Over the Rainbow

di ClostridiumDiff2020
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6. the Fall
 
 

 
Damiel non ricordava che Samael avesse tanta forza, il suo disagio aumentava mentre la stretta gli si serrava attorno. Cercò di divincolarsi ma l’altro era accecato, troppo bramoso.
Quando le lunghe gelide dita di Samael scivolarono sui suoi fianchi una morsa gli si attanagliò alle viscere, era panico? Paura? Così Damiel reagì d’istinto e lo morse alla spalla con tutte le sue forze.
 
Samael gridò furente e lo spinse via con forza. L’impatto con la roccia gli strappò via l’aria dai polmoni.
Samael avanzò, incapace di ragionare. Afferrò Damiel per la gola e lo strinse.
Sentiva la sua energia fluire in lui, la paura di suo fratello, le sue forze da debole umano.
Si vide riflesso nei suoi gradi occhi scuri, sempre più spenti e vuoti.
“Ti prego…. Smettila…” lo supplicò Damiel con un. Filo di voce.
Samael poteva vedersi, come una presenza opprimente che incombeva sull’altro, prosciugandolo di ogni forza. Avrebbe voluto desiderare di fermarsi ma era ossessionato da quella bramosia, voleva farlo suo e non gli importava di nient’altro.
 
 
Damiel cercò di afferrare ogni respiro mentre il mondo sbiadiva, stretto dalle gelide dita di Samael. Era quella la morte? Un’opprimente sensazione di compressione?
Non credeva che l’amore potesse essere così dolorosa.
 
Amore…
 
Quella parola non gli evocava l’immagine della ballerina che tanto aveva desiderato, ma rivedeva il sorriso gentile di Cassie, sentiva le sue labbra premergli sulla fronte, le sue mani che lo carezzavano, scostandogli i capelli dal volto. Come il suo sguardo carico di preoccupazione e la sua voce che lo abbracciava. “Penso io a te mio piccolo angelo…”
 
Era quello l’amore? Non un ricordo illusorio, ma amorevoli cure, affetto incondizionato.
 
La presa di Samael si allentò, e l’aria tornò con forza nei suoi polmoni.
Damiel tossì mentre Samael crollava a terra privo di sensi.
Damiel si massaggiò la gola e Cassie si precipitò al suo fianco.
“Presto, l’ho steso ma dobbiamo andare… Non credo che il mio colpo possa averlo messo fuorigioco per molto…”
 
 

 
 
Tornare all’ospedale a Cassie sembrò la cosa più sensata da fare. Samael di certo sapeva dove viveva e Damiel doveva essere curato. Osservò piena d’ansia i segni sulla sua gola del suo angelo, c’erano dei brutti lividi viola la dove quell’essere lo aveva stretto.
“Non riesco a credere a quanto ho visto, aveva davvero le ali e… stava per…” sussurrò lei applicando un balsamo sulla pelle ferita di Damiel.
Lui la osservava con i grandi occhi scuri, lei ricambiò lo sguardo. “Per un attimo avevo temuto che ti avesse…” Aveva il ragazzo afflosciarsi a terra, il suo sguardo affievolirsi come una candela.
“Grazie… Di tutto…” sussurrò Damiel con voce spezzata.
Cassie non riuscì a frenarsi e lo abbracciò lasciandosi andare le lacrime. “Credevo che ti avrebbe…” singhiozzò incapace di terminare la frase.
 
Damiel chiuse gli occhi e si abbandonò. Era disceso sulla terra, cadendo nella vita per assaporare l’amore di quell’abbraccio, ora gli era chiaro.
 




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