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Autore: Anown    31/05/2022    1 recensioni
Duncan, il giovane principe di Atene si stava dirigendo a Creta con i fanciulli scelti come sacrifici per una missione.
La storia è una sorta di parodia del mito di Arianna.
Coppie: Gwen/Duncan-Duncan/Courtney Courtney/Scott
Accenni: Gwen/Trent Leshawna/Harold (non sono sicura di classificarli come coppia in senso romantico in questa storia... ma in realtà a causa del contesto potrei avere dubbi su tutte le coppie... uhm...)
Personaggi: Courtney, Duncan, Harold, Leshawna, Scott, Dawn, Gwen, Heather
Personaggi più secondari: DJ, Ellody, Kitty, Emma, Zoey, Scarlet
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, LeShawna, Scott | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Tralasciando l'odore di villaggio bruciato e i lamenti degli sfollati, quella era una ridente mattina sull'isola di Nasso. Ma invece di divertirsi, un'anomala giovane menade, minuta e dai capelli talmente chiari da sembrare argentei, compilava una lista dei danni cercando di venire a capo della situazione.
-Dieci morti... tre sono stati mangiati da uno che poi si è tuffato di testa dalla scogliera morendo... Dioniso! Com'è potuto succedere tutto questo!?- la giovane si sfogò con la divinità che serviva, lei stessa aveva dovuto legarlo con catene di ametista nella speranza di farlo rinsavire.
-Beh Dawn... il capo-villaggio mi aveva chiesto di rendere sua moglie più sciolta e disponibile...-  cominciò a spiegare la divinità fulva e dal bizzarro copricapo fatto di foglie d'edera e acini d'uva. -Ma a quanto pare non voleva ottenerlo attraverso l'ubriachezza, voleva un cambiamento più stabile, duraturo e senza l'effetto collaterale del vomito, la spossatezza, il mal di testa e blah, blah, blah...-
-Sì più serio! Per colpa del tuo operato sono morte delle persone!- gli ricordò la ragazza.
-Ehi! Perchè pensi già che sia il responsabile?! E poi, sinceramente... chi se ne frega? Voi umani siete esseri dalla breve durata!- sbuffò la divinità.
-Proprio perchè abbiamo una vita breve non mi sembra il caso di ucciderci prematuramente!-
-Infatti anziché ammazzare il capo-villaggio per la sua critica crudele e insensata all'invenzione più geniale di tutte, il vino! Che infatti ho inventato io che sono un genio...-
Dawn ringhiò mentre ascoltava il folle megalomane che si vantava.
-...Visto che sono un Dio estremamente misericordioso, ho deciso di applicarmi per capire come rendere più allegra quella donna senza ricorrere al vino e senza andare incontro a troppi effetti collaterali. Ci ho pensato... pensato... pensato...- la divinità cominciò a canticchiare sotto gli occhi esauriti di Dawn -E stranamente tutte le persone intorno a me sono impazzite!- disse innocentemente come se credesse davvero di non essere stato lui a farle impazzire accidentalmente a causa della sua frustrazione. -Hanno dato fuoco al villaggio, c'era il cannibale di cui parlavi tu... poi visto che sono misericordioso per limitare i danni ho trasformato alcuni degli abitanti ammattiti in oche starnazzanti.-
-Ti prego, dimmi che non si tratta delle stesse oche che questa mattina stavi arrostendo mentre deliravi!- disse angosciata la ragazza.
Il dio si voltò verso le oche allo spiedo a pochi passi da lui. -Ops...- pronunciò innocentemente mentre ridacchiava.
-Ops un corno! Avevi promesso agli Olimpi che sceso sulla terra non avresti ricominciato a fare il pazzo!-
-Ah... Comincio a pensare che tornare qua giù non sia stata una buona idea!-
-Ma non sei mica stato tu, il geniale Dioniso, ad averla?- gli fece notare la ragazza con un tono vagamente passivo aggressivo.
-Hai ragione... Allora deve esserci qualcosa di buono in questa idea!- disse la divinità ritrovata la fiducia. Ancora legato, si rimise in piedi con un salto. -Mi toglieresti le catene di ametista ora che sono più calmo?- chiese con tono mellifluo.
Dawn lo guardò con aria diffidente, ma seppur con un certo timore, alla fine lo slegò, assicurandosi che continuasse a portare almeno il bracciale di ametista, il minerale serviva a contrastare la follia con cui era stato maledetto dalla matrigna Era.
-Ancora non capisco perchè ti sei unita alle menadi, invece di consacrarti ad Artemide.- disse una voce femminile alle sue spalle. A parlare era stata Scarlett, un'altra menade. Aveva dei capelli rossi terribilmente disordinati.
-Diciamo che avevamo un'idea di castità un po' differente...- disse Dawn con un sorriso infastidito mentre ricordava le avance della Dea cacciatrice.
-Beh, unirsi ad un gruppo di sacerdotesse dedite al sesso e all'omicidio mi sembra comunque un po' drastico!- disse Dioniso sghignazzando.
Dawn gli diede una gomitata. -Fortunatamente ormai non vi è più permesso.- disse la giovane con un'espressione soddisfatta, mentre Scarlett a cui mancavano i bei vecchi tempi ringhiò. -Ed io mi sono unita al gruppo proprio per tenere d'occhio voi e il vostro Dio.- anche se le era stato dato un compito faticoso, Dawn era contenta di aver trovato finalmente uno scopo. Era sempre stata un essere umano particolarmente in armonia col mondo dello spirito ed era rimasta molto delusa quando aveva scoperto che le entità sovrannaturali più potenti erano in realtà degli esseri viziosi, prepotenti e crudeli.
-A proposito Scarlett...- la chiamò Dioniso. -Si può sapere cosa avete combinato voi menadi quando  ero sull'Olimpo per mettervi nei guai? E come mai non contando Dawn che si è unita alla banda solo ora, siete rimaste solo tu e Zoey?-
La giovane menade dai capelli rossi  sospirò e si preparò a parlare ma ad un certo punto si interruppe. -Sono impazzita e lo sento solo io questo suono?- disse Scarlett. Prima non l'aveva notato a causa dei lamenti degli abitanti del villaggio, ma ora che si erano un po' calmati, non poteva più non farci caso.
-E' il vent...- Dawn si interruppe e ascoltò meglio. -No, è un pianto femminile... ma proviene dal lato della spiaggia, non dal villaggio. Potrebbe essere Zoey.- ipotizzò Dawn moderatamente preoccupata. Considerando che la menade assente aveva una personalità sdoppiata, il fatto che piangesse non significava per forza che le fosse successo qualcosa di grave per gli standard di una persona normale.
-Ah... andiamo a controllare, allora.- disse Dioniso un po' scocciato.
Più il trio si avvicinava alla fonte del rumore, più la voce risultava poco familiare. Ad un certo punto sorpresero una ragazza dall'innaturale chioma rosso sangue, nascosta dietro un masso a spiare un'altra giovane lontana che urlava e piangeva rivolta verso il mare.
-Zoey, che è successo alla ragazza?- chiese Dawn sussurrando alla ragazza spiona.
-Ieri era sbarcata una nave dalle vele nere. La ragazza è scesa da quella nave in compagnia di un giovane uomo, ma ora per qualche motivo è rimasta solo lei, poverina... fa così da quando si è svegliata tutta sola...- rispose la menade con gli occhi lucidi e un tono affranto.
-Capisco... deve essere successo qualcosa all'uomo e all'equipaggio della nave...- disse Dawn ingenuamente.
Improvvisamente Zoey scoppiò il una risata malevola. -No! L'amante della ragazza, ha aspettato che quella sciocchina si addormentasse e l'ha abbandonata! Forse era stufo di un'amante tanto appiccicosa... ci ha provato con lui in modo spudorato per tutto il tempo mentre erano sulla spiaggia! Roba da non credere! Uno spettacolo imbarazzantemente esilarante!-
-Che cosa terribile...- sussurrò tristemente Dawn per poi fulminare con lo sguardo Scarlett che si era messa a ridere.
-Che tragedia...- disse Dioniso con un tono insolitamente triste. Senza che se ne rendesse conto, i suoi piedi si erano già mossi per avvicinarsi alla fonte di quel pianto straziante.
-Cosa?!- esclamò Dawn confusa. -C-come puoi intristirti per questa storia dopo aver causato morte, distruzione e pazzia in quel villaggio?-
-Boh, forse sono cambiato...- sussurrò il Dio continuando a camminare come se fosse ipnotizzato.
-M-ma è successo solo poche ore fa! Mica secoli fa! Ehi, dove vai?!-
-Lascia perdere Dawn. È pazzo, non ti ci sei ancora abituata?- Zoey le pose una mano sulla spalla sorridendo docilmente.
-No, è ancora troppo ingenua e idiota!- sentenziò Scarlett. -Io me ne vado, mi sto annoiando.-
-Ma nooo! Perchè?! Perchè?!- chiese Zoey saltellando infantilmente. -Le scaramucce romantiche sono così divertenti! Come puoi dire di annoiarti?!-
-Mah! L'ultima cosa che pensavo di trovare fra le menadi, erano delle romanticone...- disse Scarlett scocciata.

Il Dio fulvo vide finalmente da vicino la figura singhiozzante china sulla sabbia.
Non riusciva a vederla bene in volto. I lunghi, capelli folti e scompigliati, lo nascondeva in parte, ma poteva intuire la delusione che aveva seguito la sorpresa nel vederlo.
La ragazza si aspettava e sperava che lui fosse un'altra persona. “Guarda che potrei anche offendermi! Non capita tutti i giorni di vedere un dio, lo sai? Va beh, date le circostanze posso anche perdonartelo...”
-Perchè piangi, dolce e triste ragazza piantata a Nasso?- chiese lui con una certa dose di curiosità e un tono che suonava inopportunamente allegro. Non era mai stato bravo a rapportarsi in modo normale con le donne o con chiunque altro. Si sentiva quasi impacciato quando non era ubriaco o vittima della follia, probabilmente era per quello che ragionare sulla donna del capo-villaggio l'aveva messo in difficoltà.
La ragazza strinse i denti, si raggomitolò e abbassò il volto che le venne completamente coperto dai numerosi capelli castani. La sentì deglutire poi potè finalmente udire l'inizialmente flebile e tremolante voce della ragazza.
-Non sono affari tuoi... Potresti anche essere un malintenzionato... ma sono troppo stanca per pensarci seriamente quindi palesa le tue vere intenzioni. Vedrò che risponderti, se e come reagire.-
-Uhm...- il Dio si sentiva contagiato dall'aura rassegnata della ragazza. -Sono solo un estraneo curioso...-
-Oh no... Magari sei uno di quei maniaci che vogliono prima guadagnarsi la fiducia della vittima...- disse la ragazza molto più scocciata che preoccupata. Il ragazzo rise divertito da quello strano modo di fare e la giovane gli ringhiò contro in risposta.
Dopo un po' di tentativi riuscì a farsi raccontare la vicenda che aveva portato lì la furiosa ragazza. Vista tutta la rabbia e disperazione che aveva, alla fine non fu poi così difficile spingerla a sfogarsi anche senza farla ubriacare o impazzire.
-Maledetto Duncan! Che le Furie se lo portino!- disse alla fine la ragazza che aveva rivelato di chiamarsi Courtney, alzandosi e gesticolando furiosamente contro il mare. -Dovessi sacrificarmi per convincerle a vendicarmi io... io...- ricadde sulla sabbia senza riuscire a terminare la frase, era emotivamente esausta.
La divinità la interruppe asciugandole le lacrime. La ragazza indietreggiò diffidente. -Fidati piccola capretta. Di sacrificarsi per la vendetta, non ne vale assolutamente la pena.- ridacchiò l'uomo, poi con fatica cercò di assumere un tono serio e appropriato. -Uno così è certamente meglio perderlo che trovarlo. Prenditi il tempo che vuoi per piangere e essere triste, ma non fare cose stupide come gettare al vento la tua vita. Ti ci vorrebbe del vino, questo si!- propose ritornando ad un'inappropriata allegria.
-No, grazie.- rispose lei infastidita e sospettosa. -Non mi piace e questo non è sicuramente il momento di ubriacarsi.-
“Quale offesa! È sempre il momento di ubriacarsi! Ho fatto impazzire gente per dichiarazioni simili, lo sai?!”
-Come ti chiami?- domandò lei.
-Scott- rispose dopo qualche secondo. Gli sembravano secoli che non utilizzava il nome che gli avevano dato gli zii umani.
Nel mentre la ragazza tornò a guardare verso il basso, strinse le mani sul lembo di tessuto che le copriva le cosce, strinse talmente forte da strapparlo leggermente e fu colta da altri singhiozzi.
Scott era in difficoltà, non riuscendo a capirne i sentimenti, non aveva la minima idea di come gestire le emozioni di quella ragazza. -Guarda il lato positivo... E' un bene che quel principe da strapazzo ti abbia abbandonata, così te ne sei sbarazzata subito. Pensa un po' se per disgrazia vi sposavate sul serio...-
-Almeno avrei potuto vendicarmi dandogli in pasto i nostri figli!- disse Courtney a denti stretti.
Era palesemente fuori di sé e il suo stato metteva molta nostalgia a Scott.
“Ma che bel caratterino! È proprio un peccato che abbia dovuto abbandonare la vecchia via per poter scendere di nuovo sulla terra...” -Signorina... guarda è sarebbe abominio agli occhi degli dei quello...- l'avvertì scherzoso.
-Beh, Crono li mangiava! E anche Zeus... ha mangiato una compagna incinta perchè aveva paura del figlio che avrebbe partorito, quindi è come se avesse mangiato un figlio!- obbiettò irritata.
-Crono era un titano...- precisò Scott
-Non è il momento di fare i precisi!- protestò Courtney.
-Hai ragione, ma sai com'è, gli dei non vogliono che fai una cosa, ma intanto loro la fanno... Anche l'incesto è un tabù, eppure si sposano fra fratelli, zii e nipoti... Sai la prima volta che sono nato, fui generato da un uomo e la figlia che esso aveva avuto da sua sorella...-
Courtney lo guardò stranita. “Questo non sta affatto bene! E magari in parte dice anche il vero, ma come si può parlare con tanta leggerezza di un simile abominio?!”
-Ehm... Carina? Tu prima parlavi di voler fare dei figli per farli mangiare al padre... insomma...-
-Dicevo per dire...- “E davvero così facile capire a cosa penso?” si chiese Courtney imbarazzata.
-Comunque la moglie di mio padre non prese così bene la mia nascita.- Scott voleva continuare il suo racconto.
-E puoi biasimarla?!- esclamò Courtney sentendosi totalmente solidale con quella donna.
Scott la guardò infastidito ma continuò -Così visto che ero diventato il preferito di mio padre, la mia matrigna mi diede in pasto a dei titani. Poi mi reincarnai nel figlio che aspettava un'altra amante di mio padre e la mia matrigna la fece uccidere con l'inganno proprio da lui! Ma fu mio padre stesso a “partorirmi” trapiantandomi nella sua coscia...-
Courtney non capiva se il ragazzo si divertisse a raccontare cazzate impossibili da prendere sul serio o se fosse abbastanza scemo da credere a tutte le frottole che gli raccontava un padre poco di buono. Ma ascoltarlo era quasi rassicurante. Quelle idiozie erano sulla buona strada per distrarla dal suo dolore, almeno finchè Scott non la fissò con risentimento.
-Sei ancora dalla parte della mia matrigna? Capisco il rimanerci male per dei continui tradimenti, ma io in fondo che cosa c'entravo?!- disse sembrando stranamente sincero.
Courtney rimase muta e senza espressione. La parte razionale capiva che i figli non c'entravano con un marito traditore, ma la sua parte emotiva continuava a farle capire quella donna. Forse il problema era anche che le gesta che Scott raccontava erano troppo inverosimili perchè lei riuscisse a empatizzare davvero con la presunta tragedia del ragazzo.
-In realtà la mia matrigna potrebbe anche avere la mia simpatia... in fondo per qualche strano scherzo del destino ci somigliamo in qualche modo! Ma non posso stimare una donna così stupida da amare un marito che la tradisce di continuo e che ha anche un comportamento violento! In fondo non era neanche d'accordo con lo sposare mio padre, fu un matrimonio riparatore inseguito ad uno stupro...- pur essendo il Dio della follia, mal sopportava quel sentimento folle della donna che non riusciva a capire... di solito ciò che era sconosciuto lo intrigava, non provava timore per l'idea di perdere il controllo di sé, era qualcosa a cui era abituato e non aveva neanche nulla contro il sentimento amoroso in sé, ma l'inspiegabile sensazione che guidava la sua matrigna faceva eccezione.
-Come fai a dire che lo ama? Magari vuole solo non sentirsi umiliata ulteriormente e vendicarsi di lui come può.- disse Courtney sentendosi appesantita dal discorso che era diventato troppo verosimile. Inoltre in un'atmosfera familiare tesa, con un marito ed una moglie che si giocavano i peggio tiri mancini, c'era cresciuta. Sia sua madre che suo padre erano infedeli e la donna per vendicarsi si era rivolta ad una strega per trasformare il seme di suo marito in creature velenose ogni volta che tradiva, uccidendo eventuali compagne.
“Sarebbe meglio assassinare direttamente i mariti anziché prendersela con le amanti.” pensò Courtney sentendosi terribilmente savia e ragionevole.
-Non sono solo le menadi ad essere spaventose, forse tutte le donne sono spaventose.- disse Scott con tono capriccioso, era infastidito dalla mancanza di un chiaro segno di solidarietà da parte di Courtney. -Ah, tradire parenti per il primo belloccio che si presenta... Ma Ariadne, il tuo soprannome, non vuol dire tipo, extravergine?- disse con un ghigno.
Courtney gli tirò addosso della sabbia con fare offeso. -Ma da che parte stai?!- chiese fortemente risentita. Scott stava per risponderle, ma venne interrotto. -Che ne sai di come sono fatti questi parenti? Forse fra l'essere stata abbandonata qui e lo stare con mio padre e mio fratello, l'abbandono su un isola sconosciuta non è così male!- non ne era poi così sicura ma voleva crederci con tutta sé stessa. Non poteva accettare di aver peggiorato la sua situazione per seguire un tipo come Duncan.
-In effetti suppongo che Minosse non fosse un gran padre... e forse lo scherzo che gli hai giocato è quello che si merita, magari è una sorta di vendetta da parte del re Niso...
Sai, anche tuo padre vinse una guerra grazie alla figlia di un suo nemico che si era invaghita di lui e dopo la fece pure uccidere... sembra che lei si sia trasformata in pesce e il padre di lei in un uccello che puntualmente cerca di ucciderla e divorarla.-
Courtney lo guardò con orrore. “E' forse questo potrebbe accadere anche a me? Rivoltarsi contro la propria famiglia deve essere sbagliato anche quando si tratta di assassini che richiedono sacrifici umani?” pensò tremando. Temendo che in qualche modo sovrannaturale, la vendetta del padre potesse raggiungerla, cominciò a respirare affannosamente.
Vedendola in quel modo, l'ostilità svanì e Scott si ritrovò ad accarezzarle la schiena in un tentativo di farla calmare. La ragazza lo allontanò con delle manate più volte, ma il ragazzo tornò ogni volta a ripetere il gesto cercando di consolarla.
Non aveva molta esperienza di interazioni normali quindi non sapeva se stava o meno sbagliando approccio, ma era l'unica idea che gli veniva in mente.
“Che mi sta succedendo?” si chiese stranito. “Che sia stato colto da un particolare tipo di follia nonostante il bracciale di ametista ancora al mio polso?”
-Stai tranquilla, Minosse ha fatto troppi danni  e attirato troppe maledizioni su di sé perchè qualche forza spirituale gli ubbidisca. Il suo rancore non potrà avere alcun effetto su di te...- “Anche perchè hai la mia protezione.” pensò piacevolmente confuso. -Anche quel tuo fratello è stato un problema che si è creato lui... Se tuo padre avesse mantenuto la promessa di sacrificare il toro bianco a Poseidone, il Minotauro non sarebbe mai nato.-
-Davvero? Quindi è nato in quel modo per una maledizione! Non è vero che mia madre si è invaghita di un toro!- disse speranzosa.
-E... no, in realtà è vero.- disse Scott. La ragazza gli sembrò abbastanza delusa. -Però si è invaghita di un toro a causa di quella maledizione e di quella di Afrodite. Va un po' meglio così?-
-Un po'...- sussurrò lei -Ma tu come lo sai tutte queste cose?- domandò curiosa e nuovamente sospettosa.
-Me l'ha detto lo zio Poseidone.- rispose Scott con nonchalance. Courtney non ci fece molto caso, aveva già concluso che Scott non avesse la testa così a posto e il suo copricapo a base d'uva lo confermava...
“Ma suppongo non sia un cattivo ragazzo... Spero...” forse a causa della solitudine, decise di dargli fiducia. -Mi spiace per come sei stato trattato dalla tua matrigna, non doveva prendersela con te... ma limitarsi ad avvelenare tuo padre.- disse Courtney cercando di essere il più gentile che poteva. Ma non appariva molto calorosa e probabilmente l'aver augurato un avvelenamento al padre del ragazzo non era d'aiuto. Tutta via Scott sorrise come se fosse sinceramente contento.
“Sembra facile da manipolare...” pensò Courtney un po' intrigata, ma cercò di scacciare immediatamente la sensazione. Purtroppo ciò la riportò a pensare a Duncan. “Posso avere un po' di tregua o no?!” -Chissà se Medea potrebbe aiutarmi a vendicarmi di Duncan, in fondo è una strega...- disse Courtney fra sé e sé rimuginando. -Magari se trovassi il modo di contattarla...-
Scott tirò fuori da una tasca una pietra viola come quelle che portava al braccio e gliela spinse contro la fronte. -Lo vuoi? È un'ametista, aiuta a guarire la follia, con me funziona.- disse il ragazzo sorridendo gentilmente. Si sentiva abbastanza vicino a lei in quel momento. Era intrigato dal lato più selvaggio che intravedeva nella giovane, ma conosceva anche le conseguenze di coltivare un simile aspetto del proprio carattere.
-Non sono pazza...- sibilò Courtney rifiutando il dono. -Solo arrabbiata... e desiderosa di vendetta.- “Sì, ogni briciolo di amore che avevo per quella odiosa creatura si è trasformata in odio! È il modo migliore per non soffrire... N-non è vero! Non mi piaceva neanche! Non sto soffrendo!” si grattò nervosamente il capo... “Queste contraddizioni mi fanno venire il dubbio di essere pazza davvero! Che l'illusione di sentimento e agitazione che provavo al cospetto di Duncan fossero un tiro mancino di Afrodite?” creare quella scusa la rassicurava un po'.
Vedendola turbata, Scott le porse nuovamente l'ametista.
-Ho detto di no!-
-Beh, se non lo vuoi che ne pensi di scordare il tuo dolore e partecipare ai miei riti?- domandò esaltato, la ragazza sembrava confusa. -Col tuo temperamento saresti una Menade perfetta! Anche se purtroppo gli omicidi sono diventati vietati... ma va beh, forse per gli schiavi si può ancora fare un'eccezione! Ma non ne sono sicuro non mi sono informato bene...- con tono giocoso Scott cominciò quello che alle orecchie della principessa di Creta sembrava un delirio.
La ragazza sgranò gli occhi e in un attimo afferrò un sasso. Glielo tirò in testa, scattò in piedi e corse via.
Vide una persona in lontananza. -A-aiuto!- gridò sperando che non appartenesse anche lui al culto di Dioniso. Ma quello che si trovò davanti fu nuovamente Scott. -Com'è possibile?!- era esasperata. -Lontano da me, sacerdote di Dioniso!- gridò gesticolando nel tentativo di apparire minacciosa.
I grappoli d'uva caddero dalla testa di Scott rivelando delle escrescenze ossee sul capo del fulvo... delle corna. -Ah! Un satiro!- esclamò Courtney allarmata.
-Eh? Satiro?- Scott un po' offeso si indicò i piedi, erano normali.
“Sarei stata completamente pazza a non rendermi conto di degli zoccoli se li avesse avuti...” pensò biasimandosi. La ragazza incominciò a capire. -Ah! Sei Dioniso!-
Il dio applaudì. -Brava! Ma puoi continuare a chiamarmi Scott. Ansi, mi piacerebbe che facessi così.-
-Ma gli dei non ti aveva accolto tra loro pur di impedirti di decimare la popolazione uccidendo tutti quelli che non volevano partecipare ai tuoi culti? Estia se n'è pure andata per farti posto!-
-Al mare potrò pure andarci! Inoltre sull'Olimpo mi annoiavo abbastanza... Infatti Estia se n'è andata proprio per questo secondo me... Oppure era troppo calma e pacifica per stare in mezzo a quel casino. Lo so, detto da me fa un po' ridere!-
-Beh, almeno nonostante tu sia un Dio non mi hai ancora aggredita...- disse la ragazza mantenendo alta la guardia.
-Eh, andiamo! Non va sempre... ok, diciamo che gli dei non si lasciano dire di no facilmente e il mio paparino ne è un esempio...-
-Davvero una bella epoca questa in cui vivere...- commentò rassegnata la ragazza. -Sto cominciando a pensare che l'idea di scalare l'Olimpo per buttare giù le divinità non fosse poi così infantile.- sospirò.
-Ah, ah... adoro la tua idea, dico davvero!- disse Scott con ammirazione. “Mi piacciono le cause perse...” si strofinò il bracciale d'ametista sperando che potesse dissuaderlo dall'avere pessime idee. -Ma non è realizzabile...- le disse suo malgrado.
-Beh, forse con l'aiuto di un Dio...- suggerì la ragazza sorridendogli per la prima volta e toccandogli il viso in un goffo tentativo di seduzione.
-N-no!- Scott deglutì e indietreggiò. -Io ormai sono fuori da giochi...- disse combattendo la tentazione. -Conosco la mia reputazione, ma... non sono neanche stato io a scegliere di essere folle! Sono stato maledetto da una donna che mi ha perseguitato fin dalla nascita!- si mostrò agitato. Era insolito per lui, ma voleva davvero una vita tranquilla ora che era più lucido. Forse era follia, ma voleva provarci. -Sono... sono anche pronto ad accasarmi, sai?- disse sorridendole nervosamente. Scott si chinò per raccogliere la ghirlanda di uva ed edera che gli era caduta dal capo poco prima, essa cominciò a brillare e divenne d'oro.
Il ragazzo posò la ghirlanda sulla testa di Courtney nervosa e imbarazzata quanto lui. “Questo atteggiamento non è degno del Dio della follia, ma è tutto molto più difficile da sobri!” si lamentò Scott.
-Cosa hai detto, scusa?- chiese Courtney indietreggiando.
-Ops... ho parlato ad alta voce. Pazienza! Se lo vuoi, puoi diventerai mia moglie. Sei stata abbastanza folle da farti promettere il matrimonio da un uomo sconosciuto, quindi perchè non rifarlo?- domandò con un sorriso nervoso.
-G-già! Dopo tutto è andata così bene la prima volta!- disse con una risata isterica.
Nonostante tutto, per un attimo Courtney si sentì presa dall'ebrezza ed ebbe la tentazione di rispondere di sì. “Deve per forza essere l'effetto collaterale dello stare troppo a contatto con questo tizio!” si disse cercando di tornare in sé. “O forse è il mio corpo che mi sta tradendo di nuovo!” ripensò allo stato d'agitazione che l'aveva perseguitata ogni volta che si trovava nelle vicinanze di Duncan da quando l'aveva visto. Sua sorella aveva identificato il fenomeno come attrazione.
-Eh... perchè sembra che tu debba cominciare a piangere o urlare da un momento all'altro?- le chiese Scott confuso. “Voglio bere! Sono confuso... Piacevolmente confuso? Non ne ho idea!” Scott smise di vagare nella sua testa e ritornò a concentrarsi sulla ragazza che gli sembrava diventata una statua di ghiaccio. Le agitò una mano davanti. -Ooooh! Sveglia!-
-Ci sono, ci sono!- ripetè innervosita. Poi sospirò e tentò di essere o fingersi razionale. -La tua offerta... è una buona offerta...- trovava quasi piacevole il sorriso innocentemente esaltato che si stava formando sul viso della divinità mentre gli parlava. Ma ricordando di aver provato una sensazione simile con Duncan si spaventò. -Ma vorrei più tempo per pensare alla risposta per favore!- disse tutto d'un fiato con un'espressione agitata.
-Uhm... ok...-

Dawn aveva aiutato come poteva gli abitanti vittima della follia di Dioniso. Aveva cercato i dispersi , curato i feriti e aiutato a seppellire i morti. La ragazza era esausta. Si era dovuta distendere sul terreno della foresta in cui lei, Zoey e Scarlett si erano accampate.
-Ma perchè la vita umana vale così poco agli occhi degli dei?- si chiese la ragazza tra sé e sé.
-E' inutile avvilirsi su qualcosa su cui non abbiamo alcun potere. Possiamo solo goderci la vita finchè abbiamo tempo.- disse Zoey chinandosi vicino a lei. Era stata così preoccupata per l'amica da aver abbandonato lo spionaggio ai danni di Dioniso e la sconosciuta. -Io non posso farci nulla per la mia doppia personalità, ma ho imparato a conviverci.- la rossa lo disse cercando di sorridere alla biondina nel modo più rassicurante possibile. Dawn provò a sorriderle a sua volta.
-Tutto questo sentimentalismo mi farà rovesciare.- commentò Scarlett.
-Magari cominciare a smettere di reprimere i tuoi sentimenti ti farebbe bene, invece.- disse Zoey pacificamente.
-Meh!-
-Ragazze!- le chiamò una voce maschile da loro ben conosciuta. Dawn tirò su la schiena e vide Dioniso che tornava da loro portandosi dietro la ragazza della spiaggia. Nulla di così strano o preoccupante almeno finchè la divinità non presentò loro, quella che a detta sua era la principessa di Creta, come sua futura sposa.
Davanti all'ennesima scemenza del suo Dio, mentre Zoey con entusiasmo si congratulava, Dawn si colpì da sola la fronte col palmo della mano. “Aspetta... magari non è così male... Dioniso per compiacerla potrebbe finalmente mettere la testa a posto... no? N-no? Ma chi voglio ingannare?! Se gli piace deve essere una pazza anche lei!”


Precisazioni sulla mitologia:

-Inizialmente Zeus si era unito ad un'altra divinità, Meti. Ma quando la Dea fu incinta gli venne predetto che il figlio lo avrebbe detronizzato così Zeus la mangiò (tale padre, tale figlio, questa simpatica abitudine di mangiare i figli per non essere spodestato l'aveva anche Crono) In seguito Zeus ebbe un mal di testa talmente lancinante da ordinare ad Efesto, Dio fabbro, di spaccargli la testa con un colpo d'ascia e dalla ferita ne uscì fuori Atena, già adulta e armata di tutto punto.

-Secondo il mito più classico, Dioniso sarebbe il figlio avuto da Zeus dalla principessa Semele.
Quando questa era incinta, Era per vendicarsi assunse l'aspetto della nutrice della giovane e giocando sulla sua insicurezza sulla serietà dell'amato la spinse a chiedere all'amante di cui non sapeva la reale identità di mostrarsi a lei col suo vero aspetto.
Non solo in quella greca, ma in diverse mitologie vedere il vero aspetto di un essere divino porterebbe alla morte.
La ragazza quando Zeus andò da lei si rifiutò di giacere con lui se non le avesse mostrato il suo vero aspetto, il risultato prevedibilmente fu la morte. Allora Zeus estrasse dalla donna il feto(?) Dioniso e se lo impiantò nella coscia per poi “partorirlo” a tempo debito.

-Secondo il mito orfico invece Dioniso oltre ad essere il figlio di Zeus e Semele sarebbe la reincarnazione di un figlio di Zeus avuto precedentemente dalla figlia Persefone, Zagreo.

Angolo dell'autrice:

Avevo detto che questa storia avrebbe avuto solo tre capitoli... Avevo mentito! In realtà non proprio...
E' che inizialmente la storia doveva essere molto più aderente al mito, poi ho dovuto smussare alcune parti per evitare alcune situazioni grottesche (anche se alla fine il grottesco c'è comunque...) in seguito ho deciso di distanziarmi ancora di più perchè con le tempistiche del mito originale la storia non funziona dal mio punto di vista e perchè ho capito un po' meglio cosa voglio da una storia ispirata alla mitologia...
Quindi questa storia ora avrà un numero ancora non identificato di capitoli (ma dovrebbe essere comunque breve)
Questa è la terza volta che decido di scrivere una storia tutta in una volta invece di pubblicarla man mano... ed è la terza volta che mi va male! Anche questa volta ho avuto degli imprevisti particolarmente demoralizzanti che mi hanno interrotta mentre cercavo di concentrarmi sul finire la storia e ho capito che per me è meno pesante avere un'idea di come deve andare la storia e pubblicare man mano, anziché cercare di prepararla tutta prima.
Mi scuso per questo incredibile ritardo nell'aggiornamento della storia, mi manca il finale ma molti capitoli li ho già scritti, devo ricontrollarli e pubblicarli gradualmente. Alcune parti le ho scritte mentre ero febbricitante per il covid e sono contemporaneamente curiosa e spaventata dallo scoprire cosa ho scritto e in che forma l'ho scritto visto che la combinazione fra febbre e dislessia potrebbe aver dato risultati abbastanza tragicomici per me che dovrò ricontrollare i capitoli o_O
Non sono una fan delle personalità multiple dei personaggi della vendetta dell'isola, ma ho pensato che in queste circostanze, una Zoey sdoppiata ci stesse. Per quanto riguarda Scott ho cercato di mischiare le caratteristiche del personaggio al ruolo di Dio della follia con la sua backstory. In realtà mi piace il risultato, ma probabilmente è abbastanza estraniante rispetto allo Scott della vendetta dell'isola e a quello di All Stars (che è quello che ho preso più in considerazione visto che è lui ad avere una relazione con Courtney)
In ogni caso, spero tanto che questo aggiornamento possa piacervi e mi scuso ancora per il ritardo.
Avere un vostro parere mi fa molto piacere anche se ultimamente per vari motivi ho risposto con parecchia lentezza alle recensioni... mi scuso anche per questo...
E alla prossima!
  
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