Too hot to be...
Titolo: Too hot to
be...
Autore: My
Pride
Fandom: Super
Sons/Superman
Tipologia: One-shot
[ 950 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Jonathan
Samuel Kent, Damian Wayne
Rating:
Giallo
Genere: Generale,
Fluff, Slice of Life
Avvertimenti: What if?,
Slash
200 summer
prompts: Cereali ||
Quando è stata l'ultima volta che hai dormito? || "Torna a
letto"
BATMAN
© 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
Damian
aveva cominciato a masticare quei cereali a occhi chiusi, con i radi
peli del petto imperlati di sudore e i capelli incollati alla fronte.
Si era liberato della canotta mentre
dormiva ed era
rotolato il più lontano possibile da quella stufa di Jon,
ottimo
durante le serate invernali ma assolutamente da evitare in nottate
estive come quella, con il termostato che segnava quasi i quaranta
gradi e le luci delle strade di Metropolis che illuminavano la dannata
stanza a giorno nonostante le tende chiuse. Odiava passare i fine
settimana nell’appartamento di Jon proprio a causa di tutta
la
luminosità che sprigionava quella stupida città,
ma
sapeva di essere debole per gli occhioni azzurri del suo altrettanto
stupido ragazzo e finiva con l’ingoiare il rospo e andare da
lui.
Però farlo in estate, con quel caldo e Jon che durante il
sonno
si appiccicava sempre più contro di lui per abbracciarlo, lo
faceva pentire di aver accettato… esattamente come quella
sera.
Si era svegliato in un bagno di sudore e aveva cercato di dormire solo
in mutande nel tentativo di trovare refrigerio, visto che il
condizionatore aveva ben pensato di rompersi e la brezza serale gli
aveva letteralmente ricordato l’inferno; aveva quindi provato
a
dormire a pancia in giù, con le lenzuola incollate alla
pelle, e
si era lasciato scappare un gemito quando Jon lo aveva abbracciato a
mo’ di cuscino, borbottando nel sonno e affondando il viso
nell’incavo del suo collo.
Era stato quando Jon gli aveva morso un
orecchio,
mugugnando di volere più cheddar nel suo panino, che Damian
l’aveva spinto via con un’imprecazione e si era
staccato
letteralmente le lenzuola dallo stomaco, passandosi le mani fra i
capelli per ravvivarli all’indietro e barcollare in cucina;
si
era fatto un caffè, lo aveva lasciato sul bancone della
colazione e aveva afferrato i cereali per fame nervosa, ma non aveva
toccato minimamente la sua bevanda solo per attingere ai cereali
direttamente dalla scatola e portarsi generose manciate alla bocca,
sgranocchiandoli ad occhi chiusi come stava continuando a fare in quel
momento. Avrebbe voluto lavorare su un paio di casi in sospeso che gli
aveva inviato Wilkes, ma il caldo e il sonno non aiutavano molto a
concentrarsi e anche le sue palpebre non volevano saperne di restare
alzate, soprattutto se metteva in conto il fatto di aver pattugliato
fino a tardi la sera successiva. Quand’era stata
l’ultima
volta che aveva dormito più di sei ore filate? Nemmeno se lo
ricordava più… stava cominciando a diventare come
Drake.
«Che ci fai qui tutto
solo?»
La voce di Jon gli fece aprire solo un
occhio, ma
continuò a masticare mentre se ne stava riverso sulla
penisola
brontolando tra sé e sé.
«Caldo. Condizionatore
rotto»,
affermò con mezze parole come se ciò spiegasse
tutto,
allungando finalmente una mano verso il caffè per bere un
sorso
e storcere il naso nel rendersi conto di quanto si fosse freddato,
sentendo Jon ridacchiare dietro di sé.
«Posso
usare il mio soffio artico su di te, se vuoi»,
scherzò Jon, ma Damian lo fulminò con lo sguardo
e lui roteò gli occhi. «Okay,
okay, stavo scherzando. Ma non dovresti essere, sai, abituato al clima
torrido?»
ironizzò mentre si avvicinava a Damian, facendo
passare le braccia da sopra le spalle fino al suo petto, ma Damian
grugnì un po’ in risposta.
«Nel deserto la temperatura
precipitava a meno
quattro gradi celsius durante le ore notturne. E a Gotham il caldo non
è mai stato così soffocante»,
spiegò con un
borbottio, tirandosi su. «Quindi non è esattamente
la
stessa cosa».
Jon canticchiò qualcosa in
risposta,
giocherellando con i peli al centro del petto prima di abbandonare il
mento sulla spalla di Damian. «D’accordo,
sapientone.
Adesso cosa ne diresti di smetterla di masticare cereali
alle…» si interruppe per gettare uno sguardo verso
l’orologio appeso al muro, baciandogli il collo.
«…cinque del mattino e tornare a letto?»
«Mhnr… tra i tuoi
poteri c’è quello di riparare un
condizionatore?»
«Non che io sappia».
«Allora credo proprio che
resterò
ancora un po’ su questo bel ripiano di marmo»,
brontolò, e Jon sbuffò ilare prima di dargli un
morsetto
sul lobo dell’orecchio, ignorando la sua lamentela.
«Oh, quindi hai davvero
intenzione di passare
tutta la notte qui in cucina e lasciarmi da solo, D?»
Damian masticò qualcosa fra
sé e
sé, annuendo molto lentamente. «Sei una stufa, sei
la
causa del mio accaldamento. Sarebbe controproducente tornare a letto
con te», disse lugubre, ma la cosa fece solo ridere Jon senza
freni.
«Sai, queste parole potrebbero
infuocare
l’autostima di un uomo.- sussurrò contro la pelle
della
sua gola mentre premeva sempre più contro di lui e, essendo
più alto, Damian riuscì a capire perfettamente
cosa
intendeva. Così fu il suo turno di sbuffare ilare,
voltandosi un
po’ per cercare di osservare Jon.
«Di certo con la tua funziona,
da quello che
sento», accennò nel tirargli la punta del naso e
trattenere uno scoppio di risa nel vederlo digrignare i denti e
strizzare gli occhi. «Raffredda i bollenti spiriti, testa
aliena», lo mise a freno, ma Jon si divincolò da
quella
stretta solo per volargli accanto e afferrargli una mano,
così
da trascinarlo a sé nonostante la mezza imprecazione che
Damian
si lasciò sfuggire.
«Conosco un modo per
raffreddare quelli di
entrambi... da un certo punto di vista», sussurrò
sarcastico ad una spanna dal suo viso, e Damian finse di opporre
resistenza quando Jon disseminò sulle sue labbra una piccola
scia di baci.
«Non credo che funzioni
esattamente così, J».
«Scommettiamo?»
Dieci minuti dopo, lasciandosi alle
spalle una scia
di mutande e vestiti che conduceva alla doccia contro cui stava
premendo la schiena tra un ansito e l’altro mentre avvolgeva
le
braccia intorno al collo di Jon, Damian ammise a sé stesso
che
un po’ quella soluzione aveva funzionato davvero.
_Note inconcludenti dell'autrice
Altra
storia per la #200summerprompt indetta dal gruppo Non solo
Sherlock - gruppo eventi multifandom, in questo periodo ci
troviamo con la calura estiva!
Che lo dico a fare comunque, l'idea era un'altra e poi è
diventata questa con sti due porcellini che boh, hanno tante energie
nonostante il caldo (o quasi, visto che nell'inizio penso che ci
rivediamo tutti quanti in questi tempi ahah) mentre qua noi ci
sciogliamo come neve al sole
Io passerei la giornata intera a mollo a bordo piscina e loro invece
trovano il tempo per fare cosacce. Bravi, ragazzi, bravi!
Commenti
e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥
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