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Autore: My Pride    20/06/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Too hot to be... Titolo: Too hot to be...
Autore: My Pride
Fandom: 
Super Sons/Superman
Tipologia: One-shot [ 950 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: 
Jonathan Samuel Kent, Damian Wayne
Rating: Giallo
Genere: Generale, Fluff, Slice of Life
Avvertimenti: What if?, Slash
200 summer prompts: 
Cereali || Quando è stata l'ultima volta che hai dormito? || "Torna a letto"
 

BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Damian aveva cominciato a masticare quei cereali a occhi chiusi, con i radi peli del petto imperlati di sudore e i capelli incollati alla fronte.
    Si era liberato della canotta mentre dormiva ed era rotolato il più lontano possibile da quella stufa di Jon, ottimo durante le serate invernali ma assolutamente da evitare in nottate estive come quella, con il termostato che segnava quasi i quaranta gradi e le luci delle strade di Metropolis che illuminavano la dannata stanza a giorno nonostante le tende chiuse. Odiava passare i fine settimana nell’appartamento di Jon proprio a causa di tutta la luminosità che sprigionava quella stupida città, ma sapeva di essere debole per gli occhioni azzurri del suo altrettanto stupido ragazzo e finiva con l’ingoiare il rospo e andare da lui. Però farlo in estate, con quel caldo e Jon che durante il sonno si appiccicava sempre più contro di lui per abbracciarlo, lo faceva pentire di aver accettato… esattamente come quella sera. Si era svegliato in un bagno di sudore e aveva cercato di dormire solo in mutande nel tentativo di trovare refrigerio, visto che il condizionatore aveva ben pensato di rompersi e la brezza serale gli aveva letteralmente ricordato l’inferno; aveva quindi provato a dormire a pancia in giù, con le lenzuola incollate alla pelle, e si era lasciato scappare un gemito quando Jon lo aveva abbracciato a mo’ di cuscino, borbottando nel sonno e affondando il viso nell’incavo del suo collo.
    Era stato quando Jon gli aveva morso un orecchio, mugugnando di volere più cheddar nel suo panino, che Damian l’aveva spinto via con un’imprecazione e si era staccato letteralmente le lenzuola dallo stomaco, passandosi le mani fra i capelli per ravvivarli all’indietro e barcollare in cucina; si era fatto un caffè, lo aveva lasciato sul bancone della colazione e aveva afferrato i cereali per fame nervosa, ma non aveva toccato minimamente la sua bevanda solo per attingere ai cereali direttamente dalla scatola e portarsi generose manciate alla bocca, sgranocchiandoli ad occhi chiusi come stava continuando a fare in quel momento. Avrebbe voluto lavorare su un paio di casi in sospeso che gli aveva inviato Wilkes, ma il caldo e il sonno non aiutavano molto a concentrarsi e anche le sue palpebre non volevano saperne di restare alzate, soprattutto se metteva in conto il fatto di aver pattugliato fino a tardi la sera successiva. Quand’era stata l’ultima volta che aveva dormito più di sei ore filate? Nemmeno se lo ricordava più… stava cominciando a diventare come Drake.
    «Che ci fai qui tutto solo?»
    La voce di Jon gli fece aprire solo un occhio, ma continuò a masticare mentre se ne stava riverso sulla penisola brontolando tra sé e sé.
    «Caldo. Condizionatore rotto», affermò con mezze parole come se ciò spiegasse tutto, allungando finalmente una mano verso il caffè per bere un sorso e storcere il naso nel rendersi conto di quanto si fosse freddato, sentendo Jon ridacchiare dietro di sé.
    «Posso usare il mio soffio artico su di te, se vuoi», scherzò Jon, ma Damian lo fulminò con lo sguardo e lui roteò gli occhi. «Okay, okay, stavo scherzando. Ma non dovresti essere, sai, abituato al clima torrido?» ironizzò mentre si avvicinava a Damian, facendo passare le braccia da sopra le spalle fino al suo petto, ma Damian grugnì un po’ in risposta.
    «Nel deserto la temperatura precipitava a meno quattro gradi celsius durante le ore notturne. E a Gotham il caldo non è mai stato così soffocante», spiegò con un borbottio, tirandosi su. «Quindi non è esattamente la stessa cosa».
    Jon canticchiò qualcosa in risposta, giocherellando con i peli al centro del petto prima di abbandonare il mento sulla spalla di Damian. «D’accordo, sapientone. Adesso cosa ne diresti di smetterla di masticare cereali alle…» si interruppe per gettare uno sguardo verso l’orologio appeso al muro, baciandogli il collo. «…cinque del mattino e tornare a letto?»
    «Mhnr… tra i tuoi poteri c’è quello di riparare un condizionatore?»
    «Non che io sappia».
    «Allora credo proprio che resterò ancora un po’ su questo bel ripiano di marmo», brontolò, e Jon sbuffò ilare prima di dargli un morsetto sul lobo dell’orecchio, ignorando la sua lamentela.
    «Oh, quindi hai davvero intenzione di passare tutta la notte qui in cucina e lasciarmi da solo, D?»
    Damian masticò qualcosa fra sé e sé, annuendo molto lentamente. «Sei una stufa, sei la causa del mio accaldamento. Sarebbe controproducente tornare a letto con te», disse lugubre, ma la cosa fece solo ridere Jon senza freni.
    «Sai, queste parole potrebbero infuocare l’autostima di un uomo.- sussurrò contro la pelle della sua gola mentre premeva sempre più contro di lui e, essendo più alto, Damian riuscì a capire perfettamente cosa intendeva. Così fu il suo turno di sbuffare ilare, voltandosi un po’ per cercare di osservare Jon.
    «Di certo con la tua funziona, da quello che sento», accennò nel tirargli la punta del naso e trattenere uno scoppio di risa nel vederlo digrignare i denti e strizzare gli occhi. «Raffredda i bollenti spiriti, testa aliena», lo mise a freno, ma Jon si divincolò da quella stretta solo per volargli accanto e afferrargli una mano, così da trascinarlo a sé nonostante la mezza imprecazione che Damian si lasciò sfuggire.
    «Conosco un modo per raffreddare quelli di entrambi... da un certo punto di vista», sussurrò sarcastico ad una spanna dal suo viso, e Damian finse di opporre resistenza quando Jon disseminò sulle sue labbra una piccola scia di baci.
    «Non credo che funzioni esattamente così, J».
    «Scommettiamo?»
    Dieci minuti dopo, lasciandosi alle spalle una scia di mutande e vestiti che conduceva alla doccia contro cui stava premendo la schiena tra un ansito e l’altro mentre avvolgeva le braccia intorno al collo di Jon, Damian ammise a sé stesso che un po’ quella soluzione aveva funzionato davvero
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Altra storia per la #200summerprompt
indetta dal gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom, in questo periodo ci troviamo con la calura estiva!
Che lo dico a fare comunque, l'idea era un'altra e poi è diventata questa con sti due porcellini che boh, hanno tante energie nonostante il caldo (o quasi, visto che nell'inizio penso che ci rivediamo tutti quanti in questi tempi ahah) mentre qua noi ci sciogliamo come neve al sole
Io passerei la giornata intera a mollo a bordo piscina e loro invece trovano il tempo per fare cosacce. Bravi, ragazzi, bravi!
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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