Aveva contribuito a farlo prendere in giro negli anni, ma quello non
era il primo dei suoi problemi, anche se a volte si chiedeva
perchè i suoi genitori l'avessero chiamato in quel modo e in
generale perchè alcuni genitori dessero certi nomi ai
figli... divertente per esempio chiamare la propria figlia
“Ikea” però per un attimo di
divertimento del genitore, la prole potrebbe portarsi dietro un nome
attira prese in giro per anni, forse per tutta la vita.
Il suo nome non era così assurdo, era semplicemente
“Beverly”
Perchè si lamentava quindi?
Beh, la nostra cara “Beverly” era in
realtà un lui.
Era un ragazzo mulatto che soffriva di obesità e mutismo
selettivo. Tuttavia cercava di non risultare insicuro e ci riusciva
bene. Aveva un'aria calma, rassicurante e dopo la prima impressione
strana che solitamente dava, riusciva a conquistarsi un po' di fiducia
quando faceva scoprire le sue doti di inventore e la sua intelligenza.
Questo non lo rendeva esattamente popolare, perlopiù veniva
avvicinato perchè utile e perchè a volte le
persone erano più serene nelle vicinanze di qualcuno che
parlava poco, o non parlava affatto, ma ascoltava i loro problemi e
riusciva ad offrire soluzioni pratiche.
Non era sicuro di cosa l'avesse spinto a partecipare alla quarta
stagione di “A tutto reality”, guardando le
stagioni precedenti aveva notato che le capacità
non contavano. I simpaticoni potevano fare grossi errori o non fare
nulla di utile ma andare comunque avanti nel gioco, addirittura
concorrenti esplicitamente indegni di fiducia e maligni venivano
portati avanti dalla parlantina e l'ingenuità dei compagni
di squadra. Inoltre aveva l'impressione che il conduttore si
intromettesse un po' troppo per proteggere dall'eliminazione
concorrenti popolari o utili al dramma cambiando regole
improvvisamente, chiudendo un occhio davanti gli imbrogli o annunciando
convenientemente che la sfida non era ad eliminazione quando a
rischiare era qualcuno che serviva ancora ai suoi piani o a quelli
degli autori dello show.
Insomma, per quanto capace, Beverly, avrebbe dovuto prevedere di essere
messo fuori gioco prematuramente e ingiustamente.
Con quel cattivo umore, anche se la popolazione della spiaggia dei
perdenti non fosse stata costituita solo da lui e dalla mitomane
logorroica Stacy, probabilmente non sarebbe riuscito comunque a godersi
il resort.
Forse era dispiaciuto perchè quei soldi gli avrebbero fatto
comodo e avrebbero potuto finanziare un bel po' di progetti? O il
motivo era che avrebbe voluto mettere in mostra il suo talento ancora
per un po'?
Beverly non ci aveva mai pensato a fondo, credeva che gli stesse bene
essere quello silenzioso sullo sfondo che dava una mano quando poteva,
ma magari in realtà aveva voglia anche lui di stare un po'
sotto i riflettori. Nonostante la logica gli suggerisse fin dall'inizio
che rimanere a lungo fosse improbabile per lui, forse una parte di lui
aveva davvero desiderato e creduto di poter sfidare le dinamiche del
reality ed uscirne vincitore...
Il ragazzo scosse la testa, era stato eliminato e un tipo silenzioso
come lui non sarebbe mai stato rimesso in gioco da quella dramaqueen
sadica del conduttore.
Avrebbe dovuto riflettere un po' di più sui suoi bisogni e
su cosa cambiare di sé per soddisfarli. Ma non era
così semplice eliminare o aggirare un ostacolo come il
mutismo e anche se ci fosse riuscito non poteva imparare a parlare in
modo carismatico così dal nulla. Inoltre per lui, non
parlare rimaneva rassicurante e rilassante.
Doveva accettare che in quel momento la sua mente brillante e
pragmatica non gli era di grande aiuto.
Il ragazzo sospirò, senza che se ne fosse accorto era
già sera. Si distese nel nido gigante che aveva costruito e
piazzato sul tetto dell'edificio principale per sfuggire alle
chiacchiere di Stacy.
Gli dispiaceva, ma non riusciva a reggerla, era il suo opposto polare.
Una ragazza totalmente priva di logica e senso della realtà
che non faceva altro che parlare.
Per quanto lui potesse essere abituato ad ascoltare, amava il silenzio
e in quel momento non avrebbe retto le chiacchiere di Stacy come
sottofondo per i suoi pensieri.
-B, eccoti!- disse una vocina familiare ma insolitamente determinata.
Beverly sussultò e col battito cardiaco accelerato si
voltò lentamente. Sopra il tetto, dietro di lui, c'era in
piedi una piccola figura femminile dai lunghi capelli chiarissimi che
lo incatenava a sé con quegli occhi espressivi e un leggero
sorriso.
-Sono molto felice di rivederti.- gli disse Dawn, per un attimo gli
sembrò un po' nervosa.
Beverly aveva il cuore il gola. Cosa ci faceva lei lì?
Secondo i suoi calcoli un concorrente così grazioso sarebbe
dovuto rimanere più a lungo! Inoltre perchè gli
metteva tanta ansia vederla? E perchè lei sembrava contenta
di vederlo?
-B... Stai bene? Sembri agitato...- disse la ragazza con aria
preoccupata.
Poi Beverly si sentì sciocco e si calmò,
l'alternativa alla sua compagnia era Stacy. Si sentì di
nuovo in colpa, ma le cose molto probabilmente stavano in quel modo.
Successivamente si sentì anche stranito da sé, di
solito non si faceva tanti problemi quando qualcuno andava a parlargli.
Dawn gli porse un oggetto. -Offerta di pace...- sembrava una di quelle
candele profumate e teoricamente rilassanti.
Beverly era un po' perplesso ma accettò comunque l'oggetto
randomico facendo apparire un lieve sorriso sul viso della ragazza.
Lei si schiarì la voce come se dovesse farsi coraggio per
dire qualcosa. -Mi spiace per non averti dato fiducia e aver creduto
subito a Scott...-
Il ragazzo spalancò gli occhi, forse aveva capito qual'era
il motivo del suo disagio nei confronti di Dawn. Anche gli altri ex
compagni di squadra avevano creduto a Scott senza problemi, ma
probabilmente gli dispiaceva di più per Dawn
perchè rispetto agli altri sembrava più
intelligente ed intuitiva. Sì, doveva essere quello.
Il ragazzo pose la mano sulla spalla della ragazza e le sorrise per
comunicarle il suo non serbare rancore nei suoi confronti. Scott non
gli sembrava un tipo attraente ma suppose che alla ragazza dovesse
piacere. Non si spiegava in altro modo il fatto che si fosse fatta
abbindolare tanto facilmente e non poteva biasimarla. Anche se non
avendo mai avuto una cotta non poteva capirla a fondo, sapeva che era
difficile ragionare razionalmente con gli ormoni a palla, secondo la
biologia era così.
La ragazza stava arrossendo per qualche motivo. -G-guarda che non ho
mai avuto una cotta per Scott!- esclamò imbarazzata e anche
un po' infastidita.
Beverly ritirò la mano stupito. Aveva ipotizzato che la
capacità di lettura delle aure della ragazza dipendesse
dagli autori dello show che le avevano dato delle informazioni extra
sui concorrenti e le avevano detto di recitare la parte della mistica,
ma le intuizioni della ragazza erano tanto buone da farla sembrare
davvero capace di poter afferrare i pensieri altrui. In parte si
sentì a disagio, per lui essere capito non era la norma.
-Mi piacerebbe davvero fargliela pagare a quello là...-
sbuffò la ragazzina.
Beverly poteva empatizzare col suo sentirsi tradita, un po' si era
sentito così anche lui. Deglutì cercando di
scacciare la sensazione, non voleva avercela con lei o con gli ex
compagni di squadra. Anche se sospettava che almeno un po' Dawn avesse
recitato durante la loro permanenza sull'isola, si trattava di un
evenienza che era d'obbligo tenere in considerazione partecipando ad un
reality. Beverly era abituato ad osservare gli altri ed era abbastanza
sicuro che nonostante tutto quella ragazzina fosse una brava persona,
per quel motivo aveva escluso fin dall'inizio l'ipotesi che fosse in
combutta con Scott dall'inizio. Il fatto che fosse andata da lui per
scusarsi gli bastava ed era abbastanza curioso di conoscere quella
ragazza al di fuori del gioco. Sperava che lei gliene desse la
possibilità.
Nel mentre la ragazza si era seduta a gambe incrociate, teneva gli
occhi chiusi, ma aveva un' espressione che celava a fatica del rancore.
Come se si fosse sentita osservata, Dawn aprì gli occhi.
-Sto meditando, voglio purificare la mia aura dalla
negatività provocata dal quel... q-quel sociopatico!- dopo
quel piccolo sfogo, la ragazza guardò verso il basso
sentendosi un po' in imbarazzo, poi sospirò e richiuse gli
occhi per continuare a meditare. -Grazie del pensiero B, ma non
c'è bisogno che mi accompagni alla mia stanza,
rimarrò qui per un po'. Mi piace la tua compagnia e la tua
aura mi aiuta un po' a calmarmi.-
Beverly annuì e tornò a osservare le stelle dal
suo nido ancora stupito dalla quasi lettura del pensiero di cui era
capace quella ragazza.
Il giorno dopo, Dawn passò molto tempo con lui.
Una parte di Beverly voleva pensare di piacerle, l'altra continuava a
ricordargli che l'alternativa era la povera ma fastidiosa Stacy.
A Dawn era piaciuto di più Scott. Sì, lui aveva
dei lineamenti sgradevoli, ma almeno parlava e questo rendeva
più facile fidarsi forse. Quell'ipotesi lo feriva
più di quanto volesse ammettere.
Dawn gli aveva parlato parecchio di quel ragazzo fulvo, sembrava
abbastanza arrabbiata e questo lo faceva sentire un po' meglio per lei.
Temeva che quel ragazzo potesse piacerle perchè era
problematico, ma Beverly sapeva che essere intrigati da qualcuno
perchè desiderosi di aggiustarne i problemi era un pessimo
motivo per instaurare una relazione, soprattutto se la persona
anziché farsi aiutare sembrava decisa a voler sfruttare le
debolezze altrui. Gli faceva piacere che Dawn fosse capace di rendersi
conto che era bene non insistere su quell'infatuazione.
Dawn sembrava anche abbastanza arrabbiata con sé stessa, non
si dava pace per il fatto di non aver intuito immediatamente la natura
di quel ragazzo e allo stesso tempo faceva fatica ad accettare che una
persona potesse essere tanto manipolatoria.
Ascoltarla era in qualche modo liberatorio per Beverly. Forse
perchè quella ragazzina di solito così pacata era
buffa quando sembrava nervosa e infastidita quindi era una visione
insolita ed interessante da studiare. Oppure il motivo più
onesto per cui era piacevole vedere qualcuno sfogarsi su Scott era che
Beverly non poteva farlo o meglio, nessuno poteva ascoltarlo e uno
sfogo non ascoltato era più frustrante che soddisfacente.
-Beh, sono contenta di essere interessante da osservare, ma insinui un
po' troppo spesso che mi piacesse o che mi piaccia Scott e gradirei se
la smettessi e se ti fidassi quando ti dico che per me quello non
rappresentava niente.- disse la ragazza con aria imbronciata tenendo le
braccia conserte.
Beverly chinò il capo in segno di scuse, cominciava ad
abituarsi e a trovare quasi piacevole che Dawn lo capisse
così facilmente.
-Scott mi aveva incuriosito un po', volevo provare a capirlo e speravo
di riuscire a trovare qualche spiraglio per andare d'accordo, ma
purtroppo non era fattibile.- spiegò la ragazza.
-Però, ripeto, lui non mi piaceva. In realtà...-
la ragazza arrossì leggermente, poi si interruppe. -Non
voglio cambiarti se non sei a tuo agio nel farlo. Personalmente
troverei fastidioso il non riuscire a parlare, ma se tu ti senti
davvero meglio così, non ho intenzione di giudicarti e sono
contenta per te, però... Credo che sfogarsi in prima
persona, anziché immedesimarsi ascoltando lo sfogo di
un'altra persona potrebbe essere più piacevole e salutare.
Lo dico perchè prima mi sei sembrato un po' frustrato dal
non poter esprimere tu stesso i tuoi sentimenti avversi verso Scott. A
me piace passare del tempo con te anche se non parli.-
Beverly alzò le spalle e le sorrise. A lui stava bene
ascoltare e basta, erano pochi i momenti in cui si sentiva
insoddisfatto di non poter dire la sua, preferiva comunicare tramite le
azioni. Ma anche se avesse voluto non avrebbe potuto cominciare a
parlare così di punto in bianco, così preferiva
non pensarci troppo.
-Capisco... ma se volessi dell'aiuto per esercitarti, io sono
disponibile! Ma forse dovremmo entrare di più in confidenza
perchè tu ti senta davvero a tuo agio...- disse la ragazza
rimuginando. -Comunque... Hai davvero dei begli occhi.- gli disse un
po' nervosa.
Beverly si sentì a disagio, quasi nessuno faceva caso ai
suoi occhi. Pensò che quella della ragazza fosse una
strategia per entrare più in confidenza, ma funzionava
meglio attraverso uno scambio di complimenti e lui non aveva modo di
ricambiare.
Sì guardò un po' intorno e vide dei fiori di
ibisco rossi così ne prese uno e glielo mise tra i capelli,
pensava che fosse una comunicazione efficace.
La ragazza diventò rossa, fece una buffa smorfia e un
saltino all'indietro. -G-grazie...- balbettò imbarazzata.
-Però preferirei che non mutilassi più un essere
vivente p-per comunicarmi che sono bella e apprezzi i miei
complimenti...-
A Beverly gelò il sangue, si chiese come aveva fatto a non
pensarci.
-Non fa niente... purtroppo noi esseri umani non siamo educati a dare
alle altre forme di vita lo stesso valore che daremmo ad un nostro
simile così se abbassiamo la guardia, è naturale
per noi ritrovarci a ferire altri esseri viventi...- disse tristemente
la ragazza, ma si sforzò di sorridergli. -Facci
più attenzione d'ora in poi, va bene?- gli disse con un tono
pacifico. Beverly annuì e notò che nonostante
tutto, la ragazza non accennava a levarsi il fiore.
-Beh, se lo facessi il suo sacrificio sarebbe ancora più
inutile, non trovi?- disse guardando verso il basso con un'espressione
nervosa. -Comunque... non lo dico per infastidirti lo giuro, ma...
posso chiamarti Beverly? N-non è per prenderti in giro,
davvero! È che mi piace molto come nome, inoltre Bev sarebbe
un soprannome così carino!-
Davanti a quello strano entusiasmo, Beverly, anche se un po' a disagio,
non potè fare a meno di annuire accontentando la ragazza che
lo ricompensò con un sorriso particolarmente luminoso. Forse
anche i suoi genitori gli avevano dato quel nome pensando che fosse
carino? Non lo sapeva, non lo aveva mai chiesto perchè li
aveva sempre trovati gentili nonostante avessero dei modi un po' strani
e ingenui quindi non gli sembrava giusto dirgli quanto quella loro
scelta lo aveva messo in difficoltà.
I due si diressero alla piscina ma videro una massa relativamente
grossa e rosa che galleggiava in acqua come un cadavere.
-Oh no!- esclamò Dawn pensando al peggio.
Lei e Beverly corsero verso il corpo morto di Stacy che alla fine tanto
morto non era visto che sentendoli arrivare la ragazza per lo
spaventò cominciò ad agitare sgraziatamente gli
arti rischiando di affogare per davvero.
Beverly e Dawn con tutti i vestiti si gettarono in acqua per
soccorrerla.
-Ragazzi, lo capisco di essere un'attrice spettacolare, ma in quel
momento stavo solo mettendo in pratica una tattica di nuoto inventata
dalla mia trisavola! O forse senza accorgermene ho svolto con successo
un rituale di evocazione visto che fino ad ora mi sembravate spariti
nel nulla...-
I suoi soccorritori avvertirono della tristezza nel suo tono
così si sentirono in colpa per averla lasciata da sola tutto
quel tempo e per compensare rimasero tutto il giorno ad ascoltarla per
recuperare il tempo perduto.
Giunta la sera riuscirono finalmente a distaccarsi dalla ragazza per
andare nel loro posto sul tetto. Erano stremati, ma Dawn sembrava
abbastanza soddisfatta. -Spero che un giorno Stacy possa trovare
qualcuno che stia davvero bene con lei, non merita di stare da sola.-
Beverly annuì, in quel momento pensò di adorare
Dawn e la sua gentilezza. Non si sentiva più ipocrita, aveva
temuto che il motivo per cui ne apprezzava la compagnia nonostante le
irrazionalità fosse il suo aspetto, invece era davvero una
ragazza adorabile oltre che semplicemente sopportabile e graziosa.
-Forse... anche Scott non dovrebbe rimanere da solo?-
mormorò Dawn tristemente.
Beverly nonostante fosse arrabbiato con Scott, forse anche a causa
dell'influenza di Dawn, pensò che probabilmente era vero. Ma
doveva essere Scott per primo a smettere di vedere gli altri come
oggetti, inoltre era ingiusto che qualcuno si auto-costringesse a
passare il tempo con una persona con cui non stava bene per dovere e
spirito di sacrificio.
Beverly sapeva bene che per molti passare il tempo con lui potesse non
essere piacevole ma non avrebbe mai voluto costringere qualcuno a
subire la sua compagnia silenziosa.
-Bev, stare in tua compagnia non è affatto una tortura.- gli
disse Dawn dandogli la mano.
Beverly apprezzava il modo in cui la ragazza cercava di rincuorarlo, ma
in realtà non si sentiva così a disagio per quel
pensiero. Non piacere a tutti era naturale e lui stesso mal digeriva il
costringersi a passare il tempo con persone che non gli piacevano ma
non avrebbe trovato giusto considerare sé stesso, o altri,
cattive persone per un motivo simile. Anche se doveva ammettere che
piacere a più persone non gli sarebbe dispiaciuto.
-Sei pieno di buone qualità, dovresti avere più
fiducia in te stesso... forse tutta la storia di Scott ti ha abbattuto
un po'...- riflettè la ragazza.
Beverly si accorse che in realtà si sentiva molto
più tranquillo da quando era arrivata Dawn. Non pensava
più alla sua esclusione dalla gara e non si sentiva
più in difetto per il mutismo.
-Mi fa piacere.- disse la ragazza sorridendo calorosamente.
Lui pensò che fosse un peccato non poter comunicare con
tutti con quell'efficacia. Non si era mai sentito così
connesso a qualcuno. Forse se si fosse liberato del suo mutismo si
sarebbe sentito in quel modo con più persone? Quel pensiero
lo metteva in tensione.
-So che cambiare ti sembra molto difficile, ma non c'è
fretta, cerca di rilassarti un po' e di goderti questi momenti di
serenità. Poi ti organizzerai per risolvere eventuali
problemi a poco a poco... è più fattibile e meno
scoraggiante che visualizzare il problema come un invincibile ammasso
unico di cui sbarazzarsi tutto d'un fiato, no?- gli disse Dawn. -Dai,
sono sicura che ci riuscirai a liberarti di qualunque cosa affligga la
tua aura.- la ragazza gli diede una pacca sul braccio per confortarlo.
Anche se Dawn stava pensando troppo positivo per i suoi gusti, Beverly
voleva crederci inoltre apprezzava il pensiero dell'amica, forse un po'
ingenua, ma piena di buone intenzioni.
-Preferirei sentirmi presa più sul serio, ma capisco la tua
posizione. Inoltre ho qualcosa da confessarti...- disse tesa, anche
Beverly si sentì allo stesso modo all'idea che gli avesse
nascosto qualcosa di tanto grave da farla sentire nervosa.
-Ho trascurato Stacy perchè passare il tempo con te mi piace
molto... ma davvero, davvero molto...- ammise imbarazzata. -Stavo
pensando che magari potremmo uscire insieme e cercare di non perdere i
contatti una volta tornati a casa... c-che ne dici?-
Beverly annuì, era molto contento della proposta, anche se
non capiva perchè la ragazza si fosse fatta tanti problemi.
Non gli era sembrata così tanto timida.
Dawn tirò un sospiro di sollievo. -Grazie. Meno male...- gli
sorrise timidamente. -E' la prima volta che ho un ragazzo, quindi se ti
sembro troppo strana non farci caso, ok?-
Beverly ebbe un sussulto, per poco temette di cadere giù dal
tetto.
-Oh uffa... te lo avevo detto che non mi piaceva Scott!- disse Dawn con
un piccolo sbuffo. -E probabilmente è proprio per questo che
ho subito creduto a quello... il mio debole per te mi ha reso piuttosto
irrazionale e facile da ferire...- ammise. -Come hai fatto a non
accorgertene, Beverly? Non sei forse intelligente?- nonostante
l'imbarazzo, lo prese in giro giocosamente.
-N-non mi consideravo un possibile be-bersaglio di interesse... per...
per questo non ho preso in considerazione la possibilità.-
riuscì a parlare anche, se balbettando, lasciando sia Dawn
che sé stesso di stucco.
Avrebbe voluto aggiungere altro; “Visto, so parlare, non ho
alcun problema, è solo che mi secca”
“Balbetto semplicemente perchè la mia voce
è fuori allenamento, non perchè mi venga
difficile parlare.” “La verità
è che la mia mente pensa a troppa roba e se dovessi
esprimerla anche solo in parte tramite la voce non si capirebbe nulla e
mi innervosirei!” ma non riuscì a dire nient'altro
davanti all'espressione commossa di Dawn che lo assorbì
completamente. O forse era solo una scusa visto che aveva parlato fin
troppo e anche solo pensare di costruire altre frasi e pronunciarle lo
stancava da morire!
-Tranquillo, non è un problema!- disse la ragazza
gettandogli le braccia al collo. -Ma è comunque un timido,
ma importantissimo passo avanti nella nostra relazione! F-finalmente
riesco a sentire la tua voce!-
Angolo dell'autrice:
Finalmente aggiorno questa raccolta! Mi ero bloccata perchè
il capitolo che avevo pianificato aveva bisogno di più
capitoli così l'ho lasciato quell'idea in sospeso per il
momento, poi ci sono stati vari contrattempi e a livello di storie ho
finito per concentrarmi su altro.
Sono indifferente sia a questa potenziale coppia che alla
“Dott” ma considerando la prima stagione per come
hanno presentato e fatto interagire Dawn e B ho sempre avuto
l'impressione che sarebbero dovuti diventare una coppia e sarei stata
un po' curiosa di vedere una cosa simile quindi ho voluto provare a
metterli insieme in un capitolo di questa raccolta e questo
è il risultato. Un altro motivo per cui ho fatto questo
capitolo è che mi era venuta voglia di scrivere qualcosa
sulla quarta stagione, non mi aveva fatto proprio impazzire e
soprattutto il primo impatto non era molto positivo, ma aveva del
potenziale a parer mio.
Non sapevo bene come caratterizzare B, non so se è
così che la maggior parte delle persone l'avevano
immaginato, non so nemmeno se io me lo sarei immaginato
così, ma questo è il modo in cui mi è
venuto più naturale gestirlo. Purtroppo non sono abbastanza
brava da gestire un personaggio muto in una narrazione scritta. Quindi
alla fine mi sono concentrata sui suoi pensieri invece di descrivere
solo il suo comportamento e le sue azioni.
Detto questo, grazie per aver letto il capitolo, spero possa essere
stato di vostro gradimento!
Se volete darmi qualche parere ne sono contenta, ovviamente.
Alla prossima!
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