Don't wanna kill you
Titolo:
Don't wanna kill you
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot
[ 862 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Damian
Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent
Rating:
Giallo
Genere: Generale
Avvertimenti: What
if?, Pre-Slash, Narratore inaffidabile
Just stop for a minute and smile: 29. "Potresti
abbassare il volume?"
Maritombola #12: 72.
Prompt
Immagine
Quella volta in
cui: "Non voglio ucciderti, ma ti
fermerò!"
BATMAN
© 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
«Non voglio
ucciderti, ma ti fermerò!»
Una singola frase. Una frase che, uscita
dalle
labbra di Jon, sembrava stonare terribilmente se si pensava a chi fosse
rivolta.
Con le labbra serrate e le mani
convulsamente
strette, le palpebre assottigliate e il respiro ansante, Damian stesso
faticava a credere che Jon, contro ogni aspettativa, lo stesse
guardando con un'espressione tale da far capire che era davvero pronto
a portare a termine quella sua minaccia. Era... terribile anche solo
pensare che, pur di fermarlo, si sarebbe spinto a tanto.
In tutti quegli anni in cui si
conoscevano, Damian
aveva sempre creduto che Jon sarebbe sempre stato al suo fianco. Forte
di quella convinzione, non aveva mai nemmeno pensato che avrebbe potuto
voltargli le spalle e rivoltarsi contro di lui, m forse se l'era
cercata. Aveva spinto, e spinto, e spinto ancora Jon fino ai suoi
limiti... e adesso ne avrebbe pagate le conseguenze.
Damian abbassò le palpebre,
inspirando
pesantemente dal naso. Se erano così che sarebbero dovute
andare
le cose tra loro, avrebbe venduto cara la pelle. «Non mi
arrenderò senza combattere», sentenziò,
flettendo i
muscoli delle spalle e osservare il volto risoluto di quello che un
tempo era stato il suo migliore amico.
Persino l'atmosfera intorno a loro
sembrava lugubre
e terrificante, dati gli alberi spogli che li circondavano e le tombe
senza nome su cui i corvi gracchiavano verso il cielo grigio che li
sovrastava, come un canto di morte che nessuno dei due voleva realmente
ascoltare; la costruzione dalle ampie vetrate sporche di polvere creava
sul terreno lunghe ombre spaventose che danzavano nella tenue luce di
quella giornata uggiosa, ed entrambi si presero un altro lungo momento
prima di potersi gettare all'attacco l'uno verso l'altro.
Un calcio violento si scontrò
con la guancia
di Damian, facendogli sputare sangue e qualche dente, e dopo il
momentaneo stordimento impugnò saldamente l'elsa della sua
katana per tentare un affondo, vedendo Jon scartare di lato prima di
tentare di colpirlo di nuovo; Damian si morse furente il labbro
inferiore e fu solo grazie ai suoi sensi fin troppo allenati che si
accorse dello spostamento d'aria alla sua sinistra, alzando prontamente
il braccio munito di katana per parare l'ennesimo calcio che si
abbatté con forza su di lui. Imprecò a denti
stretti
nell'avvertire il prepotente formicolio che si disperse nel suo arto,
ma non c'era tempo per distrarsi, lo sapeva perfettamente, e fu proprio
per quel motivo che, nel vedere quel fulmineo baluginio argentato, si
affrettò a respingere quel nuovo attacco con il dorso della
lama, costringendo Jon ad allontanarsi con un salto all'indietro per
evitare quel colpo.
Ansimanti e feriti, con la pioggia che
aveva
cominciato a cadere implacabile sulle loro teste, nessuno dei due
risparmiò un colpo all'altro, spingendo i loro corpi fino ai
limiti dell'immaginabile; persino Jon stava respirando a fatica, e
sputò a terra del sangue prima di flettere le gambe e
serrare i
pugni.
«Sei ancora in tempo per
fermarti, D! Non
costringermi a farlo!» berciò, ma Damian rimase
immobile
sotto la pioggia battente, il capo chino e la lama della sua katana
rivolta verso il terreno. Quando sollevò il capo, Jon
poté notare lo scintillio nei suoi occhi.
«Mi spiace, Jon. Game over».
Prima ancora che potesse rendersene
conto, l'aria
intorno a lui crepitò e ogni singola goccia parve bloccarsi
in
un momento di stasi, rendendo l'atmosfera cala e opprimente; e fu a
quel punto che la spada di Damian si abbatté senza
pietà
sul petto di Jon, il quale sgranò gli occhi prima di fissare
il
volto del suo migliore amico che, infierendo, aveva cominciato a
conficcare la lama fra le sue carni, col sangue che schizzava ovunque
in un suono vischioso e osceno che si confondeva coi tuoni che stavano
squarciando il cielo. No.
Non era possibile. Non doveva andare così, non--
«Ahw, dannazione!»
esclamò a quel
punto Jon, buttando il joystick sul divano con uno sbuffo mentre il suo
personaggio moriva e sullo schermo lampeggiava la scritta
“Hai
perso”. «Stavolta avevo davvero la vittoria in
pugno!»
Damian schioccò
altezzosamente la lingua
sotto il palato. «Avresti dovuto pensarci prima di sfidarmi a
Swordwalkers»,
affermò deciso. «Un vero guerriero ha sempre un
asso nella manica».
«Hai solo avuto la fortuna di
mettere a segno
la mossa speciale del tuo personaggio», bofonchiò
Jon,
allungandosi verso il tavolino solo per prendere una manciata di pop
corn. «Potresti almeno abbassare il volume?»
«Il fatto che tu abbia perso
non significa che io non possa godermi il suono della
vittoria».
Jon mugugnò qualcosa fra
sé e
sé mentre masticava rumorosamente quei pop corn, quasi
volesse
deliberatamente cercare di sovrastare la musica del videogioco, la
fronte aggrottata come quella di un bambino - oh, beh, dopotutto aveva
tredici anni, un po' poteva permettersi di essere infantile - e le
guance piene di quei chicchi di mais scoppiati. «Voglio la
rivincita», rimbrottò, e Damian fece giusto un
breve cenno
accondiscendente col capo, prendendo lui stesso il joystick per
porgerglielo.
«Tutto tuo...
amico», disse, sorridendo
quando vide Jon guardarlo di sottecchi prima di ricambiare. Quel suo
sorriso valeva più di mille parole.
_Note inconcludenti dell'autrice
Ritorno
con una storia scritta per la challenge Quella
volta in cui indetta da
MissChiara
con il prompt "Non
voglio ucciderti, ma ti fermerò!".
Ammetto che all'inizio volevo far uscire una cosa molto angst con
Damian Testa del Demone e Jon che, ritrovandosi a dover combattere
contro di lui per ristabilire la pace, alla fine doveva ucciderlo per
evitare che potesse far esplodere delle testate nucleari che avrebbero
annientato l'umanità. Ma lo volevo davvero? Ovvio che no!
Quindi
ecco perché alla fine ho scritto questa stronzatina che
parte
proprio come se quei due stessero davvero lottando tra loro, ma che
alla fine si rivela essere... un semplice videogioco (che tra l'altro
nel mondo della DC esiste davvero, l'ho preso da lì)
Perdonate allora questo piccolo narratore inaffidabile che è
partito con una cosa e che ha finito per presentarvi altro
Commenti
e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥
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