Anche
questo capitolo supera le ottomila
parole, non so come, ma…
è l’ultimo.
Ebbene
sì.
Spero
che lo apprezziate già solo per
questo :D Buona lettura!
28
(Una fine, un inizio)
L’ennesimo colpo di Dreadwing vibrò spietato
quanto inutile contro una porta
che, nonostante gli sforzi suoi e di Kaon che aveva tentato
più volte di
riattivarla con l’elettricità senza successo, non
voleva saperne di cedere.
«Maledizione!...»
sbottò il mech,
senza desistere nei suoi tentativi.
Nel
momento in cui avevano sentito
quegli scossoni dovuti a chissà cosa, a Dreadwing era
importato ancor meno di
prima tanto degli ordini di Tarn -che comunque non era il suo capo-
quanto di aspettare
Nickel, che non era tornata dalla sua missione di ricognizione e per
forza di
cose non aveva potuto dare segni di vita da lontano.
L’ansia
di tutti e tre era arrivata a
livelli indicibili dopo colpi su colpi che erano riusciti solo ad
ammaccare una
porta studiata per reggere ben altro, come Kaon aveva detto
chiaramente, acuita
da una sensazione di impotenza soffocante.
«Soundwave!
Soundwave, mi senti?»
Tutto
quel che Spectra aveva potuto
fare era stato cercare continuamente di contattare il suo ex compagno
di vita
ma non aveva ricevuto alcuna risposta, e questo le aveva fatto pensare
il
peggio riguardo quel che stava succedendo altrove.
«Per
favore, se mi senti di’
qualcosa, Soundwave!…»
Lei
e Soundwave potevano aver
divorziato ma era sicura che in quella situazione lui non le avrebbe
negato un
contatto, indipendentemente da quel che era successo tra loro. Se
suddetto
contatto non c’era stato era perché evidentemente
per Soundwave non era stato
possibile raggiungere nessuno di loro in alcun modo e questo,
conoscendo la
testardaggine dell’ex gladiatore, era molto
preoccupante. Se non gli era
stato possibile farlo doveva essere perché era stato
gravemente ferito o
terminato -alternativa alla quale Spectra rifiutava di credere.
«Nulla,
Lilleth?» le domandò Kaon.
Spectra
scosse la testa. «No. Non mi
piace, Kaon, mi piace sempre meno ogni secondo che passa e che sia
scoppiato un
incendio di sicuro non mi fa pensare il contrario. Nickel è
qui fuori e non è
ancora tornata, non possiamo neanche sapere-!...»
–
… icevete? Qualcuno mi riceve?!
Kaon! Nickel! –
«I
comm-link sono tornati a posto!»
esclamò Kaon, felicemente stupito del fatto che Tarn fosse
riuscito a
contattarli «Tarn, ti ricevo! Che succede
laggiù?!»
–
Se
mai la domanda è “cosa succede
lassù”. Spectrus Specter è stato
portato via
almeno due minuti fa dalla la nostra navicella d’emergenza-
–
«Come?!»
allibì il tecnico della DJD.
Dreadwing,
che da quando aveva notato
il tentativo di contatto riuscito aveva interrotto i tentativi di
sfondare la
porta, si avvicinò a Kaon e Spectra scambiando con
quest’ultima un’occhiata
particolarmente allarmata.
–
Un’azione
inutile dal momento che le ferite erano tali da poterlo uccidere
durante la
caduta che l’ha portato nella nave in questione e se anche
non fosse morto in
quel momento lo sarebbe stato subito dopo, ma non è quel che
importa. Hanno
preso quell’astronave, non riesco a contattare nessuno nella
Nemesis, ripeto: cosa sta succedendo
lassù?... e
perché sento l’allarme antincendio? –
Anche
per Spectra lo stato d’animo di
Tarn risultava piuttosto evidente dal suo tono. Sebbene il modo in cui
parlava
fosse quanto più possibile controllato, il Decepticon in
questione era tutto
meno che tranquillo, questo nonostante l’essere
apparentemente riuscito a
portare a termine il compito che Megatron gli aveva dato.
I
suoi pensieri riguardo l’idea che
Spectrus fosse stato terminato riuscivano a essere ancora contrastanti
ma
quello non era il momento di approfondire, perché
più si andava avanti e più la
brutta sensazione di Spectra riguardo quel che stava succedendo -o era
già
successo- fuori dalla porta si acuiva.
«“Cosa
sta succedendo”? Se mi aveste
fatto uscire magari l’avremmo saputo!»
ribatté Dreadwing,
innervosito «Abbiamo sentito degli scossoni ma non siamo
riusciti a contattare
nessuno neppure noi, neppure Spectra c’è riuscita
con Soundwave e non sappiamo
che fine abbia fatto il vostro medico di bordo! Aveva detto che sarebbe
andata
a controllare ma non si è fatta più viva,
possiamo solo sperare che non sia
ferita».
«Se
qualcuno ha preso la vostra
navicella d’emergenza mi sa che il minicon era sceso con
Spectrus al momento
dell’attacco ed è rimasto qui» disse
Spectra «Spiegherebbe alcune cose».
“Neppure
la DJD ti aveva fatto qualcosa ma da quel che ho capito li hai
attaccati lo stesso anche se tra loro
c’è… Nicky”.
“Nicky.
Una rimpatriata difficile nel momento sbagliato”.
“Non
credo che trovarvi uno contro l’altra fosse quel che volevi,
no?
Voglio dire… siete minicon. Da quel che sapevo Nickel
sarebbe dovuta essere
l’unica rimasta e invece ci sei anche tu, ma siete comunque
soli”.
“Vero.
Sarebbe bello se la vita tenesse conto di quello che si vuole o non
si vuole, peccato che non sia così e che tu non sia la sola
a rischiare di
rovinarsi l’esistenza a causa delle persone che ha attorno e
ai sentimenti
verso di esse”.
“Nickel
ha attorno il resto della DJD, non credo che vogliano farle del
male o rovinarle l’esistenza. Forse stando con Spectrus
rischi di farlo più tu
che loro, anche senza volerlo”.
“Di
sicuro è tutto molto complicato”.
«…
se fosse così però credo che
l’abbia trattenuta, non che l’abbia terminata o
simili. Sono i soli due minicon
rimasti» aggiunse rapidamente.
Nessuno
le aveva chiesto della terza
parte del suo sogno né lei aveva avuto fretta di
raccontarla. Anche perché
cos’avrebbe potuto dire? Di aver mangiato azoto gelato in un
luna park con un
minicon manifestazione del suo inconscio che aveva cercato di
avvertirla
riguardo la possibilità di rovinarsi l’esistenza
per colpa della gratitudine,
avvertimento che lei aveva deciso di ignorare dicendo a Megatron quel
che
sarebbe potuto succedergli?
–
…i
sentite? Riuscite a sentirmi? –
«Nickel!»
esclamò Spectra, felice che
quel che aveva detto fosse stato appena confermato «Ti
sentiamo! Sai bene?!»
–
Sì.
Sì, io… Bustin era quassù. Gli ho
impedito di aprire un Ponte per Spectrus, gli
ho sparato, ho mirato alla Scintilla e anche se non l’ho
preso dove volevo gli
ho fatto un buco, si vedeva dall’altra parte... –
“Dice
che sta bene ma da come parla
mi sembra il contrario” pensò Spectra.
–
Lui però ha recuperato il datapad ed è fuggito
dopo che… Tarn… Tarn, io
non so…
– ci fu una pausa da parte di
Nickel, poi un sospiro – Gli
Autobot
erano ancora vivi. Erano nella Nemesis, l’hanno presa e sono
andati a
Cybertron, l’astronave non c’è
più, lo sto vedendo ora. Lord Megatron…
lui… c’è
stata una comunicazione di Optimus Prime su tutte le linee, ha detto
che Lord
Megatron è stato eliminato,
Tarn-
–
–
No.
No, anche Specter ha detto una cosa del genere poco prima di
precipitare ma è
palesemente un’assurdità: Lord Megatron non
è morto. Non è possibile che sia
morto. Anche nel caso in cui gli altri Autobot fossero vivi Lui ha la
versione
oscura di Star Saber, quella originale non era nella Nemesis, ha il
resto degli
ufficiali, ha se stesso. Nessuno
di
loro sarebbe stato in grado di terminarlo, dunque non è
morto. –
Le
espressioni sui volti di Dreadwing
e Kaon suggerirono a Spectra che stavano avendo gli stessi pensieri
riguardo
tutto. La presenza degli Autobot nella Nemesis avrebbe spiegato molte
cose,
soprattutto l’attuale assenza di suddetto
incrociatore, e avrebbe confermato
una volta di più che il sogno purtroppo era stato reale, che
la sua insicurezza
sul fatto che sarebbe stato Spectrus a uccidere Megatron era fondata e
lo era
sempre stata.
–
Tarn-
–
–
Ho
detto che non è morto, Nickel. Questo è quanto –
la interruppe il
Decepticon – Avete di nuovo il
controllo
della Peaceful Tiranny? Puoi spostarla? Con lo scafo sfondato non
possiamo
lasciare il pianeta ma non è il caso di restare fermi qui,
gli Autobot e le
“autorità nazionali” in questo pianeta
di sudici primitivi sono alleati. Il
posto dove ci procurammo il sincrotrone non è troppo
lontano, raggiungiamolo e
cerchiamo di rimanere fuori dai radar mentre ripariamo la nave.
–
Le
luci accanto al pannello che
permetteva di aprire e chiudere la porta erano verdi, segno che il
sistema era
tornato attivo. Ovvio che fosse così ora che Autobot ed ex
Autobot con minicon
annesso avevano fatto quel che dovevano fare.
«Abbiamo
il controllo della nave»
disse Kaon, con voce incolore «Veniamo a prendervi e
andiamo».
Con
ciò chiusero la comunicazione e
si diressero verso il timone, inclusa Spectra, che Dreadwing aveva
preso in
braccio. L’allarme antincendio non suonava più
-probabilmente ormai le fiamme
erano state domate- e non impiegarono molto a raggiungere la
destinazione.
«Qui
dentro siamo tutti consapevoli
che Lord Megatron è stato terminato, giusto?»
domandò Dreadwing «Per quanto
possiamo volere il contrario e per quanto Tarn sia in fase di
negazione. Se
Lord Megatron fosse stato ancora vivo la Nemesis sarebbe ancora qui,
massimo
poco distante nel caso fossero stati ancora in piena battaglia. Lord
Megatron è
morto» fece una pausa «In tutti i territori
Decepticon scoppierà il disastro».
«Nei
territori Decepticon però non lo
sanno ancora» disse Kaon, dopo aver fatto l’accesso
al sistema e alla rete di
extranet «In caso contrario sarebbe al primo posto nelle
tendenze. Magari nel
frattempo riusciamo a… non lo so. Fare qualcosa?»
si massaggiò l’attaccatura
del naso «Non so cosa. Il secondo in comando di Megatron
negli ultimi tempi era
Soundwave ma non c’è traccia del suo
segnale» disse, trafficando con i computer
dopo aver impostato le coordinate e dato i comandi per
l’atterraggio «Stessa
cosa per quelli di Shockwave, dell’ufficiale medico e di
Starscream, non che di
quest’ultimo si senta la mancanza».
«No»
confermò Nickel, raggiungendoli
nella stanza «Per nulla. Sto bene, sì!»
li anticipò, vedendo le loro occhiate
«Dei due non sono stata io a riportare danni,
l’avevo detto, e ora abbiamo
problemi infinitamente più grossi. Lo stadio di negazione
non durerà granché».
Su
quello, Spectra come Kaon e
Dreadwing non poté far altro che concordare.
***
“Non
è morto”.
“Se
fosse ancora online si sarebbe
fatto sentire ormai, ti rendi conto-”
“Non
è morto”.
“Voleva
cyberformattare la Terra, se
fosse vivo non avrebbe permesso che il suo incrociatore-”
“Non
è morto!”
“E
allora cos’è?!”
“Disperso,
forse prigioniero, non lo
so, ma non è morto! Non può essere morto: io ho
eseguito i Suoi ordini, io ho
fatto quel che dovevo fare, non ho sbagliato!”
“Peccato
che, se il resto degli
Autobot era vivo ed è entrato nella Nemesis -e tu sai che è così,
perché è l’unica cosa che dia un senso
a tutto!- a
essere sbagliati fossero proprio gli ordini”.
“Lord
Megatron non era un inetto che
poteva dare ordini sbagliati e non
è
morto. Probabilmente si trova ancora nella Nemesis e aspetta
di essere
liberato, cosa che farò appena la mia nave sarà
stata rimessa sufficientemente
in sesto. Caso chiuso!”
“Spectus
Specter ha detto che è
morto, anche Nickel ha detto di aver sentito quel messaggio-”
“Era
palesemente un trucco. Taci”.
Messi
a tacere i pensieri
contrastanti nel proprio processore, Tarn riprese a valutare con
più
accuratezza i danni presenti nell’astronave. Ora, senza la
fretta e l’allarme
dati dall’intrusione del nemico in casa propria, poteva dire
con più certezza
che quanto fatto da Spectrus fosse stato più per scena che
per altro. O meglio:
i danni erano reali ma nel suo farne abbastanza da rendersi impossibile
da
ignorare si era anche contenuto. Non si era spostato molto dal punto
dell’impatto e si era limitato a un’area ristretta
che arrivava abbastanza
vicina all’infermeria da essere allarmante ma non lontana
dalla Jackhammer.
“Lui
e il minicon devono essersi
divisi subito”.
Continuò
a camminare. Al suo rientro
nell’astronave Nickel era stata precisa nel dare indicazioni
su dov’era
avvenuta la loro lotta, vicina alla navicella d’emergenza
-ulteriore
dimostrazione del fatto che fosse stato tutto programmato- e Tarn
decise di recarsi
lì.
Il
fluido vitale a terra non mancava
e corrispondeva a quel che un cybertroniano delle dimensioni di Bustin
avrebbe
potuto perdere da una ferita da arma da fuoco come quella di cui Nickel
gli
aveva riferito -non che diffidasse di lei in alcun modo - ma quel che
c’era al
di là di dove in precedenza era calata la porta taglia fuoco
che aveva bloccato
il corridoio era un altro paio di maniche. Era come se quel tratto
fosse stato
allagato da combustibile al quale era stato dato fuoco, con lo sparo di
una
pistola o un dito laser, per
esempio,
e di fluido vitale non c’era più traccia, tutto
bruciato assieme al resto.
Nulla
di tutto ciò però era
paragonabile a quel che trovò una volta raggiunto
l’accesso alla navicella
d’emergenza, distrutto, semifuso come fosse stato vittima di
un’esplosione MA solo
dopo che le porte scorrevoli
erano state strappate via e deformate da una presa di forza
innominabile a
opera di chissà cosa.
Oppure
era solo un’esplosione mal
eseguita e della quale lui non riusciva a spiegarsi granché
il motivo, dato che
se Bustin aveva avuto il controllo del sistema non avrebbe avuto motivo
di far saltare
tutto.
“Come
non detto: ecco il senso” si
contraddisse dopo aver notato a terra degli inutili frammenti di quello
che era
stato un datapad di dimensioni adatte a un minicon “Nickel ha
riferito di
averlo rotto. Deve aver smesso di funzionare del tutto dopo che le ha
impedito
di inseguirlo bloccando il corridoio”.
Alcuni
solchi in ciò che restava
della porta gli fecero immaginare dita mostruose piantarvisi con furia
ma, per
quanto lui stesso in passato avesse avanzato dei dubbi sulla natura di
quel
minicon, poteva valere tutto e il suo contrario. Chiese a Kaon di
inviare sul
suo datapad personale qualsiasi immagine fosse stata catturata dalle
telecamere
di sorveglianza, se erano state attive, venendo subito accontentato.
“Nickel
è stata trattenuta come aveva
detto. Non che i miei dubbi siano su di lei”
pensò, lasciando che le riprese
scorressero davanti a lui.
Qualsiasi
cosa tenesse lontano il suo
processore da “Lord Megatron è morto, smetti di
fingere il contrario, debole
idiota!” era ben accetta in quel momento, e si
trovò a trattenere un sobbalzo
di stupore nel notare un dettaglio particolare nel momento in cui
Bustin era
riuscito a disarmare Nickel. Non rivelava nulla di mostruoso…
“Ma
rivela che quel minicon conosce molto
bene la mia ex vicina di casa!”
Riguardò
per tre volte di fila il
movimento con cui Bustin si era spostato all’ultimo facendo
perdere
l’equilibrio a Nickel per poi impedirle di cadere. Non era
fluido quanto erano
stati quelli di Wraith -tale era il
nome di quella disgraziata, definita così per buoni motivi,
e il suo gemello
non era da meno- ma non c’era alcun dubbio sulla
“scuola”.
Già
una volta aveva pensato a come
tutto nella sua vita fosse collegato in qualche modo più o
meno assurdo, quella
non era che un’ulteriore prova… e un indizio utile
su dove andare a cercare il
soggetto in questione una volta che fosse arrivato il suo turno.
Si
riunì al resto del gruppo poco
dopo. «Novità sull’ultima posizione
conosciuta della Nemesis prima di
“sparire”?»
«Sono
entrato nel sistema dei
satelliti dei terrestri. Era vicina alla nostra posizione
attuale» rispose Kaon
«Sopra l’acqua, sì, ma vicina
e… direi che possiamo confermare l’uso del Ponte
Spaziale. Sarebbe bello averne uno anche noi».
Anche
in quel caso le immagini
parlavano chiaro. La parte dell’essersi diretti a Cybertron
doveva essere vera
e, in ciò, a un certo punto riuscirono a inquadrare anche
una capsula di
salvataggio che veniva espulsa dalla Nemesis e veniva scagliata con
forza
nell’atmosfera.
«Qualcuno
si è dato alla fuga»
commentò Tesarus.
«Starscream
e Knockout?» ipotizzò
Helex «Starscream e Shockwave? Starscream e
Starscream? Chi si è dato alla fuga in un momento
simile merita la Lista
già solo per questo».
Tarn
annuì brevemente a quelle
parole, concordando appieno.
«Se
avessi potuto esserci…»
Captando
quel mormorio di Dreadwing,
che in tutto ciò era sempre rimasto con Spectra e di
conseguenza con loro
-mostrando un certo coraggio considerando che fino a poco tempo prima
avevano
cercato di ucciderlo- Tarn si voltò nella sua direzione.
«Le
hai prese da un ex Autobot, figurarsi
da più di uno. È per questo che ti ho lasciato
lì dentro, non avresti fatto la
differenza».
«O
forse sì, perché sono stato
secondo in comando per un motivo» ribatté il
seeker, con la massima durezza
possibile «E, sempre forse, se fossi stato lì Lord
Megatron non sarebbe morto!»
«Credo
che tu con le limitate
capacità di comprendonio di cui hai dato prova in passato
esattamente come
adesso ti sia lasciato sfuggire dal processore quel che ho detto solo
poco fa, Dreadwing»
replicò Tarn, iniziando ad abbassare pericolosamente la voce
« Devo ripetertelo
più piano? Lord Megatron
non è stato
terminato. Lui-»
«TARN,
problema!» lo interruppe Kaon, collegandosi allo
schermo più grande
«Guardate!»
–
…
qui è Spectrus Specter che parla, ufficiale
Autobot… ex. Non che faccia
differenza rispetto a quanto sto per dire in questo messaggio, che
spero
raggiunga più persone possibile. –
«Spectrus?!»
si stupì Spectra,
sgranando ulteriormente le ottiche già grandi.
«Lo
abbiamo praticamente ammazzato,
come fa a essere lì?!» esclamò Helex,
allibito.
«Ha
registrato questo video in
anticipo, se non tutto almeno una parte» disse Tarn, dopo un
attimo di stupore iniziale
«Quando non era ferito. Vedete? E
ora il
suo compare lo sta mandando in onda!»
–
Sarò
breve: Megatron è morto. Le immagini qui presenti,
provenienti dalle telecamere
della Nemesis, sono reali. –
Mentre
Spectrus parlava sullo schermo
comparvero in sequenza tutte le azioni di cui gli Autobot si erano resi
protagonisti una volta entrati nella Nemesis: Soundwave e la sua
disfatta -solo
Primus sapeva dove potesse essere finito, con gli effetti combinati di
tre
Ponti!- la battaglia contro Shockwave, Knockout, Starscream, i
vehicons, la
battaglia di Optimus contro Megatron… e soprattutto Star
Saber nelle mani di
Bumblebee -Bumblebee, un
ricognitore,
uno dei soldati Autobot di grado più basso- che penetrava il
petto di Lord Megatron
come fosse stato di burro, per poi lasciarlo precipitare al di
là della struttura
ad anello.
La
sensazione di gelo che Tarn aveva
provato nel rendersi conto che il sogno di Spectra poteva essere reale
come lo
era stato riguardo il suo passato era niente confrontata a
ciò che sentiva in quel momento.
Non
riusciva a distogliere lo sguardo
da quelle immagini e non ci riuscì neppure quando il video,
spietato, zoomò
sugli ultimi attimi di vita della persona che per lui aveva significato
tutto
nel corso della sua “terza vita”, le persona al cui
altare aveva sacrificato tutto
quel che gli era più caro e per cui stringeva i denti ogni
volta in cui dei
dubbi sul proprio lavoro si facevano strada nel suo cervello; la
persona per la
quale aveva, tempo addietro, scelto di diventare un mostro proprio come
lo
definivano.
“Non
sempre, non con tutti” -forse
non avrebbe mai rivelato quanto avessero significato per lui quelle
parole
sentite da quella persona… anche se
colei che gliele aveva dette, ossia Spectra, era a meno di un metro da
lui- ma
per la maggior parte delle persone decisamente
sì, per quanto potesse
cercare di
giustificare in qualsiasi modo l’atrocità di quei
suoi atti.
–
Megatron
è morto e i suoi più alti ufficiali difficilmente
potranno causarvi problemi,
essendo riusciti a perdere anche il loro incrociatore
– continuò Spectrus –
Stesso dicasi per i suoi boia preferiti.
La Decepticon Justice Division ha qualche problema con lo scafo della
propria
nave al momento e si trovano sul pianeta blu TX108776. A voi calcolare
le
distanze. –
«GRANDISSIMO
PEZZO DI SCARTO-» si fece sentire Nickel prima di
tutti gli altri.
“Nel
registrare il video aveva
previsto il danno che avrebbe fatto” comprese Tarn.
Stava
ribollendo di rabbia e
disperazione pura, senza però smettere di
aggrapparsi ossessivamente a una
speranza che ormai sembrava stupida persino a lui.
“Potrebbe
essere un trucco. Potrebbe
aver fatto questo video col solo scopo di seminare il caos. Lord
Megatron
potrebbe essere ancora online, non è morto, non è
morto, non è morto-”
–
Volete
riprendervi quel che era vostro e loro vi hanno portato via? Volete
essere voi
a portare via qualcosa ai Decepticon? Il momento è questo.
C’è un impero da
fare a pezzi, sbrigatevi ad accaparrarvi il vostro prima che qualcuno
se lo
prenda al vostro posto! –
Quell’ultima
frase in pieno stile
Spectrus Specter concluse il messaggio.
«Non
è detto» dichiarò Tarn, con la
sensazione che la sua voce stesse uscendo dalla bocca di un estraneo
«Potrebbe
essere tutto un falso e in ogni caso, se anche facesse agitare un po'le
masse, per
il momento restano le chiacchiere un tizio qualunque su extranet.
Non-»
«Quelle
di Specter maschio sì… le sue invece
no!» esclamò Kaon,
ingrandendo una nuova diretta.
–
Tossici
e tossiche di tutta la galassia, qui è Stiria Shaula che vi
parla. Questa è una
comunicazione istituzionale. –
Stiria
Shaula. Logico. Chi altri se
non quella femme che continuava a essere un pugno in un occhio per i
colori e
uno strazio per l’udito avrebbe potuto decidere di dire la
propria avendo una
sorella che, come aveva dato a loro delle anticipazioni riguardo il
futuro,
doveva aver fatto lo stesso con lei?
L’impressione
di Tarn era quella di
star assistendo in diretta e del tutto impotente a un terribile
incidente tra
astronavi o a una catastrofe naturale. La differenza era che in quella,
di
catastrofe, non c’era proprio nulla che fosse
“naturale”.
–
Di
sicuro avete visto anche voi il video che sta girando in rete riguardo
la morte
di Megatron: fonti accertate mi confermano che non è un
fake, è tutto vero al
cento per cento. Ciò significa che i territori Decepticon
sono “territori di
chi può prenderseli” e che da ora Pettinathia
si espande! –
«Quelle
sono le colonie Decepticon
vicine ai confini con la costellazione dello Scorpionokor!»
esclamò Dreadwing
mentre i cannoni dell’astronave di Stiria, inquadrati,
sparavano con un boato
qualcosa di totalmente impercettibile a occhio nudo.
–
Avrete
notizie riguardo l’apertura della nuova succursale appena
avrò sistemato alcuni
dettagli. Ciao ciao! –
Stiria
aveva inquadrato nuovamente se
stessa nel dire quelle ultime cose ma i sensori ottici di Tarn si erano
fissati
su altro, defilato rispetto alla giovane seeker al centro della scena:
due
femme perfettamente identiche che giocavano a un gioco antico che
consisteva
nel togliere bastoncino dopo bastoncino da una torre senza farla
cadere. Una
delle due fallì nell’impresa al primo
“ciao”, facendo crollare l’intera
struttura.
“Condoglianze.
M-megatron è morto. E tu eri con me… e non
lì”.
“C’è
stata una comunicazione di Optimus Prime su tutte le linee, ha detto
che Lord Megatron è stato eliminato,
Tarn-”
“E,
sempre forse, se fossi stato lì Lord Megatron non sarebbe
morto!”
“Sarò
breve: Megatron è morto”.
“C’è
un impero da fare a pezzi, sbrigatevi ad accaparrarvi il vostro prima
che qualcuno se lo prenda al vostro posto!”
“Riguardo
la morte di Megatron… è tutto vero al cento per
cento”.
E
in quello stesso istante anche il
suo processore crollò sotto la consapevolezza di quel che
era accaduto e a cui
non c’era rimedio: Lord Megatron non c’era
più.
Sentì
se stesso dare ordine di
cercarne il corpo, che considerando la posizione della Nemesis non
doveva
essere troppo lontano, sentì solo vagamente il resto della
sua squadra cercare
di chiamarlo, poi solo freddo, neve, la luce rossastra riflessa su quel
deserto
ghiacciato nel quale procedette mentre il suo respiro si faceva sempre
più
difficoltoso, soffocato in una sensazione maledettamente familiare per
il suo
sistema di ventilazione.
“No,
no, NO-”
Cercò
di restare in piedi ma fu
inutile, trovandosi in ginocchio subito dopo. Proprio come una volta,
quando
Lord Megatron non gli aveva ancora dato uno scopo, quando era ancora
uno scarto.
“Puoi
cambiare aspetto, ma non puoi nasconderti da quel che siamo!
Deboli. Insicuri. Ossessivi. Dipendenti! Questo siamo! Questo sei!
Questo sarai
sempre!”
Strinse la
testa tra le mani cercando di cacciare via
l’immagine di quel suo clone malridotto -il clone di Glitch-
che la strega gli
aveva mostrato e, sempre con la testa tra le mani, si trovò
seduto nella neve.
Non aveva
forse avuto ragione, quel clone? Debole, insicuro,
ossessivo… e dipendente dal sommo Lord dei Decepticon, ormai
offline. Cos’era
lui ora, senza Lord Megatron?
La cacofonia
di pensieri continuò a ruggire nel suo processore,
e nessuno giunse a dargli una risposta.
***
«…
e nel caso in cui sia sopravvissuto ci ha disegnato un
bersaglio grosso così sulla schiena, soprattutto a
Bumblebee! Ecco dove voleva
andare a parare, ecco perché non voleva che incontrassimo la
DJD mentre eravamo
nella Nemesis!»
Optimus Prime
guardò Cybertron, di nuovo viva e splendente
sotto di loro dopo che avevano utilizzato l’Omega Lock
direttamente nel Pozzo.
I lavori di sistemazione sarebbero stati lunghi ma il più
era fatto e anche i
testardi che non avevano mai abbandonato quel pianeta morto erano
sicuramente
felici del cambiamento.
«Le
nostre azioni di per sé ci hanno resi un bersaglio,
Arcee, questo era da mettere in conto».
«Non
quello principale! Non necessariamente considerando che
Spectrus li aveva attirati lontano. Dopo quel video però non
avranno più
dubbi!»
Il leader
degli Autobot era riuscito a ottenere quel che
aveva sempre desiderato… ma a che prezzo?
La guerra era
finita ma tutta quella vicenda gli aveva
lasciato in bocca un sapore amaro, non solo per essersi dovuto alleare
con
Spectrus -e chissà qual era stato il destino di questi. A
guardarlo non era sicuro che quel video non fosse stato pre-registrato.
Optimus aveva
la sensazione che, sebbene la fazione dei
Decepticon fosse destinati a essere funestata da una guerra civile di
proporzioni gigantesche, neppure loro sarebbero stato risparmiati da
una serie
di problemi che doveva ancora iniziare.
«Faremo
come abbiamo sempre fatto: affronteremo tutto
come una squadra. Abbiamo dimostrato di essere in grado di sopravvivere
a
qualsiasi cosa la vita ci abbia lanciato addosso e continueremo a farlo
per il
bene di Cybertron, della Terra, di tutti quanti»
affermò Optimus accarezzando
le braccia della moglie, esili quanto in grado di tirare pugni
abbastanza forti
da stendere seekers ben più grossi di lei «Incluso
il nostro in quanto compagni
di vita».
Arcee, dopo
qualche istante di serietà, riuscì a
sorridergli. «Essere Autobot significa anche questo. Non
credo che la nostra
vita matrimoniale sarà mai tranquilla».
«Siamo
in due a non crederlo… ma funzionerà lo stesso.
Io ci
credo».
Disse
così e finché fosse durata, fino a quanto
terminazione
non li avesse separati -sperando che ciò accadesse il
più tardi possibile e per
vecchiaia- Optimus era certo che l’avrebbero entrambi fatto
davvero.
***
Le
dodici ore seguite alla morte di
Megatron erano come volate per Spectra Specter, che aveva visto
declinare le
proprie offerte di aiuto nel riparare l’astronave. Non
avevano torto a dirle
che non doveva sforzarsi -stava meglio ma non
“bene”- e che non era un
ingegnere né poteva muovere carichi pesanti, ma aveva
ritenuto che offrirsi
fosse il minimo. Vos, Tesarus e Helex, che si occupavano delle
riparazioni
mentre Nickel rimetteva in funzione l’infermeria e Kaon
scandagliava l’oceano
nei dintorni in cerca delle spoglie di Megatron, sembravano aver
apprezzato.
Quanto
a Tarn, dalla sera prima
nessuno di loro aveva avuto sue notizie. Sapevano in che direzione era
andato -le
sue impronte erano evidenti sulla neve- ma nessuno l’aveva
cercato. Spectra
poteva capire che avessero ritenuto opportuno lasciarlo
solo per un po’ ma lei non era sicura che fosse il caso di
prolungare troppo
quel momento di solitudine. Ricordando come si era sentita la prima
volta
in cui aveva pensato di aver perso la persona attorno a cui aveva
sviluppato la
sua intera esistenza era sicura che avere qualcuno vicino
fosse stato un bene. In seguito era andata com’era andata ma
non aveva mentito
dicendo a Dreadwing che senza di lui sarebbe finita male molto prima.
“Io
poi non ho una statua di Spectrus
a cui rivolgevo delle preghiere… e se avesse scritto dei
libri non li avrei
presi come testi sacri” pensò.
Se
lei non era stata bene Tarn di
sicuro stava molto peggio, con la differenza che per ora nessuno gli
stava
tendendo la mano. Molti avrebbero detto che Tarn non avrebbe meritato
nulla di
simile a prescindere -essendo… se stesso- ma per
quanto i “molti” avessero
tutte le ragioni di questo mondo e Spectra lo
riconoscesse non poteva evitare di
ricordare il modo in cui era
stata riaccolta e trattata nell’ultimo periodo. Allo stesso
modo non poteva
evitare di ricordare il momento in cui si era risvegliata in piena
notte e
aveva trovato Tarn lì, accanto alla cuccetta, non per ordini
superiori ma
perché aveva voluto esserci.
“Pensi
ancora che ti abbia salvata e fossi nell’infermeria
perché
‘costretto’, Spectra?”
Poteva
non ritenersi particolarmente
sveglia ma che lui e gli altri fossero sinceri nel modo di porsi e
tenere a lei
risultava evidente. Le avevano teso la mano e lei l’aveva
presa, ora forse era
il caso di ricambiare per quanto le era possibile. Anzi, non solo
“era il
caso”: era quel che lei riteneva giusto fare e, soprattutto,
quel che lei voleva fare.
Le
circostanze sembravano a favore di
quell’idea… e meno a favore di Dreadwing,
purtroppo, almeno a sentire quel che
le stava dicendo. Erano andati a parlare sul
“tetto” della Peaceful Tiranny
-ovviamente dopo che lei si era avvolta una coperta termica attorno-
posto che
avrebbe potuto garantire loro un po’di privacy.
«…
il caos. Profughi dai quadranti
vicini, sottufficiali di sottufficiali che hanno iniziato a farsi la
guerra uno
con l’altro… immaginavo che la situazione da
quelle parti non sarebbe stata semplice
ma non credevo che sarebbe degenerato tutto così tanto in
fretta. Non sono
sicuro di come fare per…» il Decepticon si
interruppe «Io volevo andare lì con
a te, riprendere il controllo di quel quadrante stellare e cercare di
tenere
insieme quanto più possibile essendo l’unico
ufficiale Decepticon di alto grado
ad aver dato segni di vita, ma se le cose stanno così non
è sicuro. Sarebbe
come trascinarti in mezzo a un campo di battaglia».
«È
veramente messo tutto così tanto male?»
«Sì.
Non importa» disse il seeker «A
questo punto non importa. Ricordi quel che avevamo detto tempo fa?
Andare via
insieme, trovare un lavoro. Per me è ancora
valido».
Per
Spectra quello era molto simile a
un déjà-vu. Ovviamente ricordava quella loro
conversazione e, oggi come allora,
aveva ben chiaro che i reali desideri di Dreadwing fossero diversi.
«Tu
ricordi quel che ti ho risposto
io? È ancora valido anche quello».
Non
dubitava della sincerità delle
sue parole e non dubitava che si sarebbe adattato a qualsiasi cosa, ma
sapeva
anche che assecondarlo sarebbe stato un gran peccato. Non era saggio
né giusto
che Dreadwing mandasse all’Unicron tutti i propri sogni e
tutti i propri
progetti per lei quando, con un po’di pazienza, avrebbe
potuto riuscire a
ottenere tutto.
«Spectra-»
«Per
ora sei l’unico ufficiale
Decepticon di alto grado che si sia fatto vivo, lo hai detto proprio
adesso,
perfino io arrivo a capire quanto potrebbe essere importante per i
Decepticon che
tu torni lì e cerchi di rimettere in ordine le cose. Tu sei
stato il secondo in
comando, ti conoscono, ti rispettano» disse la femme
«Vuoi veramente lasciar
perdere tutti i tuoi programmi?»
«Se
questi programmi non ti
comprendono, sì».
«E
se mi comprendessero, ma più
tardi?»
Dreadwing
le diede una lunga
occhiata.
«Spiegami».
«Tu
torni lassù e fai quel che vuoi
fare senza dover pensare di continuo a come tenermi al sicuro, e io
fino ad
allora… mi considerano una di loro» Spectra
indicò l’astronave con un cenno
«Parte della “famiglia”e con me si sono
comportati di conseguenza quando ne
avevo bisogno. Credo che ora invece siano loro ad avere bisogno della
squadra
al completo, che include anche me».
Dreadwing
non sembrava felice ma non
stava neppure dicendo “Non se ne parla”; era
logico, a entrambi sarebbe dispiaciuto e dispiaceva separarsi di nuovo
per fare
quel che avevano in mente, ma la proposta di Spectra aveva senso ed era
vero che Dreadwing avrebbe avuto molta più
libertà di azione. Per quanto
Spectra fosse in grado di difendersi era chiaro che non fosse qualcuno
da
portare “in un campo di battaglia” o che avrebbe
potuto aiutarlo granché in
combattimento.
«Dici
“loro” e intendi “lui”, sempre
che non si sia già… sai cosa intendo»
disse Dreadwing, ipotizzando un possibile
suicidio «Lord Megatron è stato terminato. Non so quanto restare con la DJD
possa essere
“sicuro”, proprio perché è
tutto molto instabile» continuò «Se Tarn
tornasse indietro e iniziasse a
uccidere tutti? Se non lo facesse, se ti tenesse al sicuro ma poi
decidesse di
non lasciarti andare via?»
«Lord
Megatron ha fatto in modo che
io potessi decidere dove e con chi stare…»
«Ed
è morto. Una cosa come quella che ho detto
potrebbe diventare la causa di
un conflitto in futuro, non so quanto valgano le sue parole per lui ora
che Lord
Megatron non c’è più».
«Valevano
abbastanza
da non terminarti subito
quando gli hai fatto notare che forse lasciandoti uscire avremmo potuto
evitare
tutto questo. Può andare come dici tu oppure può
andare in modo diverso e posso
diventare una ragione perché si vada tutti
d’accordo» disse Spectra, augurandosi che la
prospettiva di poterla danneggiare in un eventuale conflitto sarebbe
riuscita a far sì che entrambe le parti restassero
più tranquille. «Per ora non
possiamo sapere cosa succederà ma credo che se tu non
provassi ad andare lì finiresti
a pentirti».
«Spero
di non pentirmi di averlo
fatto, invece» disse il seeker dopo qualche attimo di
silenzio «Non sarebbe la
prima volta. È davvero questo che vuoi? Sei
sicura?»
Spectra
annuì. «Lo sono».
«Mi
farò sentire ogni volta che
potrò. Appena sarò riuscito a rendere il tutto
abbastanza sicuro tornerò a
prenderti» affermò Dreadwing «Hai la mia
parola».
Il
seeker fece scendere entrambi a
terra prese il volo poco dopo, non senza essersi voltato indietro
un’ultima
volta per stringerla in quello che per qualche tempo, probabilmente per
qualche
vorn, sarebbe stato il loro ultimo abbraccio… anche se in un
futuro ancora
tutto da scrivere avrebbero avuto tempo di recuperare.
Spectra
diede un’occhiata alla propria
sinistra, intercettando lo sguardo di Helex, Vos, Tesarus e Nickel che
doveva
essere uscita a controllare come procedevano i lavori.
«Mi
sa che rimarrò a farvi compagnia»
disse Spectra «Non per sempre ma di sicuro per un bel
po’».
«Biscotti!»
esclamò Helex, visibilmente soddisfatto.
Nickel
alzò gli occhi al soffitto.
«Le priorità, Helex!... ne siamo felici. Pensavamo
che saresti partita».
«Voi
c’eravate quando ho avuto
bisogno, ho la possibilità di fare la stessa cosa. Mi sono
affezionata anche a
voi, sapete?»
Suonava
assurdo se rapportato a una
squadra di assassini, eppure era la verità. Se
c’era qualcosa che Spectra aveva
imparato, oltre al fatto che per lei nell’Universo ci fosse
di peggio, era che
si potesse trovare del bene nei luoghi più impensati.
***
«…
I Decepticon non abbandonano i propri compagni, lui non
ha abbandonato me in quel posto
quando ero ferito e noi non lo abbandoneremo ora. Ormai è
fuori da più di
ventiquattro ore» disse Tesarus, riferendosi al proprio capo
«Se entro
domattina non torna noi andiamo a recuperarlo».
Un discorso
simile sarebbe stato vicino all’impensabile in
altre realtà, per quanto i membri della DJD potessero
essersi affezionati al
proprio capo, ma lì le cose erano diverse e Tesarus non era
il solo ad aver
espresso pensieri simili. Sembrava che Tarn fosse riuscito a farsi
temere, a
farsi rispettare ma anche a farsi volere bene dai membri del suo team,
forse
perché nel tempo lui per primo aveva mostrato di tenere a
loro. Tesarus non
aveva dimenticato il modo in cui Tarn e Helex l’avevano
sollevato così che
anche lui riuscisse a non essere divorato dalle creature della strega
in quel
posto maledetto, così come Kaon non si era dimenticato
dell’abbraccio ricevuto
quando Tarn, sempre in quel frangente, lo aveva ritrovato vivo e
nessuno di
loro aveva dimenticato gli sforzi fatti dal loro capo per togliersi di
dosso
almeno la dipendenza da nucleon. Non sarebbe stato tenuto a farlo ma
lui
l’aveva fatto comunque, per se stesso e anche per loro.
Spectra
Specter non sapeva nulla di tutto questo -non poteva
saperlo dato che certi retroscena non le erano stati ancora raccontati-
ma
vedere da lontano tutto il gruppo annuire alle parole di Tesarus era
sufficiente e, in pieno stile Spectra, era sufficiente anche per
decidere anche
di uscire dall’astronave per andare a cercare il loro
comandante. Aveva ancora
indosso la coperta termica, dunque Nickel non avrebbe potuto
rimproverarla per
aver preso freddo.
“Spero
di trovarlo vivo” pensò Spectra, memore
dell’allusione di Dreadwing a un possibile suicidio.
Purtroppo non era campata
per aria ma sperava tanto che il seeker si sbagliasse.
Avvistare
le
bioluci violacee di Tarn in lontananza le tolse
un gran peso dalla Scintilla.
«Tarn?»
lo chiamò, avvicinandosi ulteriormente a lui
«Sei-»
Si interruppe
notando che, al di là di un’espressione del
tutto assente, i pugni del Decepticon erano talmente stretti da far
fuoriuscire
energon dalla ferita.
«Tarn?...»
Chiamarlo
nuovamente non sortì alcun effetto, così come non
ne ebbe stringere una mano del mech tra le proprie nella speranza che
il
contatto ne avesse… almeno in principio. In seguito, con suo
gran sollievo,
avvertì la stretta allentarsi gradualmente, trovandosi
infine a stringere tra
le proprie mani quella aperta e ferita del Decepticon.
L’energon che
fuoriusciva dalla ferita che si era inflitto stava sporcando anche lei
ma in
quel momento non le sarebbe potuto importare meno.
«Sei
qui fuori da un pezzo… non vuoi tornare nella nave?
So
che Messatine non è troppo diverso e sei abituato ma non ti
fa bene stare fermo
qui fuori».
Da Tarn, che
continuava a fissare la notte e la neve davanti
a sé, non arrivarono reazioni.
«Perlomeno
adesso so per certo che sei online. Iniziavo a
preoccuparmi» continuò lei.
Di nuovo,
nessuna reazione.
“Forse
non dovevo venire qui, non sembra essere stato utile”
pensò Spectra “No, non è vero, ha
smesso di ferirsi, qualcosa di buono l’ho
fatto”.
«Se…
se vuoi ancora un po’ di tempo per conto tuo ti lascio
stare ma non farti male di nuovo, va bene?»
Lasciò
andare con garbo la mano del mech e fece per
allontanarsi, salvo trovarsi trattenuta da lui l’attimo
seguente.
Altri al suo
posto si sarebbero pentiti di tutti i propri
peccati temendo di trovarsi in breve tempo con la Scintilla distrutta
per
essersi avvicinati a una persona tanto pericolosa in un momento simile,
Spectra
invece non si scompose neppure quando venne sollevata e presa in
braccio, al
riparo dalla neve e dal vento gelato che si era alzato nel frattempo.
La
coperta termica l’avrebbe protetta ma qualsiasi gesto che
potesse confermare il
fatto che Tarn ora fosse “presente” era il
benvenuto.
Fu lui, dopo
qualche minuto di silenzio, a parlare per primo.
«Non
dovevi venire qui» disse, in totale contrasto con le
precedenti azioni «Non avresti dovuto vedermi in questo
stato».
«Tu
mi hai vista quando ho cercato di farmi uccidere, c’eri
quando mi sono risvegliata in infermeria» replicò
Spectra, con tutta la
tranquillità possibile «Siamo pari».
«Non
è la stessa cosa. La mia posizione è diversa
dalla
tua».
«Quel
che pensavi di me prima della faccenda nel bosco è
cambiato? Dopo hai iniziato a stimarmi di meno?»
Quali
potessero essere i motivi per cui lui la riteneva
degna di stima e di considerazione era qualcosa che lei non aveva
ancora
afferrato, nonché del tutto irrilevante in quel momento. Non
era di lei che si parlava, non era lei quella messa peggio tra loro due.
«Mai»
rispose il Decepticon, con una nota calda prima
assente nel suo tono di voce.
«Ecco!
Neppure io lo farei con te. Mai».
Da Tarn, che
per la prima volta da quando l’aveva raggiunto
posò il proprio sguardo su di lei, non giunse risposta di
alcun tipo. Fosse
perché non voleva darne o perché non ne aveva,
non si poteva sapere.
«Vuoi
parlarne?» domandò lei, dopo aver aspettato un
po’.
«Lord
Megatron è morto, Spectra, “parlarne”
non lo riporterà
indietro. Io dovevo fare una cosa, una,
e non ci sono riuscito perché per tutto
il tempo ho guardato da un’altra parte. Non
c’è molto da dire e c’è ancor
meno
da fare. Non riesco a credere che sia successo. Mi sembra un
incubo».
Su quel punto
Spectra riusciva a capirlo. Pur avendolo
sognato per due volte anche a lei sembrava impossibile pensare che Lord
Megatron fosse davvero offline,
specie perché da ciò che si sapeva era
sopravvissuto a talmente tante cose nel
corso della propria vita da far iniziare a pensare che non potesse
morire
affatto; invece era successo ed era stato ucciso da un Autobot
qualunque,
nemmeno dal suo nemico giurato e tantomeno da Spectrus, al contrario di
ciò che
lui, Tarn e il resto dei Decepticon avevano immaginato.
Stavolta
Spectra non sapeva bene cosa dire, non era neppure sicura
che ci fosse qualcosa da poter dire a una persona in quella situazione,
ragion
per cui fece quello che le veniva spontaneo -e quel che Dreadwing aveva
sempre
fatto con lei in certi momenti: con la massima delicatezza possibile,
lasciandogli tempo di fermarla se avesse voluto, lo strinse a
sé in un
abbraccio, lasciando che poggiasse la testa contro il suo petto.
Il suo gesto
non venne rifiutato, neppure le sue carezze e,
al contrario, dopo pochissimi istanti poté sentire Tarn
rilassarsi
completamente sotto di esse.
«Puoi
aver guardato da un’altra parte ma era la parte che
Lord Megatron ti aveva indicato. Non penso che potessi fare
altro» disse la
femme, in totale onestà, dopo qualche minuto.
«Non
è vero. Ci hai avvisati. Ci hai detto più volte
di non
essere convinta della nostra interpretazione ma non ti abbiamo
ascoltata, non
fino in fondo, e ora sta andando tutto in pezzi»
mormorò Tarn «Quale può
essere il posto della DJD in quella che riesco già a
immaginare come una faida
tra gruppi più o meno consistenti di Decepticon alla deriva?
Non c’è nessuno
capace di prendere il posto di Lord Megatron e tenere unito
l’impero così
com’è. Non Soundwave, se anche non fosse disperso,
non Starscream, che se per
disgrazia proverà ad allungare le mani dove non deve
troverà le mie attorno al
suo collo e neanche Dreadwing, sebbene… immagino che abbia
ancora una certa
influenza nei quadranti stellari dov’era al comando prima di
arrivare qui».
«È
così» confermò Spectra «Ma
non è più lì da tempo e la
situazione non è stabile né sicura per il
momento, tra le minacce interne e
quelle esterne. Così mi ha detto».
«Mi
auguro per lui che in tutto ciò riesca a darti
una… una
protezione adeguata. Quando andrete
lì».
«Dreadwing
è già partito. Niente Ponte Spaziale, niente
astronave, quindi era meglio che si muovesse in fretta».
Tarn,
visibilmente stupito nonostante la maschera, tornò a
guardarla dritto in viso. «Vuoi dire… intendi dire
che tu-»
«Se
avesse dovuto pensare di continuo alla mia sicurezza E a mettere in ordine
quel che deve non
avrei fatto altro che rallentarlo» spiegò
brevemente Spectra «E pensiamo
entrambi che avrà molto da fare per un bel po’di
tempo. Fino ad allora…»
«Resterai?
Fino ad allora?»
Spectra
annuì. «A meno che tu nel frattempo abbia cambiato
ide-»
«No»
la interruppe Tarn «No, non ho cambiato idea. Sono
lieto che tu mi veda come qualcuno che può tenere fede a
quel che aveva detto
tempo fa sul fare in modo che fossi tranquilla e al sicuro,
nonostante…
l’inefficienza».
«Non
ho alcun dubbio sul fatto che tu possa riuscirci ma
questo non è il solo motivo per cui sono rimasta. Mi avete
fatto capire che mi
considerate parte della squadra, dunque voglio esserci quando
c’è bisogno, così
come ci siete stati voi quando sono stata io ad averne avuto.
È normale che sia
così» aggiunse Spectra, con un breve sorriso
«Avendo la possibilità di farlo,
lo faccio».
Spectra non
era sicura di cosa stesse pensando Tarn -il modo
in cui la stava guardando era per lei difficile da interpretare,
complice anche
la maschera- ma, qualsiasi cosa fosse, si augurava di averlo convinto
della
sincerità delle proprie parole; non perché
pensasse di avere di che temere, ma
perché voleva chiarire che sfruttarli non era nelle
sue intenzioni.
«“Normale”
per te. Considerando quel che è successo, ora più
che mai non posso evitare di chiedermi cosa possa aver fatto
per…» il Decepticon
fece una breve pausa, per poi schiarirsi la voce «Ho
compreso. Apprezzo il
pensiero e confermo puoi considerare casa tua la mia astronave e la
base di
Messatine. Lo sapevi già ma non fa male
ripeterlo».
«E
io ti ringrazio per questo. Torniamo indietro?» disse
Spectra, e
fece un cenno in direzione della nave «Non sono la sola a
essersi preoccupata».
«Trovandoci
su un pianeta ostile, al di là del disastro, è
ovvio che siano tesi alla prospettiva di restare senza una
guida».
«Non
è solo questo, visto quel che è successo sono
preoccupati davvero. Lo ero io, figurati loro che ti conoscono molto
meglio di
me. Ho sentito Tesarus dire di voler cercare di
“recuperarti” al massimo
domattina. “I Decepticon non abbandonano i propri compagni,
lui non ha
abbandonato me in quel posto quando
ero ferito e noi non lo abbandoneremo ora”»
riferì Spectra «Non so di che posto
parlasse ma non mi sembra una cosa che direbbe qualcuno che vuole solo una guida.
Quindi… torniamo dagli
altri? Torniamo a casa?»
Dopo qualche
istante probabilmente utilizzato per soppesare
le sue parole, Tarn annuì. «Sì.
Torniamo a casa».
Il Decepticon
si alzò in piedi e, fatto questo, la prese
nuovamente in braccio prima di incamminarsi verso la Peaceful Tiranny.
«Per
quanto tu stia meglio e abbia avuto il buonsenso di
coprirti è stato azzardato uscire con questa temperatura.
Quando faremo ritorno
su Messatine sarà diverso perché sarà
passato più tempo ma fino ad allora -o
meglio, fino a quando saremo costretti a restare qui- cerca di fare
attenzione.
Non devi esporti a rischi, fossero anche minimi, a causa
mia».
«Va
bene» disse Spectra «Però non mi pento
di nient… oh, ci
sono anche gli altri!»
Il resto della
DJD, incluso Kaon in arrivo sulla sedia
fluttuante, si fermò a metà strada nel vederli
arrivare. Probabilmente si erano
accorti della sua sparizione improvvisa e avevano notato la seconda
serie di
impronte nella neve.
«Aggiornamenti?»
disse Tarn, prima che uno di loro potesse
dire qualsiasi cosa.
«Gli
scanner sono riusciti a rilevare il corpo di Lord
Megatron» disse Kaon, dopo un attimo di esitazione
«Sto rimettendo a punto il
sistema del Ponte Terrestre così che qualcuno possa scendere
sul fondale a
recuperarlo».
«Ottimo.
Non permetterei mai che i Suoi resti arrugginiscano
in questo posto, avrà una degna sepoltura da
un’altra parte» fece una breve
pausa «So della vostra apprensione per il mio stato. Non
è più necessaria ma è…
apprezzata».
“Sul
fatto che non sia più necessaria avrei molto da ridire
ma è già qualcosa che sia tornato indietro. Che
abbia ammesso di apprezzare
l’esserci preoccupati per la sua salute poi è
incredibile” pensò Nickel.
Diede a
Spectra un’attenta occhiata e vide che sembrava del
tutto tranquilla, il che era ottimo, ma c’era qualcosa che la
minicon non
poteva fare a meno di chiedersi: era davvero rimasta lì di
sua volontà o nei
piani di Dreadwing c’era quello di sfruttare
l’attaccamento mostrato da Tarn
nei confronti di quella femme in modo che lei -col tempo e sfruttando
la
fragilità altrui- potesse convincerlo a stare dalla sua
parte?
Avendola in cura
sapeva bene che uno dei motivi che aveva spinto Spectra a cercare di
andare offline era stato il terrore di poter
diventare un
essere maligno e manipolatore com’era -o “era
stato”, ormai- il fratello,
quindi era ben difficile che nelle sue intenzioni potesse essere
presente la
voglia di fare dei danni a qualcuno, e forse la futura
neutralità verso il seeker in questione poteva non essere
una delle prospettive
peggiori…
ma non era quello il punto: ciò che Nickel sperava era che,
oltre a non avere
brutte intenzioni, i suoi sentimenti verso di loro fossero
reali come lo erano i loro nei suoi riguardi.
Che lei si fosse spinta a cercare Tarn nella neve mentre lui era in quelle condizioni
se non altro suggeriva di sì.
«Ritengo
che troveremo il nostro posto nel nuovo stato delle
cose e dichiaro l’Autobot che ha terminato Lord Megatron
quale nuovo principale
bersaglio» dichiarò il comandante della DJD
«Lui e gli Autobot che erano
presenti pagheranno carissimo quel che hanno fatto».
«Non
vediamo l’ora» disse Tesarus, senza alcuna ironia
«Se
anche, avendo preso la Nemesis, avessero usato l’Omega Lock
per ridare vita al
pianeta non potranno goderselo granché».
«Il
colpo di fortuna che hanno avuto nel riuscire a cogliere
di sorpresa Lord Megatron non si ripeterà»
concluse Tarn.
«Se
dovessi fare di nuovo sogni come l'ultimo giuro
che ve lo dirò» aggiunse Spectra.
«E
noi non
commetteremo lo stesso errore due volte».
Rientrarono
nella nave tutti insieme, in attesa che il
sistema del Ponte Terrestre tornasse online.
***
Il periodo che
si prospettava davanti a tutti quanti non
sarebbe stato semplice per i Decepticon rimasti. Lo smembramento di un
impero,
la ricerca di uno scopo all’interno dei nuovi equilibri che
già in quel momento
si stavano venendo a creare, il dover affrontare drammi personali
più o meno
profondi e la consapevolezza che certi conti e certi rapporti con
alcune
persone fossero ancora in sospeso… ma in tutto questo
c’era almeno una cosa
buona: erano insieme. In certi casi fisicamente, in altri per il
momento solo spiritualmente, ma lo erano.
Nella stanza
privata che le era stata assegnata all’interno
dell’astronave -dirimpetto a quella di Tarn- Spectra Specter
terminò la sua
conversazione con Dreadwing. Il seeker aveva iniziato già da
ora a mantenere la parola
riguardo il farsi sentire appena possibile ed era arrivato senza
intoppi alla
prima delle fermate previste nel proprio tragitto.
Lei come gli
altri aveva ancora molto lavoro da fare, principalmente
su se stessa… ma, essendo meno ingenua di quanto fosse al
proprio arrivo sulla
Terra, avendo progetti abbastanza definiti che lei aveva deciso riguardo
il proprio futuro, trovandosi circondata
da persone che le
volevano bene, che erano
interessate alla sua salute e che apprezzavano davvero
la sua presenza nelle
loro vite, si stava
convincendo che un giorno sarebbe riuscita a rimettersi in piedi sul
serio, dopotutto.
*La vicina di
casa a cui si riferisce Tarn è la disgraziata
che compare in “I vicini di casa peggiori della
storia” :D
Stento a
credere che sia finita ma… è finita.
Dopo oltre due
anni, dopo aver visto iniziare a concludere
altre due fanfiction mentre non
scrivevo questa, è FINITA.
I miei
ringraziamenti vanno a tutti coloro che hanno
continuato a leggere questa storia, che nonostante tutto ha avuto
più “feedback”
di quanto inizialmente avessi previsto (… avevo previsto
“zero”, quindi
figuriamoci xD).
Ringrazio
tutti coloro che hanno letto, che l’hanno messa
nelle proprie liste e che hanno deciso di recensire.
In particolar
modo ringrazio MilesRedwing la quale, se non qui
su Wattpad, ha sempre fatto in
modo che il suo entusiasmo riguardo questa storia e tutto
ciò che l’accompagna
mi arrivasse forte e chiaro :D
Anche questo
disegno era uno spoiler? Sì :’D
Alla
prossima… non so dove, non so quando, ma alla prossima!
:D
_Cthylla_
|