In the Blood
Questa one-shot è
stata ispirata dalle meravigliose fan art di the.arctic.scarf su
Instagram.
Le dinamiche del Mondo delle Creature, qui appena accennate, richiamano
la serie "A Discovery of Witches".
Rating: Arancione |
It is said that blood is thicker than water. It
is what joins us, binds
us, curses us.
Dark
Shadows
E’ leggermente intontita che la strega del ghiaccio
si sveglia fra le lenzuola accaldate, intontita e soddisfatta. Non le
serve
nemmeno aprire gli occhi per comprendere che il suo compagno non
è più accanto
a lei: i segni che le ha lasciato sul corpo tirano appena, mentre
piccoli
rivoli secchi e scarlatti le macchiano ancora la pelle candida. Ne ha
tre, uno
per ogni volta in cui il culmine del piacere ha reso il suo sangue,
ebbro di
eccitazione, un richiamo impossibile da ignorare. Le ha marchiato il
collo, un
polso e l’inguine: quando i suoi denti
affilati le hanno lacerato la
carne non ha provato dolore, tutt’altro. Il solo ripensarci
le provoca una
fitta al bassoventre e stringe appena le cosce, più che mai
decisa a non
lasciarla andare. Rotola su se stessa, facendo leva sul materasso, per
alzarsi
e raggiungerlo, ovunque egli sia, e, magari, riprendere da
dove si
sono interrotti. Quando prova ad alzare la testa dal cuscino,
però, un forte
capogiro la fa sudare freddo e la gola le si riempie di saliva. Prima
che la
nausea diventi troppa da sopportare, due braccia fresche la sostengono
e
delicatamente la rifanno sdraiare.
«Non
muoverti» le dice e nei suoi occhi dorati ci legge tutta la
sua
preoccupazione «Sei così pallida.
Io…» quasi balbetta e, così, nella sua
espressione ci legge anche un’altra cosa: senso di colpa
«Ho davvero esagerato,
scusami»
Lei ha ancora un
brutto sapore in bocca ma l’istinto di rassicurarlo prende il
sopravvento e non può fare a meno di sorridere
«Pallida la sono sempre»
Le labbra di lui si
piegano appena, contagiate da quell’ironia, ma il suo umore
non cambia «Non così tanto…»
le risponde, passandole una leggera carezza sul
viso.
Non lo ha mai visto
così e la cosa la destabilizza, ha davvero avuto
così tanta
paura? «Ehi, smettila di crucciarti, io ero qui con te,
completamente conscia
di quel che stava succedendo e per niente contraria. Sono pur sempre
una strega
potente, se avessi temuto per la mia vita, mi sarei difesa»
Questa volta la sua
espressione si accende, furba e tentatrice mentre con un ghigno
da predatore, che mette in risalto i suoi canini affilati, la sovrasta
nuovamente «E sentiamo: come ti saresti difesa, strega? Mi avresti
lanciato addosso un incantesimo?» il suo sorriso si allarga
«Ho come il timore
che tutti quei mugolii di piacere ne avrebbero drasticamente
compromesso il
risultato»
Le sue labbra non
arrivano a destinazione ma si scontrano contro la mano di lei
«Mio caro vampiro, qualcuno qui è
un po’ troppo sicuro delle proprie
doti amatorie» le gote le si tingono di rosso ma cedere
all’imbarazzo è proprio
l’ultima cosa che farà «Passami la
vestaglia» gli ordina senza mezzi termini
«Basterà un decotto delle mie erbe e
tornerò più in forma di prima, sto già
molto meglio» non è neanche una bugia
così grossa quella che dice.
Lui sbuffa ma
obbedisce e le passa la setosa stoffa viola che sta cercando. La
guarda attentamente mentre si copre: un po’ perché
distogliere lo sguardo da
quel corpo nudo è un peccato mortale, un po’
perché non vuole perdersi neanche
un minimo cenno di un eventuale cedimento. Quando si sposta i capelli
biondi
per allacciarla meglio sul seno, il movimento le lascia scoperto il
collo
candido, ancora deturpato dal segno del suo morso: la scintilla
scarlatta, che
gli accende lo sguardo, la caccia via scotendo appena la testa.
E’ quando
la vede muoversi verso il bordo del letto, più che mai
decisa a
rimettersi in piedi, che istintivamente scatta, dimenticandosi per un
attimo di
quanto quel gesto potrebbe indisporla.
Infatti, non appena
si sente sollevata verso il petto nudo di lui, sussurri
incomprensibili le sfuggono dalle labbra e il gelo comincia a
condensarsi sulle
sue mani, pronte ad attaccare. Il potere, però, si dissolve
non appena il suo
sguardo mette a fuoco un nuovo particolare che, fino a quel momento, le
è
sfuggito: la caviglia, che spunta nuda dalla vestaglia, presenta i
segni di un altro
morso. Quando è successo?
E’ proprio
mentre se lo domanda che il ricordo irrompe nella sua mente e le
mostra l’immagine del suo amante su di lei, in lei, della sua mano che
scende per invitarle la gamba a salire e posarsi sulla sua spalla.
E’ quando lo
sente affondare ancora di più che perde totalmente il
controllo: i suoi denti
le lacerano la pelle tenera e il sangue che scorre via amplifica
talmente tanto
il piacere che, in quell’attimo, tutto ciò che la
propria mente e corpo
desiderano è quello di darglielo tutto.
Si porta la mano al
petto, scossa.
Lui si irrigidisce,
ha capito «Elsa» la chiama «Quello lo
avevi dimenticato,
vero?»
Sì,
è vero. Per quanto sia una strega magnificamente potente,
per
quell’interminabile, terribile e meraviglioso attimo è stata
alla sua
completa mercé: se solo lui avesse voluto,
avrebbe potuto ucciderla e lei
sarebbe stata ben felice di morire.
Il suo respiro
accelerato risponde per lei e lui si premura di accompagnarla
verso la cucina il più velocemente possibile: non
è scappata dalle sue braccia
ma è piuttosto sicuro che, in quel momento, non siano
propriamente il luogo in
cui è più desiderosa di stare. La adagia accanto
al fornello, in modo che possa
attingere dalla sua dispensa e prepararsi la pozione per rimettersi in
sesto.
Le lascia il suo
spazio, di cosa potrebbe seguirne non ne è sicuro.
Elsa sta zitta mentre
le sue mani si muovono sapienti sul piano cottura di
quell’appartamento che è uno dei loro rifugi
segreti: neanche sua sorella sa
dove si trova, celato da un incantesimo illusorio di rara
complessità. Perché
sì, i loro incontri sono proibiti: le razze che dominano il mondo delle
creature,
per legge, non dovrebbero mai mischiare il loro sangue e, per un
terribile attimo, Elsa crede di averne compreso il motivo.
Di quel pensiero,
però, se ne vergogna subito: non è più
quello che crede da
tempo, da quando Jack è entrato nella sua vita, per
l’esattezza.
Le creature non sono
poi così diverse dagli uomini con cui segretamente
condividono l’esistenza. Com’è che
dicono? L’abito
non fa il monaco.
Non
basta essere una fata o una strega per essere una creatura di
pura luce, così come essere un demone o un vampiro non ne fa di
te una di pure tenebre.
Jack non si
è mai spinto così oltre con lei: sebbene ogni
tanto avverta il suo
bisogno, non l’ha mai morsa al di fuori del sesso e anche
quel passo ha
richiesto tempo e la sua assoluta convinzione.
Quanto deve essersi
trattenuto in passato? E, soprattutto, cosa lo tormenta
così tanto adesso da fargli perdere il controllo a quel modo?
Beve un sorso del suo
decotto e si sente subito meglio. Inspira a fondo prima
di parlare «Che cosa c’è?» si
volta e lo guarda negli occhi.
Lui è
stupito, si è immaginato infiniti scenari diversi
– molti dei quali lo
vedevano ridotto ad un cumulo di ceneri fumanti – ma non
quella semplice
richiesta di spiegazioni che denota una fiducia che, in quel momento,
sente di
non meritare, non dopo quello che ha rischiato di fare.
Eppure
c’è qualcosa che lo blocca nel raccontarle di
quella sensazione che gli
fa contorcere le viscere in una morsa gelata, perché quel
dubbio che l’istinto
gli fa provare è talmente terrificante che vorrebbe solo
dimenticarlo,
sotterrarlo sotto alla convinzione di essere in errore. Si porta una
mano fra i
capelli bianchi e li scompiglia ancora di più di quanto non
abbia già fatto la
nottata appena trascorsa con lei «Potrebbe non essere una
cosa importante, non
ancora almeno»
Si rende conto di
aver dato la risposta sbagliata ancora prima di avvertire il
cambio di temperatura nella stanza. E’ tornata nel pieno
delle sue forze, la
tazza è ormai vuota nelle sue mani: forse, la posa con un
po’ troppo vigore
«Non è importante?» gli fa eco, delusa
«Credo che lo sia se rischia di
uccidermi mentre facciamo l’amore»
Non è
un’accusa ma un dato di fatto e l’ombra, che per un
attimo gli spegne gli
occhi, le fa comprendere di aver trovato subito la giusta leva: non lo
vuole
punire ma solo capire.
E’ con un
leggero sbuffo che Jack cede «Sta
tornando…» neanche sostiene il suo
sguardo mentre sussurra quelle parole.
Elsa sa
già a chi si riferisce ma non vuole crederci
«Chi?»
«Lui…»
dice soltanto e lei trema perché quella è
l’eventualità più terribile
che possa capitare, soprattutto dato ciò che il mondo delle
creature ha già
passato per colpa sua.
«Non
è possibile: Pitch Black è stato
sconfitto»
L’altro
sogghigna appena «Sconfitto e rinchiuso, ma non
ucciso» si porta una
mano al petto tonico e stringe le dita, con
un’intensità tale da ferirsi la
pelle «Non dovrebbe essere altro che un ammasso di tessuti
secchi ormai, eppure
ho questa orribile sensazione che si stia rafforzando»
Pitch Black: uno dei
vampiri più antichi, forse quanto il mondo stesso.
L’unico
di tutte le creature a non aver mai apertamente accettato la
parità raggiunta
fra le razze di questo nuovo millennio, convinto che i vampiri
– e lui in
particolare – siano gli unici degni di regnare su tutti gli
altri.
Esiliato dal Grande Concilio, aveva lavorato
nell’ombra, votando alla
sua causa le creature più terribili e assetate di potere,
perfino creandole
se necessario, e aveva dato il via alla più grande guerra
che il mondo magico
avesse mai visto. Lei aveva solo diciotto anni a quel tempo e,
così come tanti
altri, in quello scontro aveva perso moltissimo.
Jack,
invece…
«Io
l’ho tradito…» anticipa i suoi pensieri
«Ho come il timore che l’abbia
presa sul personale: vorrà vendicarsi e lo farà
in grande stile» ci prova a
fare il solito irriverente di sempre ma la voce che gli esce incrinata
non
glielo permette come vorrebbe.
Elsa smette di tenere
le distanze e gli si avvicina nuovamente, scostandogli la
mano insanguinata dal petto e prendendola nelle sue «Non devi
aver paura, il
concilio ti deve moltissimo: ti proteggerà»
Lui del concilio non
si fida, ci sono troppe facce che hanno condiviso le sue
stesse fila, ma non lo dice. Si limita a fare un mezzo sorriso,
sbuffando
appena «Sei proprio sciocca a volte,
sai…» la riprende bonariamente, passandole con
dolcezza le dita libere su una guancia «Non è per
me che ho timore. Uccidermi
per lui sarebbe troppo poco, vorrà torturarmi, farmi
soffrire, rimpiangere la vita eterna se necessario e ha un
unico modo per farlo:
prendersela con te»
Lei sorride
«Siamo stati molto bravi a nasconderlo fino ad ora, no?
Continueremo a farlo: se non saprà cosa ci lega, non
potrà usarlo contro di
noi»
Jack vorrebbe dirle
che se è riuscito a tradirlo quella volta è solo
perché era
talmente sicuro della sua vittoria da non averne colto i segnali. Pitch
Black è
colui che l’ha creato, colui che ha preso
quell’insignificante pastore che era e
lo ha trasformato nel mostro che è, il loro legame non si
può descrivere:
nascondergli qualcosa di così importante non sarà affatto
facile quando
se lo troverà davanti, perché lo sa che quel
momento arriverà, lo sente dentro,
come una profezia destinata a compiersi.
Avverte la sua paura nel sangue che le
scorre rapido sotto alla pelle ma quella determinazione che le legge
nello
sguardo non la vuole incrinare. Perciò tace ancora una volta
e la stringe in un
abbraccio, nasconde il volto nel suo collo – ora
perfettamente guarito – e
aspira a fondo il suo profumo, senza timore di diventarne schiavo. La
sente sospirare e ricambiare la stretta: Elsa ha tutto da perdere nel
difendere
ciò che li lega. Se solo la scoprissero, il ruolo di
matriarca del suo clan
andrebbe a sua sorella Anna, per lui sarebbe disposta a rinunciare al
prestigio, alla credibilità, al potere… a volte
teme di non riuscire a
comprenderne il motivo.
Pitch Black ha fatto di lui un vampiro, Elsa lo ha
trasformato nell’eroe e, al tempo stesso, nel traditore. Questa macchia se la
porterà
dietro per l’eternità, perché non
importa quanto possa essere giusta la causa per cui l'ha fatto: chi
tradisce non
sarà mai
più degno di fiducia. Quante sono le creature che lo
guardano con disprezzo non appena volta loro le spalle?
Troppe. Eppure in lui, lei ci crede. Jack non ha nulla da
perdere, se non lei. Nascosti dai suoi setosi capelli biondi, gli
occhi gli si
tingono di rosso, di rabbia e convinzione: non permetterà
a Pitch Black di
toccarla, a costo di staccargli il cuore dal petto con le sue stesse
mani.
Ciao!
Torno dopo mesi con questa shot. Sto passando un periodo
davvero complicato, per cui ho accettato con grande gioia questo
piccolo miracolo reso possibile dalle bellissime fanart di the.arctic.scarf con
Jack vampiro e Elsa strega.
Non so bene che cosa ne sia uscito ma spero sia stato comunque di
vostro gradimento.
Sexy-Vampire Jack mi ha anche incredibilmente spinto ad osare un po' di
più sotto certi frangenti, non che abbia scritto
chissà che cosa ma è effettivamente "molto" oltre
i miei standard ù__ù
Ancora una volta butto carne al fuoco per poter scrivere qualcosa di
più, sia un prima che un dopo addirittura, quindi
chissà. Considerando che dalle prime OS scritte, "Seasons"
ha visto la luce dopo ben quattro anni, direi che la speranza
è l'ultima a morire (la mia eh, voi ovviamente siete liberi
di decidere cosa farne della vostra).
Questo ritorno dopo un lungo periodo di silenzio lo vorrei dedicare a Padme83 perché,
nonostante la mia crisi mistica, mi ha spronato a non lasciare andare
le vibes che sexy Jack poteva regalare e, soprattutto,
perché lei sa ♥
Grazie a tutti per aver letto!
Qualunque segno del vostro passaggio vorrete lasciarmi sarà
ben accetto.
Alla prossima (che, anche se non so quando, spero ci sarà)
Cida
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