Il
mio sguardo, umido di lacrime, vaga sulle strade di Edenia,
lussureggiante di fiori e vegetazione.
Ai
miei sensi non giungono i colori della mia terra e gli odori dolci e
forti della sua flora meravigliosa.
Ma
queste pur gradevoli sensazioni aumentano il peso della mia pena.
Non
posso negare la verità. L'angoscia opprime il mio cuore.
La
Clessidra di Kronika, per quanto potente, non mi ha ridato il senso
di appartenenza al mio popolo.
Le
tradizioni e le lingue di questa terra mi sono estranee.
Amareggiata,
mi appoggio ad un muro. Con la sconfitta di Kronika, ho creduto di
porre rimedio alla mai rimarginata ferita della mia infanzia.
Ma
un simile potere, per quanto elevato, non può cancellare i miei ricordi.
Anche se riavviassi il tempo, emergerebbero ancora, mescolati al potere della Signora del Tempo.
Shao
Kahn ha ucciso mio padre e ha trasformato verdi contrade in deserti
aridi, umidi del sangue di innocenti sventurati.
Tremo
e mi stringo le braccia attorno al petto. Quel delitto, appartenente
ad un altro tempo, è irrimediabile.
Shao
Kahn, con la sua efferatezza, mi ha impedito di costruire salde
radici in questa terra.
Mi
accorgo solo ora che il sangue e il suolo non trasformano un luogo in una casa.
Una
patria non è solo il luogo accidentale della nascita fisica,
ma è lo scrigno dei ricordi e degli affetti.
E
io, nonostante il mio sangue, non condivido nulla con le genti di
Edenia.
Non
ho costruito nessuna memoria condivisa con loro.
Sospiro.
Non ho più le mie radici ancestrali.
Ma
posso crearne di nuove e trarre elementi positivi dalla mia tragedia.
Edenia,
per lunghi millenni, è stata un'utopia di pace e di gioia, in
cui ogni sogno poteva tramutarsi in realtà.
Io,
in quanto figlia di re Jerrod, custodisco le antiche conoscenze di
questa terra.
Posso
trasformare questi ricordi in strumenti di progresso e giustizia.
Ho
la possibilità di diventare il nuovo Khan e di fare
dimenticare alle genti del Regno Esterno le crudeltà di Shao
Kahn.
Nessuno,
sotto il mio regno, dovrà essere oppresso dalla paura e dalla
povertà.
Troppi
hanno patito e pianto per la sua mancanza di onore.
Lancio
un ultimo, fuggevole sguardo a Edenia. Finalmente, sono serena.
Una
nuova, splendida alba sta per sorgere sul Regno Esterno.
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