Amaro

di Miravel0024
(/viewuser.php?uid=300333)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.



Il Jasmin Dragon era vuoto e silenzioso a quell’ora. Una piacevole quiete era scesa sul locale. Tutto era in ordine, i tavoli erano puliti e in ordine, il pavimento era stato spazzato e il bancone lucidato.
Erano rimaste solo due persone, il Signore del Fuoco Zuko e l’ambasciatore della tribù dell’acqua del sud Sokka. Il ragazzo della tribù dell’acqua era seduto al bancone intento ad osservare l’amico preparare il tè, sperando segretamente che fosse migliore dell’ultima volta.
Il signore del fuoco tolse la teiera dal fuoco, servii il tè in due tazze e le posizionò sul bancone.
I due si guardarono con velato nervosismo mentre aspettavano pazientemente che il tè si freddasse.
Presero un lungo sorso… entrambi faticarono a trattenere una smorfia. Era terribilmente amaro, proprio come tutte le altre volte che ci aveva provato.
«Non ci riuscirò mai.» Sospirò sconfitto.
«Non dire così, non è così male.» Zuko gli rivolse uno sguardo scettico.
«Insomma… è meno amaro dell’ultima volta, sono sicuro che ci riuscirai.» Il signore del fuoco non sembrava intenzionato a cambiare espressione. Sokka tentò di reggere stoicamente quello sguardo, ma alla fine cedette.
«Ok, ok, va bene! È orribile, il tè più amaro che io abbia mai bevuto. Ed è identico a tutti gli altri che hai preparato! Ma sono ancora convinto che prima o poi ci riuscirai. Lo capiremo insieme.» Zuko sospirò di nuovo e nascose il viso nelle enormi maniche della sua veste.
«Grazie Sokka. Mi dispiace, io… mi manca, da quando se ne andato non riesco a pensare ad altro. Vorrei soltanto avere un pezzo di lui.» Sokka si alzò e strinse l’amico in un abbraccio.
«Lo so, manca molto a tutti noi. Ci riusciremo, te lo prometto, ci vorrà solo un po’ di tempo, in fondo un buon tè si ottiene con pazienza e con il giusto equilibrio.» Zuko ridacchiò tristemente.
«Hai ragione, c’è la faremo. Torniamo a palazzo, si sta facendo tardi.»
 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3999051