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Autore: SerenaChichi    19/03/2022    3 recensioni
“Poi, come improvvisamente rianimato da una scarica elettrica, riprese a battere scellerato, oltrepassò la gola, arrivando dritto fino al cervello. Ogni rumore divenne ovattato e la temperatura esterna percepita si aggirò di colpo intorno ai cinquanta gradi centigradi. Spalancai gli occhi e, nonostante la vista appannata, riconobbi immediatamente quel lembo di stoffa blu, contornato dal famigliare tessuto arancione.
Era lui, era Goku… Così tanto vicino, da poterne sentire l’odore.“
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: 18/Crilin, Bulma/Vegeta, Gohan/Videl
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 4

Festa a casa di Bulma



Sarò rimasta ferma a guardarmi non so per quanto tempo. La cinta troppo stretta, la cinta troppo lenta… La ciocca fuori posto, la riga nera sopra alla palpebra destra un millimetro più lunga della sinistra… Non so cosa sperassi di combinare rimanendo impalata a fissarmi allo specchio di fianco all’entrata del giardino interno della Capsule Corporation, tanto avrei continuato a prescindere a sentirmi inadeguata e fuori posto! Di lì a pochissimo avrei realizzato il sogno più assurdo di tutta la mia vita e tanto valeva avere un aspetto perfetto. Lo avrei visto, lo avrei incontrato, forse, e sottolineo forse, al massimo gli avrei detto ciao, ma di certo, nulla di più.

Per l’avvenimento, avevo scelto un look molto fresco e leggero: un vestitino velato, con una texture floreale sui toni del pesco, lungo fino al ginocchio. Una cinta color cuoio a sottolineare la vita e in coordinato uno stivale morbido e leggero, con un tacco abbastanza comodo. Almeno qualche centimetro l’avrei guadagnato!

La lunga chioma liscia e scurissima ricadeva libera sulla schiena e, riguardo il make up, nulla di eccezionale: l’occhio, con la mia immancabile matita nera, ricordava vagamente un trucco anni cinquanta e, per finire, un po’ di terra e un rossetto color carne, con una punta di rosa. Finalmente, avevo un aspetto, almeno dal mio punto di vista, decente.

Quindi, Serena, falla finita e suona ‘sto cavolo di campanello!”

Sospirai e premetti il pulsante sul citofono.

Serena, entra pure cara!” La telecamera rivelò immediatamente chi fossi. “Ragazzi, è arrivata!” Sentii ancora, a causa del microfono lasciato acceso. Qualche ospite era già arrivato… Deglutii molto faticosamente e attesi che le porte dell’enorme cancello si aprissero. Bulma teneva in particolar modo alla sua privacy, cercando il più possibile delimitare le zone private da quelle pubbliche.

Il giardino in questione era quello protagonista di uno degli ultimi episodi della serie Z e, dal vivo, risultava ancora più incredibile. Una miriade di fiori e piante ornamentali ne esaltava la bellezza, il tutto accompagnato da stranissime specie animali. Sembrava fossi entrata in un mondo parallelo!

In lontananza, scorsi una mano salutare con enfasi. “Cara, ben arrivata!” Bulma mi venne incontro con un sorriso smagliante. “Ma non dovevi disturbarti!” Ah, già, mi ero dimenticata di dirvi che, da buon ospite, non mi ero presentata a mani vuote: lungo il tragitto pensai bene di acquistare un cadeau, una piccola orchidea rosa… Ma quella piantina risultava alquanto penosa in mezzo a quell’orto botanico! Timidamente gliela porsi, ricambiandole il sorriso.

Qualcuno già è arrivato, vieni con me!”

Mi prese sottobraccio, senza potermi dar modo di aprire bocca. “Hai il fiatone, sei venuta correndo?” Cercò di strapparmi una risata. Era sveglia e non ci mise molto a captare la mia agitazione. Del resto, capiva che fossero una sorta di personaggi famosi per me, e realizzava quanto potesse essere imbarazzante conoscerli personalmente.

Eheheh più o meno…” Sospirai, abbassando lo sguardo, rialzandolo solamente quando la sentii arrestarsi.

Ragazzi, eccola qua!”

La mia bocca si socchiuse, avvertendo il cuore battere in modo frenetico. Spostai svelta la vista su ogni angolazione possibile e come fossi stata davanti a una schiera di attori, ammiccai, imbarazzata, un saluto felice. “C-ciao, a tutti!”

Seduti attorno a un piccolo tavolo circolare, Crilin e la sua bellissima moglie C18, Yamcha, Muten e il simpatico Oolong, smisero di sorseggiare i loro cocktail tropicali, accogliendomi calorosamente. Beh, non proprio tutti, diciamo che il biondo e algido androide non si scompose minimamente, ma me lo aspettavo…

N-non c’è nessun altro?” Chiederglielo fu più forte di me.

Laggiù ci sono Piccolo, Dende e Popo… A parte Kami, i restanti due non sono di molte parole, soprattutto quello alto!” Rise, spostando poi lo sguardo verso un tavolo poco più distante. “E lì, ci sono mio marito e Trunks, ma loro li conosci già.”

Inutile dirvi che la mia attenzione venne catturata immediatamente da Junior, averlo in carne e ossa a pochi metri di distanza, fu assurdamente incredibile! Era immenso, alto oltre i due metri, seduto come un indiano, con le braccia conserte. Ho sempre avuto parecchia stima per lui e giurai a me stessa, che in un modo o nell’altro, avrei trovato il pretesto e il coraggio di rivolgergli parola.

Qualcuno ha sentito i Son?”

La saliva mi andò di traverso.

Io, Crilin. Ho parlato stamattina con Chichi… Dovrebbero arrivare a momenti.” Rispose Bulma, dando un’occhiata all’orologio al polso. “Serena, nel frattempo prendi pure qualcosa da bere e accomodati!” Mi invitò a sedermi, indicandomi un posto libero.

Oh, finalmente un po’ di gioventù!” Purtroppo, non feci in tempo ad assistere al divertente siparietto andatosi a creare. Mi voltai, trovando Bulma con il pugno ancora chiuso di fianco a un Genio rannicchiato a terra. Quel vecchio pervertito si era avvicinato per darmi il benvenuto, ma la turchina lo aveva prontamente anticipato, colpendolo con ferocia. Bene, ora che Muten aveva dato la sua benedizione, iniziavo a sentirmi, a tutti gli effetti, parte integrante del gruppo.

Presi un tè freddo e mi accomodai al tavolo, cercando, nonostante la timidezza, di partecipare alla conversazione: la costosissima spider ultimo modello acquistata da Yamcha con acconto, maxi rata finale e soli 120 rate! Un affare senza precedenti, secondo l’acquirente. Tutti ridevano e si divertivano schernendo il povero amico che, sbuffando, incalzava battute su battute. Dopo pochi minuti, lo smartwatch al polso di Bulma risuonò.

Gohan, entrate pure!”

Per poco il bicchiere non mi cadde dalla mano. Lo poggiai sul tavolo, iniziando a respirare sveltissima. Non avevo nessuno specchio davanti a me, ma posso giurare che il mio volto avesse assunto tonalità simili al grigio seppia. Erano arrivati, era arrivato. Stava per entrare e io ero prossima allo svenimento. “Oddio! Oddio! Oddio!” La mia testa non ripeteva altro e molto probabilmente, il quel momento, non credo nemmeno fosse in grado di capire altro. Tutti si alzarono e, come un automa, feci lo stesso. “E se fosse idiota come in Super? E se la sua voce non fosse quella? E Se…” Riuscii a farmi tante di quelle pippe mentali, in quei pochi istanti di attesa, che neanche a elencarvele, riuscireste a farvene un’idea! Anche perché, tra una pippa e l’altra, ormai, la famiglia Son aveva fatto il suo ingresso! A rallentatore, vidi tutti componenti entrare in fila indiana: Gohan, Videl con in braccio la piccola Pan, Goten, Chichi e… Goku? Dove cazzo era Goku!?

Benvenuti, ragazzi! Scusate, ma dov’è Goku?”

Ecco, brava Bulma, chiediglielo tu, sennò rischio di impazzire!” Come se non l’avessi già fatto…

Tu lo sai? Qui ce lo chiediamo in tanti.” Ottimo, la moglie ne sapeva quanto me e, a giudicare dall’espressione e la posa indignata a braccia conserte, sembrava addirittura fosse dubbia la sua presenza.

Comunque, io gliel’ho fatto presente, chissà se ci degnerà della sua partecipazione…” Continuò sospirando e salutando tutti con un sorriso.

Morale della favola, sarebbe potuto apparire in qualsiasi momento e io avrei vissuto da quel frangente in poi con la tachicardia, con il cuore a braccetto con l’infarto. Sognare di cadere in burrone o essere inseguita da un serial killer… No, è? Avrei avuto meno ansia.

Serena, vieni!” Fortunatamente, Bulma mi distolse dai pensieri e con educazione, mi presentò ai nuovi arrivati. Inutile dirvi che, l’emozione da loro provocata fu la più grande di tutte. Avevo la sensazione di conoscerli realmente da una vita, come se anch’io facessi parte di quella famiglia. Soprattutto Chichi, quando mi porse la mano, mi provocò una sensazione stranissima. Quella piccola parte dentro di me, da sempre immedesimata nei suoi panni, finalmente vis-a-vis, pianse dall’emozione. Era bella, davvero tanto, la pelle nivea e delicata…. Ma quel velo di austerità che bruscamente la ricopriva e la incupiva, le oscurava la freschezza, senza valorizzarla. Quanta rabbia…

Quando Bulma mi ha accennato, per telefono, la tua storia, ho stentato a crederlo! E’ incredibile!”

Incredibile è averti davanti agli occhi!” “Già, anch’io ancora fatico a crederlo…” Le sorrisi, commossa a tal punto che se ne accorse. “Sc-scusatemi, ma è tutto talmente assurdo…” Portai una mano all’altezza del cuore, sospirando agitata. Bulma mi cinse un fianco, porgendomi un calice di vino.

Su, lascia perdere quella robaccia analcolica e manda giù questo!”

Ma io sono astemia…”

E chi se ne importa! Vorrà dire che da stasera inizierai a bere!” Scoppiò a ridere, contagiando i presenti con il suo buon umore. “Scherzi a parte” Abbassò la voce, avvicinandosi al mio orecchio. “Aiuterà a scioglierti!” Ammiccò e io le sorrisi. La simpatica scienziata dai capelli turchini stava diventando un punto di riferimento importante nella mia nuova vita.

E così, la festa a casa di Bulma iniziò. Le due ore che seguirono passarono sveltissime, soprattutto grazie all’enorme e squisito buffet e all’eccezionale band assunta appositamente per l’occasione. Mi divertii tantissimo e, nonostante il persistente velo d’ansia, riuscii a distrarmi e a prendere parte al gruppo.

Complici i posti a tavola fianco a fianco, avevo passato gran parte del tempo a parlare con Videl, eravamo, fin da subito, entrate in sintonia. Non ricordo nemmeno quante domande mi fece riguardo l’infanzia di Gohan e la delusione che seguiva ogni qualvolta le rispondevo che, al di là dei momenti catastrofici, conoscevo ben poco del quieto vivere!

Poi, vabbè, ero riuscita persino a bere un paio di cocktail, un dettaglio decisamente da non tralasciare per una che va ad acqua e coca cola come me! Grazie alla dritta della padrona di casa, acquisii una spigliatezza incredibile!

Videl, sai dove è il bagno?” La mia vescica era arrivata al limite.

Oh, certo. Vedi il buffet? In fondo, a sinistra.” Le sorrisi e corsi via senza indugio… Non avrei retto ancora per molto!



E, proprio in quel frangente… Arrivò l’ultimo ospite, tanto atteso…

Finalmente, dove diavolo sei stato!? La festa è quasi finita!”

Eheheh! Salve a tutti!”

Neanche a farlo a posta, in quel preciso istante, il ritardatario aveva fatto il suo ingresso. Goku era comparso grazie alla tecnica del teletrasporto, in mezzo a tutti gli invitati e, prima di poter salutare, si era già beccato una bella ramanzina dall’arrabbiatissima moglie.

Beh, almeno sei arrivato in tempo per il dolce!” Bulma gli andò incontro, incrociando le braccia e scuotendo la testa arresa.

Dolce!? Non è rimasto nient’altro? Io ho una fame da lupi!” I brontolii emessi dallo stomaco sottolineavano una carenza energetica gravissima.

Sei senza speranze! Il buffet è ancora ricco, in fondo trovi gli antipasti. Muoviti.” Il suo amico non sarebbe mai cambiato, arrabbiarsi sarebbe stata una perdita di tempo.

Oh bene!” Si sfregò le mani eccitato e con il luccichio negli occhi, camminò spedito verso il tavolo imbandito. “Urca, quante cose buone! Pancia mia fatti capanna!”

Che cosa ci volete fare, ragazzi, è Goku!” Già, il buffo Oolong aveva proprio ragione e, in fin dei conti, era amato anche per questo! Scoppiarono tutti in una fragorosa risata.

…………..

Mi lavai le mani e diedi una sistemata veloce al trucco. Quel bagno era grosso almeno quanto tutto il bilocale offertomi da Bulma, neanche fosse la hall di un albergo! Un’ultima aggiustatina ai capelli e mi diressi verso l’uscita. L’ansia avuta per tutta la serata aveva, ormai, lasciato il posto alla rassegnazione. La speranza aveva retto fino all’ultimo, finché non mi arresi all’idea che non sarebbe successo, almeno non ancora. Pazienza, non restava che godermi gli ultimi istanti di quella festa nella più totale spensieratezza. Sbucai fuori a testa bassa e, sopraffatta dai pensieri, andai a sbattere contro il muro, dalla durezza non poteva che essere di cemento armato! “Ahai!” Anzi che nessuno fosse presente, sarei passata per la solita imbranata! Strinsi le palpebre e mi massaggiai la fronte dolorante.

Urca! Scusa, non ti avevo vista! Ti sei fatta male?”

Il cuore si fermò.

Poi, come improvvisamente rianimato da una scarica elettrica, riprese a battere scellerato, oltrepassò la gola, arrivando dritto fino al cervello. Ogni rumore divenne ovattato e la temperatura esterna percepita si aggirò di colpo intorno ai cinquanta gradi centigradi. Spalancai gli occhi e, nonostante la vista appannata, riconobbi immediatamente quel lembo di stoffa blu, contornato dal famigliare tessuto arancione.

Era lui, era Goku… Così tanto vicino, da poterne sentire l’odore.

Come se ogni muscolo si fosse intorpidito, alzai la testa lentamente, rimanendo letteralmente paralizzata da quel viso… Da quel sorriso… Da quei capelli… Dall’opera d'arte più bella che fosse mai stata realizzata!

St-stai bene?” Mi guardava confuso, giustamente confuso, la situazione andatasi a creare, a posteriori, aveva del tragicomico: una sconosciuta lo fissava inebetita, come avesse assistito al miracolo della scesa in terra della Madonna con tutti gli angeli in coro…

I-io…” E, come un’idiota, non riuscivo neanche a parlare, immobile come uno stoccafisso. Cercai con tutte le mie forze di mettere in moto il cervello, momentaneamente andato in standby, ma con scarsi risultati. Poi, improvvisamente, arrivò L’idea geniale: bagno! Scappai in bagno. Mi chiusi a chiave nel gabinetto.

Ma si può essere più coglioni?

Inizia a saltellare come una ragazzina impazzita. Urlavo, ridevo, emettevo suoni senza senso e pronunciavo frasi senza senso. Avevo raggiunto un livello di euforia elevatissima, senza contare che Goku era ancora sbigottito, nel punto dove lo avevo lasciato, e poteva udire perfettamente le mie pazze esternazioni.

Sei sicura di stare bene?”

Oh, cazzo! Mi ha sentito!?” Beh, impossibile il contrario. “Sono scappata come una matta e… E adesso che gli dico!?” Mi schiarii la voce, cercando di ricreare un timbro, il più possibilmente, rilassato. “S-sì, n-non avevo ancora finito!” Urlai. “Non avevo ancora finito!? MA CHE CAZZO HO DETTO!?”

Rettifico: sì, si può essere più coglioni.

Bene, dopo questa bellissima figura di merda, non restava che rimanere rinchiusa fino a che la festa non fosse finita, o meglio ancora, non mi fossi svegliata…





Ciao a tutti e buon sabato!

Quarto capitolo di questa strampalata fanfiction… Finalmente, fumata bianca, abemus Gokum! Ahahahah Magari, sarebbe stato meglio incontrarlo in un altro contesto, ma meglio di niente… Ho cercato di far trasparire il più possibile le mie emozioni da bimbaminkia e spero tanto vi siano arrivate! ^^

Chissà cosa accadrà ora… Siete curiosi? <3

Come sempre ringrazio di cuore tutti coloro che mi seguono <3

Ci vediamo prestissimo, soprattutto con gli aggiornamenti delle altre due storie!

Un abbraccio grande e buon fine settimana!

Serena <3















  
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