Remnant 2
La zona superiore della Corona è stata costruita attorno a un
precipizio. Le strade selciate e le abitazioni formano un anello, solo
una decina di metri di terreno sabbioso le separano dal vuoto.
Sporgendosi da esso ciò che si vede è una distante piana
di verde.
Kaedra cerca un punto dove atterrare. Stringe appena gli occhi, le
serve un posto libero dalle chiome o da larghe foglie di piante di
dimensioni notevoli. Una lieve brezza scuote i rami, creaturine
spuntano da un cespuglio e si rincorrono tra loro.
«Uh, spappolare di nuovo qualche animaletto potrebbe non essere il modo migliore per presentarmi ad Ostara.»
Ricorda ancora quando Prim le aveva detto di saltare. Lei si era
fidata, era finita su un nido di qualche specie di volatile,
schiacciando le uova e perdendo il saluto di Ostara per qualche anno.
Stende la mano in avanti, linee luminose appaiono sotto di essa
tracciando una serie di cerchi concentrici. Due linee brillanti
appaiono sul terreno sabbioso, parallele tra loro. Nel loro percorso si
avvicinano sempre più al bordo. Altre linee vengono tracciate:
delineano ruote collegate da bielle, una struttura imponente e una
cabina abbastanza grande per una persona nella parte posteriore della
struttura.
“Una FS 800 uguale fino all'ultimo bullone. Che Cubo perfetta."
Kaedra chiude la mano, i cerchi luminosi spariscono. Gli occhi le
brillano, un sorriso si delinea sul suo viso. Appoggia la mano sulla
locomotiva, la lascia scivolare sul metallo fresco, sale i due gradini
che la portano dentro la cabina di pilotaggio. Guarda la rotaia che ha
appena creato, sorride. La allunga verso la leva dei comandi,
l’altra tira la cordicella mentre spinge in avanti la leva. Il
fischio annuncia la partenza della locomotiva.
I binari scendono per l’immenso fossato, girando attorno alla
base del paese. Kaedra lancia un’occhiata fuori mentre la
locomotiva viaggia spedita sui binari agganciati alla roccia. La
vegetazione è quieta, nessuna creatura grossa è stata
allertata dal rumore del veicolo.
Kaedra vede il fondo del precipizio, tira la leva di controllo. Lo
stridere dei freni le ferisce le orecchie, la locomotiva rallenta
sempre più fino a fermarsi. Salta i due gradini ed atterra
sull’erba. Il muschio azzurrino sugli alberi illumina la radura.
“Possiamo fare di meglio.” Chiude di colpo la mano, una
linea di luce sgorga tra le dita. Si solidifica nell’asta della
lancia. Dà un colpetto per terra, la lama inizia a brillare di
luce propria. «Meglio.»
Fa un passo in avanti, rametti scricchiolano alle sue spalle. Si volta.
Due occhi gialli sono sospesi in mezzo ad una nube di denso fumo nero che la scrutano vacui.
Kaedra s’inumidisce le labbra. «Liliyan.»
La nube nera si condensa in una forma minuta, una ragazzina avvolta in
un giaccone nero sagomato sulle spalle. Alza una mano guantata, una
tazza fumante compare sul suo palmo. «Reggente.»
Kaedra fa un cenno con il capo, gira i tacchi e s’incammina nella
radura. I passi leggeri di Liliyan la seguono. «Rapporto.»
«Selene dice che si tratta di una capsula. Probabilmente non
doveva nemmeno aprirsi in questo momento.» Il sorseggiare di
Liliyan raggiunge le sue orecchie.
«Certo che non doveva aprirsi in questo momento,» ribatte secca.
«Sarà l’ultima che libererò prima di... lasciare il lavoro.»
Sente ancora la risata di Prim. Stringe la presa sulla lancia, si morde
l’interno della guancia. «Dove l’avete trovata
di preciso?»
«Nella punta della Corona, l’ingresso della stanza era
sepolto. Ostara pensava si trattasse di un animaletto
incastrato.»
Kaedra spicca un saltello per superare un dislivello. L’albero di
fronte a loro troneggia sul resto della foresta. Le sue enormi radici
spuntano dal terreno e si dipanano per la piana.
«Saprò di più direttamente da lei.»
Visto dalla sua base, l’albero di Ostara sembra in grado di
circondare il mondo intero, piccole luci colorate di qualche specie
sconosciuta a Kaedra svolazzano tra la chioma rendendo il panorama un
dipinto cangiante di luci.
Appoggia la lancia alla sua spalla. Abbassa lo sguardo su un alberello
più piccolo, vicino alla base di quello gigante. Mentre si
avvicina prende a occhio le misure, l’alberello è ad
altezza d’uomo. Appoggia la lancia sul tronco.
Un ramo si piega, la punta metallica scivola e cade a terra.
Kaedra piega le labbra in un sorriso divertito. «Ostara.»
I rametti alle estremità dell’albero diventano dita lunghe
e affusolate, i due rami si trasformano in braccia con liane legate
attorno per formare un guanto, l’edera sul tronco copre il corpo
di donna in cui si è tramutato.
Gli occhi placidi verde palude fissano Kaedra. «L’unica
cosa che voglio che si posi su di me è la pioggia proveniente
dal cielo.»
Kaedra s’inumidisce le labbra. «Capisco che i dizionari
sono di carta, ma questo linguaggio forbito da quando?»
Ostara alza un braccio, sulle sue dita si appoggia un minuscolo grifone
dalle piume ramate. «Non sei a conoscenza di quante cose siano
state scritte sui miei fratelli.»
“Inquietante.” Pensa Kaedra. «La stanza nascosta? Hai scoperto altro?»
Ostara muove le dita, il minuscolo grifone vola via. Lo guarda
raggiungere con un paio di colpi d’ala un ramo basso per poi
spiccare un salto da esso e scomparire tra le foglie. «...Risale
alla creazione della Corona, ho percepito il cambiamento di forze al
suo interno immediatamente.»
Kaedra stringe la mano sulla lancia. «Vuoi dire che sapevi che era lì? Da quanto?»
Ostara abbassa il braccio e rivolge lo sguardo verso Kaedra. «Da quando mi hai scelta, Reggente.»
Kaedra abbassa gli occhi, li stringe appena. “Inizio a pensare di
sapere troppo poco di questo luogo nonostante tutto il tempo che ci
passo.”
«Portami lì.»
«Sei certa di essere pronta per queste risposte?»
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