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Autore: arashinosora5927    03/11/2021    1 recensioni
Da autunno ad autunno come evolve il rapporto tra Gokudera e Tsuna.
Questa storia finalmente vede la luce della pubblicazione. Si tratta di una riscritta, per la precisione della riscrittura di una delle mie primissime fanfiction, quando era il 2015 e io ero una pendolare sul pullman Napoli-Salerno.
Voglio dedicare questa storia alla persona che più l'ha amata e che maggiormente mi ha supportata nella sua stesura. Bae, hai aspettato la bellezza di sei anni, ma ora eccoti finalmente le tue stagioni ❤️. Grazie davvero di cuore per non aver mai smetto di crederci.
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Delle mani gentili lo stavano scuotendo con delicatezza all'altezza di un braccio.

"Decimo... Decimo...?"

Con queste parole ovattate e soavi Tsuna passò dalla fase REM alla veglia, riconoscendo immediatamente la voce di Gokudera. Aprì un solo occhio ancora frastornato e si chiese inconsciamente che giorno fosse e perché si sentiva come se fosse finito sotto un rullo compressore.

"Decimo, mi duole destarvi dal vostro sonno, ma dobbiamo andare a pranzo" gli disse Gokudera.

Tsuna si stropicciò entrambi gli occhi confermando con un cenno del capo di aver compreso, poi si stiracchiò e rimise insieme le informazioni su dove fosse.

"Per quanto ho dormito?" domandò con la voce ancora impastata dal sonno.

"Per 10 minuti" gli rispose Gokudera.

Tsuna annuì nuovamente, non aveva dormito per un tempo sufficiente a ricaricarsi quindi era come se non avesse dormito affatto anzi forse aveva anche peggiorato la situazione.

"E 39 secondi" aggiunse Gokudera.

Tsuna accolse quella nuova informazione sgranando gli occhi. "Dimmi che non li hai contati davvero, Gokudera-kun" mormorò a se stesso.

"Ve la sentite di scendere a mangiare? Se la risposta è negativa posso portarvi il pranzo in camera più tardi, ho già chiesto..."

Tsuna sospirò sonoramente e negò con un cenno del capo. "Non preoccuparti, me la sento" disse.

"Grandioso, Decimo. Yamamoto ci sta aspettando al piano di sotto, gli ho detto di prendere un tavolo, se siamo fortunati ha capito in che senso."

Tsuna ridacchiò, uno strano senso di leggerezza sembrò appropriarsi del suo corpo.

"Tuttavia non sono riuscito a trovare una mentina" spiegò Gokudera improvvisamente affranto.

Tsuna ci mise un po' per collegare il discorso in maniera coerente poi capì che Gokudera aveva pensato seriamente che lui gli stesse chiedendo di trovarla e che non fosse solo un modo per togliersi il suo fiato sul collo. In effetti il suo alito faceva schifo, ma questo era un altro discorso, con un po' di fortuna il cibo che avrebbe mangiato di lì a breve avrebbe salvato la situazione.


Il ristorante della villa li accolse come se fossero due nobili, i camerieri aprirono le porte e un maitre li scortò al loro tavolo, lì dove Yamamoto stava agitando una mano. Furono entrambi sollevati di vederlo seduto e non alle prese col sollevamento del tavolo.

Tuttavia un'altra cosa balzò immediamente agli occhi di Tsuna: il tavolo era da sei persone e con loro erano al completo. Yamamoto aveva lasciato che tre ragazze prendessero gli altri posti il che significava che non avrebbe pranzato vicino a Kyoko-chan. Improvvisamente tutto divenne più cupo.

Quando Gokudera prese posto ovviamente dopo aver scostato dal tavolo la sedia di Tsuna, averlo fatto accomodare e averlo riavvicinato al tavolo, le tre ragazze emisero degli strani ultrasuoni.

"Decimo, il menù è fisso, ma ho già preso informazioni su cosa bisogna fare nel caso si voglia cambiare qualcosa di un piatto, nel caso di intolleranze o allergie, ma dai miei dati mi risulta che non abbiate niente del genere, quindi adesso si tratta solo di gusti."

Tsuna prese il menù tra le mani cercando di ignorare il fatto che Gokudera avesse appena parlato di dati e che a questo punto non si sarebbe più sorpreso neanche se avesse scoperto che era in possesso della sua cartella clinica di nascita e che sua madre stessa gliela aveva consegnata.

"G-Grazie, Gokudera-kun..." disse perplesso, incerto di per cosa esattamente lo stesse ringraziando.

"Di niente, Decimo. È un piacere e un onore prendermi cura dei vostri bisogni."

Yamamoto sembrava molto coinvolto nella conversazione che le tre ragazze stavano avendo con lui. Non erano della loro classe, si disse Tsuna, forse neanche della 3-B. Non importava, di qualunque classe fossero la storia era sempre la stessa: Gokudera e Yamamoto erano una vera e propria calamita per il genere femminile.

"Ma anche Gokudera è così bello" riuscì a captare Tsuna una parte del discorso che una delle ragazze stava facendo con le altre due e con Yamamoto.

"Decimo? Allora il menù è di vostro gradimento?" gli domandò Gokudera.

Tsuna aveva completamente dimenticato che cosa stava facendo con quel menù, in effetti si supponeva dovesse leggerlo, ma in realtà stava solo fissando le pagine come faceva con i problemi di matematica sperando che si risolvessero da soli. "Ah no, cioè sì" rispose spaesato. Diede uno sguardo rapido alle parole scritte per confermare ciò che aveva detto. La sua voce tuttavia fu coperta dagli urletti entusiasmati delle ragazze.

"Volete stare zitte per un secondo?!" sbraitò Gokudera infastidito. "Non riesco a sentire quello che dice il Decimo!"

Le tre si scambiarono un'occhiata, poi dissero all'unisono "è così bello quando si arrabbia" ammaliate.

Gokudera sospirò rassegnato, la cosa strappò una risatina a Tsuna, era una scena tragicomica.

"Dai Gokudera-kun dovresti essere contento di avere così tante fan. Prendi di me... io non piaccio a nessuno" disse Tsuna con un tono che voleva spacciarsi per neutrale, ma che malcelava dispiacere.

"Decimo, loro non possono capire quanto valete" disse Gokudera, un sorriso dolcissimo gli si dipinse sul viso.

"Sono solo stupide donne" aggiunse mentre le sue labbra si increspavano in un'espressione minacciosa. Una di loro si era allungata verso di lui fino a toccargli i capelli e poi aveva squittito emozionata. Gokudera la stava fulminando con lo sguardo mentre questa esultava ripetendo in loop "come sono morbidi!".

Yamamoto rise, un'altra delle ragazze aveva fatto prima che i suoi amici arrivassero la stessa cosa con i suoi capelli e gli aveva poi chiesto che shampoo utilizzasse.

"E tu che shampoo usi, Gokudera-kun?" gli domandò un'altra di loro.

Gokudera sospirò e pensò per un istante seriamente alla risposta di quella domanda. Stando alle ultime informazioni utilizzava la cosa che costava meno al kombini e che veniva venduta in confezioni abbondanti. "Che cazzo ne so" disse con nonchalance, conscio che anche se avesse detto che voleva rapire dei bambini e fucilarli le sue ammiratrici avrebbero squittito emozionate.

"Decimo, possiamo andare a un altro tavolo...?" cedette Gokudera, un'espressione di supplica negli occhi.

Tsuna buttò l'occhio velocemente lungo i tavoli per identificare quello dove era seduta Kyoko, ma sfortunatamente era già al completo. Affranto sussurrò un semplice "purtroppo no..."

Gokudera prese nuovamente il menù e porse nuovamente la domanda di se il Decimo gradisse o meno le pietanze. Tsuna stavolta annuì a scanso di equivoci.

"Perfetto, sono lieto che sia tutto di vostro gradimento" disse Gokudera, il suo viso si illuminò e le sue labbra si incresparono in un sorriso soddisfatto.

"Gokudera-kun è così carino quando fa quello sguardo!" puntualizzò una delle ragazze.

Per un istante, un breve, ma intensissimo istante, Gokudera si sentì nudo, come se quelle ragazze potessero vedere attraverso lui, dentro di lui e le sue guance si accesero come se fossero lampadine di un albero a Natale.

"E quanto è bello quando arrossisce!"

Quella frase fu solo la conferma che lo fece sentire molto più vulnerabile di quanto già non si percepisse.

"Volete vedere quanto sono bello quando vi faccio saltare in aria?" urlò, alzandosi all'impiedi dinamite alla mano. Yamamoto lo bloccò immediatamente per le spalle e Tsuna lo supplicò di darsi un contegno che chi lo sente Hibari-san se gli fai saltare in aria il ristorante.

Per fortuna per Tsuna c'era abbastanza confusione nella sala perché la voce di Gokudera seppur alta si confondesse. Prima ancora che potesse accendere i candelotti lo aveva bloccato stringendolo per i fianchi come istintivamente faceva ogni volta che gli sembrava che Gokudera stesse per fare succedere il finimondo.

Le mani di Tsuna sul suo corpo erano sempre qualcosa che lo distraeva, ma in quel momento furono più efficaci che mai. La dinamite gli cadde di mano e dopo aver recuperato i candelotti Gokudera tornò a sedersi come se niente fosse.

"Non sono un'attrazione, né un monumento, né tanto meno una bambola" disse rivolgendosi alle ragazze profondamente seccato e turbato.

"Ma sei così bello!" dissero le ragazze sciogliendosi in un "aww" non appena Gokudera assunse un'espressione perplessa.

Tsuna ridacchiò appena.

"Decimo, volete illuminarmi su cosa c'è da ridere?" chiese Gokudera con un tono decisamente tagliente, talmente tanto che Tsuna rimase freddato e si interrogò sul suo comportamento.

"Gokudera, cerca di capirle. Sono innamorate di te e hanno letteralmente sfidato le mie fan a sasso, carta, forbici per giorni per eleggere chi dovesse sedersi a tavola con noi. Poi si sono nuovamente sfidate per eleggere chi tra loro avrebbe effettivamente preso posto" spiegò Yamamoto, la cosa gli era stata ben illustrata nell'attesa che Gokudera arrivasse.

"Però non è esattamente così" lo corresse una delle ragazze. "Aika è innamorata di Gokudera, io e Suzume lo ammiriamo, ma in realtà preferiamo te, Yamamoto-kun."

La ragazza che era stata nominata era una mora con degli spessi occhiali che portava i capelli in due trecce larghe e lunghe.

"Innamorata?" domandò Gokudera scettico, la ragazza era proprio accanto a lui ed era la stessa che gli aveva toccato i capelli.

"Sì... io ti amo, Gokudera-kun..." si dichiarò questa racimolando il coraggio col sostegno delle amiche.

Gokudera rimase spiazzato per quasi un minuto, poi mise insieme un discorso che potesse avere senso con cui rispondere, nessuno gli si era mai dichiarato così esplicitamente senza una lettera, vederselo ulrato in faccia faceva un certo effetto.

"No" disse freddo e calcolatore. La pausa fu talmente lunga che tutti credettero che il discorso fosse terminato. "No, non sei innamorata di me" disse guardandola negli occhi.

La ragazza sembrò offesa e i suoi occhi divennero immediatamente lucidi.

"Ti piaccio esteticamente, ma l'unica cosa di cui sei innamorata è dell'idea che hai di me. Sai perché? Perché non mi conosci. Allora passi pure che ti piaccio, ma l'amore è un'altra cosa e credimi se mi conoscessi davvero non ti piacerei più."

Il discorso di Gokudera, la lucidità con cui espresse quelle parole, lasciò tutti a bocca aperta. Aika avrebbe voluto ribattere, ma si scoprì incapace di argomentare.

"Ha senso..." mormorò Tsuna in fase di scongelamento, non era abituato a Gokudera che gli si rivolgeva in quel modo, né tantomeno ad assistere a una scena come quella.

Gokudera si voltò verso di lui e sorrise. "Cosa cosa, Decimo?" chiese con rinnovato entusiasmo come un cagnolino che aspetta che il padrone gli lanci il bastone.

"Quello che hai detto, forse è stupido parlare di amore quando non conosciamo davvero qualcuno... più che stupido è inappropriato, credo" spiegò Tsuna.

Yamamoto tacque, sapeva che doveva fare/dire qualcosa perché la situazione non si appesantisse ulteriormente. Dopotutto Gokudera era terribilmente maturo per la sua età e dimenticava che i comuni sedicenni non erano soliti mettere tutta questa profondità nei ragionamenti sui propri sentimenti.

"Dai Gokudera" lo riprese Yamamoto. "Non ti è mai capitato che fosse amore a prima vista?"

Gokudera si voltò verso Yamamoto come se nella sua testa lo avesse già ucciso un miliardo di volte, ma rimase in silenzio a meditare sulla sua incoerenza e su perché Yamamoto ne fosse a conoscenza visto che mai avevano avuto questa conversazione.

La situazione fu salvata dai piatti che furono messi davanti a ogni commensale. Gokudera lasciò che la risposta morisse nel ramen e che altri argomenti prendessero piede.


Senza nessun valido motivo Gokudera si mise in testa di sparecchiare prendendo i piatti vuoti al posto dei camerieri, ovviamente solo quelli di Tsuna, sfortunatamente non aveva fatto i conti con il suo equilibrio precario, quindi una scodella nera con tanti ornamenti in oro rischiò di scivolargli di mano.

Il salvataggio fu effettuato dalle ragazze che lo aiutarono a non farsi cadere tutto giusto in tempo.

"Decimo, ho trovato una funzione per queste idiote" esultò Gokudera.

Tsuna si mise una mano sul viso e sospirò rassegnato. "Gokudera-kun, questo è sessista" commentò.

"Ma Decimo, al massimo possono fare le cameriere. Magari potremmo assumerle nella nostra villa" ribatté Gokudera.

"E questo invece è anche classista..." sospirò Tsuna.

"Beh a economia domestica ci insegnano come disporre i piatti sulla tavola" disse Suzume sulla difensiva, aveva consegnato ai camerieri le stoviglie che Gokudera stava per distruggere.

"Questo fa di noi delle future mogli perfette" disse Maria, questo il nome dell'altra ragazza.

"Perfette per lavorare nella nostra villa, vero Decimo?" domandò Gokudera.

"Gokudera-kun!" sospirò nuovamente Tsuna, a questo punto della conversazione cercava solo di non assecondarlo. Non aveva alcuna voglia di pensare alla sua vita da boss dei Vongola.

"Saranno felici i vostri futuri mariti" disse Yamamoto cercando di sdrammatizzare con un bel sorriso.

"Yamamoto-kun, tu vuoi sposarti?" chiese Suzume con aria sognante.

Yamamoto ridacchiò. "Forse, chissà, ho solo sedici anni, è un po' presto per pensare al matrimonio" rispose.

"E tu, Gokudera-kun?" chiese Aika timidamente.

"Assolutamente no" rispose Gokudera senza alcuna esitazione. "La mia vita è dedicata a proteggere il Decimo, non ho tempo per una stupida donna che mi incasina la vita."

Tsuna sobbalzò, quella risposta gli sembrò dannatamente sbagliata. "Gokudera-kun, guarda che se vuoi puoi sposarti, non ti priverei mai di farti una famiglia."

Gokudera si voltò verso di lui e annuì. "Ho già la mia famiglia" disse con un tono solenne. "E non mi voglio sposare né tanto meno dover dedicare a qualcuno che non siate voi."

Per un lungo istante Tsuna percepì il terreno mancare sotto i suoi piedi e la gola secca, poi due voci femminili all'unisono lo riportarono alla realta. "Dici così perché non sei mai stato innamorato."

Aika mise a tacere le amiche con un sonoro "sssh, non è vero. Si dice che le rifiuti tutte allora qualcuna c'è nel suo cuore, ma non ricambia i suoi sentimenti."

Gokudera sgranò gli occhi per un istante, ma rimase in silenzio.

"Che ragazza stupida. Come si può non ricambiare l'amore di Gokudera-kun?" commentò Maria. Suzume annuì.

"Al cuore non si comanda" intervenne Tsuna. Gokudera si voltò verso di lui come se avesse appena visto un fantasma, gli era sembrato che Tsuna stesse parlando chiaramente con lui.

Qualche istante dopo Tsuna si rese conto che c'era una storia in quel discorso che non sapeva.

"Tu sei innamorato?!" gli chiese. "E di chi? E soprattutto perché io non lo so?!"

Gokudera arrossì vistosamente e negò rapidamente agitando la testa come se volesse svitarla. "No, Decimo... è una tattica per farle desistere... davvero non c'è nessuno... non sono interessato a queste cose" gli disse a bassa voce.

Yamamoto decise di salvare la situazione portando tutta l'attenzione su di sé. "Anche io sono vittima dell'amore non corrisposto" disse. Le tre ragazze si concentrarono immediatamente su Yamamoto, ma la stessa cosa la fecero anche Gokudera e Tsuna con quattro occhi sgranati.

Yamamoto rise e si mise una mano dietro la testa imbarazzato, aveva lanciato la bomba e ora non sapeva che farne con l'esplosione, di queste cose era esperto Gokudera, non lui.

"In sostanza io sono l'unico idiota che vi dice tutto mentre scopro adesso che non solo i miei migliori amici sono innamorati, ma che io sono l'unico a non sapere di chi" sbuffò Tsuna.

"Ma no, Decimo..." cercò di confortarlo Gokudera.

"Dai Tsuna, certe cose sono difficili da dire anche a se stessi, tu lo sai meglio di me" commentò Yamamoto.

Tsuna rimase spiazzato, ma non si permise di riflettere più di tanto su quelle parole. La discussione non proseguì, in fondo sapeva perfettamente rispettare gli spazi dei suoi migliori amici e sapeva anche che non dirsi tutto non significava essere meno uniti, meno legati. Quello che proprio non gli andava giù era che mentre loro sapevano di Kyoko lui viaggiava all'oscuro su quali ragazze li avessero fatti innamorare. Voleva aiutarli, voleva che si confidassero, ma avrebbe aspettato tutto il tempo necessario del caso anche a costo di non saperlo mai e limitarsi a supportare a scatola chiusa.


Gokudera era appoggiato al muro della veranda, la testa fuori dalla finestra perché il fumo non entrasse in camera, Tsuna dormiva profondamente nel suo futon e Yamamoto era sveglio, disteso nel proprio.

"Chi ti piace?" gli domandò Gokudera senza alcun preavviso.

"Perché ti interessa così tanto?" chiese Yamamoto in risposta, era tutta la giornata che Gokudera continuava a insistere.

"Ho due opzioni, completamente diverse e a grado di disagio crescente" disse Gokudera senza fornire alcuna risposta.

"Spara, vediamo se fai centro" disse Yamamoto con uno sbadiglio, il sonno stava prendendo il sopravvento anche su di lui.

"Haru" sussurrò Gokudera.

Yamamoto negò alzando l'indice e muovendolo a destra e a sinistra. "Molto carina, ma no, non è lei."

"Allora è Squalo..." disse Gokudera alzando le spalle.

Yamamoto rimase interdetto per qualche istante poi annuì.

"Io già dubitavo fortemente della tua sanità mentale, ma adesso..." Yamamoto lo interruppe. "È solo un'innocente cottarella, niente in confronto a come stai messo tu..."

Gokudera tacque, ebbe la tentazione di urlare, ma avrebbe svegliato il Decimo, allora si limitò a minacciarlo mostrandogli il dito medio. "Tu sei pazzo a metterti tra Squalo e Xanxus. Lo sai che stanno insieme. L'hai capito, vero?"

Yamamoto annuì. "Certo che l'ho capito, io ho capito tante cose, Gokudera."

Gokudera non disse niente, si limitò a sorridere teneramente certo che il suo segreto con Yamamoto fosse al sicuro.

"Lo so" disse poi finendo la sigaretta e infilandosi nel proprio futon.

"Sei un libro aperto per me, Gokudera" annuì Yamamoto prima di augurargli una buonanotte e chiudere gli occhi. Anche Gokudera lo conosceva profondamente e sapeva perfettamente che fosse meno stupido di quanto gli convenisse far credere.
   
 
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