FIGHTING DARKNESS
CAPITANO POTTER A RAPPORTO, SIGNORE!
Quando tutti ebbero riferito la
propria versione dei fatti, Harry alzò gli occhi e notò che Dorian, per quanto
cercasse di mascherarlo, sembrava estremamente soddisfatta.
Era appena il tramonto
successivo a quella terribile notte, e tutti gli agenti avevano riportato
ferite più o meno gravi, tanto che alla riunione immediata voluta da Dorian non
ce n’era uno senza almeno una decina di bende e cerotti.
“Bene.” Esordì Dorian, seria.
“Mi sembra chiaro che la dinamica delle cose deve farci riflettere. Abbiamo
scoperto il fianco una volta di troppo, non dovremo commettere lo stesso errore
un’altra volta.”
“Non credo che rincontreremo il
vecchio Voldemort. E comunque, non tanto presto.” Fece Jeffry soddisfatto. “Se
non l’ha eliminato, Harry l’ha conciato per le feste.”
“A proposito di questo.”
S’intromise il generale, avvicinandosi a Harry. “Potter, ti rendi conto
dell’imprudenza di cui sei stato capace allontanandoti da solo e senza
avvertire nessuno? Hai individuato un passaggio segreto, e senza né consultarci
né controllarlo preventivamente ci sei entrato. Poteva finire molto male.”
“Si, lo so, e me ne dispiace,
ma…” cercò di giustificarsi Harry, ma lei lo interruppe.
“So che eri emotivamente
coinvolto, ma qui all’AU le cose non funzionano così. Non vogliamo pazzi né
eroi, noi lavoriamo in gruppo, per garantire a ognuno la possibilità di tornare
a casa la sera tutto intero. Non ne esci vivo se non usi prudenza e freddezza, Harry.
E’ la prima regola se vuoi lavorare qui.”
“Non volevo che qualcun altro
restasse coinvolto.” Spiegò piano Harry. “Era me che voleva Voldemort, in
questo modo non avrebbe coinvolto altri innocenti.”
Dorian scosse la testa.
“Chiunque cercasse, o qualunque cosa volesse, Voldemort ha chiaramente
dimostrato di essere un pericolo per l’umanità intera, e quindi è competenza
dell’AU al completo.” Disse con fermezza. “Ora fai parte di una squadra, vedi
di ricordartelo. Non devi fare da mamma chioccia a tutti, non sei più a
Hogwarts, non siamo studenti indifesi, Harry. Siamo soldati, siamo qui per
nostra scelta e sappiamo quali sono i pericoli a cui andiamo incontro. E ognuno
è responsabile di se stesso, chiaro?”
Harry annuì, mentre Sirius gli
dava una piccola e paterna pacca sulle spalle.
“Bene, allora se siamo tutti
d’accordo,” continuò Dorian. “direi che l’agente Potter ha già sostenuto il suo
esame combattendo direttamente sul campo di battaglia piuttosto che sul
simulatore, salvando la sua vita e le nostre.” Gli altri presento annuirono con
sorrisi di approvazione e stima. “Benvenuto a bordo, capitano Potter.” Gli
disse con un gran sorriso Dorian, porgendogli la mano.
Harry rimase a bocca aperta,
poi il viso il suo viso si distese in un largo sorriso felice, e subito strinse
la mano che gli stava davanti. “Grazie, signor generale.” Fece, emozionato.
Jordan gli diede un’amichevole pacca sulle spalle e anche Jeffry gli fece un
occhiolino, mentre Remus alzava entrambi i pollici in segno di soddisfazione.
***************
Quando Harry raggiunse
l’infermeria andò dritto dai suoi amici. Ron non aveva già più i tubicini nel
naso e stava dormendo placidamente rivolto verso Hermione, e sembrava stare già
molto meglio. Hermione, invece, piuttosto pallida, riposava nel suo letto
coperta di fasciature e coi tubicini per respirare nel naso. Harry sedette
sulla sedia che stava accanto al suo letto e le prese una mano fra le sue.
Rimase a guardarla dormire per una buona ora, poi finalmente le vide stringere
gli occhi e poi aprirli piano.
“Ehi.” Le mormorò dolcemente.
“Ehi.” Fece lei, sorridendo
debolmente.
“Come ti senti?”
“Mmh…lasciamo stare.” Gli
rispose con una smorfia.
Lui annuì. “Ho parlato con il
medico, ti rimetteranno in piedi in un paio di giorni.” Cercò di rassicurarla.
“Come sono arrivata qui?”
chiese in un soffio lei, guardandosi in giro senza girare troppo la testa.
“Sono venuto a riprenderti.” Le
spiegò lui. “Ho avuto un duello con Voldemort e l’ho battuto. Con un pizzico di
fortuna, non ce lo ritroveremo più davanti. Adesso sei nell’infermeria.”
Hermione notò che lui le stava
tenendo la mano. “Stai…bene?”
Harry fece una risata ironica.
“Come fai a preoccuparti per me se sei tu a stare in quel letto?”
Lei evitò il suo sguardo. “Sto
bene, ora.”
Lui le accarezzò la mano. “Ho
avuto davvero paura di perderti.”
Lei si morse un labbro. “Adesso
puoi anche andare, davvero. Sto molto meglio.”
Harry abbassò lo sguardo e
annuì. “Noi dobbiamo parlare.”
Lei lo guardò con gli occhi gonfi
di tristezza. “Risparmiati il discorso.” Riuscì a dire, ansimando leggermente.
“Mi hai già detto tutto quello che dovevo sapere.”
Harry scosse la testa e le si
avvicinò di più, stringendole la mano fra le sue. “Ti prego, ascoltami. Credevo
che allontanandoti ti avrei tenuta lontano dai guai, volevo proteggerti. Ho
fatto il più idiota degli errori.”
“Mi hai fatto molto più male tu
di tutti loro.” Sussurrò Hermione, mentre gli occhi le si stavano già
riempiendo di lacrime.
“Lo so, e vorrei poter tornare
indietro e non ripetere lo stesso errore.” Gli occhi di lui erano sinceramente
tristi e supplici. “Devi credermi, amore, ho detto solo stronzate sensa senso,
sapevo che se ti avessi detto la verità tu non mi avresti mai permesso una cosa
simile.”
“Harry…perché pensi sempre che
il mondo ruoti attorno a te…” disse stanca lei. “…perché non smetti di essere
il ragazzo prodigio per un po’, e vivi normalmente…come un qualunque
diciottenne?…”
“Se potessi essere un ragazzo
normale sarei molto più felice, credimi.” Commentò lui. “Che devo farci se i
guai mi inseguono dovunque vado?”
Hermione raccolse le energie e
con la mano gli sfiorò il mento. “Fidarti di chi ti ama…”
Lui le prese la mano e gliela
baciò. “Hai ragione tu, adesso lo so. Ti va di ricominciare? Vuoi darmi
un’altra possibilità?…”
Lei lo guardò negli occhi e
sorrise. “Se non altro hai imparato la lezione.”
Lui sorrise e si chinò a
baciarle dolcemente le labbra, leggermente, per non farle alcun male; ma in
pochi istanti dovette staccarsi, sentendo una gola che si schiariva alle sue
spalle.
“Ehm!” fece seccata una grassa
infermiera. “Capitano, la signorina ha bisogno di riposo!”
“Capitano?” chiese confusa
Hermione.
“Un piccolo regalo per aver
tolto di mezzo Voldemort.” Le rispose lui, con un occhiolino.
“Capitano, lei è richiesto dal
generale nel suo ufficio.” S’intromise sbrigativamente la donnona.
“Ok, ok, ho capito.” Si arrese
Harry, dando un bacio sulla fronte a Hermione.
Hermione chiuse gli occhi e sorrise.
“Sono la ragazza del capitano Potter…” disse in un soffio; Harry le sorrise, e
appena realizzò che si era addormentata di nuovo uscì dall’infermeria,
accompagnato dallo sguardo omicida dell’infermiera.
**************
“Volevi vedermi, Dorian?” chiese
timidamente Harry, entrando nell’ufficio.
Dorian stava seduta comodamente
dietro la sua scrivania. “Oh,
si Harry. C’è qualcuno che vorrebbe scambiare due parole con te.” Gli
disse, indicando una poltrona alle sue spalle. Voltandosi, Harry vide una figura
sorridente che non si aspettava di incontrare, ma che fu felicissimo di vedere.
“Professor Silente!” esclamò.
“Ciao Harry, è un piacere
rivederti, figliolo. O forse dovrei dire signor capitano?”
“Mi fa piacere vederla qui.”
“Il professor Silente è qui
perché riteniamo giusto rispondere alle tue domande, Harry.” Gli spiegò Dorian.
“Siediti pure.”
“Domande?” fece Harry un po’
confuso, sedendosi.
“Ormai sei grande abbastanza
perché ti venga detta la verità sul tuo conto, figliolo.” Proseguì calmo Silente.
“Anche sul tuo potenziale nascosto.”
Harry spalancò gli occhi.
“Voldemort ha detto la stessa cosa…” Silente annuì. “…e poi…quelle cose strane
che ho fatto laggiù…”
“Cosa hai fatto?”
“Codaliscia stava per colpire
Hermione, io mi sono arrabbiato da morire, l’ho guardato e lui ha fatto un volo
contro il muro, come se l’avessero spinto i miei occhi.”
“Capisco.” Annuì Silente.
“E poi…dopo, quando sono
rimasto da solo con Hermione e lei stava morendo, io…eravamo soli, ma sono
sicuro di aver sentito la voce di una donna che mi ha detto come fare per
salvarla. Non avevo mai sentito la sua voce, prima…però mi è suonata
familiare…non lo so, forse è solo la mia immaginazione, però ho pensato…che
forse poteva essere…”
“…tua madre.” Completò Silente.
“Si.” Rispose Harry.
“Professore, che significa tutto questo?”
“Vedi Harry, quello che sto per
dirti farai bene a giurarmi che non uscirà da questa stanza. Soltanto io,
Dorian, Remus e Sirius sappiamo di te.” Esordì sereno l’anziano preside.
Harry annuì teso. “Sapete che cosa,
esattamente?”
“Per quanto strana e assurda
possa sembrarti, la tua storia non è poi così difficile da raccontarsi. Tua
madre era una strega dall’intelligenza fuori dal comune, tuo padre un mago tra
i più in gamba, e per giunta fra gli antenati di tua madre c’era una creatura
speciale, un mago fuori dal comune. L’ultimo discendente di una dinastia di
Magus.”
“Magus?” mormorò ancora più
confuso Harry.
“Si. Stregoni, maghi molto più
potenti degli altri. In grado di compiere magie senza bacchetta e magia nera.”
Precisò Silente. “Magus è il nome che li contraddistingue. Ne nasce uno ogni
secolo, e comandavano nel mondo della magia molti anni fa, prima che si
estinguessero quasi completamente. Il nonno di tua madre era un Magus. Tu sei
nato lo stesso giorno in cui lui è morto, solo anni dopo.”
“Quindi io sarei…uno di questi
tizi?”
Silente annuì calmo. “Esatto,
figliolo. Tu sei un Magus.”
Harry deglutì a fatica. “Ma
questo cosa vuol dire?”
“Vuol dire che sei uno dei
maghi più potenti della terra, e che puoi imparare a fare magie senza bacchetta
e perfino magia nera, il tutto amplificato rispetto a un mago normale.”
S’intromise Dorian.
“Voldemort sa di questa cosa?”
“Altrochè. Sono 18 anni che
cerca di eliminarti e non gli riesce. E’ un Magus anche lui, e si allena da
anni per diventare il mago più potente e invincibile del mondo. Ma non potrà
mai riuscirci se ci sarà un altro Magus in circolazione. Specie se poi questo
rivale è tanto forte da riuscire a usare i suoi poteri senza nemmeno
conoscerli.” Gli disse Silente con un sorriso piuttosto fiero.
“Cosa succede ora che lo so?”
Harry sembrava temere la risposta.
“Succede che ora comincerai a
prendere lezioni in gran segreto per poter controllare i tuoi poteri. Dorian provvederà
a questo, cosicchè presto diventerai abile abbastanza da poterti controllare.”
E qui Silente gli fece un sorriso confortante. “Ma per il resto continui a
vivere come un qualsiasi essere umano, tenendo solo presente che queste tue
capacità speciali devono restare nascoste il più possibile. Devi usarle solo
per leggittima difesa, e se è possibile difenderti in modo, diciamo così,
ortodosso, allora ne farai a meno. In altre parole, a parte i tuoi allenamenti
segreti, non cambia nulla.”
“Questo, però, chiaramente vuol
dire mantenere il segreto.” Fece Dorian, con la sua solita tonalità
inflessibile. “Nessuno deve sapere. E quando dico nessuno, includo anche il
signor Weasley e la signorina Granger. E’ per la loro sicurezza innanzitutto.”
Harry ci pensò un attimo, poi
annuì. Non amava tenere segreti a Ron e Hermione –a dire il vero, non ne aveva
mai avuti- ma se così sarebbero rimasti fuori dai guai, allora si sarebbe fatto
forza e si sarebbe abituato.
“Bene.” Proseguì Silente. “Ora
io penso proprio di dover tornare a Hogwarts. Harry, tu, il signor Weasley e la
signorina Granger siete molto attesi al ballo di fine anno e alla cerimonia per
la consegna dei diplomi, tra un mese esatto.”
“E gli esami?” chiese Harry a
occhi sbarrati.
“T’è andata bene anche
stavolta, capitano.” Fece Dorian con un mezzo sorrisetto. “Beh, grazie di
tutto, Albus. Ci è stato di grande aiuto, qui.”
“E’ stato un vero piacere, mia
cara. Capitano, stammi bene.” Aggiunse con un occhiolino, alzandosi in piedi.
Harry sorrise. “Stia bene anche
lei, professore. E grazie davvero.”
“A presto, allora.” L’anziano
preside li salutò con la mano e poi si smaterializzò con un POP.
Dorian girò la sedia in
direzione di Harry. “Bene, capitano. Puoi anche tornare dai tuoi amici.”
“Grazie.” La salutò lui.
“Quando staranno meglio, tu e
Jordan avrete il compito di aiutare Hermione e Ron a superare gli esami per
entrare a far parte della squadra. Hanno un mese di tempo.”
Harry fece un sorrisetto sicuro
e mise la mano sulla maniglia della porta. “Contaci che saranno dei nostri,
generale.” Dorian annuì con un sorriso, e lui uscì.
**************
Il mese successivo fu il più
pesante per tutti i nuovi arrivati all’AU. Harry e Jordan dedicarono tutto il
tempo possibile ad aiutare Ron e Hermione ad ultimare il loro addestramento in
vista dei loro esami, e il giorno che Harry si sentì dire da Dorian che anche i
tenenti Granger e Weasley facevano parte della sua divisione, per lui fu una
gioia immensa. E così lui, Hermione, Ron e Jordan finirono a festeggiare
alzando un po’ il gomito, il che divertì non poco Jeffry, che li ritrovò a
cantare allegramente in piedi sulla sua scrivania.
Harry, Ron e Hermione tornarono
a Hogwarts la mattina del tanto atteso ultimo giorno a Hogwarts, e ricevettero
un’accoglienza trionfale. Il più contento fu senz’altro Ron, che si vide
saltare al collo una Padma elettrizzata e felice, mentre tutto il settimo anno
di Grifondoro si dava ad applausi e grida d’incoraggiamento. Anche Ginny fu più
che felice di rivedere suo fratello e gli altri, e passò tutto il pomeriggio
nel dormitorio con Hermione a farsi raccontare per bene i dettagli della sua
storia.
Le ore passarono piuttosto in
fretta, e fu così che ebbe luogo la consegna dei diplomi agli studenti
dell’ultimo anno, durante la quale venne assegnata la coppa delle case a
Corvonero, fu dichiarata studentessa modello Hermione, che ricevette la targa
visibilmente emozionata, mentre Harry e gli altri membri della squadra di
quidditch di Grifondoro ottennero un riconoscimento speciale per le ottime
prestazioni sul campo, e perfino a Neville Paciock spettò il premio speciale
volontà –un regalo di Silente; infine ebbe luogo l’attesissimo ballo di fine
anno.
La sala da ballo era agghindata
a festa, ed era piena di studenti del sesto e del settimo anno delle quattro
case, mentre sulla pista si alternavano coppie di studenti e professori.
“E così si conclude la nostra
avventura a Hogwarts.” Sussurrò Harry a Hermione, mentre ballavano abbracciati
una canzone più lenta.
“Mi mancherà tutto questo.”
Fece lei piano.
“Già, beh…anche a me. Anche se
mi eccita parecchio il nuovo lavoro.”
“E’ naturale, sembra il lavoro
che più calza a pennello per uno come te.” Sorrise Hermione. “Mi mancherà molto
questo essere noi così, voglio dire…da domani non saremo più il capitano della
miglior squadra della scuola e la studentessa modello, ma il capitano Potter e
il tenente Granger, auror speciali del ministero.”
Harry colse al volo. “Paura?”
Lei lo guardò negli occhi per
un istante, poi abbassò lo sguardo e annuì. “Un po’, si.”
Harry sorrise, con un dito le
sollevò il mento per poterla guardare negli occhi. “Ehi, è normale avere paura
prima di iniziare qualcosa di nuovo, non ti devi preoccupare. Ne avevamo anche
noi prima di metterci insieme, giusto? Però adesso, rispetto a prima, abbiamo
un vantaggio.”
“Quale?”
“Siamo insieme. E una persona
fantastica una volta mi ha detto che quando ami qualcuno e dividi con lui gioie
e dolori, poi tutto diventa più facile.”
Lei sorrise. “Lo sai, sono
davvero una donna fortunata. Non capita tutti i giorni di trovare un ragazzo
bello e intelligente e dolcissimo allo stesso tempo.”
“Mi stai pericolosamente
adulando, bellezza.” Ridacchiò Harry, mentre la canzone terminava. Lui e Hermione
raggiunsero Padma e Ron a un tavolino.
“Stasera la musica è
fantastica.” Fece sorridente Hermione.
“Dovremo inserire nella nostra
lista di cose da comprare per la casa nuova anche un apparecchio che riproduca
bella musica.” Esordì entusiasta Padma.
“Ci penso io, conosco un posto
dove ne vendono di buoni a prezzi convenienti.” Disse Ron.
“Stavo pensando che forse
dovremmo prendere un paio di elfi domestici; la casa è grande, e noi staremo
fuori la maggior parte della giornata a lavoro.” Continuò tranquillamente
Padma. Hermione la fulminò con lo sguardo, mentre Harry e Ron scoppiavano a
ridere di gusto. “Ehi, calma!” si affrettò ad aggiungere Padma. “Ovviamente li
paghiamo!”
Le note di una nuova canzone
risuonarono nella stanza. Padma balzò in piedi e prese Ron per la mano. “Ti
prego! Questa è bellissima!”
“Va bene, va bene…” acconsentì
lui, seguendola al centro della pista da ballo.
“Ehi Harry.” Fece un ragazzo
biondo dagli occhi vispi, sedendosi accanto a lui. “E così te ne vai, eh? Ci
mancherai molto.”
“Immagino, Colin.” Fece Harry
con un sorrisetto. “Pensa a quanti rullini risparmierai da domani.”
“Oh, beh, ti ho scattato tante
di quelle foto negli ultimi sei anni…” disse fiero il biondino. “Ho fatto anche
un sacco di belle foto di te e Hermione insieme, lo sai?”
Harry incrociò lo sguardo di
Hermione con un lampo di insofferenza; lei stava facendo del suo meglio per non
scoppiare a ridere.
“Ehm, senti…posso chiederti un
ultimo favore,Harry? Posso ballare con Hermione?” gli disse tutto d’un fiato
Colin Canon. “Sai, sarebbe un onore per me poter dire che la fidanzata di Harry
Potter ha ballato una volta con me.”
Harry guardò Hermione, che fu
costretta a mascherare la risata che le scappò voltandosi verso la pista da
ballo.
“…e va bene, Colin, puoi
ballare con Hermione, se lei vuole.” Colin mostrò tutti e 32 i denti in un
colpo solo. “Mani e occhi a posto, ti controllo.” Aggiunse Harry, in tono più
minaccioso.
Colin annuì, si alzò in piedi e
porse la mano a Hermione. “Vuole concedermi l’onore di questo ballo,
signorina?”
“Volentieri.” Rispose lei con
un sorriso, e accettando l’invito si avviò con Colin verso la pista da ballo,
scoccando a Harry un ultimo occhiolino divertito.
“Ehi Harry!”
Harry si passò una mano in faccia,
sconsolato. “Dimmi, Dennis.”
“Me la fai un’ultima dedica su
questa tua foto?” fece il ragazzino, con un sorriso identico al fratello
maggiore.
Harry prese foto e penna e gli
fece l’autografo a tempo di record, pur di levarselo dai piedi.
“Ecco qua, Dennis.” Sperando
caldamente che i Canon vadano a fare i
giornalisti in America o in India.
***************
La villetta era ancora piena di
scatoloni che volavano qua e là ora vuoti ora pieni, e scope e stracci andavano
su e giù per le scale. Harry afferrò casualmente uno scatolone che si stava
facendo il giro della stanza levitando, ci frugò dentro per un istante per
rendersi conto di cosa contenesse, ma alzando la testa starnutì in una nuvola
di polvere.
“Hermione?” tossì. “Dov’è lo
straccio per la polvere?”
“Cosa?” strillò lei dall’altra
stanza.
“Ho detto…” ma non concluse la
frase: una scopa spolverò vigorosamente per terra sollevando un’altra nuvola di
polvere, che lo fece tossire.
Hermione comparve sulla porta:
aveva una salopette di jeans mezza stracciata e i capelli raccolti
disordinatamente in una coda; in mano aveva uno spazzolone, e Grattastinchi le
stava facendo le fusa tra le gambe. “Che c’è?”
“Scusa, ma non trovo lo
straccio per la polvere.”
Hermione schioccò le dita e un
panno, svolazzando, atterrò fra le mani di Harry. “Soddisfatto?”
“In realtà lo sarei molto di
più se venissi qui da me.” Le disse lui con un sorriso furbesco. Lei gli fece
un occhiolino, ma un rumore improvviso li fece sobbalzare entrambi. Subito
corsero nel corridoio e trovarono, alla fine della scalinata centrale, Ron
impolverato fino ai capelli, coperto di scope animate che continuavano la loro
opera di pulizia incuranti della sua presenza. Harry e Hermione scoppiarono a
ridere nel momento stesso in cui capirono che era rotolato giù.
“Voglio sapere chi diavolo ha
incantato quelle fottute scope!!” strillò Ron, incavolato nero, mentre cercava
di rialzarsi. Harry, ridendo, gli diede una mano.
Padma arrivò di corsa; anche lei
aveva addosso un jeans sporco, ma si era legata i capelli allìinterno di un
fazzoletto. “Oh tesoro, scusa! Devo aver sbagliato qualcosa!” Neanche un
secondo dopo tutti e quattro si ritrovarono a ridere a crepapelle.
“Oddio, questa casa è
sporchissima, non finiremo mai di pulirla.” Fece stanca Padma.
“Se ci mettiamo d’impegno, ci
riusciremo.” Esclamò una Hermione piena di vita. “Dai, Padma e io pensiamo al
piano di sopra, e voi ragazzi vi occupate del piano terra.”
“E il giardino?”
“Oh, beh. Dove sta?” fece
Hermione, ridacchiando.
“Qua sotto, perché?” chiese
confuso Ron.
“Allora è affare vostro!”
scoppiò a ridere Padma, e lei e Hermione salirono di corsa le scale.
“Eh si! Non è affatto giusto!”
sbottò Ron, sopprimendo con difficoltà una risata.
“Ma poi noi cuciniamo!” cercò
di convincerlo Hermione, sempre ridendo.
Ron inarcò un sopracciglio.
“Harry, dov’è un buon ristorante qui a JudyRoad?”
“Ehi, ma come sarebbe?!”
esclamò Padma, fingendosi offesa. I quattro ragazzi scoppiarono a ridere per la
milionesima volta in pochi minuti.
“Forza, diamoci da fare o
stasera non saremo in grado né di mangiare né di dormire.” Concluse Hermione,
mentre lei e Padma si voltavano e si avviavano al piano di sopra.
Harry riprese a seguire gli
scatoloni fluttuanti, usando la sua bacchetta per mettere tutto in ordine nel
più breve tempo possibile. Alzando gli occhi per constatare il suo lavoro, notò
lo spettacolo bellissimo del tramonto sulla piccola baia di JudyRoad, con la
luce del sole calante che si specchiava in riva al mare di lì a pochi metri
dalla loro villa. Era uno spettacolo stupendo, e sapere di poterlo vedere ogni
giorno da casa sua lo faceva sentire estremamente bene.
Sono un mago. Sono innamorato
di una ragazza fantastica. Ho una bella casa insieme al mio migliore amico. Ho
un lavoro che è il massimo. I Dursley sono solo un brutto ricordo. Voldemort è
fuori dai piedi. Dio, se sono felice…
“Ron, no!!! Di là ho appena
lavato!!!”
Harry fu riportato al presente
dagli strilli di Hermione dal piano di sopra, e dalle risate di Ron. Anche lui
sorrise, scuotendo la testa.
E’ bello essere felice.
******************** THE END
********************
Sob!! La mia prima storia è finita…oh,
mi mancherà! Devo ammetterlo…
Ok, basta con le depressioni.
Vero, Fighting Darkness è finita, ma non è detto che non mi verrà l’ispirazione
per un seguito. Per il momento voglio dedicarmi all’altra storia che sto
scrivendo, Being a War Mage. Ditemi un po’ voi se volete che scriva una sequel
a questa storia, e sentitevi liberi di dare suggerimenti e idee; io leggerò le
recensioni che mi lascerete e aspetterò che nella mia mente si senta quel POP
che indica che la mia ispirazione è on-line… Nel frattempo, chi ama la coppia
Ron/Hermione dia un’occhiata all’altra mia fic!
Grazie a tutti per le
bellissime recensioni finora ricevute, mi hanno ispirato tantissimo! Continuate
a recensire!
Kisses,
Sunny