Rumori di fondo

di sissir7
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La musica faceva vibrare i vetri sottili delle finestre 
di quel piccolo appartamento che ormai odorava di alcool e spensieratezza adolescenziale, quella che ti fa rimanere 
fino alle 4 di mattina ballare e sudare con gente sconosciuta 
che ti sorride e ha negli occhi la stessa voglia che hai tu di vivere quella notte come se fosse l’ultima della tua vita. 
Yoongi si sentiva così, si sentiva come se dopo quella notte avrebbe anche potuto morire, non importava. 

Stava ballando con Jimin, quel ragazzo così raro e con le labbra 
più morbide e baciabili del mondo che tutti in città desideravano… compreso lui. 
Era saccente, silenzioso, sarcastico fino a dar fastidio, anticonformista e dallo sguardo gelido, ma non era diverso 
dagli altri ragazzi quando si trattava di sesso. 
Teneva un bicchiere di birra in mano che si svuotava quasi ad ogni salto. 
Yoongi rideva come un matto mentre Jimin faceva lo stesso cantando a squarciagola quella canzone terribilmente dance che in altre occasione avrebbe subito stoppato. 
Ma era appena diventata la loro canzone. 
Sentiva che era così. 
Gli fece un cenno con il capo e lo prese per mano dando a spallate altri ragazze e ragazzi che continuavano a ballare. 
Uscirono dall’appartamento e la luce fredda del corridoio li accecò, dentro invece era praticamente buio se non per qualche luce psicadelica colorata.
 “O mio dio, lì dentro non si respira.” 
disse Jimin lasciando cadere il bicchiere di plastica vuoto a terra. Barcollò un attimo, ma le mani grandi di Yoongi lo presero 
per le braccia e lo tirarono a sè per un bacio dal sapore amaro come la birra corretta appena bevuta. 
Le pareti gialle scolorite di quel squallido edificio di certo non rendevano la situazione romantica ma loro, per fortuna, 
non erano tipi romantici. 
Erano liberi, randagi, passionali e ciò che avevano intorno non gli importava molto. 
Jimin lo prese per il colletto della giacca di pelle nera e lo sbattete al muro da cui cadde un po' di intonaco. 
“Fai piano, sennò quando avremo finito questo schifo di palazzo cadrà giù.” 
Ricevette come risposta un sorriso malizioso che presto si trasformò in un bacio più intenso, più bagnato. 
La t-shirt bianca gli era appiccicata addosso per il sudore 
e Jimin poggiò le mani su quel petto forte e mentre 
una mano viaggiò lungo la sua coscia, la alzò  bruscamente. 
Si guardavano sospirando affannosamente, la giacca di jeans lasciava scoperte le spalle di Jimin. Era così sexy. 

“Jimin-ah…” 
Una voce profonda lo chiamò e sentì il suo corpo congelarsi non appena capì di chi fosse quella voce.
Camminava infuriato verso di loro, mentre stringeva i pugni lungo
 il corpo atletico e asciutto. 
Prese Jimin per il polso e lo strattonò via da Yoongi 
che alzò gli occhi al cielo.
 “Hey! E fa piano coglione!” 
Jimin biascicò quelle parole, mentre si appoggiò a quel ragazzo 
più alto di lui. 
Poggiò la testa sulla spalla e chiuse gli occhi. 
“Cristo, ma quanto hai bevuto.”
 Jungkook gli prese il volto nelle mani e Jimin rise mentre Yoongi rideva di rimando, totalmente tranquillo. 
“Stronzo, fossi in te non riderei.” 
“Senti bello, il tuo ragazzo mi si è buttato addosso e, insomma, lo hai visto com’è? Con quel culo lo dovresti rinchiudere in casa.” 
Detto questo fece spallucce e fece per andarsene. 
“Sono i ragazzi come te che rovinano la società.” 
rispose il moro, che prese Jimin in braccio e si incamminò verso l’ascensore. 
Yoongi fece un ringhio dopo quelle parole, incazzato come poche volte. 
Quel ragazzino gli aveva mancato di rispetto e neanche lo conosceva. Aprì la porta del suo appartamento e la richiuse alle sue spalle.




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