Delle mani gentili lo stavano scuotendo con delicatezza all'altezza di
un braccio.
"Decimo... Decimo...?"
Con queste parole ovattate e soavi Tsuna passò dalla fase
REM alla veglia, riconoscendo immediatamente la voce di Gokudera.
Aprì un solo occhio ancora frastornato e si chiese
inconsciamente che giorno fosse e perché si sentiva come se
fosse finito sotto un rullo compressore.
"Decimo, mi duole destarvi dal vostro sonno, ma dobbiamo andare a
pranzo" gli disse Gokudera.
Tsuna si stropicciò entrambi gli occhi confermando con un
cenno del capo di aver compreso, poi si stiracchiò e rimise
insieme le informazioni su dove fosse.
"Per quanto ho dormito?" domandò con la voce ancora
impastata dal sonno.
"Per 10 minuti" gli rispose Gokudera.
Tsuna annuì nuovamente, non aveva dormito per un tempo
sufficiente a ricaricarsi quindi era come se non avesse dormito affatto
anzi forse aveva anche peggiorato la situazione.
"E 39 secondi" aggiunse Gokudera.
Tsuna accolse quella nuova informazione sgranando gli occhi. "Dimmi che
non li hai contati davvero, Gokudera-kun" mormorò a se
stesso.
"Ve la sentite di scendere a mangiare? Se la risposta è
negativa posso portarvi il pranzo in camera più tardi, ho
già chiesto..."
Tsuna sospirò sonoramente e negò con un cenno del
capo. "Non preoccuparti, me la sento" disse.
"Grandioso, Decimo. Yamamoto ci sta aspettando al piano di sotto, gli
ho detto di prendere un tavolo, se siamo fortunati ha capito in che
senso."
Tsuna ridacchiò, uno strano senso di leggerezza
sembrò appropriarsi del suo corpo.
"Tuttavia non sono riuscito a trovare una mentina" spiegò
Gokudera improvvisamente affranto.
Tsuna ci mise un po' per collegare il discorso in maniera coerente poi
capì che Gokudera aveva pensato seriamente che lui gli
stesse chiedendo di trovarla e che non fosse solo un modo per togliersi
il suo fiato sul collo. In effetti il suo alito faceva schifo, ma
questo era un altro discorso, con un po' di fortuna il cibo che avrebbe
mangiato di lì a breve avrebbe salvato la situazione.
Il ristorante della villa li accolse come se fossero due nobili, i
camerieri aprirono le porte e un maitre li scortò al loro
tavolo, lì dove Yamamoto stava agitando una mano. Furono
entrambi sollevati di vederlo seduto e non alle prese col sollevamento
del tavolo.
Tuttavia un'altra cosa balzò immediamente agli occhi di
Tsuna: il tavolo era da sei persone e con loro erano al completo.
Yamamoto aveva lasciato che tre ragazze prendessero gli altri posti il
che significava che non avrebbe pranzato vicino a Kyoko-chan.
Improvvisamente tutto divenne più cupo.
Quando Gokudera prese posto ovviamente dopo aver scostato dal tavolo la
sedia di Tsuna, averlo fatto accomodare e averlo riavvicinato al
tavolo, le tre ragazze emisero degli strani ultrasuoni.
"Decimo, il menù è fisso, ma ho già
preso informazioni su cosa bisogna fare nel caso si voglia cambiare
qualcosa di un piatto, nel caso di intolleranze o allergie, ma dai miei
dati mi risulta che non abbiate niente del genere, quindi adesso si
tratta solo di gusti."
Tsuna prese il menù tra le mani cercando di ignorare il
fatto che Gokudera avesse appena parlato di dati e che a questo punto
non si sarebbe più sorpreso neanche se avesse scoperto che
era in possesso della sua cartella clinica di nascita e che sua madre
stessa gliela aveva consegnata.
"G-Grazie, Gokudera-kun..." disse perplesso, incerto di per cosa
esattamente lo stesse ringraziando.
"Di niente, Decimo. È un piacere e un onore prendermi cura
dei vostri bisogni."
Yamamoto sembrava molto coinvolto nella conversazione che le tre
ragazze stavano avendo con lui. Non erano della loro classe, si disse
Tsuna, forse neanche della 3-B. Non importava, di qualunque classe
fossero la storia era sempre la stessa: Gokudera e Yamamoto erano una
vera e propria calamita per il genere femminile.
"Ma anche Gokudera è così bello"
riuscì a captare Tsuna una parte del discorso che una delle
ragazze stava facendo con le altre due e con Yamamoto.
"Decimo? Allora il menù è di vostro gradimento?"
gli domandò Gokudera.
Tsuna aveva completamente dimenticato che cosa stava facendo con quel
menù, in effetti si supponeva dovesse leggerlo, ma in
realtà stava solo fissando le pagine come faceva con i
problemi di matematica sperando che si risolvessero da soli. "Ah no,
cioè sì" rispose spaesato. Diede uno sguardo
rapido alle parole scritte per confermare ciò che aveva
detto. La sua voce tuttavia fu coperta dagli urletti entusiasmati delle
ragazze.
"Volete stare zitte per un secondo?!" sbraitò Gokudera
infastidito. "Non riesco a sentire quello che dice il Decimo!"
Le tre si scambiarono un'occhiata, poi dissero all'unisono
"è così bello quando si arrabbia" ammaliate.
Gokudera sospirò rassegnato, la cosa strappò una
risatina a Tsuna, era una scena tragicomica.
"Dai Gokudera-kun dovresti essere contento di avere così
tante fan. Prendi di me... io non piaccio a nessuno" disse Tsuna con un
tono che voleva spacciarsi per neutrale, ma che malcelava dispiacere.
"Decimo, loro non possono capire quanto valete" disse Gokudera, un
sorriso dolcissimo gli si dipinse sul viso.
"Sono solo stupide donne" aggiunse mentre le sue labbra si increspavano
in un'espressione minacciosa. Una di loro si era allungata verso di lui
fino a toccargli i capelli e poi aveva squittito emozionata. Gokudera
la stava fulminando con lo sguardo mentre questa esultava ripetendo in
loop "come sono morbidi!".
Yamamoto rise, un'altra delle ragazze aveva fatto prima che i suoi
amici arrivassero la stessa cosa con i suoi capelli e gli aveva poi
chiesto che shampoo utilizzasse.
"E tu che shampoo usi, Gokudera-kun?" gli domandò un'altra
di loro.
Gokudera sospirò e pensò per un istante
seriamente alla risposta di quella domanda. Stando alle ultime
informazioni utilizzava la cosa che costava meno al kombini e che
veniva venduta in confezioni abbondanti. "Che cazzo ne so" disse con
nonchalance, conscio che anche se avesse detto che voleva rapire dei
bambini e fucilarli le sue ammiratrici avrebbero squittito emozionate.
"Decimo, possiamo andare a un altro tavolo...?" cedette Gokudera,
un'espressione di supplica negli occhi.
Tsuna buttò l'occhio velocemente lungo i tavoli per
identificare quello dove era seduta Kyoko, ma sfortunatamente era
già al completo. Affranto sussurrò un semplice
"purtroppo no..."
Gokudera prese nuovamente il menù e porse nuovamente la
domanda di se il Decimo gradisse o meno le pietanze. Tsuna stavolta
annuì a scanso di equivoci.
"Perfetto, sono lieto che sia tutto di vostro gradimento" disse
Gokudera, il suo viso si illuminò e le sue labbra si
incresparono in un sorriso soddisfatto.
"Gokudera-kun è così carino quando fa quello
sguardo!" puntualizzò una delle ragazze.
Per un istante, un breve, ma intensissimo istante, Gokudera si
sentì nudo, come se quelle ragazze potessero vedere
attraverso lui, dentro di lui e le sue guance si accesero come se
fossero lampadine di un albero a Natale.
"E quanto è bello quando arrossisce!"
Quella frase fu solo la conferma che lo fece sentire molto
più vulnerabile di quanto già non si percepisse.
"Volete vedere quanto sono bello quando vi faccio saltare in aria?"
urlò, alzandosi all'impiedi dinamite alla mano. Yamamoto lo
bloccò immediatamente per le spalle e Tsuna lo
supplicò di darsi un contegno che chi lo sente Hibari-san se
gli fai saltare in aria il ristorante.
Per fortuna per Tsuna c'era abbastanza confusione nella sala
perché la voce di Gokudera seppur alta si confondesse. Prima
ancora che potesse accendere i candelotti lo aveva bloccato
stringendolo per i fianchi come istintivamente faceva ogni volta che
gli sembrava che Gokudera stesse per fare succedere il finimondo.
Le mani di Tsuna sul suo corpo erano sempre qualcosa che lo distraeva,
ma in quel momento furono più efficaci che mai. La dinamite
gli cadde di mano e dopo aver recuperato i candelotti Gokudera
tornò a sedersi come se niente fosse.
"Non sono un'attrazione, né un monumento, né
tanto meno una bambola" disse rivolgendosi alle ragazze profondamente
seccato e turbato.
"Ma sei così bello!" dissero le ragazze sciogliendosi in un
"aww" non appena Gokudera assunse un'espressione perplessa.
Tsuna ridacchiò appena.
"Decimo, volete illuminarmi su cosa c'è da ridere?" chiese
Gokudera con un tono decisamente tagliente, talmente tanto che Tsuna
rimase freddato e si interrogò sul suo comportamento.
"Gokudera, cerca di capirle. Sono innamorate di te e hanno
letteralmente sfidato le mie fan a sasso, carta, forbici per giorni per
eleggere chi dovesse sedersi a tavola con noi. Poi si sono nuovamente
sfidate per eleggere chi tra loro avrebbe effettivamente preso posto"
spiegò Yamamoto, la cosa gli era stata ben illustrata
nell'attesa che Gokudera arrivasse.
"Però non è esattamente così" lo
corresse una delle ragazze. "Aika è innamorata di Gokudera,
io e Suzume lo ammiriamo, ma in realtà preferiamo te,
Yamamoto-kun."
La ragazza che era stata nominata era una mora con degli spessi
occhiali che portava i capelli in due trecce larghe e lunghe.
"Innamorata?" domandò Gokudera scettico, la ragazza era
proprio accanto a lui ed era la stessa che gli aveva toccato i capelli.
"Sì... io ti amo, Gokudera-kun..." si dichiarò
questa racimolando il coraggio col sostegno delle amiche.
Gokudera rimase spiazzato per quasi un minuto, poi mise insieme un
discorso che potesse avere senso con cui rispondere, nessuno gli si era
mai dichiarato così esplicitamente senza una lettera,
vederselo ulrato in faccia faceva un certo effetto.
"No" disse freddo e calcolatore. La pausa fu talmente lunga che tutti
credettero che il discorso fosse terminato. "No, non sei innamorata di
me" disse guardandola negli occhi.
La ragazza sembrò offesa e i suoi occhi divennero
immediatamente lucidi.
"Ti piaccio esteticamente, ma l'unica cosa di cui sei innamorata
è dell'idea che hai di me. Sai perché?
Perché non mi conosci. Allora passi pure che ti piaccio, ma
l'amore è un'altra cosa e credimi se mi conoscessi davvero
non ti piacerei più."
Il discorso di Gokudera, la lucidità con cui espresse quelle
parole, lasciò tutti a bocca aperta. Aika avrebbe voluto
ribattere, ma si scoprì incapace di argomentare.
"Ha senso..." mormorò Tsuna in fase di scongelamento, non
era abituato a Gokudera che gli si rivolgeva in quel modo,
né tantomeno ad assistere a una scena come quella.
Gokudera si voltò verso di lui e sorrise. "Cosa cosa,
Decimo?" chiese con rinnovato entusiasmo come un cagnolino che aspetta
che il padrone gli lanci il bastone.
"Quello che hai detto, forse è stupido parlare di amore
quando non conosciamo davvero qualcuno... più che stupido
è inappropriato, credo" spiegò Tsuna.
Yamamoto tacque, sapeva che doveva fare/dire qualcosa perché
la situazione non si appesantisse ulteriormente. Dopotutto Gokudera era
terribilmente maturo per la sua età e dimenticava che i
comuni sedicenni non erano soliti mettere tutta questa
profondità nei ragionamenti sui propri sentimenti.
"Dai Gokudera" lo riprese Yamamoto. "Non ti è mai capitato
che fosse amore a prima vista?"
Gokudera si voltò verso Yamamoto come se nella sua testa lo
avesse già ucciso un miliardo di volte, ma rimase in
silenzio a meditare sulla sua incoerenza e su perché
Yamamoto ne fosse a conoscenza visto che mai avevano avuto questa
conversazione.
La situazione fu salvata dai piatti che furono messi davanti a ogni
commensale. Gokudera lasciò che la risposta morisse nel
ramen e che altri argomenti prendessero piede.
Senza nessun valido motivo Gokudera si mise in testa di sparecchiare
prendendo i piatti vuoti al posto dei camerieri, ovviamente solo quelli
di Tsuna, sfortunatamente non aveva fatto i conti con il suo equilibrio
precario, quindi una scodella nera con tanti ornamenti in oro
rischiò di scivolargli di mano.
Il salvataggio fu effettuato dalle ragazze che lo aiutarono a non farsi
cadere tutto giusto in tempo.
"Decimo, ho trovato una funzione per queste idiote" esultò
Gokudera.
Tsuna si mise una mano sul viso e sospirò rassegnato.
"Gokudera-kun, questo è sessista" commentò.
"Ma Decimo, al massimo possono fare le cameriere. Magari potremmo
assumerle nella nostra villa" ribatté Gokudera.
"E questo invece è anche classista..." sospirò
Tsuna.
"Beh a economia domestica ci insegnano come disporre i piatti sulla
tavola" disse Suzume sulla difensiva, aveva consegnato ai camerieri le
stoviglie che Gokudera stava per distruggere.
"Questo fa di noi delle future mogli perfette" disse Maria, questo il
nome dell'altra ragazza.
"Perfette per lavorare nella nostra villa, vero Decimo?"
domandò Gokudera.
"Gokudera-kun!" sospirò nuovamente Tsuna, a questo punto
della conversazione cercava solo di non assecondarlo. Non aveva alcuna
voglia di pensare alla sua vita da boss dei Vongola.
"Saranno felici i vostri futuri mariti" disse Yamamoto cercando di
sdrammatizzare con un bel sorriso.
"Yamamoto-kun, tu vuoi sposarti?" chiese Suzume con aria sognante.
Yamamoto ridacchiò. "Forse, chissà, ho solo
sedici anni, è un po' presto per pensare al matrimonio"
rispose.
"E tu, Gokudera-kun?" chiese Aika timidamente.
"Assolutamente no" rispose Gokudera senza alcuna esitazione. "La mia
vita è dedicata a proteggere il Decimo, non ho tempo per una
stupida donna che mi incasina la vita."
Tsuna sobbalzò, quella risposta gli sembrò
dannatamente sbagliata. "Gokudera-kun, guarda che se vuoi puoi
sposarti, non ti priverei mai di farti una famiglia."
Gokudera si voltò verso di lui e annuì. "Ho
già la mia famiglia" disse con un tono solenne. "E non mi
voglio sposare né tanto meno dover dedicare a qualcuno che
non siate voi."
Per un lungo istante Tsuna percepì il terreno mancare sotto
i suoi piedi e la gola secca, poi due voci femminili all'unisono lo
riportarono alla realta. "Dici così perché non
sei mai stato innamorato."
Aika mise a tacere le amiche con un sonoro "sssh, non è
vero. Si dice che le rifiuti tutte allora qualcuna c'è nel
suo cuore, ma non ricambia i suoi sentimenti."
Gokudera sgranò gli occhi per un istante, ma rimase in
silenzio.
"Che ragazza stupida. Come si può non ricambiare l'amore di
Gokudera-kun?" commentò Maria. Suzume annuì.
"Al cuore non si comanda" intervenne Tsuna. Gokudera si
voltò verso di lui come se avesse appena visto un fantasma,
gli era sembrato che Tsuna stesse parlando chiaramente con lui.
Qualche istante dopo Tsuna si rese conto che c'era una storia in quel
discorso che non sapeva.
"Tu sei innamorato?!" gli chiese. "E di chi? E soprattutto
perché io non lo so?!"
Gokudera arrossì vistosamente e negò rapidamente
agitando la testa come se volesse svitarla. "No, Decimo... è
una tattica per farle desistere... davvero non c'è
nessuno... non sono interessato a queste cose" gli disse a bassa voce.
Yamamoto decise di salvare la situazione portando tutta l'attenzione su
di sé. "Anche io sono vittima dell'amore non corrisposto"
disse. Le tre ragazze si concentrarono immediatamente su Yamamoto, ma
la stessa cosa la fecero anche Gokudera e Tsuna con quattro occhi
sgranati.
Yamamoto rise e si mise una mano dietro la testa imbarazzato, aveva
lanciato la bomba e ora non sapeva che farne con l'esplosione, di
queste cose era esperto Gokudera, non lui.
"In sostanza io sono l'unico idiota che vi dice tutto mentre scopro
adesso che non solo i miei migliori amici sono innamorati, ma che io
sono l'unico a non sapere di chi" sbuffò Tsuna.
"Ma no, Decimo..." cercò di confortarlo Gokudera.
"Dai Tsuna, certe cose sono difficili da dire anche a se stessi, tu lo
sai meglio di me" commentò Yamamoto.
Tsuna rimase spiazzato, ma non si permise di riflettere più
di tanto su quelle parole. La discussione non proseguì, in
fondo sapeva perfettamente rispettare gli spazi dei suoi migliori amici
e sapeva anche che non dirsi tutto non significava essere meno uniti,
meno legati. Quello che proprio non gli andava giù era che
mentre loro sapevano di Kyoko lui viaggiava all'oscuro su quali ragazze
li avessero fatti innamorare. Voleva aiutarli, voleva che si
confidassero, ma avrebbe aspettato tutto il tempo necessario del caso
anche a costo di non saperlo mai e limitarsi a supportare a scatola
chiusa.
Gokudera era appoggiato al muro della veranda, la testa fuori dalla
finestra perché il fumo non entrasse in camera, Tsuna
dormiva profondamente nel suo futon e Yamamoto era sveglio, disteso nel
proprio.
"Chi ti piace?" gli domandò Gokudera senza alcun preavviso.
"Perché ti interessa così tanto?" chiese Yamamoto
in risposta, era tutta la giornata che Gokudera continuava a insistere.
"Ho due opzioni, completamente diverse e a grado di disagio crescente"
disse Gokudera senza fornire alcuna risposta.
"Spara, vediamo se fai centro" disse Yamamoto con uno sbadiglio, il
sonno stava prendendo il sopravvento anche su di lui.
"Haru" sussurrò Gokudera.
Yamamoto negò alzando l'indice e muovendolo a destra e a
sinistra. "Molto carina, ma no, non è lei."
"Allora è Squalo..." disse Gokudera alzando le spalle.
Yamamoto rimase interdetto per qualche istante poi annuì.
"Io già dubitavo fortemente della tua sanità
mentale, ma adesso..." Yamamoto lo interruppe. "È solo
un'innocente cottarella, niente in confronto a come stai messo tu..."
Gokudera tacque, ebbe la tentazione di urlare, ma avrebbe svegliato il
Decimo, allora si limitò a minacciarlo mostrandogli il dito
medio. "Tu sei pazzo a metterti tra Squalo e Xanxus. Lo sai che stanno
insieme. L'hai capito, vero?"
Yamamoto annuì. "Certo che l'ho capito, io ho capito tante
cose, Gokudera."
Gokudera non disse niente, si limitò a sorridere teneramente
certo che il suo segreto con Yamamoto fosse al sicuro.
"Lo so" disse poi finendo la sigaretta e infilandosi nel proprio futon.
"Sei un libro aperto per me, Gokudera" annuì Yamamoto prima
di augurargli una buonanotte e chiudere gli occhi. Anche Gokudera lo
conosceva profondamente e sapeva perfettamente che fosse meno stupido
di quanto gli convenisse far credere.
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