Harold si era assopito solo da pochi secondi, ma la voce dell'intrusa
arrivò puntuale come al solito nella sua testa.
-Ehi! Mia olivetta!- lo chiamò con tono allegro la Musa che
da qualche tempo aveva cominciato a invadere il suo spazio mentale
approfittando dello stato di addormentamento.
-Leshawna, guarda che il mio nome è Harold...- il ragazzino
protestò debolmente. Ci si stava abituando ma si sentiva
ancora un po' infastidito. Quel trattamento gli sembrava inadatto
rivolto a un giovane uomo di quasi quindici anni! Ma nonostante la
sensazione di essere preso in giro, gli piaceva stare con quella
persona.
-Ho avuto una giornata davvero orrenda!- la Musa cominciò a
lamentarsi avvicinandosi al corpo del ragazzo all'interno del sogno.
-Sono stata evocata da non so quanti aspiranti poeti incapaci! Poi
c'è quella piattola di Apollo! È ancora convinto
di essere a capo di noi sorelle e non fa altro che seccarci con quelle
fisse da precisino del cavolo che però si crede tanto
incredibile!- poi ridacchiò maligna. -Magari uno di questi
giorni lo eviro e prendo io il comando...- Harold percepiva lo scherzo
ma gli sembrava comunque compiaciuta mentre fantasticava su quel
proposito.
“Forse l'essere la Musa della poesia epica la predispone
all'esaltarsi per la violenza?” osservò
incuriosito poi gli venne in mente un particolare. -Non dovresti averci
fatto un figlio con Apollo?- si lasciò sfuggire a voce alta.
-Eh... Chi ha messo in giro una simile calunnia?- domandò la
Musa con una falsa serenità che l'asciava presagire un
rischio di incenerimento immediato, ma Harold non se ne
preoccupò molto.
-Uhm...- appena in tempo il ragazzo ricordò ed
evitò di fare altre domande. Indipendentemente dal fatto che
la persona a cui si riferiva venisse figlia o nipote a quella Musa,
restava il fatto che era morta in circostanze tragiche. “Una
divinità può comunque soffrire per la morte di
una persona cara... Almeno credo...”
Nonostante fossero più o meno della stessa statura, la donna
senza difficoltà e senza chiedergli alcun permesso, lo
sollevò e se lo mise sulle ginocchia intenzionata a
continuare la sua sequela di lamentele e cose a caso che le venivano in
mente.
“Forse mi ha scambiato per una bambola...”
ipotizzò un po' infastidito “Oppure per una
prostituta... Suppongo che i clienti che finiscono per raccontarti
frustrazioni e storia loro vita, siano meglio di quelli violenti. Ma
perchè sto pensando a questo?!” si chiese
imbarazzato.
-Uh... Pulcino? Guarda che siamo nella tua mente. Posso tranquillamente
sentire quello che pensi!-
Non poteva metterla a fuoco, ma sentiva dal tono di presa in giro che
stava sorridendo ed era molto divertita. Harold emise un suono acuto
che ricordava vagamente uno squittio e arrossì vistosamente.
-Potrei anche offendermi, guarda.- precisò la Musa con tono
leggero. -Rispetto ai miei colleghi e colleghe mi sembra di essere
molto poco molesta, inappropriata, maniaca, violenta...-
-Ti comporti come se fossi un animaletto buffo... ma credo di non
potermi aspettare di meglio da una divinità.- rispose lui
innocentemente.
-Mi piace la tua capacità di accontentarti!-
-Già... ma mi servirebbe un favore.- disse Harold assumendo
un tono più serio. -Egeo, il sovrano di Atene si
è ammazzato buttandosi da una scogliera e sembrerebbe colpa
di Duncan che si è scordato di cambiare il colore delle vele
della nostra nave.
Il poveretto avrebbe pensato che il significato delle vele nere fosse
che Duncan era schiattato e per il dolore si sarebbe ammazzato...
oppure ha starnutito perdendo l'equilibrio...
Alla fine il risultato è che ci ritroviamo Duncan come
sovrano... che è già un potenziale problema! Ma
alla fine se siamo sopravvissuti ad Egeo...- Harold si scosse
rendendosi conto di star divagando.
-Il problema è che Duncan sta anche diventando paranoico.
È convinto che sia tutta colpa della maledizione di
Courtney. Tua sorella, la musa della storia, ti ha detto niente in
proposito? Puoi chiederle se è paranoico lui o...-
-La principessa non è riuscita a mandare una vera
maledizione ma sì, diciamo che abbandonare una persona a cui
devi la vita non porta esattamente fortuna.-
Harold era un po' stupito, si era convinto che fosse tutta colpa della
sbadataggine di Duncan e del suo paparino.
-Lo sapevo!- si lamentò Duncan.
Harold scese dalle gambe della Musa -Che ci fai qui?!-
esclamò sentendo ulteriormente violata la sua privacy.
-Pulcino... Vuoi che per punirlo gli impedisca di parlare se non in
rima o canticchiando motivetti imbarazzanti?- chiese Leshawna
mettendola come se volesse prendere le sue difese. Harold si sentiva un
po' commosso. -Del resto ha invaso il mio territorio privato, 'sto
stronzo!- sibilò successivamente la ragazza...
-Sarebbe la mia mente il tuo cosa?- nonostante si stesse affezionando a
lei, Harold cominciò improvvisamente a provare uguale
fastidio per gli invasori.
Nel frattempo Duncan provava ad avvicinarsi a loro con qualche
difficoltà. -Ma perchè è tutto
così oscuro e pieno di forme fumose e confuse!? Non ho mai
sognato niente del genere...- si sfogò mentre andava a
sbattere su un oggetto che contro le sue aspettative si era rivelato
solido.
-Indovina...- mormorò scocciato, il ragazzetto con problemi
alla vista.
Riuscendo a raggiungerli, Duncan per sicurezza fece un lieve inchino
alla Musa -Scusa l'intrusione, ma mi serviva entrare in contatto con
te.-
-Pronto... L'invaso sono io!- protestò Harold.
-Ti perdono. Avanti che vuoi, ex-principino?- chiese Leshawna in modo
apparentemente semi-cortese.
-Vi odio...- sussurrò Harold.
-Perchè Courtney è ancora arrabbiata con me? Le
ho mandato Justin a recuperarla. Dovrebbero tutti innamorarsi di lui a
prima vista! Suppongo di dover essere lusingato per il fatto che
nonostante ciò non mi abbia dimenticato, ma...-
-Questa è un'altra storia molto divertente che mi ha
raccontato mia sorella!- disse la Musa apparentemente di ottimo umore.
-Pare che il tuo soccorritore non sia mai giunto a destinazione, era
troppo occupato a provarci col suo riflesso in uno specchio d'acqua e
alla fine ci è anche caduto dentro!-
Duncan non sapeva se ridere o piangere.
-Ma c'è una buona notizia...- continuò Leshawna.
-Il bel faccino è stato rapito da delle ninfe di fiume che
per ringraziarti del regalo potrebbero premiarti con un'ottima pesca se
mai andassi da quelle parti, yeeeeeh!- disse la musa applaudendo.
Duncan si sentiva preso per il culo, ma cercò di continuare
a mostrarsi civile e rispettoso. -E quindi? Ora che faccio per far
finire la sfortuna?-
-Cosa vuoi che ti dica? Vai a salvare la fanciulla. Prostrati, umiliati
e chiedile perdono.- disse Leshawna con un ghigno compiaciuto. Duncan
si trattenne per non bestemmiare.
-Non capisco...- Harold continuava a rimuginare. -Visto che dovremmo
essere esseri inferiori, perchè vi passare il tempo a
rapirci, insidiarci e offendervi se non vi ringraziamo ogni due minuti?-
-Beh, voi vi considerate superiori ai gatti, eppure mi sembra che vi
piaccia averli in casa e giocare con loro, no olivetta mia?- rispose la
Musa accarezzandogli la testa.
-Uhm...- il ragazzino cominciò a chiedersi se non provasse
piacere nell'innervosire e sottomettere. “E' la Musa della
poesia epica... della conquista e dell'attitudine tirannica?”
-E poi se potessi vedermi sono sicura che non saresti affatto scontento
della mia compagnia!- cantilenò la donna.
-Ah! Non credo proprio!- rispose Duncan abbastanza stufo
dell'atteggiamento borioso di quella donnaccia. Del resto non aveva mai
sentito parlare di esseri umani danneggiati in qualche modo da una Musa
e Harold sembrava parlarle liberamente. -Avrai anche delle forme
abbondanti, ma sei la cosa meno graziosa e femminile che abbia mai...-
per qualche motivo il ragazzo non riuscì a terminare la
frase.
-Leshawna...?- Harold la chiamò con un po' di timore.
-Si, gioiello?-
-Perchè sento tipo il rumore di un pesce fuori dall'acqua
che sta saltellando disperatamente aspettando la morte?-
-Sei piuttosto intuitivo! Tranquillo, è una trasfigurazione
innocente, non lo farò morire soffocato... A proposito...
Che pensiero stavi formulando sulla mia voce?-
Il ragazzino si lasciò sfuggire uno squittio. -Anche se hai
una tonalità insolita che mi spinge a immaginarti poco
femminile la tua voce è molto gradevole...-
-Ma che carino che sei... Ok, ti sei salvato!- disse scompigliandogli i
capelli.
-Ora scusami ma dovrei svegliarmi. ho un pessimo presentimento...-
-Ah ok...- la Musa sospirò in un primo momento delusa.
-Bene. Mi avete divertito abbastanza per questa notte, adorabili
piccoli umani.- ammise in tono pacifico. -Però...- la Musa
posò una mano sulla spalla del ragazzetto.
-Perchè prima hai finto di essere spaventato da me?- chiese
perplessa.
Harold rimase per un attimo imbambolato. -Mi sembrava la reazione
più opportuna... è che non sono molto bravo a
reagire in modo normale...- ammise il ragazzo. -La prossima volta
cercherò di spaventarmi in modo più spontaneo se
così ti compiace!- disse con zelo.
-E-e... non era questo che... Beh, lasciamo perdere.-
-Ok... ora posso svegliarmi? Ho una certa di fretta di sbarazzarmi...
di un peso...-
Quella mattina a Nasso c'era un'aria così silenziosa e
pacifica da far pensare che il Dio del vino, dopo aver distrutto
più o meno accidentalmente un villaggio, se ne fosse andato.
-Ma sei pazza?!- poi un'acuta voce femminile ruppe la quiete illusoria.
Una ragazzina bassina e dalla chioma chiara ne stava riprendendo
un'altra alta e castana.
-Attenta a come ti rivolgi a me.- rispose altezzosa la principessa di
Creta e candidata a futura sposa di una divinità. -Scott
può decidere liberamente, se trova plausibile la mia idea
forse...-
-Aspe'...- intervenne Scarlett. -Ti stai davvero affidando al buon
senso della divinità della follia? Che razza di bugiarda!
Questo è spregevole persino per me!- la rossa non sapeva
più se ridere o allontanarsi il più velocemente
possibile da quella psicolabile.
Una ragazza dai capelli rosso sangue e l'espressione perplessa
intervenne con un sorriso nervoso. -Scusate, potreste spiegarmi di cosa
stavate parlando?- disse Zoey intimidita, poi la sua espressione si
fece improvvisamente minacciosa -Con quelle vocette stridenti
è impossibile seguirvi!-
A rispondere fu Scarlett -Vuole convincere Dioniso a prendere possesso
dell'Olimpo.-
-Ah. Allora è tutto ok.- disse Zoey con aria tranquilla
attirandosi occhiatacce delle sue compagne. -Mica è
possibile che accetti.- chiarì la rossa.
-E perchè no?- chiese Courtney mentre, offesa, tirava fuori
dalla tunica un lungo rotolo di carta di cui cominciò a
leggere tutti i punti. -Gli Dei sono per la maggior parte criminali.
Quando intervengono nella vita umana è per creare danni. Mi
sembra che le forze naturali funzionino bene anche senza di loro. Le
preghiere rivolte loro non vengo esaudite. Sono pure incompetenti nei
loro campi, onestamente non mi fiderei di una Dea dei matrimonio che si
fa fare le corna un giorno sì e l'altro pure. Si offendono
facilmente e spesso non se la prendono con chi li ha offesi ma con
l'oggetto passivo della loro gelosia. Esempi: Amanti di Zeus uccise da
Era, tizie punite perchè una terza persona ha detto che
erano più “inserire caratterista” di
“inserire divinità che possiede quella
caratteristica”...-
Scarlett la interruppe. Un po' perchè erano tutte cose
scontate, un po' perchè temeva che la schermatura data dalla
presenza del Dio del vino non bastasse e che qualche
divinità ascoltando decidesse di far piovere fiamme dal
cielo. Inoltre c'era una piccola grande falla nel ragionamento della
principessina. -E tu per risolvere la situazione metteresti il tutto
nelle mani di Dioniso che è stato stato il primo a seminare
morte e distruzione per diffondere i suoi culti?-
-Mi sembra non abbia fatto tutto da solo...- fece notare Courtney con
un'occhiata affilata.
-Già... io, la personalità malvagia di Zoey e
altri seguaci abbiamo dato una mano.- affermò Scarlett senza
traccia di pentimento mentre Zoey si scusava sotto voce. -Ma questo non
cambia il fulcro della mia obiezione.-
-Beh, Scott si è chiaramente redento...- disse Courtney con
una traccia di dubbio nella voce.
-La verità è che pensi che sia più
facile da manipolare, vuoi tu il potere.- la rimproverò Dawn
mentre Scarlett sembrò divertita.
-Vista la tua ingenuità non mi stupisce poi così
tanto che tu sia stata abbandonata sulla spiaggia da un presunto
promesso sposo appena conosciuto.- commentò la fulva
velenosa.
Courtney era ferita e imbarazzata. -Io davvero non capisco... Lo sto
facendo per il bene degli esseri umani!- disse recuperando la sua
energia. -Libertè, fratenitè, egalitè!-
Le tre Menadi si scambiarono degli sguardi confusi. -Perchè
questa qui si inventa le parole?- sussurrò Zoey.
-E' pazza...- commentò rassegnata Scarlett.
-Senti Courtney...- Dawn sospirò e tentò un
approccio razionale. -Che detronizzare gli Dei non porterebbe
sconvolgimenti naturali potrebbe essere falso... si dice che un tempo
il sovrano dell'Oltretomba venne imprigionato e che durante quel
periodo era impossibile morire per quanto si fosse combinati male.-
-Già! Fu un episodio davvero patetico!- disse Zoey
scoppiando a ridere ricordando un racconto di infanzia.
-Ed infatti il Sovrano dell'Oltretomba può rimanere
lì dov'è! Nonostante la cattiva fama non ha mai
causato problemi agli esseri umani in vita.- disse Courtney come se
dipendesse davvero da lei il destino degli Dei.
Dawn riprovò a farla ragionare -Courtney, sul serio... come
dovrebbe una sola divinità, nata come semidio, competere
contro gli Olimpi? Non è nemmeno possibile ucciderli,
dovrebbero essere tenuti prigionieri per il resto
dell'eternità...-
Courtney guardò verso il basso sentendosi una bambina che
prendeva troppo sul serio le storie in cui i cattivi per quanto potenti
veniva annichiliti. Sapeva anche lei che non era realistico
detronizzare tutti gli Olimpi. -Infatti non dovete preoccuparvi.- la
principessa di Creta sospirò e ritrattò. -Ho solo
dato a Scott un suggerimento. Se esiste qualche modo di metterlo in
pratica lo troverà, altrimenti pazienza. Voi vi agitate
davvero troppo.-
-Forse perchè sappiamo con che folle abbiamo a che fare e
non ci fidiamo del suo buon senso?- fece notare Scarlett.
-Già.- la Zoey cattiva sembrava tornata. -Non posso credere
che tu voglia rendere l'umanità antipatica a dei bambini
dotati di poteri inimmaginabili tramite una ribellione fallimentare
solo perchè sei stata mollata.-
-Io cosa?!- esclamò Courtney accaldata.
Ma Zoey continuò a cercare di irritarla -Oppure lo fai
perchè ti senti perduta e senza una casa in cui tornare?
Beh, potevi pensarci prima di seguire il principe dagli occhi azzurri!-
disse la ragazza con un sorriso ferale.
Courtney provò a ribattere ma si sentiva abbattuta dopo aver
passato la mattina a discutere da sola contro le ragazze. Avrebbe
voluto qualcuno che stesse dalla sua parte anche se capiva quanto fosse
improbabile e immatura la sua idea.
“Vorrei che Scott fosse qui!” aveva accettato quel
pensiero imbarazzante. Era stata abbandona da tutti. Dal ragazzo che
sembrava promettergli una vita migliore, dalla sorella che non aveva
voluto seguirla, ma Scott la faceva sentire importante, ammirata e
l'ascoltava....
“Forse se Gwen ci fosse stata, Duncan non mi avrebbe
abbandonata... a Duncan sembrava importare di lei...
già...” le venne un terribile dubbio e
ricordò gli sguardi che sua sorella e il suo promesso sposo
si erano scambiati. Era solo un'ipotesi... ma bastava a farla sentire
furiosa.
-Possiamo parlare in privato?- chiese Dawn con un'aria seria, ma allo
stesso tempo rassicurante.
Courtney annuì e insieme si inoltrarono nel bosco.
-Chiami Dioniso col suo nome umano...- mormorò Dawn.
-Ha detto che gli fa piacere.-
-Se gli vuoi davvero bene e non stai solo cercando di sfruttarlo ti
pregherei di non mettergli in testa strane idee...-
Courtney sbuffò -Quanti anni avrà un Dio? Mille?
Pensi davvero che una diciassettenne possa manipolarlo?-
-Avrà una ventina d'anni...- sentendolo Courtney
sgranò gli occhi. -E' più grande di noi, ma
è comunque piccolo e immaturo. Considera che è
nato da una donna umana. Era uno dei tanti figli semidei illegittimi
prima di essere premiato per...- Dawn sospirò e si corresse.
-Prima che facesse talmente tanti danni da dover essere tenuto buono
con un posto sull'Olimpo.
Courtney... tu e lui forse siete simili. Cercate entrambi una casa o
meglio delle persone che vi facciano sentire a casa.-
-Queste sono solo illazioni! Sicura di non star proiettando i tuoi
sentimenti su di noi?!-
Dawn annuì senza scomporsi. -Credo che il vero motivo per
cui è sceso di nuovo qui sulla terra sia questo. Non la
noia, non si sentiva davvero accolto. Infatti sai cos'è la
prima cosa che ha provato a fare?-
Courtney rimase in silenzio, non le piaceva provare a indovinare senza
avere niente su cui basarsi.
-Ha cercato di andare nell'Oltretomba per recuperare la madre.- la
biondina rispose con un sorriso triste. -E' un mammone che non ha mai
conosciuto la madre e il fatto che ci sia una donna che sembra poterlo
influenzare mi spaventa abbastanza...- ammise la ragazza. -E'
finalmente guarito dalla follia con cui Era l'aveva maledetto, ora
abbiamo la possibilità di vivere in pace e potrà
sembrare paradossale, ma credo lo voglia anche lui... La follia, la
libertà dalla società e le convenzioni... tutto
molto bello in teoria, ma ciò che davvero la vita
intelligente brama è stare bene e in armonia con
sé stessi e gli altri, sentirsi amati e accettati. Tutto
abbastanza difficile se te vivi ammazzando e abusando degli altri e con
la costante paura che qualcuno ti ammazzi, sevizi o schiavizzi, no?-
-Beh, ma sotto gli Dei...- Courtney provò ad obbiettare.
-Gli Dei non sono più criminali degli uomini, solo
più potenti ed è un bel problema visto che quella
che hai suggerito è una guerra impossibile da vincere.-
-Grazie Dawn... credevo che a fare schifo fosse il palazzo di mio
padre, tu invece mi riveli che a fare schifo è tutto il
mondo!- la principessa si sfogò.
-Mi spiace ma è così...- disse Dawn scrollando le
spalle con freddezza.
-Tanto per chiarirci e per non avere problemi in futuro...- disse
Courtney sembrando abbastanza nervosa. -A te Scott piace?- chiese
infine la principessa di Creta.
Dawn sgranò gli occhi con aria confusa poi li socchiuse
infastidita. -Suppongo di essere sulla strada di affezionarmi a lui...
le sue azioni abominevoli sono come quelle di un animale agitato. Non
posso ritenerlo responsabile come un essere umano normale, ma non
potrei mai amare una creatura simile.- disse seria osservando Courtney
come se volesse comunicarle che avevano una morale differente.
-Ehi...- mormorò Courtney con aria scontrosa.
-E in realtà non posso innamorarmi in generale...- disse
Dawn con un sorriso nervoso cercando di sembrare meno accusatoria.
-Non dirlo a voce troppo alta... sia mai ti senta Afrodite...- Courtney
si guardò intorno irrequieta. “Quella bagascia
sarà la prima a tuffarsi di testa dal monte
Olimpo...” nonostante il suo sogno fosse sempre
più irreale, era comunque consolante immaginarsi una
vendetta su quell'impicciona dannosa.
Dawn sorrise dando l'impressione che la sua mente fosse al sicuro.
-C'è un altro motivo per cui Dioniso potrebbe essere
differente dagli altri semidei. Si dice che Zeus fosse particolarmente
innamorato di sua madre, ma nei fatti sembra che loro si vedessero solo
per fare sesso e onestamente, come ci si possa affezionare ad una
persona tramite il sesso, per me è completamente
incomprensibile. Non capisco neanche che differenza dovrebbe esserci
fra l'avere rapporti con una persona o con un'altra. Alla fine si
tratta sempre degli stessi movimenti, no?- non sembrava schifata, ma
genuinamente confusa su quelli che per lei erano comportamenti
incomprensibili.
Courtney provò ad andarle incontro -Beh... in effetti per
come viene trattato nei miti l'amore sembra tutto estetica e questione
di accoppiamento ma in realtà...- la ragazza si interruppe
mentre Dawn continuava a osservarla con estrema curiosità.
-In realtà è proprio un inganno per spingere
all'accoppiamento e alla prosecuzione della specie! Se non fosse tutta
una questione sessuale anche le divinità vergini si
innamorerebbero senza problemi, no?!- disse Courtney irritata capendo
che anche per lei non era niente più di quello.
-Ah, peccato...- Dawn mosse le spalle non dando particolari segnali di
dispiacere.
-Però sarebbe bello se questo inganno potesse portare a
stare con una persona con cui si va effettivamente d'accordo...-
aggiunse la principessa di Creta con un po' di tristezza.
-Beh, può succedere suppongo.- disse dolcemente Dawn dandole
una pacca sulla spalla.
“Non ho bisogno di essere confortata!”
pensò l'orgogliosa principessa di Creta.
-Però sto bene così come sono... non mi interessa
innamorarmi.- confermò Dawn con aria tranquilla. -Siamo
sulla buona strada per diventare amiche quindi a maggior ragione non
devi temere che sia interessata al tuo promesso sposo.-
-In realtà non ho ancora deciso se... beh, grazie comunque.-
Courtney era un po' spiazzata, a meno che sua sorella non fosse
contabile, non aveva mai avuto delle amiche.
Tornate dalle altre le trovarono con un'espressione terrorizzate. Scott
era con loro e si voltò verso Courtney con entusiasmo.
-Cara, ho trovato un modo per realizzare il tuo bellissimo progetto!-
Dawn sgranò i freddi occhi azzurri e guardò
Courtney con la speranza che facesse cambiare idea a Scott.
La principessa di Creta sorrise nervosamente -B-beh... m-ma
è assolutamente perfetto!-
Dawn sentì qualcosa dentro di lei che si spezzava...
I preparativi erano quasi ultimati e Duncan era pronto per un nuovo
viaggio per mare, ma non dal punto di vista mentale. “Forse
l'incontro con un mostro marino mi farebbe sentire meno in ansia di
incontrare di nuovo quella ragazza... Poi che cosa dovrei fare? Dovrei
sposarla davvero alla fine?”
-Ehi Duncan!- DJ lo chiamò con un tono vivace. Forse l'aveva
perdonato o era contento all'idea di recuperare la principessina di
Creta facendo giustizia.
-Ehi...-
-AHAHAA?!- il gigante saltò per aria vedendo Duncan in
faccia. Fece un tonfo notevole.
-Attento che rischi di bucare la nave!- Duncan lo sgridò.
-Che ti è preso?-
-A-ah scusa... è che hai talmente una brutta cera che mi hai
fatto spaventare...- confessò l'uomo con imbarazzo.
Duncan brontolò, aveva passato una brutta nottata...
Si era svegliato cadendo dal giaciglio in seguito ad un calcio di
Harold.
Mentre il ragazzino lo osservava con aria inquietante e rancorosa
Duncan si era giustificato dicendo -Mi sono messo a dormire accanto a
te solo perchè volevo essere certo di poter entrare nel tuo
sogno, mi serviva parlare con la tua amica... Prenditela con la strega
che mi ha suggerito questo metodo!-
Dopo un po' di ascolto era riuscito a decifrare cosa stava mormorando
ossessivamente Harold mentre stava rannicchiato con aria irrequieta.
Era qualcosa del tipo “a causa tua non mi vorrà
più sposare nessuno...”
-Tanto sei orbo e tutto storto. Che possibilità di sposarti
avevi?- questa risposta fece incupire ancora di più la testa
rossa. Alla fine un po' per pena, un po' per poca voglia di beccarsi
un'altra maledizione, Duncan era rimasto tutta la notte a tentare di
tranquillizzarlo “E' più una cosa da femmine, ma
non mi fido di un ragazzino orbo che chiacchiera amabilmente con una
donna evidentemente malvagia e dotata di poteri
sovrannaturali...”
Ma il ragazzetto orbo aveva di nuovo tirato fuori strani discorsi sul
diventare sua moglie e o ricevere un risarcimento, e o una posizione
influente e Duncan non capiva più se scherzasse, volesse
fregarlo o se pensare che nessuno volesse sposarlo gli mettesse davvero
panico fino a quel punto.
-Duncan... ci sei?!- DJ lo stava scuotendo poi si ritrasse di nuovo
spaventato dalla sua brutta faccia.
Duncan era un po' compiaciuto. -Scusa, stavo rivivendo un incubo fatto
ieri...- nel mentre DJ si era già dileguato.
-Ehi, ma ci sei anche tu?- disse il gigante docilmente mentre si
chinava al livello di un ragazzino rosso che rannicchiato che teneva
con sé una lancia.
-Harold, ti sei confuso, quello non è il tuo solito
bastone.- lo avvertì Duncan.
-Oh... lo so... lo so...- mormorò il ragazzo con aria
stranamente minacciosa mentre accarezzava l'asta della lancia
indirizzando verso di lui la punta. -Grazie del pensiero.-
sospirò e assunse un'aria più tranquilla. -Ma mi
spiegheresti gentilmente perchè sono stato trascinato qui?-
-Ho pensato che la tua amica potesse tornarmi utile, sarà
anche una divinità minore, ma...-
L'aria si fece improvvisamente gelida. -Chi sarebbe una
divinità minore?- disse una voce femminile e minacciosa,
potente come un tuono. Una donna di statura medio bassa ma abbastanza
in carne e particolarmente formosa si materializzò dal nulla
sulla nave con aria molto altezzosa.
Duncan soppresse un sorriso. “E' avvenuto prima di quanto
pensassi ma come mi aspettavo... Sapevo che la Musa doveva essere una
tipa scontrosa. Gestirla sarà complicato, ma è
meglio averla a portata di mano.”
-Le mie scuse mia signora...- riprovò ad essere rispettoso.
-Mi serviva richiamare la vostra attenzione.-
La donna conservò un'aria minacciosa, sembrava volesse
incenerirlo con lo sguardo. -A nessuno piace sentirsi sfruttato.- disse
Harold probabilmente in sua vece.
-Ma è anche nel tuo interesse essere qui. Non vuoi
assicurarti che al tuo passatempo non capiti niente di male?- disse
Duncan indicando il ragazzetto con la lancia.
-Sono... sono un ostaggio?!- realizzò il soggetto in diversi
secondi.
Nel mentre la Musa si scrocchiava le nocche con fare teatrale.
Duncan cominciava ad innervosirsi. -Non puoi far accadere nulla di
strano alla nave... o a me... potrebbe avere ripercussioni su...-
-Ma davvero?- disse Leshawna con tono beffardo. -Mi basterebbe rivelare
il mio vero aspetto e l'unico sopravvissuto sarebbe proprio il mio
pulcino non vedente.-
-Eh? Sei davvero così brutta? Il tuo vero aspetto non
potrà essere molto peggio di quello che hai ora.- anche se
il buon senso gli diceva di essere cauto, una parte di lui non riusciva
a non volerla provocare e sottomettere. “E' una Musa...
avrà potere sulla mente umana ma non può avere
influenza sulla realtà.” pensò Duncan
preparandosi a qualche illusione.
-Duncan...- Harold lo richiamò con un tono titubante.
-Guarda che le divinità non possono apparire col proprio
vero aspetto davanti agli umani a meno che non ne vogliano la morte. La
vista di una divinità li incenerirebbe all'istante...-
Duncan si bloccò mentre Leshawna sembrava sfidarlo con un
ghigno. Duncan decise di chiamare un aiuto -Consulente tattico!-
Da sottocoperta si udì la voce di Ellody. -Senti, io
studiavo scienze! Non ne so niente di divinità!-
protestò la ragazza. -E forse mi sto pentendo del mio
percorso di studi...-
-Ma alla fine perchè no!- disse improvvisamente Leshawna
-Rimarrò volentieri ad assistere alla tua disfatta dal
vivo!-
-...E' una predizione?- chiese Duncan con tono minaccioso.
-Chissà... Chissà...- cantilenò la
Musa con un sorrisetto velenoso.
Angolo dell'autrice:
Duncan che sottovaluta i poteri di una Musa... povero dolce figlio
dell'estate! (Citazione alle Cronache del ghiaccio e del fuoco, serie
di libri che quasi sicuramente non verrà mai completata! A
differenza di questa e delle mie altre fanfiction con più
capitoli! Eh... eh eh... EHEHEHEHE o_O Almeno spero, Aiuto!)
Speravo di poter rileggere più velocemente ciò
che avevo scritto, ma è un periodo un po' tanto pessimo, mi
dispiace ç_ç
Detto questo, spero che questo capitolo possa piacervi!
Come al solito, sentitevi liberi di dirmi cosa ne pensate.
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