al
camino,
sparpagliarci sopra le sue matite colorate e disegnare, cullata dal
rilassante
ritmo delle goccioline che battevano sul mondo intero.
Aveva già finito i compiti che la maestra le aveva
assegnato per il l’indomani, così portò
fuori dal suo album un disegno che
aveva cominciato qualche giorno prima e si mise all’opera,
intenzionata a
terminarlo: si trattava di un grande cavallo alato, una bella sfida per
lei.
Dopo qualche minuto, tuttavia, si accorse di non essere
poi tanto ispirata; forse parte della colpa era da attribuire a Naomi e
Thomas,
i suoi due gemelli, che occupavano a loro volta il soggiorno e non
facevano che
ronzarle intorno.
La prima era sdraiata sul grande divano in ecopelle
bianca e leggeva un libro che la maestra aveva assegnato alla classe,
con aria
palesemente annoiata; il secondo, Nintendo tra le mani, sedeva sul
gradino del
caminetto spento e borbottava tra sé.
“Naomi!” strillò il ragazzino a un certo
punto, spezzando
la quiete che regnava nella stanza e gettando con malagrazia sul
tappeto
l’oggetto che aveva in mano.
Lei sollevò un sopracciglio e spostò i grandi
occhi verdi sul fratello.
“Mi sto annoiando!”
“Mmh” mugugnò lei, sdraiandosi meglio e
voltando pagina.
Thomas, vedendosi ignorato, si inginocchiò a terra e
gattonò fino alla postazione di Giulia.
“Giuli!” cantilenò, allungando
teatralmente le vocali.
Lei soffiò sul suo disegno. “Eh?”
“Smettila di disegnare!”
“Perché?”
“Perché quell’unicorno è
brutto!”
Lei scrollò le spalle: sapeva che Thomas non lo diceva
davvero, la voleva solo infastidire un po’. “Non
è un unicorno.”
“Quanto sei noiosa!” Il bambino afferrò
una matita della
sorella e prese a pasticciare il bordo del tappeto color panna.
Naomi si mise seduta di colpo. “Thomas! Così lo
rovini!
Se ti vede mamma…”
“Anche tu sei noiosa!” la interruppe lui, poi si
alzò all’improvviso
e, senza dare alla sorella nemmeno il tempo di accorgersene, corse
verso il
divano e le balzò addosso con un grido di guerra.
Lei strillò e gli gettò il libro contro con
l’intento di
difendersi, ma il volume andò a schiantarsi al suolo. I due
cominciarono a
lottare, ognuno intenzionato a buttare l’altro giù
dal divano.
Giulia sospirò: non aveva speranze di ritrovare la
concentrazione con tutto quel baccano. Ripose la sua opera incompleta
dentro
l’album da disegno e si avvicinò ai suoi gemelli.
“E se facessimo un gioco?
Tutti e tre assieme.”
Thomas scivolò giù dal sofà fino a
ritrovarsi ai suoi
piedi e la guardò dal basso, una scintilla di
curiosità e sfida nei grandi
occhi. “Per esempio?”
“A me va bene qualsiasi cosa: sto scoppiando a furia di
leggere questo libro bruttissimo” accettò Naomi,
incrociando le braccia al
petto.
“Scoppiando!” si
illuminò Thomas, un sorriso furbo
dipinto sul viso affilato ma ancora dai tratti infantili.
Le due bambine gli rivolsero un’occhiata interrogativa.
“Come le
bolle di
sapone!”
“Non ce le abbiamo” gli fece notare Naomi.
“È vero” convenne lui, assumendo
un’espressione pensosa.
Giulia aggrottò le sopracciglia. “E poi sta
diluviando,
non possiamo uscire in giardino.”
Trascorsero alcuni attimi di silenzio, poi Naomi schioccò
le dita. “Non le abbiamo, ma le possiamo fare!”
“Ma hai sentito quello che ho detto?”
obiettò Giulia.
“Che cosa cambia? Ne faremo solo qualcuna, mamma non se
ne accorgerà nemmeno!” la rassicurò la
gemella, facendo un cenno al di sopra
della sua testa.
Il padre dei tre bimbi non era ancora rientrato, mentre
la madre si trovava al piano di sopra intenta a dare una ripulita alle
camere
da letto; prima di salire le scale si era fatta promettere dai figli
che si
sarebbero comportati bene e non avrebbero litigato come loro solito.
“Infatti, non dobbiamo mica allagare la casa! Dai,
Giuli…”
rincarò la dose Thomas, scambiando prima
un’occhiata complice con Naomi e poi
rivolgendo uno sguardo supplichevole all’altra bambina.
Giulia inizialmente mise su un piccolo broncio: non
voleva finire nei guai, dopotutto avevano promesso alla madre che si
sarebbero
comportati bene. Tuttavia adorava le bolle di sapone e non poteva
negare che
una scintilla di entusiasmo si era accesa in lei quando il gemello le
aveva
nominate; dopotutto che danno potevano creare?
Un sorriso le comparve lentamente sulle labbra mentre
annuiva a Naomi e Thomas.
Loro esultarono e tutti e tre si batterono il cinque
soddisfatti, come per suggellare quell’alleanza.
“Come facciamo?” incalzò subito Thomas,
che continuava ad
agitarsi in preda all’impazienza.
“Aspettatemi qui” disse Naomi con fare complice,
zampettando
verso la porta e scomparendo in corridoio.
Giulia e Thomas si scambiarono un’occhiata confusa, poi
la bambina si adoperò per mettere via l’album da
disegno e le sue preziosissime
matite colorate: aveva paura che acqua e sapone potessero rovinarli.
Aveva appena chiuso il suo zaino, riposto in un angolo della
stanza, quando Naomi annunciò il suo ritorno con una
risatina.
“Cosa vuoi fare con quella roba, un aperitivo?”
sentì
commentare Thomas con ironia.
Si voltò e si accostò alla sorella per poter
vedere
meglio: Naomi stringeva tra le mani tre bicchieri di plastica, tre
cannucce,
una bottiglietta d’acqua e una confezione di detersivo per i
piatti.
“Me l’ha insegnato Miki quando sono andata a
giocare a
casa sua. Con queste cose possiamo fare delle bolle di sapone belle
come quelle
che compri nei negozi” spiegò fieramente la
bambina. Si inginocchiò sul tappeto,
si scostò le ciocche della frangia che le ricadevano sugli
occhi e assunse l’aria
di una scienziata alle prese con un delicato esperimento. Giulia e
Thomas, uno
a destra e l’altra a sinistra, si sedettero accanto a lei,
curiosi.
Naomi dispose i tre bicchieri uno accanto all’altro,
versò la stessa dose d’acqua in ognuno, aggiunse
qualche goccia di detersivo e
mescolò il tutto con le cannucce.
“Adesso esce la schiuma” borbottò Thomas.
“Non esce la schiuma” lo contraddisse lei, per poi
porgergli
un bicchiere.
“Devo bere?”
“Ma che scemo! No, la cannuccia serve per fare le bolle:
ci devi soffiare dentro!”
Giulia sgranò gli occhi. “Davvero? E
funziona?”
“Provate!” Naomi, un’espressione
compiaciuta sul visino
delicato, porse un bicchiere anche a Giulia.
Lei e Thomas, curiosi e affascinati, portarono fuori le
cannucce e vi soffiarono dentro dalla parte asciutta.
Un’esclamazione di sorpresa
lasciò le loro labbra quando constarono che alcune piccole
bolle si erano
formate all’altra estremità del tubicino in
plastica e, dopo un breve volo, erano
esplose o si erano schiantate sul tappeto.
“Che belle!” esclamò Giulia, il sorriso
raggiante che aveva
sulle labbra rendeva il suo volto ancora più paffuto e
dolce. Immerse subito la
cannuccia nel bicchiere con l’intento di farne delle altre.
“Non funziona bene come con quei cosi con i buchi che vendono
insieme alle bolle” commentò Thomas, soffiando con
forza nella sua cannuccia.
“Attento, sta gocciolando ovunque!” lo
rimproverò Naomi.
“Non è vero che non funziona bene.” Con
un sorrisetto furbo,
Giulia scattò in avanti e soffiò una cascata di
piccole bolle proprio sulla
faccia del fratello.
Naomi scoppiò a ridere talmente forte che finì
sdraiata
sul tappeto.
“Ah, vuoi la guerra?” si inalberò il
ragazzino, brandendo
il tubicino rosso come fosse una potente spada. Lo immerse
nell’acqua e subito
dopo partì all’inseguimento della sorella, che
intanto si era messa in piedi e
si era allontanata ridendo.
Ben presto la stanza si riempì di bolle e risate, e
perfino il grigiore di quella giornata venne dimenticato, come se oltre
la
finestra il mondo fosse scomparso. I tre gemelli erano talmente presi
dai loro
giochi che scordarono pure il dettaglio più importante: la
mamma che puliva al
piano di sopra.
Dopo nemmeno tre quarti d’ora, il soggiorno era diventato
un disastro: l’acqua saponata era schizzata ovunque, il
tappeto color panna era
zuppo, il pavimento era bagnato e scivoloso e diverse bolle erano
andate a
scontrarsi anche contro il divano bianco.
Thomas difatti, ormai perso l’interesse per le bolle, si
divertiva a scivolare per terra a piedi nudi, sfidando la sorte e
rischiando di
cadere da un momento all’altro. Giulia, seduta sul bordo del
caminetto, soffiava
dentro il bicchiere con la cannuccia per capire se il poco liquido
rimasto
avrebbe fatto la schiuma; Naomi era l’unica ad aver
ricaricato il suo bicchiere
e, ancora intenta a fare le bolle, si divertiva a scoppiarle tutte con
le dita
prima che potessero sparire da sole.
Continuavano a chiacchierare e punzecchiarsi a vicenda,
ma la verità era che si stavano divertendo un sacco e
avevano persino smesso di
litigare per unirsi in una causa comune.
Quello fu lo scenario che Enrica si ritrovò davanti
quando scese al piano di sotto e varcò la soglia del
soggiorno: per poco non
ebbe un mancamento nel vedere la stanza e i suoi figli ridotti in
quello stato.
“Si può sapere cos’avete
combinato?” sbottò, facendoli
sobbalzare e ammutolire di colpo. Nessuno dei tre si era accorto del
suo
arrivo.
“È stata un’idea di Naomi!”
ribatté prontamente Thomas,
accucciandosi a terra e dandosi una spinta per scivolare dal camino al
mobiletto su cui stazionava il televisore.
“Smettila, è pericoloso! Vuoi finire al pronto
soccorso?”
lo riprese subito Enrica, vedendo che il bambino stava per schiantarsi
contro
lo spigolo del tavolino.
“Non è vero, è stata un’idea
di Thomas!” si difese subito
la bambina, scattando in piedi e piantandosi le mani sui fianchi.
“Ma se hai portato tu l’acqua e il
detersivo!””
“Però tu hai detto che potevamo fare le
bolle!”
Giulia intanto era arrossita, aveva abbassato lo sguardo
e si era fatta piccola piccola; se non si fosse riempita di fuliggine,
sarebbe
volentieri entrata dentro il camino pur di non farsi notare.
“Non mi interessa di chi è stata o non
è stata l’idea,
perché vi ci siete messi tutti e tre! Ma siete impazziti per
caso? Quando mai
si sono viste le bolle di sapone dentro casa?”
Attenta a non scivolare,
la donna fece qualche passo avanti e si rese conto dello stato in cui
versavano
il tappeto e il divano. Era paonazza in volto per la rabbia,
probabilmente
stava già architettando qualche terribile punizione, o forse
avrebbe aspettato
il ritorno del marito per consultarsi con lui sul da farsi.
“Erano solo un paio di bolle di sapone,
mamma…” azzardò Giulia,
sempre più pentita di aver dato retta ai gemelli.
“Un paio! Avete allagato tutto!”
Enrica guardò i
suoi figli quasi con disperazione; quando facevano fronte comune
sapevano
essere terribili. “Adesso vi alzate e innanzitutto andate a
cambiarvi e
lavarvi, poi voglio vedervi tirare a lucido questa stanza
finché non sparirà
ogni singola traccia di sapone! Su, in fretta!”
Giulia e Thomas si misero in piedi e i tre bambini si
diressero lentamente fuori dal soggiorno, chi a capo chino e chi col
sorrisetto
impertinente.
Quando si trovò proprio accanto a sua madre, Thomas si
fermò e sollevò il mento. “Tutto
qui?”
“Thomas!” lo rimproverò Giulia in un
sussurro. Perché suo
fratello doveva sempre sfidare la sorte?
Enrica scosse il capo. “Niente affatto! Tu sicuramente
non rivedrai la Nintendo per le prossime due settimane.”
“A-ha!” commentò Naomi in tono di
scherno.
“Nemmeno tu te la scamperai, signorina”
puntualizzò la madre,
lanciandole un’occhiata in tralice.
Giulia sospirò, afferrò Thomas e Naomi per un
braccio e
li trascinò via. “Non lo capite proprio quando
è il momento di stare zitti,
vero?”
Una volta in corridoio, lontano dagli occhi della madre,
i tre bambini si scambiarono un’occhiata complice e sorrisero.
“Però è stato divertente”
bisbigliò Naomi.
“Io lo rifarei” ammise Thomas.
Giulia si schiarì la gola; lei in genere era la
più
composta e responsabile, quella che frenava i fratelli quando
decidevano di
combinare qualche sciocchezza. Ma quella volta era diverso.
“Sapete una cosa?” Abbassò lo sguardo
sulla maglietta
macchiata d’acqua, poi tornò a guardare Naomi e
Thomas e sorrise. “Anche io lo
rifarei!”
♥
♥ ♥
AUGURI
GIULIAAAAA, NAOMIIII E THOMAAAAS *________*
I miei tre
gemellini!!! So che forse qualcuno non la
penserà così, ma io voglio tanto bene a tutti e
tre, sono tutti miei bambini ♥
Che dire?
Quest’anno ho deciso di festeggiare tutti e tre
i gemelli invece che solo Giuli, in fondo anche Thomas e Naomi
ricoprono un
ruolo importante nella serie (anche se magari ancora non è
venuto fuori)! E
così ne ho approfittato per raccontare un momentino carino
della loro infanzia…
perché non ci sono sempre stati problemi, questi tre bimbi
si sono anche divertiti
tanto insieme ^^
Il tutto prende
in realtà ispirazione dalla mia infanzia:
da piccola mi capitava di fare le bolle di sapone esattamente nel modo
in cui
ho descritto nella shot, quando mi veniva la voglia ma non avevo le
bolle di
sapone “convenzionali”! Funziona eh XD anche se non
mi è mai saltato in mente di
farle dentro casa AHAHAHAH!
Tornare in
questo fandom per questa ricorrenza è stato un
piacere immenso, ammetto che questi personaggi bussano sempre
più nella mia
mente e chiedono di essere raccontati, quindi spero davvero che
l’ispirazione
mi assista e mi permetta di tornare ad aggiornare questa serie *-*
Grazie a tutti
voi che siete arrivati fin qui e che
continuate a seguire le vicende di questi personaggi nonostante i tempi
biblici
di aggiornamento XD
E ancora
tantissimi auguriiiiiii ai miei bimbi, che oggi
hanno compiuti la bellezza di ventun anni ma per me rimangono sempre
dei bimbi
*_______*
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