Toyo

di crazy lion
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Toyo
 
Hiroko era felicissima di essere diventata mamma. Quel pomeriggio Takeo era venuto a trovarla nella stanza in cui aveva partorito, nel campo di Tule “Quanto vorrei ci fosse anche tuo padre qui” disse. Sospirò. Peter le mancava. “Non vedo l'ora di metterti fra le sue braccia.”
Chissà se sarebbe mai successo, pensò Hiroko con amarezza. Accarezzò i capelli del bambino, si tirò indietro la chioma nera e cominciò ad allattarlo, perché si era messo a strillare.
“Toyo. Ti chiamerò Toyo” gli disse mentre succhiava. “Ti piace?”
Il bambino si staccò dal capezzolo e fece qualche gorgoglio, che la ragazza interpretò come un sì.
Tenerlo in braccio, sentire il corpicino caldo contro il suo, era un’emozione incredibile, che non si poteva descrivere a parole.
Poco dopo gli cambiò il pannolino. Ci mise un po', era la prima volta che lo faceva da sola. Lo pulì con un fazzoletto immerso in una ciotola d'acqua che le infermiere le avevano portato. Lo ripulì dalle parti intime verso l'ano, come le avevano detto di fare, per evitare la proliferazione di batteri. Poi lo asciugò con un panno e gli mise il pannolino pulito.
“Ecco fatto.”
Ora il bambino stava bene. Non era stato facile cambiarlo, non aveva fatto che agitarsi.
Il giorno dopo, Hiroko poté tornare a casa, sempre che quella casetta con due stanze si potesse chiamare tale. Hiroko mise Toyo in una culla di vimini vicino al suo letto. Tami gli mostrò un sonaglio e glielo scosse davanti. Lui allungò una manina e lo toccò.
Per l'intera settimana successiva, Hiroko non fece che occuparsi del bambino. Tami era la più interessata a lui, anche se Ken giocava per ore con Toyo. Hiroko doveva allattarlo ogni due ore, anche di notte, ed era stanchissima, ma si diceva che era così per tutte le madri. Sentirlo succhiare era bellissimo. Il bambino somigliava tantissimo a Peter e diventava sempre più bello ogni giorno.
“Sono mamma” si diceva la ragazza a volte.
Non riusciva ancora a crederlo.




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