Tralasciando l'odore di villaggio bruciato e i lamenti degli sfollati,
quella era una ridente mattina sull'isola di Nasso. Ma invece di
divertirsi, un'anomala giovane menade, minuta e dai capelli talmente
chiari da sembrare argentei, compilava una lista dei danni cercando di
venire a capo della situazione.
-Dieci morti... tre sono stati mangiati da uno che poi si è
tuffato di testa dalla scogliera morendo... Dioniso! Com'è
potuto succedere tutto questo!?- la giovane si sfogò con la
divinità che serviva, lei stessa aveva dovuto legarlo con
catene di ametista nella speranza di farlo rinsavire.
-Beh Dawn... il capo-villaggio mi aveva chiesto di rendere sua moglie
più sciolta e disponibile...- cominciò
a spiegare la divinità fulva e dal bizzarro copricapo fatto
di foglie d'edera e acini d'uva. -Ma a quanto pare non voleva ottenerlo
attraverso l'ubriachezza, voleva un cambiamento più stabile,
duraturo e senza l'effetto collaterale del vomito, la spossatezza, il
mal di testa e blah, blah, blah...-
-Sì più serio! Per colpa del tuo operato sono
morte delle persone!- gli ricordò la ragazza.
-Ehi! Perchè pensi già che sia il responsabile?!
E poi, sinceramente... chi se ne frega? Voi umani siete esseri dalla
breve durata!- sbuffò la divinità.
-Proprio perchè abbiamo una vita breve non mi sembra il caso
di ucciderci prematuramente!-
-Infatti anziché ammazzare il capo-villaggio per la sua
critica crudele e insensata all'invenzione più geniale di
tutte, il vino! Che infatti ho inventato io che sono un genio...-
Dawn ringhiò mentre ascoltava il folle megalomane che si
vantava.
-...Visto che sono un Dio estremamente misericordioso, ho deciso di
applicarmi per capire come rendere più allegra quella donna
senza ricorrere al vino e senza andare incontro a troppi effetti
collaterali. Ci ho pensato... pensato... pensato...- la
divinità cominciò a canticchiare sotto gli occhi
esauriti di Dawn -E stranamente tutte le persone intorno a me sono
impazzite!- disse innocentemente come se credesse davvero di non essere
stato lui a farle impazzire accidentalmente a causa della sua
frustrazione. -Hanno dato fuoco al villaggio, c'era il cannibale di cui
parlavi tu... poi visto che sono misericordioso per limitare i danni ho
trasformato alcuni degli abitanti ammattiti in oche starnazzanti.-
-Ti prego, dimmi che non si tratta delle stesse oche che questa mattina
stavi arrostendo mentre deliravi!- disse angosciata la ragazza.
Il dio si voltò verso le oche allo spiedo a pochi passi da
lui. -Ops...- pronunciò innocentemente mentre ridacchiava.
-Ops un corno! Avevi promesso agli Olimpi che sceso sulla terra non
avresti ricominciato a fare il pazzo!-
-Ah... Comincio a pensare che tornare qua giù non sia stata
una buona idea!-
-Ma non sei mica stato tu, il geniale Dioniso, ad averla?- gli fece
notare la ragazza con un tono vagamente passivo aggressivo.
-Hai ragione... Allora deve esserci qualcosa di buono in questa idea!-
disse la divinità ritrovata la fiducia. Ancora legato, si
rimise in piedi con un salto. -Mi toglieresti le catene di ametista ora
che sono più calmo?- chiese con tono mellifluo.
Dawn lo guardò con aria diffidente, ma seppur con un certo
timore, alla fine lo slegò, assicurandosi che continuasse a
portare almeno il bracciale di ametista, il minerale serviva a
contrastare la follia con cui era stato maledetto dalla matrigna Era.
-Ancora non capisco perchè ti sei unita alle menadi, invece
di consacrarti ad Artemide.- disse una voce femminile alle sue spalle.
A parlare era stata Scarlett, un'altra menade. Aveva dei capelli rossi
terribilmente disordinati.
-Diciamo che avevamo un'idea di castità un po'
differente...- disse Dawn con un sorriso infastidito mentre ricordava
le avance della Dea cacciatrice.
-Beh, unirsi ad un gruppo di sacerdotesse dedite al sesso e
all'omicidio mi sembra comunque un po' drastico!- disse Dioniso
sghignazzando.
Dawn gli diede una gomitata. -Fortunatamente ormai non vi è
più permesso.- disse la giovane con un'espressione
soddisfatta, mentre Scarlett a cui mancavano i bei vecchi tempi
ringhiò. -Ed io mi sono unita al gruppo proprio per tenere
d'occhio voi e il vostro Dio.- anche se le era stato dato un compito
faticoso, Dawn era contenta di aver trovato finalmente uno scopo. Era
sempre stata un essere umano particolarmente in armonia col mondo dello
spirito ed era rimasta molto delusa quando aveva scoperto che le
entità sovrannaturali più potenti erano in
realtà degli esseri viziosi, prepotenti e crudeli.
-A proposito Scarlett...- la chiamò Dioniso. -Si
può sapere cosa avete combinato voi menadi quando
ero sull'Olimpo per mettervi nei guai? E come mai non contando Dawn che
si è unita alla banda solo ora, siete rimaste solo tu e
Zoey?-
La giovane menade dai capelli rossi sospirò e si
preparò a parlare ma ad un certo punto si interruppe. -Sono
impazzita e lo sento solo io questo suono?- disse Scarlett. Prima non
l'aveva notato a causa dei lamenti degli abitanti del villaggio, ma ora
che si erano un po' calmati, non poteva più non farci caso.
-E' il vent...- Dawn si interruppe e ascoltò meglio. -No,
è un pianto femminile... ma proviene dal lato della
spiaggia, non dal villaggio. Potrebbe essere Zoey.- ipotizzò
Dawn moderatamente preoccupata. Considerando che la menade assente
aveva una personalità sdoppiata, il fatto che piangesse non
significava per forza che le fosse successo qualcosa di grave per gli
standard di una persona normale.
-Ah... andiamo a controllare, allora.- disse Dioniso un po' scocciato.
Più il trio si avvicinava alla fonte del rumore,
più la voce risultava poco familiare. Ad un certo punto
sorpresero una ragazza dall'innaturale chioma rosso sangue, nascosta
dietro un masso a spiare un'altra giovane lontana che urlava e piangeva
rivolta verso il mare.
-Zoey, che è successo alla ragazza?- chiese Dawn sussurrando
alla ragazza spiona.
-Ieri era sbarcata una nave dalle vele nere. La ragazza è
scesa da quella nave in compagnia di un giovane uomo, ma ora per
qualche motivo è rimasta solo lei, poverina... fa
così da quando si è svegliata tutta sola...-
rispose la menade con gli occhi lucidi e un tono affranto.
-Capisco... deve essere successo qualcosa all'uomo e all'equipaggio
della nave...- disse Dawn ingenuamente.
Improvvisamente Zoey scoppiò il una risata malevola. -No!
L'amante della ragazza, ha aspettato che quella sciocchina si
addormentasse e l'ha abbandonata! Forse era stufo di un'amante tanto
appiccicosa... ci ha provato con lui in modo spudorato per tutto il
tempo mentre erano sulla spiaggia! Roba da non credere! Uno spettacolo
imbarazzantemente esilarante!-
-Che cosa terribile...- sussurrò tristemente Dawn per poi
fulminare con lo sguardo Scarlett che si era messa a ridere.
-Che tragedia...- disse Dioniso con un tono insolitamente triste. Senza
che se ne rendesse conto, i suoi piedi si erano già mossi
per avvicinarsi alla fonte di quel pianto straziante.
-Cosa?!- esclamò Dawn confusa. -C-come puoi intristirti per
questa storia dopo aver causato morte, distruzione e pazzia in quel
villaggio?-
-Boh, forse sono cambiato...- sussurrò il Dio continuando a
camminare come se fosse ipnotizzato.
-M-ma è successo solo poche ore fa! Mica secoli fa! Ehi,
dove vai?!-
-Lascia perdere Dawn. È pazzo, non ti ci sei ancora
abituata?- Zoey le pose una mano sulla spalla sorridendo docilmente.
-No, è ancora troppo ingenua e idiota!- sentenziò
Scarlett. -Io me ne vado, mi sto annoiando.-
-Ma nooo! Perchè?! Perchè?!- chiese Zoey
saltellando infantilmente. -Le scaramucce romantiche sono
così divertenti! Come puoi dire di annoiarti?!-
-Mah! L'ultima cosa che pensavo di trovare fra le menadi, erano delle
romanticone...- disse Scarlett scocciata.
Il Dio fulvo vide finalmente da vicino la figura singhiozzante china
sulla sabbia.
Non riusciva a vederla bene in volto. I lunghi, capelli folti e
scompigliati, lo nascondeva in parte, ma poteva intuire la delusione
che aveva seguito la sorpresa nel vederlo.
La ragazza si aspettava e sperava che lui fosse un'altra persona.
“Guarda che potrei anche offendermi! Non capita tutti i
giorni di vedere un dio, lo sai? Va beh, date le circostanze posso
anche perdonartelo...”
-Perchè piangi, dolce e triste ragazza piantata a Nasso?-
chiese lui con una certa dose di curiosità e un tono che
suonava inopportunamente allegro. Non era mai stato bravo a rapportarsi
in modo normale con le donne o con chiunque altro. Si sentiva quasi
impacciato quando non era ubriaco o vittima della follia, probabilmente
era per quello che ragionare sulla donna del capo-villaggio l'aveva
messo in difficoltà.
La ragazza strinse i denti, si raggomitolò e
abbassò il volto che le venne completamente coperto dai
numerosi capelli castani. La sentì deglutire poi
potè finalmente udire l'inizialmente flebile e tremolante
voce della ragazza.
-Non sono affari tuoi... Potresti anche essere un malintenzionato... ma
sono troppo stanca per pensarci seriamente quindi palesa le tue vere
intenzioni. Vedrò che risponderti, se e come reagire.-
-Uhm...- il Dio si sentiva contagiato dall'aura rassegnata della
ragazza. -Sono solo un estraneo curioso...-
-Oh no... Magari sei uno di quei maniaci che vogliono prima guadagnarsi
la fiducia della vittima...- disse la ragazza molto più
scocciata che preoccupata. Il ragazzo rise divertito da quello strano
modo di fare e la giovane gli ringhiò contro in risposta.
Dopo un po' di tentativi riuscì a farsi raccontare la
vicenda che aveva portato lì la furiosa ragazza. Vista tutta
la rabbia e disperazione che aveva, alla fine non fu poi
così difficile spingerla a sfogarsi anche senza farla
ubriacare o impazzire.
-Maledetto Duncan! Che le Furie se lo portino!- disse alla fine la
ragazza che aveva rivelato di chiamarsi Courtney, alzandosi e
gesticolando furiosamente contro il mare. -Dovessi sacrificarmi per
convincerle a vendicarmi io... io...- ricadde sulla sabbia senza
riuscire a terminare la frase, era emotivamente esausta.
La divinità la interruppe asciugandole le lacrime. La
ragazza indietreggiò diffidente. -Fidati piccola capretta.
Di sacrificarsi per la vendetta, non ne vale assolutamente la pena.-
ridacchiò l'uomo, poi con fatica cercò di
assumere un tono serio e appropriato. -Uno così è
certamente meglio perderlo che trovarlo. Prenditi il tempo che vuoi per
piangere e essere triste, ma non fare cose stupide come gettare al
vento la tua vita. Ti ci vorrebbe del vino, questo si!- propose
ritornando ad un'inappropriata allegria.
-No, grazie.- rispose lei infastidita e sospettosa. -Non mi piace e
questo non è sicuramente il momento di ubriacarsi.-
“Quale offesa! È sempre il momento di ubriacarsi!
Ho fatto impazzire gente per dichiarazioni simili, lo sai?!”
-Come ti chiami?- domandò lei.
-Scott- rispose dopo qualche secondo. Gli sembravano secoli che non
utilizzava il nome che gli avevano dato gli zii umani.
Nel mentre la ragazza tornò a guardare verso il basso,
strinse le mani sul lembo di tessuto che le copriva le cosce, strinse
talmente forte da strapparlo leggermente e fu colta da altri singhiozzi.
Scott era in difficoltà, non riuscendo a capirne i
sentimenti, non aveva la minima idea di come gestire le emozioni di
quella ragazza. -Guarda il lato positivo... E' un bene che quel
principe da strapazzo ti abbia abbandonata, così te ne sei
sbarazzata subito. Pensa un po' se per disgrazia vi sposavate sul
serio...-
-Almeno avrei potuto vendicarmi dandogli in pasto i nostri figli!-
disse Courtney a denti stretti.
Era palesemente fuori di sé e il suo stato metteva molta
nostalgia a Scott.
“Ma che bel caratterino! È proprio un peccato che
abbia dovuto abbandonare la vecchia via per poter scendere di nuovo
sulla terra...” -Signorina... guarda è sarebbe
abominio agli occhi degli dei quello...- l'avvertì scherzoso.
-Beh, Crono li mangiava! E anche Zeus... ha mangiato una compagna
incinta perchè aveva paura del figlio che avrebbe partorito,
quindi è come se avesse mangiato un figlio!-
obbiettò irritata.
-Crono era un titano...- precisò Scott
-Non è il momento di fare i precisi!- protestò
Courtney.
-Hai ragione, ma sai com'è, gli dei non vogliono che fai una
cosa, ma intanto loro la fanno... Anche l'incesto è un
tabù, eppure si sposano fra fratelli, zii e nipoti... Sai la
prima volta che sono nato, fui generato da un uomo e la figlia che esso
aveva avuto da sua sorella...-
Courtney lo guardò stranita. “Questo non sta
affatto bene! E magari in parte dice anche il vero, ma come si
può parlare con tanta leggerezza di un simile
abominio?!”
-Ehm... Carina? Tu prima parlavi di voler fare dei figli per farli
mangiare al padre... insomma...-
-Dicevo per dire...- “E davvero così facile capire
a cosa penso?” si chiese Courtney imbarazzata.
-Comunque la moglie di mio padre non prese così bene la mia
nascita.- Scott voleva continuare il suo racconto.
-E puoi biasimarla?!- esclamò Courtney sentendosi totalmente
solidale con quella donna.
Scott la guardò infastidito ma continuò
-Così visto che ero diventato il preferito di mio padre, la
mia matrigna mi diede in pasto a dei titani. Poi mi reincarnai nel
figlio che aspettava un'altra amante di mio padre e la mia matrigna la
fece uccidere con l'inganno proprio da lui! Ma fu mio padre stesso a
“partorirmi” trapiantandomi nella sua coscia...-
Courtney non capiva se il ragazzo si divertisse a raccontare cazzate
impossibili da prendere sul serio o se fosse abbastanza scemo da
credere a tutte le frottole che gli raccontava un padre poco di buono.
Ma ascoltarlo era quasi rassicurante. Quelle idiozie erano sulla buona
strada per distrarla dal suo dolore, almeno finchè Scott non
la fissò con risentimento.
-Sei ancora dalla parte della mia matrigna? Capisco il rimanerci male
per dei continui tradimenti, ma io in fondo che cosa c'entravo?!- disse
sembrando stranamente sincero.
Courtney rimase muta e senza espressione. La parte razionale capiva che
i figli non c'entravano con un marito traditore, ma la sua parte
emotiva continuava a farle capire quella donna. Forse il problema era
anche che le gesta che Scott raccontava erano troppo inverosimili
perchè lei riuscisse a empatizzare davvero con la presunta
tragedia del ragazzo.
-In realtà la mia matrigna potrebbe anche avere la mia
simpatia... in fondo per qualche strano scherzo del destino ci
somigliamo in qualche modo! Ma non posso stimare una donna
così stupida da amare un marito che la tradisce di continuo
e che ha anche un comportamento violento! In fondo non era neanche
d'accordo con lo sposare mio padre, fu un matrimonio riparatore
inseguito ad uno stupro...- pur essendo il Dio della follia, mal
sopportava quel sentimento folle della donna che non riusciva a
capire... di solito ciò che era sconosciuto lo intrigava,
non provava timore per l'idea di perdere il controllo di sé,
era qualcosa a cui era abituato e non aveva neanche nulla contro il
sentimento amoroso in sé, ma l'inspiegabile sensazione che
guidava la sua matrigna faceva eccezione.
-Come fai a dire che lo ama? Magari vuole solo non sentirsi umiliata
ulteriormente e vendicarsi di lui come può.- disse Courtney
sentendosi appesantita dal discorso che era diventato troppo
verosimile. Inoltre in un'atmosfera familiare tesa, con un marito ed
una moglie che si giocavano i peggio tiri mancini, c'era cresciuta. Sia
sua madre che suo padre erano infedeli e la donna per vendicarsi si era
rivolta ad una strega per trasformare il seme di suo marito in creature
velenose ogni volta che tradiva, uccidendo eventuali compagne.
“Sarebbe meglio assassinare direttamente i mariti
anziché prendersela con le amanti.”
pensò Courtney sentendosi terribilmente savia e ragionevole.
-Non sono solo le menadi ad essere spaventose, forse tutte le donne
sono spaventose.- disse Scott con tono capriccioso, era infastidito
dalla mancanza di un chiaro segno di solidarietà da parte di
Courtney. -Ah, tradire parenti per il primo belloccio che si
presenta... Ma Ariadne, il tuo soprannome, non vuol dire tipo,
extravergine?- disse con un ghigno.
Courtney gli tirò addosso della sabbia con fare offeso. -Ma
da che parte stai?!- chiese fortemente risentita. Scott stava per
risponderle, ma venne interrotto. -Che ne sai di come sono fatti questi
parenti? Forse fra l'essere stata abbandonata qui e lo stare con mio
padre e mio fratello, l'abbandono su un isola sconosciuta non
è così male!- non ne era poi così
sicura ma voleva crederci con tutta sé stessa. Non poteva
accettare di aver peggiorato la sua situazione per seguire un tipo come
Duncan.
-In effetti suppongo che Minosse non fosse un gran padre... e forse lo
scherzo che gli hai giocato è quello che si merita, magari
è una sorta di vendetta da parte del re Niso...
Sai, anche tuo padre vinse una guerra grazie alla figlia di un suo
nemico che si era invaghita di lui e dopo la fece pure uccidere...
sembra che lei si sia trasformata in pesce e il padre di lei in un
uccello che puntualmente cerca di ucciderla e divorarla.-
Courtney lo guardò con orrore. “E' forse questo
potrebbe accadere anche a me? Rivoltarsi contro la propria famiglia
deve essere sbagliato anche quando si tratta di assassini che
richiedono sacrifici umani?” pensò tremando.
Temendo che in qualche modo sovrannaturale, la vendetta del padre
potesse raggiungerla, cominciò a respirare affannosamente.
Vedendola in quel modo, l'ostilità svanì e Scott
si ritrovò ad accarezzarle la schiena in un tentativo di
farla calmare. La ragazza lo allontanò con delle manate
più volte, ma il ragazzo tornò ogni volta a
ripetere il gesto cercando di consolarla.
Non aveva molta esperienza di interazioni normali quindi non sapeva se
stava o meno sbagliando approccio, ma era l'unica idea che gli veniva
in mente.
“Che mi sta succedendo?” si chiese stranito.
“Che sia stato colto da un particolare tipo di follia
nonostante il bracciale di ametista ancora al mio polso?”
-Stai tranquilla, Minosse ha fatto troppi danni e attirato
troppe maledizioni su di sé perchè qualche forza
spirituale gli ubbidisca. Il suo rancore non potrà avere
alcun effetto su di te...- “Anche perchè hai la
mia protezione.” pensò piacevolmente confuso.
-Anche quel tuo fratello è stato un problema che si
è creato lui... Se tuo padre avesse mantenuto la promessa di
sacrificare il toro bianco a Poseidone, il Minotauro non sarebbe mai
nato.-
-Davvero? Quindi è nato in quel modo per una maledizione!
Non è vero che mia madre si è invaghita di un
toro!- disse speranzosa.
-E... no, in realtà è vero.- disse Scott. La
ragazza gli sembrò abbastanza delusa. -Però si
è invaghita di un toro a causa di quella maledizione e di
quella di Afrodite. Va un po' meglio così?-
-Un po'...- sussurrò lei -Ma tu come lo sai tutte queste
cose?- domandò curiosa e nuovamente sospettosa.
-Me l'ha detto lo zio Poseidone.- rispose Scott con nonchalance.
Courtney non ci fece molto caso, aveva già concluso che
Scott non avesse la testa così a posto e il suo copricapo a
base d'uva lo confermava...
“Ma suppongo non sia un cattivo ragazzo...
Spero...” forse a causa della solitudine, decise di dargli
fiducia. -Mi spiace per come sei stato trattato dalla tua matrigna, non
doveva prendersela con te... ma limitarsi ad avvelenare tuo padre.-
disse Courtney cercando di essere il più gentile che poteva.
Ma non appariva molto calorosa e probabilmente l'aver augurato un
avvelenamento al padre del ragazzo non era d'aiuto. Tutta via Scott
sorrise come se fosse sinceramente contento.
“Sembra facile da manipolare...” pensò
Courtney un po' intrigata, ma cercò di scacciare
immediatamente la sensazione. Purtroppo ciò la
riportò a pensare a Duncan. “Posso avere un po' di
tregua o no?!” -Chissà se Medea potrebbe aiutarmi
a vendicarmi di Duncan, in fondo è una strega...- disse
Courtney fra sé e sé rimuginando. -Magari se
trovassi il modo di contattarla...-
Scott tirò fuori da una tasca una pietra viola come quelle
che portava al braccio e gliela spinse contro la fronte. -Lo vuoi?
È un'ametista, aiuta a guarire la follia, con me funziona.-
disse il ragazzo sorridendo gentilmente. Si sentiva abbastanza vicino a
lei in quel momento. Era intrigato dal lato più selvaggio
che intravedeva nella giovane, ma conosceva anche le conseguenze di
coltivare un simile aspetto del proprio carattere.
-Non sono pazza...- sibilò Courtney rifiutando il dono.
-Solo arrabbiata... e desiderosa di vendetta.-
“Sì, ogni briciolo di amore che avevo per quella
odiosa creatura si è trasformata in odio! È il
modo migliore per non soffrire... N-non è vero! Non mi
piaceva neanche! Non sto soffrendo!” si grattò
nervosamente il capo... “Queste contraddizioni mi fanno
venire il dubbio di essere pazza davvero! Che l'illusione di sentimento
e agitazione che provavo al cospetto di Duncan fossero un tiro mancino
di Afrodite?” creare quella scusa la rassicurava un po'.
Vedendola turbata, Scott le porse nuovamente l'ametista.
-Ho detto di no!-
-Beh, se non lo vuoi che ne pensi di scordare il tuo dolore e
partecipare ai miei riti?- domandò esaltato, la ragazza
sembrava confusa. -Col tuo temperamento saresti una Menade perfetta!
Anche se purtroppo gli omicidi sono diventati vietati... ma va beh,
forse per gli schiavi si può ancora fare un'eccezione! Ma
non ne sono sicuro non mi sono informato bene...- con tono giocoso
Scott cominciò quello che alle orecchie della principessa di
Creta sembrava un delirio.
La ragazza sgranò gli occhi e in un attimo
afferrò un sasso. Glielo tirò in testa,
scattò in piedi e corse via.
Vide una persona in lontananza. -A-aiuto!- gridò sperando
che non appartenesse anche lui al culto di Dioniso. Ma quello che si
trovò davanti fu nuovamente Scott. -Com'è
possibile?!- era esasperata. -Lontano da me, sacerdote di Dioniso!-
gridò gesticolando nel tentativo di apparire minacciosa.
I grappoli d'uva caddero dalla testa di Scott rivelando delle
escrescenze ossee sul capo del fulvo... delle corna. -Ah! Un satiro!-
esclamò Courtney allarmata.
-Eh? Satiro?- Scott un po' offeso si indicò i piedi, erano
normali.
“Sarei stata completamente pazza a non rendermi conto di
degli zoccoli se li avesse avuti...” pensò
biasimandosi. La ragazza incominciò a capire. -Ah! Sei
Dioniso!-
Il dio applaudì. -Brava! Ma puoi continuare a chiamarmi
Scott. Ansi, mi piacerebbe che facessi così.-
-Ma gli dei non ti aveva accolto tra loro pur di impedirti di decimare
la popolazione uccidendo tutti quelli che non volevano partecipare ai
tuoi culti? Estia se n'è pure andata per farti posto!-
-Al mare potrò pure andarci! Inoltre sull'Olimpo mi annoiavo
abbastanza... Infatti Estia se n'è andata proprio per questo
secondo me... Oppure era troppo calma e pacifica per stare in mezzo a
quel casino. Lo so, detto da me fa un po' ridere!-
-Beh, almeno nonostante tu sia un Dio non mi hai ancora aggredita...-
disse la ragazza mantenendo alta la guardia.
-Eh, andiamo! Non va sempre... ok, diciamo che gli dei non si lasciano
dire di no facilmente e il mio paparino ne è un esempio...-
-Davvero una bella epoca questa in cui vivere...- commentò
rassegnata la ragazza. -Sto cominciando a pensare che l'idea di scalare
l'Olimpo per buttare giù le divinità non fosse
poi così infantile.- sospirò.
-Ah, ah... adoro la tua idea, dico davvero!- disse Scott con
ammirazione. “Mi piacciono le cause perse...” si
strofinò il bracciale d'ametista sperando che potesse
dissuaderlo dall'avere pessime idee. -Ma non è
realizzabile...- le disse suo malgrado.
-Beh, forse con l'aiuto di un Dio...- suggerì la ragazza
sorridendogli per la prima volta e toccandogli il viso in un goffo
tentativo di seduzione.
-N-no!- Scott deglutì e indietreggiò. -Io ormai
sono fuori da giochi...- disse combattendo la tentazione. -Conosco la
mia reputazione, ma... non sono neanche stato io a scegliere di essere
folle! Sono stato maledetto da una donna che mi ha perseguitato fin
dalla nascita!- si mostrò agitato. Era insolito per lui, ma
voleva davvero una vita tranquilla ora che era più lucido.
Forse era follia, ma voleva provarci. -Sono... sono anche pronto ad
accasarmi, sai?- disse sorridendole nervosamente. Scott si
chinò per raccogliere la ghirlanda di uva ed edera che gli
era caduta dal capo poco prima, essa cominciò a brillare e
divenne d'oro.
Il ragazzo posò la ghirlanda sulla testa di Courtney nervosa
e imbarazzata quanto lui. “Questo atteggiamento non
è degno del Dio della follia, ma è tutto molto
più difficile da sobri!” si lamentò
Scott.
-Cosa hai detto, scusa?- chiese Courtney indietreggiando.
-Ops... ho parlato ad alta voce. Pazienza! Se lo vuoi, puoi diventerai
mia moglie. Sei stata abbastanza folle da farti promettere il
matrimonio da un uomo sconosciuto, quindi perchè non
rifarlo?- domandò con un sorriso nervoso.
-G-già! Dopo tutto è andata così bene
la prima volta!- disse con una risata isterica.
Nonostante tutto, per un attimo Courtney si sentì presa
dall'ebrezza ed ebbe la tentazione di rispondere di sì.
“Deve per forza essere l'effetto collaterale dello stare
troppo a contatto con questo tizio!” si disse cercando di
tornare in sé. “O forse è il mio corpo
che mi sta tradendo di nuovo!” ripensò allo stato
d'agitazione che l'aveva perseguitata ogni volta che si trovava nelle
vicinanze di Duncan da quando l'aveva visto. Sua sorella aveva
identificato il fenomeno come attrazione.
-Eh... perchè sembra che tu debba cominciare a piangere o
urlare da un momento all'altro?- le chiese Scott confuso.
“Voglio bere! Sono confuso... Piacevolmente confuso? Non ne
ho idea!” Scott smise di vagare nella sua testa e
ritornò a concentrarsi sulla ragazza che gli sembrava
diventata una statua di ghiaccio. Le agitò una mano davanti.
-Ooooh! Sveglia!-
-Ci sono, ci sono!- ripetè innervosita. Poi
sospirò e tentò di essere o fingersi razionale.
-La tua offerta... è una buona offerta...- trovava quasi
piacevole il sorriso innocentemente esaltato che si stava formando sul
viso della divinità mentre gli parlava. Ma ricordando di
aver provato una sensazione simile con Duncan si spaventò.
-Ma vorrei più tempo per pensare alla risposta per favore!-
disse tutto d'un fiato con un'espressione agitata.
-Uhm... ok...-
Dawn aveva aiutato come poteva gli abitanti vittima della follia di
Dioniso. Aveva cercato i dispersi , curato i feriti e aiutato a
seppellire i morti. La ragazza era esausta. Si era dovuta distendere
sul terreno della foresta in cui lei, Zoey e Scarlett si erano
accampate.
-Ma perchè la vita umana vale così poco agli
occhi degli dei?- si chiese la ragazza tra sé e
sé.
-E' inutile avvilirsi su qualcosa su cui non abbiamo alcun potere.
Possiamo solo goderci la vita finchè abbiamo tempo.- disse
Zoey chinandosi vicino a lei. Era stata così preoccupata per
l'amica da aver abbandonato lo spionaggio ai danni di Dioniso e la
sconosciuta. -Io non posso farci nulla per la mia doppia
personalità, ma ho imparato a conviverci.- la rossa lo disse
cercando di sorridere alla biondina nel modo più
rassicurante possibile. Dawn provò a sorriderle a sua volta.
-Tutto questo sentimentalismo mi farà rovesciare.-
commentò Scarlett.
-Magari cominciare a smettere di reprimere i tuoi sentimenti ti farebbe
bene, invece.- disse Zoey pacificamente.
-Meh!-
-Ragazze!- le chiamò una voce maschile da loro ben
conosciuta. Dawn tirò su la schiena e vide Dioniso che
tornava da loro portandosi dietro la ragazza della spiaggia. Nulla di
così strano o preoccupante almeno finchè la
divinità non presentò loro, quella che a detta
sua era la principessa di Creta, come sua futura sposa.
Davanti all'ennesima scemenza del suo Dio, mentre Zoey con entusiasmo
si congratulava, Dawn si colpì da sola la fronte col palmo
della mano. “Aspetta... magari non è
così male... Dioniso per compiacerla potrebbe finalmente
mettere la testa a posto... no? N-no? Ma chi voglio ingannare?! Se gli
piace deve essere una pazza anche lei!”
Precisazioni sulla mitologia:
-Inizialmente Zeus si era unito ad un'altra divinità, Meti.
Ma quando la Dea fu incinta gli venne predetto che il figlio lo avrebbe
detronizzato così Zeus la mangiò (tale padre,
tale figlio, questa simpatica abitudine di mangiare i figli per non
essere spodestato l'aveva anche Crono) In seguito Zeus ebbe un mal di
testa talmente lancinante da ordinare ad Efesto, Dio fabbro, di
spaccargli la testa con un colpo d'ascia e dalla ferita ne
uscì fuori Atena, già adulta e armata di tutto
punto.
-Secondo il mito più classico, Dioniso sarebbe il figlio
avuto da Zeus dalla principessa Semele.
Quando questa era incinta, Era per vendicarsi assunse l'aspetto della
nutrice della giovane e giocando sulla sua insicurezza sulla
serietà dell'amato la spinse a chiedere all'amante di cui
non sapeva la reale identità di mostrarsi a lei col suo vero
aspetto.
Non solo in quella greca, ma in diverse mitologie vedere il vero
aspetto di un essere divino porterebbe alla morte.
La ragazza quando Zeus andò da lei si rifiutò di
giacere con lui se non le avesse mostrato il suo vero aspetto, il
risultato prevedibilmente fu la morte. Allora Zeus estrasse dalla donna
il feto(?) Dioniso e se lo impiantò nella coscia per poi
“partorirlo” a tempo debito.
-Secondo il mito orfico invece Dioniso oltre ad essere il figlio di
Zeus e Semele sarebbe la reincarnazione di un figlio di Zeus avuto
precedentemente dalla figlia Persefone, Zagreo.
Angolo dell'autrice:
Avevo detto che questa storia avrebbe avuto solo tre capitoli... Avevo
mentito! In realtà non proprio...
E' che inizialmente la storia doveva essere molto più
aderente al mito, poi ho dovuto smussare alcune parti per evitare
alcune situazioni grottesche (anche se alla fine il grottesco
c'è comunque...) in seguito ho deciso di distanziarmi ancora
di più perchè con le tempistiche del mito
originale la storia non funziona dal mio punto di vista e
perchè ho capito un po' meglio cosa voglio da una storia
ispirata alla mitologia...
Quindi questa storia ora avrà un numero ancora non
identificato di capitoli (ma dovrebbe essere comunque breve)
Questa è la terza volta che decido di scrivere una storia
tutta in una volta invece di pubblicarla man mano... ed è la
terza volta che mi va male! Anche questa volta ho avuto degli
imprevisti particolarmente demoralizzanti che mi hanno interrotta
mentre cercavo di concentrarmi sul finire la storia e ho capito che per
me è meno pesante avere un'idea di come deve andare la
storia e pubblicare man mano, anziché cercare di prepararla
tutta prima.
Mi scuso per questo incredibile ritardo nell'aggiornamento della
storia, mi manca il finale ma molti capitoli li ho già
scritti, devo ricontrollarli e pubblicarli gradualmente. Alcune parti
le ho scritte mentre ero febbricitante per il covid e sono
contemporaneamente curiosa e spaventata dallo scoprire cosa ho scritto
e in che forma l'ho scritto visto che la combinazione fra febbre e
dislessia potrebbe aver dato risultati abbastanza tragicomici per me
che dovrò ricontrollare i capitoli o_O
Non sono una fan delle personalità multiple dei personaggi
della vendetta dell'isola, ma ho pensato che in queste circostanze, una
Zoey sdoppiata ci stesse. Per quanto riguarda Scott ho cercato di
mischiare le caratteristiche del personaggio al ruolo di Dio della
follia con la sua backstory. In realtà mi piace il
risultato, ma probabilmente è abbastanza estraniante
rispetto allo Scott della vendetta dell'isola e a quello di All Stars
(che è quello che ho preso più in considerazione
visto che è lui ad avere una relazione con Courtney)
In ogni caso, spero tanto che questo aggiornamento possa piacervi e mi
scuso ancora per il ritardo.
Avere un vostro parere mi fa molto piacere anche se ultimamente per
vari motivi ho risposto con parecchia lentezza alle recensioni... mi
scuso anche per questo...
E alla prossima!
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