Le macchine arrivarono una dopo l'altra, a distanza di pochissimi
secondi, quasi come se fossero partite insieme e dallo stesso posto,
quasi come se fossero attese a un appuntamento. Elio aprì il
finestrino e si allungò con la testa al di fuori per vedere
cosa stava succedendo, c'erano altre quattro macchine identiche a
quella su cui si trovava lui, due davanti e altre due dietro. La cosa
più inquietante che vide, però, non fu quella.
Guardò in direzione della macchina dietro di lui, poi
guardò l'autista della sua macchina e poi si
voltà di nuovo verso quella dietro. I due autisti avevano la
stessa identica faccia.
- Ha un fratello gemello, per caso?- chiese, ma l'unica risposta che
ebbe fu un dito alzato. L'autista indicò qualcosa fuori dal
finestrino: un cartello stradale, con su scritto Benvenuti a Merizia.
Poi aprì la portiera e gli fece cenno di scendere, e Elio
obbedì. E come lui, lo fecero tutti gli altri, nel giro di
pochi secondi erano tutti in piedi per strada, ognuno accanto alla
prorpria macchina, e tutti visivamente confusi. Elio guardava gli
altri, Cordelia cercava con gli occhi di acquisire più
informazioni possibili, Rebecca si guardava intorno spaesata, Mia
inveiva contro l'autista e sembrava sul punto di far saltare in aria la
macchina e Christopher era semplicemente immobile ad aspettare che
qualcosa succedesse. E qualcosa successe, perché tutte e
cinque le macchine si misero in moto e andarono via, lasciando i cinque
ragazzi lì, da soli, completamente estranei e privi della
minima idea di dove andare.
- Ma stiamo scherzando? - Urlò Mia, gli altri la guardarono.
- Tu sai se il tuo autista ha un fratello gemello?- le chiese Elio,
andandole incontro.
- Scusami?- chiese lei, facendo qualche passo indietro, come se si
fosse accorta solo in quel momento della presenza di altre persone. -
Quale gemello?
- Prima ho visto il tuo autista ed era identico al mio, stessa faccia,
stessi baffi, stessi capelli ricci, stesso naso all'insù...
- Elio si accorse che stava nuovamente parlando a macchinetta
così si fermò e prese un bel respiro. - Mi
chiedevo se fossero gemelli, ecco.
Mia lo guardò per qualche secondo. - E chi se ne frega,
scusa. - disse. - Non so se l'hai notato ma sono stata abbandonata qui,
ho da pensare ad altre cose che all'albero genealogico della famiglia
dell'autista.
- Scusatemi...- Rebecca si avvicinò timidamente ai due, che
si voltarono a guardarla. - Ma... anche il mio autista corrisponde a
quella descrizione.
- Anche il mio.- Questa volta era stata Cordelia a parlare.
Christopher, che si trovava nella macchina arrivata per ultima, era
più distante dagli altri ma era riuscito comunque a sentire
tutta la conversazione. - Beh... - disse, avvicinandosi. - ...se sono
cinque gemelli, complimenti alla madre. Certo, poca fantasia nel
cercarsi un lavoro.
- Ok, fermi tutti. - Disse Mia, spostando lo sguardo tra un ragazzo e
l'altro e con le mani a mezz'aria. - Ma voi chi diavolo siete?
- Potrei farti la stessa domanda. - Rispose Christopher,
tranquillamente.
Ci furono dei secondi interminabili in cui nessuno dei cinque
riuscì a pronunciare mezza parola, rimasero soltanto fermi
lì, posizionati come se fossero un cerchio, intenti a
guardarsi tra loro, cercando di capire cosa stesse succedendo,
aspettando che qualcuno prendesse la parola per primo. Alla fine fu
quella che sembrava la più timida e spaventata a prendersi
la responsabilità di mandare avanti la conversazione. - Io
sono Rebecca.- disse, toccandosi il petto con la mano destra. - E che
ci fai qui, Rebecca?- le chiese Christopher, Rebecca per un attimo si
spaventò a vedere i suoi occhi. Sembravano ghiacciati, non
per il colore ma per il vuoto che emanavano. Gli altri, in un modo o
nell'altro, provavano delle sensazioni che Rebecca percepiva bene. Mia
era arrabbiata, Cordelia era un misto di preoccupazione e interesse, da
Elio percepiva una sensazione di eccitazione, come se quella situazione
strana quasi quasi non gli dispiacesse, ma lui... da lui non percepiva
niente, quasi come se non sentisse niente.
- Io... - iniziò a parlare, ma non sapeva esattamente su
quale parte della storia concentrarsi. - ...sono qui per conoscere la
mia nuova famiglia.
Per la prima volta ci fu qualcosa negli occhi del ragazzo, quasi come
se quella risposta fosse talmente inaspettata da smuovergli qualcosa
dentro. Ma non fu l'unico, pure gli altri cambiarono espressione. - Sei
orfana anche tu?- chiese Elio.
- In che senso anche io?
- La storia inizia a farsi interessante. - disse Christopher, guardando
prima Rebecca e poi Elio. - Lo siamo tutti, vero? -
Rebecca guardò tutti gli altri, tutti annuirono. - E
qualcosa mi dice che eravamo tutti diretti allo stesso posto.- Concluse
Cordelia.
- Più che interessante si fa spaventosa- disse Rebecca.
- Ho visto di peggio.- Rispose Christopher, rimettendosi lo zaino in
spalla e dirigendosi oltre il cartello che dava il benvenuto in
città. - E adesso dove diavolo vai?- urlò Mia.
- Non ha senso restare qui, tanto vale che ci troviamo la strada da
soli. - rispose senza neanche voltarsi, continuando a camminare. Il
primo a seguirlo fu Elio, che gli corse dietro. E poi anche le tre
ragazze si incamminarono.
|