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Autore: Sunny    09/09/2003    28 recensioni
A grande richiesta, ecco ripubblicata la mia primissima e unica fanfic sulla coppia Harry/Hermione. Io avrei voluto cambiarla un po', ma poi ho cambiato idea...dopo tutto se è piaciuta tanto e poi la cambio non piace più, no? ^^
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitano Potter a rapporto, signore!

                                               FIGHTING DARKNESS

 

CAPITANO POTTER A RAPPORTO, SIGNORE!

 

Quando tutti ebbero riferito la propria versione dei fatti, Harry alzò gli occhi e notò che Dorian, per quanto cercasse di mascherarlo, sembrava estremamente soddisfatta.

 

Era appena il tramonto successivo a quella terribile notte, e tutti gli agenti avevano riportato ferite più o meno gravi, tanto che alla riunione immediata voluta da Dorian non ce n’era uno senza almeno una decina di bende e cerotti.

 

“Bene.” Esordì Dorian, seria. “Mi sembra chiaro che la dinamica delle cose deve farci riflettere. Abbiamo scoperto il fianco una volta di troppo, non dovremo commettere lo stesso errore un’altra volta.”

 

“Non credo che rincontreremo il vecchio Voldemort. E comunque, non tanto presto.” Fece Jeffry soddisfatto. “Se non l’ha eliminato, Harry l’ha conciato per le feste.”

 

“A proposito di questo.” S’intromise il generale, avvicinandosi a Harry. “Potter, ti rendi conto dell’imprudenza di cui sei stato capace allontanandoti da solo e senza avvertire nessuno? Hai individuato un passaggio segreto, e senza né consultarci né controllarlo preventivamente ci sei entrato. Poteva finire molto male.”

 

“Si, lo so, e me ne dispiace, ma…” cercò di giustificarsi Harry, ma lei lo interruppe.

 

“So che eri emotivamente coinvolto, ma qui all’AU le cose non funzionano così. Non vogliamo pazzi né eroi, noi lavoriamo in gruppo, per garantire a ognuno la possibilità di tornare a casa la sera tutto intero. Non ne esci vivo se non usi prudenza e freddezza, Harry. E’ la prima regola se vuoi lavorare qui.”

 

“Non volevo che qualcun altro restasse coinvolto.” Spiegò piano Harry. “Era me che voleva Voldemort, in questo modo non avrebbe coinvolto altri innocenti.”

 

Dorian scosse la testa. “Chiunque cercasse, o qualunque cosa volesse, Voldemort ha chiaramente dimostrato di essere un pericolo per l’umanità intera, e quindi è competenza dell’AU al completo.” Disse con fermezza. “Ora fai parte di una squadra, vedi di ricordartelo. Non devi fare da mamma chioccia a tutti, non sei più a Hogwarts, non siamo studenti indifesi, Harry. Siamo soldati, siamo qui per nostra scelta e sappiamo quali sono i pericoli a cui andiamo incontro. E ognuno è responsabile di se stesso, chiaro?”

 

Harry annuì, mentre Sirius gli dava una piccola e paterna pacca sulle spalle.

 

“Bene, allora se siamo tutti d’accordo,” continuò Dorian. “direi che l’agente Potter ha già sostenuto il suo esame combattendo direttamente sul campo di battaglia piuttosto che sul simulatore, salvando la sua vita e le nostre.” Gli altri presento annuirono con sorrisi di approvazione e stima. “Benvenuto a bordo, capitano Potter.” Gli disse con un gran sorriso Dorian, porgendogli la mano.

 

Harry rimase a bocca aperta, poi il viso il suo viso si distese in un largo sorriso felice, e subito strinse la mano che gli stava davanti. “Grazie, signor generale.” Fece, emozionato. Jordan gli diede un’amichevole pacca sulle spalle e anche Jeffry gli fece un occhiolino, mentre Remus alzava entrambi i pollici in segno di soddisfazione.

 

***************

 

Quando Harry raggiunse l’infermeria andò dritto dai suoi amici. Ron non aveva già più i tubicini nel naso e stava dormendo placidamente rivolto verso Hermione, e sembrava stare già molto meglio. Hermione, invece, piuttosto pallida, riposava nel suo letto coperta di fasciature e coi tubicini per respirare nel naso. Harry sedette sulla sedia che stava accanto al suo letto e le prese una mano fra le sue. Rimase a guardarla dormire per una buona ora, poi finalmente le vide stringere gli occhi e poi aprirli piano.

 

“Ehi.” Le mormorò dolcemente.

 

“Ehi.” Fece lei, sorridendo debolmente.

 

“Come ti senti?”

 

“Mmh…lasciamo stare.” Gli rispose con una smorfia.

 

Lui annuì. “Ho parlato con il medico, ti rimetteranno in piedi in un paio di giorni.” Cercò di rassicurarla.

 

“Come sono arrivata qui?” chiese in un soffio lei, guardandosi in giro senza girare troppo la testa.

 

“Sono venuto a riprenderti.” Le spiegò lui. “Ho avuto un duello con Voldemort e l’ho battuto. Con un pizzico di fortuna, non ce lo ritroveremo più davanti. Adesso sei nell’infermeria.”

 

Hermione notò che lui le stava tenendo la mano. “Stai…bene?”

 

Harry fece una risata ironica. “Come fai a preoccuparti per me se sei tu a stare in quel letto?”

 

Lei evitò il suo sguardo. “Sto bene, ora.”

 

Lui le accarezzò la mano. “Ho avuto davvero paura di perderti.”

 

Lei si morse un labbro. “Adesso puoi anche andare, davvero. Sto molto meglio.”

 

Harry abbassò lo sguardo e annuì. “Noi dobbiamo parlare.”

 

Lei lo guardò con gli occhi gonfi di tristezza. “Risparmiati il discorso.” Riuscì a dire, ansimando leggermente. “Mi hai già detto tutto quello che dovevo sapere.”

 

Harry scosse la testa e le si avvicinò di più, stringendole la mano fra le sue. “Ti prego, ascoltami. Credevo che allontanandoti ti avrei tenuta lontano dai guai, volevo proteggerti. Ho fatto il più idiota degli errori.”

 

“Mi hai fatto molto più male tu di tutti loro.” Sussurrò Hermione, mentre gli occhi le si stavano già riempiendo di lacrime.

 

“Lo so, e vorrei poter tornare indietro e non ripetere lo stesso errore.” Gli occhi di lui erano sinceramente tristi e supplici. “Devi credermi, amore, ho detto solo stronzate sensa senso, sapevo che se ti avessi detto la verità tu non mi avresti mai permesso una cosa simile.”

 

“Harry…perché pensi sempre che il mondo ruoti attorno a te…” disse stanca lei. “…perché non smetti di essere il ragazzo prodigio per un po’, e vivi normalmente…come un qualunque diciottenne?…”

 

“Se potessi essere un ragazzo normale sarei molto più felice, credimi.” Commentò lui. “Che devo farci se i guai mi inseguono dovunque vado?”

 

Hermione raccolse le energie e con la mano gli sfiorò il mento. “Fidarti di chi ti ama…”

 

Lui le prese la mano e gliela baciò. “Hai ragione tu, adesso lo so. Ti va di ricominciare? Vuoi darmi un’altra possibilità?…”

 

Lei lo guardò negli occhi e sorrise. “Se non altro hai imparato la lezione.”

 

Lui sorrise e si chinò a baciarle dolcemente le labbra, leggermente, per non farle alcun male; ma in pochi istanti dovette staccarsi, sentendo una gola che si schiariva alle sue spalle.

 

“Ehm!” fece seccata una grassa infermiera. “Capitano, la signorina ha bisogno di riposo!”

 

“Capitano?” chiese confusa Hermione.

 

“Un piccolo regalo per aver tolto di mezzo Voldemort.” Le rispose lui, con un occhiolino.

 

“Capitano, lei è richiesto dal generale nel suo ufficio.” S’intromise sbrigativamente la donnona.

 

“Ok, ok, ho capito.” Si arrese Harry, dando un bacio sulla fronte a Hermione.

 

Hermione chiuse gli occhi e sorrise. “Sono la ragazza del capitano Potter…” disse in un soffio; Harry le sorrise, e appena realizzò che si era addormentata di nuovo uscì dall’infermeria, accompagnato dallo sguardo omicida dell’infermiera.

 

**************

 

“Volevi vedermi, Dorian?” chiese timidamente Harry, entrando nell’ufficio.

 

Dorian stava seduta comodamente dietro la sua scrivania. “Oh, si Harry. C’è qualcuno che vorrebbe scambiare due parole con te.” Gli disse, indicando una poltrona alle sue spalle. Voltandosi, Harry vide una figura sorridente che non si aspettava di incontrare, ma che fu felicissimo di vedere.

 

“Professor Silente!” esclamò.

 

“Ciao Harry, è un piacere rivederti, figliolo. O forse dovrei dire signor capitano?”

 

“Mi fa piacere vederla qui.”

 

“Il professor Silente è qui perché riteniamo giusto rispondere alle tue domande, Harry.” Gli spiegò Dorian. “Siediti pure.”

 

“Domande?” fece Harry un po’ confuso, sedendosi.

 

“Ormai sei grande abbastanza perché ti venga detta la verità sul tuo conto, figliolo.” Proseguì calmo Silente. “Anche sul tuo potenziale nascosto.”

 

Harry spalancò gli occhi. “Voldemort ha detto la stessa cosa…” Silente annuì. “…e poi…quelle cose strane che ho fatto laggiù…”

 

“Cosa hai fatto?”

 

“Codaliscia stava per colpire Hermione, io mi sono arrabbiato da morire, l’ho guardato e lui ha fatto un volo contro il muro, come se l’avessero spinto i miei occhi.”

 

“Capisco.” Annuì Silente.

 

“E poi…dopo, quando sono rimasto da solo con Hermione e lei stava morendo, io…eravamo soli, ma sono sicuro di aver sentito la voce di una donna che mi ha detto come fare per salvarla. Non avevo mai sentito la sua voce, prima…però mi è suonata familiare…non lo so, forse è solo la mia immaginazione, però ho pensato…che forse poteva essere…”

 

“…tua madre.” Completò Silente.

 

“Si.” Rispose Harry. “Professore, che significa tutto questo?”

 

“Vedi Harry, quello che sto per dirti farai bene a giurarmi che non uscirà da questa stanza. Soltanto io, Dorian, Remus e Sirius sappiamo di te.” Esordì sereno l’anziano preside.

 

Harry annuì teso. “Sapete che cosa, esattamente?”

 

“Per quanto strana e assurda possa sembrarti, la tua storia non è poi così difficile da raccontarsi. Tua madre era una strega dall’intelligenza fuori dal comune, tuo padre un mago tra i più in gamba, e per giunta fra gli antenati di tua madre c’era una creatura speciale, un mago fuori dal comune. L’ultimo discendente di una dinastia di Magus.”

 

“Magus?” mormorò ancora più confuso Harry.

 

“Si. Stregoni, maghi molto più potenti degli altri. In grado di compiere magie senza bacchetta e magia nera.” Precisò Silente. “Magus è il nome che li contraddistingue. Ne nasce uno ogni secolo, e comandavano nel mondo della magia molti anni fa, prima che si estinguessero quasi completamente. Il nonno di tua madre era un Magus. Tu sei nato lo stesso giorno in cui lui è morto, solo anni dopo.”

 

“Quindi io sarei…uno di questi tizi?”

 

Silente annuì calmo. “Esatto, figliolo. Tu sei un Magus.”

 

Harry deglutì a fatica. “Ma questo cosa vuol dire?”

 

“Vuol dire che sei uno dei maghi più potenti della terra, e che puoi imparare a fare magie senza bacchetta e perfino magia nera, il tutto amplificato rispetto a un mago normale.” S’intromise Dorian.

 

“Voldemort sa di questa cosa?”

 

“Altrochè. Sono 18 anni che cerca di eliminarti e non gli riesce. E’ un Magus anche lui, e si allena da anni per diventare il mago più potente e invincibile del mondo. Ma non potrà mai riuscirci se ci sarà un altro Magus in circolazione. Specie se poi questo rivale è tanto forte da riuscire a usare i suoi poteri senza nemmeno conoscerli.” Gli disse Silente con un sorriso piuttosto fiero.

 

“Cosa succede ora che lo so?” Harry sembrava temere la risposta.

 

“Succede che ora comincerai a prendere lezioni in gran segreto per poter controllare i tuoi poteri. Dorian provvederà a questo, cosicchè presto diventerai abile abbastanza da poterti controllare.” E qui Silente gli fece un sorriso confortante. “Ma per il resto continui a vivere come un qualsiasi essere umano, tenendo solo presente che queste tue capacità speciali devono restare nascoste il più possibile. Devi usarle solo per leggittima difesa, e se è possibile difenderti in modo, diciamo così, ortodosso, allora ne farai a meno. In altre parole, a parte i tuoi allenamenti segreti, non cambia nulla.”

 

“Questo, però, chiaramente vuol dire mantenere il segreto.” Fece Dorian, con la sua solita tonalità inflessibile. “Nessuno deve sapere. E quando dico nessuno, includo anche il signor Weasley e la signorina Granger. E’ per la loro sicurezza innanzitutto.”

 

Harry ci pensò un attimo, poi annuì. Non amava tenere segreti a Ron e Hermione –a dire il vero, non ne aveva mai avuti- ma se così sarebbero rimasti fuori dai guai, allora si sarebbe fatto forza e si sarebbe abituato.

 

“Bene.” Proseguì Silente. “Ora io penso proprio di dover tornare a Hogwarts. Harry, tu, il signor Weasley e la signorina Granger siete molto attesi al ballo di fine anno e alla cerimonia per la consegna dei diplomi, tra un mese esatto.”

 

“E gli esami?” chiese Harry a occhi sbarrati.

 

“T’è andata bene anche stavolta, capitano.” Fece Dorian con un mezzo sorrisetto. “Beh, grazie di tutto, Albus. Ci è stato di grande aiuto, qui.”

 

“E’ stato un vero piacere, mia cara. Capitano, stammi bene.” Aggiunse con un occhiolino, alzandosi in piedi.

 

Harry sorrise. “Stia bene anche lei, professore. E grazie davvero.”

 

“A presto, allora.” L’anziano preside li salutò con la mano e poi si smaterializzò con un POP.

 

Dorian girò la sedia in direzione di Harry. “Bene, capitano. Puoi anche tornare dai tuoi amici.”

 

“Grazie.” La salutò lui.

 

“Quando staranno meglio, tu e Jordan avrete il compito di aiutare Hermione e Ron a superare gli esami per entrare a far parte della squadra. Hanno un mese di tempo.”

 

Harry fece un sorrisetto sicuro e mise la mano sulla maniglia della porta. “Contaci che saranno dei nostri, generale.” Dorian annuì con un sorriso, e lui uscì.

 

**************

 

Il mese successivo fu il più pesante per tutti i nuovi arrivati all’AU. Harry e Jordan dedicarono tutto il tempo possibile ad aiutare Ron e Hermione ad ultimare il loro addestramento in vista dei loro esami, e il giorno che Harry si sentì dire da Dorian che anche i tenenti Granger e Weasley facevano parte della sua divisione, per lui fu una gioia immensa. E così lui, Hermione, Ron e Jordan finirono a festeggiare alzando un po’ il gomito, il che divertì non poco Jeffry, che li ritrovò a cantare allegramente in piedi sulla sua scrivania.

 

Harry, Ron e Hermione tornarono a Hogwarts la mattina del tanto atteso ultimo giorno a Hogwarts, e ricevettero un’accoglienza trionfale. Il più contento fu senz’altro Ron, che si vide saltare al collo una Padma elettrizzata e felice, mentre tutto il settimo anno di Grifondoro si dava ad applausi e grida d’incoraggiamento. Anche Ginny fu più che felice di rivedere suo fratello e gli altri, e passò tutto il pomeriggio nel dormitorio con Hermione a farsi raccontare per bene i dettagli della sua storia.

 

Le ore passarono piuttosto in fretta, e fu così che ebbe luogo la consegna dei diplomi agli studenti dell’ultimo anno, durante la quale venne assegnata la coppa delle case a Corvonero, fu dichiarata studentessa modello Hermione, che ricevette la targa visibilmente emozionata, mentre Harry e gli altri membri della squadra di quidditch di Grifondoro ottennero un riconoscimento speciale per le ottime prestazioni sul campo, e perfino a Neville Paciock spettò il premio speciale volontà –un regalo di Silente; infine ebbe luogo l’attesissimo ballo di fine anno.

 

La sala da ballo era agghindata a festa, ed era piena di studenti del sesto e del settimo anno delle quattro case, mentre sulla pista si alternavano coppie di studenti e professori.

 

“E così si conclude la nostra avventura a Hogwarts.” Sussurrò Harry a Hermione, mentre ballavano abbracciati una canzone più lenta.

 

“Mi mancherà tutto questo.” Fece lei piano.

 

“Già, beh…anche a me. Anche se mi eccita parecchio il nuovo lavoro.”

 

“E’ naturale, sembra il lavoro che più calza a pennello per uno come te.” Sorrise Hermione. “Mi mancherà molto questo essere noi così, voglio dire…da domani non saremo più il capitano della miglior squadra della scuola e la studentessa modello, ma il capitano Potter e il tenente Granger, auror speciali del ministero.”

 

Harry colse al volo. “Paura?”

 

Lei lo guardò negli occhi per un istante, poi abbassò lo sguardo e annuì. “Un po’, si.”

 

Harry sorrise, con un dito le sollevò il mento per poterla guardare negli occhi. “Ehi, è normale avere paura prima di iniziare qualcosa di nuovo, non ti devi preoccupare. Ne avevamo anche noi prima di metterci insieme, giusto? Però adesso, rispetto a prima, abbiamo un vantaggio.”

 

“Quale?”

 

“Siamo insieme. E una persona fantastica una volta mi ha detto che quando ami qualcuno e dividi con lui gioie e dolori, poi tutto diventa più facile.”

 

Lei sorrise. “Lo sai, sono davvero una donna fortunata. Non capita tutti i giorni di trovare un ragazzo bello e intelligente e dolcissimo allo stesso tempo.”

 

“Mi stai pericolosamente adulando, bellezza.” Ridacchiò Harry, mentre la canzone terminava. Lui e Hermione raggiunsero Padma e Ron a un tavolino.

 

“Stasera la musica è fantastica.” Fece sorridente Hermione.

 

“Dovremo inserire nella nostra lista di cose da comprare per la casa nuova anche un apparecchio che riproduca bella musica.” Esordì entusiasta Padma.

 

“Ci penso io, conosco un posto dove ne vendono di buoni a prezzi convenienti.” Disse Ron.

 

“Stavo pensando che forse dovremmo prendere un paio di elfi domestici; la casa è grande, e noi staremo fuori la maggior parte della giornata a lavoro.” Continuò tranquillamente Padma. Hermione la fulminò con lo sguardo, mentre Harry e Ron scoppiavano a ridere di gusto. “Ehi, calma!” si affrettò ad aggiungere Padma. “Ovviamente li paghiamo!”

 

Le note di una nuova canzone risuonarono nella stanza. Padma balzò in piedi e prese Ron per la mano. “Ti prego! Questa è bellissima!”

 

“Va bene, va bene…” acconsentì lui, seguendola al centro della pista da ballo.

 

“Ehi Harry.” Fece un ragazzo biondo dagli occhi vispi, sedendosi accanto a lui. “E così te ne vai, eh? Ci mancherai molto.”

 

“Immagino, Colin.” Fece Harry con un sorrisetto. “Pensa a quanti rullini risparmierai da domani.”

 

“Oh, beh, ti ho scattato tante di quelle foto negli ultimi sei anni…” disse fiero il biondino. “Ho fatto anche un sacco di belle foto di te e Hermione insieme, lo sai?”

 

Harry incrociò lo sguardo di Hermione con un lampo di insofferenza; lei stava facendo del suo meglio per non scoppiare a ridere.

 

“Ehm, senti…posso chiederti un ultimo favore,Harry? Posso ballare con Hermione?” gli disse tutto d’un fiato Colin Canon. “Sai, sarebbe un onore per me poter dire che la fidanzata di Harry Potter ha ballato una volta con me.”

 

Harry guardò Hermione, che fu costretta a mascherare la risata che le scappò voltandosi verso la pista da ballo.

 

“…e va bene, Colin, puoi ballare con Hermione, se lei vuole.” Colin mostrò tutti e 32 i denti in un colpo solo. “Mani e occhi a posto, ti controllo.” Aggiunse Harry, in tono più minaccioso.

 

Colin annuì, si alzò in piedi e porse la mano a Hermione. “Vuole concedermi l’onore di questo ballo, signorina?”

 

“Volentieri.” Rispose lei con un sorriso, e accettando l’invito si avviò con Colin verso la pista da ballo, scoccando a Harry un ultimo occhiolino divertito.

 

“Ehi Harry!”

 

Harry si passò una mano in faccia, sconsolato. “Dimmi, Dennis.”

 

“Me la fai un’ultima dedica su questa tua foto?” fece il ragazzino, con un sorriso identico al fratello maggiore.

 

Harry prese foto e penna e gli fece l’autografo a tempo di record, pur di levarselo dai piedi.

“Ecco qua, Dennis.” Sperando caldamente che  i Canon vadano a fare i giornalisti in America o in India.

 

***************

 

La villetta era ancora piena di scatoloni che volavano qua e là ora vuoti ora pieni, e scope e stracci andavano su e giù per le scale. Harry afferrò casualmente uno scatolone che si stava facendo il giro della stanza levitando, ci frugò dentro per un istante per rendersi conto di cosa contenesse, ma alzando la testa starnutì in una nuvola di polvere.

 

“Hermione?” tossì. “Dov’è lo straccio per la polvere?”

 

“Cosa?” strillò lei dall’altra stanza.

 

“Ho detto…” ma non concluse la frase: una scopa spolverò vigorosamente per terra sollevando un’altra nuvola di polvere, che lo fece tossire.

 

Hermione comparve sulla porta: aveva una salopette di jeans mezza stracciata e i capelli raccolti disordinatamente in una coda; in mano aveva uno spazzolone, e Grattastinchi le stava facendo le fusa tra le gambe. “Che c’è?”

 

“Scusa, ma non trovo lo straccio per la polvere.”

 

Hermione schioccò le dita e un panno, svolazzando, atterrò fra le mani di Harry. “Soddisfatto?”

 

“In realtà lo sarei molto di più se venissi qui da me.” Le disse lui con un sorriso furbesco. Lei gli fece un occhiolino, ma un rumore improvviso li fece sobbalzare entrambi. Subito corsero nel corridoio e trovarono, alla fine della scalinata centrale, Ron impolverato fino ai capelli, coperto di scope animate che continuavano la loro opera di pulizia incuranti della sua presenza. Harry e Hermione scoppiarono a ridere nel momento stesso in cui capirono che era rotolato giù.

 

“Voglio sapere chi diavolo ha incantato quelle fottute scope!!” strillò Ron, incavolato nero, mentre cercava di rialzarsi. Harry, ridendo, gli diede una mano.

 

Padma arrivò di corsa; anche lei aveva addosso un jeans sporco, ma si era legata i capelli allìinterno di un fazzoletto. “Oh tesoro, scusa! Devo aver sbagliato qualcosa!” Neanche un secondo dopo tutti e quattro si ritrovarono a ridere a crepapelle.

 

“Oddio, questa casa è sporchissima, non finiremo mai di pulirla.” Fece stanca Padma.

 

“Se ci mettiamo d’impegno, ci riusciremo.” Esclamò una Hermione piena di vita. “Dai, Padma e io pensiamo al piano di sopra, e voi ragazzi vi occupate del piano terra.”

 

“E il giardino?”

 

“Oh, beh. Dove sta?” fece Hermione, ridacchiando.

 

“Qua sotto, perché?” chiese confuso Ron.

 

“Allora è affare vostro!” scoppiò a ridere Padma, e lei e Hermione salirono di corsa le scale.

 

“Eh si! Non è affatto giusto!” sbottò Ron, sopprimendo con difficoltà una risata.

 

“Ma poi noi cuciniamo!” cercò di convincerlo Hermione, sempre ridendo.

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Harry, dov’è un buon ristorante qui a JudyRoad?”

 

“Ehi, ma come sarebbe?!” esclamò Padma, fingendosi offesa. I quattro ragazzi scoppiarono a ridere per la milionesima volta in pochi minuti.

 

“Forza, diamoci da fare o stasera non saremo in grado né di mangiare né di dormire.” Concluse Hermione, mentre lei e Padma si voltavano e si avviavano al piano di sopra.

 

Harry riprese a seguire gli scatoloni fluttuanti, usando la sua bacchetta per mettere tutto in ordine nel più breve tempo possibile. Alzando gli occhi per constatare il suo lavoro, notò lo spettacolo bellissimo del tramonto sulla piccola baia di JudyRoad, con la luce del sole calante che si specchiava in riva al mare di lì a pochi metri dalla loro villa. Era uno spettacolo stupendo, e sapere di poterlo vedere ogni giorno da casa sua lo faceva sentire estremamente bene.

 

Sono un mago. Sono innamorato di una ragazza fantastica. Ho una bella casa insieme al mio migliore amico. Ho un lavoro che è il massimo. I Dursley sono solo un brutto ricordo. Voldemort è fuori dai piedi. Dio, se sono felice…

 

“Ron, no!!! Di là ho appena lavato!!!”

 

Harry fu riportato al presente dagli strilli di Hermione dal piano di sopra, e dalle risate di Ron. Anche lui sorrise, scuotendo la testa.

 

E’ bello essere felice.

 

                                                        ********************  THE END ********************

 

Sob!! La mia prima storia è finita…oh, mi mancherà! Devo ammetterlo…

Ok, basta con le depressioni. Vero, Fighting Darkness è finita, ma non è detto che non mi verrà l’ispirazione per un seguito. Per il momento voglio dedicarmi all’altra storia che sto scrivendo, Being a War Mage. Ditemi un po’ voi se volete che scriva una sequel a questa storia, e sentitevi liberi di dare suggerimenti e idee; io leggerò le recensioni che mi lascerete e aspetterò che nella mia mente si senta quel POP che indica che la mia ispirazione è on-line… Nel frattempo, chi ama la coppia Ron/Hermione dia un’occhiata all’altra mia fic!

Grazie a tutti per le bellissime recensioni finora ricevute, mi hanno ispirato tantissimo! Continuate a recensire!

Kisses,

Sunny

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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