Isabel

di queenjane
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Spain,  1900

 
La magia di un’estate, protratta  nelle stagioni successive, ridevano piano fronte contro fronte, mangiando insieme.

Il cuore un fremito d’ali contro la gabbia del torace, il tuo profumo di mela, erba e seta …
È un sentimento fresco, nuovo, non un gioco, il prolungarsi di una amicizia infantile, di un legame inscindibile..
Che si rafforza, si fa carne e respiro ..




Sono giovane per età, non per consapevolezza, lo so, con improvvisa certezza.

In  quiete, stretti e abbracciati.
Così ricorderò.

Me and you.
Forever.
In your arms, side by side.



Y muchas de mis experiencias se asemejan a espejos 
 Rose inglesi, dalla corolla pesante,  una peonia, il profumo stordiva come fumo, Isabel le recavi in mano.
Ti guardavo, bellissima eri bellissima...dorati i tuoi capelli.

Ero giovane, nulla contava, ti guardavo e mi guardavi, tutto si fermava.
La morte di mia madre era stata un trauma, a 13 anni ero cresciuto e maturato, giovane di anni e non per esperienza.
Vicino alla rocca di Ahumada, mio luogo di nascita,  vi era una radura di melograni, che crescevano, sghembi nonostante il clima dei Pirenei, fiori e rossi frutti, simbolo di fertilità e buona fortuna. Su un tronco incisi le nostre iniziali
“Isabel, io..”
“Dimmi”
“Io ti amo, Isabel. Mi vuoi sposare?”


Andavo per i 16 anni, una dama e un cavaliere, tornavano  le antiche leggende.
Uniti come le nostre iniziali, eravamo giovani,  perfetti, immortali.
Isabel dicesti solo di sì ....altre parole inutili.

Il bacio che ci scambiammo.
Fuoco su fuoco, metallo su metallo,
mai avevo amato,
mai più avrei amato allo stesso modo.
ISABEL.
 
Un frammento su Isabel Fuentes, moglie di Andres, madre di Xavier, diletto primogenito,
 suo primo amore,
sua prima colpa,
orgoglio e tragedia.


E sempre una parte di Andres l’aveva e l’avrebbe amata, fino all’ultimo battito, anche se aveva trovato rifugio sillabando nuovi nomi, inventando altri amori.
 
 Era la sua giovinezza. 
Il suo altrove perduto.




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