Lo Chef di Mezzanotte - Capitolo 9
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Boku no Hero Academia
e Midnight
Diner – Tokyo Stories
non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.
Lo Chef
di Mezzanotte
Hero
Tales
Zuppa
di miso con
zucchine
Oramai
Izuku conosceva a memoria ogni singolo mattone, graffito e sfumatura
di asfalto che portava verso la tavola calda di Kacchan. Aveva
scoperto quel posto solo da qualche mese ma ci era andato
praticamente ogni giorno che non aveva il turno di notte.
A
ben pensarci, nonostante i prezzi di Kacchan non fossero
particolarmente alti, non ricordava di aver mai speso così
tanti
soldi per andare fuori a mangiare in una vita intera. Ma non poteva
evitarselo. Finire di lavorare – o poco prima di iniziare
– e
andare a cenare da Kacchan era diventato un rito
irrinunciabile: nonostante il suo ritmo sonno-veglia e il suo
metabolismo stessero in qualche modo cominciando a risentirne. Cercava
sempre di non eccedere e nel caso in cui avesse già cenato,
optava sempre per qualcosa di leggero ma che comunque gli desse la
scusa per
andare a trovare Katsuki... Le visite alla tavola calda di mezzanotte
erano oramai una dipendenza. Era diventato a
tutti gli effetti un cliente abituale. Non avrebbe saputo dire se gli
altri li avessero riconosciuti, con il passare del tempo aveva
imparato a non farci caso visto che loro in primis non toccavano mai
l’argomento. Ogni tanto aveva visto Yaro osservare lui e a
Katsuki
prima di appuntarsi qualcosa su un foglio dove stava scrivendo o
disegnando, ma Kacchan gli aveva detto di non farci caso, che il
mangaka lo faceva quasi con ogni persona che vedeva perché
chiunque
poteva essere una fonte d’ispirazione. Chissà se
Yaro avrebbe
fatto di loro due dei personaggi di un manga… Sarebbe
stato divertente,
si era ritrovato a
pensare Izuku prima che delle immagini di alcune doujinshi gli
balenassero nella mente facendolo rabbrividire.
Perso
nei suoi pensieri e nei ricordi, il suo flusso di coscienza venne
interrotto nuovamente da una voce che gridava aiuto. Era la stessa
voce che aveva sentito tempo fa e, nel giro pochi secondi, Deku si
ritrovò proprio davanti al negozio di frutta e verdura. Solo
che
questa volta non c’erano dei piccoli delinquenti, ma un fiume
d’acqua
che proveniva dall’interno.
“Oh
ragazzo, dacci una mano per favore!”
“Non
temete, ora ci sono io!” rispose Deku calandosi nella parte
“Ma
cosa succede?” chiese poi girandosi verso la donna che
l’altra
volta gli aveva dato i cetrioli.
“Le
tubature! È esploso qualcosa di là!”
disse la donna indicando uno
stanzino sul retro e, non appena Deku lo raggiunse, venne travolto da
un getto di acqua gelida che gli annebbiò la vista. Si
portò un
braccio sopra la testa così da poter vedere cosa stava
succedendo:
era semplicemente esploso un tubo ma con una violenza notevole che
stava letteralmente allagando l’intero locale. Richiamando
una
piccola percentuale di One for All andò a piegare il tubo da
cui
usciva l’acqua e, rapidamente, chiuse il rubinetto
così da evitare
che la pressione dell’acqua potesse vanificare il suo lavoro.
Si
diede una rapida scrollata ai capelli e al resto del corpo,
rendendosi conto di quanto lui e i suoi vestiti fossero da strizzare.
Le
due proprietarie del negozio lo raggiunsero iniziando a dargli una
mano ad asciugarsi con dei fazzolettini di carta, prima che Deku si
allontanasse ringraziandole ma dicendogli che sarebbe andato a
cambiarsi.
Le
due signore annuirono ma, prima di lasciarlo andare via, come la
volta precedente, gli misero tra le mani un buon numero di zucchine
verdi, ancora una volta senza sacchetto.
Quando
arrivò davanti alla tavola calda di Kacchan si rese conto di
essere
arrivato con più anticipo di quanto pensasse, nonostante
l’incidente
al negozio gli avesse fatto perdere un po’ di tempo. Il
locale era
illuminato dalla luce fioca che proveniva dalla cucina e gli
arrivavano al naso dei profumi deliziosi. In condizioni normali
avrebbe aspettato che il ristorante aprisse, ma oramai era autunno
inoltrato e, considerato il fatto che era quasi mezzanotte e lui era
bagnato da capo a piedi, stava cominciando ad avere freddo.
Con
un piede cercò di spingere la porta, riuscendo solo a fare
un gran
rumore.
“SIAMO
ANCORA CHIUSI!” urlò Katsuki
dall’interno.
“Kacchan,
sono io! Ho avuto un’emergenza! Puoi aprirmi?” si
ritrovò
praticamente a balbettare Izuku con voce tremante. Si rese conto che,
effettivamente, stava tremando.
Il
suo tono doveva aver allarmato Katsuki che dopo pochi secondi gli
aprì la porta osservandolo perplesso.
“Quirk
acquatico?”
“Peggio.”
“Gang
Orca?”
“Tubatura
rotta” rispose Izuku “E queste sono per
te” aggiunge, mettendo
tra le braccia del biondo la piantagione di cucurbitacee che gli era
stata regalata.
“Dovresti
smetterla con questa messaggi subliminali...”
disse Kacchan con nonchalanche portando gli ortaggi in cucina.
Izuku ringraziò il fatto di essere
troppo infreddolito per arrossire.
“Posso
chiederti qualcosa di caldo?” domandò
invece all'amico che gli scoccò un’occhiata
eloquente.
“No”
rispose e Izuku ci rimase malissimo.
Katsuki
sbuffò.
“Ora
come ora non ti servirebbe a niente” spiegò
cercando qualcosa in
una scatoletta di latta che teneva dietro al bancone “Sali le
scale, di sopra c’è una piccola stanza con bagno.
Fatti una doccia
e scaldati. Sotto al lavandino ci sono gli asciugamani mentre dentro
l’anta sinistra dell’armadio ci sono delle tute,
sono un po’
vecchie ma almeno puoi metterti addosso qualcosa di asciutto”
gli
spiegò Bakugou porgendogli una chiave a cui era stato
attaccando un
ciondolo con l’inconfondibile X del costume di Dynamight.
“Io...”
“Vai
prima che ti venga un accidente. Tra poco di porto qualcosa di caldo
per cena” disse il biondo facendogli cenno di salire.
Izuku
fece quanto gli era stato detto, salì le poche scale che
portavano
al piano superiore e aprì la porta, trovandosi in un piccolo
locale
che ospitava un letto, un tavolino e un armadio. Più qualche
sedia
sparsa e degli oggetti che probabilmente Kacchan aveva acquistato o
portato per il ristorante ma che non aveva usato. Lo sguardo gli
cadde su alcune mensole dove erano stati accatastati libri di ricette
e un gran numero di riviste di ogni tipo in merito agli eroi. Con
sua somma sorpresa, la maggior parte riguardavano loro due e nello
specifico molto più Deku di Dynamight. Izuku si
sentì arrossire ma
un brivido particolarmente fastidioso che li fece tremare i denti lo
spinse a non curiosare ma andare diretto verso il bagno.
Aprì
l’acqua calda della doccia, recuperò gli
asciugamani e si svestì
il più velocemente possibile perché stava
cominciando ad avere
l’impressione che i vestiti gli si stessero congelando
addosso.
Il
getto di acqua calda fu un toccasana e gli parve che la sua
temperatura corporea fosse scesa ben al di sotto del minimo
consigliabile. Era così infreddolito che sentiva persino
dolore alle
dita dei piedi, nonostante le temperature all’esterno non
fossero
ancora così rigide. Si lavò velocemente con un
po’ di
bagnoschiuma che aveva trovato poggiato in un anfratto ricavato nel
muro e rimase qualche secondo ad annusarlo, rendendosi conto come
quel prodotto avesse lo stesso profumo dolciastro di Kacchan. In
effetti aveva senso, considerato il particolare aroma del sudore
dell’amico causato dalla sostanza simile alla nitroglicerina
che
produceva, un profumo balsamico o troppo floreale avrebbe creato una
combinazione tremenda, mentre un bagnoschiuma vaniglia e papaya, per
quanto potesse sembrare una fragranza più femminile, era
perfetto
per Kacchan.
Si
ridestò dai suoi pensieri (e borbottii), chiuse
l’acqua e si
avvolse un asciugamano in vita mentre con l’altro iniziava ad
asciugarsi il resto del corpo e a frizionarsi i capelli. Fu un trauma
uscire dal piccolo bagno, ora piacevolmente caldo per i vapori della
doccia, ed entrare nella piccola stanza ben più fredda.
Rabbrividì
nuovamente andando a passo spedito verso l’armadio che gli
era
stato indicando e trovò alcune vecchie tute sformate e con
qualche
buco. Ne trovò anche una della UA e per un attimo fu tentato
di
indossare quella, ma poi optò per un paio di pantaloni
grigio scuro,
una maglietta nera e una felpa che, a occhio e croce, doveva essere
uno dei primi prototipi del mechandising di Dynamight mai realizzato
perché, in effetti, era un po’ troppo sobrio (solo
la tipica X a
punto cuore non era sufficiente). Nel dubbio Izuku aprì
anche
l’altra anta alla ricerca anche di un paio di boxer e di
calze, ma
invano. Trovò solo una divisa blu da chef, dei grembiuli e
un altro
paio di sandali di legno che Katsuki era solito indossare mentre
lavorava alla tavola calda.
Con
i vestiti puliti in mano tornò in bagno a cambiarsi
– quanto meno
lì faceva comunque meno freddo che nella stanza –
e una volta che
ebbe indosso dei vestiti puliti e, soprattutto, asciutti,
tornò
nella stanza principale. Kacchan era ancora di sotto e Izuku decise
che lo avrebbe raggiunto tra un attimo. Non voleva che
l’amico
tardasse ad aprire per colpa sua, solo perché la sua
sindrome da
eroe l’aveva portato a ritrovarsi conciato peggio di un
pulcino
durante un temporale, però non poteva negare a se stesso che
l’idea
di sbirciare in quel piccolo angolo di privacy di Kacchan lo
elettrizzava non poco. Da un anno a quella parte Kacchan era
diventato molto più schivo, e alla fine Izuku era
letteralmente
inciampato nella ragione che l’avevano portato a essere molto
meno
presente nella vita di tutti loro – in fin dei conti, Katsuki
conduceva a tutti gli effetti una seconda vita – ma
c’era ancora
qualcosa di lui che non riusciva veramente a comprendere o afferrare.
Forse non l’avrebbe mai fatto, ma essere lì, in
quella piccola
stanza sopra la tavola calda di Katsuki di cui praticamente nessuno
era a conoscenza, lo faceva sentire importante ma al tempo stesso
fuori luogo, come se in fondo lui non meritasse davvero di essere
lì.
Sospirò
e andò verso la porta che conduceva alle scale, aprendola
delicatamente sorprendendosi di trovarsi davanti Kacchan con un
vassoio colmo di cibo e stoviglie tra le mani.
“Giusto
in tempo, nerd” mormorò Katsuki entrando e andando
a depositare il
vassoio sul tavolino basso che c’era al centro della stanza.
“Spero
tu non mi abbia finito tutta l’acqua calda” gli
disse il biondo
stiracchiandosi.
“Giuro,
ho fatto il più velocemente possibile.”
Katsuki
annuì indicandogli il vassoio con delle stoviglie scure che,
vista
la scarsa illuminazione, Izuku non riuscì a identificare a
meglio,
ma vide e riconobbe con entusiasmo due onighiri che Kacchan prese,
porgendogliene uno.
“E’
una ricetta della moglie di un mio vecchio cliente. Vecchio nel senso
che credo sia nato nel mesozoico, ma comunque sono onighiri di prugne
con semi di sesamo” spiegò Kacchan addentando il
panino di riso
e Izuku fece lo stesso, lasciando pendere l’asciugamano con
cui si
stava frizionando i capelli su una spalla.
“Oddio
che meraviglia” disse Deku assaporando quel cibo
così semplice ma
squisito “Kacchan è incredibile anche in questo.
Sembra una
ricetta da nulla, ma bisogna saper dosare bene gli ingredienti, non
eccedere con le prugne se no diventano troppo salati, o con i semi di
sesamo che poi risulterebbero amar-”
“Nerd…
mi stai facendo andare di traverso l’onighiri.”
“Scusa...”
disse Izuku finendo la sua porzione in silenzio ma gustandosi ogni
singolo boccone “Non devi andare ad aprire il
ristorante?”
domandò poi mortificato, ricominciando a sfregarsi con poca
delicatezza i capelli ancora umidi.
“Non
questa sera.”
“Ma
avevi già preparato tutto!”
“Chiuso
per imprevisto, ma se proprio ti do così fastidio me ne
vado”
sbottò Katsuki arrabbiato e solo in quel momento Izuku
osservò con
maggior attenzione il vassoio notando le due ciotole chiuse da un
coperchio di legno, due paia di bacchette, due bicchieri e una birra.
“NO,
KACCHAN!” si ritrovò quasi ad urlare il ragazzo,
afferrando
l’amico per un polso, invitandolo molto goffamente a sedersi.
In
realtà gli diede uno strattone che lo fece praticamente
cadere, ma
per fortuna Katsuki sembrò non prendersela troppo.
“Sono
felice che possiamo cenare solo io e te. Mi dispiaceva solo che
avessi lavorato così tanto per poi non aprire. Dalla cucina
vengono
dei profumini deliziosi…”
“Niente
che non possa non essere riscaldato a casa domani. Ora smettila di
assillarmi e mangia la tua fottuta zuppa!” disse il biondo
tirando
via con stizza i coperchi dalle ciotole, rivelando un leggero brodo
di miso in cui si intravedevano dei noodle e le zucchine che Izuku
aveva portato come ricompensa per essersi ritrovato bagnato fino al
midollo. In superficie dei fiocchi di peperoncino, dei germogli e
semi di sesamo bianco e nero completavano quello che si poteva
definire semplicemente un quadro.
“Itadakimasu”
mormorò Izuku congiungendo le mani prima di separare le
bacchette e
assaggiare quello che si rivelò essere l’ennesimo
piatto delizioso
preparatogli da Kacchan. Aiutandosi con le bacchette si
riempì
rumorosamente la bocca di quella bontà sotto lo sguardo del
biodo
che non riusciva a nascondere un sorrisetto soddisfatto mentre
riempiva entrambi i bicchieri di birra.
“E’
buonissima Kacchan” disse Izuku posando le bacchette e
bevendo un
sorso di birra mentre Katsuki assaggiava il suo operato. Aveva
cucinato di meglio, ma era comunque gustosa e probabilmente
l’essere
calda aiutava non poco a risultare più piacevole a un
infreddolito
Midoryia.
“Perché,
avevi dubbi?” gli chiese mostrandosi molto più
sicuro di quanto in
realtà non fosse.
“In
effetti no. Però è bello quando qualcuno cucina
per te. Quello che
mangi sembra avere tutto un altro sapore proprio perché
è per
te. Qui
non hai il solito menù impersonale cucinato in serie, quasi
fosse un
automatismo e da cui uno sceglie la cosa che gli sembra essere la
migliore. Tu offri qualcosa di unico per chi te lo chiede e questo
rende ancora più buono quello che prepari. È una
sfida continua da
cui riesci a uscirne sempre vincitore e che fa sentire speciale chi
te lo chiede.”
Katsuki lo guardò assottigliando gli
occhi, elaborando le sue parole.
“Mi
stai dando della casalinga?”
Izuku
deglutì.
“Più
dell’eroe da sposare” rispose con sguardo serio
soppesando le
parole con estrema attenzione cercando di mantenere il tono leggero,
ma al tempo stesso privo di scherno.
“Cos’è?
Una proposta?”
“Dipende
da te, Kacchan.”
Lo sguardo
del biondo si fece più serio prima di posare le bacchette
sulla ciotola con
estrema attenzione.
“Che
cosa intendi dire?”
Izuku
si sentì avvampare, non pensava che Katsuki
l’avrebbe presa così
sul personale.
“N-niente.
È un modo di dire” cercò di
giustificarsi lui, sperando di non
aver rovinato anni trascorsi ad instaurare un rapporto civile tra
loro. Nel mentre però Katsuki si era fatto vicino.
Decisamente
troppo vicino.
“Quindi
fai proposte simili a chiunque” constatò
l’altro con… era
delusione quella nella sua voce?
“No.”
Lo
sguardo inquisitorio di Katsuki lo costrinse ad elaborare.
“Se
così fosse non verrei a mangiare te ogni sera, no? Ho
scoperto per
caso questo posto, ma non ci sono tornato per l’ottima
cucina. Non
solo, almeno” aggiunse subito vedendo del fumo salire dai
pugni
chiusi dell’altro e che a quel punto si era ulteriormente
avvicinato.
Izuku
poteva chiaramente vedere le iridi cremisi di Katsuki inghiottite
dalle pupille sempre più dilatate da quello che Midoryia
sperò con
tutto il cuore essere desiderio, anche se aveva il terrore e la
certezza di aver preso un abbaglio.
“La
mia cucina è fantastica” fu l’unico
commento che fece il biondo,
tornando al punto di partenza della loro conversazione, come fosse
stato un gioco da tavolo.
Ora
dovevano solo decidere se lanciare i dadi e uscire dalla casella in
cui erano tornati oppure rimanere fermi per quel turno, in attesa che
qualcosa facesse ricominciare la partita.
Così
Izuku fece un respiro profondo e portò la mano destra,
segnata e
piena di cicatrici al viso di Kacchan, aspettandosi un gesto di
stizza da parte dell’altro. Katsuki però,
nonostante quel tocco
ruvido e involontariamente graffiante, percepì la
delicatezza che però
annullò afferrando la nuca di Izuku con forza spingendolo
verso di
sé, facendo scontrare le loro labbra in un goffo bacio al
sapore di
miso e di birra.
Le
labbra screpolate di Izuku graffiavano quelle morbide di Katsuki, ma
a Kacchan sembrava non importare granché. O almeno, non
gliene
importò più quando Deku socchiuse le labbra,
dandogli libero
accesso e trasformando quel goffo contatto in uno scontro alla pari
fatto di lingue, saliva e gemiti che si perdevano nella bocca
dell’altro.
Senza
essersene reso conto probabilmente attivò One for All (a
meno
dell’uno per cento probabilmente) e spinse Kacchan sul
pavimento,
andando a bloccargli i polso ai lati del viso mentre continuava a
baciarlo, seduto sopra di lui percependo chiaramente
l’erezione
farsi sempre più dura contro la sua.
“Kacchan”
mormorò Izuku rilasciando i polsi dell’altro e
andando ad
appoggiare la fronte su quella di lui, sospirando sulle sue labbra
con occhi chiusi mentre cercava di fare del suo meglio per spingere
con insistenza il bacino contro quello di Katsuki.
“Nerd”
gli disse il biondo con un tono divertito ma non offensivo. Izuku
aprì leggermente gli occhi incerto su cosa aspettarsi
dall’altro
“Era ora che lo capissi. Mi si è servito solo
cucinarti l’intero
Giappone” concluse con scherno prima di afferrargli
nuovamente la
nuca e riunire le loro labbra in un bacio affamato, pieno di cose non
dette.
Deku ricambiò il bacio come se da
quello dipendessero le loro
stesse vite.
E, in fondo, era proprio così.
.Fine.
“Come
mai stasera è chiuso? Possibile che lo chef non sia ancora
arrivato?” domandò
Takashi provando ad aprire la porta scorrevole ma trovandola
irrimediabilmente chiusa. Anche la lanterna era spenta e
dall’interno
non proveniva alcuna luce.
“Probabilmente
c’è stata un’emergenza e hanno richiesto
l’intervento di
Dynamight da qualche parte” commentò Yaro
guardandosi intorno
prima di sentire un leggerissimo tonfo provenire dalla stanza ubicata
sopra al ristorante, illuminato da una debolissima luce “O
forse
no” commentò poi mettendo un braccio sopra le
spalle di Takashi e
conducendo lui e Kane verso una bancherella di ramen non lontano
dalla stazione di polizia. Per quella sera si sarebbero fatti andare
bene quello, non aveva la benché minima intenzione di
disturbare
Deku e Dynamight solo perché loro tre avevano fame.
Note
dell’autrice:
Volevo
scrivere una breve oneshot, poi la cosa mi è sfuggita di
mano e si è
allungata di sua volontà
diventando
un what I eat in
a week,
vegan edition.
Tutte
le ricette – tranne il katsudon che non potevo escludere
– sono
vegetali perché... Plant Power!
(mi
sono sempre chiesta però come sarebbe il Quirk di Suneater
se fosse
vegano XD). E sono praticamente quello che cucino più volte
durante la settimana, tranne un paio di cose he ho provato
appositamente per scrivere questa storia.
Questa sera sulla mia tavola c'è proprio questa stessa
zuppa, quindi il capitolo andava per forza pubblicato oggi =)
Spero vi sia piaciuta, per me scriverla è stato
incredibilmente zen
:)
Ringrazio
NightWatcher96
e soniacrivellaro
per i loro bellissimi commenti <3
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