Capitolo
40: Fine.
***
L’organizzazione
del nuovo matrimonio richiedeva tempo, soprattutto visto tutto quello
che aveva in mente la signora Holmes.
In
fondo John era felice che si occupasse di tutto lei, anche per quanto
riguardava Rosie. Avevano persone ben liete di occuparsene in caso di
necessità, e di cui lui si fidava ciecamente. Era diventata
una
specie di famiglia allargata. La bambina aveva già iniziato
a
chiamare la signora Hudson, nonna, per grande gioia di
quest’ultima,
che si preoccupava ogni giorno di preparale le cose giuste. Aveva
provato più di una volta a far desistere la donna, ma non
voleva
sentire ragioni, quindi alla fine aveva semplicemente smesso di
insistere e l’aveva lasciata fare. Greg era diventato lo zio,
e di
tanto in tanto si ritrovavano a pranzo o a cena, quando non
c’era
un qualche caso a tenerlo occupato. Ovviamente questa situazione non
voleva dire che non sarebbero più tornati alla casa sulla
scogliera.
Assolutamente. Quella era casa loro e lo sarebbe sempre stata.
Semplicemente ora dovevano dividersi tra Londra e il paesino dove
erano finiti ad abitare.
Per
fortuna Mycroft aveva sistemato tutto, così John aveva
potuto
conservare il suo lavoro da dottore nella piccola cittadina. Non lo
avrebbe mai ammesso apertamente, ma era stato molto lieto di
intercedere del maggiore degli Holmes. A quanto pareva, la signora
McKennel era entusiasta di trovarsi niente di meno del governo dentro
casa. A Mycroft era bastato dire alla donna che due dei suoi
più
stimati abitanti erano sotto protezione, e che avevano collaborato
per far arrestare un pericoloso criminale internazionale,
così aveva
spiegato anche la storia dei documenti falsi.
Per
lei si era trattato di un vero onore partecipare attivamente alla
collaborazione con il governo inglese, tanto che Mycroft
l’aveva
premiata con una carica a vice sindaco.
Quindi
tutto era stato risolto per il meglio.
Il
fine settimana, e su questo la signora Holmes era stata tassativa,
Rosie lo avrebbe passato con loro. Ogni venerdì pomeriggio
viaggiavano per raggiungere la città, e la domenica sera
tornavano
alla casa sulla scogliera.
Quel
sabato mattina si stavano preparando per portare la bambina a casa
degli Holmes, era arrivato anche Mycroft, che era intenzionato ad
andare a trovare i suoi genitori, quindi aveva deciso di andare a
prendere l’allegra combriccola. Nonostante non avesse
apertamente
approvato quella situazione, si limitava a mantenersi indifferente e
distaccato. John aveva tanto l’impressione che centrasse la
signora
Holmes, e che quasi sicuramente avesse dato un ultimatum al
comportamento sprezzante e astioso del suo maggiore dei figli.
Ovviamente nessuno le disobbediva.
John
e Sherlock si trovavano in cucina con la signora Hudson, intenti a
preparare le ultime cose da mettere nella valigia che la bambina si
sarebbe portata via, quindi era rimasto solo Mycroft in salotto,
intento a leggere il giornale e sorseggiare una tazza di
caffè.
Rosie invece era in camera di Sherlock, e si era data al disegno.
Dopo
un po’, Rosie sgattaiolò fuori dalla stanza,
tenendo in mano un
foglio da disegno, si avvicinò quasi con timore a
quell’uomo che
non l’aveva mai degnata di uno sguardo o una gentilezza. In
realtà
non era sicura del perché a lui sembrava non piacesse la sua
presenza. Una volta, aveva chiesto a suo padre se per caso, lei non
gli piacesse, ma come risposta aveva ottenuto che era fatto
così con
tutti e di non perderci troppo tempo a cercare di capirlo. A lei
però
non era piaciuta come risposta. Non poteva semplicemente lasciare
perdere. Così aveva strizzato le meningi alla ricerca di una
soluzione. Aveva anche pensato a qualche regalo, ma non aveva
abbastanza soldi, e poi le sembrava una cosa così
impersonale e
fredda, quindi aveva deciso di fare qualcosa con le proprie mani.
Cosa c’era di meglio di un regalo fatto personalmente?
Però non
poteva usare cose troppo complicate, e poi non voleva che i suoi
papà
lo sapessero, almeno se fosse andata male, non gli avrebbe sentito
dire “te lo avevo detto”.
Alla
fine aveva trovato l’unica cosa che poteva andare bene per le
sue
esigenze: un disegno. Disegnare era una delle cose che preferiva in
assoluto, e ci si era messa davvero d’impegno. Lo aveva
iniziato
ancora giorni fa, perché doveva essere perfetto.
Diede
un ultimo ritocco, prima di ritenersi soddisfatta. In realtà
non si
riteneva mai del tutto soddisfatta di qualcosa, in fondo si poteva
sempre migliore, però non lo poteva fare meglio di
così. Scrisse il
suo nome, nell’angolo in fondo a destra, e prese il foglio.
Si
fermò dietro lo stipite della porta, e guardò nel
salotto. Per
fortuna la via era libera, avrebbe dovuto agire in fretta.
Lui
era seduto sul divano e stava leggendo il giornale. Aveva un
po’
paura ad interromperlo, avrebbe anche potuto prendere una sgridata,
non aveva idea di come avrebbe reagito, ma doveva farlo, non era una
codarda. Prese un bel respiro e a passo veloce gli ci si
avvicinò,
senza dire una parola. Se ne stava solo lì in piedi, ad
aspettare
che lui si accorgesse della sua presenza. Per fortuna, dopo un tempo
che a lei sembrò davvero interminabile, probabilmente
dovevano
essere passate ore, quello che doveva essere suo zio, ma non capiva
se lo fosse o meno, e non aveva la più pallida idea di come
chiamarlo, abbassò il pezzo di carta che stava leggendo, e
spostò
gli occhi sui suoi.
“Ciao,
ti serve qualcosa?” aveva un tono molto freddo. Davvero non
capiva
gli adulti. Così si limitò ad allungare il foglio
dove aveva fatto
il disegno.
Lui
la guardò un po’ incerto, ma poi lo prese, appena
fu sicura di
averglielo consegnato, corse via, a rifugiarsi nella camera dei suoi
genitori. Tornò al travolinetto basso ricoperto di matite e
pastelli
di ogni colore, e prese un altro foglio, su cui iniziò
subito un
altro disegno. Non aveva idea di cosa stava disegnando, aveva troppo
timore di guardare verso il salotto.
Dopo
un po’ sentì dei passi pesanti in avvicinamento.
Era quasi sicura
sicura si sarebbe presa una bella sgridata.
Mycroft
era assorto nella sua lettura, così tanto, da non essersi
accorto
della presenza accanto a lui, solo che sentendosi osservato, alla
fine, si era interrotto e aveva deciso di controllare di chi si
trattasse. A volte si isolava così tanto nel suo mondo, da
non
accorgersi di quello che accadeva attorno. Però non
c’era nessun
altro in salotto e l’unico trambusto proveniva dalla cucina.
Finalmente si voltò, e si trovò con una bambina
che lo stava
fissando intensamente.
Non
era affatto abituato ad interagire con piccoli umani. Non era lavoro
per lui, e quando qualche sua dipendente rimaneva incinta, si
limitava sempre a mandare una lettera di congratulazioni ed un
regalo. Non capiva tutte quelle esternazioni di gioia e schiamazzo.
Si
limitò a chiederle se le servisse qualcosa, gli sembrava la
risposta
più diplomatica e appropriata, in quel contesto.
La
bambina si era limitata a lasciargli un foglio e fuggire via.
Avvicinò
il foglio al viso, per poterlo osservare meglio.
C’era
un paesaggio di campagna, sullo sfondo riuscì a riconoscere
casa dei
suoi.
E
poi c’erano sua madre, con quella che doveva essere una
teglia di
biscotti in mano, e suo padre, seduto su di una poltrona a leggere il
giornale.
Poi
c’era John con il camice da dottore, la bambina stessa tra
loro
due, e Sherlock, e con sua grande sorpresa, anche lui.
Restò
per un attimo ad osservare i dettagli di quel ritratto di famiglia.
Si
alzò dal divano, ed andò verso la camera. La
bambina era china su
di un tavolino basso e stava colorando un altro disegno.
“Lo
hai fatto tu questo?” non aveva idea di come si interagiva
con i
bambini, le loro menti semplici lo mettevano in difficoltà.
Lei
lo guardò e annuì.
“Tutto
tu da sola?”
Lei
annuì ancora.
“Sei
davvero brava. Grazie.”
“Ti
piace?” il suono della voce timida lo prese un po’
in
contropiede.
“Si.
Molto. Grazie.
Ti
piace disegnare quindi.”
Lei
annuì ancora.
“Anche
a me.” a quelle parole lei alzò di scatto la
testa, con
un'espressione sorpresa.
“Davvero?”
“Sì.
Dipingo.”
“Wow!
Che bello! Hai le tele e i pennelli!”
“Si
li ho. Ti piacerebbe vederli?”
“Davvero
posso?”
“Certamente.”
“E
le matite ti piacciono?”
“Le
matite? Si, si non mi dispiacciono.”
La
bambina prese un foglio e lo allungò verso Mycroft, che
decise di
cogliere l’invito. Prese il foglio, e slacciò i
bottoni della
giacca, per potersi mettere seduto a terra.
John
e Sherlock, si trovarono così davanti a quella scena.
Sherlock era
ancora più stupito e sorpreso. Non era molto convinto di
come
reagire alla cosa.
Mycroft
si limitò ad alzarsi e a chiudere la giacca.
“Stavamo
semplicemente dialogando di pittura.”
John
sembrava sconvolto da quell’affermazione.
“Pittura?”
“Si,
pittura. Tua figlia ne è appassionata, non lo
sapevi?”
Quella
domanda fatta in modo così naturale sapeva quanto in
realtà fosse
una frecciatina. Mycroft stava velatamente insinuando che lui, suo
padre, non sapesse qualcosa cosa su sua figlia. Prima che gli venisse
un attacco di qualcosa, intervenne Sherlock.
“Certo
che lo sappiamo, chi credi le abbia insegnato a disegnare?”
Mycroft
si limitò a tirare le labbra.
“Abbiamo
concordato di fare una visita alla mia collezione di tele e colori,
non vero?” lo disse rivolto a Rosie, che si
illuminò di gioia.
“Si!”
Sherlock
era ancora più sconvolto da quell’informazione.
“Tu
cosa?”
“Cosa
sono quelle facce? Non posso passare un pomeriggio con mia nipote?-
Sherlock
e John si guardarono negli occhi. -Ebbene?”
“Posso
andare?”
Rosie
si aggrappò alla gamba di John.
“Ehm…
Ma si, ma si certo.” appena ebbe la risposta positiva dal
padre,
gli abbracciò la gamba.
“Bene.”
Mycroft uscì dalla stanza.
Sherlock
si piegò in avanti per poter poter guardare Rosie negli
occhi.
“Perché
non metti a posto? Così dopo andiamo dai nonni.”
“Si!”
Intanto
che la bambina sistemava tutto, uscirono anche loro dalla stanza.
“Ehm…
Che cosa è appena successo?” domandò
John.
“In
realtà… Credo di non saperlo. E’ una
novità.”
“Ma…
Ci dobbiamo preoccupare?”
“E’
mio fratello. Che cosa ti preoccupa?”
“Proprio
perché è tuo fratello che mi preoccupo.”
“In
effetti.”
“Ma
non penso abbia cattive intenzioni. Voglio dire, anche con me tende
ad essere iperprotettivo."
“Sherlock,
lui ti controlla. Non voglio che lo faccia con nostra figlia.”
“Sicuro?”
“Come?”
“Pensaci.
Hai qualcuno che può assicurarsi che a lei non
potrà accadere nulla
di male. Anche quando non ci sei.”
“Uhm.
Siamo genitori orribili, lo sai vero?”
“Perché?
Perché ci preoccupiamo della nostra unica figlia?”
“Si
ma usando il governo.”
“Lo
farebbero anche gli altri se potessero.”
In
effetti doveva convenire che Sherlock aveva ragione. Come sempre.
Probabilmente una volta che Rosie sarebbe diventata adolescente,
avrebbe finito con l’odiarli. Però non poteva fare
a meno di
preoccuparsi. Se questo voleva dire fare un patto con il diavolo, lo
avrebbe firmato con il sangue.
“D’accordo.”
“D’accordo?”
“Si
d’accordo.”
“Avviserò
mio fratello.”
“Sai
che ti amo vero? Anche quando Rosie finirà con
l’odiarci per
questa storia. Mi rimarrai solo tu.”
Sherlock
rise.
“Che
melodrammatico. Comunque ti amo anche io, anche quando nostra figlia
finirà con l’odiarci perché ci teniamo
a lei.”
John
si avvicinò a Sherlock, lo prese per la camicia e lo
baciò.
Sarebbe
andato tutto bene. Avrebbero vissuto bene e con una vita felice.
Fine.
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Note
d’autrice:
Ci
ho messo tanto a pubblicare perché davvero non volevo
finire. Ho
iniziato a
scriverla
a fine settembre, e l’ho conclusa a fine ottobre
dell’anno dopo.
Un anno intero a dedicarmi a questa storia. Come ho già
scritto
altre volte, era la prima cosa che scrivevo dopo davvero tanti anni,
oltretutto la prima su Sherlock e John. Quindi insomma è
stata
proprio una prima volta. Spero sia andata bene. Anche se le
recensioni non sono mai stati ai massimi livelli, lo considero
comunque un traguardo. Ho trovato persone che mi hanno lasciato
ottime recensioni, e anche se alcune poi le ho perse per strada, vi
ringrazio davvero con tutto il cuore. Anche con chi è
arrivato fino
a qui. Mettere
la parola fine è stata dura, mi affeziono sempre a quello
che
scrivo.
Ci
saranno altre storie, alcune sempre con i nostri beniamini, che non
ho ovviamente intenzione di abbandonare, e con cose nuove cose.
Quindi stay tuned!
E
ci sarà la famosa nuova storia a novembre, non so il giorno
preciso,
ma siamo vicini!
Insomma
ci sono un sacco di cose in arrivo.
Grazio
come sempre alle persone che hanno messo questa storia tra le seguite
e le preferite.
Sono
sia su Instagram che su Facebook per news e
quant’altro:
https://www.instagram.com/lady_norin/
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