Capitolo
4
Festa
a casa di Bulma
Sarò
rimasta ferma a guardarmi non so per quanto tempo. La cinta troppo
stretta, la cinta troppo lenta… La ciocca fuori posto, la riga
nera sopra alla palpebra destra un millimetro più lunga della
sinistra… Non so cosa sperassi di combinare rimanendo impalata
a fissarmi allo specchio di fianco all’entrata del giardino
interno della Capsule Corporation, tanto avrei continuato a
prescindere a sentirmi inadeguata e fuori posto! Di lì a
pochissimo avrei realizzato il sogno
più
assurdo di tutta la mia vita e tanto valeva avere un aspetto
perfetto.
Lo
avrei
visto, lo
avrei incontrato, forse, e sottolineo forse, al massimo gli avrei
detto ciao,
ma di certo, nulla di più.
Per
l’avvenimento, avevo scelto un look molto fresco e leggero: un
vestitino velato, con una texture floreale sui toni del pesco, lungo
fino al ginocchio. Una cinta color cuoio a sottolineare la vita e in
coordinato uno stivale morbido e leggero, con un tacco abbastanza
comodo. Almeno qualche centimetro l’avrei guadagnato!
La
lunga chioma liscia e scurissima ricadeva libera sulla schiena e,
riguardo il make up, nulla di eccezionale: l’occhio, con la mia
immancabile matita nera, ricordava vagamente un trucco anni cinquanta
e, per finire, un po’ di terra e un rossetto color carne, con
una punta di rosa. Finalmente, avevo un aspetto, almeno dal mio punto
di vista, decente.
“Quindi,
Serena, falla finita e suona ‘sto cavolo di campanello!”
Sospirai
e premetti il pulsante sul citofono.
“Serena,
entra pure cara!” La telecamera rivelò immediatamente
chi fossi. “Ragazzi, è arrivata!” Sentii ancora, a
causa del microfono lasciato acceso. Qualche ospite era già
arrivato… Deglutii molto faticosamente e attesi che le porte
dell’enorme cancello si aprissero. Bulma teneva in particolar
modo alla sua privacy, cercando il più possibile delimitare le
zone private da quelle pubbliche.
Il
giardino in questione era quello protagonista di uno degli ultimi
episodi della serie Z e, dal vivo,
risultava ancora più incredibile. Una miriade di fiori e
piante ornamentali ne esaltava la bellezza, il tutto accompagnato da
stranissime specie animali. Sembrava fossi entrata in un mondo
parallelo!
In
lontananza, scorsi una mano salutare con enfasi. “Cara, ben
arrivata!” Bulma mi venne incontro con un sorriso smagliante.
“Ma non dovevi disturbarti!” Ah, già, mi ero
dimenticata di dirvi che, da buon ospite, non mi ero presentata a
mani vuote: lungo il tragitto pensai bene di acquistare un cadeau,
una piccola orchidea rosa… Ma quella piantina risultava
alquanto penosa in mezzo a quell’orto botanico! Timidamente
gliela porsi, ricambiandole il sorriso.
“Qualcuno
già è arrivato, vieni con me!”
Mi
prese sottobraccio, senza potermi dar modo di aprire bocca. “Hai
il fiatone, sei venuta correndo?” Cercò di strapparmi
una risata. Era sveglia e non ci mise molto a captare la mia
agitazione. Del resto, capiva che fossero una sorta di personaggi
famosi per me, e realizzava quanto potesse essere imbarazzante
conoscerli personalmente.
“Eheheh
più o meno…” Sospirai, abbassando lo sguardo,
rialzandolo solamente quando la sentii arrestarsi.
“Ragazzi,
eccola qua!”
La
mia bocca si socchiuse, avvertendo il cuore battere in modo
frenetico. Spostai svelta la vista su ogni angolazione possibile e
come fossi stata davanti a una schiera di attori, ammiccai,
imbarazzata, un saluto felice. “C-ciao, a tutti!”
Seduti
attorno a un piccolo tavolo circolare, Crilin e la sua bellissima
moglie C18, Yamcha, Muten e il simpatico Oolong, smisero di
sorseggiare i loro cocktail tropicali, accogliendomi calorosamente.
Beh, non proprio tutti, diciamo che il biondo e algido androide non
si scompose minimamente, ma me lo aspettavo…
“N-non
c’è nessun altro?” Chiederglielo fu più
forte di me.
“Laggiù
ci sono Piccolo, Dende e Popo… A parte Kami, i restanti due
non sono di molte parole, soprattutto quello alto!” Rise,
spostando poi lo sguardo verso un tavolo poco più distante. “E
lì, ci sono mio marito e Trunks, ma loro li conosci già.”
Inutile
dirvi che la mia attenzione venne catturata immediatamente da Junior,
averlo in carne e ossa a pochi metri di distanza, fu assurdamente
incredibile! Era immenso, alto oltre i due metri, seduto come un
indiano, con le braccia conserte. Ho sempre avuto parecchia stima per
lui e giurai a me stessa, che in un modo o nell’altro, avrei
trovato il pretesto e il coraggio di rivolgergli parola.
“Qualcuno
ha sentito i Son?”
La
saliva mi andò di traverso.
“Io,
Crilin. Ho parlato stamattina con Chichi… Dovrebbero arrivare
a momenti.” Rispose Bulma, dando un’occhiata all’orologio
al polso. “Serena, nel frattempo prendi pure qualcosa da bere e
accomodati!” Mi invitò a sedermi, indicandomi un posto
libero.
“Oh,
finalmente un po’ di gioventù!” Purtroppo, non
feci in tempo ad assistere al divertente siparietto andatosi a
creare. Mi voltai, trovando Bulma con il pugno ancora chiuso di
fianco a un Genio
rannicchiato a terra. Quel vecchio pervertito si era avvicinato per
darmi il benvenuto,
ma la turchina lo aveva prontamente anticipato, colpendolo con
ferocia. Bene, ora che Muten aveva dato la sua benedizione,
iniziavo a sentirmi, a tutti gli effetti, parte integrante del gruppo.
Presi
un tè freddo e mi accomodai al tavolo, cercando, nonostante la
timidezza, di partecipare alla conversazione: la costosissima spider
ultimo modello acquistata da Yamcha con acconto, maxi rata finale e
soli 120 rate! Un affare
senza
precedenti, secondo l’acquirente. Tutti ridevano e si
divertivano schernendo il povero amico che, sbuffando, incalzava
battute su battute. Dopo pochi minuti, lo smartwatch al polso di
Bulma risuonò.
“Gohan,
entrate pure!”
Per
poco il bicchiere non mi cadde dalla mano. Lo poggiai sul tavolo,
iniziando a respirare sveltissima. Non avevo nessuno specchio davanti
a me, ma posso giurare che il mio volto avesse assunto tonalità
simili al grigio seppia. Erano arrivati, era
arrivato.
Stava per entrare e io ero prossima allo svenimento. “Oddio!
Oddio! Oddio!” La
mia testa non ripeteva altro e molto probabilmente, il quel momento,
non credo nemmeno fosse in grado di capire
altro.
Tutti si alzarono e, come un automa, feci lo stesso. “E
se fosse idiota come in Super? E se la sua voce non fosse quella?
E Se…” Riuscii
a farmi tante di quelle pippe mentali, in quei pochi istanti di
attesa, che neanche a elencarvele, riuscireste a farvene un’idea!
Anche perché, tra una pippa e l’altra, ormai, la
famiglia Son aveva fatto il suo ingresso! A rallentatore, vidi tutti
componenti entrare in fila indiana: Gohan, Videl con in braccio la
piccola Pan, Goten, Chichi e… Goku? Dove cazzo era Goku!?
“Benvenuti,
ragazzi! Scusate, ma dov’è Goku?”
“Ecco,
brava Bulma, chiediglielo tu, sennò rischio di impazzire!”
Come
se non l’avessi già fatto…
“Tu
lo sai? Qui ce lo chiediamo in tanti.” Ottimo, la moglie ne
sapeva quanto me e, a giudicare dall’espressione e la posa
indignata a braccia conserte, sembrava addirittura fosse dubbia la
sua presenza.
“Comunque,
io gliel’ho fatto presente, chissà se ci degnerà
della sua partecipazione…” Continuò sospirando e
salutando tutti con un sorriso.
Morale
della favola, sarebbe potuto apparire in qualsiasi momento e io avrei
vissuto da quel frangente in poi con la tachicardia, con il cuore a
braccetto con l’infarto. Sognare di cadere in burrone o essere
inseguita da un serial killer… No, è? Avrei avuto meno
ansia.
“Serena,
vieni!” Fortunatamente, Bulma mi distolse dai pensieri e con
educazione, mi presentò ai nuovi arrivati. Inutile dirvi che,
l’emozione da loro provocata fu la più grande di tutte.
Avevo la sensazione di conoscerli realmente da una vita, come se
anch’io facessi parte di quella famiglia. Soprattutto Chichi,
quando mi porse la mano, mi provocò una sensazione
stranissima. Quella piccola parte dentro di me, da sempre
immedesimata nei suoi panni, finalmente vis-a-vis, pianse
dall’emozione. Era bella, davvero tanto, la pelle nivea e
delicata…. Ma quel velo di austerità che bruscamente la
ricopriva e la incupiva, le oscurava la freschezza, senza
valorizzarla. Quanta rabbia…
“Quando
Bulma mi ha accennato, per telefono, la tua storia, ho stentato a
crederlo! E’ incredibile!”
“Incredibile
è averti davanti agli occhi!” “Già,
anch’io ancora fatico a crederlo…” Le sorrisi,
commossa a tal punto che se ne accorse. “Sc-scusatemi, ma è
tutto talmente assurdo…” Portai una mano all’altezza
del cuore, sospirando agitata. Bulma mi cinse un fianco, porgendomi
un calice di vino.
“Su,
lascia perdere quella robaccia analcolica e manda giù questo!”
“Ma
io sono astemia…”
“E
chi se ne importa! Vorrà dire che da stasera inizierai a
bere!” Scoppiò a ridere, contagiando i presenti con il
suo buon umore. “Scherzi a parte” Abbassò la voce,
avvicinandosi al mio orecchio. “Aiuterà a
scioglierti!” Ammiccò e io le sorrisi. La simpatica
scienziata dai capelli turchini stava diventando un punto di
riferimento importante nella mia nuova
vita.
E
così, la festa a casa di Bulma iniziò. Le due ore che
seguirono passarono sveltissime, soprattutto grazie all’enorme
e squisito buffet e all’eccezionale band assunta appositamente
per l’occasione. Mi divertii tantissimo e, nonostante il
persistente velo d’ansia, riuscii a distrarmi e a prendere
parte al gruppo.
Complici
i posti a tavola fianco a fianco, avevo passato gran parte del tempo
a parlare con Videl, eravamo, fin da subito, entrate in sintonia. Non
ricordo nemmeno quante domande mi fece riguardo l’infanzia di
Gohan e la delusione che seguiva ogni qualvolta le rispondevo che, al
di là dei momenti catastrofici,
conoscevo
ben poco del quieto vivere!
Poi,
vabbè, ero riuscita persino a bere un paio di cocktail, un
dettaglio decisamente da non tralasciare per una che va ad acqua e
coca cola come me! Grazie alla dritta della padrona di casa, acquisii
una spigliatezza incredibile!
“Videl,
sai dove è il bagno?” La mia vescica era arrivata al
limite.
“Oh,
certo. Vedi il buffet? In fondo, a sinistra.” Le sorrisi e
corsi via senza indugio… Non avrei retto ancora per molto!
E,
proprio in quel frangente… Arrivò l’ultimo
ospite, tanto atteso…
“Finalmente,
dove diavolo sei stato!? La festa è quasi finita!”
“Eheheh!
Salve a tutti!”
Neanche
a farlo a posta, in quel preciso istante, il ritardatario aveva fatto
il suo ingresso. Goku era comparso grazie alla tecnica del teletrasporto,
in mezzo a tutti gli invitati e, prima di poter salutare, si era
già beccato una bella ramanzina dall’arrabbiatissima
moglie.
“Beh,
almeno sei arrivato in tempo per il dolce!” Bulma gli andò
incontro, incrociando le braccia e scuotendo la testa arresa.
“Dolce!?
Non è rimasto nient’altro? Io ho una fame da lupi!”
I brontolii emessi dallo stomaco sottolineavano una carenza
energetica gravissima.
“Sei
senza speranze! Il buffet è ancora ricco, in fondo trovi gli
antipasti. Muoviti.” Il suo amico non sarebbe mai cambiato,
arrabbiarsi sarebbe stata una perdita di tempo.
“Oh
bene!” Si sfregò le mani eccitato e con il luccichio
negli occhi, camminò spedito verso il tavolo imbandito. “Urca,
quante cose buone! Pancia mia fatti capanna!”
“Che
cosa ci volete fare, ragazzi, è Goku!” Già, il
buffo Oolong aveva proprio ragione e, in fin dei conti, era amato
anche per questo! Scoppiarono tutti in una fragorosa risata.
…………..
Mi
lavai le mani e diedi una sistemata veloce al trucco. Quel bagno era
grosso almeno quanto tutto il bilocale offertomi da Bulma, neanche
fosse la hall di un albergo! Un’ultima aggiustatina ai capelli
e mi diressi verso l’uscita. L’ansia avuta per tutta la
serata aveva, ormai, lasciato il posto alla rassegnazione. La
speranza aveva retto fino all’ultimo, finché non mi
arresi all’idea che non sarebbe successo, almeno non ancora.
Pazienza, non restava che godermi gli ultimi istanti di quella
festa nella più totale spensieratezza. Sbucai fuori a testa
bassa e, sopraffatta dai pensieri, andai a sbattere contro il muro,
dalla durezza non poteva che essere di cemento armato! “Ahai!”
Anzi che nessuno fosse presente, sarei passata per la solita
imbranata! Strinsi le palpebre e mi massaggiai la fronte dolorante.
“Urca!
Scusa, non ti avevo vista! Ti sei fatta male?”
Il
cuore si fermò.
Poi,
come improvvisamente rianimato da una scarica elettrica, riprese a
battere scellerato, oltrepassò la gola, arrivando
dritto fino al cervello. Ogni rumore divenne ovattato e la
temperatura esterna percepita si aggirò di colpo intorno ai
cinquanta gradi centigradi. Spalancai gli occhi e, nonostante la
vista appannata, riconobbi immediatamente quel
lembo di stoffa blu, contornato dal famigliare tessuto arancione.
Era
lui,
era Goku… Così tanto vicino, da poterne sentire
l’odore.
Come
se ogni muscolo si fosse intorpidito, alzai la testa lentamente,
rimanendo letteralmente paralizzata da quel viso… Da quel
sorriso… Da quei capelli… Dall’opera d'arte più
bella che fosse mai stata realizzata!
“St-stai
bene?” Mi guardava confuso, giustamente confuso, la situazione
andatasi a creare, a posteriori, aveva del tragicomico: una
sconosciuta lo fissava inebetita, come avesse assistito al miracolo
della scesa in terra della Madonna con tutti gli angeli in coro…
“I-io…”
E, come un’idiota, non riuscivo neanche a parlare, immobile
come uno stoccafisso. Cercai con tutte le mie forze di mettere in
moto il cervello, momentaneamente andato in standby, ma con scarsi
risultati. Poi, improvvisamente, arrivò L’idea
geniale: bagno!
Scappai in bagno. Mi chiusi a chiave nel gabinetto.
Ma
si può essere più coglioni?
Inizia
a saltellare come una ragazzina impazzita. Urlavo, ridevo, emettevo
suoni senza senso e pronunciavo frasi senza senso. Avevo raggiunto un
livello di euforia elevatissima, senza contare che Goku era ancora
sbigottito, nel punto dove lo avevo lasciato, e poteva udire
perfettamente le mie pazze
esternazioni.
“Sei
sicura di stare bene?”
“Oh,
cazzo! Mi ha sentito!?”
Beh, impossibile il contrario.
“Sono scappata come una matta e… E adesso che gli
dico!?” Mi
schiarii la voce, cercando di ricreare un timbro, il più
possibilmente, rilassato. “S-sì, n-non avevo ancora finito!”
Urlai. “Non
avevo ancora finito!? MA CHE CAZZO HO DETTO!?”
Rettifico:
sì, si può essere più coglioni.
Bene,
dopo questa bellissima figura di merda, non restava che rimanere
rinchiusa fino a che la festa non fosse finita, o meglio ancora, non
mi fossi svegliata…
Ciao
a tutti e buon sabato!
Quarto
capitolo di questa strampalata fanfiction… Finalmente, fumata
bianca, abemus Gokum! Ahahahah Magari, sarebbe stato meglio
incontrarlo in un altro contesto, ma meglio di niente… Ho
cercato di far trasparire il più possibile le mie emozioni da
bimbaminkia e spero tanto vi siano arrivate! ^^
Chissà
cosa accadrà ora… Siete curiosi? <3
Come
sempre ringrazio di cuore tutti coloro che mi seguono <3
Ci
vediamo prestissimo, soprattutto con gli aggiornamenti delle altre
due storie!
Un
abbraccio grande e buon fine settimana!
Serena
<3
|